Skip to main content

Home/ Media Education/ Group items tagged Digital literacy

Rss Feed Group items tagged

ggiovanetto

Digital literacy e università alla prova del lockdown - nuove sfide per il fu... - 21 views

  •  
    Lo sviluppo della "società della conoscenza" implica trasformazioni sociali che coinvolgono i cittadini, sollecitandoli a dotarsi di abilità e competenze nuove. La "media literacy", come concetto che ricomprende ogni campo ed ogni competenza relativa ai media, richiede che gli individui siano dotati delle competenze tecniche di utilizzo delle tecnologie per l'uso delle informazioni e delle comunicazioni - in una parola, la "digital literacy" - unita alle capacità pratiche e teoriche per sviluppare appieno sé stessi all'interno della società dell'informazione. La pandemia ed i lockdown generalizzati che hanno interessato il pianeta nel corso del 2020 hanno imposto ai sistemi educativi di confrontarsi con molteplici cambiamenti dirompenti, cambiamenti che hanno inevitabilmente toccato anche la "digital literacy" sia dei docenti che dei discenti. Al fine di analizzare in quale modo le istituzioni universitarie in particolare si siano mosse per fronteggiare le sfide emerse in questo periodo, gli autori della ricerca qui proposta "Digital Literacy and Higher Education during COVID-19 Lockdown: Spain, Italy, and Ecuador" hanno compiuto uno studio che ha coinvolto 376 studenti di tre università, rispettivamente nelle città di Barcellona, Torino e Machala, nell'arco temporale marzo-maggio 2020. Basandosi sulle linee guida del quadro di riferimento europeo DigCompEdu in materia di "digital literacy", il disegno di ricerca ha evidenziato questi risultati: 1) la necessità per le università di ripensare e reinventare gli ambienti di apprendimento, al fine di sfruttare pienamente le potenzialità delle tecnologie digitali e 2) incrementare e rafforzare le competenze digitali dei docenti come obiettivo da affiancare agli investimenti tecnologici, in modo che questi due aspetti - competenze dei docenti e strumenti digitali - supportino efficacemente le nuove sfide dell'apprendimento.
vianimartina

La Media Literacy nella prospettiva finlandese, nordica ed europea - 5 views

  •  
    Il concetto di "media" è stato utilizzato per riferirsi alla tecnologia ( alla sua funzione e al so significato sociale); mentre con il concetto di literacy si intende, in primis, la capacità di una persona di leggere e scrivere ed è legato alla sopravvivenza di un individuo nella società. In svedese il concetto di media literacy dunque può essere tradotto con due concetti: il primo si riferisce alla capacità di comprendere i messaggi mediali, il secondo indica invece una abilità pratica. Mentre in finlandese lo possiamo interpretare come "sapere leggere i media". Ma secondo due autori, Kupiainen e Sintonen, la media litaracy è considerata come pratica focale che richiede cose fisiche o mentali attorno cui gli individui si raccolgono e creano contesti sociali. Inoltre con la media literacy facciamo riferimento anche al concetto di competenza, cioè capacità e abilità che l'individuo attua nelle prestazioni professionali. Però nei siti dell'Unione europea, non è stato utilizzato solo il concetto di media literacy, ma viene anche utilizzato il concetto di digital literacy distinguendosi con nuovi e vecchi media, ad ogni modo, i requisiti che vengono citati nei vari lavori riguardando il comprendere, il valutare e l'agire. Comunque nel marzo del 2010 la Commissione europea ha lanciato la Strategia Europea 2020 per preparare l'economia dell'unione europea a tutte le possibili sfide dei prossimi decenni, questa è stata proposta per definire il ruolo chiave che le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) svolgeranno. L'Agenda digitale dunque, mira a realizzare un'economia digitale di successo entro il 2020 e a valorizzare il potenziale delle ICT.
rpapararo

Quale alfabetizzazione per la società della conoscenza? - 5 views

  •  
    Interessante articolo, seppur non recentissimo, che consente di ampliare il nostro punto di vista, passando dal concetto di Media Literacy al più ampio Digital Literacy, sì da consentire una visione più estesa e generale sulla nuova tipologia di alfabetizzazione cui la società moderna deve tendere. L'articolo passa in rassegna le dimensioni, il contesto e le finalità della Digital Literacy, e poi espone le strutture, i metodi ed i contenuti che consentono ad un individuo di diventare Digital Literate.
mbattistello

View of DGPR e digital safety. Un'indagine nazionale sulla consapevolezza digitale degl... - 3 views

  •  
    Questo articolo di Ida Cortoni, pubblicato a giugno 2022 nella rivista "MEDIA EDUCATION - Studi, ricerche e buone pratiche", pag. 121 - 128, vuole illustrare i risultati di un'indagine nazionale sulla sicurezza digitale condotta dall'Università Sapienza di Roma su un campione di 2807 studenti di 37 scuole italiane secondarie di secondo grado in 16 regioni italiane. La ricerca è rivolta allo studio del grado di consapevolezza mediatica degli adolescenti, tenendo conto dei condizionamenti del capitale digitale e sociale, scolastico e famigliare. L'introduzione evidenzia come il tema della sicurezza digitale è diventato oggetto di dibattito negli ultimi anni in due momenti: nel 2018 in occasione dell'entrata in vigore del G.D.R. 2016/679 e nel marzo del 2020 in occasione del lockdown generato dal Covid -19. L'art. 8 del G.D.R. 2016/679 ha abbassato la soglia di età a tredici anni per autorizzare il trattamento dei dati personali on line, portando l'attenzione sulla "consapevolezza digitale dei minori". Lo studio è condotto secondo il modello di analisi DIGCOMP 2.0. Le riflessioni conclusive offrono interessanti spunti in tema di Digital Literacy e critical thinking e di come implementare la media literacy scolastica all'interno dell'educazione civica.
noemigitau

Can media literacy education increase digital engagement in politics? - 7 views

  •  
    L'articolo di Joseph Kahne e Benjamin Bowyer esplora come la media literacy education possa influenzare positivamente l'engagement politico online nei giovani. Attualmente, piattaforme digitali e social media rappresentano dei centri cruciali per le attività politiche, in modo particolare per i giovani. Queste attività includono la raccolta fondi, i dibattiti politici, la mobilitazione di individui e gruppi e la pressione su governi, aziende e organizzazioni non profit. Tale partecipazione si svolge all'interno di un'ecologia mediale caratterizzata da una cultura partecipativa, dove i giovani sono spesso innovatori e protagonisti principali. Nel testo si evidenzia come molti giovani siano coinvolti nelle attività politiche online, ma come al contempo emerga una significativa disconnessione dalla vita civica e politica per la maggior parte di essi, non risultando infatti partecipanti attivi. Gli autori utilizzano un sondaggio per valutare se gli sforzi educativi volti a promuovere tali competenze possano aumentare l'impegno politico online dei giovani. I risultati analizzati indicano che gli sforzi educativi in questo senso sono da considerare efficaci. Gli educatori che promuovono la media literacy riescono ad aumentare l'engagement politico dei giovani, migliorando la loro partecipazione alle politiche partecipative e la loro capacità di esercitare pressioni mirate su governi, aziende e organizzazioni non profit. L'articolo, in sintesi, sottolinea l'importanza di integrare la media literacy education nei programmi scolastici al fine di preparare i giovani ad una cittadinanza attiva e ad una partecipazione efficace alla vita politica digitale.
chinellato

RIFLESSIONI BREVI SU DIGITAL LITERACY E DIGITAL COMPETENCE - 4 views

  •  
    L'articolo del Prof. G. Olimpo, del Institute for Educational Technology ITD, descrive le potenzialità educative connesse alla digital literacy e alle digital competence. Due aspetti che possono portare a conseguenze importanti in termini educativi. E' indubbio che il mondo dei media sia estremamente pervasivo ed abbia trasformato le vite di ognuno di noi. I giovani sono i primi ad essere attratti dalle loro rilevanti implicazioni, dalla semplicità con cui possono attraverso i media rimanere sempre in contatto, cercarsi, trovare informazioni, scambiarsi oggetti digitali, risolvere problemi. Questa facilità di approccio ai media può diventare, per chi educa, un'occasione per accrescere nei ragazzi nuovi modi di apprendere e sviluppare competenze, quali: gestione dell'informazione, collaborazione, comunicazione e condivisione, creazione di contenuti e conoscenza, etica e responsabilità, valutazione e problem solving. Oggi queste competenze possono trovare, proprio nella tecnologia, un importante acceleratore. Ciò significa che i sistemi educativi possono e devono assumersi anche la responsabilità di integrare gli apprendimenti informali a quelli formali per favorire e preparare il cittadino di domani all'apprendimento permanente autonomo e creativo.
gbartolomei1

Il Mulino - Rivisteweb: Educare alla cittadinanza digitale nell'era della platform society - 2 views

  •  
    Un saggio breve, ma decisamente denso, che offre molteplici spunti di riflessione sugli obiettivi dell'educazione civica digitale nell'era della platform society, la digital literacy education, il cyberbullismo, l'hate speech e la necessità di un'adeguata digital citizenship education. L'autore evidenzia che gli educatori devono affrontare una nuova sfida: innalzare la capacità critica degli studenti relativa ai meccanismi e al ruolo delle piattaforme digitali nella società odierna, per favorire lo sviluppo di un pensiero critico e la responsabilità, elementi indispensabili per agire consapevolmente ed esercitare la digital citizenship, con particolare riferimento alle dimensioni Ethics, Media and Information Literacy (MIL), Participation/Engagement (P/E), Critical Resistance (CR). Questa sfida per gli insegnanti, seppur sfida complessa, si configura come una stimolante opportunità per progettare, negoziare, condividere e sperimentare un percorso con i propri studenti!
bignamib

Un'indagine nazionale sulla consapevolezza digitale degli adolescenti | Media Edu... - 5 views

  •  
    L'articolo presenta alcuni risultati di una ricerca esplorativa condotta tra un campione di 2807 studenti fra i 14 e i 19 anni, ispirata dalla recente legiferazione europea in materia di tutela della privacy e protezione dei dati con particolare riferimento al contesto dei media. La nuova regolamentazione, che abbassa la soglia di età per esprimere il consenso al trattamento dei dati personali e attribuisce particolare centralità all'accountabilty del cittadino, impone una riflessione sulla consapevolezza fruitiva, sulle competenze digitali e sulla responsabilità etica ed estetica degli adolescenti nei confronti dei sistemi comunicativi virtuali. Viene accennato l'impianto metodologico generale della ricerca nel quale vengono indagati tre ambiti strettamente correlati tra loro: il livello di consapevolezza digitale del campione, l'indagine sulla competenza digitale e socioculturale dei loro genitori e la dotazione infrastrutturale e formativa delle scuole coinvolte. Il capitale sociale dei giovani, frutto dei processi di socializzazione in famiglia e in altri contesti significativi, ma anche l'implementazione della Digital Literacy introdotta dai nuovi programmi ministeriali scolastici in linea con le recenti disposizioni europee, condizionano l'esperienza mediale in termini di frequenza di utilizzo e di interazione attiva nonchè l'atteggiamento di responsabilità nei confronti della protezione dei device (pin, password, codice di accesso biometrico), dei dati (consenso al trattamento, back up dei dati, ecc..), della salute (esposizione psicofisica) e dell'ambiente. La riflessione finale riconosce i primi esiti dell'avvio di un processo di educazione e sensibilizzazione ad un uso consapevole dei media che non può prescindere da un investimento sistematico sulla digital literacy i cui effetti, però, saranno valutabili solo nei prossimi anni.
fabiogibaldo

Paper, Pen and Phone: un esempio di progetto didattico e di Media Education. - 3 views

  •  
    Il progetto educativo PPP (Pen, Paper and Phone) è un esempio di didattica improntata agli assunti teorici della Media Education e dell'Apprendimento Significativo. Si tratta di un insieme di pratiche il cui fine è quello di abilitare gli studenti allo sviluppo di new media literacies e digital literacies, attraverso il "potenziamento" di literacies tradizionali, riconosciute come presenti ma "attenuate" nei "nativi digitali" in genere: lettura, scrittura, ricerca di informazioni, analisi critica dei testi mediali. La comprensione critica e concettuale è funzionale a tale scopo: gli argomenti prescelti per lo studio e la ricerca da parte degli studenti, sono concepiti come "strumenti", veri e propri pretesti per fornire opportunità di sviluppo di un set di abilità sociali e competenze culturali che predispongono ad un "lifelong learning" e, in ultima analisi, alla piena partecipazione alla Cittadinanza Digitale, democratica e attiva. Gli insegnanti sfruttano la congenialità con i media (nella fattispecie smart phones), utilizzati o meglio vissuti dagli studenti sempre più come "sistema dei media" e vero e proprio "ambiente di vita", al fine di predisporre ambienti di apprendimento informale e cooperativo. Gli autori del progetto muovono dalla consapevolezza che la semplice didattica fondata sull'impiego di media elettronici e digitali, come meri supporti didattici, conduca a forme di apprendimento superficiale e meccanico, se non sostenuta da un protocollo di lavoro ad hoc e da un adeguato apparato teorico e metodologico di ricerca. Da qui lo sviluppo di una propria Metodologia di ricerca didattica e l'individuazione di obiettivi e strategie valutative (mappatura concettuale) per poter misurare l'efficacia dell'intervento.
daniela73

Digital Storytelling for Education. Theories and Good Practices in Preschool ... - 3 views

  •  
    . Questo libro introduce il Digital Storytelling come un'opportunità realistica e fattibile per le scuole materne, utile per raggiungere un duplice obiettivo: da un lato, promuove le competenze narrative e di alfabetizzazione mediatica dei bambini, e dall'altro sostiene lo sviluppo professionale degli insegnanti nell'educazione ai media. La prima parte del libro presenta il Digital Storytelling esplorandone le dimensioni pedagogiche e didattiche. La seconda parte esamina diciannove diverse pratiche di digital storytelling per delineare gli aspetti educativi più rilevanti delle attività di Digital Storytelling svolte nelle scuole materne.
massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

  •  
    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
  •  
    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
  •  
    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
lucaevangelisti

Toolkit "Digital & Media Literacy Education" - 5 views

  •  
    Il toolkit "Digital & Media Literacy Education" è uno strumento che nelle intenzioni degli autori vuole "supportare e arricchire l'azione svolta dalle strutture educative istituzionali, quali quella scolastica, offrendo a insegnanti ed educatori strumenti facilmente utilizzabili in modo autonomo nella didattica quotidiana (schede di documentazione, suggerimenti metodologici...)". Lo strumento intende aumentare la consapevolezza sui media che sono considerati secondo la duplice prospettiva di strumenti educativi e oggetti di studio critico e di uso creativo. Gli studenti sono messi nella condizione di analizzare e valutare le loro attività sia come "lettori" sia come "scrittori" dei media. A partire dall'assunzione di quest'ottica, vengono individuate alcune aree sensibili di intervento e proposte cinque unità corredate da una serie di risorse.
sparacello

How to Raise Media-Savvy Kids in the Digital Age | WIRED - 2 views

  •  
    Sono milioni i millennials ad essere ora genitori, il loro essere nativi digitali li ha preparati a curare una dieta mediatica a misura di bambino nel 2020. Alcuni suggerimenti di esperiti di alfabetizzazione digitale che, casualmente, sono anche genitori. 1) Iniziali Subito! (Start'Em early) "È più facile aiutare i bambini a sviluppare abitudini intorno all'uso dei media, all'indagine e alla riflessione nei primi anni di quanto non sia aspettare fino a quando non saranno dei liceali ribelli 2) Non temere l'algoritmo (Don't Fear the Algorithm) "Gli algoritmi prendono decisioni sulle nostre vite. Abbiamo iniziato a chiederci, quando dovremmo iniziare a parlare con gli individui di algoritmi e potere e di fiducia e verità in questi strumenti? Come lo spieghiamo ai nostri figli?" Alcune foto si possono pubblicare, altre no. Chiede ai vostri figli di spiegarvi il perché. 3) Che mi dici degli adolescenti? (What About Teens?) Molti genitori tentano di limitare l'uso dei dispositivi ma è un errore critico. I genitori devono sempre stare accanto ai figli per tutto il percorso, devono diventare loro consulenti nei media. Non si può sottrarre un adolescente dai media perché questi servono a formare la sua identità e, aggiungo io, lo si danneggerebbe nel confronto fra i pari, fino anche alla sua esclusione.
giovanni9

Ma i nativi digitali sono "illetterati digitali": ecco il ruolo della Scuola - 5 views

  •  
    L'articolo apparso il 13 luglio 2018 su Agenda Digitale a firma di Vittorio Midoro, dirigente di ricerca CNR e membro del gruppo di lavoro del MIUR per la valutazione dell'uso dei dispositivi personali in classe, pone l'attenzione sul fatto che crescere all'interno di una società digitale non vuol dire essere "digital literate". Quindi egli continua riflettendo sul possibile ruolo della scuola nell'odierna società. Seppur la maggioranza dei ragazzi mostra padronanza nell'uso dei media digitali, è raro che qualcuno riesca a realizzare app, programmi o siti web per i quali sono richieste competenze specifiche difficili da acquisire informalmente. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a sviluppare abilità creative, di astrazione e di problem solving fin dai primi anni scolastici. Attraverso la Media Literacy si possono comprendere e valutare i diversi aspetti dei media e dei loro contenuti, nonché migliorare le abilità comunicative nei diversi contesti e creare prodotti mediali. Infatti, la comprensione della comunicazione implica il sapere analizzare e valutare i messaggi e saperli creare e condividere. Bambini e ragazzi sono sempre stati molto curiosi, ma oggi spesso non sono i genitori a rispondere alle loro domande, ma la rete. Alcuni studi hanno dimostrato però che i ragazzi adottano spesso strategie di ricerca delle informazioni piuttosto improvvisate e caotiche e hanno una scarsa capacità di valutare la qualità dell'informazione trovata. Inoltre essere sempre connessi non è detto che migliori la qualità delle relazioni. In rete vi è la tendenza a presentarsi con un'identità diversa dalla propria ed è difficile creare e sostenere relazioni profonde tra le persone. Per quanto riguarda l'apprendimento, l'autore dell'articolo cita Gardner per ricordarci che esistono diversi tipi di intelligenze. Queste vanno assecondate valorizzando quelle possedute e rafforzando quelle meno sviluppate. La scuola dovrebbe capire i ragazzi, i lo
silvia71

Competenze digitali e Media Education nel Piano Nazionale Scuola Digitale - 5 views

  •  
    Già da tempo è stata evidenziata la necessità di adottare, sin nei primi cicli di istruzione, pratiche educative volte all'uso consapevole delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICTs). Nell'articolo si descrive come i nuovi fruitori non possiedono le risorse necessarie per acquisire autonomamente una Digital Media Literacy adeguata alle esigenze del XXI secolo e superare le nuove forme di digital divide che si vanno diffondendo. La diversa posizione sociale degli utenti pare correlata alle differenti forme di digital divide che per molti diventa impedimento o limitazione nell'accedere alle risorse disponibili o, comunque, difficoltà ad affrontare situazioni particolari. Vengono quindi presentate le principali indicazioni provenienti dall'Unione Europea in materia di educazione digitale e la loro ricezione nel contesto italiano, in particolare nella scuola, attraverso il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD).
dtomassini

Sanità digitale: pronta la metà degli italiani, resta il nodo competenze - 3 views

  •  
    Da un'indagine presentata dalla Luiss Business School di Roma si rileva che la digitalizzazione del sistema nazionale è importante anche se non prioritaria. Al primo posto la medicina territoriale, la ricerca in quanto gli italiani (Parlamentari per il 60%, Consiglieri delle Regioni per il 70% a seguire i consumatori per il 66,1%) sono pronti ad una sanità digitale. Si vorrebbe parlare di e-health ma il termine non corrisponde esattamente a "sanità digitale" in quanto agli italiani manca ancora un'adeguata competenza digitale. Nell'articolo gli argomenti toccati sono quattro, tra cui il digital divide (di cui ho parlato in un altro mio post pubblicato). Gli italiani sono pronti a confermare che l'implementazione del digitale aumenterà le disuguaglianze (il divide appunto), status già confermato dalla pandemia Covid-19 e soprattutto il lockdown che ha messo in crisi soprattutto l'istruzione. Significa che l'e-health sicuramente aiuterà ma escluderà colui/colei che non possiede strumenti, connessione, ma soprattutto l'alfabetizzazione digitale fondamentale Anche, secondo il Sole 24 Salute, con un articolo del 13/04/2022 (https://www.ilsole24ore.com/art/due-italiani-tre-sono-pro-digital-AECGNoRB), sia i cittadini che gli operatori sanitari sono pronti a questa rivoluzionaria trasformazione digitale, toccati dall'inefficienza del SSN durante la pandemia. Ma sia Parlamentari che Regioni dichiarano che, a parer loro, solo circa la metà degli italiani è realmente pronta alla gestione digitale sanitaria.
  •  
    La mia opinione - che riprende le tematiche già conosciute - è che questo cambiamento previsto probabilmente troverà della resistenza da parte di coloro che sono tipicamente abituati a trovarsi di fronte il medico che li visita; ma se i sistemi nazionali saranno ben organizzati, le tecnologie digitali saranno a disposizione di tutti (escludendo quindi un digital divide) e si avvierà un'adeguata alfabetizzazione digitale (media literacy) l'unico problema sarà la realizzazione, ahimè, non immediata.
vincenzopapillo

iGeneration: impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 5 views

  •  
    A cura di Giulia Radice - Psicologa, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta in formazione - Psicoterapia Cognitiva e ricerca Milano - l'articolo, pubblicato su State of Mind il giornale delle scienze psicologiche, si concentra sulle iGeneration cioè su quelle generazioni nate fra l'80 e il 90 cresciuta insieme ad internet. L'autrice cita alcune ricerche sulla plasticità neurale, sull'impatto che l'utilizzo dei nuovi media potranno avere sull'attività cerebrale delle nuove generazioni. Aspetti positivi e negativi che coesistono ancora una volta quando si parla dell'utilizzo dei nuovi media sopratutto quando sono i più giovani a farlo. Si passa dalle evidenze di un sovraccarico in taluni casi della memoria di lavoro che impedisce il formarsi di connessioni neurali profonde e a lungo termine al miglioramento dell'attenzione e della memoria attraverso la fruizione di videogiochi. Buona lettura.
  •  
    Generazione Z (iGeneration) è un termine che raccoglie gli individui nati dalla seconda metà del 900 fino al 2010, essi non usano internet ma lo vivono in modo attivo quotidianamente. L'articolo invita alla riflessione su quanto le nuove tecnologie stanno rivoluzionando positivamente e negativamente la nostra vita. Un aspetto considerato dall'autrice dell'articolo (Giulia Radice) è l'incapacità di riuscire a finire un compito senza prima guardare l'email, facebook o whatsapp. L'uso spropositato di internet è visto come una vera e propria dipendenza che con i suoi eccessivi stimoli modifica le connessioni cerebrali e mette a dura prova la plasticità neuronale. Tali informazioni sovraccaricano cognitivamente la memoria di lavoro impedendo la formazione di connessioni neurali profonde e a lungo termine, condizionando la presa di decisione. Prove scientifiche dimostrano aspetti positivi della tecnologia cui la capacità di alcuni videogiochi di aumentare le abilità visive, strategie migliori di problem solving, l'attenzione selettiva e la maggiore elaborazione dei dati. Se da un lato la tecnologia digitale non ci aiuta a riconoscere le nostre e le emozioni altrui causa ad esempio l'assenza di comunicazione non verbale dall'altro non si può non considerare la creazione di una nuova forma di alfabetizzazione, quella digitale (digital literacy) che consiste nella valutazione qualitativa e veritiera delle informazioni scovando ed eventuali manipolatori o ingannatori. Si può concludere affermando che il rapporto tra le nuove generazioni e le tecnologie digitali è circolare in quanto uno cambia in funzione dell'altro mentre la chiave per rendere positivo questo enorme cambiamento la si può trovare nell'insegnamento dell'uso della rete, rendendo l'uso di ciò moderato e consapevole.
cpugliese1

A Salerno Un Campo Per La Media Education - 4 views

  •  
    Nell' articolo riportato sul sito del quotidiano "La Repubblica" viene presentato un seminario intitolato "Open, pensare bene prima dell'uso", un occasione per studenti e docenti di partecipare al MEC, acronimo di Media education Campus (iniziato il 9 e 10 e proseguito dal 17 al 19 di ottobre) che si è tenuto nella città di Salerno per promuovere e dare uno spunto su confronti, laboratori e seminari ed in grado di offrire un servizio gratuito ed aperto a tutti. Il campus è stato impreziosito anche dai luoghi di riconoscimento in cui si è sviluppato il MEC stesso, come ad esempio palazzo Innovazione, o Palazzo Fruscione. Il progetto è stato promosso dall'associazione Salerno Festival nonché dal MIBAC e dal Miur, il cui programma si è fondato dalla presa di coscienza su quanto le nuove innovazioni, e la conseguente diffusione sul piano tecnologico, abbiano reso più complesso l'orientamento verso le offerte proposte dai media e dal mondo della rete. Nella presentazione del percorso formativo, sono state proiettate due produzioni cinematografiche, con l'obiettivo di coinvolgere le scuole alla partecipazione del progetto: docenti e studenti hanno interagito e sono stati protagonisti attivi attraverso percorsi pensati appositamente e attraverso strumenti atti ad integrare la digital e media literacy, intesi come principi fondamentali dell'educazione.Il campus è nato con lo scopo di avvicinare e rendere più semplice, nell'ambito educativo, il processo di digitalizzazione; è stato inserito un campus didattico per facilitare la comprensione e valutazione dei criteri idonei per interagire con il mondo pervasivo dei media.Sono stati organizzati seminari e laboratori interattivi seguiti da esperti del settore. Nell'articolo vengono indicati come partner dei servizi importanti associazioni come Legambiente, Medici Senza frontiere ecc che, contribuiranno, all'esperienza formativa. Gli iscritti al campus sono stati ospitati, inoltre, nel Parco Archeologico di Pestum.
elimich

Come si impara a smontare le bufale - 6 views

  •  
    L'articolo è stato scritto dalla copywriter, instagram specialist e consulente della comunicazione nell'ambito web e social, Anna Cortelazzo. Pubblicato su IlBoLive, testata ufficiale dell'Università di Padova, tratta l'importanza di saper sfatare le bufale. Un grosso incremento nella presa di coscienza da parte di persone ed enti del diffondersi delle fake news, è avvenuto in concomitanza con la pandemia, durante la quale moltissime credenze o notizie false sono state messe in rete. Possono essere trovati quattro tipi diversi di informazioni false: scherzi, truffe, distorsioni di notizie e false notizie con secondi fini. Debunker e fact checker negli ultimi anni stanno facendo un buon lavoro nella lotta al contrasto delle fake news. Nonostante ciò, c'è ancora molto lavoro da fare. I social, infatti, non sono i primi da incolpare per la diffusione della disinformazione e nemmeno il web. Certo è che ora il fenomeno è molto più esteso, ma le false notizie giravano anche nell'era "preweb". La soluzione, più efficace e duratura, è quella di educare più popolazione possibile al riconoscimento delle bufale, andando alla fonte. Nell'articolo vengono proposti vari corsi sul tema, alcuni dei quali organizzati da Massimo Polidoro, segretario del CICAP con una lunga gavetta nello sfatare i misteri e fenomeni paranormali. Di ulteriore importanza è insegnare ai giovani grazie alla digital literacy, maggiori utilizzatori del web e soprattutto dei social, le modalità per non cadere nelle trappole delle false notizie per poter valutare la veridicità delle informazioni con la propria testa e le proprie conoscenze.
gasaparo

Generazione Digitale - Educare ai media - 10 views

  •  
    Le nuove tecnologie stanno costruendo un ponte tra docenti e studenti per colmare il cosiddetto digital divide tra generazioni, e in alcuni casi sono proprio gli studenti a mostrare delle competenze ai loro professori. In questa puntata di generazione Digitale parleremo di Media Education e dell'uso consapevole di queste tecnologie acquisite.
  •  
    Le nuove tecnologie stanno costruendo un ponte tra docenti e studenti per colmare il cosiddetto digital divide tra generazioni, e in alcuni casi sono proprio gli studenti a mostrare delle competenze ai loro professori. In questa puntata di generazione Digitale parleremo di Media Education e dell'uso consapevole di queste tecnologie acquisite. Con gli ospiti in studio, cercheremo di capire in Italia a che punto siamo con il digital divide per gli insegnanti e quali sono i prossimi obiettivi più urgenti da raggiungere. Cercheremo di definire il concetto di educazione ai media e concretamente come si mette in atto in classe e a casa, e quali sono i rischi legati ad un utilizzo incontrollato dei nuovi strumenti tecnologici. Infine, andremo ad Arezzo, al Liceo Redi, un altro esempio di scuola 2.0 con all'attivo molte attività in sperimentazione, in cui le nuove tecnologie mettono in maggiore comunicazione studenti e professori.
1 - 20 of 37 Next ›
Showing 20 items per page