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Home/ Groups/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno
PAOLA CACCHIONE

A collaborative learning experience - 3 views

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    Il testo illustra l'esperienza di un gruppo di insegnanti, ricercatori e programmatori volta a sviluppare uno strumento Web-based di apprendimento per gli insegnanti, per consentire loro di partecipare alle attività di apprendimento collaborativo. L'esperienza di apprendimento collaborativo ha permesso loro di cercare le risposte per sé e per valutare la propria competenza, con conseguente valorizzazione delle conoscenze, abilità e attitudine.
Mauro Rossi

Creative brains imagine a smarter tomorrow - 2 views

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    The graduate students at New York's Interactive Telecommunications Program - also known as the "centre for the recently possible" - barely think about the present. They are on a mission to explore the use of today's communications technologies - and how they might augment, improve and bring art into people's lives tomorrow. Often defined as "an art school for engineers or a tech school for artists", ITP is a two-year graduate programme at the Tisch School of the Arts, and is the birthplace of successful applications like FourSquare. It is a place where almost a decade ago, students were already working on how to connect social media and mobile devices. Every semester, the school opens its doors to showcase its students' most innovative ideas. This year many projects focus on the interaction between body and virtual world, using the body as the controller.
Mauro Rossi

Singhal, il cervello di Google "Così costruiremo il pc pensante" - Repubblica.it - 5 views

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    IL PERSONAGGIO L'ingegnere, tra gli inventori dell'algoritmo di Google, racconta come sta lavorando all'ultima frontiera: l'intelligenza artificiale di MAURIZIO BONO"DA RAGAZZO, in India, alla fine degli anni Settanta, ho visto Star Trek e ho cominciato a sognare di avere un computer così, uno che avesse la risposta a tutto perché sapeva ogni cosa".
silvia francesconi

derrick de kerckove "noi siamo tutti cyborg, is google making us stupid?" - 5 views

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    articolo in cui de kerckove spiega la natura dell'intelligenza alla luce del web 2.0
ale_p

How brain training makes multitasking easier : Nature News - 1 views

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    Article
Mauro Rossi

Fast Thought Speed Induces Risk Taking - 1 views

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    Pensare troppo rapidamente mette a rischio la nostra salute. A rilevarlo e' uno studio della Princeton University pubblicato su 'Psychological Science'. La ricerca ha rilevato che c'e' un legame tra la propensione a elaborare pensieri con estrema velocita' e la tendenza ad assumere comportamenti pericolosi, come assumere droghe e alcol e praticare stabilmente sesso non protetto. "Le persone che pensano rapidamente - hanno spiegato gli autori della ricerca - risultano, dai nostri dati, possedere un maggiore impulso verso il rischio e i comportamenti dissennati".
Valeria Vangone

Mente e macchina - 4 views

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    Testi vari Cervello e computer, Lithos 1997 Nota: il testo che segue è la trascrizione pressoché letterale di due lezioni svolte nel 1996 agli studenti dell'ultimo anno del Corso di Laurea in Filosofia dell'Università di Roma "La Sapienza", presso la cattedra di Filosofia della Scienza.
Mauro Rossi

Less effortful thinking leads to more social networking? The associations between the u... - 0 views

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    Lo studio di Zhong e altri (2011) affronta la questione del rapporto tra Social Network Sites e personalità da un'altra prospettiva. In questo caso viene utilizzata la scala che misura il Need for Cognition di Petty e Cacioppo. Individui con un basso punteggio nella NFC non gradiscono il pensiero che richiede sforzo ed evitano attività impegnative dal punto di vista cognitivo. Se hanno a che fare con questioni complicate, preferiscono affidarsi all'opinione degli altri o ottengono informazioni da indizi presenti nell'ambiente. Così, sulla base dell'Elaboration Likelyhood Model (ELM, Petty & Cacioppo, 1981), in situazioni poco rilevanti dal punto di vista personale, gli individui con basso NFC sono influenzati dagli attributi "periferici" di un messaggio (numero di argomenti, aspetto del messaggio, euristiche, etc.). Le persone con alto NFC invece cercano la via "centrale" basata su argomenti di merito, che richiede l'elaborazione attiva dell'informazione. Dunque, se gli utenti trattano l'informazione creata e condivisa sui Social Network come "periferica", allora gli individui con basso NFC passeranno più tempo sugli stessi Social Network di quanto non facciano quelli con alto NFC. Se invece l'informazione viene affrontata come "centrale", allora si avrà il risultato opposto. Valutando le informazioni online condivise da 436 studenti universitari americani, lo studio parte dalla considerazione che la maggior parte di queste siano "periferiche" (influenzano più variabili emozionali, come preferenze - mi piace, non mi piace - e umore, piuttosto che aspetti cognitivi). Dunque l'ipotesi, confermata dallo studio, è che individui con alto NFC usano i social network meno spesso di quelli con basso NFC ed è anche meno probabile che aggiungano amici. Questo non significa che chi usa di più i Social Network non ama il pensare che richiede sforzo, ma più semplicemente gli utenti potrebbero non sentirsi motivati a processare lâ
Bruno Matti

Google Traduttore - 2 views

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    "Più sanno di te meno tu esisti"
Sara Bertola

Il multitasking ci rende più stupidi e meno concentrati? - 4 views

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    oggi è possibile eseguire più cose contemporaneamente? quali sono i suoi effetti?
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    La nostra mente è già una mente multitasking . L'attenzione è un processo cognitivo, cioè un insieme di elementi che portano alla conoscenza, che seleziona un'informazione e focalizza su essa tutti i meccanismi di elaborazione. In questo caso si parla di attenzione selettiva, dove un sistema di filtri dà priorità a informazioni (stimoli esterni) rilevanti. La nostra mente è però cognitivamente predisposta a eseguire simultaneamente compiti diversi. Hist e Kalmar definiscono questa peculiarietà in termini di attenzione divisa. Dagli studi condotti si è osservato che l'attenzione simultanea su due attività diverse porta a un minor numero di errori nelle prove sul setting, rispetto a due compiti con le stesse caratteristiche.
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    Miller fa pensare al Multitasking con il suo 7 + o - 2, ma in realtà se 2 stimoli vengono presentati in tempi ravvicinati si ha l'effetto di Attentional Blinking, come quando si guida e si risponde al cellulare, nel momento della risposta la guida è come quella di un ubriaco, per cui è vero che siamo Multitasking ma è anche vero che quando applichiamo questo effetto la somma delle 3 azione non è uguale a 3 , ma ognuno cede qualcosa a livello di attenzione
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    Il multi-tasking è la prestazione di un individuo che "in apparenza" riesce a gestire più di un compito contemporaneamente. Richiede rapidità, reattività e intuizione, tre forme di intelligenza "turbo". Sempre più spesso ci si divide tra diverse attività simultanee: mail, sms, telefono, computer. Il multitasking ha i suoi pro e contro. Spesso permette di essere più rapidi, ma meno concentrati. A scapito della qualità. potrebbe essere dannoso per la concentrazione e condurre ad un netto peggioramento della qualità con cui portiamo a termine i nostri compiti. Il multitasking è soprattutto incentivato dagli apparecchi tecnologici e all'abitudine di lavorare allo stesso tempo su vari fronti, sempre tenendo aperte diverse finestre ed elaborando in parallelo varie informazioni (proprio come accade con le finestre del computer). Sviluppare la capacità di avere un'attenzione ampia e divisa su più fronti, in sostanza, limita la capacità di affinare l'attenzione di tipo selettivo. Un recente studio del British Institute of Psychiatry ha dimostrato come leggere le mail mentre si è nel mezzo di un'altra attività riduce in quel momento il quoziente intellettivo di circa 10 punti. "Come se non avessi dormito per 36 ore, un impatto doppio rispetto al fumare marijuana". Il Multitasking può farti impazzire, rendendo tutto più caotico di quanto in realtà effettivamente sia. Ma credo comunque che con un adeguato "apprendimento" al multi-tasking si possa allenare la mente ad essere veloce reattiva e scattante al punto da poter garantire anche qualità oltre che velocità.
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    attualemente sapiamo tutto di tutto, ma senz'alcuna eperienza, è stato approvato che siammo alla conoscenza del miglior dentifricio, sappiamo che tempo fa a Nebrasca ma siamo privi di esperienze, sembra che tutto diventa più superficiale. C'è un libro: ''Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, esso ci invita a riflettere su come l'uso distratto di innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere la capacità di concentrazione e ragionamento.
Bruno Matti

Business intelligence - Wikipedia - 0 views

  • Le organizzazioni raccolgono dati per trarre informazioni, valutazioni e stime riguardo al contesto aziendale proprio e del mercato cui partecipano (ricerche di mercato e analisi degli scenari competitivi). Le organizzazioni utilizzano le informazioni raccolte attraverso una strategia di business intelligence per incrementare il loro vantaggio competitivo. Il termine Business Intelligence fin dall'origine ha ricompreso sia i più tradizionali sistemi di raccolta dei dati finalizzati ad analizzare il passato o il presente e a capirne i fenomeni, le cause dei problemi o le determinanti delle performance ottenute, sia i sistemi più rivolti a stimare o a predire il futuro, a simulare e a creare scenari con probabilità di manifestazione differente. Questi sistemi sono da sempre stati realizzati con mix differenti di software tools (ad es. di reporting, di analisi OLAP, di cruscotti) e di software applications, cioè contenenti vere logiche e regole applicative, rivolte al Performance Management (ad es. le applicazioni per le Balanced Scorecards o per il ciclo di budgeting e forecasting aziendale), all'ottimizzazione di alcune decisioni operative (ad es. nel campo dei trasporti e della logistica o del revenue management) oppure finalizzate alle previsioni e alle predizioni future, impiegando funzioni statistiche anche molto sofisticate; tutte queste software applications nel tempo hanno preso nomi diversi ma dal significato simile, quali Analytic Applications, Analytics, Business Analytics (si veda anche Davenport, 2007, 2010; Turban, 2010; Pasini, 2004). Il termine Business Intelligence allude quindi ad un campo molto ampio di attività, sistemi informativi aziendali e tecnologie informatiche finalizzate a supportare, e in qualche caso ad automatizzare, processi di misurazione, controllo e analisi dei risultati e delle performance aziendali (sistemi di reporting e di visualizzazione grafica di varia natura, cruscotti più o meno dinamici, sistemi di analisi storica, sistemi di "allarme" su fuori norma o eccezioni, ecc.), e processi di decisione aziendale in condizioni variabili di incertezza (sistemi di previsione, di predizione, di simulazione e di costruzione di scenari alternativi, ecc.), il tutto integrato nel classico processo generale di "misurazione, analisi, decisione, azione". Generalmente le informazioni vengono raccolte per scopi direzionali interni e per il controllo di gestione. I dati raccolti vengono opportunamente elaborati e vengono utilizzati per supportare concretamente - sulla base di dati attuali - le decisioni di chi occupa ruoli direzionali (capire l'andamento delle performance dell'azienda, generare stime previsionali, ipotizzare scenari futuri e future strategie di risposta). In secondo luogo le informazioni possono essere analizzate a differenti livelli di dettaglio e gerarchico per qualsiasi altra funzione aziendale: marketing, commerciale, finanza, personale o altre. Le fonti informative sono generalmente interne, provenienti dai sistemi informativi aziendali ed integrate tra loro secondo le esigenze. In senso più ampio possono essere utilizzate informazioni provenienti da fonti esterne come esigenze della base dei clienti, pressione stimata degli azionisti, trend tecnologici o culturali fino al limite delle attività di spionaggio industriale. Ogni sistema di business intelligence ha un obiettivo preciso che deriva dalla vision aziendale e dagli obiettivi della gestione strategica di un'azienda.
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    Con la locuzione business intelligence () ci si può solitamente riferire a: un insieme di processi aziendali per raccogliere ed analizzare informazioni strategiche. la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi, le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Questa espressione è stata coniata nel 1958 da Hans Peter Luhn, ricercatore e inventore tedesco, mentre stava lavorando per IBM.
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    Business Intelligence (B.I.) un software atto a produrre statistiche grafiche in modo flessibile e approfondito, più o meno autonomamente dai programmi di gestione aziendale. In altre parole: è il processo che consente di analizzare la miriade di dati accumulati nei sistemi aziendali per estrarne valide indicazioni per lo sviluppo del business, la riduzione dei costi e l'incremento dei ricavi. La Business Intelligence nasce per trasformare i dati in informazioni utili e per compiere indagini in modo facile e completo sulla propria base dati aziendale. Una buona soluzione di Business Intelligence deve anche essere in grado di consentire l'introduzione di dati teorici, per rispondere al quesito "what if...", ovvero "cosa succederebbe se...", praticando così vere e proprie simulazioni di scenari ipotetici per valutarne immediatamente le conseguenze. Generalmente nei programmi di Business Intelligence l'informazione viene organizzata in righe e colonne, consentendo di porre i dati che interessa esaminare anche su più livelli di profondità. Si può, per esempio, esaminare il venduto per agente/famiglie di prodotti e all'occorrenza svolgere il cosiddetto drill down, per scendere anche a livello di dettaglio del singolo articolo venduto per una certa famiglia. Le analisi possono poi essere tradotte in vario modo anche in termini grafici, fornendo facilmente diagrammi, torte, cruscotti, ecc. ecc. oppure produrre report stampati. La Business Intelligence è dunque uno strumento strategico formidabile per il management aziendale e si differenzia notevolmente dall'uso di prodotti generici (come Excel, per esempio o le classiche statistiche fornite dallo stesso ERP e realizzate tramiti appositi rigidi programmi) per l'estrema attendibilità dei risultati e flessibilità delle informazioni ottenibili. Non dimentichiamo che lo scopo è quello di fornire risposte alle varie indagini sull'andamento dell'azienda e basare certe decisioni su un errore in una formula di Excel p
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    Per conto di Telecom Italia mi sono anche occupato di curare presentazioni per nostri Clienti di B. I. Sicuramente è uno strumento utilissimo in grado di rielaborare tutti i dati aziendali e fornire risposte in base a delle quary di interesse. Risparmio chiaramente di tempo, e per tutte le Aziende il tempo è denaro, che puo' essere dedicato all'elaborazione di strategie di mercato ad es, messe in atto alla luce dei dati analizzati. I ritorni da parte delle PMI, e parlo per esperienza, è sempre stato positivo e il ROI sempre garantito.
Bruno Matti

Psicologia del multitasking - 6 views

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    "Siamo in costante multitasking "Workload is unavoidable [...] Distraction is unavoidable [...] You must learn to dance among many tasks" (Allen, 2003). Nella maggior parte delle situazioni quotidiane, anche quando non ci facciamo caso, ci troviamo in condizioni di multitasking (1). Gestire la grande quantità di stimoli e richieste che provengono dall'ambiente è sicuramente molto difficile, tuttavia, dedicarsi a più attività piuttosto che concentrarsi su un unico compito sembra essere diventato un fatto naturale. La sensazione che solitamente si prova è quella di poter gestire meglio gli impegni, evitando noia e ripetitività. L'impegno continuo in attività multiple è consentito dalle tecnologie informatiche e della comunicazione, che favoriscono il multitasking. L'interazione con la tecnologia, in primis nei luoghi di lavoro, rende possibile lo svolgimento di attività differenti attraverso espedienti tecnologici e grafici sempre più raffinati. Ad esempio, la possibilità di mantenere aperte contemporaneamente molte finestre nel desktop, che rappresenta il primo sviluppo del paradigma della direct manipulation (Schneiderman, 1998), consente di eseguire allo stesso tempo numerose attività differenti. Tuttavia, l'utilizzo che si fa oggi delle finestre multiple è così imponente che rischia di diventare un ostacolo che frammenta l'attività anziché supportarla. Le finestre multiple, ma anche i messaggi di notifica, le e-mail e i programmi per la messaggeria istantanea (2) se da una parte favoriscono il multitasking e alimentano l'impressione di efficienza rendendo più facile gestire diversi compiti, d'altra parte possono avere effetti fortemente negativi. Ad esempio, Gonzalez e Mark (Gonzalez e Mark, 2004) hanno stabilito che gli impiegati negli uffici non riescono a rimanere concentrati nella stessa attività per più di tre minuti consecutivi prima di essere interrotti da una telefonata, un'e-mail, o da un collega. Evidenze come que
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    Telefonate, e-mail, messaggi, documenti digitali, news on line: gli uffici si stanno trasformando in maniera sempre più prepotente nella palestra dove allenarsi a gestire attività multiple accompagnate da interruzioni continue. L'ingresso delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana e soprattutto nei luoghi di lavoro rende il multitasking una condizione onnipresente, di cui tutti abbiamo esperienza.
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    Telefonate, e-mail, messaggi, documenti digitali, news on line: gli uffici si stanno trasformando in maniera sempre più prepotente nella palestra dove allenarsi a gestire attività multiple accompagnate da interruzioni continue. L'ingresso delle tecnologie informatiche nella vita quotidiana e soprattutto nei luoghi di lavoro rende il multitasking una condizione onnipresente, di cui tutti abbiamo esperienza.
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    Un recente studio ha dimostrato inoltre che il MULTITASKING è FONTE DI STRESS PIU' PER DONNE CHE PER UOMINI. Perchè le donne non solo sono costrette a occuparsi contemporaneamente di piu' cose, le donne subiscono anche molto piu' degli uomini le conseguenze di una giornata affollata di compiti da portare a termine. A dimostrarlo e' uno studio pubblicato dall'American Sociological Review, secondo cui a fare la differenza non e' la quantita', ma il tipo di impegni di cui le donne si devono occupare ogni giorno. Lo studio ha stabilito che le mamme lavoratrici passano circa 10 ore in piu' ogni settimana in attivita' ''multitasking'' rispetto ai papa' che lavorano. E mentre per i padri il multitasking e' un'esperienza positiva, per le madri e' motivo di stress e genera emozioni negative. Secondo Shira Offer, autrice principale della ricerca, ''l'impegno dei padri nei lavori domestici e nella cura dei figli dovrebbe aumentare ulteriormente''.
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    Vorrei spostare l'attenzione daggli studiosi al quotidiano. Nasco e vivo come molti in mondo in costante e rapido sviluppo tecnologico con una diffusione di informazioni, spesso un sovraccarico oserei dire, altrettanto veloce, al punto tale che quanto in questo momento è "news" due minuti dopo è ormai storia... Tutto sembra in apparenza piu' semplice, cadono le barriere spazio-tempo, i nuovi media diventano davvero l'estensione dei nostri sensi... tutto corretto, ma ci sono come in ogni cosa i pro e i contro e forse l'adozione della politica del giusto mezzo appare anche in questo caso la migliore. Come gestire questa grande mole di informazioni dalle quali siamo bersgliati e certamente non in grado di coglierle tutte spesso nella loro complessità? Da un lato è facilmente ormai saziabile il desiderio di approfondimento (e ben venga) dall'altro si corre anche il rischio di non approfondire nulla, di conoscere "un po' di tutto" lasciando spazio alla superficialità. La comunicazione, le informazioni seguono determinate logiche e frequentemente il multitasking puo' davvero diventare quell'elemento di disturbo che impedisce ad un messaggio di giungere nel pieno del suo significato, dall'altra parte la costante evoluzione della tecnologia, un mondo del lavoro radicalmente cambiato rendono indispensabile una flessibilità che ci consenta di gestire piu' situazioni/informazioni contemporanee.... si potrebbe quasi ipotizzare l'inizio di una nuova evoluzione dell'uomo che va nella direzione di menti flessibili e con grandi capacità di attenzione e memoria perchè chi vive l'attuale situazione tecnologica, chi non riuscirà a gestire quello che nel post precedente è stato descritto, sarà negli anni tagliato fuori... come una sorta di selezione naturale, vediamola così. Sono processi inevitabili ai quali non ci si puo' opporre, nè tantomeno trovo corretto lasciarsi andare alla banalità e surrealtà della frase "i buoni vecchi tempi andati".... sicuramente pero', quel
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    @stefania, concordo con te! In questo scenario dove nella lettura gli ipertesti (che hanno sostituito le note a piè di pagine, che consentono approfondimenti ma che rischiano di distrarre l'attenzione del lettore), nella vita di tutti i giorni siamo sempre stimolati da un quantiotativo di informazioni enormi, alla fine risulta utile "staccare la spina"... questo il senso... Detto cio' non possiamo certamente essere anacronistici ma occorre guardare in prospettiva con una vision piu'' ampia.... svolgere piu' attività contemporaneamente è scientificamente dimostrato che determina calo di attnzione, su due argomenti contemporanei la nostra mente è come se si dividesse in due e così procede, per divisioni successive sul altre attività che eventualmente si aggiungono! Occorre davvero imparare l'arte della politica "del giusto mezzo" in questo contesto per non rischiare di perdere di vista quanto davvero dobbiao fare e portare a termine.
Bruno Matti

Lez1_Psicotecnologie30409.pdf (Oggetto application/pdf) - 1 views

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    CHE COSA SONO LE PSICOTECNOLOGIE?
Rocco Massimo Palumbo

Un modo per fare "Conoscenza distribuita" - Condividere un tag cluod Diigo su un sito e... - 5 views

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    Anche questo è un modo di realizzare "Conoscenza diistribuita"! Ho utilizzato uno dei web services messi a disposizione da Diigo, "Tagrolls" per pubblicare una "tag cloud" su un sito da me realizzato qualche anno fa. Ovviamente la tag cloud è gestita e aggiornata automaticamente da Diigo. N.B. Il sito è stato realizzato con un sistema di CMS (Content Management System) per supportare un'idea personale che per vari motivi non sono più riuscito a portare avanti così come era nei miei progetti. Per chi fosse interessato mi offo e offro il mio sito come "Cavia" per analisi e considerazione sull'usabilità, ergonomia, etc, etc.
Sara Bertola

Web Design e apprendimento nei bambini - 2 views

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    Da una ricerca pubblicata sulla rivista "Piscologia & Marketing" è emerso che l'interfaccia grafica di un sito web influisce sul modo di assimilare le informazioni da parte dei bambini (meppe di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 7 a 9 anni, liste di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 10 a 13 anni)
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    L'uso delle interfacce grafiche è utilizzato anche per i bambini con problemi specifici dell'apprendimento in particolar modo la dislessia, il problema dei saccadici con questi strumenti permette di migliorare la fase di lettura, variando con l'esercizio le dimensioni e le distanze dei caratteri
Bruno Matti

Osservatorio di Psicologia sulla Società Tecnologica Contemporanea. Portale d... - 0 views

  • Non era mai accaduto in Italia che una sentenza arrivasse grazie all'utilizzo di tecniche di neuroscienza. Il Tribunale di Cremona ha sperimentato un test della verità sui ricordi, portando alla condanna ad un anno di un commercialista accusato di molestie sessuali.
Sara Bertola

Scuola che fa rete | Nuove tecnologie tra stimoli e regressioni - 1 views

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    Come tutti sappiamo internet sta cambiando la vita di tutti noi così come il nostro cercello.
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    Sono pienamente d'accordo con quanto scritto nell'articolo. Vedo questo fenomeno soprattutto nei bambini piccoli che con una estrema facilità "maneggiano" la tecnologia e rispondo velocemente anche a livello mentale. E noi a dire: "guarda come sono cambiati i tempi e quanto sono intelligenti i nostri bambini". Noi, almeno per quanto mi riguarda eravamo meno sollecitati dalla tecnologia, si giocava in strada con il gesso e forse è per questo che siamo cresciuti con i tempi giusti senza precorrere alcuna tappa! Grazie Sara
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    Io non sono completamente daccordo, specialmente con la conclusione dell'articolo. Questa è la mia esperienza. Mio padre compirà tra qualche mese ottant'anni. Qualche hanno fa gli ho fatto comprare un pc portatile. Era già in pensione da qualche anno e le sue giornate erano le classiche giornate di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro. Mio figlio (18 anni) gli ha insegnato ad usare Facebook, io la posta elettronica e qualche altra cosina, il resto lo ha imparato da solo attraverso internet. Oggi è in contatto con i suoi ex-colleghi di lavoro con cui aveva sviluppato un forte senso di appartenenza nell'ambiete di lavoro (sono stati i primi dipendenti di una realtà aziendale locale che oggi ha sedi su tutto il territorio nazionale). Fa parte anche di un gruppo FB di ex-commilitoni, pubblicano foto e interventi, si ritrovano dopo più di cinquant'anni e in qualche modo rivivono la loro esperienza attraverso un rinnovato senso di appartenenza (Marina Militare). Creado che attraverso queste espereinze, solo in apparenze fredde e distanti, non solo stia sviluppando o mantenendo attive capacità celebrali, ma stia anche vivendo esperienze emotivo-affettive di certonon trascurabili e e che non avrebbe potuto esperire con la stessa intensità senza internet e social network.
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