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Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Tutor-corsisti: un rapporto di difficile gestione - 5 views

  • in presenza tutor-corsisti , qui interessa particolarmente sottolineare il profilo del “tutor moderatore” (conduttore-animatore)
  • in
  • Tutor-corsisti: un rapporto di difficile gestione
  • ...30 more annotations...
  • in presenza
  • tutor on line è una figura chiave per rendere più funzionali i rapporti di rete
  • Sono i tutor che fanno la qualità dell’e-learning creando la “vicinanza psicologica
  • l’interattività in presenza e a distanza che permette di far percepire l’apprendimento come un’esperienza fondamentalmente sociale
  • in presenza
  • in presenza
  • in presenza
  • competenze del tutor di rete,
  • tecnologiche
  • metodologico-didattiche
  • relazionali
  • la formazione dei tutor a livello di “competenze relazionali” sembra essere lasciata un po’ in ombra
  • siano considerate scontato patrimonio dei docenti e che possano esaurirsi nel rispetto della netiquett
  • è auspicabile dedicare gradatamente maggiori spazi di riflessione e training dedicati alla conduzione di gruppi
  • poiché questa competenza incide altamente
  • il modello PuntoEdu dell’Indire
  • Gli e-tutor sono
  • moderatori sono
  • I direttori dei corsi sono
  • Le persone di contatto sono
  • infatti, per il successo di un corso, appare determinante l’abilità nella gestione dell’aula formativa attraverso l’utilizzo di tecniche comunicative e di elaborazione del compito adeguate ad un gruppo di adulti professionalizzati.
  • Nel ricco dibattito che nasce dall’esperienza sul campo da parte di tutor di rete ed esperti di FaD,
  • emerge con forza la necessità che il tutor possegga una solida competenza comunicativo-relazionale
  • porre domande al momento giusto, incoraggiare i corsisti, monitorare la situazione per capire se, quando e come intervenire, stimolare la partecipazione dei coinvolti e creare un clima di fiducia (ascolto attivo e stima), ridurre la tensione in situazione di conflitto e far sentire i corsisti a proprio agio, arricchire il dibattito fornendo, se necessario, adeguati chiarimenti, valorizzare la collaborazione dei corsisti ma anche la loro autonomia formativa
  • corsisti sono divisi in classi
  • orientato alla gestione della discussione per reindirizzarla e stimolarla, attento al recupero della motivazione dei partecipanti e al clima d’aula, privilegiando l’approccio metacognitivo e cooperativo, di controllo critico, riflessivo e autovalutativo sui processi in atto
  • In aula entrano in gioco direttamente, senza i filtri del mezzo tecnologico, le sue competenze relazionali e comunicative
  • , la mancanza del vincolo spazio tempo e del contatto diretto può rendere più difficile la comunicazione con l’altro e ostacola, a volte, il fluire naturale dei riscontri tutor-corsisti, per cui il tutor deve avere grande disponibilità all’ascolto ed essere in grado di stimolare il desiderio e la necessità di comunicare attraverso la rete.
  • tutoring è un tipo di strategia didattica implicito nella funzione docente
  • orientato a sostenere azioni di personalizzazione ed orientamento legate ad assunti che si ritengono esistenti negli adulti in apprendimento
  •  
    Descrizione e riflessione sulle competenze del tutor, particolarmente riferito a corsi blended.
francesca tarulli

Tutor di formazione - Wikipedia - 0 views

  • Il termine tutor è di origine latina e significa difendere, sostenere; colui che dà sicurezza
  • Il tutor è colui che media:
  • Tra le persone che apprendono e il docente/conduttore degli interventi formativi
  • ...7 more annotations...
  • I contenuti
  • Le sue competenze, quindi, si riferiscono alla conoscenza del contesto in cui avviene l’apprendimento e delle modalità con le quali l’individuo apprende.
  • Il tutor opera in vari contesti formativi
  • La professione del tutor ha assunto un ruolo centrale nell'apprendimento con l'E-learning o apprendimento in rete in cui c'è bisogno di particolare attenzione e cura del singolo allievo, della comunità che apprende e dei processi formativi.
  • Il tutor di formazione on line è specializzato nella modalità di mediazione on line
  • Il rischio principale per il tutor on line è l'overload, cioè l'impossibilità di gestire adeguatamente l'aula virtuale, con un conseguente tasso elevato di abbandono e disinteresse da parte degli studenti.
  • Inoltre, il ruolo del tutor cambia in base al modello didattico adottato
  •  
    Dall'etimologia del termine "tutor" al suo ruolo attuale "in rete"
katia capannelli

http://www.indire.it/ted/materiali/galliani.pdf - 0 views

  •  
    Metodologie integrate (in aula, in rete, sul campo) per la formazione continua degli insegnanti
valentina prenna

E-TUTOR - 5 views

  •  
    Iniziamo con una definizione di e-tutor, delle sue competenze e funzioni. Inoltre si affronta anche l'argomento "netiquette" e delle principali regole che le governano.
  •  
    A partire dal riconoscimento della rete Internet come risorsa fondamentale per la formazione, sia in ambito formale che informale, in questo contributo si illustra la figura del tutor nel tempo, il profilo professionale riguardo competenze e funzioni, la netiquette
Anna Pollio

dott. Paula De Waal - 2 views

E-learning, parola difficile da definire, l'origine del termine risale agli anni 80 inserendosi nell'insieme di termini che descrivevano le possibilità d'utilizzo delle reti telematiche. Nasce quin...

started by Anna Pollio on 14 Feb 12 no follow-up yet
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Web 2.0 e formazione: folksonomia e apprendimento co... - 3 views

  • Web 2.0 e formazione: folksonomia e apprendimento condiviso
  • formazione attraverso la rete rappresenta una strategia efficace per aspetti che spaziano dal versante economico, al logistico, al personale
  • Lifelong Learning
  • ...31 more annotations...
  • Lifelong Learning
  • La diffusione delle teorie di apprendimento collaborativo in ambito formativo, rivolto perciò all’utente adulto, abbinate alle tecnologie di comunicazione, hanno avuto come esito la progettazione di un apprendimento collaborativo assistito dal computer (Collis, 1994).
  • L’utente, divenuto nel tempo il gestore di complesse interazioni uomo-macchina-uomo, interagisce con un “virtuale” che sempre più assume la veste di una comunità che apprende insieme, collaborando e condividendo la costruzione di una conoscenza che è sempre più una questione sociale
  • Per quanto riguarda il multimedia, bisogna garantire l’accesso alle informazioni in un formato e ad un livello di difficoltà adeguato al gruppo destinatario (Lowjck, 2000)
  • fare formazione oggi, è divenuto imperativo:costituisce la risposta al pressante bisogno di efficienza ed efficacia tali per cui gli standard di prodotto risultino competitivi nel mercato, di qualunque natura esso sia
  • E’ allora possibile pensare al web 2.0 come ad un alleato per la formazione?
  • valenza del web 2.0 e dei tools che lo caratterizzano perché, che lo si condivida o meno, sta riscuotendo un successo planetario
  • Chiunque può comunicare, socializzare, chiedere, ricevere, basta accedere e si possono utilizzare tantissimi servizi in un unico profilo: la scelta è individuale.
  • social network
  • Il web sta evolvendo in misura espositiva verso modelli che fanno del singolo utente il gestore del processo di ricerca ed analisi, nonché di divulgazione delle informazioni e la formazione professionale non può ignorare l’applicabilità dei tools che lo caratterizzano, ai fini formativi. Serve analizzare le singole variabili, porle in relazione e verificarne la validità e funzionalità nei percorsi online.
  • dobbiamo inglobare anche le variabili d’uso dello spazio di interazione ai fini di una gestione del sapere che si strutturi e conformi a personali ed individuali modalità di classificazione e valutazione degli apprendimenti costruiti e condivisi
  • La scelta di associare a questo o quest’altro bookmark all’etichetta che denomina il messaggio riflette quindi processi di mediazione e riconoscimento di significato, nonché informazioni sul linguaggio informale veicolato. E’ un processo di selezione delle informazioni molto interessante: permette di individuare i costrutti usati dal singolo, di ricercarne coerenza all’interno dei bookmark creati e di tracciare un profilo del tipo di intelligenza usata e dei bisogni. In un contesto di formazione dare modo agli utenti di intervenire sul flusso comunicativo in una forma per così dire, riservata, è una intelligente opportunità per far marciare il processo su binari distinti ma integrabili.
  • Web e folksonomie
  • Parlare di formazione e web 2.0 rimanda perciò a due caratteristiche fondamentali: utenti adulti e contesti virtuali di interazione, dove coesistono sia LMS e LMSC in continua evoluzione che tools per la personalizzazione del processo di apprendimento e formazione in atto.
  • Naturale conseguenza a ciò, in un’epoca in cui le ICT sono strumento di lavoro diffuso massivamente, pensare alla formazione online diventa una strategia appetibile
  • ovvio che il fruitore del processo si pone in posizione centrale rispetto l’ambiente di apprendimento che gli ruota intorno e del quale egli usa solo ciò che gli è utile.
  • L’integrazione di tali ambienti virtuali di apprendimento, che per loro progettazione e struttura sono standardizzati, con i tools derivati dal web 2.0 rappresenta un tentativo di rendere sempre più integrato il processo di formazione, in modo che ci si orienti verso il Networked Collaborative Learning ( Findley, 1988).
  • L’interazione uomo computer evolve in interazione tecnico sociale
  • All’utente viene richiesta abilità interpretativa per ottimizzare la sua relazione uomo macchina e ancora una volta essa non è attività individuale ma sociale: lo scopo comunicativo è rendere comprensibile agli altri il mio pensiero e per farlo, posso integrare la comunicazione scritta con molti altri strumenti. Servono tecnologie usabili ed interpretabili
  • “il contesto sociale è essenzialmente il sistema simbolico di una certa cultura continuamente alterato dall’intervento pratico umano, e non è riducibile alle relazioni interpersonali, intese come ambiente puramente fisico in cui avviene uno scambio di informazioni; gli esseri umani si scambiano significati e non pezzetti di info, si scambiano interpretazioni delle situazioni in cui sono coinvolti, e l’elemento chiave di disambiguazione dei messaggi è il riferimento a un contesto significativo comune.”
  • l’inserimento di particolari tools in contesti per la formazione online, quali le piattaforme (LMSC), può dar vita a forme di feedback indiretto, ma altrettanto utile sia ai fini di promozione delle interazioni efficaci, che di creazione di linguaggi condivisi. Faccio riferimento ai bookmark ed ai tag.
  • Bookmark: personalizzare per tracciare all’interno del gruppo, il proprio sapere
  • soprattutto dal punto di vista di condivisione di esperienze e saperi, testati, provati sul campo e ritenuti validi
  • bookmark associata non a siti ma a post, con la creazione di cartelle implementabili a piacere, ricche di materiale autentico ricavato dal forum e selezionato dal singolo utente permetta in real time, durante la partecipazione a corsi di formazione in rete che prevedono l’uso del forum, di adattare il percorso via via che si snoda secondo personali esigenze.
  • capire se la formazione online possa trarre vantaggio dalla folksonomia e perché.
  • Tagging: libero o semantico?
  • la possibilità di segnalare ciò che è ritenuto importante e di renderlo visibile al gruppo, oltre che a sé stesso.
  • dal tagging
  • L’idea è di dotare i forum didattici di duplice modalità di tagging: libera e semantica, l’una gestita dal gruppo che interagisce durante il processo di formazione, l’altra strutturata su categoria ontologica, gestita dal tutor
  • La visibilità attraverso le cloud e la scelta della terminologia di riferimento, può a mio avviso costituire un’ulteriore indice di condivisione della conoscenza da valutare ai fini di valutazione del flusso comunicativo (analisi qualitativa).
  • Concludendo, portare il web dentro la formazione è senza dubbio una strategia utile al singolo ed al gruppo; si dà la possibilità che il sapere trasli in soluzione di continuità tra il formale ed il non formale, attraverso l’informale ( Cross, 2006) creando banche dati strutturate su terminologie generate dalla pratica e funzionali quanto gli script, in accezione anche di ergonomia cognitiva.
  •  
    Spunti di riflessione sulla necessità di inserire le tecnologie del web2.0 all'interno dei corsi di formazione, con particolare riferimento al tagging e alle folksonomies.
  •  
    Questo articolo è interessantissimo perchè parla proprio di ciò che sta facendo il nostro gruppo in questa II fase del II modulo del corso!!!
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Gestire e organizzare la comunicazione online - 2 views

  • nuove e-community che ormai si sviluppano nel campo dell’istruzione richiedono una moderna, complessa e articolata literacy
  • technological literacy
  • information literacy
  • ...11 more annotations...
  • communication literacy
  • media literacy
  • la nostra attenzione sui fenomeni comunicativi
  • L’efficacia e il funzionamento di una comunità di apprendimento o di pratiche dipendono in gran parte dall’equilibrio tra il sistema sociale, che vi si sviluppa e che fa riferimento alla costituzione dei gruppi, ai flussi della comunicazione, alle dinamiche relazionali e al sistema tecnologico che viene utilizzato
  • Se da una parte non vi è più un luogo fisico, come nella comunicazione in presenza, nasce però un luogo che potremo definire virtuale e sociale, nel quale i soggetti protagonisti si incontrano e tessono relazioni
  • Le modalità di accesso con l’utilizzo combinato di alcuni ambienti così detti groupware avvicinano molto la CMC ad attività di collaborazione/cooperazione legate allo scambio di file e documenti, alla scrittura condivisa, all’elaborazione comune che fino a qualche tempo fa erano possibili solo in presenza.
  • necessità, da parte del tutor di rete che gestisce e organizza la comunicazione, di riuscire a monitorare ciò che accade, indagando sia gli aspetti più propriamente quantitativi che quelli più specificatamente qualitativi, al fine di orientare il gruppo verso una identità che permetta di favorire la piena collaborazione e cooperazione. Se per i primi sarà indispensabile conoscere la frequenza con cui gli appartenenti alla comunità si scambiano i messaggi, il numero dei messaggi per ciascun thread di discussione, lo scarto tra chi interviene di più e chi rimane ai margini, per gli aspetti qualitativi sarà fondamentale verificare la coerenza dei contenuti con il compito assegnato, distinguendo gli aspetti teorici, quelli tecnici, le richieste di aiuto e collaborazione, la capacità di innescare reazioni e discussioni [Calvani e Rotta, 2000].Sarebbe utile altresì riflettere sull’identità che si delinea all’interno del gruppo di
  • gruppi di aiuto reciproco centrati sulla discussione di argomenti specifici
  • gruppi aperti
  • gruppi di lavoro
  • sotto controllo alcuni dei disturbi più frequenti della comunicazione on line quali quelli del flaming (letteralmente esagerazione) che si manifesta quando qualcuno occupa tutto lo spazio della comunità; del pensiero deviante, quando ci si allontana dal compito assegnato o quando non vengono riconosciute le priorità; dell’utilizzo personale della rete per scopi personali o pubblicitari [Calvani e Rotta, 1999].
  •  
    Interessante riflessione sulla CMC e sul suo ingresso nell'ambito della formazione dei professionisti.
NICOLA TRONO

Tiragraffi - 1 views

  •  
    Sito interessante, una sorta di blog magazine sulla comunicazione. Provate a navigarci dentro..troverete molte info interessanti
marica pizzetti

Form@re - 2 views

  • il tutor: - svolge un ruolo attivo, per quanto gli compete, a seconda del tipo di attività collaborativa che i corsisti praticano in rete (administrator nella simulazione di un corso online, master nel gioco, osservatore/critico nell'attività di scrittura collaborativa…); - reagisce alle sollecitazioni dei gruppo di attività valutando se e come apportare variazioni agli obiettivi stabiliti: ad esempio, se in una simulazione il gruppo dei corsisti volesse puntare sull'elaborazione di pagine Web, spetterà al tutor valutare la fattibilità dell'ipotesi. In ogni caso i corsisti dovranno sapere che il tutor avrà l'ultima parola sulle varianti allo schema iniziale. Se il tutor valuta positivamente proposte di variazione allo schema iniziale svolgerà un preciso ruolo di supporto/suggerimento nel reperimento o nell'elaborazione dei materiali necessari, assumendo almeno per un periodo anche un ruolo di facilitatore; - produce un "report" periodico sullo stato dell'attività in corso, da inviare a tutti i corsisti. La cadenza potrebbe essere settimanale, anche se questo dipenderà dalla durata complessiva dell'attività e dal ritmo che i corsisti sono in grado di seguire; - sollecita i corsisti a "chiudere" le attività collaborative producendo un risultato, in base agli obiettivi stabiliti o a quelli che si sono andati delineando. In questo caso il termine ultimo per la chiusura dell'attività può anche variare leggermente da gruppo a gruppo tra quelli moderati dal tutor, anche se l'oggetto o l'approccio fossero uguali.
  •  
    La figura del tutor e i suoi compiti
  •  
    La figura del tutor cambia in base alla tipologia di corso e quindi alla modalità d'azione adottata. Possiamo avere dunque il tutor "istruttore", "facilitatore" e "moderatore-animatore".
Elisa Contigiani

Esserci o non esserci - 1 views

  •  
    Un articolo di Mario Rotta in cui si configurano le contraddizioni nell'attuale evoluzione del web.
silvia sagripanti

WBT.IT: Formazione in rete - 2 views

  •  
    Articolo interessante sull' e-learning
Noemi Nespoli

Progettare e gestire interazioni collaborative nell'apprendimento on-line: il web forum... - 1 views

  •  
    Il contributo (rielaborato da una tesi di laurea non pubblicata) fornisce indicazioni a formatori e progettisti multimediali per organizzare e utilizzare al meglio gli strumenti comunicativi a disposizione in un contesto di apprendimento in rete e per favorire i processi di negoziazione di significato all'interno della comunità di discorso.
Nadia Romagnuolo

TecaLibri: Paolo Ferri: La scuola digitale - 0 views

  • Autore Paolo Ferri Titolo La scuola digitale SottotitoloCome le nuove tecnologie cambiano la formazione EdizioneBruno Mondadori, Milano, 2008, Testi e pretesti , pag. 180, cop.fle., dim. 10,3x17x1,4 cm , Isbn 978-88-424-2042-2 LettoreElisabetta Cavalli, 2008 Classe scuola , informatica: reti
  •  
    Un  contributo di Paolo Ferri sulla rivoluzione digitale.Il passaggio dalla prima forma di Internet,il WEB 1.0, alla sua evoluzione Il WEB 2.0
Valentina Iobbi

Web 2.0 - Wikipedia - 1 views

  • Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente (blog, forum, chat, wiki, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin, wordpress, foursquare, ecc.).[1]
  • Dai siti web personali ai blog [modifica] Se prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e di programmazione, oggi con i blog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione tecnica. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. I principali produttori di blog sono scrittori, giornalisti, artisti le cui attività non presuppongono una conoscenza informatica approfondita.
  • Strumenti per la creazione di contenuti [modifica] Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica del Web 2.0, è data da una serie di strumenti (tool in inglese) on-line che permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale applicazione. In pratica il Web di seconda generazione è un Web dove poter trovare quei servizi che finora erano offerti da pacchetti da installare sui singoli computer. Esempi di Web 2.0 sono CKEditor e Writely, veri e propri elaboratori di testi e convertitori di formato, oppure NumSum, una sorta di foglio elettronico. Anche Google ha recentemente lanciato la sua suite di editor, chiamata Google Docs & Spreadsheet, e Microsoft sta per rilasciare una versione online della suite Office. Oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità, realizzando in maniera veloce il ciclo di vita del content management. Per la pubblicazione dei contenuti fanno da padrone sul Web (di oggi) i provider di blog come Blogger, Wordpress e Splinder, ma anche piattaforme commerciali come Microsoft Sharepoint Services che nella versione 3.0 accentua le sue caratteristiche di collaborazione diventando la parte server di Office 12.
  • ...33 more annotations...
  • Dai sistemi per content management ai wiki [modifica] La tecnologia Wiki (Wikipedia ne è la più celebre applicazione) è il punto di arrivo del content management, in quanto ne implementa tutti i paradigmi. Se prima erano necessarie più applicazioni informatiche per la gestione del ciclo di vita dell'informazione (dall'intuizione alla fruizione), oggi una stessa tecnologia supporta al meglio tutto il processo. Si fruisce dell'informazione nell'ambiente stesso in cui essa è nata.
  • Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente ( blog , forum , chat , wiki , flickr , youtube , facebook , myspace , twitter , google+ , linkedin , wordpress , foursquare , ecc.).
  • coniato dal guru del business Tim O' Reilly.[senza 
  • l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni novanta, e composto prevalentemente da siti web statici
  • senza alcuna possibilità di interazione
  • Analisi storica
  • Analisi storica
  • Analisi storica [modifica
  • Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici
  • linguaggio HTML
  • In seguito, grazie all'integrazione con database e all'utilizzo di sistemi di gestione dei contenuti (CMS), mico è stato da alcuni definito Web 1.5.
  • Web 1.0.
  • Web 1.0.
  • definito come Web 1.0.
  • Attraverso l'utilizzo di linguaggi di scripting
  • vere e proprie "applicazioni web" che si discostano dal vecchio concetto di semplice ipertesto e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.
  • Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0
  • Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.
  • Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0
  • Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0,
  • Il Web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell'autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene
  • rappresenta la concretizzazione delle aspettative dei creatori del Web,
  • possibilità di accedere a servizi a basso costo in grado di consentire l'editing anche per l'utente poco evoluto
  • prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e di
  • oggi
  • Le tecniche utilizzate fino a ieri per tenere per più tempo i visitatori su un sito web
  • appiccicosità" di un sito
  • stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore. Attraverso le tecnologie di syndication (RSS, Atom, tagging)
  • Un esempio di questi nuovi canali sono i feed, cioè delle liste di elementi con un titolo (es. notizie di un giornale, thread di un newsgroup), che permettono il successivo collegamento ai contenuti informativi.
  • Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica del Web 2.0, è data da una serie di strumenti
  • Web 2.0, è data da una serie di strumenti
  • permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale applicazione.
  • Oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità,
  •  
    Con questo articolo di wikipedia cerchiamo di chiarire cosa si intende per web2.0
  •  
    Excursus storico e descrizione del web 2.0, confronto con il web 1.0 e focus sugli strumenti per la creazione dei contenuti.
patty battista

E-tutor : identità e competenze - 5 views

shared by patty battista on 09 Feb 12 - No Cached
  •  
    Questo libro rappresenta un riferimento importante per la formazione degli educatori di rete
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