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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged web

Rss Feed Group items tagged

dora ruozzo

PI: Il tagging è la vera anima del Web 2.0 - 0 views

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    Roma - L'intelaiatura del "web che pensa", l'infrastruttura di rete che sta nascendo grazie ai progetti collaborativi e all'organizzazione sempre più raffinata di idee e contenuti chiamata Web 2.0, trova un alleato prezioso nel crescente utilizzo dei tag per la classificazione dei suddetti contenuti.
Marco Tambara

Education first via web - 1 views

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    Un articolo del prof. De Mauro sull'esperienza scolastica coreana che in pochi decenni ha sviluppato un sistema educativo tra i più efficenti a livello mondiale. Nell' articolo vengono menzionati due programmi di sviluppo per l'educazione. Education First promosso dalle Nazioni Unite (UN) è un programma per lo sviluppo dell'istruzione primaria mondiale. http://www.globaleducationfirst.org/index.html Collaborating for change è il summit che si è svolto a Doha (Qatar) il 13-15 novembre con oltre 100 paesi partecipanti e incentrato sulle nuove metodologie di insegnamento, di innovazione e orientato verso la ricerca di nuovi metodi collaborativi a più livelli. Ai lavori si è partecipato anche con i mezzi web 2.0 http://www.wise-qatar.org/content/2012-wise-summit
Michele Capasso

FlipBoard - 3 views

In materia di Tag e Tagging volevo citarvi un Programma, a mio avviso fatto molto bene, che permette di ricercare attraverso Tag siti web di nostro interesse (ma anche canali su YouTube, Tweet, pag...

#Tagging

anonymous

Dal Web 1.0 al Web 2.0: i cambiamenti che ha portato nella società - 2 views

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    Questo è un documento molto interessante che ci fa capire quali sono le differenze tra il web 1.0 al 2.0. Inoltre sfogliando potrete vedere la storia di Second Life, si accenna anche delle imprese che nascono su SL, possiamo infatti trovare alcune imprese italiane, come la Telecom, la BNL, la Gabetti o l'Almaviva.
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    Trovo l'analisi del documento molto parziali, dice ad esempio : "I dati mostrano come internet si stia evolvendo, passando da una struttura costituita da pages ad una più complessa, fatta di places." Facebook ha 500milioni di utenti, SecondLife 19milioni, la maggior parte dei quali non risultano connessi da tempo. Twitter ha superato i 200 milioni di utenti. Goolge+ si aggira intorno ai numeri di twitter. Entrami sono in crescita. Twitter, facebook e google+ sono pages, non places, per questo l'affermazione mi sembra perlomeno azzardata. I social network hanno soppiantato in tutto e per tutto i mondi virtuali.
Francesca Villa

LA NUOVA MODALITA' DI CONFERENZE - WEBINAR - 3 views

Il Webinar si differenzia dal Webcast hanno un sistema interattivo. Citando la definizione da Wikipedia: In telecomunicazioni il termine webcast descrive la trasmissione di segnale audio e/o video ...

WEBINAR CONFERENZE APPRENDIMENTO ON-LINE

Sara Bertola

Web Design e apprendimento nei bambini - 2 views

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    Da una ricerca pubblicata sulla rivista "Piscologia & Marketing" è emerso che l'interfaccia grafica di un sito web influisce sul modo di assimilare le informazioni da parte dei bambini (meppe di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 7 a 9 anni, liste di contenuti facilitano l'apprendimento nei bambini da 10 a 13 anni)
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    L'uso delle interfacce grafiche è utilizzato anche per i bambini con problemi specifici dell'apprendimento in particolar modo la dislessia, il problema dei saccadici con questi strumenti permette di migliorare la fase di lettura, variando con l'esercizio le dimensioni e le distanze dei caratteri
NICOLINA NOCERA

Web semantico? Ovvero come parlare agli umani ed ai motori di ricerca attraverso un cod... - 3 views

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    il Web Semantico si compone di tre livelli fondamentali: 1. i dati 2. i metadati riportano questi dati ai concetti di uno schema 3. nello schema si esprimono le relazioni fra concetti, che diventano classi di dati
De Rose Mario

Web - 1 views

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    questo articolo parla di come si è sviluppato il web, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui ormai siamo nell'era del 3d quindi un'evoluzione non indifferente.
Ivan Romano

I "nativi digitali" figli di una nuova intelligenza, quella digitale. - 11 views

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    C'è chi come Carr ritiene che l'eccessivo multitasking dell'era digitale ci stia rendendo stupidi, c'è poi chi come il prof. De Kerckhove o il prof. Paolo Ferri (univ. Milano-Bicocca) ritiene invece che si possa parlare di una nuova forma di intelligenza. Nell'articolo che posto tratto dal Corriere viene presentato il libro del prof. Ferri "Nativi digitali". Questa definizione, coniata nel 2001 dallo studioso Marc Prensky, sottolinea la peculiarità di chi oggi ha meno di 15-16 anni ed è nato e cresciuto tra le tecnologie elettroniche; in contrapposizione all'"immigrante digitale", che invece ha incontrato tali tecnologie in una fase successiva della sua vita. Secondo il prof. Ferri, non è vero, che il digitale rende stupidi e favorisce la solitudine; ma può accadere che la modalità di conoscenza veloce e condivisa dei più giovani li esponga a rischi nuovi, come la superficialità, l'incapacità di tollerare le attese o di gestire la privacy. Limiti di fronte a cui il ruolo educativo degli adulti (genitori, insegnanti, istituzioni) diventa fondamentale. C'è quindi la necessità che gli "immigranti digitali" dialoghino dall'alto della loro esperienza con i "nativi digitali"; azzerando i pregiudizi e instaurando un rapporto costruttivo per entrambi.
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    Molto interessante. Per approfondire la cosa si vedano anche i seguenti video su youtube dove l'autore parla dettagliatamente dell'argomento. Video 1 Introduzione http://www.youtube.com/watch?v=8mwFtYfWXQo&feature=relmfu Video 2 Chi sono i Nativi digitali? http://www.youtube.com/watch?v=hYSxvwtdKso Video 3 Intelligenza digitale: http://www.youtube.com/watch?v=EacYvdoeCLg&feature=relmfu Video 4 Immigranti digitali: http://www.youtube.com/watch?v=u7c7Ubk-2S4&feature=relmfu Video 5 Nativi Digitali crescono: http://www.youtube.com/watch?v=5jUJD-WWAIw&feature=relmfu
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    #Intelligence #Multitasking http://www.tecalibri.info/F/FERRI-P_nativi.htm Autore: Paolo Ferri - Titolo: Nativi digitali - Edizioni: Bruno Mondadori "Secondo un fortunato apologo attribuito a Seymour Papert (1996), se un alieno dalla vita millenaria fosse ritornato sulla Terra nel 2000 dopo cinquecento anni di assenza, avrebbe trovato irriconoscibili i laboratori scientifici - per esempio quelli di fisica, non potendo mettere a confronto gli studi di Newton e Galileo con i Bell Labs o il CERN -, ma avrebbe riconosciuto facilmente un luogo deputato alle assemblee politiche, una chiesa o un'aula scolastica: non molto è cambiato da allora." Trovo interessante il titolo ed il contenuto del primo capitolo: "1 - Una razza in via di apparizione" Un ulteriore contributo può esser chiarificatore: Da 0 a 12 anni, l'identikit dei veri nativi digitali http://daily.wired.it/news/internet/ecco-chi-sono-i-nativi-digitali.html Chi sono i nativi digitali? Il loro modo di usare le tecnologie è legato alla loro età età? Una ricerca a cura del Gruppo NumediaBios e dell'università Milano Bicocca dà una risposta. Ciò che emerge è chiaro: la coppia oppositiva nativi/immigranti digitali è efficace ed esplicativa, a patto che non si considerino i nativi come una categoria unitaria e non si enfatizzi troppo la faglia tra nativi e immigrati. I nativi sono, infatti, una specie in via di apparizione, all'interno della quale possono essere individuate differenti popolazioni e stili di fruizione delle tecnologie, differenti a seconda dell'età e quindi dell'esposizione più o meno precoce alle tecnologie della comunicazione digitale. Emergono tre tipologie diffe
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    La classe politica italiana, citata dalla Rastelli nella recensione del libro di Ferri, risponde con il decreto legge del 18 ottobre 2012, n. 179 " Ulteriori misure per la Crescita del Paese" dove, nell'ottica di favorire la crescita e lo sviluppo dell'economia e della cultura digitali, affronta temi che vanno dall'agenda e dall'identità digitale, al domicilio digitale del cittadino, alla posta certificata, passando per la sanità digitale, libri e centri scolastici digitali, innovazioni nei sistemi di trasporto pubblico, moneta elettronica, ricerca e innovazione e comunità intelligenti. Per chi vuole approfondire ecco il link alla Gazzetta Ufficiale: http://www.gazzettaufficiale.it/moduli/DL_181012_179.pdf
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    c'e un interessante articolo di sole 24 ore sull'argomento nativi digitali che vi invio per una riflessione sulle nuove generazioni che vivono e crescono con le nuove tecnologie : ddio al vecchio sapere lineare fondato sulla parola scritta e sulla trasmissione di conoscenza maestro-alunno: imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta. Tra social network, video-racconti su YouTube, la musica di MySpace, il linguaggio sincopato delle chat e le bufale online, gli studenti di nuova generazione hanno bisogno di una bussola per orientarsi. Ma la scuola non c'è. O meglio, non ce la fa: a studenti 2.0 corrispondono spesso istituti scolastici da secolo scorso. Chi sono questi famigerati «nativi digitali», nati e cresciuti a rivoluzione internet compiuta? Come ha scritto l'ex direttore del programma Comparative media studies del Mit di Boston, Henry Jenkins, la loro cultura è «partecipativa» e si fonda su «produzione e condivisione di creazioni digitali» e su una «partnership informale» tra insegnanti e alunni, che porta il bambino a sentirsi responsabile del progetto educativo. Il maestro non è più un trasmettitore di conoscenza ma un «facilitatore», che fa da filtro tra il caos della rete e il cervello del piccolo studente. «Frequentano gli schermi interattivi fin dalla nascita», spiega Paolo Ferri, docente di Tecnologie didattiche e teoria e tecnica dei nuovi media all'Università Bicocca di Milano, «e considerano internet il principale strumento di reperimento, condivisione e gestione dell'informazione». È la prima generazione (che oggi ha tra gli 0 e i 12 anni) veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori. «Se per noi imparare significava leggere-studiare-ripetere, per i bambini cresciuti con i videogames vuol dire innanzitutto risolvere i problemi in maniera attiva», prosegue Ferri, che studia e promuove da anni il «digital learning». I bambini cresciuti con consolle e cellular
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    Collegato al tema dei nativi digitali e, in particolare, alla loro formazione segnalo l'interessante libro di George Veletsianos "Emerging technologies in distance education". George Veletsianos è un assistente professore di tecnologia didattica presso l'Università del Texas. La sua ricerca e gli interessi di insegnamento comprendono la progettazione, lo sviluppo e la valutazione di ambienti di apprendimento digitale, con particolare attenzione alla formazione per mezzo di personaggi virtuali, tecnologie emergenti, e all'esperienza dello studente. Questo libro, disponibile in Creative Commons Licence su www.aupress.ca, mette in mostra il lavoro internazionale di studiosi di ricerca e professionisti della formazione a distanza, che utilizzano emergenti tecnologie interattive per l'insegnamento e l'apprendimento a distanza. Esso raccoglie le conoscenze disperse di esperti internazionali che mettono in evidenza fattori pedagogici, organizzativi, culturali, sociali, ed economici che influenzano l'adozione e l'integrazione di tecnologie emergenti nella formazione a distanza. Emerging technologies in distance education fornisce una consulenza di esperti su come sia possibile lanciare efficaci e coinvolgenti iniziative di formazione a distanza, in risposta alle innovazioni tecnologiche, cambiando mentalità e le pressioni economiche e organizzative. Il volume va oltre l'hype che circonda le tecnologie Web 2.0 e mette in evidenza le questioni importanti che i ricercatori e gli educatori devono prendere in considerazione per migliorare la pratica educativa.
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    Beh che dire questo articolo è attinente al programma di Psicotecnologie e si riallaccia a quanto detto dal Prof. De Kerckhove nella sua lezione "is Google making us stupid?". Le conclusioni a cui arrivano i due Prof sono simili. Il Multitasking non ci rende più stupidi come invece sembrerebbe emergere da uno studio della Stanford University condotto su di un campione di 100 studenti. Nel mio piccolo devo ammettere che condivido le posizioni di Jacobs emerse in questo articolo (già condiviso per altro da un altro collega) :http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_23/multitasking-rodota_b6937564-6685-11df-b272-00144f02aabe.shtml Jacobs riprende un po' quanto detto da Carr e cioè che il multitasking non ci rende migliori ma semplicemente ci fa fare più cose assieme e tutte, in un certo qual modo,"male". Il termine "male" va spiegato un po' meglio, con il multitasking facciamo più cose assieme e le facciamo peggio di come le faremo se ne facessimo una alla volta, in questo senso ho usato il termine "male". Secondo me il punto centrale, parlando di multitasking, è che la nostra società oggi ci obbliga a far più cose simultaneamente e se per certi studiosi questo ci porta a fare più cose in modo peggiore è anche vero, come dice il Prof.De Kerckhove, che quest'abilità è prerogativa delle nuove generazioni. In ultima analisi, oggi dobbiamo saper fare un po' tutto (mandare email, usare la chat, navigare in internet ecc...) e se questo ci rende un po' meno capaci "nello specifico" è un sacrificio da poter fare in nome dell'evoluzione tecnologica.
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    Su BBC news del 20 Novembre, nell'articolo "What makes us intelligent?" si parla di un argomento simile anche se lo studio non parla solo delle nuove generazioni, quelle cosiddette 2.0 . Lo strumento digitale ci rende più stupidi? Anche qui viene rilevato che non memorizziamo più le cose come un tempo, non tanto per ridotta capacità quanto per una naturale efficienza mentale: perché usare tempo e spazio per attingere a cose facilmente reperibili con altri strumenti? Il filosofo Andy Clark ha definito gli uomini "natural born cyborg" dato che riescono ad integrarsi e incorporare i nuovi strumenti che la tecnologia ci può offrire per sfruttarli e magari nel frattempo allargare le nostre competenze, occuparci di più tasks, e non è detto che sia in maniera più superficiale.
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    Allora io sono un "immigrato digitale" ! Come molti ho assistito ai primi pc (da bambino giocavo con il commodore 64 e a scuola ci facevano fare dei test con un programma grafico chiamato "tartaruga" , una sorta di triangolo verde che segnava linee sullo schermo), ricordo le prime piattaforme per videogiochi, il modem a 56k, i primi video presenti in rete, etc Assecondare le tecnologie non è sempre stato facile perchè occorre sempre un fuoriuscire da ciò che si conosce (ammetto l'estraneità -ma anche il divertimento- che ho provato la prima volta che a casa d'amici ho usato una Wii), un testare cose nuove che magari ritenevi per se inutili (quando è merso il cloud inizialmente mi sono chiesto "ma perchè questa cosa?, ci vogliono controllare meglio?"...a pensarci oggi viene quasi da sorridere) Ritengo utile quindi creare un ponte tra "nativi digitali" e "immigrati digitali", non tanto perchè ci spieghino come funzionano le tecnologie (magari le usiamo megli di loro) ma per cogliere le differenze di visione, d'umanità e di prospettive che ci possono essere tra generazioni diverse
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    Sarei curioso di vedere l'effetti di questa nuova digitalita' fra 30-40 anni, sentendo parlare esperti del rorschach la nostra intelligenta, di Italiani, e' peggiorata tantissimo, abbiamo perso l'intelligenza operativa di fare le cose, l'accuratezza di ricercarle e avere pazienza di farlo! Spero che sia solo un catastrofismo personale di chi ha detto questa cosa, ma ogni cambiamento non puo' per forza di cose portare solo vantaggi... magari...
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    Personalmente non ritengo che l'intelligenza digitale, e quindi google e tutti i social network, ci rendano stupidi. E' solo un modo diverso di fare comunità, condivisibile o meno a seconda dell'età e contesto sociale. Certo dalla nostra generazione(40enni) a quella dei nostro figli 12-16enni, molto è cambiato. Io facevo le ricerche sulle enciclopedie che disponevo in casa, per poi trascrivere il tutto a penna sul quaderno, ora base dati il network, e con un rapido ctrl c, ctrl v, si ha subito ed in maniera eficiente una qualsiasi ricerca. Certo un pò di abilità di come muoversi nel web ci vuole. Però ci dobbiamo adeguare ai nuovi sistemi che ormai sono parte integrante del nostro vivere, conoscere e relazionarsi.
federica rossi

web semantico - 0 views

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    Documento tecnico ma interessante sul websemantico. Per visualizzarlo premere "page down". Il documento spiega su quali basi si fonda il web semantico (URI/RDF/XLM), quali sono le componenti necessarie (dichiarazioni), qual è lo step successivo all'RDF (Ontologie), cosa sono le Ontologie, quali sono i loro limiti e fa parecchi esempi in merito. A me sembra che la possibìilità di creare un quadro esaustivo di ontologie sia utopistico oltre che difficile controllare le dichiarazioni messe in rete.
dora ruozzo

il tag è la vera anima del web - 1 views

forse sono i tag a portare avanti lo sviluppo, il miglioramento del web :)

http:__punto-informatico.it_1873881_PI_News_tagging-vera-anima-del-web-20.aspx

started by dora ruozzo on 23 Nov 12 no follow-up yet
dora ruozzo

Che cos'è un tag HTML? - 1 views

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    Per scrivere sul web, come su carta, esistono delle regole tipografiche da seguire, ma chi scrive su blog e siti web non sempre le conosce. Chi scrive su un blog dimentica spesso che sta scrivendo sul web e che gli utenti non trovano i nostri articoli sfogliando una rivista, ma attraverso i motori di ricerca.
Cristiano Mulatero

Google e il web Semantico - 2 views

Ecco l'applicazione delle teorie del web semantico distribuite su larga scala. Naturalmente come si evince dall'articolo il sistema si basa su db già presenti di wikipedia. La possibilità di ricerc...

#tagging

alessio martinelli

The machine is us/ing us - Da vedere! - 1 views

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    Questo video è per tutti quelli che dicono "Io uso ancora carta e penna e sto bene così". Viene fatto il punto sul potenziale, ancora in espansione, del web 2.0. Gli utenti passano da passivi visitatori di siti web a essere attivi produttori di contenuti. ...e non solo. La tecnologia ha cambiato completamente la cultura, la vita. Stare concentrati per 4 minuti su un video youtube è difficile... ma in questo caso 4 minuti passano in fretta.
Massimo Apicella

La social tv e le stampanti 3D: il web che verrà - 1 views

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    Le parole chiave della tecnologia La social tv e le stampanti 3D: il web che verrà Cosa è successo e cosa succederà: il social tech a cavallo tra il 2012 e il 2013 MILANO - L'anno che sta per chiudersi ha sancito la fine del dualismo reale/virtuale.
Alessandro Bambini

Uno strumento di successo per un sito web: avere un'ottima guida ai contenuti - 0 views

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    Attraverso l'inserimento di una categoria e/o di un tag in un sito web o in un blog si aiuta il navigatore a trovare facilmente quel che si cerca e spesso un errore nella scelta di uno di questi due elementi distintivi puo' determinare il successo o no del sito web stesso. Nell'articolo vengono sintetizzati in poche parole e secondo me efficacemente le differenze fondamentali tra questi due strumenti di categorizzazione ed evidenziati gli eventuali rischi.
federica rossi

L'Agenda Digitale del Web 3.0: gli strumenti semantici - 3 views

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    articolo introduttivo ai motori di ricerca semantici
ANNALISA PASCUCCI

Congresso Progettazione Web Intelligenza Collettiva - 1 views

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    Propongo Il Congresso organizzato da Simone Favarin poichè trovo che sia particolarmente rilevante in questa epoca dove il Web risulta essere al centro della nostra attenzione, mettere in risalto come possa essere individuata una sua attuazione anche nell'ambito dell'Intelligenza Collettiva e suo apprendimento relazionandola appunto con le numerose operatività del nostro cervello umano. La percezione di una realtà quindi migliorata propria di una scelta futura che grazie al Web può raggiungere livelli significativi.
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