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maricaguida

Lo sviluppo dei Social Network - Fenomeno di socializzazione o alienazione? - 5 views

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    L'articolo in questione parla dei social network i quali, ormai è sotto gli occhi di tutti, hanno effetti sul sentire e sul pensare, cambiano i rapporti che si hanno con sé stessi e gli altri: essi diventano più diretti, più facili ma anche più mediati e di conseguenza meno genuini. Ormai Facebook, Twitter o Instagram (per citarne alcuni) sono entrati nel nostro quotidiano portando con loro molte relazioni interpersonali che vanno a sottolineare la differenza con blog, chat e forum tipici del Web 1.0. Va da sé che questi nuovi strumenti tecnologici hanno reso al limite dell'obsoleto le forme d'interazione tradizionali. Punti di forza sono la facile accessibilità ed il semplice utilizzo. Tuttavia, se è vero che ci danno la sensazione di essere più sociali, non ci garantiscono questo risultato: basti pensare che spesso, quando accediamo ad un social network, lo facciamo in solitudine. Alcune ricerche svolte sui Social Network mostrano che questi coinvolgono tutte le fasce d'età, con predilezione degli adolescenti, ed inoltre in molti hanno confessato di avervi trovato addirittura l'anima gemella. I motivi che portano all'utilizzo variano dal divertimento all'inclusione sociale: i più estroversi aumentano la loro posizione sociale mentre gli introversi aiutano sé stessi a relazionarsi. Ad ogni modo internet, anche con questi strumenti, si conferma un luogo dove rifugiarsi dal mondo reale, dove si possono facilmente superare le difficoltà di comunicazione, trovando quindi una forte utilità. E' utile sottolineare infine che, vista l'alternanza di pregi e difetti, evidenziati da molti punti di vista, come ogni strumento il Social Network va maneggiato con cura.
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    Questo articolo parla dei social network e degli effetti che possono avere su se stessi ma anche sugli altri. I social network portano sicuramente vantaggi come maggiore socializzazione, aumentano l'autostima di chi li utilizza (probabilmente anche perchè non consentono lo stesso contatto che consentirebbe invece il famoso "contatto fisico"), facilitano le relazioni. Tuttavia hanno grandemente modificato le forme di interazione tradizionali. I social Network non hanno un target specifico, anzi, coinvolgono tutte le fasce d'età , in maniera particolare quella degli adolescenti che risultano essere i più attratti da questi nuovi "meccanismi mediatici". In questo articolo pertanto sono presentati vantaggi e svantaggi di questi social network che andrebbero maneggiati con molta cautela.
alefoglia

Diario di un cyberbullo - 2 views

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    "Pierfrancesco Favino interpreta Laura, una ragazzina di quattordici anni che, come tutti i suoi coetanei, è decisa a diventare famosa su Internet. Quando suo padre le regala il nuovo smartphone comincia la sua scalata verso il successo. Mentre scrive il suo diario, gli anni passano e le vicende si susseguono fino a portarla a una triste presa di coscienza. Come Laura, molti ragazzi non sanno di essere dei potenziali cyberbulli." Questo video mi colpii, oltre che per la bravura dell'attore, per come è realistico nel sottolineare la superficialità delle nuove generazioni nel vivere sui social. L'ho voluto condividere affinché possa essere utilizzato (specialmente da insegnanti/educatori) per stimolare le giovani popolazioni alla riflessione sulla pericolosità della vita digitale.
vitadepasquale

Giovani appartenenti al mondo dei Social Network - 5 views

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    I giovani di oggi occupano gran parte delle loro ore giornaliere a scoprire nuovi siti e pagine del mondo di internet, sottovalutando che la comunicazione verbale è molto più importante dei piccoli schermi. Essi ormai sono a disposizione di tutte le generazioni e hanno un impatto sociale con il mondo virtuale. I social network hanno però dei pregi e dei difetti: i pregi riguardano secondo me una comunicazione e scambio di idee in modo più facilitato e veloce; invece i difetti secondo me appartengono alla comunicazione superficiale e banale che si effettua oggi giorno rendendo i ragazzi incapaci di socializzare creando un' effettiva dipendenza e distacco dalla vita sociale che si svolgeva quando tutto ciò non esisteva, facendo loro perdere i veri principi e valori della vita.
annafoga

Sindrome di Hikikomori e Fobia Sociale: quale relazione tra i due disturbi? - 1 views

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    L'articolo indaga la relazione tra la sindrome di Hikikomori, e la fobia sociale, soffermandosi sul ruolo genitoriale alla base dei disturbi, e distingue tra sindrome di Hikikomori primaria, il ragazzo non manifesta una diagnosi grave pur non essendo in grado di entrare in società, e secondaria, quando il ragazzo presenta gravi disturbi mentali tra i quali il Disturbo d'Ansia Sociale.
paolabagnasco

© PSYCHOMEDIA - Marco Longo - Abuso e Dipendenza da Internet e dai Nuovi Media - 4 views

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    di Marco Longo Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoanalista SPI (IPA), Gruppoanalista IIPG e COIRAG (IAGP), Fondatore e Direttore di Psychomedia.it (Testata Online Registrata nel 1996), Fondatore e Segretario della SIPtech (Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei Nuovi Media), Fondatore di Psychocity.it Fino agli anni '80, in "Epoca Predigitale", per la comunicazione si utilizzavano quasi esclusivamente (tranne rarissime eccezioni sperimentali, soprattutto di carattere militare) i classici Media Analogici: il Telefono e la Filodiffusione, la Radio e la Televisione, la City Band (CB) e per i radioamatori il VHF, ecc.
saradevirgilio94

Studentessa bendata durante interrogazione: "Mi sono sentita umiliata" - 4 views

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    Con il termine "didattica a distanza" si indica un percorso educativo mediato dal computer e da Internet in cui il docente organizza le attività in un percorso online a cui gli studenti accedono in modo autonomo. Si tratta in sostanza, di un metodo di autoapprendimento che porta a rafforzare il sistema di formazione aperta e continua, progettato secondo quanto richiesto dal M.I. Aumentano, in questo momento storico, però, gli illeciti, piccoli e più evidenti, di tipo comportamentale che nella formazione a distanza, evidentemente, si ripropongono come a scuola: copiare. Così la docente ha chiesto a questa studentessa di bendarsi gli occhi e non è un episodio isolato. Questi ragazzi non sono come noi, studenti UNI Nettuno, dotati di un bagaglio di conoscenze ed esperienze alle spalle, per sostenere una didattica di questo tipo. Inoltre, un conto è seguire delle video-lezioni di massimo 45 minuti, tempo massimo in cui riusciamo ad essere attivamente attenti, che puoi interrompere e riprendere quando vuoi, un conto è sostenere per lo più 5h di lezione continuative su programmi che, sostanzialmente, sono stati organizzati in modo improvvisato, ovvero non si basano su delle metodiche di apprendimento certificate e sperimentate negli anni. Secondo la mia opinione queste notizie dovrebbero far riflettere il M.I. per riprogettare la DAD attraverso un uso più consapevole dei mezzi che la scuola a distanza ha a disposizione, senza arrivare ad umiliare i propri studenti, perché ricordiamolo: sono gli adolescenti che soffrono di più in questa pandemia!
simonamariani

"Blue whale", il gioco della morte. - 3 views

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    Le balene blu a volte si spiaggiano, lasciandosi morire senza un apparente motivo. Prende spunto da questo il gioco tremendo che nasce in Russia e ha iniziato a "spopolare" tra gli adolescenti sul web. Ci sono molte indagini in corso e punti controversi sulla questione. Ma un punto fermo su queste morti è che sono avvolte da un grande mistero. Gli adolescenti che cadono nelle maglie di questa rete mortale, devono affrontare un gioco costituito da 50 step sempre più pericolosi, dal farsi un graffio fino a lanciarsi giù nel vuoto di un palazzo. Viene sfruttato il periodo di estrema fragilità e cambiamento che gli adolescenti attraversano, costellati da necessità, bisogni e problematiche sempre più intense. É una generazione sempre più iper-connessa, ma al contempo sempre più sola. Si tratta di un fenomeno nuovo e pericoloso, una anonima rete criminale contro uno, contro anche la sua fragilità di essere accettato. Questo è uno dei tanti aspetti del dark web. Il grande rischio del web è quello di essere virale e di conseguenza i fenomeni diventano di massa e incontrollabili, basti ricordare il fenomeno del contest virale che incitava i ragazzi a bere fino allo sfinimento sotto lo sguardo di tutta la rete. È importante sensibilizzare gli studenti sul corretto uso di internet, sulle insidie che si annidano sulla rete. Il messaggio che deve passare forte e chiaro, è che la vita non è il numero di "like" ricevuto, ma quello che uno fa concretamente nella propria quotidianità.
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    Io credo che la voglia di trasgressione nei giovani sia sempre esistita con la differenza che, mentre prima era limitata ad un gruppo ristretto, oggi grazie al web che funge da diffusore, si è amplificata anche l'esibizione. Questo può indurre ad effetti negativi e distruttivi. Le responsabilità sono molteplici, della famiglia che non impone più regole, del fatto che i bambini già a tre anni dispongono del cellulare o della scuola che manca di un programma nella didattica, adeguato ai tempi. Ma Oltre le responsabilità occorre capire come affrontare il problema che è reale. Ragazzi, docenti, educatori devono acquisire le giuste competenze per comprendere e interpretare quelli che sono i nuovi scenari della comunicazione digitale, muoversi correttamente all'interno dei social, individuando "fake news", contrastando fenomeni come il cyber-bullismo, comprendendo e utilizzando, pertanto, appieno, le possibilità enormi che il digitale offre. Ecco l'utilità dell'educazione ai media tramite attività formative sia per studenti, sia per docenti sia per famiglie, tramite esperti della comunicazione digitale con l'obiettivo di contribuire a sviluppare la cultura della comunicazione efficace attraverso l'utilizzo corretto dei social e del web verso anche una "comunicazione gentile ".
grassilaura

Nicholas Carr: Internet ci rende stupidi? Repubblica.it - 3 views

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    Otto anni fa Nicholas Carr scatena un dibattito che ancora divide gli appassionati: "Mi manca il mio vecchio cervello, Google ci rende stupidi", disse lo scrittore americano in un ormai celebre articolo dal quale ricavò anche un libro. Il sociologo Derrick de Kerckhove parte dalla tesi di Carr ma la contesta. Il web può essere una opportunità: più informazioni da condividere, più creatività, un "nuovo Rinascimento" tuttavia consiglia di non essere schiavi del cellulare, staccarsi un attimo, fare passeggiate, leggere, ascoltare musica, parlare con qualcuno senza controllare il telefonino.
samuele11

I giovani e le nuove tecnologie: cosa c'è di buono da prendere? - 1 views

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    Mentre leggevo questo articolo trovato su internet ,mi sono accorto che faccio parte dell'ultima generazione cresciuta prima di questa esplosione nel mondo sociale della tecnologia . Le nuove tecnologie , sviluppatesi dopo i vari step di informazioni di massa , come la stampa, la radio , la tv , ora sono presenti nel nostro mondo quasi come una necessità per la nostra realtà,il nostro mondo . Ma quanto è giusto o sbagliato lo sviluppo così veloce e persuasivo della tecnologia nella nostra società ? Vari autori hanno espresso il proprio concetto a riguardo , come Postman , contrario a questo a boom tecnologico , favorevole si valori tradizionali e autorevoli oramai in parte decentralizzati dall'utilizzo sbagliato della tecnologia nei confronti dei bambini, giovani . A pro di questo aspetto è invece Tapscott , favorevole al cambiamento in quanto porta all'arricchimento dei giovani , come idee, come accessibilità alle info , creatività . Quindi la tecnologia non esprime solo aspetti ludici e sociali ma anche offrono opportunità di accessibilità e di accrescimento rapido di informazioni del mondo reale , passato, presente e futuro . È importante che si faccia il giusto utilizzo affinché porti aspetti, idee e comportamenti antisociali nei giovani .
paribeni

Social Withdraw e Hikikomori: in cosa consiste, definizione e ipotesi d'intervento - 5 views

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    Articolo pubblicato dal giornale delle scienze psicologiche State of Mind il 26 Aprile 2017, che parla di un fenomeno riscontrato negli adolescenti. Con il termine Social withdrawal si intende una condizione sociale caratterizzata prevalentemente da sentimenti di solitudine, isolamento, ritiro dalla società e dalle relazioni interpersonali. Il termine hikikomori è stato formulato dallo psichiatra Saito Tamaki, direttore del dipartimento psichiatrico dell'Ospedale Sofukai Sasaki di Chiba, per riferirsi al fenomeno di persone che hanno scelto una condizione di autoreclusione permanente al fine di ritirarsi dalla vita sociale. La dimensione del gruppo sulla piattaforma virtuale crea un senso di appartenenza e di accettazione immediata che non sembra essere caratterizzato dai tempi e dalle regole più severe a cui sottostanno i gruppi nella realtà quotidiana ( Lavenia 2012). La cura terapeutica per questo fenomeno criticamente diffuso non consiste nel portare il giovane dallo psicologo ma portare lo psicologo dal giovane, nella sua stanza, nel suo mondo con l'obbiettivo di avere da lui il permesso di stare lì. Uscire e tornare al mondo reale avverrà successivamente e gradualmente. Non bisogna portare fuori il ragazzo bruscamente perché in questo modo non si ottiene niente, c'è bisogno di calma e tempo per riportarlo in una condizione di sicurezza e tranquillità nei confronti del resto del mondo dal quale si è isolato per paura di essere inadeguato.
anonymous

I Social Network e i cambiamenti nel cervello. Pericolo o Evoluzione? - 6 views

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    La scelta dell'articolo nasce dalla continua sensibilizzazione verso le conseguenze dell'esposizione esagerata e senza controllo all'uso dei social network, dagli studi emerge che l'esposizione massiccia verso questi media digitali produrrebbe cambiamenti nei circuiti cerebrali riducendo attenzione, interagendo negativamente sulle emozioni e sulle relazioni che risultano essere vissute in modo sempre più virtuale e sempre meno reale. Nell'articolo si mette in evidenza che il cervello dei giovani è danneggiato perché non viene più impegnato in attività nelle quali gli uomini si sono impegnati per millenni, in quanto tutto oramai viene mediato da internet, tutto è di facile e immediato accesso, senza bisogno di grande impegno e utilizzo di strategie attive e partecipative della persona. Pur considerando media e social media mezzi che possono favorire positivamente processi di apprendimento e di educazione, ritengo che lo sviluppo e l'apprendimento non possano prescindere dall'interazione sociale che solo i rapporti reali possono garantire. È vero che le epoche di cambiamento segnano nel loro passaggio sempre perplessità e difficoltà di accettazione, così come avvenne nel passaggio dall'oralità alla scrittura che qualcosa ha tolto ma tanto ha concesso, sicuramente non si può fermare il progresso e l'evoluzione dei media, ma si può intervenire sulla buona educazione all'uso di questi mezzi, attraverso una maggiore consapevolezza e capacità critica. L'articolo si conclude con uno spunto di riflessione importante, riferito al fatto che i social non sono per forza responsabili di una regressione nel funzionamento del cervello dei giovani, ma potrebbero anche migliorarne il funzionamento, ancora questo non lo possiamo sapere in quanto gli studi sono ancora aperti.
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    Esatto, come ci sono evidenze scientifiche che la #tecnologia della scrittura ha stimolato l'evoluzione della #coscienza nella mente bicamerale degli esseri umani, probabilmente i Social Network porteranno a nuove #evoluzioni. Bibliografia Jaynes, J. (2000). The origin of consciousness in the breakdown of the bicameral mind. Houghton Mifflin Harcourt. Kuijsten, M. (Ed.). (2013). Reflections on the dawn of consciousness: Julian Jaynes's bicameral mind theory revisited. Julian Jaynes Society. Kuijsten, M. (2016). Gods, Voices, and the Bicameral Mind. Wile, L. (2018). The Jaynes Legacy: Shining New Light Through the Cracks of the Bicameral Mind. Andrews UK Limited. Cavanna, A. E., & Nani, A. (2019). Were Babylonians Self-Conscious?. Elenco evidenze a supporto della teoria di Julian Jaynes (1920-1997) https://www.julianjaynes.org/supporting-evidence.php
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    Nell'articolo di Francesca Fiore, riportato sul sito "State of Mind" ( Il giornale delle scienze psicologiche), viene affrontato un tema molto importante, in cui esamina i cambiamenti che porterebbero i Social Network nei giovani, riducendo la loro attenzione e facendoli regredire verso uno "Stadio infantile". L'autrice dell'articolo, fa riferimento ad un articolo della Greenfield in cui risponde a delle domande riguardanti il "Vivere online". La Greenfield parla degli effetti negativi che i nuovi media sono in grado di produrre, quest'ultimi generano difatti profondi cambiamenti nel cervello dei giovani come ad esempio una riduzione dell'attenzione, incoraggiando così la gratificazione istantanea e azzerando le relazioni umane reali. Diversi studi confermano che i nuovi strumenti multimediali sono una delle preoccupazioni più grandi di genitori e insegnanti, i quali notano che la dipendenza creata da questi strumenti, tende ad eliminare la comunicazione e le relazioni interpersonali, creando delle realtà virtuali (Come Facebook o Twitter) in cui gli adolescenti instaurano una vita parallela e a cui purtroppo dedicano la maggior parte del loro tempo. Sempre la Greenfield afferma che la ripetuta esposizione ai nuovi media porterebbe ad un vero e proprio "rewiring" (Ricablaggio) delle connessioni cerebrali, dando vita così a nuove connessioni tra aree cerebrali diverse. L'articolo si focalizza principalmente sulla regressione che queste tecnologie porterebbero, sul come le persone dipendenti dai media si comportano come i bambini piccoli che sono attratti da rumori e luci brillanti, perché quest'ultimi sono dotati di scarse capacità attentive e intellettive. Sui vari Social Network si è attratti da curiosità o esibizionismo, mentre quando si parla di agonismo virtuale, ci si riferisce ai video games. Gli psicologi confermano che la tecnologia cambia il modo in cui ragioniamo, è emerso che gli adolescenti passano al computer piÃ
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    L'articolo descrive le interazioni fra i social e la struttura del cervello ponendo l'accento su come sia fondamentale l'educazione all'uso di tali strumenti specialmente in età giovanile. Uno spunto, ben documentato, di riflessione su un tema attuale.
lorenzinibarbara

La dipendenza da web? Si batte con un videogioco - La Stampa - 0 views

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    Articolo interessante in cui il Prof. Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, oltre a dare delle linee guida sul ruolo genitoriale nell'educazione mediale, ci parla del Progetto del Ccm del Ministero della Salute rivolto a studenti delle scuole medie per l'acquisizione di consapevolezza nell'uso delle tecnologie, in particolare di internet, per l'apprendimento di strategie di autoregolamentazione e autodisciplina, anche e soprattutto a livello emotivo per superare dipendenze e frustrazioni. Cosa ancora più interessante, l'apprendimento avviene attraverso un videogioco!
anonymous

Body Image Concerns: The impact of digital technologies and Psychopathological Risks in... - 4 views

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    Lo scopo dello studio condotto dai Professori Martina Mesce, Luca Cerniglia e Silvia Cimino era indagare come l'uso di Internet, ed in particolare dei social network, potesse rappresentare un fattore di rischio per l'insorgenza di disturbi psicopatologici internalizzanti o esternalizzanti, nonché di problemi legati all'immagine del corpo. Il campione, costituito da adolescenti maschi e femmine è stato suddiviso in tre fasce d'età: prima, media e tarda adolescenza. Si voleva indagare la correlazione tra le variabili dipendenza da social media (SMA - Social Media Addiction) e concetto di immagine del corpo (BIC - Body Image Concern), sul presupposto che la condivisione tra pari mediante i social media sia fortemente incentrata sull'immagine e per tale motivo possa esercitare una pressione maggiore rispetto al confronto sociale offline. È risultato che, ad eccezione della fascia tarda adolescenza, i ragazzi e le ragazze reagiscono in maniera diversa a questo tipo di confronto: mentre i maschi esprimono disagio attraverso sintomi esternalizzanti (es. aggressività), le femmine tendono a problemi internalizzanti (es. depressione). L'insoddisfazione corporea dei maschi sembra correlata alla presenza sui social media di immagini legate alla massa muscolare, con possibile sviluppo di problemi psicopatologici di dismorfia muscolare, mentre per le femmine si manifesta attraverso disturbi dell'alimentazione nel tentativo di raggiungere un ideale di magrezza. Per entrambi, la percezione della discrepanza tra l'ideale interiorizzato proposto dai media e il proprio corpo reale conduce all'insoddisfazione del corpo. Un'alfabetizzazione precoce all'uso dei media potrebbe concedere ai c.d. "nativi digitali" strumenti adeguati a proteggersi da tali influenze e sviluppare un concetto di sé che vada al di là dell'immagine.
clara3110

Cyberbullismo e Cyberviolenza - 4 views

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    Il cyberbullismo rappresenta oggi uno dei maggiori rischi nel complesso rapporto fra gli adolescenti e la Rete, Lo ha affermato il Commissario Agcom Antonio Martusciello, intervenendo al convegno "Generazione Hashtag., sostenendo anche che il termine cyberbullismo è riduttivo e che cyberviolenza è calzante. I ragazzi usano la rete non solo per socializzare ma anche per esprimere aggressività, provocazione, sfida e competizione tra coetanei. Secondo la nuova Legge n.71/2017 per cyberbullismo si intende "…qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo". Il bullismo esiste da sempre, il cyberbullismo nasce con l'avvento della rete, anche se l'intento della rete non è questo, Internet nasce come metodo di comunicazione, per poter rimanere in contatto anche se lontani e per condividere emozioni, non per infliggere dolore agli altri.
serenamarega

Il metaverso nell'istruzione: definizione, struttura, caratteristiche, potenziali appli... - 1 views

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    L'articolo di Zhang, Chen, Hu e Wang, mette in luce l'importanza del Metaverso, uno spazio digitale 3D mescolato con il mondo reale e il mondo virtuale: questa nuova realtà prende piede durante la pandemia COVID-19 che ha costretto a rivedere il modo di lavorare, insegnare, apprendere, interagire a livello sociale. Il Metaverso, in campo educativo-didattico è stato annunciato come una tendenza dell'educazione futura che mira a sviluppare e ampliare l'apprendimento misto, l'apprendimento delle lingue, l'educazione basata sulle competenze, e l'educazione inclusiva. L'articolo viene suddiviso in sezioni, ordinate secondo tematiche dettagliate quali: le origini del Metaverso, le caratteristiche, i differenti utilizzi nell'istruzione e la stessa struttura, le tipologie di apprendimento che sviluppa, il confronto tra la didattica in aula e virtuale, potenziali applicazioni e sbocchi futuri. Un "Internet Incarnato" (cit. M. Zuckemberg) dove immergersi nella realtà virtuale fino a provare un'esperienza immersiva e multisensoriale grazie a dispositivi indossabili, vivendo l'esperienza in modo attivo e denso, in questo caso educativa. Va comunque considerato che l'esperienza nel Metaverso potrà portare a questioni controverse, quali dipendenza, etica, sicurezza che meritano ulteriori approfondimenti.
petruzzistefano

Attraverso il Metaverso - 4 views

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    Attraverso il Metaverso è un articolo uscito su MIND nell'Aprile 2022: Un mondo migliore e pieno di possibilità. è la grande promessa della Big Tech, che piace anche ai Brand. Tutti ne parlano ma questa evoluzione del Web è appena iniziata. E' possiamo solo immaginare dove ci porterà: articolo di Francesco Cardinali. Sono in molti a pensare che la fase che stiamo vivendo potrebbe essere l' inizio della terza incarnazione di Internet ossia il cosiddetto Web 3.0 La corsa al Metaverso ha fatto esplodere il mercato degli NFT (Non Fungible Token) con un numero di transazioni enorme, anche a prezzi incredibili. La creazione del Metaverso è una creazione di Universi Paralleli tra questo mondo (OFF-LINE) e il prossimo (ON-LINE), ma potrebbe rappresentare anche un futuro mondo integrato detto (ON-LIFE). Il processo di fusione fra vita fisica e digitale che qualcuno ha chiamato Metaverso ci sarà, ma forse in una visione meno spettacolare di quella raccontata da Zucherberg.
andreaagnese

L'educazione digitale funziona: più del 90% affronta il tema della sicurezza ... - 5 views

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    L'articolo si focalizza sull'educazione digitale degli studenti e riferisce alcuni dati di rilievo inerenti all'utilizzo dei media digitali, al rapporto degli studenti con i media digitali e tratta di temi di rilievo come il cyber bullismo e le fake news. Prima di tutto, la stragrande maggioranza (il 92%), dichiara di aver discusso a scuola con gli insegnanti di temi legati alla educazione digitala. Solo pochissimi dichiarano di essere poco connessi, appena il 4%. Due ragazzi su cinque dichiarano di contribuire a combattere le fake news. Quanto al bullismo, oltre due terzi (77%) dichiara di parlare con un adulto di eventuali episodi di bullismo, o comunque di segnalare a un adulto tali episodi. Chi non è bullizzato direttamente, si dice infastidito quando si accorge di fenomeni di bullismo riguardanti altre persone (9 su 10). L'articolo sottolinea come sia importante occuparsi di quei pochi che non intervengono discutendo con gli adulti eventuali fenomeni di bullismo, o peggio ancora mostrino adesione personale, inserendo dei like o condividendo le manifestazioni di bullismo (il riferimento deve intendersi al social Facebook, per quanto non sia espressamente menzionato). L'articolo segnala inoltre come nelle scuole gli insegnanti si stiano attrezzando per trattare il tema dell'educazione digitale, ciò che viene ritenuto positivo, in quanto ulteriore presidio a difesa dei ragazzi. Inoltre, consta come la quasi totalità dei partecipanti abbia discusso di nuove tecnologie con i propri insegnanti (il 91%). Il 40% dei giovani ha espresso il desiderio di approfondire le seguenti tre tematiche in particolare: cyberbullismo, dipendenza da Internet, uso delle tecnologie digitali nella didattica (tra l'altro, solo il 58% dichiara di utilizzare quotidianamente in classe gli strumenti tecnologici, quali LIM, tablet o personal computer, per approfondire lezioni). Viene poi analizzato il delicato tema di quante ore i ragazzi passino connessi online; sul punto
michela95

Il Cyberbullismo - 9 views

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    Al giorno d'oggi il fenomeno del Cyberbullismo è in aumento, in quanto sono sempre di più gli utenti che usano i media per sfogare le proprie frustazioni. Come possiamo leggere nel seguente articolo le differenze sostanziali tra bullismo e cyberbullismo, sono l'anonimato del molestatore, che convinto di essere in un "luogo" deresponsabilizzato, o comunque non di facile accesso crede di poter offendere le proprie vittime senza conseguenza alcuna, incosciente dei danni morali che può recare alla persona che si trova " dall'altro lato dello schermo". Un' altra importante differenza è che la vittima di cyberbullismo può ricevere degli attacchi in qualsiasi momento della giornata e quindi non solo durante il contesto scolastico. Un ruolo importante affinchè questo fenomeno si ridimensioni lo hanno la famiglia e la scuola, che dovrebbero cooperare nell'insegnamento dell'uso corretto di tutto ciò che concerne i media e l'uso di social network. I genitori, dovrebbero seguire il figlio minorenne nell'uso della rete, per evitare che esso incoscientemente possa imbattersi in questi comportamenti che spesso vengono sottovalutati.
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