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faithmost

IL RUOLO DEI GENITORI NELL'UTILIZZO DEI VIDEOGAME: UNA RASSEGNA SISTEMATICA - 2 views

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    La rassegna sistematica di studi sulle forme di mediazione parentale (gatekeeping, diversionary discursive, investigative) per educare i figli ad un utilizzo consapevole delle tecnologie diffuse tra i minori, ha esaminato 46 articoli tratti da riviste psicologiche dal 2000 al 2019, per fornire un'analisi dei risultati ai professionisti che si occupano di ME al fine di realizzare una educazione genitoriale (parent training, parent mediation e parent monitoring) efficace per contrastare eventuali problemi comportamentali relativi al gaming nei figli poiché il loro uso eccessivo o l'utilizzo di videogame a contenuto violento e/o non adatto all'età, possono causare danni - sia a breve che a lungo termine - alla salute fisica e/o psicologica dei bambini/adolescenti. I professionisti che si occupano di interventi psicoeducativi in età evolutiva devono fornire ai genitori strategie ed indicazioni pratiche per promuovere un sano utilizzo di questi device, come il sostegno, il controllo e la comunicazione genitore-figlio. I risultati degli studi evidenziano l'effetto boomerang talvolta causato dalle strategie parentali restrittive, inoltre emerge l'importanza di promuovere una maggiore consapevolezza dei genitori dei giochi digitali di nuova generazione e una maggiore comunicazione e attività partecipata tra genitori e figli durante le attività di gaming.
gpinzuti

Social network, scuole e famiglie: una revisione della letteratura scientifica - 4 views

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    L'articolo espone l'importanza del ruolo della famiglia e della scuola "nella guida e nel controllo delle relazioni offline e online degli adolescenti nell'uso dei social network". Il testo analizza, in un range di 43 articoli di letteratura scientifica, il rapporto non privo di difficoltà e di ostacoli che i giovani presentano con i social network. Questo articolo mi ha indotto ad una valutazione. La rete dei social network, così perfetta e letale al tempo stesso, ha attratto negli anni un numero sempre maggiore di bambini, adolescenti e adulti e causato danni più o meno rilevanti in ambito pedagogico, psicologico ed educativo (come il cyberbullismo). Sono proprio i genitori e la scuola che dovrebbero difendere l'adolescente ed educarlo ai rischi ai quali può incorrere, semplicemente chattando con altri o inviando file ad altri, in questo "doppio potere" esercitato dai social network. In tal senso è estremamente importante il ruolo della mediazione: è evidente che in un momento in cui la convergenza mediatica è così forte e profonda, forme inefficaci di School Mediation e Parental Mediation, troppo restrittive nell'educazione digitale dei giovani, possono irrimediabilmente deteriorare i rapporti e provocare un pericoloso isolamento. Al contrario se genitori e scuola adottassero (consapevolmente e criticamente) una mediazione attiva, collaborativa e condivisa con l'adolescente - nativo digitale, si riuscirebbe a contrastare, o comunque a ridurre, episodi discriminatori e fare in modo che la distanza tra online e offline per i ragazzi non sia più così fragile.
serafinagreco

Parents, put down the cellphones - 2 views

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    Cosa significa essere genitori nell'era della iperconnessione? I bambini sono sempre più soli e incompresi, come affermato da una pediatra americana, Jane Scott, che ha lanciato sul Washington Post una precisa richiesta di aiuto per tutti i bambini, invitando i genitori a staccarsi dal loro smartphone. Secondo Scott, i genitori di oggi sono sì più informati di quelli del passato, ma per niente attenti ad ascoltare i propri figli. Sono troppo impegnati a restare "connessi", a leggere Facebook, Whatsup o altri social, da aver tempo per ascoltare e comprendere davvero i figli.
mklrizzi

Minori e media - 5 views

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    Terre des Hommes da sempre cerca di essere al passo coi tempi e di trattare temi di attualità, nel 2008 la Fondazione si avvicina per la prima volta al tema del rapporto dei minori coi media e dei pericoli che un bambino può incontrare sul web. Si accede a tutti i lavori e le iniziative svolte, fra questi molto interessante la ricerca (anche se di fine 2010) sul rapporto fra Bambini e nuovi media in quanto presenta diversi punti di vista ovvero sia quello dei bambini che quello dei genitori sugli stessi temi. La metodologia ha un certo rigore e gli aspetti analizzati sono completi, esaustivi e tuttora attuali, spaziando dalla tv come baby sitter all'utilizzo del parental control alle diverse visioni dei telefoni mobile. Interessante anche la sezione "Alice nel paese di internet" realizzata in occasione del Safer internet day del 2012 e che presenta come in modo ludico possano essere trasmessi ed educati sia adulti che bambini su un corretto utilizzo della rete e con consapevolezza dei pericoli possibili.
aless93

Parent empowerment can change media education - 2 views

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    Questo è un articolo del 2023 scritto da Mateja Rek, in cui cita diverse volte Buckingham. L'articolo raccoglie i dati di una serie di questionari rivolti ai genitori di bambini di età prescolare compresa tra 1 e 6 anni nel 2022. La ricerca è stata confrontata con i dati di una precedente ricerca del 2015: i risultati sottolineano un incremento delle capacità e conoscenze delle linee guide nella media education da parte dei genitori. Dall'indagine emerge che l'empowerment dei genitori su tutto ciò che concerne i media ha effetto positivo sulla media education e l'esposizione dei piccoli allo schermo. Sono i genitori ad influenzare in modo significativo la conoscenza e l'esperienza dei media da parte del bambino. I genitori sono modelli che i bambini imitano, per questo negli ultimi decenni sono state fornite raccomandazioni e linee guida per supportare il genitore.
martycorsetti17

Egophonia:come gli smartphone ci stanno rubando il tempo...e la vita. - 2 views

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    La rapida evoluzione dei telefonini ha cambiato completamente la vita e le abitudini della maggior parte delle persone.La nostra società è ormai basata sulla tecnologia ed è impensabile vivere senza cellulare.Sicuramente gli smartphone hanno migliorato il modo in cui viviamo risolvendoci tante operazioni tramite varie App che vi si possono installare ma,purtroppo,l'uso "ossessivo"allontana le persone dalla vita reale portando all'isolamento e provocando insicurezze relazionali,solitudine e appiattimento cognitivo.Viene a mancare la comunicazione verbale ed il rapporto interpersonale,che per me sono fondamentali.E' sicuramente piacevole ricevere un sms da un amico,parente..ma sarebbe tanto più bello trovare il tempo per incontrarsi fisicamente e parlare guardandosi negli occhi.E' proprio questo che manca:la comunicazione"dal vivo",fatta di sguardi e di gesti ed il tempo per incontrarsi e relazionarsi.Quello che ci vorrebbe è sicuramente un'educazione seria sull'utilizo appropriato degli smartphone per riconnetterci alla vita reale! Martina Corsetti.
giorgiaetrusco

L'80% dei bambini usa il cellulare, genitori troppo permissivi - Repubblica.it - 2 views

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    L'articolo parla di un interessante argomento che, purtroppo o per fortuna, fa parte del nostro modus vivendi ormai da tempo. Sempre più precocemente i bambini imparano ad utilizzare i nuovi media digitali, e sempre più permissivi sono i genitori che li usano per distrarli o calmarli già dal primo anno di vita. Questi eccessi possono creare danni sia sul versante psicologico e comportamentale sia dal punto di vista fisico, come sostiene il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Alberto Villani. Quest'ultimo, infatti, accoglie con favore l'annuncio da parte del colosso cinese Tencent di introdurre nuovi sistemi per limitare l'uso dei giochi per i piu giovani.
marmandi

Il punto di vista dei genitori sull' uso dei media da parte dei bambini durante la pand... - 2 views

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    La chiusura delle scuole ha portato i bambini a trascorrere più tempo davanti ai media rispetto al passato, anche a causa della didattica a distanza. L'obiettivo di questa ricerca, è quello di capire come i genitori hanno affrontato questa nuova situazione e come percepiscono il consumo dei media da parte dei loro figli. La pandemia covid-19 ha portato profondi cambiamenti e i genitori si ritrovano a ricoprire il ruolo di "insegnanti" dei loro bambini.. Gli autori di questo studio Petra Ambrožová, Petra Eisenkolbová, Iva Junová, Leona Stašová svolto presso University of Hradec Králové (REPUBBLICA CIECA), hanno esaminato 191 genitori con bambini di età compresa tra 6-15 anni. I genitori si differenziavano in base all' età, al livello di istruzione, al tipo di lavoro. La ricerca è stata effettutata durante il periodo del primo lockdown (marzo 2020). I risultati dimostrano che l'87% dei genitori dedicano più tempo ai bambini, grazie al lockdown, l' 81% dei genitori è convinto che il tempo che i propri figli spendono nell'uso dei media sia aumentato, il 43% aiuta i propri figli ogni giorno nell'apprendimento online indipendentemente dal tipo di lavoro, il 57% dei genitori non ha modificato l' utilizzo dei media durante il lockdown e le regole con i propri figli e infine per quanto riguarda il tempo libero, il 60% delle famiglie preferisce passarlo all'aria aperta o passeggiando. In conclusione, l'articolo è molto interessante e dimostra l'importanza dell'educazione ai media. I genitori devono essere in grado di combinare al meglio il lavoro con la cura quotidiana dei loro bambini. I genitori devono diventare " insegnanti efficaci". Bisogna educare e sostenere le famiglie verso una partecipazione attiva nell' influenzare la produzione e la diffusione di programmi di qualità per tutte le età, in modo da rendere l'uso dei media da parte dei bambini, il più proficuo e responsabile possibile.
frigerioalessia

Solitudine da smart working - StudioPsicologiaBenessere - 5 views

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    Pro e contro con lo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
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    Ho provato sulla mia pelle l'esperienza dello smart working e posso dire che in un primo momento mi sono sentita bene perché non c'era più lo stress e la tensione di confrontarsi sempre con i colleghi come se fosse una competizione. Inoltre si sa stare a casa è sempre più confortevole che un ufficio dove spesso ci si può sentire inadeguati. Ho quindi notano subito i vantaggi di questo metodo per svariati aspetti quello per esempio di non doversi spostare da casa quindi non essere costretto a prendere mezzi pubblici o mezzi propri avendo così anche un guadagno di soldi perché non si consuma benzina o soldi in abbonamenti ma soprattutto si guadagna molto tempo sia a livello di "movimento" che a livello personale quindi più tempo per casa e famiglia. Ma tutto questo confort a lungo andare è venuto a mancare un po' perché siamo pur sempre umani non abituati al distanziamento sociale perchè chi più chi meno abbiamo comunque bisogno di parlare, confrontarci, guardarci, toccarci. Questo inoltre in alcune persone ha però portato situazioni spiacevole come quella di natura depressiva, di solitudine, altri non avevano più lo stimolo e quindi hanno perso la concentrazione fino ad arrivare addirittura a situazioni davvero terribili come attacchi di panico, crisi respiratorie ecc.. Credo quindi che pur essendo in un mondo in continua evoluzione non siamo però ancora pronti a cambiamenti così radicali e veloci.
giucosta

Disturbi dovuti allo smart workink - 2 views

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    Malattie professionali e disturbi associati allo smart working Come sta cambiano il lavoro e il suo ambiente per effetto del Covid. Nell'ultimo periodo ho scambiato opinioni con parenti e amici che durante le varie limitazioni, dovute alla pandemia si sono trovati ad dover lavorare da casa. In un primo momento quasi tutti hanno avvertito i vantaggi, di non doversi recare sul posto di lavoro e di non essere costretti a prendere l'automobile o mezzi pubblici di trasporto. E' stato evidenziato come è possibile recuperare le ore di vita dovute agli spostamenti che per chi lavora nelle grandi città possono incidere anche oltre le due ore. Per non parlare dallo stress da lavoro correlato, dovuto al rispetto rigido degli orari, ambienti di lavoro poco confortevoli, tensioni tra superiori e colleghi.. Nella prima fase dell'applicazione dello smart working quasi tutti hanno manifestato un sentimento favorevole a tale pratica anche per l'aspetto di assoluta novità. Ma a distanza di qualche mese in molti casi l'aspetto di positività di lavorare da casa è venuto meno. Qualcuno ha manifestato aspetti di natura depressiva, altri di solitudine, altri non trovano concentrazione, uno ha manifestato attacchi di panico. Ovviamente l'esperienza di pochi amici e di qualche parente non può essere presa in riferimento su larga scala ma tuttavia a seguito di questa esercitazione ritengo utile approfondire l'argomento smart working e i suoi effetti collaterali. Ritenendo personalmente che gli esseri umani si adattano a tutto, mascherina compresa ma rimaniamo sempre esseri sociali, che fanno fatica a recepire la pratica del distanziamento sociale.
sparacello

How to Raise Media-Savvy Kids in the Digital Age | WIRED - 2 views

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    Sono milioni i millennials ad essere ora genitori, il loro essere nativi digitali li ha preparati a curare una dieta mediatica a misura di bambino nel 2020. Alcuni suggerimenti di esperiti di alfabetizzazione digitale che, casualmente, sono anche genitori. 1) Iniziali Subito! (Start'Em early) "È più facile aiutare i bambini a sviluppare abitudini intorno all'uso dei media, all'indagine e alla riflessione nei primi anni di quanto non sia aspettare fino a quando non saranno dei liceali ribelli 2) Non temere l'algoritmo (Don't Fear the Algorithm) "Gli algoritmi prendono decisioni sulle nostre vite. Abbiamo iniziato a chiederci, quando dovremmo iniziare a parlare con gli individui di algoritmi e potere e di fiducia e verità in questi strumenti? Come lo spieghiamo ai nostri figli?" Alcune foto si possono pubblicare, altre no. Chiede ai vostri figli di spiegarvi il perché. 3) Che mi dici degli adolescenti? (What About Teens?) Molti genitori tentano di limitare l'uso dei dispositivi ma è un errore critico. I genitori devono sempre stare accanto ai figli per tutto il percorso, devono diventare loro consulenti nei media. Non si può sottrarre un adolescente dai media perché questi servono a formare la sua identità e, aggiungo io, lo si danneggerebbe nel confronto fra i pari, fino anche alla sua esclusione.
claudiainfusino

Mental health awareness su TikTok, quando si sa troppo e non abbastanza. - 2 views

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    L'articolo pubblicato dal sito della CNN risale a questo settembre (2021) e la giornalista, Kristen Rogers, con il contributo di due psicologi John Duffy e Mike C.Parent, affronta come la piattaforma TikTok abbia impattato nella diffusione di informazioni riguardanti la salute mentale nei più giovani. Lo psicologo John Duffy in particolare discute l'ambivalenza che libertà di pubblicazione offerta dalla piattaforma implica, per Duffy è positivo che i giovani abbiano la possibilità di accedere a questo tipo di informazioni e in qualche modo costruire una community in grado di offrire supporto e condividere esperienze, tuttavia lo psicologo sottolinea quanto pericoloso possa essere la mancanza di limiti su chi possa effettivamente pubblicare informazioni riguardanti la salute mentale. Duffy riporta infatti non sia raro che ragazzi si auto-diagnostichino e auto-medichino dopo essere entrati in contatto con suddetti contenuti. In conclusione entrambi gli specialisti riconoscono l'utilità nel poter costruire e far parte di una community che offra supporto e informazione, nessuno dei due psicologi propone come soluzione quella di censurare determinati argomenti, piuttosto invitano i genitori e i ragazzi ad informarsi ulteriormente sul funzionamento del social e nel caso di disagio di cercare supporto da parte di specialisti.
al1c381

Le relazioni familiari nell'era delle reti digitali - 2 views

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    L'elaborato, scritto dalla Dott.ssa Marianna Caucino, ha l'obiettivo di approfondire l'effetto che l'uso massiccio delle tecnologie ha avuto sulla comunicazione all'interno del nucleo familiare e specificatamente tra genitore e figlio. In particolare delinea le possibili sfaccettature della funzione genitoriale nell'utilizzo delle tecnologie digitali e nel gestire il divario digitale che vede i "nativi digitali" più competenti nell'uso delle tecnologie di comunicazione. Perchè è opportuno lavorare sulla prevenzione e il supporto alla genitorialità? Vengono inoltre descritte dall'autrice le attività di "sharenting" e i possibili rischi, esprimendo un parere più favorevole alle pratiche mediattive che sostengano i figli nella navigazione consapevole e nello sviluppo del pensiero critico.
alessiaromagna

From the Cradle to the Web: The Growth of "Sharenting"-A Scientometric Perspective - 3 views

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    L'articolo si concentra sul fenomeno dello "sharenting" - neologismo che deriva dalla fusione dei termini "sharing" e "parenting" ovvero la pratica di condividere online informazioni e contenuti dei propri figli da parte dei genitori - e sulle possibili implicazioni nella media education. L'obiettivo dello studio descritto è quello di analizzare i rischi e i benefici associati a questa pratica. La metodologia di indagine utilizzata si avvale di un approccio "scientometrico" che raggruppa le pubblicazioni in base a domini di ricerca comuni, rivela le aree coperte dalla letteratura e le lacune ancora presenti e identifica gli articoli che hanno contribuito in modo significativo alla letteratura. Se la letteratura attuale si concentra quasi esclusivamente sulle questioni di tipo etico, legate principalmente alla violazione della privacy dei minori coinvolti, l'articolo, attraverso l'analisi dei dati raccolti sottolinea l'importanza di una comprensione delle implicazioni psicologiche del fenomeno come ad esempio le motivazioni che spingono i genitori a pubblicare e le possibili conseguenze emotive negative per i figli esposti. Nonostante il fenomeno sia già noto dal 2013, sono ancora poche le indagini che hanno approfondito le conseguenze dello sharenting nelle relazioni offline all'interno dell'ambiente familiare. Lo studio può rivelarsi utile per definire linee guida educative per interventi informativi, fornendo strumenti utili ai genitori, con la finalità di sviluppare consapevolezza delle cause e delle conseguenze della condivisione pubblica di contenuti mediali che riguardano i propri figli.
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