Skip to main content

Home/ Groups/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno
1More

How How The Left/ Right Brain Theory Improves The User Experience - 1 views

  •  
    In questo blog si parla della teoria sviluppata da Robert Sperry negli anni 60, relativa alle diverse caratteristiche dell'emisfero sinistro e dell'emisfero destro, il primo più "oggettivo", analitico, razionale, logico, focalizzato, il secondo più intuitivo emozionale, soggettivo, dalla visione d'insieme. Nell'articolo viene trattato l'approccio al web design: nella progettazione di un sito vanno tenute in conto entrambe le disposizioni del nostro cervello: ci vuole la parte logica, le soluzioni più dirette, le informazioni chiare basate sui fatti e i dettagli ben curati e una struttura funzionale di navigazione classica a cui si possa essere già abituati. La parte sinistra decide se un sito web è "amichevole" e utilizzabile. La parte destra viene invece colpita maggiormente dal look e dal design, dai colori o altri elementi estetici, dalle intuizioni geniali e dalla parte emozionale: un segreto è coinvolgere la gente, guadagnare la fiducia, tramite tocchi personali e proponendo parti sperimentali e divertenti. Quindi la parte destra decide se un sito è piacevole e riconoscibile. In pratica vanno usati tutti gli accorgimenti graditi a parte destra e sinistra perché solo così si offre un'esperienza positiva completa a chi visita il sito, tanto da farlo tornare o consigliarlo ad altri utenti.
1More

intelligenze - 1 views

  •  
    "Frames of mind" pubblicato nel 1983. Il punto di partenza della sua teoria è la convinzione che sia errato ritenere che ci sia qualcosa chiamata "intelligenza" che possa essere obiettivamente misurata e ricondotta ad un singolo numero, ovvero ad un punteggio "IQ". Secondo Gardner, ogni persona è dotata di almeno.

Il Multitasking ha reso la donna più intelligente dell'uomo - 4 views

started by salvatore rizzo on 22 Nov 12 no follow-up yet
6More

Siri, la segretaria virtuale - 4 views

  •  
    Un articolo in cui sono state oggetto di test le funzionalità di Siri, la novità di iOS6 di Apple. Non un semplice riconoscitore vocale ma una vera e propria intelligenza artificiale, in grado di ascoltare e interpretare discorsi complessi, di interagire con gli applicativi e di comprendere comandi in sequenza.
  • ...3 more comments...
  •  
    lo strovo uno strumento straordinario...sorprendente per i poco addetti, linkato sicuramente al concetto di multitasking
  •  
    Una sorta di segretaria "particolare" che coniuga l'intelligenza artificiale con la ricerca semantica. Una splendida App che appassiona il mondo della mela e che è in aperta concorrenza con Voice Search del colosso Google (Voice Search sarà inizialmente solo in inglese e disponibile soltanto in America) http://techwayblog.com/siri-vs-google-voice-search-video-battaglia-fra-lassistente-vocale-apple-e-quello-google/ #Intelligence #Multitasking
  •  
    C'è ancora molto da migliorare, tuttavia è già un primo grande passo verso un'intelligenza artificiale sempre più raffinata. Con software così avanzati, quella che può sembrare un'esagerazione del Prof. De Kerckhove (quando nella lezione nr. 5 dice: "se, secondo Havelock la scrittura e la lettura hanno liberato la mente dalla necessità di ricordare, lasciando spazio per l'innovazione; potrebbe accadere che i nuovi media ci liberino dalla necessità di pensare mentre il software lo fa per noi"), in realtà sembra una profezia molto vicina a ciò che potremmo vedere con i nostri occhi da qui a qualche anno.
  •  
    In un spot americano dedicato a SIRI John Malkovich con un'aria particolarmente ispirata, chiede a SIRI cosa pensa della VITA: SIRI risponde enunciando alcuni concetti che sono alla base dell'esistenza umana e della convivenza tra individui in reciproco rispetto ad armonia. Malkovich si complimenta con lei per l'eloquenza dimostrata, e SIRI, prontamente ringrazia per il compliemnto appena ricevuto, comprendendolo come tale. Questo spot dimostra molto bene come SIRI non sia un semplice sistema di comando vocale (come molti, che ancora non l'hanno mai usato, credono). Incredibilmente, ma realmente, con SIRI è anche possibile fare un discorso, delle riflessioni, insomma, appare realmente dotata di un'intelligenza artificiale.
  •  
    L'aspetto importante di SIRI è che il programma di intelligenza artificiale alla base dell'applicazione, non "apprende" soltanto dalla persona che gli parla (quindi il proprietario dell'iphone o Ipad) ma da tutta la rete, cioè da tutti coloro che nel mondo adoperano SIRI. Pertanto il bagagio di nozioni aumenta a velocità esponenziale. Non sono un cliente Apple ma sentendo i commenti di coloro che l'adoperano è palese che Siri sta entrando nella loro vita in quanto è come se fosse in atto una gara tra l'uomo della strada e la macchina. Il proprietario di un Apple si sente di far parte di una community (come gli scienziati nei centri di ricerca magari visti in qualche film) che può apportare con le sue capacità il miglioramento della scienza. E' questo apporto / gara si esplica nel continuare a chiedere a Siri frasi particolari, dove bisogna che Siri interpreti ciò che si vuol dire (esempio "devo mettere il cappotto per uscire"). Molte di queste prove vengono filmate e postate su Youtube (secondo me a significare che la tale persona ha insegnato a Siri qualcosa) e tutto ciò fa si che Siri continui ad apprendere sempre di più. Ancora una volta la Apple ci ha stupito con un qualcosa che è diventato di dominio mondiale

Aspetti generali della cognizione distribuita - 1 views

started by salvatore rizzo on 22 Nov 12 no follow-up yet
3More

Apprendimento Collaborativo - 4 views

  •  
    Questo documento raccoglie gli atti di una conferenza su McLuhan, dello scorso anno a Barcellona. il capitolo che segnalo "Education beyond the book", sull'apprendimento collaborativo, raccoglie i contributi delle università di tutto il mondo (da pag.132 a pag 307). Con i nuovi media, gli individui ridisegnano nuove dimensioni sociali e collaborative nelle quali condividono, creano, ricreano le conoscenze. E' il processo d'intelligenza connettiva, in cui oltre il contenuto, occupa un ruolo fondamentale il modo attraverso il quale le persone apprendono. Selezionano, analizzano, filtrano, condividono, commentano, modellano e rimodellano l'enorme quantità di dati e risorse digitali. Non ci sono più barriere, neanche tra insegnanti e studenti. Questi sono parte attiva di un processo di autoproduzione di contenuti, che non conosce più limiti spazio temporali. Segnalo: "'Everything About the Past': Wikipedia and History Education", su come gli studenti creano il loro sapere. "Social Networking in Second Language Learning", sull'apprendimento collaborativo delle lingue straniere. "Realizing McLuhan's Dream in the21st Century Classroom", un progetto per giornalisti. "Knowledge Isles in an Open Access World:The Open Archipelago Project" , progetto di convergenza digitale tra università, biblioteche e centri di ricerca, fruibile da diverse piattaforme. Oltre quelli citati consiglio di leggere tutti gli articoli. Uno splendido contributo, necessario a comprendere l'estensione e l'importanza significativa, di questo campo di ricerca.
  •  
    Sottolineo la accuratezza delle informazioni segnalate dell'amica Romina. In particolare l'accuratezza e completezza delle informazioni del documento sono rese immediatamente fruibili dalla sua snella presentazione.
  •  
    Wikipedia è per antonomasia il principale prodotto della cultura collaborativa condivisa. Il prof. Eco ha denominato gli utenti di wikipedia "folla motivata" e alza la guardia sulla sua attendibilità. Forse si troverebbe d'accordo con McLuhan quando dice "La tendenza generale di tutta la comunicazione moderna,che si tratti di giornalismo o di pubblicità o di arti vere e proprie, non è più la formulazione di concetti ma solo la partecipazione a un processo".
2More

La Macchina della Mente - Il cervello e il calcolatore (1ª parte) - 1 views

  •  
    Una articolo del prof.di fisica R. Nobili dell'Università di Padova sull'intelligenza artificiale. Nel lavoro sono analizzati gli aspetti teorici che riguardano il funzionamento della macchina mentale con particolare attenzione ai processi autoriflessivi che caratterizzano il cervello umano come macchina autoriflessiva. Infino sono introdotti gli argomenti che inducono ad abbandonare i tentativi di risolvere i problemi dell'IA nell'ambito di una teoria dei processi seriali a favore di una nuova teoria dei processi paralleli.
  •  
    Dal punto di vista "ingegneristico", l'intelligenza artificiale è valutata semplicemente per le sue capacità e prestazioni, indipendentemente dai metodi e meccanismi che sono utilizzati per realizzarla. Esistono due correnti di pensiero all'interno dell'Intelligenza Artificiale: la prima ha come idea di base quella di costruire macchine che non riproducano il comportamento del cervello umano, ma che lo "emulino" nel risultato finale di certe operazioni. Quest'impostazione ha portato alla costruzione di programmi che raggiungono un alto livello di competenza nella conoscenza e nella risoluzione di problemi ritenuti complessi. La seconda invece considera la costruzione di sistemi che simulano il cervello umano e la sua struttura.
1More

Internet ci cambia il cervello? - 2 views

  •  
    In questo articolo ci si chiede quanto internet cambi fisicamente il nostro cervello. In realtà tutte le nostre esperienze hanno cambiato il nostro cervello; così come la tv, o la scrittura, la stampa, o i telefoni e i cellulari. Viene fatto il paragone dell'utilizzo del cervello da parte dei tassisti che sviluppano maggiormente la parte dell'ippocampo per l'orientamento; internet ci "allena" sempre più a gestire le informazioni astratte. Nella maggior parte dei casi, escludendone l'uso compulsivo ed esclusivo, internet è un complemento di altre maniere di comunicare: in realtà ci fa diventare più "bravi" a gestire la comunicazione, soprattutto se siamo attivi e non soltanto passivi in internet. Non si può pensare che internet costituisca l'unico esercizio mentale ma nemmeno pensare di evitarlo, si eviterebbero anche tutte le opportunità che ci offre.
2More

Psicotecnologie e Neuromedia - 1 views

  •  
    "Dopo tremila anni di espansione, per mezzo di tecnologie frammentarie e meccaniche, il mondo occidentale sta implodendo. Nel corso dell'età meccanica, abbiamo esteso i nostri corpi attraverso lo spazio. Oggi, dopo più di un secolo di tecnologia elettrica, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale lungo tutto il pianeta, abolendo sia lo spazio e il tempo. Rapidamente, ci avviciniamo alla fase finale delle estensioni dell'uomo la simulazione tecnologica della coscienza, quando il processo creativo di conoscenza sarà collettivamente e corporalmente esteso all'intera società umana, proprio come abbiamo già esteso i nostri sensi e i nostri nervi grazie ai diversi mezzi di comunicazione" McLuhan, da "Understanding media: the extensions of man", 1964 Questo mio secondo contributo, si apre con una intuizione di McLuhan che ben si riallaccia con quanto presente in questo contributo portato dalla nostra università alla conferenza mondiale Galaxi, lo scorso anno a Barcellona. Il futuro che il campo di ricerca delle psicotecnologie sta determinando, grazie anche a conoscenze attinte dalle neuroscienze. Interazione diretta tra nuovi media e cervello, sistema nervoso e tecnologia senza filtraggi. Ecco la meta verso la quale stiamo camminando.
  •  
    McLuhan è stato più volte riconosciuto come il principale teorico sulla società dei nuovi media e gli atti di questa conferenza lo dimostrano. Mi riaggancio al tuo contributo con questa citazione: "Le uniche funzioni oggi richieste dalla mente umana sono la pura speculazione o la produzione di cervelli meccanici sempre più grandi. Coloro che non sono idonei ad assolvere nessuno dei due compiti - cioè la maggior parte delle persone - sprofondano nella schiavitù cui sono stati perfettamente condizionati. (M. McLuhan)
1More

Intervista a De Kerckhove - 1 views

  •  
    Dove stiamo andando? "Suppongo che il futuro vada verso lo sviluppo di computer quantistici, cioè basati sul calcolo quantistico, che superando la logica binaria "sì-no" saranno in grado di eseguire operazioni molto più efficaci dei computer classici.
4More

Intelligenza emotiva: Goleman - 3 views

  •  
    Un audio con un prezioso contributo di Intelligenza emotiva Incapacità di gestire le proprie emozioni. Non saper sostenere felicità, non felicità... Esprimere le emozioni negative?
  • ...1 more comment...
  •  
    Probabilmente internet e le nuove tecnologie non aiutano ad "allenare" questo tipo di intelligenza, che si affina soprattutto nei rapporti interpersonali. L'intelligenza emotiva è proprio la corretta "gestione" delle proprie emozioni e di quelle degli altri nell'ambito di relazioni interpersonali. In particolare, i nuovi strumenti comunicativi consento di schermare le emozioni e talvolta inducono a tralasciare l'aspetto "emotivo" mostrando un maggior individualismo...
  •  
    Un ottimo contributo per approcciare dal punto di vista pratico, e quindi comprendere meglio le conoscenze teoriche acquisite, il tema dell'intelligenza emotiva. Si tratta di un vero e proprio manuale, ma applica al tema affrontato da De Kekrckhove nell'esplorazione delle diverse tipologie di intelligenza.
  •  
    Veramente interessante ed esplicativo. in pochi minuti vengono riassunti i 5 segreti dell'intelligenza emotiva che si possono riassumere in 1) capacità di gestire le proprie emozioni negative; 2) capacità di essere tranquillo anche se sotto pressione; 3) capacità di leggere i segnali sociali (verbali e non verbali); 4) abilità di essere assertivo e di esprimere le emozioni negative quando necessario; 5) capacità di esprimere emozioni intime nelle relazioni personali. E' importante la riflessione su un individuo che può essere intelligente ma non emotivamente intelligente e questo gli può impedire di relazionarsi con gli altri.
1More

MOOC - 2 views

  •  
    Ho trovato interessante questo video che tratta i MOOC, Massive open online courses, offerti da insegnanti di alto livello delle migliori università. Esistono sempre più percorsi educativi on line anche in Italia, come la nostra Uninettuno. Questi corsi sono un recente sviluppo dell'educazione a distanza, non necessariamente legati ad un percorso universitario, ma ad un movimento che guarda in senso lato all'accessibilità del sapere in tutto il mondo anche a titolo gratuito. E' inoltre un'ottima occasione di effettuare ricerche su come è cambiata la modalità di apprendimento da parte degli studenti con le nuove tecnologie
3More

La categorizzazione e i Tag nei Social bookmarking - 2 views

  •  
    I tag sono delle etichette o categorie che servono ad organizzare i contenuti dei siti di social bookmarking, i quali a sua volta sono dei siti in continuo aumento sia di numero che di popolarità nella rete, in quanto sono di facile utilizzo ed utile per condividere, ricercare, categorizzare diverse informazioni o contenuti. Questo processo dicategorizzazione ed etichettatura è conosciuto come tagging, i quali possono anche essere raggruppati tra loro.
  •  
    Si, i social bookmarking sono una vera ricchezza. Mi viene da dire uno tra i servizi più interessanti che la rete ci ha regalato (Diigo ne è un esempio) e i tag sono alla base di questa meraviglia. Il tuo contributo è senz'altro appropriato e corretto.
  •  
    Il tagging è sicuramente ,come riportate, molto utile e semplificativo, ma soprattutto credo che lo sia nella categorizzazione di contenuti semplici. La categorizzazione di contenuti più complessi potrebbe ridurrne l'appartenenza a un solo significato, perdendo di vista altri punti di vista che potrebbero porre il contenuto altrove, o riconoscerne per lo stesso parole chiave diverse.
9More

mulltitasking e psicotecnologie - 6 views

  •  
    il cervello al giorno d'oggi
  • ...6 more comments...
  •  
    Al giorno d' oggi con l' accrescersi della societa' della informazione il cervello si abitua a svolgere piu' compiti simultaneamente (multitasking work) senza provocare interferenze. Come nel computer si ha la possibilità di aprire varie finestre ed elaborare in parallelo le informazioni anche il nostro cervello e capace di elaborare piu' compiti contemporaneamente. La formazione cerebrale diviene in tal modo piu' flessibile e capace di suddividere la attenzione in molteplici attivita' di elaborazione delle memorie e breve termine. L' utilizzare le molteplici capacita' di integrazione cerebrale della informazion, come si fa con lo "zapping in TV", va' pero' a discapito della concentrazione attenzionale e percettiva. Pertanto , come si puo osservare dagli studi di Risonanza Magnetica Funzionale del Cervello ( RMf-Brain -Imagin), la elaborazione della parallela della informazione va ad attivare ben poco le zone centrali del cervello responsabili del confronto con i processi mnemonici a lungo termine ( Talamo ed Ipotalamo). Pertanto il passaggio da una formazione di tipo logico-seriale, ad una piu' propria dell' e.learning mediata dalla utilizzazione del computer, comporta una maggior capacita' di elaborazione immediata e flessibile delle informazione, ma sostanzialmente deprime i processi di formazione delle memoria a lungo termine. In conclusione l' abitudine a saltare da un processo di integrazione cerebrale della informazione ad un altro con una elevata frequenza, certamente cambia la forma di intelligenza poiche' cambiano le modalità di articolare il pensiero, aumentando contemporaneamente lo stress e diminuendo il controllo della percezione cosciente, determinato in precedenza dal confronto costante con ma memoria a lungo termine. Infine e stato notato che i modelli modulari e flessibili della attenzione sono piu' appropriati al cervello femminile che e' mediamente piu' capace di passare da un compito all'
  •  
    il multitasking è l'essenza della nuova era, i giovani sono sempre più mutitasking, anche nella vita quotidiana, è facile vedere persone che anche alla guida, scrivono sms, mentre ascoltano la radio e magari fumano anche una sigaretta, dando uno sguardo di tanto in tanto al percorso sul navigatore..
  •  
    La locuzione Homo Zappiens è stata coniata da Wim Veen e Ben Vrakking, rispettivamente professore e ricercatore all'Università di Delft, per indicare la generazione digitale, cioè quei giovani nati e cresciuti all'ombra delle tecnologie mentali, abili nel gestire il flusso (o il sovraccarico) di informazioni che circola nei nuovi media, nell'intrecciare le comunicazioni faccia a faccia con quelle virtuali e nello sfruttare i loro interlocutori connessi in rete per risolvere in modo cooperativo i loro problemi, a volte capaci di fornire un contributo sia pur minimo alle conoscenze condivise. HZ apprende esplorando e giocando, cioè trasferendo le tecniche dei videogiochi a problemi di varia natura e impadronendosi di conoscenze che non fanno più parte di un canone scolastico semifisso ma sono negoziabili e mutevoli a seconda del contesto e delle circostanze. Queste capacità e caratteristiche di apprendimento saranno utilissime a HZ nella società della conoscenza "liquida" che si profila. Interessante è il rapporto di HZ con la scuola: il tempo di attenzione breve, il comportamento iperattivo, l'indipendenza nell'apprendere fanno dello scolaro HZ un soggetto difficile ma stimolante, che richiede metodi nuovi e originali di insegnamento. E, sostiene Veen, è la scuola che si deve adattare a HZ perché la società che si annuncia avrà bisogno di persone capaci di affrontare la complessità, la mutevolezza, l'adattamento e l'incertezza. Gli insegnanti sono sottoposti a una forte tensione, che deriva dalle diverse abitudini cognitive e attive rispetto a HZ e dalla diversa architettura cerebrale. I giovani digitali sono impazienti, vogliono immediatamente le risposte ai loro quesiti, non si concentrano per risolvere categorie di problemi, ma si gettano sul caso particolare passando subito oltre, non fanno mai una sola cosa alla volta, saltano da Internet alla TV, dal cellulare all'iPod con una divisione di tempo vertiginosa che sfiora la simulta
  •  
    Eppure molte ricerche sul multitasking, ne riporto una in particolare, dimostrano il contrario: http://www.psych.utah.edu/lab/appliedcognition/publications/supertaskers.pdf Una sola minoranza di individui (3 su 100) dimostrano di essere a loro agio nell'operare in multitasking il resto invece registra un evidente calo di attenzione e concentrazione. Frank Schirrmacher ha scritto un bel libro "La libertà ritrovata" su questo argomento. Sembra che proprio il multitasking sia responsabile della fatica che i giovani fanno a leggere testi lunghi, del loro distrarsi facilmente, della loro incapacità di astrazione. Però io reputo il tuo contributo corretto e appropriato. La presenza di diverse linee di ricerca anche contradditorie non è altro che il segno dell'importanza e dell'attenzione che riveste questo argomento. Giustamente considerato come sostanziale in quest'epoca digitale.
  •  
    L'articolo è interessante, personalmente vorrei aggiungere che il cervello è per sua natura multitasking. Si pensi alle azioni che esso compie ogni giorno anche senza ausilio del computer. Un esempio? Pensiamo a quando siamo alla guida di un auto, quante cose facciamo contemporaneamente? Guidiamo, per prima cosa, una attività che per chi ha imparato diviene un automatismo, pensiamo (se siamo soli alla guida del mezzo), conversiamo se siamo in compagnia e magari ascoltiamo la radio (eviterei di usare il telefonino, quello è pericoloso). Se riflettiamo su questo il funzionamento del cervello appare più stupefacente dal momento che eseguo più azioni contemporaneamente. Un altro esempio può essere l'azione di attraversamento di una strada trafficata a piedi. Anche in questo caso, a prima vista banale, il nostro cervello esegue una serie di valutazioni rapidissime e complesse. L'osservazione del percorso, la valutazione della velocità delle auto, la distanza da attraversare, il calcolo del tempo necessario a percorrere il tragitto. Tutto ciò implica una serie di valutazioni e calcoli che la nostra mente deve eseguire in pochissimo tempo. Alcuni scienziati hano confermato che far attraversare la strada ad un automa è molto difficoltoso. Il cervello ha quindi delle grandi potenzialità potendo eseguire più operazioni contemporaneamente. Oggi ci troviamo immersi in un flusso informativo di ampia portata, seguire tutto è impossibile ma il cervello opera delle scelte. L'utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici determinerà (o già lo stà facendo) una variazione del modo di vivere e di pensare. Il genere umano è molto adattabile come dimostrano le teorie evoluzionistiche.
  •  
    Condivido il fatto che la nostra società ormai ci "obbliga" a fare tante cose in contemporanea e penso che sia discutibile il fatto che queste cose siano fatte bene. E' sicuramente vero che oggi facciamo tante cose che sfuggono al controllo della nostra coscienza e vengono fatte in modo automatico, come guidare l'auto, camminare, respirare, salutare....L'automatismo viene meno quando durante la guida avvertiamo un pericolo, in questo caso sarà normale interrompere le nostre discussioni o l'ascoltare la radio, concentrando la nostra attenzione sulla guida e il "controllo" dell'auto. Lo stesso vale mentre camminiamo, l'automatismo smette quando dobbiamo attraversare la strada in coincidenza di un semaforo. Penso che il cervello multitasking viene messo in crisi, se al posto di automatismi abbiamo la necessità di ragionare e prendere rapidamente delle decisioni, in questo caso non possiamo distogliere "risorse" per essere multitasking
  •  
    Fulvio nel mio post precedente non ho contemplato le situazioni di stress decisionale. Certo il tempo di reazione è fondamentale e anche questa è una carattersitica del nostro cervello. Interrompere un'azione per prendere una rapida decisione è una peculiarità che può essere variabile da individuo a individuo (personalmente sono un pò lento) e dipende dalle proprie potenzialità. Qualcuno ha pensato a come misurarle. Penso che troverai interessante il contributo "Multitasking vs. Continuous Partial Attention".
  •  
    L'articolo riporta correttamente (seppur con la necessaria sintesi della scrittura per il web - giusto una cartella) i pro e i contro che gli studiosi intravedono nel multitasking. Gli argomenti di fondo sono quelli che De Kerckhove affronta nel confronto con le tesi di Nicholas Carr, autore di "Google ci sta rendendo stupidi?", al quale contrappone una visione più favorevole pur senza nascondersi ricadute negative.

http://it.wikipedia.org/wiki/Meme - 1 views

started by a_monachesi on 21 Nov 12 no follow-up yet

multitasking - 2 views

started by massimiliano marchetti on 21 Nov 12 no follow-up yet
1More

TAGGARE - 0 views

  •  
    Una definizione appropriata di TAG e come sfruttarli per meglio ottenere un buon posizionamento da utilizzare per il business di particolari siti commerciali
« First ‹ Previous 501 - 520 of 822 Next › Last »
Showing 20 items per page