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elena mitu

la natura dell'intelligenza - 7 views

  • Un aspetto controverso relativo alla natura dell'intelligenza riguarda la sua ereditabilità. Un indice di ereditabilità è quell'indice che indica in quale proporzione i fattori genetici, o ereditari, contribuiscono alla varianza totale di un dato tratto in una certa popolazione nelle condizioni attuali. Gli indici dell'ereditabilità dell'intelligenza sono stati calcolati in vari modi, ma i dati essenziali per il loro calcolo sono sempre misure della rassomiglianza tra i componenti della famiglia in rapporto al tratto considerato.
    • Luigi Coccia
       
      interessante
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    La maggior parte delle nostre conoscenze sull'intelligenza deriva dai test creati per osservarla e misurarla. Tali test, però, non sono privi di limiti. Essi si concentrano soprattutto sulla definizione della struttura dell'intelligenza così come risulta dalla quantità di conoscenze acquisite durante le fasi dello sviluppo, e in particolar modo quelle conoscenze organizzate sotto forma di programmi scolastici e universitari. Ma man mano che l'uomo invecchia, e le sue esperienze scolastiche si allontanano nel tempo, può darsi che tale fondo comune di conoscenze diventi sempre più indadeguato a dare una misura del suo funzionamento intellettivo. Poichè le occupazioni degli adulti sono più diversificate delle attività scolastiche, può accadere che le esperienze cumulative dell'età adulta stimolino uno sviluppo differenziale delle abilità nei diversi individui. I test di intelligenza si rifanno in gran parte alle abilità di tipo accademico, non sorprende quindi scoprire che con l'età i maggiori incrementi di punteggio si hanno nelle persone che hanno continuato gli studi più a lungo. Allo stesso modo, le persone la cui occupazione ha un contenuto più accademico, che richiede quindi abilità prevalentemente di tipo verbale e numerico, tendono a mantenere costante nel tempo il loro rendimento ai test d'intelligenza, o addirittura a migliorarlo, mentre quelle che svolgono attività di tipo più meccanico o a livello intepersonale, tendono a volte a presentare un declino del rendimento. Il luogo e l'epoca in cui si nasce e si cresce tendono sempre a incoraggiare lo sviluppo di abilità adatte a soddisfare le esigenze che sono loro proprie. Nell'intero ciclo di vita, tali esigenze saranno diverse in base alla fase di sviluppo che si attraversa, dalla prima infanzia alla vecchiaia. Le ricerche dimostrano che, nell'età adulta, l'incremento o il declino dei punteggi ai test d'intelligenza con l'aumentare dell'età dipendono in gran parte dalle esperienze che l'i
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    vi suggerisco questo link dove viene affrontato il tema relativamente alla natura della nostra intelligenza, ho estrapolato parte del testo e l'ho riportato qui per evidenziare una parte con cui non sono perfettamente daccordo ovvero quando parla del fatto che l'intelligenza si misura in base alle conoscenze accademiche. Secondo il mio modesto parere l'intelligenza è altro, si può sicuramente allenare ed esercitare, ma non può essere ridotta ad una raccolta di nozioni.
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    La maggior parte delle nostre conoscenze sull'intelligenza deriva dai test creati per osservarla e misurarla. Tali test, però, non sono privi di limiti. Essi si concentrano soprattutto sulla definizione della struttura dell'intelligenza così come risulta dalla quantità di conoscenze acquisite durante le fasi dello sviluppo, e in particolar modo quelle conoscenze organizzate sotto forma di programmi scolastici e universitari.
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    INTERESSANTE ARTICOLO CHE EVIDENZIA LIMITI E VANTAGGI DEI TEST PER VALUTARE L'INTELLIGENZA....INDICA CHE CI SONO POSSIBILI EREDITABILITA' DELL'INTELLIGENZA DOVE INCIDONO ANCHE FATTORI GENETICI.
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    L'intelligenza è un insieme di diverse funzioni. Una combinazione di abilità necessarie per la sopravvivenza e per il progresso in una determinata cultura. Sia le specifiche abilità che il loro peso relativo dipendono dal contesto sociale e dall'epoca
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    Da milioni di anni si cerca di definire cos'è l'intelligenza. Per Platone l'intelligenza è ciò che distingue le diverse classi sociali ed è distribuita da Dio in maniera diseguale. Aristotele, invece, sosteneva che tutte le persone, tranne gli schiavi, esprimono facoltà intellettive più o meno uguali e la differenze è dovuta all'insegnamento e all'esempio. Oggi esistono diverse definizioni dell'intelligenza e diversi test che cercano di stabilire scientificamente il quoziente intellettivo di una persona. Come numerosi psicologi che negli ultimi anni hanno rifiutato l'uso dei test di intelligenza, dimostrandone incongruenza, penso che non sia facile è che non basti un test per misurarla. Non credo che ci siano persone più o meno intelligenti mi affianco al pensiero di Aristotele (tranne per la parte degli schiavi) credendo che l'insegnamento e l'esempio siano fondamentali.
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    Il concetto di "intelligenza" dovrebbe essere considerato come un concetto descrittivo anziché esplicativo.
Barbara De Sieno

Documento senza titolo - 0 views

    • Barbara De Sieno
       
      Interessantissimo ed utilissimo per il ns esame. 
Barbara De Sieno

Tags vs Categorie: Come si Usano | Web Strategist - 0 views

    • Barbara De Sieno
       
      Un semplice documento in cui vengono consigliati alcuni metodi eper l'utilizzo di Tags e Categorie in un blog.
    • Barbara De Sieno
Barbara De Sieno

Kkien Enterprise - Formazione consulenza e ricerca » Intervista a Derrick De ... - 11 views

    • Barbara De Sieno
       
      Condivido l'intervista fatta a De Kerckhove ed in verde troverete evidenziatoii passaggi più interessanti delle sue parole.
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    Si tratta di un'intervista a De Kerchove sulle seguenti tematiche che rappresentano le basi fondanti del suo pensiero: villaggio globale, psicotecnologie, le dimensioni di spazio e tempo nell'era di Internet, l'intelligenza connettiva, Cooperative learning, ecc.
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    Una grande intervista di Andrea Ceriani al prof. Derrick De Kerckhove partendo dal concetto di comunicazione di Marshal McLuhan che ha cambiato il modo di pensare alla comunicazione passando a questo nuovo e rinnovato rapporto tra la tecnologia e l'organizzazione mentale, a come si produce il pensiero e che le psicotecnologie rappresentano le tecnologie che estendono la mente fino alla definizione di spazio e tempo accennando ad un futuro digitale.
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    molto interessante, anche perche' e' praticamente una sintesi di tutto il programma fino all'ottava lezione. E' utile leggerla anche prima di iniziare il programma, perche' inquadra molti aspetti che poi vengono sviluppati nelle lezioni.
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    Un'interessante intervista al prof. Derrick De Kerckhove su molti temi del nostro corso. Partendo dal "Villaggio Globale" di Marshal McLuhan vengono analizzati diversi concetti quali: le psicotecnologie; il concetto di spazio e tempo nell'era di internet; la conseguente intelligenza connettiva; l'apprendimento collaborativo; la tecnoarte e le nuove vie formative; una previsione sul futuro "internet zero"
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    Questa è una intervista molto proficua infatti si evidenzia aspetti vari di questo tema.
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    In questa intervista il Professor De Kerckhove spazia dalla definizione di psicotecnologie all'intelligenza connettiva.
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    Nell'intervista De Kerckhove da una definizione della psicotecnologia nel rapporto tra la tecnologia e il linguaggio. Psicotecnologie come tecnologie che estendono la mente, che investono l'organizzazione mentale e la formulazione del  pensiero.
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    Si tratta di un'intervista fatta al prof. De Kerchkove in cui, tra l'altro il professore fornisce la definizione di psicotecnologie.
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    Si tratta di un intervista fatta al prof. De Kerchkove.
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    L'intervista è stata rilasciata nel 2004, un'era geologica per quanto riguardo internet e l'informatica in generale. Mi ha interessato particolarmente la parte relativa a internet0. Internet0 non è altro che la proposta di un protocollo di comunicazione semplificata per mettere in comunicazione apparecchi come interruttori, termostati, sensori vari. L'idea alla base del progetto è di far scambiare le informazioni su un network semplificato, quindi con una elettronica meno costosa. Utilizzare lo stesso header di internet, quindi lo stesso protocollo udp, forse è troppo complicato, se non controproducente, per una rete semplificata. A questo punto, meglio inviare lo stesso segnale su internet1. Oggi si può avere, denaro permettendo, una casa domotica che interagisce a distanza tramite telefonino. Magari è poco interessante sapere cosa sta facendo il nostro frullatore a mezzogiorno circa, ma fondamentale sapere che è stato staccato il gas a causa di una fuga, o l'acqua perché si stava allagando la cantina. E' una cosa molto comoda, ma onestamente, non vedo in che modo la cognizione entri in tutto questo.
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    Intervista di Andrea Ceriani al prof. Derrick De Kerckhove - Centro Congressi Fiera di Milano, 10-11 Novembre 2004
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    In questa intervista Derrick De Kerckhove analizza la definizione di psicotecnologie, intelligenza connettiva e cooperative learning.
De Rose Mario

Ma internet ci rende stupidi? - 2 views

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    Rifacendomi a Nicholas Carr ho trovato questo articolo, secondo me internet non ci rende stupidi perché a volte é molto utile per fare ricerche,ricercare libri,articoli ecc, soprattutto per gli studenti che ad esempio devono fare la tesi, o studiare, con internet abbiamo ormai archiviato la biblioteca tradizionale entrando in quella virtuale che più delle volte risulta essere molto più fornita, quindi un buon uso di internet di sicuro non rende stupidi, ma intelligenti perché si imparano nuove cose.
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    L'articolo è interessante perchè riporta pareri autorevoli sia contrari che favorevoli all'uso di internet e fa anche riflettere sul problema della dipendenza. pertanto, si può ritenere appropriato rispetto ai contenuti del corso di studi, corretto e accurato.
De Rose Mario

Schermologia - 1 views

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    Restando in tema ho trovato questo articolo che parla appunto delle psicotecnologie ma sopratutto della schermologia questa nuova scienza giovane che studia di come oggi nella nostra società siamo sottoposti a tanti schermi dal cinema al cellulare, sistemi statici e sistemi dinamici, cioè il cellulare non serve ora solo per chiamare ma è diventato il nostro schermo più fedele dove ci si connette ad internet e soprattutto ai social network per raccontare e le nostre giornate e restare in contatto con amici.
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    L'articolo pone l'attenzione su un argomento di crescente interesse sociale per via del continuo uso di "schermi" al quale ci sottoponiamo quotidianamente. Il testo è approrpiato ai contenuti del corso di psicotecnologie nel quale si descrivono tutti i tipi di schermi utilizzati dall'uomo e la loro influenza si di esso e sulle relazioni sociali. Come si legge nell'articolo, credo che tra non molto si parlerà di "schermopatia" per definire la dipendenza dagli schermi e le relative implicazioni relazionali.
giorgia colavolpe

Come le psicotecnologie cambiano le nostre menti..e anche la politica.. - 1 views

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    Se fino a qualche anno fa si parlava di intelligenza collettiva ora siamo entrati nell'era dell'intelligenza connettiva.
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    L'articolo è appropriato ai contenuti del corso di studi poichè tratta dell'influenza delle psicotecnologie sui comportamenti sociali dell'uomo. Fare politica è un'arte sociale e il politico cerca di rendersi credibile e affidabile e anche al passo con i tempi servendosi dei mezzi di comunicazione diretti a sua disposizione (televisione e anche internet). L'articolo è corretto e anche completo nelle informazioni poichè spiega in sintesi cos'è e di cosa si occupa la psicotecnologia.
Rosanna Di Gioia

Università, ecco il percorso per orientarsi. Arriva l'App per scegliere l'ate... - 1 views

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    Interessante articolo che dimostra come la tecnologia possa essere un utile strumento per l'orientamento e allo stesso tempo ci conferma come gli strumenti di orientamento (scolastico in questo caso) siano, almeno in parte, cambiati. Non ci si affida solamente a strutture istituzionalizzate come possono essere considerati i Centri d'orientamento, ma anche al web
De Rose Mario

La tecnologia fortifica i neuroni? - 1 views

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    Da una ricerca é emerso che in effetti la tecnologia aiuta a migliorare l'attività cerebrale aumentando l'attività dei neuroni in particolare modo il lobo frontale è quello che più beneficia di questi miglioramenti perché sede del ragionamento e delle decisioni.
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    L'articolo inserito risulta appropriato ai contenuti del corso di studi poiché pone l'accento sulla relazione tra l'uso della tecnologia e lo sviluppo delle connessioni neuronali. La fonte di ricerca è affidabile e, pertanto, anche il contenuto dell'articolo ha un alto livello di correttezza. Il testo è accurato ed esaustivo ma, trattandosi di un argomento molto vasto, si può approfondire l'argomento sviluppando ricerche correlate relative nell'ambito della neuropsicologia cognitiva poiché, come afferma la dottoressa Pina Scarpa nell'articolo in questione, "è cambiato il nostro modo di apprendere, non è più la sola vista e la sola decodifica testuale a permetterlo, ma è l'insieme di vista testuale, di immagini, di suoni, musica, rumore, o addirittura tatto nella realtà virtuale".
De Rose Mario

Tulving: Memoria episodica,semantica e procedurale - 1 views

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    Tulving è stato proposto come premio nobel per le suericerche effettuate sulla memoria dando vita appunto a nuovi magazzini sensoriali e quindi dichiarando che la Memoria a breve termine e la memoria a lungo termine non sono gli unici tipi di memoria
De Rose Mario

Insegnare con la tecnologia - 0 views

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    Beh ormai non dovrebbe essere più una novità inserire nelle scuole la tecnologia per insegnare visto che ormai tutto ruota intorno ad essa, quindi potrebbe essere un nuovo metodo educativo per insegnare.
De Rose Mario

Scrittura ipertestuale - 2 views

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    Interessante articolo su come l'era dell'informatica abbia modificato la didattica con un focus particolare al tema scrittura ipertestuale e apprendimento. L'articolo in particolare affronta la logica dell'ipertesto alla luce delle prospettive di Bruner e di Gardner.
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    Contenuto trasversale sugli argomenti del corso sulle psicotecnologie. Si parla dell'utilizzo nell'apprendimento e di come deve essere sviluppato un ipertesto a tale scopo.
De Rose Mario

L'intelligenza secondo Gardner - 0 views

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    L'articolo parla di Gardner e dell'intelligenza
De Rose Mario

Elogio al multitasking - 1 views

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    Oggi un pò tutti usiamo il multitasking riusciamo a fare nello stesso tempo tante cose che priva dell'avvento di internet non erano consentite, ecco che quindi possiamo impiegare il nostro tempo nel miglior dei modi facendo le cose che più ci piacciono, infatti questo articolo lo rispecchia alla grande
De Rose Mario

Golemam, l'intelligenza emotiva - 2 views

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    Goleman individua 5 ambiti principali. 1. Conoscenza delle proprie emozioni-consapevolezza di sè (capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui si presenta). 2. Controllo delle emozioni-padronanza di sè. 3 Motivazione di se stessi, sapendo ritardare la gratificazione e controllando gli impulsi. 4. riconoscimento delle emozioni altrui-empatia. 5 gestione delle relazioni-abilità sociali. Il nostro livello di intelligenza emotiva non è fissato alla nascita, questa continua a svilupparsi tutta la vita attraverso l'esperienza. Ogni essere umano ha livelli di competenze diverse nei 5 ambiti ma con l'allenamento adeguato possono essere sviluppati.
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    Molto interessante l'approccio di Goleman che mette al centro l'individuo e la percezione del se, da invididuare e perfezionare in un percorso a step o meglio anche un percorso da intendere in maniera circolare la cui l'apparente fine o conclusione non è altro che l'inizio di un'altra esperienza cognitivo-emozionale riconducibile alla vita stessa.
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    L'approccio di Goleman all'intelligenza emotiva sembra aprire ampie possibilità di miglioramento delle competenze emotive che l'individuo può sviluppare nel corso della propria esistenza. In realtà quando ci confrontiamo con persone in diversi ambiti quello che si nota è una sorta di approccio mentale a problemi, situazioni, stress che raramente si modifica nel corso della vita. E' vero credo che l'intelligenza emotiva si possa coltivare e stimolare ma al tempo stesso, essendo legata alle emozioni, alla consapevolezza di se stessi e degli altri è anche molto condizionata dalle esperienze nell'infanzia. Tra gli studiosi delle origini e dello sviluppo delle strutture mentali, verso l'ottimalità piuttosto che verso la patologia, del bimbo e poi dell'adulto, esiste ormai da molti lustri una convergenza nell'affermare che la qualità delle strutture interne della personalità, e l'intelligenza stessa, dipendono da quanto si è strutturato nelle interazioni precoci del bimbo con i suoi caregivers. Allego un link con qualche dettaglio in più sul tema: http://www.psychomedia.it/pm/lifecycle/perinatal/imbasc6.htm
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    L'intelligenza emotiva, per Goleman è un insieme di specifiche capacità (consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia, abilità nelle relazioni interpersonali). Queste capacità sono fondamentali per ogni essere umano, possono essere sviluppate da chiunque a prescindere dalla cultura, dal ceto sociale, dal credi religiosi, dal sesso ecc., divenendo così competenze emotive e sociali. Apprendiamo ad essere emotivamente intelligenti attraverso l'educazione e lo sviluppo di queste abilità, quindi è indispensabile che queste siano educate e sviluppate a partire dalla nascita in modo che diventino competenze. Goleman scrive il libro in un momento in cui la società civile americana è attraversata da una crisi profonda; aumento dei crimini, dei suicidi ed altri indicatori di malessere che si registrano soprattutto nei giovani. Il consiglio proposto dall'autore è che per guarire da questi mali sociali occorre prestare più attenzione alla componente sociale ed emozionale nostra e dei nostri figli, con l'impegno a coltivare queste abilità. L'autore suggerisce anche di insegnare ai bambini l'alfabeto emozionale, inteso come capacità interpersonali essenziali, che servono a equilibrare la razionalità con passione. Oggi le emozioni sono oggetto di studio delle neuroscienze. "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi"
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    Per Goleman l'intelligenza emotiva è tutto ciò che nella nostra mente concerne il capire e controllare i propri sentimenti, entrare in empatia con gli altri, essere ottimisti e realisti, avere fiducia in sé stessi. Insomma, tutto quello che attiene al governo delle emozioni. Goleman non si limita a descriverla in maniera teorica ma la analizza e la declina in 25 vere e proprie competenze con le rispettive abilità. Raccogliendole tutte si può ottenere una vera e propria griglia di valutazione composta da: nome della competenza, relativa descrizione e griglia dei comportamenti che la identificano e la misurano.
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    Leggendo delle varie forme di intelligenza ovviamente si deve citare l'intelligenza emotiva quella di Goleman che è quella che pone l'accento prorpio sull'individuo che deve prendere coscienza di sè ed essere al centro delle proprie emozioni per poter vivere meglio ed allontanare gli eventi frustanti, avendo un controllo sulle proprie emozioni e sugli eventi, qui di sapersi gestire ed autoregolarsi.
De Rose Mario

Tecnopsicologia - 0 views

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    Si parla appunto delle psicotecnologie di come l'uomo si confronti con queste tecnologie inoltre si parla anche della cultura orale e di come il linguaggio abbia influenzato tali culture rendendo l'uomo individuale, e di come il testo si può togliere dal contesto e poi si arriva anche all'ipertesto e ai blog cioè questo modo di divnire parte di una comunità
De Rose Mario

Facilitare il compito a medici e pazienti - 1 views

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    La salute è di sicura la cosa più importante per gli essere umani,quindi facilitare il compito a medici e pazienti non sarebbe una cattiva idea, ecco quindi che arriva la tecnologia in aiuto
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