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cristinafore

BAMBINI E TECNOLOGIE DIGITALI: OPPORTUNITÀ, RISCHI E PROSPETTIVE DI RICERCA - 9 views

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    L'articolo mette in evidenza come i bambini di oggi, siano esposti ad un uso precoce delle tecnologie e in particolar modo dei dispositivi touchscreen. Partendo dai dati scientifici di alcune ricerche, l'articolo sottolinea gli effetti dell'uso di strumenti, come tablet e smartphone, sullo sviluppo cognitivo, emotivo, linguistico e sociale, nei primi anni del bambino. L'uso prolungato e passivo di queste tecnologie può portare a una trasformazione, in negativo, della relazione bambino- adulto, bambino con altri bambini, nella capacità e desiderio di esplorazione del mondo, ridotta capacità nel ragionamento di tipo induttivo, ecc. Ma, gestita in modo corretto e consapevole da parte del genitore, l'alfabetizzazione digitale, può essere una grande opportunità e una risorsa preziosa.
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    Smartphone, tablet, notebook, sono esempi che caratterizzano la nuova epoca digitale. Ma la diffusione di tanta tecnologia in che modo influisce lo sviluppo dei bambini? Il compito dei ricercatori e degli educatori è quello di conoscere gli stili di esplorazione, di uso, di relazione che il mondo tecnologico suscita in loro e di creare contesti di apprendimento equilibrati, in cui i soggetti più piccoli possano crescere in modo armonico tra rischi e potenzialità.
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    L'articolo, scritto dalla pedagogista Donata Ripamonti, compare sul portale riviste-erickson.it. l'autrice, attraverso una review della letteratura recente inerente le nuove tecnologie digitali, in particolare i media touchscreen, vuole evidenziare come queste ultime, sempre più accessibili grazie ad un sistema immediato e intuitivo ai bambini al di sotto dei tre anni, abbiano determinato una vera rivoluzione dalla quale genitori, educatori e ricercatori non possono sottrarsi. Questo porta ad interrogarsi sulle modalità degli approcci dei bambini con tablet, smartphone ecc, e su come questi strumenti digitali possono essere impiegati nell'educazione e nella formazione dei nativi digitali attraverso delle app che attivano la modalità "mind-on" e stimolano le interazioni sociali.
mimma_gangi

MOBILE PHONES AT SCHOOL: BAD STUDENT BEHAVIOUR OR AN INNOVATIVE RESOURCE? - 6 views

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    L'articolo ha l'obiettivo di rendere gli adulti consapevoli degli usi educativi e didattici delle tecnologie mobili. Esso si inserisce nel dibattito sul ruolo dei telefoni cellulari nelle scuole italiane. La prima parte è relativa al quadro giuridico di regolamentazione dell'uso dei telefoni cellulari nelle scuole italiane; la seconda parte presenta i risultati di una ricerca qualitativa effettuata in cinque scuole secondarie piemontesi.Questo studio, ha implicato sia sessioni di osservazione naturale sia interviste . In particolare, l'analisi dei risultati ha rilevato differenze sostanziali nell'uso didattico dei telefoni cellulari all'interno degli istituti scolastici. Vi sono scuole tecnologicamente avanzate e scuole tradizionali.Nel primo caso, i telefoni cellulari risultano essere uno strumento integrato nell'insegnamento,mentre nel secondo esso viene visto come uno strumento da "evitare". Questi atteggiamenti contrastanti verso i telefoni cellulari sembrano essere legati a fattori economici, geografici e tecnologici.Questa ricerca è sperimentale ed è ancora ad uno stadio iniziale, essa dovrebbe essere integrata con altre ricerche future. Lo studio ha mostrato che vi è necessità di promuovere una cultura di educazione ai media nelle scuole perché l'uso del telefonino si è rivelato strumento didattico efficace, ben accetto dai ragazzi e di rapido e immediato utilizzo. Attenzione! Per potere accedere all'intero contenuto dell'articolo occorre solamente registrarsi al sito: Centro Studi Erickson.
Luciano Di Mele

Med | Home - 9 views

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    Rispecchiando la mission del MED, la rivista rende produttivo e visibile l'incontro tra studiosi e docenti universitari, professionisti dei media, insegnanti ed educatori nella scuola e nel territorio interessati e impegnati nella Media Education, sia in Italia che all'estero; si avvale dell'esperienza quasi ventennale delle Summer School di Corvara in Val Badia (con oltre 1500 presenze) in cui è risultata vincente la strategia di coniugare teoria e pratica laboratoriale.
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    Buone pratiche di Media Education: il Premio MED "Cesare Scurati"
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
mseruis

POST-VERITÀ E FAKE NEWS: RADICI, SIGNIFICATI ATTUALI, INATTESI PROTAGONISTI ... - 4 views

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    Secondo prestigiosi dizionari internazionali con l'espressione fake news si indicano «racconti falsi che appaiono come notizie, diffusi da Internet o attraverso altri media, creati solitamente per influenzare l'opinione pubblica o come scherzo» o qualsiasi «falsa e talvolta sensazionalistica informazione presentata come fatto e pubblicata e diffusa su Internet». Gli autori, in questo articolo, analizzano le diverse forme del mentire che si possono identificare suddividendole in fattoidi, falsificazioni e omissioni, e prendendo atto che le fake news non sono sicuramente nate in questi ultimi secoli ne analizzano le cause della forte accelerazione. Dopo un'analisi dei due fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione che hanno incrementato la diffusione delle menzogne e il numero di coloro che vengono ingannati si risponde a due domande: Chi può credere più facilmente alle fake news? Chi è più esposto e vulnerabile alla loro influenza? Molto interessante la riflessione finale.
stefaniaaleotti

La tempesta perfetta: social media, fake news e la razionalità limitata del c... - 2 views

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    Articolo scritto da Giuseppe A. Veltri dell'Università di Trento. Le «notizie false», e l'attenzione a come le persone trovano e utilizzano le informazioni, sono entrate di recente nel dibattito politico, e questo evidenzia una crescente preoccupazione per l'impatto che le piattaforme digitali possono avere sulla vita democratica e sociale delle nostre società. In questo articolo si discute dell'interazione tra la razionalità limitata dei cittadini, le caratteristiche delle reti sociali online, la natura delle piattaforme online e il fenomeno della cassa di risonanza. La letteratura scientifica ha concentrato la sua attenzione sulle mutazioni dell'ecologia dell'informazione dovute alla comparsa dei social media e sulle relative implicazioni per la ricerca nelle scienze sociali.
veronica2478

Se la competenza digitale non contrasta il cyber-bullismo - 3 views

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    Il terzo articolo - scritto da Luciano Di Mele ed Erika Isatto dell'Università Telematica Internazionale Uninettuno - l'ho scelto perché ci aiuta a riflettere sul ruolo attuale della competenza digitale, che non è solo e sempre fattore di protezione ma in alcuni casi agevola comportamenti disfunzionali. Tale articolo riporta uno studio svolto con adolescenti della scuola secondaria sulla valutazione della competenza digitale. Obiettivo dell'indagine era esplorare variabili target, costituite da comportamenti disfunzionali (come cyber bullismo e cyber vittimismo), e metterle in relazione con altrettanti fattori di protezione (come Efficacia Tecnologica ed efficacia Metacognitiva). Uno dei risultati ottenuti da tale studio è che l'autoefficacia metacognitiva si correla positivamente con le tendenze alla cyber vittimizzazione e soprattutto con il cyber bullismo. Tale esito fa riflettere sull' importanza dell'educazione alla competenza digitale, non basta conoscere gli strumenti per ridurre il fenomeno del cyber bullismo, talvolta chi è più esperto ha tendenze ad attuare comportamenti disfunzionali, quindi, è necessario, nell'educazione ai media, coinvolgere anche gli aspetti etici. Gli autori sottolineano l'esigenza di approfondire la ricerca in tale campo e verificare se determinate azioni educative siano efficaci per promuovere comportamenti etici in rete.
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    Questo interessante articolo sul cyber-bullismo e le competenze digitali si concentra sulla relazione esistente tra i due fattori. In particolare ci si chiede come la media educational può modulare azioni a specifiche necessità riguardo il fenomeno del cyber- bullismo, cyber-vittimizzazione e le competenze digitali che riguardano il mondo degli adolescenti. 837 studenti di scuola secondaria, ragazze e ragazzi in età compresa tra i 14 e i 19 anni, sono stati sottoposto a questionari di autovalutazione, . La ricerca ha rilevato che negli adolescenti queste competenze non diminuiscono la tendenza al cyber-bullismo, competenze digitali più evolute come quelle metacognitive si associa a un comportamento che porta al bullismo o alla vittimizzazione in internet. Dato positivo Quello che ci si chiede è se i stessi ragazzi hanno ben chiari i confini etici che vanno al di là delle competenze digitali che possono essere usate in modo costruttivo o distruttivo. In questa era, dove identità reale e virtuale diventano una cosa sola, gli adolescenti hanno bisogno non solo di essere educati al digitale, ma in particolar modo aiutati ad essere sempre più consapevoli e coscienti dei propri comportamenti in rete che, seppur protetti dallo schermo il quale crea un evitabile distacco emotivo con il mondo reale, possono avere conseguenze gravi, specie se non guidati dall'etica. Questa potrebbe diventare la nuova sfida educativa della media education, ovvero non solo educare i giovani alla competenza tecnologica, ma anche saper promuovere nuove consapevolezze sui comportamenti etici in rete.
anonymous

Occhi in rete:cinque incontri di Media Education - 9 views

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    Questo articolo presenta un progetto sottoposto a 21 studenti di scuola superiore, eterogenei per età e provenienza. Esso ha lo scopo di dare agli studenti maggior consapevolezza delle tecnologie, in particolar modo dei social network con il fine di far comprendere agli studenti vari concetti fondamentali come identità, privacy, rischio, community. Il progetto è stato suddiviso in cinque incontri. I primi due sono stati dedicati alla presentazione del concetto di media educazione e alla presentazione dei ragazzi partecipanti; nel terzo incontro c'è la visione di un film; il quarto è stato dedicato al confronto e nell' ultimo si sono affrontati il concetto di privacy dal punto di vista della rete. Il progetto è stato valutato in maniera positiva ed ha avuto ampi sviluppi futuri.
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    In questo articolo Matteo Maria Giordano, MED (membro dell'Associazione Italiana per l'educazione ai media e alla comunicazione), presenta e spiega un progetto di media education finanziato dalla scuola di Pordenone per una classe di seconda superiore. Il progetto è volto ad aiutare gli studenti a comprendere le responsabilità implicate nell'utilizzo delle nuove tecnologie e si svolge in 5 incontri, durante i quali si passa dal concetto di identità, a quello di furto d'identità e cyberbullismo, attraverso strumenti come la LIM, computer, videoproiettore, ecc. Si passa poi alla valutazione finale del progetto e ai risultati ottenuti, fino alla progettazione di futuri interventi relativi agli stessi temi. Un articolo molto interessante che dà un'idea concreta di quello che è un progetto di un intervento di Media Education.
marziachecchini

Etica hacker - Wikipedia - 3 views

  • Etica hacker Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigation Jump to search Con l'espressione etica hacker si fa riferimento all'etica emersa nelle prime comunità virtuali o "cyber communities", dedite alla programmazione informatica. Indice 1 Etimologia e storia 2 L'etica hacker 2.1 Condivisione 2.2 L'imperativo: "Hands on!" 2.3 "Community" e collaborazione 3 I "veri hackers" secondo Levy 4 L'opera di Himanen 5 Altri lavori 6 Un caso italiano 7 Note 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Collegamenti esterni Etimologia e storia
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    ho postato quest'articolo di wikipedia che ho ritenuto interessante perchè fornisce una visione alternativa della definizione di hacker che non conoscevo e che, come tante persone, interpretavo solamente nell'accezione negativa del termine di distruttore di sistemi e diffusore di virus informatici. Tra i principi fondamentali dell'etica hacker riportati in quest'articolo, c'è invece il miglioramento del mondo e delle condizioni di vita dell'essere umano attraverso la liberta', la passione e la coscienza sociale. Aggiungo anche che l'hacking è utilizzato spesso nel testare la sicurezza di programmi e la tutela della riservatezza di dati sensibili come trattato da Jon Erickson nella sua pubblicazione "l'arte dell'hacking"
gennisam

Il binomio: media e disabilità - 6 views

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    Il presente articolo indaga il binomio media e disabilità. Da un lato possiamo vedere il grande contributo che hanno portato i media nell'ambito formativo per le persone con difficoltà, attraverso l'utilizzo di tecnologie educative, come la sintesi vocale, i libri digitali, i software didattici multimediali. Dall'altro lato possiamo vedere invece come i media possono essere visti certamente come strumenti per sensibilizzare il grande pubblico su certe problematiche , ma spesso non si riscontra una sufficiente maturità culturale sulla disabilità poichè le modalità con cui se ne parla non sono adeguate.
stassik

LE TRASFORMAZIONI DELL'INTIMITÀ TRA DIS-UMANIZZAZIONE E SOCIAL MEDIA - 10 views

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    La riorganizzazione della distinzione fra sfera pubblica e sfera privata cui corrisponde una nuova cultura dell'intimità a cui assistiamo oggi è il tema principale dell'articolo "Le trasformazioni dell'umanità tra dis-umanizzaione e social media" a cura di Simona Perfetti e Rosario Ponziano, due collaboratori del Dipartimento di Lingue e Scienze dell'educazione di Università della Calabria per la rivista ufficiale del MED (Associazione italiana per la Media Education). Stiamo assistendo alla crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali e spesso si tende a dare la colpa di questo processo ai social media. A cosa ci riferiamo quando parliamo di dis-umanizzazione dei rapporti sociali? La ricerca della risposta parte dalla distinzione tra umano e dis-umano, facendo un'analisi approfondita delle capacità di provare emozioni e sentimenti e loro importanza nella vita sociale. L'abitudine di mostrare pubblicamente sentimenti, emozioni, stati d'animo, con la diffusione del web ha subito trasformazioni provocando uno slittamento di confini del rapporto fra pubblico e privato: l'intimità della sfera privata viene meno e lo spazio pubblico diventa luogo narrativo ed emozionale. Manifestare pubblicamente le proprie emozioni, false o autentiche che siano, sembra essere diventato l'unico modo per manifestare il proprio esserci a sé stessi e agli altri: mi emoziono dunque esisto pubblicamente. Con l'avvento dei social media, si verifica una sorta di drammatizzazione di circostanze ed eventi già di per sé drammatici; i media in generale, si soffermano su immagini particolarmente violente, spingendo l'individuo alla ricerca delle emozioni sempre più forti. Nella vita offline le persone violente ci sono tanto quanto nella vita online; la crescente dis-umanizzazione nei rapporti sociali esiste a prescindere dai social media e se i social media hanno un ruolo (o se vogliamo una responsabilità) è semplicemente amplificarne la portata.
minabertele

Facebook: emotività, atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti - 4 views

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    Interessante studio sugli adolescenti e l'uso dei Social Network dal quale emerge che il modo in cui un adolescente sceglie di presentarsi su una piattaforma come Facebook dipende da tante variabili personali, come il suo livello di narcisismo o la sua personalità. In tale studio sono indagati gli aspetti e i costrutti che gravitano intorno alle emozioni e ai comportamenti più frequenti di una determinata popolazione di utenti in relazione all'uso dei Social Network.
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    Facebook è il social network più utilizzato dagli adolescenti e dai giovani; a tal proposito negli ultimi anni sono state condotte diverse ricerche da numerosi studiosi per comprendere le emozioni, gli atteggiamenti, comportamenti e modalità di apprendimento legati all'utilizzo di questo strumento. L'articolo presenta una sintesi di quanto rilevato dalle numerose ricerche, le evidenze più importanti sono focalizzate sostanzialmente sulle motivazioni che spingono i giovani all'utilizzo del social network ovvero il bisogno di appartenenza riconducibile al bisogno di accettazione e di supporto da parte dei pari e all'autopresentazione attraverso la quale vengono comunicati interessi e preferenze. Gli studi hanno inoltre evidenziato la correlazione positiva tra il modello di personalità del Big Five e le modalità di interazione utilizzate
paolabagnasco

FAMIGLIE CONNESSE. SOCIAL NETWORK E RELAZIONI FAMIGLIARI ONLINE - 7 views

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    L'articolo mostra come la rete famigliare sia ormai sovrapposta alla rete delle relazioni extra famigliari. Ne derivano sinergie ma anche ostacoli, maggiore trasparenza nei rapporti tra famigliari ma anche timore di violare un'area che, per eccellenza, è sempre stata privata. Tuttavia il mondo si sta evolvendo con le nuove tecnologie e la famiglia si trova sempre più interconnessa nell'etere dei social network dei giochi virtuali e non solo più nella televisione. È giusto pertanto cercare di capire cosa succede a livello inter e transgenerazionale, sia per potere affrontare la nuova rete relazionale senza farsi sopraffare dalla sua grandezza sia per aiutare la famiglia in un nuovo approccio che non può essere se non diverso rispetto a 20 anni fa.
elisabetta1966

La Media Literacy nella prospettiva finlandese, nordica ed europea - 7 views

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    Traduzione a cura di Maria Ranieri. Abstract. Nel secolo scorso, e in special modo negli ultimi dieci anni, la questione dei media e, in particolare, il tema della media literacy ha attratto l'interesse delle autorità, degli studiosi e di altri responsabili nel settore educativo.
mariuanelli

INFORMAZIONE O PROPAGANDA? - 5 views

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    L'articolo fornisce strumenti fondamentali per riconoscere nei discorsi le forme di persuasione utilizzate dagli oratori/persuasori. Questa conoscenza favorisce lo sviluppo del pensiero critico che ci permette di difenderci, individuando le affermazioni distorte ed evitando la manipolazione mediale. In particolare l'autore descrive in una griglia i criteri e le domande guida da utilizzare per valutare l'affidabilità delle informazioni presenti nel WEB. Saper controllare l'affidabilità dell'informazione mediatica è una "competenza chiave" irrinunciabile per tutti coloro che vogliano essere cittadini consapevoli e attivi.
mariuanelli

FAMIGLIE CONNESSE. SOCIAL NETWORK E RELAZIONI FAMILIARI ONLINE - 11 views

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    Ho trovato l'articolo molto interessante in quanto analizza la trasformazione delle relazioni familiari in seguito all'utilizzo della rete. Lo spazio privato della casa, spazio tipicamente intimo abitato dal nucleo familiare, è oggi attraversato da altri spazi che ne ridefiniscono i confini relazionali e creano nuovi contesti. Ritengo indispensabile, nel mio ruolo di insegnante, conoscere questi nuovi contesti costituiti da "famiglie connesse", nelle quali crescono i bambini con cui entro quotidianamente in relazione. L'articolo analizza alcuni dei tratti più innovativi di internet, e in particolare quelli del Web 2.0 o social web, che pongono problemi nuovi alle famiglie impegnate nel lavoro di "domestication" delle nuove risorse tecnologiche e comunicative.
csileo

media education: un laboratorio fuori dall'aula - 3 views

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    Un'esperienza di media education vissuta al di fuori del contesto scolastico e calata nella realtà territoriale cittadina. È stato realizzato, mediante l'utilizzo di un'app di geolocalizzazione, un itinerario interattivo nella città di Lucca, che indica alcuni servizi presenti all'interno delle mura cittadine rivolti a famiglie, ciclisti e turisti. Un progetto che ha permesso agli alunni di diventare i veri protagonisti della propria formazione.
lcaponetti

LA RADIO ALLA SCUOLA PRIMARIA PER UN CURRICOLO MEDIA EDUCATIVO - 2 views

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    Interessante progetto condotto con gli alunni di terza elementare che sono stati impegnati in un'attività di analisi della produzione radiofonica, attraverso la redazione di 4 radiogiornali. Questo progetto ha contribuito ad una conoscenza più approfondita della radio, considerato un media più tradizionale rispetto ai media digitali, e del linguaggio radiofonico in particolare riferito al radiogiornale; sono state sviluppate anche altre conoscenze cognitive quali, analisi del linguaggio radiofonico, ricerca ed informazione sugli argomenti trattati che sono stati valorizzati da una metodologia basa sull'apprendimento collaborativo. Infatti è proprio attraverso l'apprendimento collaborativo che avviene il consolidamento della conoscenza del media dal punto di vista cognitivo. Durante la fase di audioregistrazione delle notizie prodotte, la concentrazione degli alunni era ai massimi livelli, riscontrata anche dai feedback delle docenti. Entrambi gli attori coinvolti docenti e alunni hanno espresso una valutazione positiva del progetto. Pertanto questo studio ha contribuito ad una conoscenza più approfondita del media, sia da un punto di vista teorico e pratico e al consolidamento delle conoscenze su più aree cognitive.
alelost93

Pratiche digitali e abilità di bambini al di sotto di 6 anni - 2 views

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    È interessante prendere in considerazione questo articolo pubblicato nell'anno 2017 perché riporta un lavoro di ricerca fatto in una università di Lisbona che cerca di comprendere le abilità digitali dei bambini al di sotto dei 6 anni. Alcune famiglie con bambini sono state intervistate e osservate, venendo scelte in base al livello socio-economico. Ci si interroga su che tipo di capacità possano sviluppare i bambini che utilizzano i media digitali e i risultati della ricerca hanno riportato che un alto numero di bambini usa le tecnologie in modo autonomo, senza l'aiuto dei genitori, soprattutto familiarizzano facilmente con tablet e cellulari. I bambini già da piccoli sono molto abili e precoci; quando non sanno ancora leggere e scrivere sono in grado di installare applicazioni sul telefono, usano il sistema di ricerca vocale e archiviano dati. Arrivano addirittura a cambiare la configurazione utente per entrare in siti che i genitori hanno bloccato. Bambini di 2 anni tramite queste tecnologie hanno imparato a scrivere su youtube il nome di personaggi dei cartoni animati per poterne vedere i video. I benefici dello sviluppo di queste competenze digitali in tenera età favorisce la capacità di risolvere problemi e prendere decisioni. Conseguenza molto importante è che i bambini diventano più collaborativi e sviluppano le loro capacità motorie grazie alla stimolazione cognitiva che ne deriva
verniti

La rete come una Skinner Box. Neocomportamentismo, bolle sociali e post-verità. - 1 views

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    Presenterò 3 articoli tutti pubblicati sulla rivista Media Education, studi, ricerche e nuove pratiche Vol. 9, n. 1, anno 2018. Tutti e tre gli articoli mi sembravano interessanti per descrivere i limiti, i rischi e le sfide che è necessario affrontare in questa nuova era digitale. In questo articolo , i due autori Umberto Zona e Fabio Bocci dell'Università Roma 3, propongono un avvicinamento interessante tra il web e la Skinner Box. Skinner, padre del comportamentismo e del condizionamento operante, è anche l'autore del libro Walden Two. L'idea fondante del libro è che per costruire la società del futuro è necessaria una "manipolazione sistematica del comportamento umano", tale compito è affidato agli ingegneri del comportamento. La comunità - descritta in questo libro - vive nella Skinner box ed è monitorata da tali ingegneri. Il progetto sociale del comportamentismo espresso nel libro, trova il suo declino con l'avvento dell'automazione e del web. Il web originariamente e giustamente viene visto come un luogo che apre spazi impensabili per "la creazione dal basso dell'informazione", successivamente con la circolarità delle informazioni, esso diventa opportunità del potere per effettuare un controllo sociale. Proprio in tal senso il web, la rete, viene definita una Skinner box. A differenza della comunità di Walden Two, la rete è controllata e governata da algoritmi che elaborano una mole elevatissima di dati (big data), ma essi - come gli ingegneri del comportamento - predicono i nostri desideri, progettano i nostri comportamenti. In tal senso, gli autori evidenziano i rischi a cui andiamo incontro.
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