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saretta78

THE CONCEPT OF MEDIA COMPETENCE OF THE FUTURE INFORMATICS TEACHER AND THE METHODOLOGICA... - 2 views

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    Il XXI secolo è stato caratterizzato dalla crescente influenza dei mezzi di comunicazione di massa sulla comunità mondiale, aprendo la strada all'era dell'informazione globale. La formazione di una società dell'informazione globale è stata alimentata dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con Internet come elemento fondamentale per le relazioni sociali delle giovani generazioni. L'educazione ai media è stata definita come il processo attraverso il quale le persone sviluppano competenze attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Secondo i documenti dell'Unione Europea, l'educazione ai media promuove un atteggiamento critico e riflessivo verso i mezzi di comunicazione al fine di formare cittadini responsabili capaci di esprimere opinioni informate. Questo tipo di educazione si focalizza su vari tipi di media (stampa, grafica, elettronica, ecc.) e diverse tecnologie, incoraggiando l'analisi critica, la comprensione e la creazione di testi mediatici. L'educazione ai media offre agli individui la capacità di interpretare e creare messaggi mediatici, scegliendo i mezzi di comunicazione più appropriati. Essa permette alle persone di esercitare il loro diritto all'informazione, contribuendo alla crescita personale e aumentando la partecipazione e l'interattività sociale. Inoltre, prepara le persone per una cittadinanza democratica e una comprensione politica più profonda. L'obiettivo finale dell'educazione ai media è aumentare il livello di competenza e alfabetizzazione mediatica. La competenza mediatica è multidimensionale e richiede una vasta gamma di conoscenze. Essa incoraggia un approccio critico e analitico all'interpretazione dei media, consentendo agli individui di sviluppare una distanza critica rispetto alla cultura di massa e di resistere alla manipolazione mediatica.
teachersabri

Cittadinanza onlife; uno studio per progettare l'Educazione Civica Digitale | R... - 4 views

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    L'articolo è stato pubblicato sulla rivista "RicercAzione del giugno 2003 ed è stato redatto da Stefano Pasta, docente e ricercatore scientifico, membro del Cremit (Centro di Ricerca sull'educazione ai media, all'Innovazione e alla tecnologia: http://www.cremit.it) in cui si occupa in di tematiche legate alla Media Education, è membro del Tavolo tecnico dell'URS per la formazione di dirigenti e docenti. Coautrici sono state M. Cristina Garbui e Federica Pelizzari, anch'esse ricercatrici e membri del Cremit. Il progetto sperimentale "Educazione Civica Digitale" è stato pensato per la Scuola Primaria. Il focus dell'articolo riguarda la necessità di una formazione docente in grado di soddisfare gli obiettivi educativi dell'odierno tempo onlife. L'articolo critica l'approccio rigido e statico del DigComp inerente la formazione e la valutazione delle competenze digitali sostenedo che tali tali competenze necessitino di essere misurate in contesti real life. Il progetto descritto si concentra sugli usi concreti delle competenze all'interno dei singoli contesti didattici, sull'accompagnamento alle progettazioni didattiche e sulla cittadinanza onlife come ripensamento del digitale a scuola. L'articolo esplicita le fasi del progetto e descrive i risultati con una serie di grafici. I risultati dimostrano che il ruolo della formazione e della progettazione sono fondamentali per portare le nuove generazioni a essere cittadini capaci di stare on life esercitando attivismo civico. I risultati positivi hanno confermato l'importanza di creare un corso che passi attraverso esempi e buone pratiche di progettazione didattica.
isabella63

Educazione e tecnologie digitali al tempo del Covid. un ossimoro o un'opportu... - 1 views

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    Questo articolo affronta una questione cruciale nell'ambito dell'istruzione e dell'educazione, soprattutto in relazione all'uso delle nuove tecnologie durante il periodo del lockdown e oltre. Esso evidenzia come le nuove tecnologie, specialmente attraverso i programmi a distanza, siano diventate fondamentali durante la pandemia, ma siano allo stesso tempo oggetto di critiche e resistenze, con alcuni che le vedono come una minaccia all'esperienza educativa in presenza. suggerisce che un'analisi più approfondita e contestuale potrebbe portare a un modello educativo integrato che combina elementi di istruzione in presenza e a distanza. Questo approccio potrebbe capitalizzare sulle potenzialità delle nuove tecnologie senza rinunciare ai vantaggi dell'interazione faccia a faccia e dell'esperienza diretta. Per quanto riguarda il contributo degli Enti di Terzo Settore, in particolare delle cooperative sociali, essi possono giocare un ruolo significativo nell'implementare questo modello integrato. Le cooperative sociali, con il loro impegno per il bene comune e la solidarietà sociale, possono sviluppare programmi educativi che sfruttano le nuove tecnologie in modo responsabile e creativo, adattandoli alle esigenze specifiche delle comunità cui servono. Nel contesto dei nidi e delle scuole dell'infanzia, l'idea di un'educazione integrata con le nuove tecnologie potrebbe essere vista come un'opportunità piuttosto che un ossimoro. Le nuove tecnologie possono essere utilizzate in modo mirato per arricchire l'esperienza educativa dei bambini piccoli, ad esempio attraverso applicazioni educative interattive o strumenti di comunicazione che coinvolgono le famiglie nel processo educativo.
atapparelli

L'importanza dei nuovi media nella valorizzazione del patrimonio culturale pe... - 4 views

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    L'articolo prende in considerazione la relazione tra nuovi media (in particolare il digital storytelling), educazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, al fine di creare e supportare una cittadinanza attiva, partecipativa ed inclusiva. Il digital storytelling è un metodo che combina la narrazione (sotto svariate forme) con i nuovi media digitali. Nell'ambito della promozione del patrimonio culturale ciò si traduce in: mostre in realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), applicazioni digitali (web e mobile), videogiochi, condivisione, ecc. Emerge che occorre riflettere sulle condizioni che rendono tutto ciò esperienze di apprendimento e che permettono la maturazione del soggetto affinché da membro competente possa contribuire al benessere della comunità. Il digital storytelling viene utilizzato come strumento per educare e per formare fin dall'età prescolare fino all'università, adattandolo alle varie esigenze, ma spesso manca una formalizzazione della progettazione e anche un'integrazione tra istituzioni culturali ed educative, come invece ci si auspicherebbe che fosse (un sistema formativo integrato). L'obiettivo infatti sarebbe quello di creare competenze trasversali, basate su uguaglianza, partecipazione e decisione al fine di formare cittadini attivi e responsabili, quindi comunità empowerment e favorire culture partecipative. E' uno strumento che favorisce la creatività, il pensiero critico e abilità sociali come relazionali, che permette sia di capire meglio noi stessi sia aprire un dialogo con le altre culture.
Manuela

Apprendere ed insegnare nell'era degli ecosistemi digitali intelligenti: pratiche didat... - 1 views

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    Gli autori, Salvatore Messina, Cristina Gaggioli e Chiara Panciroli, descrivono i risultati preliminari di uno studio investigativo volto ad esplorare le preferenze degli studenti nell'affrontare specifici compiti con particolare attenzione all'impatto potenziale dell'ambiente esterno sulla determinazione delle scelte strategiche e analizzare l'influenza delle piattaforme digitali e dell'IA sul panorama educativo attuale. La ricerca ha l'obbiettivo di comprendere quali sono i metodi di studio, le strategie adottate dagli studenti nell'affrontare specifici compiti, sviluppare metodi didattici che possano potenziare tali strategie e infine proporre modalità per ottimizzare i processi di organizzazione delle conoscenze. I risultati preliminari offrono uno sguardo approfondito sulle dinamiche di apprendimento evidenziando la coesistenza di pratiche tradizionali e una crescente apertura alle potenzialità delle tecnologie digitali soprattutto quando queste offrono un approccio visivo globale e intuitivo. Secondo gli autori riveste grande importanza rendere gli studenti consapevoli della possibilità di ottimizzare il tempo di studio e migliorare l'efficacia del proprio apprendimento attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici interattivi.
gise11

La SoMeLit, le realtà molteplici e l'importanza dell'educazione ai Social Media - 4 views

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    Il presente articolo, pubblicato su Sage Journals e scritto da Hyunyi Cho e altri collaboratori della Ohio State University, analizza come i modelli tradizionali della Media Literacy, sviluppati nell'era dei mass media, non siano in grado di cogliere nella totalità la complessità e la dinamica dei social media, e introduce la necessità di focalizzarsi su un nuovo framework concettuale, la SoMeLit (Social Media Literacy). Tra i punti chiavi della SoMeLit vi è il ruolo attivo dell'utente, che crea e plasma la propria esperienza sui Social Media attraverso le scelte di contenuti, la consapevolezza della molteplicità di realtà discrete che si vengono così a creare, tutte personalizzate per ogni utente, e l'importanza della diversità delle piattaforme. In SoMeLit, dunque, il sé e i suoi valori e le sue scelte sui SM agiscono in una relazione di causa ed effetto reciproca per costruire la propria realtà. Questo aspetto sottolinea l'importanza di un'educazione mediatica concentrata sui SM, volta ad aiutare l'utente a sviluppare un pensiero critico rispetto alle informazioni ricevute. È necessario dunque sostenere lo sviluppo di ambienti online più sicuri e informativi, creare programmi educativi per gli utenti e sviluppare nuovi metodi di ricerca.
noemigitau

Can media literacy education increase digital engagement in politics? - 7 views

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    L'articolo di Joseph Kahne e Benjamin Bowyer esplora come la media literacy education possa influenzare positivamente l'engagement politico online nei giovani. Attualmente, piattaforme digitali e social media rappresentano dei centri cruciali per le attività politiche, in modo particolare per i giovani. Queste attività includono la raccolta fondi, i dibattiti politici, la mobilitazione di individui e gruppi e la pressione su governi, aziende e organizzazioni non profit. Tale partecipazione si svolge all'interno di un'ecologia mediale caratterizzata da una cultura partecipativa, dove i giovani sono spesso innovatori e protagonisti principali. Nel testo si evidenzia come molti giovani siano coinvolti nelle attività politiche online, ma come al contempo emerga una significativa disconnessione dalla vita civica e politica per la maggior parte di essi, non risultando infatti partecipanti attivi. Gli autori utilizzano un sondaggio per valutare se gli sforzi educativi volti a promuovere tali competenze possano aumentare l'impegno politico online dei giovani. I risultati analizzati indicano che gli sforzi educativi in questo senso sono da considerare efficaci. Gli educatori che promuovono la media literacy riescono ad aumentare l'engagement politico dei giovani, migliorando la loro partecipazione alle politiche partecipative e la loro capacità di esercitare pressioni mirate su governi, aziende e organizzazioni non profit. L'articolo, in sintesi, sottolinea l'importanza di integrare la media literacy education nei programmi scolastici al fine di preparare i giovani ad una cittadinanza attiva e ad una partecipazione efficace alla vita politica digitale.
albertisabry

Media Education: istruzioni per l'uso – Il Polo Positivo - 5 views

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    L'immagine che troviamo in questo link, che promuove l'attività del CREMIT, ossia il "Centro di Ricerca sull'educazione ai Media, all'Innovazione e alla Tecnologia", è particolarmente significativa in quanto richiama, nella nostra mente, due concetti: il primo, quello di "Scaffolding", ossia quel processo o strategia educativa attraverso il quale l'insegnante o il mentor non trasmettono passivamente le loro conoscenze al discente, come accadeva in passato, quando il paradigma educativo dominante era quello comportamentista. Al contrario, il discente diviene parte attiva e costruttore della propria conoscenza e del suo sapere; l'insegnante quindi supporta, come un'impalcatura, questo processo, favorendolo. Ricordiamo, in letteratura, i contributi a tal proposito di Piaget, Bruner e Vygotskij. L'altro concetto è quello della cultura partecipativa, che sviluppa in chi ve ne fa parte, tutta una serie di competenze e capacità che saranno delle life skills, sempre più richieste nei lavoratori del domani. Apprendere in questi ambienti, che vengono definiti da Gee, dei veri e propri "spazi di affinità", porta i ragazzi ad apprendere più semplicemente e rapidamente, sentendosi inseriti in un gruppo di pari, dove l'affiliazione è molto forte così come lo sforzo comune per bypassare le difficoltà, dove sanno di poter contare su un "mentor", ossia qualcuno che avrà delle competenze superiori alle loro, che contribuirà quindi ad accrescere il loro sapere; sapere che verrà poi condiviso col gruppo, generando intelligenza, prima collettiva poi connettiva, (vedi De Kerchove). Il sapere non resta quindi rinchiuso nella mente del singolo, ma, condiviso, diventa fonte per l'accrescimento della conoscenza di tutti, rendendoci in grado di costruire, grazie al network, giorno dopo giorno, il nostro sapere. Network che si proietta anche a livello cognitivo: l'apprendimento non è quindi "puntiforme", dove i concetti sono isolati e sconnessi, ma diventa una rete.
astrobaldo

I media ai tempi della pandemia - 12 views

Dovendo stabilire i rischi ed i benefici delle informazioni dei media mi è sembrato opportuno paragonarlo ai tempi della pandemia da covid.La domanda che sorge spontanea e' se i media hanno dato in...

started by astrobaldo on 09 Oct 24 no follow-up yet
a_colucci

Sexually explicit media literacy education: parental perspectives and relevant resources - 3 views

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    Il presente articolo, scritto da Zen, Hendriks e Burns, fornisce una revisione della prospettiva genitoriale sull'educazione sessuale (CSE - Comprehensive Sexuality Education) e sull'educazione alla comprensione dei materiali sessualmente espliciti (SEM - Sexual Explicit Media) in Australia, Canada e Nuova Zelanda. I risultati rivelano un forte sostegno generale per l'implementazione della CSE nelle scuole, sebbene ci sia una disparità evidente nel sostegno all'alfabetizzazione SEM rispetto ad altri temi all'interno della CSE; in effetti, argomenti specifici legati ai SEM, come le abilità di alfabetizzazione mediatica e l'influenza dei SEM, hanno ricevuto un sostegno inferiore. In Nuova Zelanda, sono stati rilevati due principali orientamenti riguardo all'alfabetizzazione sulla pornografia: un approccio pragmatico che la considera essenziale nell'attuale panorama mediale, e un approccio orientato alla minimizzazione del danno che enfatizza i suoi impatti negativi. Questo evidenzia una divergenza nelle attitudini dei genitori su come i SEM dovrebbero essere affrontati nei contesti educativi. La revisione discute anche i livelli di comfort dei genitori nel coinvolgere i propri figli in conversazioni sui SEM: se molti genitori hanno espresso una preferenza per un dialogo aperto, spesso esitano a iniziare queste discussioni, citando disagio e mancanza di risorse per guidare le conversazioni. Inoltre, la revisione evidenzia che le risorse educative esistenti per i genitori sono variegate e spesso mancano di una valutazione precisa, il che solleva dubbi sull'efficacia e sulla credibilità di esse. Si sottolinea quindi la necessità di ulteriori ricerche sullo sviluppo di risorse che si allineino sia con i valori genitoriali, sia con gli obiettivi educativi secondo un approccio collaborativo che coinvolga genitori e figure professionali, per promuovere un'alfabetizzazione SEM che sia efficace e sensibile alle preoccupazioni delle famiglie.
paulinelajet

Partecipazione alla vita pubblica e Nuovi Media - 1 views

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    L'articolo pubblicato nel 2016 è proposto da due docenti universitarie italiane, che tentano d'indagare in quale modo i nuovi media, in particolare Internet e i Social Network, s'introducono e influenzano la partecipazione dei cittadini rispetto alla vita civica e politica. Tramite contributi teorici ed empirici l'articolo evidenzia sia i vantaggi significativi, che le sfide, fornendo una visione sia sulle potenzialità e le limitazioni che emergono in questi contesti. Personalmente l'ho trovato interessante in quanto vengono affrontate dinamiche interne, che a mio avviso si possono ben adattare e ampliare a diversi ambiti rispetto l'utilizzo dei media, ma anche della vita quotidiana, essendoci una grande influenza sociologica e di psicologia sociale. Viene proposta un'analisi di temi importanti di cui: la partecipazione collettiva, il senso di auto-efficacia, l'accessibilità alle informazioni, la mobilitazione e attivismo, suscitando il dialogo e discussioni bidirezionali. Viceversa, la messa in guardia rispetto alla diffusione della disinformazione, la polarizzazione delle opinioni, l'anonimato, la percezione d'ingiustizia, la personalizzazione dei contenuti e la superficialità del dibattito pubblico. Viene, inoltre, ribadita l'importanza di una buona educazione civica e media literacy per salvaguardare i cittadini ad una navigazione responsabile, efficiente, efficace e sicura.
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