Skip to main content

Home/ Media Education/ Group items tagged gruppo

Rss Feed Group items tagged

griecomgrazia

Problem solving | Dalla Scuola - Repubblica@SCUOLA - Il giornale web con gli studenti - 3 views

  •  
    Questo articolo pubblicato su "La Repubblica@scuola-Il giornale web con gli studenti" è stato inviato dagli studenti in prima persona del liceo classico "Diodato Borrelli" di Crotone. Il contributo mette in luce la reale situazione che si viene a creare nelle classi ogni volta che un lavoro di gruppo viene assegnato dai docenti. Delle statistiche hanno dimostrato come anche i lavori di gruppo risultano essere poco efficaci per alcuni studenti. Infatti quelli meno interessati tendono a portare a termine il lavoro senza aver appreso niente. L'unico metodo efficace per facilitare il lavoro di squadra è il cosiddetto "Problem Solving", una strategia di collaborazione tra gli studenti, costituito da una metodologia innovativa basata sulla divisione in gruppi. Ogni membro del gruppo riceve dei compiti chiari e definiti da portare a termine, in modo tale che tutti siano impegnati in egual misura e abbiano un lavoro specifico da concludere. Questa metodologia aiuta a far emergere il carattere di ogni studente, portando, i più sicuri di sé, a prevalere come leader. La partecipazione attiva di tutti i componenti contribuisce all'affermazione dell'IO di ogni singolo alunno, a facilitare l'apprendimento ed è , inoltre, finalizzata ad incentivare le relazioni fra i membri della classe e a stabilirne rapporti basati essenzialmente sulla fiducia reciproca e sul bisogno di amare ed essere amati. Il vero scopo del lavoro di gruppo è riuscire a far emergere la personalità dei singoli individui, di aiutarli ad essere collaborativi al fine di portare a termine un lavoro e di responsabilizzare anche i più timidi che dovranno preoccuparsi di fare del loro meglio affinché si arrivi ad un risultato valido. Spesso però tale scopo viene intralciato da alcuni problemi che potrebbero insorgere, come ,ad esempio, riuscire ad accordare i vari punti di vista dei partecipanti.
  •  
    Un metodo per incoraggiare relazioni positive è costituito dalla creazione delle mappe concettuali, utile strumento di apprendimento significativo. Tali mappe incentivano tutti a proporre nuove idee, a comporre vari lavori i quali, infine, dovranno dare vita ad un unico e solo lavoro di gruppo. Riuscire in quest'impresa è un traguardo significativo soprattutto nei giorni nostri, dove la collaborazione tra gli studenti è annullata dalla diffusione dei social network che inducono ad una vita passiva e in piena solitudine. Inoltre, anche la tecnologia, che è considerata da molti come uno strumento di facilitazione, risulta essere un intralcio notevole all'efficace cooperazione dei membri del gruppo sempre più alienati e vincolati da questa, ormai, dipendenza.
ariannavib

Aula 3.0, la classe flessibile del futuro - 5 views

  •  
    Aula 3.0 è un progetto che ha come obiettivo la trasformazione della classe scolastica in un laboratorio in cui gli studenti possono creare ricerche,indagini e apprendere al meglio attraverso la collaborazione. Quando pensiamo ad una scuola, siamo soliti avere in mente una struttura composta da apposite stanze caratterizzate da una cattedra, da banchi e da una lavagna con gessetto. Proviamo ora ad immaginare uno spazio completamente diverso, in cui non esiste una forma fissa per prendere posto nel banco assegnato, ma una classe componibile a proprio piacimento. La trasformazione dei banchi rettangolari in tavoli di forma circolare consente una migliore interazione tra gli studenti, una partecipazione attiva e lo svolgimento in gruppo degli esercizi assegnati.Immaginiamo ora di sostituire le classiche cartine geografiche sui muri con dei pannelli scrivibili e magnetici e di sostituire la lavagna col gessetto con lavagne interattive connesse ad un computer e accessibili ad internet.I mezzi di comunicazione interattivi e digitali consentono agli studenti di imparare tramite l'apprendimento fondato sull'esperienza e sull'indagine, abolendo cosi' la classica interrogazione che gli studenti sono soliti studiare a memoria. Le esperienze messe in atto dal MIUR hanno dimostrato che l'apprendimento avviene sempre più in ambienti virtuali. Pensare quindi ad un insegnamento di questo tipo è decisamente stimolante e gratificante; gli insegnanti possono sfruttare la loro creatività per realizzare percorsi didattici sempre nuovi con l'obiettivo di stimolare l'attenzione,la collaborazione e il raggiungimento di un obiettivo da parte degli studenti i quali sono più motivati nel condurre ricerche scolastiche in internet e/o attraverso la realizzazione digitale di questionari.I ragazzi si sentono cosi' seguiti e non abbandonati nelle loro insufficienze,si sentono parte di un gruppo sviluppando certezze,una migliore comunicazione e aumentando l'autoefficacia.
robertomedia

Come i Social Media riflettono e amplificano il Narcisismo - 5 views

  •  
    Un team di ricercatori della University of Michighan nel 2013 ha studiato la relazione tra narcisismo e tempo dedicato all'utilizzo dei social media, in modo particolare Facebook e Twitter, reclutando studenti universitari ed un gruppo di adulti, quest'ultimi presi tramite sondaggio on line su Internet. Da tale ricerca incrociata si evince che studenti e adulti utilizzano i social media in modo diverso per aumentare il loro ego e controllare la loro immagine sociale. Si riscontra una differenza anche nel mezzo utilizzato da parte dei due gruppi di controllo. Tra i narcisiti adulti si osserva un utilizzo maggiore di Facebook per curare la propria immagine ed ottenere approvazione, come specchio della propria personalità. Mentre nel gruppo dei narcisisti universitari si riscontra una maggiore frequenza di scelta di Twitter, utilizzato come megafono della propria personalità, che permette di amplificare l'importanza delle proprie opinioni espresse su qualsiasi tema di interesse. Purtroppo la ricerca non porta a determinare bene una direzione di casualità, cioè non sappiamo se il narcisismo porti ad uno maggiore utilizzo dei social media o se sia proprio l'uso dei social media a favorire il narcisismo.
cosmopolita

UNESCO-UNAOC UNITWIN on Media and Information Literacy and Intercultural Dialogue - UNAOC - 6 views

  •  
    Democrazia 2.0 e partecipazione politica tramite dialogo interculturale, una grande sfida. Una nuova dimensione chiave per tutte le istituzioni per costruire coesione sociale, riconciliazione tra le persone e pace tra le nazioni. Secondo l'UNESCO la mutua comprensione, il rispetto e l'uguale dignità di tutte le culture è il prerequisito per la riuscita. Internet permette di viaggiare senza muoversi, ma dall'altra Internet crea equivoci culturali, pertanto bisogna lavorare per il dialogo interculturale e fare in modo che si raggiunga il secondo livello, quello della comprensione. E' necessario quindi avere pluralismo culturale a livello locale, regionale e nazionale. L'Alleanza delle Nazioni Unite delle civiltà (UNAOC) è stato istituito nel 2005, con l'iniziativa politica di Kofi Annan e un gruppo di esperti ad alto livello che ha esplorato le radici della polarizzazione tra le società e le culture di oggi, e raccomandato un programma concreto di azione per affrontare questo problema. La relazione del gruppo ha fornito analisi e proposto raccomandazioni pratiche che costituiscono la base per il piano di attuazione individuando quattro settori prioritari di intervento: Istruzione, gioventù, migrazione, Media. Le attività del progetto UNAOC sono formate intorno a queste quattro aree, che possono svolgere un ruolo fondamentale nel contribuire a ridurre le tensioni interculturali e di costruire ponti tra le comunità. UNESCO e UNAOC hanno creato UNITWIN ('abbreviazione per il gemellaggio dell'Università e Programma Networking globale), un modo per promuovere la ricerca, la formazione e lo sviluppo del programma in tutti i settori di competenza dell'UNESCO con la costruzione di reti universitarie e incoraggiando la cooperazione interuniversitaria attraverso il trasferimento di conoscenze e dialogo interculturale con l'uso della MIL - Media and Information Literacy - come catalizzatore critico per la partecipazione civica, la democrazia e lo sviluppo
anonymous

Media Education nell'asilo "Raggio di sole" in Slovenia - 1 views

  •  
    All'asilo "Raggio di Sole" in Slovenia, un gruppo di esperti di comunicazione ha promosso un progetto di educazione ai media ai piccoli alunni, in quanto soggetti più vulnerabili dell'esposizione ai messaggi mediatici. Per poter capire questo tipo di messaggi, è infatti necessario essere alfabetizzati ai media. Scopo della media education in questo asilo, è quindi quello di mostrare l'efficacia del nuovo approccio di apprendimento attivo e sperimentale di gruppo, arricchito con feedback da parte degli insegnanti (action learning). Esperti nel campo dell'educazione ai media, concordano infatti che l' autoproduzione di testi multimediali è molto importante per la costruzione dell'autostima e dell'autonomia dei bambini e dei giovani nei confronti dei media nonché, di conseguenza, ad una presa di distanza critica dalle costruzione mediatiche. L'autoproduzione è quindi un'esperienza essenziale per comprendere e gestire il mondo dei media.
  •  
    Infatti, oggi tutti noi adulti dovremmo essere alfabetizzati ai media, per accorciare le distanze tra noi e i bambini e gli adolescenti.
boschero

L'uso dei social network nelle scuole come strumento di alfabetizzazione e apprendimento - 14 views

  •  
    Se per anni gli studi sull'utilizzo dei social media si sono concentrati principalmente sui pericoli e le conseguenze disadattive legate ad un loro eccessivo uso (ridotta attenzione, dipendenza, ansia, esclusione sociale, tra le altre), oggi l'interesse si sposta sempre più sull'utilità in campo educativo. Un recente studio sovietico (2021) si è proposto di indagare le possibilità dell'utilizzo dei social media come strumento per migliorare l'alfabetizzazione digitale e facilitare l'apprendimento. L'indagine è stata condotta su 268 studenti di due scuole medie di Mosca divisi in gruppo di controllo e sperimentale. Gli studenti sono stati incoraggiati a utilizzare autonomamente i social network per risolvere problemi educativi e migliorare le loro conoscenze. Basandosi su test di performance e rendimento scolastico, i risultati hanno mostrato nel gruppo sperimentale un notevole miglioramento dei voti e anche un cambiamento di "prospettiva": il social network non veniva visto più solo come mezzo di intrattenimento e socializzazione, ma anche come strumento cognitivo e collaborativo. Gli ottimi risultati hanno indotto i ricercatori a concludere che è auspicabile, sotto la supervisione e il supporto di un insegnante preparato, l'introduzione e l'utilizzo dei social media nei programmi scolastici come veri e propri strumenti cognitivi per accedere alle informazioni e sviluppare l'alfabetizzazione digitale. La ricerca ha altresì rilevato che esistono due fattori ambientali che influenzano drasticamente il comportamento degli utenti nei social media: il livello di istruzione e lo stato socio-economico della famiglia: non per tutti l'accessibilità alle nuove tecnologie è scontata.
jgrossi108

Adolescenza Riflessa - Approfondimento psicologico - iEducation - Specchio del web - 4 views

  •  
    AUTORE: Dott.ssa Psicoanalista Irene Ruggiero, scrive questo articolo, pubblicato sul Sito ufficiale della Società Italiana di Psicoanalisi, affrontando il tema dei Social Network e della Rete in Adolescenza. COMMENTO: L'articolo parte con una premessa, nella quale l'Autrice descrive la Rete come uno strumento formidabile per condividere informazioni e diversi punti di vista anche se, in alcuni casi, potrebbe comportare dei rischi negli Adolescenti che sono più fragili. Per comprendere alcuni degli aspetti fondamentali che potrebbero portare i ragazzi ad usare la Rete in modo non sano, parte dal concetto del "narcisismo sano", che dovrebbe essere presente per creare una buona base di personalità e per godere di una solida fiducia in se stessi e di una buona autostima. La Psicoanalista parte dai primi momenti di vita del bambino, poiché in questi anni è fondamentale avere un buon rispecchiamento nella madre o nel caregiver, per costruire il proprio senso di sé, riproponendo che se questo rispecchiamento materno non dovesse funzionare in modo corretto, e dovesse essere carente o assente, nella crescita si potrebbe avvertire un sentimento di vuoto incolmabile che potrebbe sfociare in quelle che sono le dipendenze patologiche. Allo stesso modo la Dott.ssa Ruggiero sottolinea l'importanza del gruppo dei pari in Adolescenza, nel quale avviene ugualmente il rispecchiamento che contribuirà a costruire il proprio Sé. Ecco che partendo da questa cornice teorica, l'Autrice si collega all'utilizzo della Rete, come strumento anch'esso di rispecchiamento, definendola né positiva né negativa. Ella spiega come da una parte sia molto importante per condividere abitudini, stili di vita, impressioni, sensazioni.. rafforzando la propria identità ed il senso di appartenenza ad un gruppo; mentre dall'altra l'uso della Rete potrebbe essere anche usata in modo negativo quando anziché aiutare nella crescita personale, diventa uno strumento per rinchiudersi in se stes
albertisabry

Media Education: istruzioni per l'uso – Il Polo Positivo - 5 views

  •  
    L'immagine che troviamo in questo link, che promuove l'attività del CREMIT, ossia il "Centro di Ricerca sull'educazione ai Media, all'Innovazione e alla Tecnologia", è particolarmente significativa in quanto richiama, nella nostra mente, due concetti: il primo, quello di "Scaffolding", ossia quel processo o strategia educativa attraverso il quale l'insegnante o il mentor non trasmettono passivamente le loro conoscenze al discente, come accadeva in passato, quando il paradigma educativo dominante era quello comportamentista. Al contrario, il discente diviene parte attiva e costruttore della propria conoscenza e del suo sapere; l'insegnante quindi supporta, come un'impalcatura, questo processo, favorendolo. Ricordiamo, in letteratura, i contributi a tal proposito di Piaget, Bruner e Vygotskij. L'altro concetto è quello della cultura partecipativa, che sviluppa in chi ve ne fa parte, tutta una serie di competenze e capacità che saranno delle life skills, sempre più richieste nei lavoratori del domani. Apprendere in questi ambienti, che vengono definiti da Gee, dei veri e propri "spazi di affinità", porta i ragazzi ad apprendere più semplicemente e rapidamente, sentendosi inseriti in un gruppo di pari, dove l'affiliazione è molto forte così come lo sforzo comune per bypassare le difficoltà, dove sanno di poter contare su un "mentor", ossia qualcuno che avrà delle competenze superiori alle loro, che contribuirà quindi ad accrescere il loro sapere; sapere che verrà poi condiviso col gruppo, generando intelligenza, prima collettiva poi connettiva, (vedi De Kerchove). Il sapere non resta quindi rinchiuso nella mente del singolo, ma, condiviso, diventa fonte per l'accrescimento della conoscenza di tutti, rendendoci in grado di costruire, grazie al network, giorno dopo giorno, il nostro sapere. Network che si proietta anche a livello cognitivo: l'apprendimento non è quindi "puntiforme", dove i concetti sono isolati e sconnessi, ma diventa una rete.
adelaide nucera

Goa, il primo stato che vieta i selfie per i troppi decessi - 2 views

  •  
    Diventare celebrità sul web, spinge molte persone e soprattutto i giovani a fotografarsi o farsi ritrarre in posizione estreme, istanti che costano la vita. Vietare i selfie è necessario per salvare delle vite. credo sia preoccupante essere dovuti arrivare a un divieto; e ancor più mi allarma il fatto che non sempre i divieti fanno ottenere i risultati desiderati, credo bisogna riflettere su questa necessità di popolarità e di esibizionismo e educare all'uso dei selfie.
  •  
    I selfie non sono dannosi di per ​​se, e non vanno demonizzati così com'è qualsiasi nuova tecnologia. Il problema è che oggi giorno molte persone pur di riuscire a immortalare un'immagine particolare, non si rendono conto di quanto sia pericolosa e futile la pratica dei selfi estremi o spesso sono così concentrate a trovare la posa migliore, da pubblicare sui social, che non prestano attenzione a dove stanno poggiando i loro piedi e si spingono a volte in punti pericolosi pur di autoritrarsi in una luogo particolare o in una posa originale. E' necessario educare all'utilizzo dei selfi, arrivare a vietarli è un atto estremo dovuto per tutelare la vita, ma non risolutivo del problema. Inserire questo articolo nel gruppo di media education mi è sembrato utile come spunto di riflessione, abbiamo una grande responsabilità che è quella di educare. La media education dovrebbe insegnare come utilizzare i media, quali sono le potenzialità e quali sono i rischi di un utilizzo sbagliato. La riflessione va estesa inoltre al desiderio narcisistico e alla necessità di apparire in una società che da molta importanza all'immagine.
ericalegari

Disturbi specifici dell'apprendimento e uso di tecnologie come supporto - 4 views

  •  
    L'articolo tratta il tema dell'uso delle tecnologie nelle scuole, come strumento compensativo e di supporto per alunni DSA ovvero con disturbi specifici di apprendimento. In questo articolo si vuole sottolineare il ruolo fondamentale della tecnologia, utilizzata per migliorare e facilitare l'apprendimento dell'alunno con difficoltà e soprattutto aiuta a creare un clima di inclusione e appartenenza al gruppo. Spesso infatti, i bambini con difficoltà vengono isolati dal contesto classe, costretti a lavorare singolarmente con l'insegnante di sostegno e non partecipare alle attività della classe, ma questi strumenti compensativi vogliono proprio essere strumenti di "autonomia" per favorire appunto una ricerca autonoma e personalizzata, per far si che gli alunni possano affrontare gli stessi argomenti semplicemente con strumenti più adatti alle proprie capacità. Vengono illustrati molti strumenti compensativi tra cui computer e tablet che con i loro programmi facilitano l'apprendimento del bambino. Esistono ad esempio programmi di videoscrittura con correttore ortografico, libri digitali, audiolibri, software per mappe digitali che facilitano lo studio e così via. È molto importante però istruire gli insegnanti alle competenze tecnologiche per essere anche loro strumento di aiuto e non di ostacolo per i bambini con bisogni educativi speciali.
nicolagalletti2

FOMO Addiction: The Fear of Missing Out - 2 views

  •  
    Non ci sono ancora studi ben definiti sulla Fomo, in Italia, ma trovo che sia un argomento di estremo interesse che merita una discussione approfondita. La Fomo (fear of missing out) è una patologia che esiste da sempre, ma che con l'avvento dei social network ha assunto una forma nuova, più concreta, in grado di mettere in luce i problemi che da essa derivano. Si tratta, in poche parole, della "paura di essere tagliati fuori" dal mondo, ed è legata alla sofferenza che si prova nel constatare, tramite foto e post altrui, che la vita degli altri è più interessante della nostra. A livello superficiale sfocia in una leggera invidia verso un gruppo di pari o persone di un certo rilievo sociale che, magari in apparenza, hanno una vita più interessante della nostra. Quando questa gelosia diventa incontrollabile , però , ecco che la patologia si manifesta in tutta la sua gravità, diventando una vera e propria dipendenza. Controllare gli altri sembra divenire uno scopo primario di chi soffre di FOMO, e spesso questo provoca un isolamento sociale ancor più pressante che sfocia in un vittimismo verso se stessi completamente fuori controllo. Chi soffre di questa patologia controlla lo smartphone o il pc almeno centocinquanta volte il giorno, di media, e ha una bassa considerazione della propria vita, che peggiora in maniera esponenziale minando anche il rendimento personale e lavorativo. L'unico modo di guarire da questo tipo di patologia sociale è ammettere di averla, e lavorarci sopra cercando di staccarsi volontariamente da schermi e affini. In America è una patologia molto discussa e diffusa, tanto è che esiste anche un account Twitter dedicato in cui i ragazzi che sentono il bisogno di essere aiutati possono scrivere senza problemi.
giovanni9

Ma i nativi digitali sono "illetterati digitali": ecco il ruolo della Scuola - 5 views

  •  
    L'articolo apparso il 13 luglio 2018 su Agenda Digitale a firma di Vittorio Midoro, dirigente di ricerca CNR e membro del gruppo di lavoro del MIUR per la valutazione dell'uso dei dispositivi personali in classe, pone l'attenzione sul fatto che crescere all'interno di una società digitale non vuol dire essere "digital literate". Quindi egli continua riflettendo sul possibile ruolo della scuola nell'odierna società. Seppur la maggioranza dei ragazzi mostra padronanza nell'uso dei media digitali, è raro che qualcuno riesca a realizzare app, programmi o siti web per i quali sono richieste competenze specifiche difficili da acquisire informalmente. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a sviluppare abilità creative, di astrazione e di problem solving fin dai primi anni scolastici. Attraverso la Media Literacy si possono comprendere e valutare i diversi aspetti dei media e dei loro contenuti, nonché migliorare le abilità comunicative nei diversi contesti e creare prodotti mediali. Infatti, la comprensione della comunicazione implica il sapere analizzare e valutare i messaggi e saperli creare e condividere. Bambini e ragazzi sono sempre stati molto curiosi, ma oggi spesso non sono i genitori a rispondere alle loro domande, ma la rete. Alcuni studi hanno dimostrato però che i ragazzi adottano spesso strategie di ricerca delle informazioni piuttosto improvvisate e caotiche e hanno una scarsa capacità di valutare la qualità dell'informazione trovata. Inoltre essere sempre connessi non è detto che migliori la qualità delle relazioni. In rete vi è la tendenza a presentarsi con un'identità diversa dalla propria ed è difficile creare e sostenere relazioni profonde tra le persone. Per quanto riguarda l'apprendimento, l'autore dell'articolo cita Gardner per ricordarci che esistono diversi tipi di intelligenze. Queste vanno assecondate valorizzando quelle possedute e rafforzando quelle meno sviluppate. La scuola dovrebbe capire i ragazzi, i lo
antonellasip

Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance id... - 1 views

  •  
    Questo studio analizza l'impatto dei social media sulla soddisfazione sul proprio corpo in giovani donne e uomini. Si tratta di uno studio sperimentale pubblicato sulla rivista scientifica "Body Image" del 2018. Lo studio ha incluso 187 donne e 187 uomini tra i 18 e 30 anni. Ai partecipanti sono stati somministrati diversi strumenti, tra cui il VAS, per la valutazione della soddisfazione/percezione del proprio corpo, il SML (social media literacy), un test per valutare il livello di media literacy, che analizza il pensiero critico e lo scetticismo nei confronti dei media, e il SATAQ per analizzare il grado di approvazione e interiorizzazione degli ideali di bellezza. Il gruppo sperimentale è stato esposto a stimoli visivi di pubblicità sull'alcol con protagoniste celebrità che incarnano l'ideale di bellezza attuale. Dai risultati emerge che le donne con bassi livelli di social media literacy (calcolata con il SML) hanno avuto una diminuzione significativa della soddisfazione sul proprio corpo dopo l'esposizione, al contrario delle donne con alti livelli di social media literacy. Tale effetto protettivo non è stato registrato negli uomini. Da questo studio, dunque, emerge che la media literacy può rappresentare un fattore protettivo all'esposizione dei social media commerciali. Questo risultato è coerente con studi precedenti sui media tradizionali che hanno rilevato che alti livelli di alfabetizzazione mediatica, in particolare il pensiero critico, sono in grado di moderare l'effetto negativo dell'esposizione a immagini che mostrano ideali di bellezza stereotipata. In conclusione, questi risultati mettono in luce l'importanza di implementare strategie di intervento di alfabetizzazione ai social media in un'ottica preventiva, per contrastare i problemi di immagine corporea negli adolescenti e i conseguenti disturbi alimentari, derivanti dal sempre crescente uso dei social media.
SILVIA DENINI

SMART WORKING E NUOVE TECNOLOGIE COME CAMBIA IL MONDO DEL LAVORO - 6 views

  •  
    Si parla spesso di tecnologie in grado di migliorare la vita di ogni giorno,ma in realtà quanto siamo in grado di sfruttarle al meglio?Se ci pensiamo c'è tutta una generazione che si è trovata di colpo in un mondo popolato di nuovi media senza "media education".Si tratta quindi di una generazione per la quale la qualità del lavoro veniva intesa in termini di presenzialismo in ufficio.Questa generazione ha per forza di cose tentennato nel considerare le nuove tecnologie come dei mezzi non solo di comunicazione,ma mezzi per ridurre il tempo dedicato agli spostamenti,l'inquinamento e per lavorare con maggiore concentrazione.Il lavoro "agevolato" dai nuovi media trova ancora in Italia resistenze soprattutto da parte di numerosi uffici del personale che vedono nel lavoro da casa essenzialmente la perdita del controllo diretto sul lavoratore.Invece il cosiddetto smart working potrebbe costituire la svolta per quei lavoratori che necessitano di maggiore flessibilità negli orari,che abitano distanti dal luogo di lavoro ecc. Io credo che anche il lavoro di gruppo ne gioverebbe in quanto a volte il deteriorarsi dei rapporti è dettato anche da una condivisione troppo frequente degli spazi.L'articolo che allego parla del nuovo decreto in uscita in Italia per regolamentare la nuova visione dello "smart job" che non è un lavoro da casa 7 gg su 7 ma consente di concordare con l'azienda i tempi di lavoro da casa e lavoro in ufficio quindi venendo incontro in parte al lavoratore e in parte alle aziende.
ferdinando57

Tv, proposta di legge M5s: "Stop alla pubblicità nei programma per bambini" -... - 5 views

  •  
    Stop alla pubblicità nei programmi per bambini. E' questa la proposta di legge dei deputati M5s Roberto Fico, Dalila Nesci e Mirella Liuzzi. Il ddl composto da due articoli, che andrebbe a sostituire le parti relative nel testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, vuole vietare "a tutte le emittenti televisive, pubbliche e ... Mie considerazioni: Tutti siamo influenzabili dai media, sia adulti che bambini, ma dotarsi di un senso critico, abituarsi a riflettere e ragionare ci aiuta a difenderci dal continuo e costante bombardamento mediatico. Questo però, richiede esperienza e maturazione. I bambini sono diventati un appetibile target da parte dell'industria mediatica sulla commercializzazione di prodotti. Una volta si agiva sull'adulto per giungere anche ai bambini (mercato dei bambini ritenuto poco importante), mentre oggi si punta al bambino per raggiungere anche l'adulto. E necessario un approccio diverso a difesa dei bambini, un approccio che gli dia tempo, che gli permetta di costruirsi quelle capacità critiche e di analisi che gli consentiranno di discernere tra migliaia d'input. L'obbiettivo dei "manipolatori" (i media commerciali) e di convincerci facendo leva sulle emozioni, facendoci sentire inadeguati, inculcandoci delle insicurezze, scatenando, specie nei bambini, il tormento (nag factor) sui genitori verso acquisti, a volte anche dannosi (es. cibo spazzatura), mode e opinioni per essere parte di un gruppo, la competizione tra ragazzi per le griffe (zaini, abiti…) ne è un esempio. Credo che l'articolo vada al di là della proposta politica e punta a regolamentare un aspetto poco chiaro delle attuali regolamentazioni in merito. Ma, fatta la legge i genitori avranno la sensibilità di rispettare le fasce orarie protette?
  •  
    Quella sulle fasce protette è una bella domanda.Più che altro...come sceglierle? Al momento anche gli orari di lavoro dei genitori sono così vari che il tempo dedicato ai figli si riduce drasticamente e ci sono genitori così stanchi che necessitano di attività passive come la televisione al rientro a casa,il che finisce inevitabilmente per trovarsi mescolato con il tempo da dedicare ai bambini.Forse sarebbe da rivedere un po' lo stile di vita attuale oppure trovare il modo di spiegare (o tentare) la pubblicità ai bambini.Non ho una risposta in merito,il tuo è veramente un bel quesito che porta a un ragionamento molto vasto comprensivo di più ambiti.
alesalerno

Preadolescenti e smartphone | Labalestra | International Journal of Developme... - 5 views

  •  
    L'articolo ha come oggetto la preadolescenza e lo smartphone. L'uso di tablet o smartphone a questa età viene considerata un'attività naturale dei ragazzi già alla nascita ("digital born").C'è chi ritiene che utilizzare lo smartphone a 11 anni sia prematuro poiché i giovani non hanno acquisito ancora gli strumenti cognitivi per farne buon uso e chi ritiene che sia una sicurezza per coloro che lo possiedono. I giovani manifestano la necessità di essere connessi a qualcosa o qualcuno, il bisogno di far parte di un gruppo che li accetti e accolga e non permetta loro di soffrire l'esclusione o il disinteresse. Per questo i ragazzi cominciano a reclamare il diritto alla privacy inserendo codici di blocco.Ma possedere uno smartphone non sempre significa conoscerne le potenzialità ed i rischi. I ragazzi hanno bisogno di comunicare e lo fanno attraverso uno schermo, hanno la necessità di condividere in rete emozioni, i pensieri, l'immagine di sé, ma spesso attuano un uso improprio e pericoloso di tali strumenti. Questo anche perché da ciò che emerso, intervistando le famiglie, il posto occupato dalle ICT non è percepito come critico solo una piccola percentuale di genitori ne permette l'uso con regole. La connessione non è solo prerogativa dei giovani, ma anche dei genitori che si sentono più tranquilli potendo ritracciare i propri figli quando sono lontani. E' difficile controllare gli accessi alle applicazioni poiché i ragazzi possono farlo inserendo false identità. E' come è possibile spiegare ad un bambino di 11 anni i comportamenti virtuali di una chat ? Credo sia importante che i genitori, nella consapevolezza della difficoltà che incontreranno nel voler controllare ciò che fanno figli, spesso più preparati di loro nell'utilizzo di tali strumenti, dovrebbero adeguarsi tempi e più che mettere in pratica regole restrittive, condividere con i ragazzi le loro esperienze virtuali e spiegare le conseguenze reali e non, dei loro comportamenti in rete.
lidiabonifazi

Noam Chomsky - Il mito dei media liberi - 2 views

  •  
    I media riempiono il nostro quotidiano ormai da moltissimo tempo. Sono perfettamente integrati nelle nostre vite al punto da scandirle e condizionarle senza che ce ne rendiamo conto. Il loro ruolo a differenza di quanto appaia è ben diverso da quello di informare i cittadini e di divulgare notizie. Sia che si definiscano liberali oppure conservatori, i principali media sono delle grandi aziende possedute da società ancor più grandi. Come tutte le imprese vendono un prodotto sul mercato. Il mercato in questione è la pubblicità, il prodotto venduto è il pubblico, l'audience. Il sistema dottrinale produce propaganda di comune accordo con le istituzioni statali, le grandi imprese, il mondo culturale e scolastico. Come tutte le propagande mira a colpire un bersaglio preciso che è diviso in due parti: la prima è quella della classe politica, ovvero gruppo ristretto di individui colti ed istruiti che spesso hanno il compito di amministrare uno Stato; la seconda è quella composta da quelli che Walter Lippmann chiama semplici spettatori, ovvero la maggior parte degli individui, il gregge smarrito, da viziare e coccolare. Da loro ci si aspetta che obbediscano e che ricevano il giusto indottrinamento, in cambio di soap opere, film, Super Bowl, Champions League etc. etc.Insomma, distrazioni. Il linguista e filosofo Noam Chomsky ha riassunto tutto il ruolo dei media e del loro rapporto con il potere in dieci punti essenziali. Sono le dieci regole per il controllo sociale, una spiegazione semplice e mirata in modo da capire perfettamente come i media controllano la nostra vita per riflesso condizionato. Con queste dieci regole,Chomsky ci apre le porte verso il mondo della consapevolezza. Ci invita a non finire come la sua rana bollita, a compiere un grande salto per uscire dal pentolone d'acqua bollente prima che sia troppo tardi. I media, di comune accordo con il potere, gestiscono la nostra vita e influenzano le nostre scelte, soprattutto nella politica. L'unico
amontalbetti

LIM (lavagna interattiva multimediale): pro e contro (di Camilla Targher) - 12 views

  •  
    L'articolo, scritto dalla d.ssa Camilla Targher, autrice e consulente pedagogica in ambito familiare e lavorativo, analizza i vantaggi e gli svantaggi che l'utilizzo della lavagna interattiva multimediale (LIM), in ambito scolastico, in particolare nella scuola primaria, comporta : La LIM stimola innanzitutto l'apprendimento visivo e consente di familiarizzare con le nuove tecnologie fin da piccoli. Favorisce inoltre, stimolando l'attenzione e la memoria dei bambini, la capacità di lavorare in gruppo e di problem solving coinvolgendo attivamente la classe, e soprattutto stimola gli alunni ad essere creativi. Esistono però anche note negative, legate in particolare al costo notevole dello strumento stesso, che non consente a tutte le classi di esserne dotate, inoltre gli insegnanti necessitano di conoscenze informatiche adeguate e devono essere pertanto formati al loro utilizzo, infine un'eccessiva esposizione degli alunni allo schermo potrebbe sovraccaricarli di stimoli visivi, causa poi di possibile iperattività.
  •  
    La LIM purtroppo è presente in pochissime scuole: oltre ad avere un costo elevato (sappiamo tutti che ogni plesso scolastico ha sempre meno sovvenzioni dalle istituzioni pubbliche), comporterebbe per tutti gli alunni un minor uso di testi scolastici e meno compiti a casa. Ma se si vendono meno testi scolastici, le case editrici perdono i loro utili e sono costretti ad indirizzare i loro fatturati su altri mercati: è un argomento che piace al nostro mercato?
mariano_coppola

Vi.Re.Dis. - Computer Game Therapy - 3 views

  •  
    La Computer Game Therapy è l'invenzione portata alla luce dal Dr. Antonio Consorti. Egli porta avanti il progetto legato a questa sua intuizione ormai da anni vivendolo in prima persona come presidente dell'associazione Onlus Vi.Re.Dis. All'interno dei diversi laboratori si svolge il costante lavoro di riabilitazione da patologie delle relazioni, del comportamento e del linguaggio attraverso l'uso di tecnologie informatiche come consolle e videogiochi (Nintendo Wii), praticando una modalità terapeutica non invasiva. La metodologia del CGT ha come principio il presupposto secondo cui "non c'è apprendimento senza divertimento", rivolgendosi a tutte le fasce d'età e approcciandosi al computer non solo da un punto di vista educativo ma soprattutto da un punto di vista emotivo ed esperienziale. Nei laboratori difatti, il video ma soprattutto l'audio hanno un ruolo chiave per lo sviluppo e stimolazione di nuovi processi neurali che portano allo sviluppo delle capacità residue e delle abilità presenti nei pazienti portandoli, quando possibile, ad un nuovo livello di consapevolezza. Per un migliore risultato vengono formati gruppi di lavoro eterogenei sia per tipologia di handicap che di età, sesso e tipologia comportamentale. In questo modo l''apprendimento e lo sviluppo delle performance cognitive giungono ad un livello tale da ridurre le difficoltà comunicative e relazionali all'interno del gruppo e soprattutto della persona stessa.
giorgioscozzafav

Giovani e nuovi media: pratiche di consumo digitale e dinamiche relazionali - 5 views

  •  
    Le pratiche di consumo digitale, che si tratti di telefono, sms, messaging o social network nascono soprattutto per un'interazione sociale, una ricerca di dialogo e talvolta per sentirsi membri di un gruppo. I "Nativi Digitali" non sono quindi in una loro realtà isolata, ma navigano nella moderna socialità apprendendo nella pratica il funzionamento dei medium. La visione distaccata di alcuni membri di generazioni analogiche rappresenta secondo me la privazione dell'importante saggezza educativa. E' necessaria quindi Media Education non solo nei giovani, ma intergenerazionale così come intergenerazionale deve essere la comunicazione indipendentemente dal medium utilizzato.
1 - 20 of 61 Next › Last »
Showing 20 items per page