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elimich

Come si impara a smontare le bufale - 6 views

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    L'articolo è stato scritto dalla copywriter, instagram specialist e consulente della comunicazione nell'ambito web e social, Anna Cortelazzo. Pubblicato su IlBoLive, testata ufficiale dell'Università di Padova, tratta l'importanza di saper sfatare le bufale. Un grosso incremento nella presa di coscienza da parte di persone ed enti del diffondersi delle fake news, è avvenuto in concomitanza con la pandemia, durante la quale moltissime credenze o notizie false sono state messe in rete. Possono essere trovati quattro tipi diversi di informazioni false: scherzi, truffe, distorsioni di notizie e false notizie con secondi fini. Debunker e fact checker negli ultimi anni stanno facendo un buon lavoro nella lotta al contrasto delle fake news. Nonostante ciò, c'è ancora molto lavoro da fare. I social, infatti, non sono i primi da incolpare per la diffusione della disinformazione e nemmeno il web. Certo è che ora il fenomeno è molto più esteso, ma le false notizie giravano anche nell'era "preweb". La soluzione, più efficace e duratura, è quella di educare più popolazione possibile al riconoscimento delle bufale, andando alla fonte. Nell'articolo vengono proposti vari corsi sul tema, alcuni dei quali organizzati da Massimo Polidoro, segretario del CICAP con una lunga gavetta nello sfatare i misteri e fenomeni paranormali. Di ulteriore importanza è insegnare ai giovani grazie alla digital literacy, maggiori utilizzatori del web e soprattutto dei social, le modalità per non cadere nelle trappole delle false notizie per poter valutare la veridicità delle informazioni con la propria testa e le proprie conoscenze.
merypanetta

Perché moltissimi giovani non sanno riconoscere le bufale? - 5 views

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    Gli esperti, che da anni lavorano a strategie per migliorare l'insegnamento scolastico della Storia, intendevano raccogliere dati su come i giovani valutano le informazioni che incontrano su internet. Queste ultime hanno un ruolo sempre più rilevante nel formare i cittadini ma, come spiega Sam Wineberg nel video di presentazione del progetto, non esistevano ancora strumenti di valutazione adeguati a misurare le capacità di analisi degli studenti di fronte di fronte a un contenuto digitale.Per colmare questa mancanza di dati tra gennaio del 2015 e il giugno del 2016 i ricercatori hanno sottoposto gli studenti di scuole medie, superiori e universitari in 12 Stati a 56 diverse prove:
mariagraziano

Media Education a scuola: perché è importante insegnare i media a scuola - 7 views

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    La Media Education (o educazione ai media) è il processo d'insegnamento e apprendimento centrato sui media. La Media Literacy è saper leggere e scrivere i media. Questo articolo tratta di quanto sia importante l'insegnamento della Media Education nelle scuole in quanto come sosteneva D. Buckingham la M.E dovrebbe configurarsi come un metodo per esplorare la conoscenza, critico e creativo. Molte scuole creano un giornalino scolastico su cui poi verrà effettuata un'analisi fatta in classe e questo rappresenta un ottimo esempio di attività per costruire un progetto di media education. Anche se alcune scuole ancora non organizzano laboratori con editori ed esperti del settore che invece aiuterebbero moltissimo per una maggiore comprensione. L'insegnamento che viene fatto è di tipo trasversale in quanto può essere applicato sia alla letteratura quanto alla storia e alla scienza è importante inoltre insegnare ai bambini il ciclo delle notizie. Questo argomento riguarda tutte le età non solo i bambini ma anche adulti in quanto attraverso delle bufale presenti su diversi siti sono stati imbrogliati per questo è bene che questo insegnamento sia aperto a tutti, quindi non c'è miglior modo di insegnare già dall'infanzia ai bambini questo tipo di informazioni cosicché raggiungano anche i loro genitori. Quindi per concludere possiamo dire che quel pensiero critico-creativo obiettivo della media education deve essere insegnato con abilità ed ingegno.
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    Nell'era della generazione 3.0 diventa sempre più indispensabile inserire la media education in ambito scolastico. Puntare attraverso la scuola all'acquisizione di competenze mediali consente di avere già in età scolare maggiore consapevolezza e responsabilità nell'uso dei media sviluppando il senso critico verso tutte le informazioni con cui vengono in contatto.I messaggi mediali hanno sempre più capacità di influenzare il nostro pensiero e il nostro comportamento, basti vedere l' impatto e gli effetti psicologici delle cosidette bufale o fake news che assumono valenza sulla base del mezzo di comunicazione usato. Attraverso la media education i bambini possono essere educati a verificare le fonti, e la qualità dei contenuti per una corretta elaborazione dei messaggi. Apprendere lo stile comunicativo dei media consente non solo la giusta lettura ma consente di possedere adeguate competenze per crearne di nuovi in corrispondenza agli scopi.
vgaristina

Come riconoscere le notizie false e insegnare agli studenti a gestire i mezzi di comuni... - 5 views

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    Oggi è estremamente facile trovare informazioni e acquisire conoscenze in quanto la nostra vita quotidiana è invasa da notizie, dati e comunicazioni varie che ci arrivano da diverse fonti quali la televisione, facebook, la radio, la stampa e così via. Riceviamo infatti tantissimi stimoli informativi, anche nell'arco di poche ore, e diventa perciò difficile distinguere ciò che è realmente importante da ciò che non lo è, ciò che è vero e attendibile da ciò che invece è falso. Tutto ciò è ancora più vero per i giovani che spesso non possiedono gli strumenti giusti per farlo, le competenze necessarie a comprendere i meccanismi dei mezzi di comunicazione e a saperli usare e interpretare nel modo giusto. In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di notizie false, di "bufale", che vengono divulgate volontariamente per generare disinformazione. Questo fenomeno è particolarmente attivo sui social network e questo è molto preoccupante se si pensa che tali strumenti online sono sempre più spesso utilizzate per tenersi informati. E' necessario che tutti, e in particolar modo i più giovani, imparino a interrogarsi su ciò che leggono attraverso domande del tipo: "Chi è l'autore di questo articolo?" L'articolo che ho scelto di condividere con voi propone anche qualche "trucco" per individuare facilmente le notizie false ragionando sulle fonti. Per concludere, è importante e necessario insegnare ai ragazzi ad applicare il pensiero critico alle comunicazioni e ai messaggi che inevitabilmente ricevono quotidianamente e che non sempre riescono a comprenderne appieno il significato.
cosciie

YouTube - 3 views

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    Interessante video della BBC (in lingua inglese) riguardante il pericolo delle fake news. Una "pillola" riguardante il fenomeno della trasmissione in rete, i personaggi coinvolti e una breve analisi critica di come una notizia falsa può in pochissimo tempo diventare virale. Uno stimolo al pensiero critico riguardante nello specifico il flusso massiccio di informazioni riguardanti il Covid in questo particolare periodo che tutti a livello globale stiamo vivendo, per imparare a discernere in un oceano di informazioni quelle attendibili dalle "bufale" virtuali.
mancimanci

Dissemination: divulgare l'informazione scientifica attraverso i social - 7 views

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    Si scrive Dissemination, si pronuncia alfabetizzazione scientifica digitale. Una strategia che si avvale dei canali social per diffondere una corretta informazione e divulgare in modo mirato i risultati ottenuti dalla scienza. L'obiettivo è quello di superare la diffidenza di scienziati e ricercatori verso i media digitali e di combattere la disinformazione nel luogo in cui essa si manifesta in modo spesso incontrollato. Se fake news e bufale complottiste proliferano in rete, i social media sono anche il luogo possiamo neutralizzare informazioni non corrette, dubbi ed emozioni 'eversive'. La Dissemination si basa su un'idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: per ottenere maggiore consapevolezza nell'opinione pubblica, è importante che chi si occupa di scienza spieghi cosa fa, per ottenere quali risultati e perché è possibile fidarsi di scienziati ed esperti. Il tema è oggi ritenuto così importante che bandi europei ed enti privati rifiutano a volte di finanziare un progetto scientificamente valido ma non supportato da una specifica strategia di Dissemination. Si tratta di quindi di una sfida verso l'integrazione di canali accademici e diffusione digitale delle informazioni, a vantaggio di una più ampia alfabetizzazione scientifica alla portata di tutti.
dany78

Fake news, i meccanismi cognitivi che ci fanno cascare (tutti) nelle bufale - Agenda Di... - 3 views

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    In questo articolo, Daria Grimaldi, docente di psicologia sociale all'università Federico II di Napoli, spiega quali sono i meccanismi che stanno alla base della formazione di un'opinione , e le scorciatoie di pensiero che ci inducono in errore. Inizia sfatando il mito che a "cadere " vittima delle fake news, siano solo persone di bassa cultura o scolarizzazione, ed evidenzia invece come il fenomeno sia diffuso ampiamente in tutte le classi sociali e a tutti i livelli di scolarizzazione. Questo accade perché il nostro cervello utilizza delle scorciatoie di pensiero, definite "euristiche" che permettono una sorta di "economia cognitiva", aiutando il cervello a non sovraccaricarsi, ritenendo implicitamente che qualcun altro abbia vagliato l'informazione al posto nostro. Le euristiche permettono la costruzione di un giudizio, che tendenzialmente tendiamo a proiettare sugli altri ritenendo che tutti abbiano lo stesso metro di valutazione, incappando in quello che viene definito "effetto del falso consenso" Pone il focus sui social network, definendoli il miglior terreno fertile per la diffusione di Fake news, sostanzialmente da un lato perché le notizie sono create ad HOC. per generare arousal , dall'altro si diffondono in una rete di "amici" , per sua natura affidabile. Parla del fenomeno del FILTER BUBBLE, ovvero di come gli algoritmi dei software, facciano in modo di condividere con la persona solo contenuti in linea con le idee della stessa, creando una sorta di bolla che avalla il BIAS del falso consenso, che a sua volta conduce al fenomeno dell'ignoranza pluralistica. Infine discute su come sia possibile immunizzarsi dalle fake news, ad esempio facendo valutare l'attendibilità delle notizie ad esperti, e in caso di assenza di competenza , quanto sia auspicabile mantenere una dignitosa riserva.
alexaballarin

Minori ed internet educazione ad un uso consapevole del web - Net Reputation - 18 views

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    Internet è uno strumento indispensabile e a disposizione di tutti, minori compresi. Qualche spunto per una educazione ad un uso consapevole del web e dei social network. Sempre più le vicende di cronaca rendono fondamentale affrontare le questioni dell'educazione ai nuovi strumenti di comunicazione (e fruizione dell'informazione) che internet ci mette a disposizione. Siamo connessi h 24 grazie a Smartphone che per prestazioni (velocità CPU, memorie, dimensioni schermo) e per connettività (spesso in Italia le connessione ad internet da cellulare risultano anche più veloci delle "adsl normali") sono molto più potenti dei "vecchi pc" e ci consentono di fare acquisti, chattare, leggere, comunicare, cercare musica online, formarci ecc. ecc. Questi processi cambiano il nostro modo di pensare, il nostro modo di relazionarsi agli altri, di acquistare, di studiare ecc. E' quindi necessario un "supporto" che vada in tante direzione, non solo tecnico informatico (come si usa un determinato software o un determinato dispositivo) ma più profondo, "olistico", che possa andare in profondità, per esempio spiegando come funzionano davvero i social, quali sono i meccanismi che sottintendono alla pubblicità e al marketing sui social network e sul web, come individuare una fonte attendibile ed evitare "fake news" e bufale, come utilizzare in sicurezza un motore di ricerca, le regole da tenere in ambito social, comprendere le dinamiche dietro al "gaming" e alle chat nei giochi online ecc. In questo processo di comprensione non devono esser coinvolti solo i ragazzi ma è fondamentale coinvolgere anche i docenti ed i formatori e i genitori.
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    Gli adolescenti devono imparare ad essere critici nei confronti del materiale che trovano su internet, ma devono essere anche creativi. Poichè i ragazzi, di tutte le età, passano sempre più tempo davanti al loro smarthphone, gli adulti (genitori, docenti e formatori) sono tenuti ad agire come "interpreti": devono saper comunicare la molteplicità della realtà , rendere pubblico il pericolo nascosto dietro la community. I giovani sono sempre più esposti, tramite l'accesso alla rete, ad immagini di violenza, sesso, droga. I confini tra infanzia ed età adulta diventano sempre più confusi ed i ragazzi non sempre sono pronti ai cambiamenti repentini proposti dalla rete. In un tempo come il nostro, dove entrambi i genitori lavorano, i ragazzi passano parecchio tempo da soli, imparando ad usare i media attraverso l'esplorazione ed il gioco, anche attraverso gli errori. La scuola, tramite gli insegnanti, dovrebbe insegnare agli alunni a sviluppare il proprio senso critico, a prendere coscienza della complessità dei media, della diversità offerta, per poter agire secondo la propria coscienza ed i propri valori. Ma è difficile per le istituzioni scolastiche formare i ragazzi se non si hanno a disposizione, nelle proprie strutture, gli strumenti necessari (computer, LIM, ecc.): solo lavorando a contatto coi giovani, sulla rete, si possono valutare insieme caratteristiche, pregi e difetti. Gli insegnanti dovrebbero essere più formati al mondo digitale, spesso troviamo insegnanti che non hanno mai visto un computer, che utilizzano un cellulare di vecchia generazione e quindi trovano difficoltà a trasmettere nozioni che non hanno!
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    Si tratta di un articolo scritto da Marco Pini, formatore e consulente web, pubblicato da Net Reputation, del cui team Pini fa parte. Il link di questo post è suggerito da MiurIstruzione.it, nell'ambito dell'articolo:" La Media Education nelle scuole, ecco perchè è importante". L'accento è posto sulla centralità di un supporto in ambito educativo, genitoriale e scolastico, nell'utilizzo dei media. Questo supporto deve andare in tante direzioni, e non deve essere solo tecnico informatico ma più profondo e "olistico". Non serve reprimere o censurare, ma FORMARE e la scuola deve essere all'avanguardia nelle competenze e nelle conoscenze dei nuovi strumenti digitali. Sono inseriti , all'interno di questa presentazione, anche due video e delle interviste sul bullismo e sul cyber bullismo, più la possibilità di scaricare gratuitamente un e-book sullo stesso argomento. Inoltre troviamo il link di un interessante video " della Stampa sulla reputazione digitale e sul recruitment e un link che collega alla traduzione dall'inglese di una lettera/contratto su cui troviamo 18 regole sull'utilizzo del primo smartphone, scritte, come biglietto di accompagnamento al regalo, da una madre al figlio tredicenne. Per concludere troviamo un video del Garante per la protezione dei dati personali dal titolo: Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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    L'articolo pone l'evidenza sull'utilizzo del web da parte dei minori, essendo internet uno strumento di conoscenza ormai indispensabile per la vita di tutti i giorni è necessario farne la sua conoscenza e, soprattutto è importante utilizzare con consapevolezza tutti i dispositivi che ci permettono di essere connessi h24. Il Web viene fruito dai minori tramite dispositivi mobili che aumentano la portata e la possibilità di navigare sulla rete in occasioni diverse ed alle volte, fuori dal controllo di un adulto. Ad oggi si parla spesso di cyberbullismo , una forma di bullismo digitale ma comunque reale; inoltre molto frequente è la nomofobia, una patologia che si manifesta come la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare. Quindi, la conoscenza è la miglior soluzione per un utilizzo intelligente e consapevole del Web. Tuttavia, dai giovani, non viene ancora concepito come uno spazio reale al 100% , ma come un luogo privo di regole grazie al quale è possibile sfogarsi. L'educazione ai nuovi media è quindi indispensabile e l'articolo elenca una serie di consigli (legati soprattutto al rispetto della privacy), per imparare ad utilizzarli.
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    Questo articolo si propone di Marco Pini (formatore, divulgatore, consulente Seo) di dare consigli utili e pratici alle famiglie per educare i minori ad un uso consapevole del web. Da una prima infarinatura di cos'è la media education, quali sono i rischi ma anche i tanti vantaggi per l'apprendimento. Alla fine, parte che ho trovato molto interessante, mette a punto una serie di consigli pratici per poter aiutare le famiglie ad indirizzare i propri figli nella direzione dell'utilizzo consapevole del web.
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