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nazagiu

DIVARIO GENERALE E DAD - 6 views

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    L'emergenza sanitaria ha costretto la scuola ad utilizzare la didattica a distanza, che ha subito evidenziato il problema del divario digitale. Questo termine comprende non solo coloro che sono svantaggiati economicamente e che hanno quindi più probabilità di non poter accedere ad Internet, ma anche tutti coloro che non hanno le competenze necessarie ad utilizzare le piattaforme digitali in modo adeguato. Per garantire un'uguaglianza in questo ambito sarà quindi necessario implementare gli insegnamenti riguardanti i media digitali, concentrandosi non solo sugli aspetti tecnici ma anche sulla costruzione di nuove conoscenze attraverso le tecnologie.
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    Questo articolo mi ha molto colpito e interessata, in quanto, quest'anno posso vantare di un'esperienza come insegnante alla scuola Primaria. A Marzo 2021 il Presedente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha predisposto la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado in zona rossa, ho vissuto in prima persona la Dad. Da ragazza di 23 anni, cresciuta insieme alla tecnologia, ho osservato tutto ciò che accadeva attorno me e ne sono rimasta scioccata. La cosa più impressionante è stata che a Marzo 2021 le criticità erano le stesse presenti a Marzo 2020. Struttura scolastica e famiglie non attrezzate opportunamente, senza PC/tablet (o di vecchia data), senza connessioni efficaci e, la cosa più grave a parer mio, senza interesse a rinnovarsi dal punto di vista tecnologico. Possibile che nell'anno 2021 esiste ancora questo divario digitale? Possibile che le persone non capiscono quanto la tecnologia può semplificare azioni della vita quotidiana? Questo un mio parere, ovviamente molti sono contrari a tutto ciò, ma ne vale la pena fermarsi e riflettere.
dtomassini

Le tre facce del Digital Divide - 2 views

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    Non tutte le persone hanno accesso alle tecnologie e il Digital Divide indica proprio l'esclusione digitale. Tra le categorie, i gruppi sociali esclusi sono: gli anziani, gli immigrati, le donne disoccupate e detenuti, disabili e persone con poca istruzione. Eppure, in Italia nel 2015 è stata approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet, la quale sancisce il "diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". E l'esclusione digitale "impedisce anche di usufruire al meglio dei diritti di cittadinanza e di partecipazione" L'esclusione digitale rende difficile accedere e/o integrarsi nel mondo del lavoro, della sanità, della vita quotidiana. Basta pensare alla prenotazione di prestazioni sanitarie, alla home banking, alla emissione di certificati. Ne è un esempio lo SPID non accessibile ad una persona anziana, poco istruita, senza l'aiuto di un figlio o nipote che possa aiutarla o alla riscossione della pensione di anzianità senza un conto bancario o postale al quale poter accedere tranquillamente da casa per gestirne i pagamenti delle utenze domestiche, e il tutto via internet. Tra le cause di questo divario tecnologico troviamo:  mancanza di una rete internet adeguata, scarsa velocità e costi eccessivi (quindi in ambito infrastrutturale);  scarse competenze digitali dovute a questioni generazionali, linguistiche, culturali, mancanza di supporti tecnologici, accesso a dispositivi e scarso reddito (si tratta di divario socioculturale);  assenza di connessione internet e/o centri di servizi e assistenza tecnica (caratteristiche territoriali).
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    Dovendo fare un excursus storico sul Digital Divide si individuano due tappe importanti: la prima risale agli anni '90 - con l'inizio del dibattito pubblico sulla inclusione digitale - e l'altra al 2012, quando l'ONU riconosce l'accesso al web come diritto fondamentale dell'uomo (*). Ogni stato membro è chiamato a promuovere e "facilitare" l'utilizzazione di internet. (*) la rete viene definita "una forza nell'accelerazione del progresso verso lo sviluppo nelle sue varie forme". E nel 2015 in Italia nel 2015 viene approvata la Dichiarazione dei doveri e diritti in Internet. Tale documento sancisce quel diritto di accedere ad internet in "condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale". Nonostante le premesse di cui sopra e nonostante una rilevante transazione digitale, l'Italia: - è posizionata al terzultimo posto fra i ventotto Stati membri, secondo il DESI (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione Europea - 2020 - 1/3 delle famiglie italiane non ha ancora a disposizione un computer e/o l'accesso a Internet da casa secondo un rapporto ISTAT BES del 2020 (Benessere equo e sostenibile). Tale divario è fortemente legato a fattori socio-economici-culturali e soprattutto nel Sud Italia. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede di realizzare formazione digitale con destinati 250 milioni di euro e di portare all'inclusione circa il 70% della popolazione entro il 2026. Testo integrale dell'articolo al link riportato all'item URL.
annaserroni

Divari digitali e disuguaglianze in Italia prima e durante il Covid-19 - 4 views

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    Chi ha accesso ad internet e sa come usarlo, e chi no: è il divario digitale che riguarda non solo i cittadini ma anche vari settori della pubblica amministrazione e del privato, come ha reso evidente la crisi Covid-19. Donatella Selva analizza la prospettiva sociale del divario digitale, legata alle competenze digitali, alla media literacy e all'inclusione. Nell'articolo confronta i dati del posizionamento dell'Italia rispetto all'indice Desi 2020 che misura la "performance digitale" attraverso cinque dimensioni: connettività, capitale umano, uso di servizi digitali, integrazione della tecnologia digitale, servizi pubblici digitali. La crisi sanitaria ha esacerbato le condizioni di deprivazione di alcuni servizi connessi ai diritti fondamentali dei cittadini, come la scuola, e le differenze di accesso ai servizi digitali in base al reddito delle famiglie. L'attenzione si è spostata dai problemi infrastrutturali ad un ambito più politicizzato e attento agli squilibri socio-economici e all'importanza di una maggiore responsabilizzazione dei cittadini nell'uso dei media digitali. SELVA, D. (2020). Divari digitali e disuguaglianze in Italia prima e durante il Covid-19. Culture e Studi del Sociale, 5(2), 463-483
ssibona

Un Framework Concettuale per Colmare il Divario Digitale e Promuovere l'Alfabetizzazion... - 3 views

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    Il documento, redatto da Sani Boye Mohammodu, Patricia Namukombo Mwansa, Gaudencia Mutanu Muthike e Pascal Chabwino Ndowo, presenta un framework concettuale mirato a ridurre il divario digitale e a promuovere l'inclusione della competenza tecnica nei contesti educativi. L'articolo discute strategie per affrontare le disuguaglianze nell'accesso alle tecnologie digitali e alle risorse connesse, con l'obiettivo di garantire equità educativa e mobilità socioeconomica. Viene proposto un approccio che comprende la revisione della letteratura, la collaborazione tra stakeholder, lo sviluppo del framework e l'implementazione di programmi pilota per promuovere l'inclusione digitale e l'alfabetizzazione tecnologica. Il documento sottolinea l'importanza di uno sforzo collettivo per migliorare l'accesso alle tecnologie digitali e per integrare l'alfabetizzazione digitale nei curricula educativi.
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
sabrinaf-

Cittadinanza digitale | Educazione civica | Rai Scuola - 1 views

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    Quando si parla di cittadinanza digitale ci si riferisce alla capacità - e alla possibilità - per i cittadini di partecipare alla società attraverso mezzi e strumenti digitali. Il focus si centra sulla creazione di nuove modalità d'accesso a servizi già esistenti e la creazione di nuovi servizi. In una realtà sempre più informatizzata, oggi essere cittadini digitali significa partecipare alla vita pubblica usando in modo consapevole gli strumenti tecnologici, in un'ottica di sviluppo del pensiero critico. Significa saper effettuare pagamenti elettronici e poter dialogare con i servizi online della Pubblica Amministrazione. Significa rispettare un galateo digitale nei social network, essere in grado di proteggersi dalle truffe in rete e osservare norme come il rispetto della privacy e del diritto d'autore. Ma non è un percorso senza ostacoli, primo fra tutti il "digital divide" ovvero il divario fra chi ha accesso a Internet e chi invece, per scelta o meno, non ce l'ha. Questo video, rivolto principalmente agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, spiega, secondo me, in maniera chiara e comprensibile i concetti che sono alla base della cittadinanza digitale. Trovo che la scelta di usare un video per spiegare il significato di cittadinanza digitale piuttosto che un altro mezzo di comunicazione sia strategica in quanto ci si rivolge soprattutto a fruitori di giovane età abituati ad acquisire informazioni attraverso canali digitali piuttosto che attraverso altri canali ormai obsoleti.
psicolb

Will the Spread of Digital Technologies Spell the End of the Knowledge Divide? - 4 views

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    In questo interessante articolo, originariamente presentato in Lingua Inglese, l'autore esprime come le tecnologie digitali possono aiutare ad espandere e democratizzare la conoscenza diffondendola equamente. Evidenze suggeriscono che le tecnologie digitali stanno effettivamente contribuendo ad espandere la conoscenza, ma non riescono a democratizzarla. Esse se da un lato stanno contribuendo a colmare il divario, non sono sufficienti a colmare il divario della conoscenza. La conoscenza e la sua democratizzazione per l'autore richiede il rafforzamento delle "fondamenta analogiche" della rivoluzione digitale quali: concorrenza, istruzione e istituzioni che influiscono. Queste analizzate sotto tre esempi: i social media, gestione dei dati (Big Data e Open data) e l'uso di piattaforme digitali.
chinellato

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 10 views

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    La complessità sociale sta interrogandosi e interrogandoci sulla funzione dei nuovi media come componente costitutivo della vita pubblica e privata nel quotidiano dei minori. L'utilizzo di questi media contribuisce in modo determinante alla costruzione dell'identità personale e sociale. L'elemento portante di questa dimensione è il piacere che essi ricavano dal gioco. Nel presente bookmark si vuole porre l'attenzione sul divario tra l'educazione formale e il ruolo dei nuovi media. Tale divario può essere ridotto nel momento in cui l'educazione formale non rifiuta a priori i media ma li inserisce nella propria programmazione sfruttando le potenzialità creative e critiche allo stesso tempo. Attraverso questa nuova modalità di intendere l'educazione si aiutano i minori a modificare la loro condizione di puri consumatori facendoli diventare operatori di costruzione sociale condivisa.
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    L'articolo della Prof.ssa Gianna Cappello dell'Università degli Studi di Palermo affronta le sfide della Media Education e la responsabilità degli operatori del settore educativo. Il successo dei media ha sollevato una serie di riflessioni sui processi educativi nella società contemporanea. Infatti, non va perduta l'occasione fornita dalla predisposizione dei ragazzi per l'utilizzo dei media e va corrisposta da parte degli educatori altrettanta attenzione all'evoluzione dell'educazione formale. La Media Education è lo strumento a disposizione degli educatori per garantire ai ragazzi di coniugare l'interesse per le loro esperienze mediali quotidiane con l'analisi critica della loro condizione di consumatori e cittadini nella cultura e nella società contemporanea.
lindamalatesta

Data commons: privacy e cybersecurity sono diritti umani fondamentali | Rivista i... - 6 views

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    In questo articolo, l'autore discute l'importanza della privacy nell'era digitale e quante persone ancora non apprezzano la privacy dei propri dati personali nonostante la disponibilità del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). L'articolo sostiene che i dati sono "l'oro e il petrolio" dell'umanità connessa e la corretta gestione dei dati personali è fondamentale per la libertà quotidiana di scelta. L'autore evidenzia i pericoli del divario digitale, in cui alcuni individui sono in grado di controllare e proteggere i propri dati personali, mentre altri non sono in grado di farlo. L'articolo discute anche di come potenti algoritmi, attraverso l'uso di tecniche come la psicometria, consentano alle piattaforme di raccogliere e trarre profitto dai dati personali, portando a un nuovo feudalesimo digitale. Lo scandalo di Cambridge Analytica è presentato come un esempio di violazione dei dati e di come le piattaforme possono utilizzare i dati personali per indirizzare individui specifici con messaggi che rafforzano le loro convinzioni esistenti.
milozzi

Increase in gender gap in the digital sector - Study on Women in the Digital Age | Digi... - 0 views

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    Questo nuovo studio sulle donne nell'era digitale evidenzia l'esistenza di un divario crescente tra la partecipazione degli uomini e delle donne al settore digitale nei diversi campi: dell'istruzione, nella carriera e nell'imprenditorialità. Lo studio, lanciato dalla Commissione europea, ha rilevato che, nonostante la crescente domanda di specialisti ICT e profili digitali, la percentuale di europei con l'istruzione legata alle ICT sta diminuendo. Anche se questa è una tendenza comune per entrambi i sessi, ci sono donne minori rispetto agli uomini che ricoprono posti di lavoro e istruzione correlati alle ICT.
eleonoracascone

Tecnologia, "lingua morta" della scuola italiana: da dove ripartire | Agenda Digitale - 3 views

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    In questo articolo del 4 settembre 2020 Lorenza Saettone, filosofa specializzata in Epistemologia e Cognitivismo, affronta alcune importanti questioni sulla DAD utilizzata durante l'emergenza Covid-19. Gli entusiasmi iniziali dovuti alla DAD hanno lasciato il posto ai dati registrati in questi mesi, dai quali è emerso come un elevato numero di studenti italiani non abbia preso parte alle lezioni .Ciò ha posto l'attenzione sul divario socio economico esistente tra gli alunni . Il Word Wild Web , nato per essere gratuito ed accessibile a tutti, purtroppo ancor oggi non è precluso ai ragazzi meno abbienti. Un altro spunto di riflessione nasce dalla mancata preparazione degli insegnanti a svolgere DAD e, quindi la necessità di formare docenti e studenti. Ad oggi la tecnologia appare come "inapplicabile " nella scuola italiana.
giannib71

Adolescenti - 2 views

Adolescenti Il mondo degli adolescenti e' sempre stato in movimento, cangiante ma negli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie questa accelerazione e' diventata ancora più dirompente. Il ...

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
franam

Nuove sfide della media education nell'era digitale, analisi critica e produzione creat... - 5 views

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    Gianna Cappello, insegnante di sociologia della comunicazione, dell'educazione e dei processi culturali presso l'Università di Palermo e cofondatore e presidente del MED, l'Associazione Italiana per l'Educazione ai Media e alla Comunicazione, ha scritto un articolo per la "rivista di storia dell'educazione" in cui parla delle nuove sfide della media education nell'era digitale. Il testo sottolinea l'importanza dei media nella vita dei minori, affermando che il consumo dei media gioca un ruolo fondamentale nella costruzione della loro identità e socialità. Si afferma che l'educazione formale deve riconoscere questa dimensione per evitare di allontanarsi sempre di più dalla realtà vissuta dai ragazzi al di fuori della scuola. Si propone l'introduzione della media education per ridurre questo divario, combinando l'analisi critica con la produzione creativa degli studenti. L'obiettivo è consentire loro di esplorare i piaceri derivanti dai media, affrontando allo stesso tempo criticamente il loro ruolo di consumatori e cittadini nella cultura contemporanea. La media education si basa su competenze di lettura critica dei media e sulla partecipazione attiva nella società mediatica. Infine, si afferma che la media education dovrebbe combinare l'analisi critica con la produzione creativa, tenendo conto delle complesse questioni legate all'identità, alla socialità, al gusto e al piacere che i media sollevano per i minori.
danielabauducco

Il medium è il messaggio? Sì, anche per gli adulti! Ovvero, la media educatio... - 5 views

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    Questo articolo di Annalisa Fabris del 26/09/2018 approfondisce la famosa previsione di Marshall McLuhan "il medium è il messaggio", sottolineando la necessità di formazione mediale anche per gli adulti e gli anziani in un'ottica di longlife-learning. Un approccio consapevole all'utilizzo dei media consente infatti non solo l'esercizio critico ma anche la maggiore capacità di comprendere la crescente complessità della realtà ed i mutamenti sociali, prerogative tipiche della maturità.
danisusan

Media Duemila Quando il Robot è in cattedra: Bina48 da ideacity a West Point... - 3 views

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    Il social innovation più famoso del Canada Znaimer disse: "Mi trovo a cavallo del divario Analogico / Digitale perché mi piacciono i "vecchi" media, e credo che ci sono ancora molte cose creative da fare nel contesto. Ma nello stesso tempo, insieme alle molte collisioni anche personali che segnano ogni vita, mi ritrovo anche a vivere il dramma più grande legato all'incessante evoluzione della tecnologia. Con gli utopisti digitali che ho ammirato, sostenuto e presentato a Ideacity ho spesso predetto la morte delle cose che amo, a volte anche in modi non troppo gentili. Tutte le nuove invenzioni hanno conseguenze, non si può tornare indietro. Quindi che si fa? Come ci arriviamo, quanto c'è di utile in questi mondi in collisione?" Forse noi degli anni '70 siamo quella generazione di passaggio che ancora possiamo paragonare e valutare i vantaggi della galoppante tecnologia, leggendo questo articolo posso sicuramente apprezzare i vantaggi di una tale innovazione...ma nel contempo ricordare quanto era educativa e quanto mi hanno insegnato i professori "di carne vera"solo con uno sguardo...e Bina non lo può "ancora" fare! https://twitter.com/iBina48?lang=it
bbrilla

A snapshot of Media Literacy in Australian Schools - 1 views

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    La ricerca, dell'Università della Tasmania, indaga l'importanza di un programma di media literacy all'interno della scuola, partendo da dati concreti ottenuti attraverso un sondaggio tra insegnati, sulla situazione attuale della ME. L'articolo offre sia un punto di vista degli insegnati, sia dati riguardanti la discrepanza che vi è tra i giovani tra utilizzo dei medi e capacità critica di questi ultimi. Infine, presenta un excursus su ciò che si potrebbe fare, specialmente per sostenere i professori nell'insegnamento della ME.
angeloguarnieri

Analisi critica vs. produzione creativa. Le nuove sfide della media education nell'era ... - 4 views

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    Il consumo dei media è diventato parte importante della vita pubblica e privata delle persone e soprattutto dei minori. Per i ragazzi i media sono parte indispensabile della loro vita e vengono utilizzati sia per gioco, piacere e comunicazione. Considerato questo, l'articolo vuole evidenziare che se l'educazione scolastica formale non riconosce il ruolo dei media, il divario con quest'ultimi è destinato ad aumentare. Una risposta a questo problema può essere data dall'introduzione della media education, la quale però deve combinare l'analisi critica alla produzione degli studenti. Combinare i due elementi è fondamentale ed indispensabile perché la preferenza dei media educator per l'analisi critica, non riconoscendo a pieno il valore delle esperienze modali degli studenti, risulta poco significativa nei vissuti degli stessi. L'autrice sostiene così che l'analisi critica finisce o per zittire gli studenti o per spingerli a dare delle risposte preconfezionate. Allo stesso modo anche la sola attività creativa è limitata perché può trasformarsi in un gioco soggettivo ed autoreferenziale. La media education, combinando i due elementi, può aprire nella scuola uno spazio dove gli studenti siano capaci di esplorare gli aspetti piacevoli della propria esperienza mediale ma, allo stesso tempo, riescano ad analizzare criticamente la loro condizione nella società contemporanea. Pertanto, all'interno della media education, gli insegnanti devono fare un passo indietro perché la produzione creativa necessità che agli studenti sia dato lo spazio per l'autoespressione e la responsabilizzazione personale. In pratica, gli studenti devono usare i media per comunicare, esprimersi e sviluppare la loro creatività accompagnando a ciò con la riflessione e l'autovalutazione, in modo da essere cittadini capaci di prendere decisioni libere ed informate.
al1c381

Le relazioni familiari nell'era delle reti digitali - 2 views

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    L'elaborato, scritto dalla Dott.ssa Marianna Caucino, ha l'obiettivo di approfondire l'effetto che l'uso massiccio delle tecnologie ha avuto sulla comunicazione all'interno del nucleo familiare e specificatamente tra genitore e figlio. In particolare delinea le possibili sfaccettature della funzione genitoriale nell'utilizzo delle tecnologie digitali e nel gestire il divario digitale che vede i "nativi digitali" più competenti nell'uso delle tecnologie di comunicazione. Perchè è opportuno lavorare sulla prevenzione e il supporto alla genitorialità? Vengono inoltre descritte dall'autrice le attività di "sharenting" e i possibili rischi, esprimendo un parere più favorevole alle pratiche mediattive che sostengano i figli nella navigazione consapevole e nello sviluppo del pensiero critico.
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