Autore
Paolo Ferri
Titolo
La scuola digitale
SottotitoloCome le nuove tecnologie cambiano la formazione
EdizioneBruno Mondadori, Milano, 2008, Testi e pretesti
, pag. 180, cop.fle., dim. 10,3x17x1,4 cm
, Isbn 978-88-424-2042-2
LettoreElisabetta Cavalli, 2008
Classe
scuola
, informatica: reti
La diffusione delle teorie di apprendimento collaborativo in ambito formativo,
rivolto perciò all’utente adulto, abbinate alle tecnologie di comunicazione,
hanno avuto come esito la progettazione di un apprendimento collaborativo
assistito dal computer (Collis, 1994).
L’utente, divenuto nel tempo il gestore di complesse interazioni
uomo-macchina-uomo, interagisce con un “virtuale” che sempre più assume la veste
di una comunità che apprende insieme, collaborando e condividendo la costruzione
di una conoscenza che è sempre più una questione sociale
Per quanto riguarda il multimedia, bisogna garantire l’accesso alle informazioni
in un formato e ad un livello di difficoltà adeguato al gruppo destinatario
(Lowjck, 2000)
fare formazione oggi, è divenuto imperativo:costituisce la risposta al pressante
bisogno di efficienza ed efficacia tali per cui gli standard di prodotto
risultino competitivi nel mercato, di qualunque natura esso sia
E’ allora possibile pensare al web 2.0 come ad un alleato per la formazione?
valenza del web 2.0 e dei tools che lo caratterizzano perché, che lo si
condivida o meno, sta riscuotendo un successo planetario
Chiunque può comunicare, socializzare, chiedere, ricevere, basta accedere e si
possono utilizzare tantissimi servizi in un unico profilo: la scelta è
individuale.
social network
Il web sta evolvendo in misura espositiva verso modelli che fanno del singolo
utente il gestore del processo di ricerca ed analisi, nonché di divulgazione
delle informazioni e la formazione professionale non può ignorare
l’applicabilità dei tools che lo caratterizzano, ai fini formativi. Serve
analizzare le singole variabili, porle in relazione e verificarne la validità e
funzionalità nei percorsi online.
dobbiamo inglobare anche le variabili d’uso dello spazio di interazione ai fini
di una gestione del sapere che si strutturi e conformi a personali ed
individuali modalità di classificazione e valutazione degli apprendimenti
costruiti e condivisi
La scelta di associare a questo o quest’altro bookmark all’etichetta che
denomina il messaggio riflette quindi processi di mediazione e riconoscimento di
significato, nonché informazioni sul linguaggio informale veicolato. E’ un
processo di selezione delle informazioni molto interessante: permette di
individuare i costrutti usati dal singolo, di ricercarne coerenza all’interno
dei bookmark creati e di tracciare un profilo del tipo di intelligenza usata e
dei bisogni. In un contesto di formazione dare modo agli utenti di intervenire
sul flusso comunicativo in una forma per così dire, riservata, è una
intelligente opportunità per far marciare il processo su binari distinti ma
integrabili.
Web e folksonomie
Parlare di formazione e web 2.0 rimanda perciò a due caratteristiche
fondamentali: utenti adulti e contesti virtuali di interazione, dove coesistono
sia LMS e LMSC in continua evoluzione che tools per la personalizzazione del
processo di apprendimento e formazione in atto.
Naturale conseguenza a ciò, in un’epoca in cui le ICT sono strumento di lavoro
diffuso massivamente, pensare alla formazione online diventa una strategia
appetibile
ovvio che il fruitore del processo si pone in posizione centrale rispetto
l’ambiente di apprendimento che gli ruota intorno e del quale egli usa solo ciò
che gli è utile.
L’integrazione di tali ambienti virtuali di apprendimento, che per loro
progettazione e struttura sono standardizzati, con i tools derivati dal web 2.0
rappresenta un tentativo di rendere sempre più integrato il processo di
formazione, in modo che ci si orienti verso il Networked Collaborative Learning
( Findley, 1988).
L’interazione uomo computer evolve in interazione tecnico sociale
All’utente viene richiesta abilità interpretativa per ottimizzare la sua
relazione uomo macchina e ancora una volta essa non è attività individuale ma
sociale: lo scopo comunicativo è rendere comprensibile agli altri il mio
pensiero e per farlo, posso integrare la comunicazione scritta con molti altri
strumenti. Servono tecnologie usabili ed interpretabili
“il contesto sociale è essenzialmente il sistema simbolico di una certa cultura
continuamente alterato dall’intervento pratico umano, e non è riducibile alle
relazioni interpersonali, intese come ambiente puramente fisico in cui avviene
uno scambio di informazioni; gli esseri umani si scambiano significati e non
pezzetti di info, si scambiano interpretazioni delle situazioni in cui sono
coinvolti, e l’elemento chiave di disambiguazione dei messaggi è il riferimento
a un contesto significativo comune.”
l’inserimento di particolari tools in contesti per la formazione online, quali
le piattaforme (LMSC), può dar vita a forme di feedback indiretto, ma
altrettanto utile sia ai fini di promozione delle interazioni efficaci, che di
creazione di linguaggi condivisi. Faccio riferimento ai bookmark ed ai tag.
Bookmark: personalizzare per tracciare all’interno del gruppo, il proprio
sapere
soprattutto dal punto di vista di condivisione di esperienze e saperi, testati,
provati sul campo e ritenuti validi
bookmark associata non a siti ma a post, con la creazione di cartelle
implementabili a piacere, ricche di materiale autentico ricavato dal forum e
selezionato dal singolo utente permetta in real time, durante la partecipazione
a corsi di formazione in rete che prevedono l’uso del forum, di adattare il
percorso via via che si snoda secondo personali esigenze.
capire se la formazione online possa trarre vantaggio dalla folksonomia e
perché.
Tagging: libero o semantico?
la possibilità di segnalare ciò che è ritenuto importante e di renderlo
visibile al gruppo, oltre che a sé stesso.
dal tagging
L’idea è di dotare i forum didattici di duplice modalità di tagging: libera e
semantica, l’una gestita dal gruppo che interagisce durante il processo di
formazione, l’altra strutturata su categoria ontologica, gestita dal tutor
La visibilità attraverso le cloud e la scelta della terminologia di riferimento,
può a mio avviso costituire un’ulteriore indice di condivisione della conoscenza
da valutare ai fini di valutazione del flusso comunicativo (analisi
qualitativa).
Concludendo, portare il web dentro la formazione è senza dubbio una strategia
utile al singolo ed al gruppo; si dà la possibilità che il sapere trasli in
soluzione di continuità tra il formale ed il non formale, attraverso l’informale
( Cross, 2006) creando banche dati strutturate su terminologie generate dalla
pratica e funzionali quanto gli script, in accezione anche di ergonomia
cognitiva.
Spunti di riflessione sulla necessità di inserire le tecnologie del web2.0 all'interno dei corsi di formazione, con particolare riferimento al tagging e alle folksonomies.
Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente (blog, forum, chat, wiki, flickr, youtube, facebook, myspace, twitter, google+, linkedin, wordpress, foursquare, ecc.).[1]
Dai siti web personali ai blog [modifica]
Se prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e di programmazione, oggi con i blog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione tecnica. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. I principali produttori di blog sono scrittori, giornalisti, artisti le cui attività non presuppongono una conoscenza informatica approfondita.
Strumenti per la creazione di contenuti [modifica]
Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica del Web 2.0, è data da una serie di strumenti (tool in inglese) on-line che permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale applicazione. In pratica il Web di seconda generazione è un Web dove poter trovare quei servizi che finora erano offerti da pacchetti da installare sui singoli computer.
Esempi di Web 2.0 sono CKEditor e Writely, veri e propri elaboratori di testi e convertitori di formato, oppure NumSum, una sorta di foglio elettronico. Anche Google ha recentemente lanciato la sua suite di editor, chiamata Google Docs & Spreadsheet, e Microsoft sta per rilasciare una versione online della suite Office.
Oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità, realizzando in maniera veloce il ciclo di vita del content management. Per la pubblicazione dei contenuti fanno da padrone sul Web (di oggi) i provider di blog come Blogger, Wordpress e Splinder, ma anche piattaforme commerciali come Microsoft Sharepoint Services che nella versione 3.0 accentua le sue caratteristiche di collaborazione diventando la parte server di Office 12.
Dai sistemi per content management ai wiki [modifica]
La tecnologia Wiki (Wikipedia ne è la più celebre applicazione) è il punto di arrivo del content management, in quanto ne implementa tutti i paradigmi. Se prima erano necessarie più applicazioni informatiche per la gestione del ciclo di vita dell'informazione (dall'intuizione alla fruizione), oggi una stessa tecnologia supporta al meglio tutto il processo. Si fruisce dell'informazione nell'ambiente stesso in cui essa è nata.
Si
tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che
permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente
(
blog
,
forum
,
chat
,
wiki
,
flickr
,
youtube
,
facebook
,
myspace
,
twitter
,
google+
,
linkedin
,
wordpress
,
foursquare
,
ecc.).
coniato dal guru del business Tim O'
Reilly.[senza
l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni novanta, e composto
prevalentemente da siti web statici
senza alcuna possibilità di interazione
Analisi storica
Analisi storica
Analisi storica [modifica
Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici
linguaggio HTML
In seguito, grazie all'integrazione con database e all'utilizzo di sistemi di gestione dei
contenuti (CMS), mico è stato da alcuni definito
Web 1.5.
Web 1.0.
Web 1.0.
definito come Web 1.0.
Attraverso l'utilizzo di linguaggi di scripting
vere e proprie "applicazioni web" che si discostano dal vecchio concetto di
semplice ipertesto e che puntano a
somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto
equivalente al Web 1.0
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto
equivalente al Web 1.
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto
equivalente al Web 1.0
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto
equivalente al Web 1.0,
Il Web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne
connota la dimensione sociale, della condivisione, dell'autorialità rispetto
alla mera fruizione: sebbene
rappresenta la concretizzazione delle aspettative dei creatori del Web,
possibilità di accedere a servizi a basso costo in grado di consentire l'editing
anche per l'utente poco evoluto
prima
la costruzione di un
sito
web
personale richiedeva la padronanza di elementi
di
HTML
e di
oggi
Le tecniche utilizzate fino a ieri per tenere per più tempo i visitatori su un
sito web
appiccicosità" di un sito
stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore.
Attraverso le tecnologie di syndication (RSS, Atom, tagging)
Un esempio di questi nuovi canali sono i feed, cioè delle liste di elementi con un titolo (es.
notizie di un giornale, thread di un newsgroup), che permettono il
successivo collegamento ai contenuti informativi.
Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica del
Web 2.0, è data da una serie di strumenti
Web 2.0, è data da una serie di strumenti
permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale
applicazione.
Oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è
caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua
classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che
l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità,