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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged Multimedialità

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assunta somma

definizione di mltimodale - 2 views

#multitasking

started by assunta somma on 07 Nov 12 no follow-up yet
ANNALISA PASCUCCI

Un museo multimediale per conoscere Roma Antica - 1 views

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    Una porta "virtuale" di Roma attraverso la quale il turista potrà entrare per immergersi nella città antica. è questo l' obiettivo del museo multimediale interattivo che, ha annunciato l' assessore alla Cultura. Anche la cultura grazie alla multimedialità cambia volto
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    Penso che questo sia un'ottimo esempio di come la tecnologia possa aiutare, non soltanto i turisti ma soprattutto gli studenti di storia antica, nell'apprendimento e nella memorizzazione, rivivendo con la realtà 3D percezioni e sensazioni altresì difficili da provare. Un'immagine statica, una ricostruzione fotografica non sarebbero certamente in grado di suscitare quello stesso grado di immersione e dinamicità di una realtà virtuale. Si esemplifica così come il passaggio dal modello pedagogico Alpha al modello Epsilon, quindi dall'alfabeto all'elettricità possa apportare notevoli passi avanti nell'apprendimento e nell'insegnamento.
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    Un esempio di quanto detto è il Museo di Egittologia di Torino. Anche se riprodotto in altre città come Roma, è a Torino che presenta la sua dimensione riproduttiva in tridimensionale. Grazie a tale tecnologia si possono ammirare riproduzioni virtuali delle camere sepolcrali rinvenute in territorio egiziano. Non solo apprezzabili sotto un profilo culturale e storico qualedocumentazione di un vissuto antico, ma quale riproduzione dell'originale camera così come originariamente strutturata. Trovo questo uno degli esmpi più eclatanti e soprattutto formativi per tutti coloro adulti e bambini che amano le testimonianjze del passato.
Alessandro Bambini

Il digitale e la multimedialità di ritorno - 0 views

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    L'articola illustra il percorso di sviluppo del linguaggio: dall'era verbale a quello digitale e multimediale
assunta somma

l'anima del mondo multimediale - 1 views

#DistributedCogntion

started by assunta somma on 07 Nov 12 no follow-up yet
Mauro De Merulis

tecnoteca.it - Multimedialità  e Ipertesti - 8 views

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    La mente dell'uomo non concepisce le idee in forma definita e completa: sono piuttosto il frutto di una progressiva elaborazione, che si svolge per selezione e collegamento tra idee diverse, che contribuiscono alla definizione della linea di pensiero.
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    Un'altra figura di grande importanza è Theodor Holm Nelson, laureato in filosofia, nato nel 1937 ed è considerato il più visionario, il più inventivo tra i personaggi. Il suo sogno è uno strumento universale attraverso il quale si può accedere alle informazioni. E' lui l'inventore delle parole ipertesto ed ipermedia. Era il momento in cui lavorava in Giappone ad un progetto di nome Xanadu (la città dell'utopia). Nelson ha un punto di partenza, da un lato è molto critico nei confronti dello sviluppo dell'informatica e dall'altro ipotizza la totale accessibilità alle informazioni. Il progetto Xanadu prevede tre parole chiave (immagine 3): connessione, archiviazione, accessibilità. Per connessone si intende la possibilità di connette alla rete una quantità infinita di utenti; per archiviazione si intende la possibilità di registrare le informazioni ed infine la connettività riguarda la facilità di accesso alle informazioni. Il progetto di Nelson non riguarda solo i "testi letterali" propriamente detti ma tutto ciò che è scritto. Nelson non si è preoccupato solo di progettare Xanadu ma anche di risolvere i problemi (immagine 4): per Nelson un problema fondamentale è la scomparsa delle informazioni, quindi occorre una grande capacità di memorizzazione. Inoltre ci deve essere la possibilità di memorizzazione delle opere. Se il progetto prevede una cooperazione generale ciò deve permettere anche la possibilità di modifica delle opere stesse Nelson con Xanadu pensa di aumentare la capacità produttiva e creativa degli utenti. Un testo ipertestuale è un modello che non segue una sequenza lineare come un libro non lineare, ma un insieme di collegamenti all'interno dello stesso testo o tra testi diversi. Ipertestualità vuol dire perdita di un centro, si perde anche il concetto di autorità all'interno del testo e lo stesso lettore può diventare autore del testo. A questo concetto è legato il concetto di interattività, vale
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    La mente dell'uomo non concepisce le idee in forma definita e completa: sono piuttosto il frutto di una progressiva elaborazione, che si svolge per selezione e collegamento tra idee diverse, che contribuiscono alla definizione della linea di pensiero.
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    E' un articolo interessante e anche in parte convincente. Quello che io però mi chiedo è: ma davvero funziona un modo di insegnare fatto così? Non è rischioso, soprattutto ad un livello iniziale di apprendimento? Per quanto la "linearità" di un modo tradizionale di insegnare sembri meno efficace (perchè diversa sarebbe stata anche l'antica modalità orale), noi impariamo a leggere gradualmente. Lo stesso nostro modo di approcciare le nuove tecnologie viene da un modo di pensare strutturato dalla "lezione" che segue la modalità lineare. Ad A segue B e poi C. La stessa multitestualità è pensata e strutturata in maniera lineare, a mio avviso. Certo, l'apprendimento non è lineare, ma a balzi ed è vero che la mente umana funziona in maniera non sequenziale. Ma questa non sequenzialità è personale, non data da qualcuno o qualcosa di esterno. Sono io che mi creo i miei collegamenti. Se lo fa qualcuno da fuori, è comunque (a mio avviso) sempre una sequenzialità di informazioni. Solo che questa sequenzialità è data dal mio cercare prima una cosa e poi un'altra. E' una fittizia rete. La vera rete me la creo poi io, nel mio cervello. Io temo che questa "rete" sia pericolosa per l'apprendimento, soprattutto, come dicevo all'inizio, per chi è al livello più elementare dell'apprendimento. Sai cosa mi ha detto un amico medico cinese? Noi occidentali non siamo in grado di vedere l'aura delle persone, perchè nessuno, quando eravamo bambini, ci ha insegnato a coltivare questa capacità. Per la sua generazione (ora ha 55 anni) era normale che, se un bambino vedeva l'aura, questa facoltà venisse coltivata. Come uno che ha un buon orecchio musicale. Niente di eccezionale, ma neppure da non considerare. Ecco quindi che molti adulti vedono l'aura delle persone. Quello che voglio dire è che noi veniamo educati comunque a "leggere" la realtà da quello che i nostri educatori (genitori, parenti, insegnanti, altri bambini) fin da piccoli ci inculcano, perchè così vedon
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    "La mente umana funziona in modo non-sequenziale: gli stessi artifici narrativi che la letteratura ha sviluppato possono essere visti come delle scappatoie dall'appiattimento dell'ordine sequenziale."
Elena Elena1

psicologia dell'apprendimento collaborativo - 11 views

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    Un testo che spiega l'apprendimento collaborativo in modo esemplare passando da varie fasi quali l'Interazione di gruppo, la Comunicazione mediata dal computer definendo gli strumenti della collaborazione fino alle reti creative. Tutti i cambiamenti dell'apprendimento da ieri ad oggi: dall'accumulazione di informazioni alla valorizzazione delle proprie connessioni.
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    Con la multimedialità abbiamo entità diverse coinvolte ovvero l'ambiente esterno, il contesto sociale e noi stessi. Vi è un apprendimento collettivo ovvero si apprende per mezzo egli altri, dagli altri con gli altri Vi è una collaborazione fra i membri del gruppo pertanto anche una soluzione cooperativa anche se a mio avviso risulta più difficile la decisione. Lavorare in gruppo si sa è molto più complesso. E' vero che c'è un'aggiunta di valore ma è anche vero che se non vi è una comunicazione efficace l'obiettivo è difficile da raggiungere. Vi è pertanto un buil-on sulle idee altrui che non è semplice. Possiamo dire però che la conoscenza è sociale non più individuale è condivisa in una enorme rete. Vi è sicuramente un cambio di modalità di apprendimento che è diventato sociale
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    mi piace molto la frase che diceva McLuhan: "se tutte le nostre tecnologie sono estensione del nostro corpo, l'elettricità è l'estensione del nostro sistema nervoso"
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    Caratteristiche dell'apprendimento collaborativo Un esercizio di apprendimento in gruppo si qualifica come apprendimento cooperativo se sono presenti i seguenti elementi: 1 - Positiva interdipendenza: i membri del gruppo fanno affidamento gli uni sugli altri per raggiungere lo scopo. Se qualcuno nel gruppo non fa la propria parte, anche gli altri ne subiscono le conseguenze. Gli studenti si devono sentire responsabili del loro personale apprendimento e dell'apprendimento degli altri membri del gruppo. . 2 - Interazione: benché parte del lavoro di gruppo possa essere spartita e svolta individualmente, è necessario che i componenti il gruppo lavorino in modo interattivo, verificandosi a vicenda la catena del ragionamento, le conclusioni, le difficoltà e fornendosi il feedback. In questo modo si ottiene anche un altro vantaggio: gli studenti si insegnano a vicenda. 3 - Attività diretta: tutti gli studenti in un gruppo devono rendere conto per la propria parte del lavoro e di quanto hanno appreso. Ogni studente, nelle prove di esame, dovrà rendere conto personalmente di quanto ha appreso 4 - Uso appropriato delle abilità nella collaborazione: gli studenti nel gruppo vengono incoraggiati e aiutati a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità, la leadership, la comunicazione, il prendere delle decisioni e difenderle, la gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali. 5 - Valutazione del lavoro: i membri, periodicamente valutano l'efficacia del loro lavoro e il funzionamento del gruppo, ed identificano i cambiamenti necessari per migliorarne l'efficienza. In particolare l'interdipendenza positiva è un elemento essenziale del Cooperative Learning e nasce quando una persona percepisce di essere vincolata ad altre per il perseguimento di un proprio obiettivo. L'interdipendenza può essere oggettiva o soggettiva: è oggettiva quando l'attività prevede necessariamente la collaborazione dei membri di un gruppo (es. in una squadra di calcio è oggettivame
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    Interessante testo dove si evidenzia l'apprendimento come un cerchio dove ognuno dà il proprio contributo, l'app collaborativo è basilare per lo sviluppo delle tecnologie telematiche, le informazioni sono condivise e valutate, questo porta a contestualizzare e verificare i contributi di ogni soggetto in un unico sistema di apprendimento online, nel senso che dalla moltitudine delle info si sfocia ad una informazione individuale generalizzata.
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    Le slide, incentrate sull'apprendimento didattico, schematizzano efficacemente il percorso da ambienti di apprendimento "tradizionali" (imparare "per mezzo di altri" e "dagli altri") ad un ambiente collaborativo (imparare "con" gli altri). Distinguendo ulteriormente, in quest'ultimo caso, le situazioni che prevedono una più semplice "sincronizzazione" degli interventi dei singoli, da quelle in cui si richiede una reale cooperazione finalizzata alla produzione di risultati condivisi. Cioè l'aggiunta di valore apportata dal singolo all'interno del gruppo che da luogo all'apprendimento collaborativo. Alla tecnologia è implicitamente riconosciuto un ruolo "connettivo" nella costruzione dell'intelligenza, oltre a quello più scontato di ampliamento delle comunità. Forse meno, però, l'importante ruolo di agente attivo nella modificazione dei processi cognitivi.
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    Una presentazione efficace e schematica. Vengono richiamati alcuni assiomi base dell'apprendimento collaborativo e del problem solving in gruppo. Interessante il diagramma dei livelli dell'interazione.
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    L'apprendimento collaborativo fa riferimento a comunicazione mediata dal computer, si basa sulla valorizzazione, dall'imparare dagli altri, imparare con gli altri, condividere, mettere insieme competenze. Ho trovato interessante e soprattutto un modo facile e originale per trattare di apprendimento e comunicazione.
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    Purtroppo non riesco a ritrovare un articolo letto su Focus qualche tempo fa, che confermava il miglioramento dello stile, delle conoscenze grammaticali e lessicali degli adolescenti (e non) che abitualmente fanno uso di tecnologie per interagire con il mondo. L'articolo spiegava che il fatto di "pubblicare" commenti/pensieri/informazioni, incrementa la motivazione nello scrivere meglio.
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    penso che anche i nuovi giochi "ruzzle" e "4 immagini e una parola" siano una specie di apprendimento collaborativo: in assenza della risposta si può chiedere e accettare suggerimenti in rete...
Francesca Villa

Apprendimento - Innovazione didattica - 1 views

Innovazione e Tecnologie didattiche per apprendmento/insegnamento delle discipline Prof Ceccanti e Proff.ssa Fornaciari sperimentano una formazione insegnanti presso SSis Toscana sede di Pisa un la...

apprendimento;competenze

started by Francesca Villa on 18 Jul 13 no follow-up yet
filomena formica

Il multitasking può diventare una dipendenza proprio come una droga! - 2 views

Il "Multitasking" (multiprocessualità) o anche detto "time-sharing" (in cui si permette a più utenti di utilizzare contemporaneamente e interattivamente lo stesso sistema) è una tecnica del sistema...

#Multitasking

started by filomena formica on 23 Feb 13 no follow-up yet
Rosanna Di Gioia

Disconnect to connect - 5 views

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    Questo video ci permette di riflettere sui possibili aspetti negativi che le nuove tecnologie possono portare nell'interazione con gli altri. Le controindicazioni dell'essere constantemente "connessi" possono portare ad assentarsi da impegni seri e a trascurare le relazioni sociali e familiari. Il multitasking rischia di diminuire la capacita' di selezione delle priorita'.
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    grazie della segnalazione del video, ho visto che ci sono centinaia di commenti e apprezzamenti . Non sopporto l'intrusione invadente di smartphone o simili, tenerli sempre accesi non significa essere in grado di saperli utilizzare e quindi tutte le potenzialità che hanno invece di migliorare la vita la peggiorano specie nelle relazioni sociali.
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    concordo..le relazioni interpersonali reali vengono trascurate e una buona "dose" delle nostre azioni veri viene fatta in virtù di essere condivisa nelle reti, ma non per quello che vale veramente
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    Il professor Menduni, in una delle lezioni di "educazione e nuovi media", parla di universi individuali in movimento, del fatto che tendiamo ad isolarci mentre siamo in mezzo agli altri. Questa tendenza è negativa nel momento in cui il nostro rapporto con la realtà cambia,e diviene meno piena e presente, direi che diviene appunto MEDIATA. Per esistere, per partecipare in qualche modo alla vita sociale, oggi esprimere la propria presenza nel cyberspazio è praticamente indispensabile. Ma appunto questo non deve soppiantare noi stessi, la nostra vera identità e la vita vissuta concretamente, quella che accade e si fa momento per momento, e che non si deve avere paura di vivere "nuda", senza nulla che si interponga e medi tra noi e gli eventi, tra noi e gli altri. Il video è bello perchè ci riporta sul MODO di fare le cose, sul senso del limite, anzi sul buon senso che ci permette di non perdere la nostra umanità.
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    La connessione può essere un meccanismo di difesa, che ci offre uno strumento per distaccarci da realtà difficili da affrontare, mettendo uno spazio tra se e l'altro
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    La multimedialità, la realtà virtuale, le reti telematiche, i satelliti digitali, Internet, modificano i processi di comunicazione del sapere ma anche i modi con cui si acquisiscono. Questi cambiamenti inducono il passaggio da una società dell'informazione ad una società cognitiva. E' una rivoluzione basata sull'informazione, che consente all'intelligenza di acquisire nuove capacità e pone nuovi interrogativi agli individui, alle istituzioni formative, al mondo produttivo e al mondo politico.
Elena Elena1

L'intelligenza emotiva secondo Daniel Goleman: una chiave per il successo! - 8 views

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    Goleman va oltre la tesi di Gardner, vista nel corso, al quale rimprovera di essere rimasto troppo legato al modello di mente proprio delle scienze cognitive e di aver lasciato inesplorati due concetti: "la possibilità che l'intelligenza sia presente nelle emozioni e l'educabilità della stessa". E' fondamentale l'opportunità offerta all'infanzia, definita da Goleman "una finestra aperta" per modellare le inclinazioni emotive destinate a durare tutta la vita.
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    Si, Goleman riteiene che le capacità cognitive non soddisfano completamente l'individuo. Parla dell'esistenza di una intelligenza diversa da quella cognitiva classica basata su processi logici del pensiero. L'intelligenza emotiva di G.è una miscela equilibrata di motivazione, empatia, logica e autocontrollo, che consente, imparando a comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, di sviluppare una grande capacità di adattamento e di convogliare opportunamente le proprie emozioni, in modo da sfruttare i lati positivi di ogni situazione. Può essere definita come la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali". Sono abilità complementari ma differenti dall'intelligenza, ossia da quelle capacità meramente cognitive rilevate dal Q.I., che rappresenta l'indice generale delle facoltà cognitive. Tra queste abilità complementari rientrano ad esempio la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare. Alcune ricerche hanno dimostrato che nei primi millisecondi della percezione decidiamo se l'oggetto percepito ci piace o no. Ciò è particolarmente importante in un contesto multimediale, dove l'effetto emotivo dell'immagine o del suono precede il contenuto testuale, o addirittura precede la decodifica cognitiva dell'immagine o del suono. La possibilità di utilizzare immagini, suoni o altri stimoli che possano "risuonare" nel nostro circuito emotivo facilita l'apprendimento testuale. Nell'epoca attuale, caratterizzata dalla possibilità di attivare contemporaneamente più circuiti neuronali in risposta alla multimedialità (vista,
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    Goleman identifica un particolare tipo di intelligenza: l'intelligenza emotiva che può costituire un fattore determinate per il successo personale e professionale. La capacità di comprendere e gestire meglio le proprie emozioni permette di affrontare meglio la vita e raggiungere più facilmente i nostri obiettivi.
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