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angelasica

Il potere dei media - 3 views

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    Chomsky analizza il più classico dibattito moderno sul potere dei media, esponendo l'idea alla base di ogni discorso complottista, cospirazionale, di New World Order o che dir si voglia legato al più classico intramontabile tema degli "Illuminati", "società segrete" o gruppo di "potenti". Gruppi di controllo che si elevano a "gestori" del mondo e detenendone le ricchezze, utilizzando nel corso della storia strumenti di controllo sempre diversi. Religione, misticismo, occultismo e politica sono gli strumenti classici e storici, ai quali si aggiunge lo strumento che è per eccellenza il più soggetto a "evoluzioni": La comunicazione.La comunicazione è sempre stata alla base della cultura umana, e come migliorarla ha spinto a ricerche forsennate, a tal punto che si potrebbe dire che non è la comunicazione ad essersi evoluta grazie alla scienza e alla tecnologia, ma sono queste ultime ad aver raggiunto gradi di eccellenza (per noi uomini d'oggi) grazie alla necessità di migliorare sempre più il modo in cui le menti potessero comunicare nel mondo, e di conseguenza si aiutano a vicenda a progredire di pari passo. Quello che spaventa maggiormente chi detiene "Il comando", è la forza dell'unione che i "sudditi" possano avere coalizzandosi. La massa, seppur ignorante e innocua, può essere fastidiosa, se compatta. La comunicazione moderna si basa quasi unicamente sui media, e per il controllo delle masse bisognava trovare un nuovo stratagemma. La sinergia che hanno creato la capacità comunicativa dei media e l' inarrestabile progresso tecnologico della scienza ha qualcosa di incredibile.Insieme hanno creato un sistema in cui con i media si può arrivare alle masse, creando allo stesso momento i falsi bisogni offerti dalla scienza e dalla tecnologia, spingendoci in un circolo vizioso in cui l'individuo, schiavo di questi bisogni che vengono ripetutamente pubblicizzati, si "arricchisce" di tali bisogni anche tecnologici e che rendono inevitabile il sottrarsi a
rosso1976

UNDERSTANDING MICROBLOG ADDICTION ON SMARTPHONE: THE ROLE OF MEDIA CHARACTERISTICS - 3 views

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    Sempre lavorando al pezzettino sulla dipendenza dai media nella mia tesi sull'autoregolazione, ho trovato una interessante prospettiva (da un punto di vista di teoria social cognitiva). L'autoregolazione non è solo un processo LOGICO diviso in parti, ma è, soprattutto, un processo FISICO dotato di una certa energia destinata ad esaurirsi nella giornata. Le persone dunque solitamente usano la propria energia nelle attività lavorative in presenza, trovandosi così di fronte ai social network con un deficit di risorse di controllo disponibili. Questo deficit sarebbe correlato positivamente sia con un certo tipo di comportamento sopra le righe, sia con la dipendenza, risultato appunto da un lato della facilità di accesso, dall'altro dell'indisponibilità di risorse di controllo
ivanamantero

Il Calvino Rampante - Netlit - 2 views

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    La produzione e la simulazione sono delle tecniche didattiche della media education che più facilmente incontrano l'entusiasmo degli studenti.L'uso pratico delle tecnologie dei media offre il modo più diretto ed efficace per lo studio di un determinato argomento.Il lavoro di produzione dei testi mediali spesso implica una collaborazione in gruppo che deve essere acquisita in modo strutturato e graduale. I ragazzi apprendono abilità comunicative, di gestione del tempo,di cooperazione, la media education permette ai discenti di imparare a esprimere se stessi a livello creativo e ad usare i media per comunicare e riflettere su aspetti importanti della realtà. Io ho voluto condividere questo link riguardante un'esperienza di studenti del Liceo Calvino di Genova riguardante un format radiofonico. E' un'attività di produzione , riflessione,comunicazione riguardante l'articolo 17 della Direttiva Europea sul diritto d'autore.Questa attività è stata organizzata grazie a Netlit media Literacy, un network nazionale dedicato all'educazione all'uso consapevole dei media, produttore e distributore di trasmissioni radiofoniche di informazione, cultura musica. I ragazzi sono stati protagonisti e conduttori di una trasmissione radiofonica rivolta a insegnanti e pari riguardante l'articolo 17. Esso riguarda l'utilizzo di contenuti online da parte dei creatori ed è diviso in 10 punti. I primi tre determinano i rapporti tra i creatori di contenuti e i suoi fruitori in base allo scopo del servizio, se ricreativo o di lavoro. Dal quarto al sesto riguarda i per messi che vengono forniti a chi riutilizza un contenuto di un altro creatore.Specifica le regole di controllo e di sanzioni in caso di violazione di tali regole.Gli ultimi quattro impongono a ogni servizio di condivisione come YuoTube o Facebook, l'istituzione di un algoritmo di controllo che rimuova o prevenga il caricamento di opere che non rispettino il copyright. Questo articolo è stato approvato nel 2019 con modifiche
faithmost

IL RUOLO DEI GENITORI NELL'UTILIZZO DEI VIDEOGAME: UNA RASSEGNA SISTEMATICA - 2 views

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    La rassegna sistematica di studi sulle forme di mediazione parentale (gatekeeping, diversionary discursive, investigative) per educare i figli ad un utilizzo consapevole delle tecnologie diffuse tra i minori, ha esaminato 46 articoli tratti da riviste psicologiche dal 2000 al 2019, per fornire un'analisi dei risultati ai professionisti che si occupano di ME al fine di realizzare una educazione genitoriale (parent training, parent mediation e parent monitoring) efficace per contrastare eventuali problemi comportamentali relativi al gaming nei figli poiché il loro uso eccessivo o l'utilizzo di videogame a contenuto violento e/o non adatto all'età, possono causare danni - sia a breve che a lungo termine - alla salute fisica e/o psicologica dei bambini/adolescenti. I professionisti che si occupano di interventi psicoeducativi in età evolutiva devono fornire ai genitori strategie ed indicazioni pratiche per promuovere un sano utilizzo di questi device, come il sostegno, il controllo e la comunicazione genitore-figlio. I risultati degli studi evidenziano l'effetto boomerang talvolta causato dalle strategie parentali restrittive, inoltre emerge l'importanza di promuovere una maggiore consapevolezza dei genitori dei giochi digitali di nuova generazione e una maggiore comunicazione e attività partecipata tra genitori e figli durante le attività di gaming.
draghici

Pandemia, controllo digitale e democrazia: un\'esperienza DaD di Filosofia e Media educ... - 5 views

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    L'articolo è stato pubblicato da '' Firenze University Press'' nel mese di Dicembre del 2020. L'esperienza sulla: Pandemia, controllo digitale e democrazia. L'articolo appartiene a: Media Education: studi, ricerche, buone pratiche. Lo studio è stato svolto da: Lia De Marco al liceo '' G. Bianchi Dottula'' a Bari con due classi : 5A e 5B nei mesi di Marzo- Aprile 2020 attraverso l'esperienza di didattica a distanza(DAD), per il periodo di lockdown a causa di emergenza COVID-19, con la combinazione dei metodi della ricerca -azione che consiste nella trattazione di tematiche filosofiche in un ottica trasversale attraverso l'approccio DAD con altri ausili come: Google Classroom, Meet, Rai scuola ed altri. L'articolo presenta le domande che i ragazzi delle classi si sono poste: la pandemia e l'uso dei big data cambieranno la partecipazione e la democrazia?
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
luciaiantorno95

E' possibile restare 'umani' in un mondo tecnologico? - Il Fatto Quotidiano - 2 views

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    Nella società odierna la rete e i social network sono diventati indispensabili. Ma cosa accade alla nostra capacità di elaborare le informazioni e al modo in cui ci relazioniamo? Siamo consapevoli che esiste la sindrome da dipendenza da internet che può rivelarsi molto dannoso soprattutto per gli adolescenti. In questa patologia vi è una scarsa capacità di controllo degli impulsi. E' stata inoltre scoperta un ulteriore sindrome denominata "tecnostress", un disturbo legato all'uso massivo e stratificato delle nuove tecnologie. Questo provoca secondo la Onlus netdipedenza ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali depressione, tuttavia possono comparire alterazioni comportamentali e l'isolamento relazionale. Siamo continuamente distratti da messaggi, notifiche e vibrazioni. Quando il nostro smartphone non è a portata di mano diventiamo ansiosi. L'ansia modifica i nostri parametri biologici fondamentali: pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione. Quando lo stimolo si cronicizza, ci si può ammalare. Uno psicologo statunitense è stato il primo a studiare la sensazione "allucinatoria" che il telefono stia squillando nella nostra borsa.
stefaniaaleotti

La tempesta perfetta: social media, fake news e la razionalità limitata del c... - 2 views

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    Articolo scritto da Giuseppe A. Veltri dell'Università di Trento. Le «notizie false», e l'attenzione a come le persone trovano e utilizzano le informazioni, sono entrate di recente nel dibattito politico, e questo evidenzia una crescente preoccupazione per l'impatto che le piattaforme digitali possono avere sulla vita democratica e sociale delle nostre società. In questo articolo si discute dell'interazione tra la razionalità limitata dei cittadini, le caratteristiche delle reti sociali online, la natura delle piattaforme online e il fenomeno della cassa di risonanza. La letteratura scientifica ha concentrato la sua attenzione sulle mutazioni dell'ecologia dell'informazione dovute alla comparsa dei social media e sulle relative implicazioni per la ricerca nelle scienze sociali.
ppitzalis

Neuroscienze e Neuropsicologia - Corriere della Sera - Ultime Notizie - 9 views

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    La parola "Multitasking" è usata sempre più spesso per descrivere il tipo di attività mentale che i ragazzi adottano quando utilizzano le nuove tecnologie. In realtà il termine più idoneo per descrivere questo neologismo inglese sarebbe "multi attività" o "multi compito", la capacità di svolgere più attività contemporaneamente. Questo articolo l'ho trovato molto interessante in quanto ci induce a riflettere sul modo in cui tutti noi siamo abituati a organizzare le nostre attività illudendoci di risparmiare non solo del tempo ma anche di essere più efficienti. Cercare delle informazioni su Internet e contemporaneamente rispondere a delle email o a un messaggio in realtà riduce non solo le nostre performance, perché il cervello può concentrarsi soltanto su una cosa alla volta, ma ricerche hanno dimostrato che si può ridurre il Q.I. Da queste ricerche è quindi evidente che le persone costantemente bombardate da molteplici flussi d'informazioni elettroniche non riescono a prestare attenzione, ricordarsi le informazioni e passare da un lavoro all'altro come chi, invece, porta a termine un compito alla volta. La sfida è quindi quella di saper utilizzare i media senza che siano loro, le nuove (ormai neanche più tanto "nuove") tecnologie ad "usare" noi e ad assumere il controllo della nostra vita.
anonymous

Droghe senza sostanza: Internet Addiction - 3 views

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    La diffusione dei social è diventata molto profonda negli ultimi anni. Tanto da porre radici evolutive un po' in ogni campo. I social generano integrazione e unione in diversi contesti. Questo articolo vuol far riflettere sul fatto che questi social media, tanto apprezzati, fanno fatica ad affermare sempre un valore positivo per l'umanità: con l'uso del web, possiamo trovarci nel coinvolgimento delle dipendenze da internet; una di queste è proprio la "Computer Addiction", caratterizzata dalla dipendenza dei giochi virtuali. Ognuno di noi utilizza il web per svariati motivi: per esempio c'è chi lo utilizza anche per avere una via di fuga dai problemi e nascondere ansie e tristezza momentaneamente. I soggetti con un'elevata fragilità emotiva o con deficit psicologici e/o problemi familiari, sono quelli più coinvolti poichè "cadono" nella rete per cercare "ristoro". Anche le persone con un forte locus of control rischiano di cadere nell'imbuto del gioco online perchè convinti di poter esercitare il controllo anche su di esso. i fattori di rischio dunque, sono collegati all'ansia, alla depressione, alle dipendenze, alla solitudine, ad abitudini che non soddisfano le nostre aspettative, a fattori di stress, ed inoltre, la dipendenza da internet va a braccetto con l'abuso di alcool e con il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività.
nicolagalletti2

FOMO Addiction: The Fear of Missing Out - 2 views

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    Non ci sono ancora studi ben definiti sulla Fomo, in Italia, ma trovo che sia un argomento di estremo interesse che merita una discussione approfondita. La Fomo (fear of missing out) è una patologia che esiste da sempre, ma che con l'avvento dei social network ha assunto una forma nuova, più concreta, in grado di mettere in luce i problemi che da essa derivano. Si tratta, in poche parole, della "paura di essere tagliati fuori" dal mondo, ed è legata alla sofferenza che si prova nel constatare, tramite foto e post altrui, che la vita degli altri è più interessante della nostra. A livello superficiale sfocia in una leggera invidia verso un gruppo di pari o persone di un certo rilievo sociale che, magari in apparenza, hanno una vita più interessante della nostra. Quando questa gelosia diventa incontrollabile , però , ecco che la patologia si manifesta in tutta la sua gravità, diventando una vera e propria dipendenza. Controllare gli altri sembra divenire uno scopo primario di chi soffre di FOMO, e spesso questo provoca un isolamento sociale ancor più pressante che sfocia in un vittimismo verso se stessi completamente fuori controllo. Chi soffre di questa patologia controlla lo smartphone o il pc almeno centocinquanta volte il giorno, di media, e ha una bassa considerazione della propria vita, che peggiora in maniera esponenziale minando anche il rendimento personale e lavorativo. L'unico modo di guarire da questo tipo di patologia sociale è ammettere di averla, e lavorarci sopra cercando di staccarsi volontariamente da schermi e affini. In America è una patologia molto discussa e diffusa, tanto è che esiste anche un account Twitter dedicato in cui i ragazzi che sentono il bisogno di essere aiutati possono scrivere senza problemi.
SILVIA DENINI

SMART WORKING E NUOVE TECNOLOGIE COME CAMBIA IL MONDO DEL LAVORO - 6 views

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    Si parla spesso di tecnologie in grado di migliorare la vita di ogni giorno,ma in realtà quanto siamo in grado di sfruttarle al meglio?Se ci pensiamo c'è tutta una generazione che si è trovata di colpo in un mondo popolato di nuovi media senza "media education".Si tratta quindi di una generazione per la quale la qualità del lavoro veniva intesa in termini di presenzialismo in ufficio.Questa generazione ha per forza di cose tentennato nel considerare le nuove tecnologie come dei mezzi non solo di comunicazione,ma mezzi per ridurre il tempo dedicato agli spostamenti,l'inquinamento e per lavorare con maggiore concentrazione.Il lavoro "agevolato" dai nuovi media trova ancora in Italia resistenze soprattutto da parte di numerosi uffici del personale che vedono nel lavoro da casa essenzialmente la perdita del controllo diretto sul lavoratore.Invece il cosiddetto smart working potrebbe costituire la svolta per quei lavoratori che necessitano di maggiore flessibilità negli orari,che abitano distanti dal luogo di lavoro ecc. Io credo che anche il lavoro di gruppo ne gioverebbe in quanto a volte il deteriorarsi dei rapporti è dettato anche da una condivisione troppo frequente degli spazi.L'articolo che allego parla del nuovo decreto in uscita in Italia per regolamentare la nuova visione dello "smart job" che non è un lavoro da casa 7 gg su 7 ma consente di concordare con l'azienda i tempi di lavoro da casa e lavoro in ufficio quindi venendo incontro in parte al lavoratore e in parte alle aziende.
saraercoli

La comunicazione mediatica dell'Isis. - 8 views

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    Se ne è parlato tanto negli ultimi mesi, quindi ho ritenuto azzeccato ricercare un articolo che trattasse dell'Isis e di quella che è stata una guerra scoppiata nel più totale silenzio grazie alla comunicazione mediatica. In questo articolo viene spiegato il lato oscuro dei media e il modo in cui essi possano trasformarsi in potenti strumenti di controllo e di diffusione della paura. La strategia dell'Isis è ben pensata e furba, sorprendentemente efficace e capace di fare propaganda a più livelli. Alla base di tutto vi sono i video noti per il carattere particolarmente violento (si ricordino quelli di decapitazione o quelli dei boia bambini), pubblicati soprattutto su twitter, che hanno fatto il giro del web e del mondo a causa delle condivisioni sui social e dei telegiornali. Ciò ha portato non solo al terrore generale, ma anche e soprattutto all'arruolamento di un numero esorbitante di persone: gli emarginati della società. L'Isis si fa pubblicità attraverso la paura. Lo stato islamico produce circa 90000 tweet al giorno, si immagini quanti possano essere i retweet!
gpinzuti

Social network, scuole e famiglie: una revisione della letteratura scientifica - 4 views

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    L'articolo espone l'importanza del ruolo della famiglia e della scuola "nella guida e nel controllo delle relazioni offline e online degli adolescenti nell'uso dei social network". Il testo analizza, in un range di 43 articoli di letteratura scientifica, il rapporto non privo di difficoltà e di ostacoli che i giovani presentano con i social network. Questo articolo mi ha indotto ad una valutazione. La rete dei social network, così perfetta e letale al tempo stesso, ha attratto negli anni un numero sempre maggiore di bambini, adolescenti e adulti e causato danni più o meno rilevanti in ambito pedagogico, psicologico ed educativo (come il cyberbullismo). Sono proprio i genitori e la scuola che dovrebbero difendere l'adolescente ed educarlo ai rischi ai quali può incorrere, semplicemente chattando con altri o inviando file ad altri, in questo "doppio potere" esercitato dai social network. In tal senso è estremamente importante il ruolo della mediazione: è evidente che in un momento in cui la convergenza mediatica è così forte e profonda, forme inefficaci di School Mediation e Parental Mediation, troppo restrittive nell'educazione digitale dei giovani, possono irrimediabilmente deteriorare i rapporti e provocare un pericoloso isolamento. Al contrario se genitori e scuola adottassero (consapevolmente e criticamente) una mediazione attiva, collaborativa e condivisa con l'adolescente - nativo digitale, si riuscirebbe a contrastare, o comunque a ridurre, episodi discriminatori e fare in modo che la distanza tra online e offline per i ragazzi non sia più così fragile.
ezirotti

Photographic Psychology: Interpreting People Pics - 1 views

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    Questo articolo tratta di analisi fotografica e psicologia. E' un articolo scritto da John Suler che, come si legge nel sito dal quale è tratto il link, è scrittore, fotografo e professore di psicologia alla Rider University (USA). Ho scelto questo articolo perché mi piace molto la fotografia e, oltre a trattare uno dei temi del corso, è anche strettamente collegato al nostro principale campo di studi; e non solo è scritto da un'autorità, ma l'ho trovato essere soprattutto acuto e intelligente. Nell'articolo si è invitati a osservare, ma soprattutto a prendersi il tempo per farlo, cosa che, nel nostro mondo in cui si va sempre di corsa, viene difficile fare... e si è invitati a farlo nel dettaglio, ponendosi diverse domande. L'articolo, soprattutto nella prima parte, si concentra molto sugli aspetti emotivi, e ciò in apparenza potrebbe apparire in contrasto con la media education e con la necessità di adottare un punto di vista distaccato, critico. Non credo però che sia in effetti in contrasto, in quanto credo sia bene studiare anche le emozioni, i sentimenti soggettivi e gli aspetti emotivi e permettere anche a questi aspetti di "toccarci"... solo in un secondo momento, e con pieno controllo razionale, si dovrebbe poi riuscire ad analizzare la fotografia in maniera più distaccata. Ho trovato l'articolo, e in generale anche il sito (con molti altri articoli simili su altri argomenti come, ad esempio, il linguaggio del corpo, le micro espressioni, l'analisi degli auto ritratti, ecc.) molto interessante. Oltre a immortalare e immortalarci, dovremmo imparare anche a "guardarci in faccia" perché l'obiettivo non cattura soltanto oggetti o figure e le nostre imperfezioni, ma anche le nostre emozioni, stati d'animo, i nostri desideri e convinzioni, il nostro benessere. La media education può aiutarci non solo a "difenderci" criticamente come "consumatori" di media o a "sfruttare/utilizzare" e creare con più consapevolezza come produttori, ma anche a util
lidiabonifazi

Noam Chomsky - Il mito dei media liberi - 2 views

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    I media riempiono il nostro quotidiano ormai da moltissimo tempo. Sono perfettamente integrati nelle nostre vite al punto da scandirle e condizionarle senza che ce ne rendiamo conto. Il loro ruolo a differenza di quanto appaia è ben diverso da quello di informare i cittadini e di divulgare notizie. Sia che si definiscano liberali oppure conservatori, i principali media sono delle grandi aziende possedute da società ancor più grandi. Come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience. Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Come tutte le propagande mira a colpire un bersaglio preciso che è diviso in due parti: la prima è quella della classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di amministrare uno Stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, in cambio di soap opere, film, Super Bowl, Champions League etc. etc.Insomma, distrazioni. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato. Con queste dieci regole,Chomsky ci apre le porte verso il mondo della consapevolezza. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica. L'unico
angelamaesano

Generazione Digitale - Media Education - 4 views

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    L'intervento di Massimiliano Andreoletti ricercatore universitario sottolinea l'importanza dell'approccio ai media: nè positivo né negativo ma utile all'uomo per amplificare i suo mezzi di comunicazione e di pensiero, e soprattutto per esprimere se stessi come cittadini e uomini; sono uno strumento che fa parte della nostra vita ed è necessario educare a tale strumenti sia gli adulti che i ragazzi. La scuola stessa ha capito che deve mettersi "in mezzo" tra i ragazzi e il mondo esterno, attraverso una media education. Alla maggior parte degli adulti mancano delle competenze e questo impedisce ai ragazzi di interagire con loro e di rivolgersi a loro in caso di necessità. Ciò che diventa necessario è anche intervenire sugli adulti/genitori per una media education, così da renderli in grado di diventare un supporto nei confronti dei ragazzi.
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    Oggigiorno la televisione, da sempre cattiva maestra (e mass media per eccellenza ), internet e i media in generale, fanno parte a pieno titolo degli strumenti della didattica. Il dibattito riproposto da Rai educational vede presenti figure di spicco, tra cui Mario Morcellini. Per prima cosa si insiste sul fatto che non è esatto considerare, come si faceva tempo fa, la tv un virus di cui sbarazzarsi. Una visione del tutto negativa dei media non è dunque adeguata. Vanno presi in considerazione anche gli aspetti positivi. I media si potrebbero infatti considerare anche un' estensione dell'uomo, che ne facilita la vita. E' però necessario che i giovani vengano guidati nel loro uso. Il professor Mandarano insiste sul fatto che il mondo reale e quello virtuale siano ormai in stretta connessione, anche se spesso non riusciamo a capirlo. Ciò in conseguenza de fatto che il modo in cui i genitori si approcciano ai media è ambiguo. C'è chi è entusiasta e chi è allarmato dal fatto che Internet possa sostituire i vecchi libri di testo. La paura è una conseguenza della scarsa conoscenza che si ha in merito alla modalità attraverso cui andrebbe considerato e indagato il web. Esso può essere utilizzato adeguatamente solo se se ne conoscono pro e contro. Le posizioni estreme, come sempre, non hanno ragion d'essere. Perchè si possa prender coscienza degli aspetti positivi e negativi del web è dunque necessaria la formazione sia dei genitori che dei ragazzi. A tal proposito negli ultimi anni sono stati stanziati dei fondi a favore dei progetti di educazione ai media. Tra questi viene citato il progetto "scuole aperte" (2009). Secondo MARIO MORCELLINI i media andrebbero considerati non di fronte ai bambini ma di fianco come fossero un loro supporto. Il professor Mandarano insiste invece sul fatto che il medium venga spesso considerato un gioco. Non ci si rende invece conto che si compiono degli illeciti anche sul web. La polizia postale ha un ruolo di primo piano e dunque
serafinagreco

Cyber-sorveglianza e tutela della privacy dopo l'11 Settembre 2001 - 4 views

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    Già un anno dopo l'attentato dell'11 Settembre 2001, l'associazione Reporters sans frontiéres denunciava i cambiamenti in atto in ambito di sorveglianza e libertà individuali, descrivendo come, sotto l'egida della guerra al terrorismo, i controlli su Internet e altri mezzi di comunicazione elettronica fossero aumentati in maniera esponenziale. Alcune delle democrazie occidentali sono state descritte, dall'associazione, come "predatori di libertà digitali". Nel rapporto, diffuso nella sede dell'associazione a Parigi, si legge tra l'altro: "Ad un anno dai tragici eventi di New York e Washington, Internet può essere inclusa nell'elenco dei "danni collaterali". Le cyber-libertà sono state minacciate e le fondamentali libertà digitali amputate." Negli Stati Uniti, non era ancora trascorso un mese dal crollo delle torri gemelle, che già il Congresso aveva approvato, senza alcuna opposizione, il cosiddetto USA Patriot Act, una sommatoria di provvedimenti tesi ad aumentare i poteri di polizia in ogni campo, particolarmente in quello del controllo sulle comunicazioni. O, più esattamente, volendo ripetere le parole pronunciate dal presidente George W. Bush nel firmare la legge, una sommatoria di provvedimenti tesi a "porre i sistemi di sicurezza nazionale all'altezza della sfida generata dalla proliferazione delle tecnologie di comunicazione, leggi nate nell'epoca dei rotary telephones". Sul piano tecnologico, poi, l'amministrazione americana è stata rapidissima nel presentare un progetto molto dettagliato e già completo, denominato Total Information Awareness (TIA), ma subito ribattezzato dall'Electronic Privacy Information Center (EPIC) "Terrorism Information Awareness", e per fortuna rimasto solo un progetto.
Costantina Tenace

La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media - 4 views

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    'Questo volume tenta di collocare la comunicazione pubblica nell'ambito dell'analisi sociologica; di delineare i contorni di una sociologia della comunicazione pubblica e, proprio per questo, di mettere in collegamento i temi della comunicazione "di pubblico interesse" con concetti e categorie che appartengono alla storia del pensiero sociologico.' Come sempre 'la storia insegna' e riflettere sull'evoluzione della comunicazione pubblica ci permette di capire come e perché l'uomo ha sentito il bisogno di estendere le proprie idee, condividerle e renderle attive e utili per scopi non solo personali ma collettivi. ogni periodo storico ha lasciato segni caratteristici dei movimenti sociali e culturali, le influenze nascono sopratutto dal contesto politico e governativo, filosofico e sempre funzionale alle circostanze e le esigenze del momento. Il testo è particolarmente appassionante e articolato, le sfumature della COMUNICAZIONE DI MASSA vanno dall'introduzione di logiche mercantili a quelle pubblicitarie e commerciali, l'industria del capitalismo fa da capolino ma in uno scenario prevalentemente negativo appaiono spesso spiragli di fiducia e speranza. Le soluzioni a controbilanciare i 'contro' dei mass media appaiono negli spazi non fisici come quelli multimediali e interattivi, pensiamo a internet ad esempio, spazi aperti e inclusivi per molte categorie sociali, questi strumenti oggi permettono un'informazione libera e una sorta di partecipazione attiva del cittadino, a livello di scelte individuali e collettive. Il tracciamento e il monitoraggio dei dati personali inseriti in rete permette un miglior controllo da parte delle figure poste alla salvaguardia e il rispetto della persona. Gli argomenti scaturiscono molte riflessioni come il tema della traduzione e negoziazione dei valori culturali delle diverse etnie nel complesso movimento di GLOBALIZZAZIONE.
giorgioscozzafav

La Memoria della rete - 5 views

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    I dati che depositiamo in rete non sono quasi mai cancellati fisicamente, anche se talvolta pensiamo di farlo, in realtà stiamo solo cancellando logicamente l'informazione da un contesto specifico. Le cache, le repliche, i link nonché i tag mantengono l'accesso all'informazione depositata. La richiesta di oblio cancella comunque solo dalla revoca in avanti. L'educazione ai media, la consapevolezza della costruzione dell'Identità Digitale in rete devono essere compagni di viaggio nelle scelte consapevoli nel momento in cui depositiamo informazioni a noi correlate nel grande gigante internet più di quanto possa essere ogni legislazione che ci viene incontro: la legge della grande memoria connettiva prende prepotentemente il controllo.
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