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serafinagreco

Luci e ombre di Google - 3 views

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    Un'analisi seria e approfondita sull'universo di Google e sull'industria dei metadati. Libro scaricabile: http://www.ippolita.net/sites/default/files/luci_e_ombre_di_google_it.pdf Google si è affermato negli ultimi anni come uno dei principali punti di accesso a Internet. Ci siamo adattati progressivamente alla sua interfaccia sobria e rassicurante, alle inserzioni pubblicitarie defilate ma onnipresenti; abbiamo adottato i suoi servizi e l'abitudine al suo utilizzo si è trasformata ormai in comportamento: "Se non lo sai, chiedilo a Google". Google ha saputo sfruttare magistralmente il nostro bisogno di semplicità. Eppure ci troviamo di fronte a un colosso, un sistema incredibilmente pervasivo di gestione delle conoscenze composto da strategie di marketing aggressivo e oculata gestione della propria immagine, propagazione di interfacce altamente configurabili e tuttavia implacabilmente riconoscibili, cooptazione di metodologie di sviluppo del Free Software, utilizzo di futuribili sistemi di raccolta e stoccaggio dati. Il campo bianco di Google in cui inseriamo le parole chiave per le nostre ricerche è una porta stretta, un filtro niente affatto trasparente che controlla e indirizza l'accesso alle informazioni. In quanto mediatore informazionale Google si fa strumento di gestione del sapere e si trova quindi in grado di esercitare un potere enorme. Cosa si nasconde dietro il motore di ricerca più consultato al mondo? Quello che da molti era stato definito e osannato come il miglior strumento per districarsi tra le maglie di Internet, pare celare molti segreti ai suoi utenti. Si va dalla scansione delle e-mail del servizio Gmail alla indicizzazione proposta da Google che sembra in realtà non dare tutte le risposte richieste dall'utente, fino a ipotesi di violazione della privacy collettiva.
paolabagnasco

STUDIO YALE UNIVERSITY SULLA REALE CONOSCENZA DERIVANTE DA GOOGLE - 3 views

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    Ritengo molto utile questo articolo pubblicato su La Stampa di Torino relativamente a uno studio effettuato da alcuni ricercatori della Yale University sui reali benefici dell'"iperconnettività" derivante dalla possibilità di utilizzare Google in ogni momento al fine di effettuare qualsivoglia ricerca sui più disperati argomenti. Secondo questi studiosi la "vera sapienza" non è quella derivante dall'utilizzo immediato e subitaneo dei motori di ricerca bensì quella stratificata e solidificata derivante dalla lettura approfondita di testi e dalle conoscenze scolastiche e non costruitesi durante tutto il corso della vita. Non esprimo pareri in merito all'articolo ma ritengo utile l'approfondimento in quanto prospetta una visione "diversa" e pone un logico dubbio sull'"abuso" del "sapere mediatico". Interessante punto di vista studiato da una fonte di tutto rispetto (Yale University) e riportato da una testata giornalistica di importanza e diffusione nazionale.
marcostefanini

Giovani, nuovi media e stupidità di Nicola Bigi - 7 views

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    L'articolo pubblicato su 24emilia.com vuole dare una diversa chiave di lettura sull'opinione diffusa circa la superficialità e l'ignoranza dei giovani moderni, abituati a informarsi ed esprimersi tramite il mondo dei nuovi media, di internet e dei social. La generazione y, millennials o google generation come è stata definita sostiene l'autore, si è dotata di nuovi metodi di informazione che meglio si adattano alle molte possibilità di scelta e di ricerca delle fonti che il web fornisce. Se sia giusto classificare come ignorante e superficiale un metodo diverso perché nuovo è il tema di discussione dell'articolo.
Matteo Griziotti

WEBULLI: sono i ragazzi a insegnarci la prevenzione dai rischi dei social network - 4 views

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    WEBULLI è un laboratorio creativo che nasce da "Industria Scenica", una ONLUS che, collaborando sia con enti pubblici e privati come referente qualificato per il supporto di interventi e programmazioni di percorsi che integrano le cosiddette "Visual Art" con temi sociali (principalmente di formazione). Il fine di WEBULLI è indubbiamente quello di prevenire cosiddetti comportamenti a rischio nell'utilizzo dei social network, tramite la realizzazione di una ricerca-azione di tipo quanti-qualitativo. Interessante è la modalità scelta per divulgare pratiche di utilizzo dei social network utili alla condivisione di conoscenza (o all'attivazione di nuovi percorsi), ovvero l'utilizzo di tecniche espressive per le quali gli adolescenti sono particolarmente entusiasti, come ad esempio il broadcasting di "video su youtube" o le etichette tipo "hastag" (in questo caso #WEARE) Consiglio la visione di questo primo progetto: https://www.youtube.com/watch?v=w_UMPZOKFw4 , di questa presentazione in infographic: https://prezi.com/ibrbwivavr0u/weare-social-media-education/ e di questo questionario, redatto dagli stessi ragazzi e condiviso su Google Drive: https://drive.google.com/a/students.uninettunouniversity.net/file/d/0BxJa9O2mZlBddWg4QlZJNUlVSzQ/edit
loredanapilati

Tilt Brush by Google - 3 views

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    Firmata da Google, sposa in pieno il concetto di realtà virtuale. Tilt Brush è un pennello virtuale per disegnare in 3D, si usa indossando un caschetto HTC Vive, che permette col semplice gesto delle mani (e un controller) di disegnare forme e colori nello spazio: i gesti trasformati in disegni riproducono effetti sorprendenti e suggestivi. Il colosso Big G intende non limitare l'App a semplice strumento ludico, ma intravede un ricco potenziale di cambiamento anche nel settore del design e della moda.
macrillocarmela169

Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture - David Buckingham - Googl... - 3 views

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    Questo articolo Media Education: Literacy, Learning and Contemporary Culture Di David Buckingham del 26 giugno 2013, esamina i recenti cambiamenti nell'educazione ai media e nella vita dei giovani e fornisce una serie accessibile di principi su cui dovrebbe basarsi il curriculum mediatico, con una chiara logica per la pratica pedagogica. La media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il risultato, ed è la conoscenza e la competenza che i ragazzi acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione. E' una forma di alfabetizzazione critica che implica capacità di analisi e di riflessione critica e prevede un'ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione e di come tutto ciò incide sull'esperienza e sulla vita delle persone. Bisogna però fare attenzione a non confondere la media education con l'insegnamento che avviene attraverso i media (elearning) e con l'uso delle tecnologie educativ Nella media literacy viene suggerita una didattica che consideri una dimensione cognitiva e una sociale. Cosa significa? se insegniamo i media non possiamo non considerare il loro potere sociale e socializzante, la formazione che si basava su aule o spazi chiusi non sono adatti ad affrontare questo nuovo campo di studi, occorre quindi una teoria sociale dell'alfabetizzazione: nel momento che in un'aula entra una lavagna multimediale interattiva (connessa ad internet) lo spazio delle quattro mura si apre e entrano in gioco altre forme di interazioni educative.
v_peverelli

LIBRO:Primi passi nella media education - 3 views

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    il libro propone un curricolo integrato per fornire una completa e progressiva competenza mediale ai bambini dai 5 agli 11 anni, sviluppandone le capacità di lettura, scrittura, fruizione, senso critico e cittadinanza, rispetto a tutti i principali linguaggi mediali: fotografia, fumetto, radio, televisione, cartone animato, ipermedia, internet e videogame.
loredana73

Media education - La media education - 1 views

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    Francesco Cambi approfondisce il tema della media education nel libro"Media education tra formazione e scuola. Principi, modelli, esperienze". I mass media sono in crescita e penetrano sempre più nella vita quotidiana. Le tecnologie della comunicazione sono entrate, negli anni 80/ 90 in una nuova fase. Dalla tv scatola ingombrante, fissa e a senso unico, si è passati all'uso del telecomando e, in seguito, a quello del videoregistratore, delle pay tv per giungere a internet; in tal modo da una fruizione monodirezionale passiva si è giunti all'uso dell'universo di immagini disponibili in rete in modo bidirezionale. Tale rivoluzione dei media, a cui si aggiungono i cellulari e il loro uso, i computer e i videogiochi, ha prodotto effetti significativi nelle abitudini di vita, sui processi cognitivi, sul rapporto col mondo, nelle relazioni interpersonali. Il testo tratta della fruizione della tv da parte del pubblico infantile. Cambi fa presente che, malgrado questi cambiamenti, guardare la TV risulta ancor oggi una delle attività prevalenti cui si dedicano i bambini e gli adolescenti nel loro tempo libero. L'autore avanza l'ipotesi che i nuovi media (internet e cellulare) si aggiungano ai quelli vecchi (Tv e radio) ma non li sostituiscono, almeno non completamente. Ciò che motiva maggiormente l'esposizione alla televisione è il potere di disporre di una compagnia contro la noia e la solitudine. Ne è la riprova il fatto che quando i bambini hanno alternative preferiscono impegnarsi in altre attività piuttosto che guardare la Tv. Il tempo che i bambini dedicano alla Tv è una misura della carenza di offerte culturali e di divertimenti loro proposti. I bambini di oggi sono sempre più tecnologici e multimediali ma non hanno rinunciato ad altre attività più tradizionali. Pare, al contrario, che l'utilizzo combinato di vari mezzi, sia tradizionali (tv, cinema, radio) che newmedia (pc, internet, cellulare), si autoalimenti. Nonostante l'avvento dei
biancamariabura

Cyberbullismo - 1 views

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    Vanity fair
samuele11

Influencer si dispera - 0 views

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    Mentre leggevo varie notizie su internet, fui colpito da questa notizia . Colpito per vari aspetti . Colpito da come è cambiato il mondo, da come venga utilizzata male la tecnologia nella nostra era e di come ne siamo sempre più dipendenti . La testimonianza di una ragazza , Jessy Taylor, che esprime senza ombra di dubbio la dipendenza a un social e che il mondo virtuale sia più importante di quello reale . Tutto ciò allontana i valori veri , oramai soppressi , per far spazio all'apparenza per esser al passo del mondo , dei pari , una lotta a chi ha più seguaci per esser all'altezza del prossimo Inibendo altri valori importanti nella vita . Ho il timore che tutta questa superficialità prenda sempre più spazio , ma spero vivamente che riemergano aspetti oramai latenti ma di notevole importanza .
Costantina Tenace

La comunicazione pubblica tra globalizzazione e nuovi media - 4 views

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    'Questo volume tenta di collocare la comunicazione pubblica nell'ambito dell'analisi sociologica; di delineare i contorni di una sociologia della comunicazione pubblica e, proprio per questo, di mettere in collegamento i temi della comunicazione "di pubblico interesse" con concetti e categorie che appartengono alla storia del pensiero sociologico.' Come sempre 'la storia insegna' e riflettere sull'evoluzione della comunicazione pubblica ci permette di capire come e perché l'uomo ha sentito il bisogno di estendere le proprie idee, condividerle e renderle attive e utili per scopi non solo personali ma collettivi. ogni periodo storico ha lasciato segni caratteristici dei movimenti sociali e culturali, le influenze nascono sopratutto dal contesto politico e governativo, filosofico e sempre funzionale alle circostanze e le esigenze del momento. Il testo è particolarmente appassionante e articolato, le sfumature della COMUNICAZIONE DI MASSA vanno dall'introduzione di logiche mercantili a quelle pubblicitarie e commerciali, l'industria del capitalismo fa da capolino ma in uno scenario prevalentemente negativo appaiono spesso spiragli di fiducia e speranza. Le soluzioni a controbilanciare i 'contro' dei mass media appaiono negli spazi non fisici come quelli multimediali e interattivi, pensiamo a internet ad esempio, spazi aperti e inclusivi per molte categorie sociali, questi strumenti oggi permettono un'informazione libera e una sorta di partecipazione attiva del cittadino, a livello di scelte individuali e collettive. Il tracciamento e il monitoraggio dei dati personali inseriti in rete permette un miglior controllo da parte delle figure poste alla salvaguardia e il rispetto della persona. Gli argomenti scaturiscono molte riflessioni come il tema della traduzione e negoziazione dei valori culturali delle diverse etnie nel complesso movimento di GLOBALIZZAZIONE.
sarracino

media education e scuola - 1 views

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    Nella metà dell'ottocento " alfabetizzazione" voleva significare saper scrivere il proprio nome e cognome; circa 50 anni fa l'UNESCO ha considerato alfabetizzazione la capacità di leggere e scrivere un breve testo del proprio vissuto. Oggi alfabetizzazione è un processo sempre più esteso ed implica la conoscenza di una seconda lingua, scrivere non solo con carta e penna ma anche con lo strumento informatico e si avvale sempre più di tutte le forme digitali di letto-scrittura. I media hanno modificato il nostro stile di vita ,coinvolgono l'intera dimensione umana dagli affetti alla salute dal lavoro alla socialità e sono facilmente accessibili; si affiancano alle tradizionali agenzie fanno parte del nostro mondo, della nostra cultura per questo vanno studiati e dunque abbiamo " l'educazione ai media" : media education . I media sono considerati come "strumenti" utili alla didattica, ad esempio per la visione di filmati nelle aule; per collegamenti internet mediante anche LIM , (lavagne multimediali ) presenti in aula; ma sono studiati anche come "veri e propri oggetti culturali ", dunque "educare ai media " implica il coinvolgimento del mondo delle comunicazioni, ad esempio comprendere le modalità tecniche della produzione di un telegiornale oppure come funziona una pubblicità. L'ingresso dei media education nelle classi ha prodotto diversi effetti. Gli alunni delle scuole dell'infanzia e primaria passano da stati di eccitazione a stati di ansia se devono attivarsi per interagire, gli alunni delle scuole secondarie hanno la possibilità di aperture di nuovi orizzonti, possono accedere ai saperi velocemente e in qualsiasi luogo e soprattutto con semplici modalità. Gli insegnanti devono , a mio parere, essere in grado di presentare i media, sia nella considerazione di strumenti ma soprattutto nell"educazione ai media ", in modo competente e motivante. Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la
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    (chiedo scusa errore "tecnico" ) ....continuo.... Gli insegnanti soprattutto non più giovanissimi dovrebbero avere la possibilità di seguire una formazione per poter insegnare ad educare ai media, poiché spesso accade che nelle nostre scuole o non ci sono gli strumenti ( mancanza di fondi) oppure il corpo docente non possiede le abilità necessarie per insegnare in modo interattivo.
sbanfi

Il potere socievole - 3 views

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    In queste brevi pagine, tratte dal Libro di Fausto Colombo "Il potere socievole", edito da Mondadori si pone l'accento su come il mondo socil dei blog, oltre ad avere peculiarità positive in quanto può essere mezzo potente per lo sviluppo sociale degli individui; attraverso l'uso del blog, l'espressione di sé in un tempo continuativo permette di rafforzare la propria immagine, grazie al numero di followers e "mi piace", grazie alla possibilità di esprimersi, rafforzarsi attraverso il confronto con altre persone senza esporsi in prima persona. Il nickname permette di celere l'identità, offre al blogger una protezione psicologica…. Ci si esprimere senza metterci concretamente la faccia e quindi senza avere la possibilità concreta di ferirsi. Ma il lato negativo di questo meccanismo è che confrontandosi in un mondo di nickname, e con moltissime altre persone bisogna imparare anche a difendersi dagli attacchi verbali, a gestire l'aggressività trasmessa con le parole e con i post. "I social media sono diventati essenziali nelle nostre vite. Sono duttili: ci permettono di vendere, comprare, comunicare, esprimerci, cercare e diffondere informazioni senza staccare gli occhi da un semplice display. Sono utilizzabili sempre e ovunque: la diffusione dei terminali mobili (smartphone e tablet) ci garantisce uno stato di perenne connessione. " un breve estratto che ha stimolato la voglia di leggere il libro.
marinauninettuno

Mamme su Internet - 4 views

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    Google è il loro oracolo, lo smartphone l'oggetto feticcio, al punto che tante pur di averlo lo baratterebbero persino con l'anello di fidanzamento. Benvenuti nella "mom economy", la nuova economia tutta al femminile fondata sulla condivisione di idee e informazioni tra madri e sull'uso del web e dei social media per creare una rete di supporto alle donne 2.0.
giovy93

Media education nella scuola primaria - 9 views

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    L'articolo descrive la contrapposizione tra la cultura scolastica e quella dei media. Inoltre evidenzia l'importanza di considerare i due approcci come un'integrazione utile all'apprendimento significativo per i studenti.
dondini

Generazione Cloud - 6 views

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    La rivoluzione digitale, che trova un suo momento particolare nella diffusione della tecnologia Cloud, ha influenzato gli stili di vita, di comunicazione, di socializzazione e di apprendimento, ponendo nuove sfide alle famiglie e alle scuole. Genitori e insegnanti si trovano infatti a crescere e educare generazioni di bambini che spesso utilizzano in modo naturale, veloce e spontaneo strumenti sconosciuti agli adulti.
maddamadda

I computer e le culture del computer - 3 views

    • maddamadda
       
      Il costruzionismo, rivisitazione del costruttivismo di Piaget e Vygotskij, trova in Seymour Papert il suo padre fondatore. Papert pur riprendendo dalla teoria piagetiana l'idea di un bambino costruttore di conoscenze, si differenzia da Piaget per l'aver rivalutato il pensiero concreto, non necessariamente superato gerarchicamente da quello formale, astratto. In tal senso pone l'attenzione sulla diversità e ricchezza dei percorsi individuali di apprendimento supportati dalla manipolazione di materiali e oggetti reali. Il termine costruzionismo fa dunque riferimento proprio al termine costruzione in senso stretto. Papert sostiene che , così come un costruttore ha bisogno di materiali da costruzione , allo stesso modo il bambino necessita di materiali manipolativi,oggetti che facilitano l'apprendimento. Il costruzionismo introduce dunque il termine di artefatti cognitivi per indicare tutti quegli strumenti che sono d'ausilio per l'apprendimento. Si tratta di prodotti concreti, materiali adeguati per rendere l'informazione più facilmente comprensibile e che possono essere esaminati, discussi, mostrati. Papert , interessandosi ai processi di apprendimento dei bambini , ha così realizzato il Logo, un linguaggio di programmazione informatica a scopo didattico, conosciuto anche come linguaggio della tartaruga. Il Logo sintetizza alcuni principi propri del costruzionismo quali la centralità dello studente, il quale non apprende concetti e procedure precostituite ma diviene protagonista del processo di apprendimento sviluppando autonomamente abilità cognitive e meta cognitive; l'importanza del pensiero operatorio concreto e quindi delle esperienze concrete e casuali; l'importanza del problem finding e del problem solving per stimolare lo sviluppo cognitivo; l'importanza infine degli errori che offrono la possibilità di riflettere e rivedere e riformulare il proprio pensiero.
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    Trad. italiana del Capitolo 1 di Mindstorms: Children, Computers, and Powerful Ideas di Papert a cura di Anita Vegni e pubblicata da Augusto Chioccariello , ricercatore presso l'Istituto per le Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Genova
crileone

Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato" - 3 views

"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru: "non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno de...

Guru Futuro Social Network Relazioni Conoscenza Media education

started by crileone on 24 Mar 15 no follow-up yet
mcorradini1

Cittadinanza digitale - 9 views

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    Internet, social media,reti wireless alla base della formazione scolastica dello studente, necessari se affiancati allo sviluppo delle competenze relative al pensiero critico, alla risoluzione del problem solving, della creativita', della comunicazione e collaborazione. Questo e' il corredo dei cittadini competenti digitali.
grassilaura

Nicholas Carr: Internet ci rende stupidi? Repubblica.it - 3 views

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    Otto anni fa Nicholas Carr scatena un dibattito che ancora divide gli appassionati: "Mi manca il mio vecchio cervello, Google ci rende stupidi", disse lo scrittore americano in un ormai celebre articolo dal quale ricavò anche un libro. Il sociologo Derrick de Kerckhove parte dalla tesi di Carr ma la contesta. Il web può essere una opportunità: più informazioni da condividere, più creatività, un "nuovo Rinascimento" tuttavia consiglia di non essere schiavi del cellulare, staccarsi un attimo, fare passeggiate, leggere, ascoltare musica, parlare con qualcuno senza controllare il telefonino.
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