Skip to main content

Home/ Groups/ Media Education
flory88

Questioni di media education: il contributo di Cesare Scurati nelle pagine di Intermed - 3 views

  •  
    Questo articolo scritto da Michele Aglieri (Assegnista di ricerca-Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) fa riferimento agli interventi di Cesare Scurati in "Intermed":principale veicolo di diffusione del MED dal 1996 al 2010. Il presente contributo ripercorre gli scritti e le questioni principali sollevati dal pedagogista milanese.
anonymous

Media Education in Europa - 4 views

  •  
    Chi e quali istituzioni in Europa si occupano oggi di Media Education? Un'interessante panoramica di istituzioni formali e informali in questo articolo pubblicato da Aularìa, una rivista spagnola di educazione e didattica. * Referencia bibliográfica: Iania, A. et al. (2013). Media education in Europa . Aularia, 2(1) Enero. pp: 43-55.
anonymous

Media violence is made to attract and entertain people: Responses to Media Literacy Les... - 7 views

  •  
    la violenza nei media, uno tema da sempre analizzato e dibattuto dagli psicologi: ricordate ad esempio i famosi studi di Bandura sul modellamento? In questo articolo, pubblicato su JMLE, pubblicazione ufficiale del NAMLE, viene presentato uno studio condotto negli USA su ragazzi di circa 11 anni (6th grade che dovrebbe corrispondere più o meno alla nostra 1° media), i quali dovevano analizzare le azioni violente (violenza fisica, verbale e relazionala) in programmi televisivi prodotti per ragazzi/e e riflettere sui motivi per cui i produttori di media inseriscono tale violenza (faccio notare che il primo approccio consisteva nell'analizzare "Tom e Jerry" e "Shrek"). Fra i risultati, solo uno studente ha indicato esplicitamente il profitto commerciale come motivo per proporre programmi con contenuti violenti, mentre la maggior parte degli studenti vedevano il "solo" lato di intrattenimento. Anche per quanto riguarda gli effetti della visione di azioni violente sui comportamenti reali, si conferma la tendenza a sentirsi immuni da effetti negativi e a considerare altri soggetti, ad esempio i bambini più piccoli, come maggiormente a rischio. Per altri articoli pubblicati da JMLE, questo è l'indirizzo: http://digitalcommons.uri.edu/jmle/
chiarina1

L`evoluzione del termine media - Elena Lamberti (da Rai Media) - 4 views

  •  
    interessante intervista a Elena Lamberti, docente di Letterature angloamericane dell'Università di Bologna sul termine "media" nella sua evoluzione fino ad arrivare alla teoria dell'ecologia dei media.
rosso1976

Social Networking Addictive, Compulsive, Problematic, or Just Another Media Habit - 4 views

  •  
    Come sapete sto facendo la tesi sull'autoregolazione nella teoria social cognitiva. Parte di essa è sui fallimenti del processo. Abbiamo casi di bulimia, di aggressività e di dipendenze di vario tipo. Una di esse è la dipendenza dai Media e da internet in particolare (argomento che abbiamo già trattato discutendo in vari momenti sul libro di Buckingham). Ai fini dell'elaborato di tesi è per me interessante notare le implicazioni di questo specifico ambito di dipendenza con le fasi di auto osservazione e di reazione del processo.Ai fini nostri, invece, è molto importante notare 2 cose: da un lato, come abbiamo visto, l'evoluzione dei termini di accesso alla cultura digitale deve indurci a rivedere il nostro concetto di dipendenza, per renderlo più specifico e significativo, dall'altro la supposta preponderanza di una dipendenza da social media su altre attività trova scarso risconto, necessitando anche qui di una revisione/precisazione dei termini
rosso1976

Disability, Media, and the Politics of Vulnerability - 3 views

  •  
    Per ragioni biografiche il rapporto tra disabilità e media education mi sta molto a cuore. Di questo articolo mi è piaciuta l'idea che la ME possa offrire gli strumenti per un cambio di paradigma concettuale che permetta di abbandonare (o quanto meno di affiancare al)l'approccio centrato sulla solidarietà e sull'inadeguata dicotomia salute malattia, a favore di uno più sfumato che colga la dimensione della vulnerabilità come un punto di vista sul mondo, dotato di una propria specificità. In questo senso le nuove possibilità mediatiche cui la ME permette di accedere possono andare di pari passo con una più adeguata concettualizzazione della vulnerabilità, che ne metta in luce le potenzialità sia a livello di fruizione che di contenuti. Per fruizione intendo le possibilità offerte di una più efficace alfabetizzazione nei contesti più disagevoli; per contenuto invece penso alla necessità di ripresentare la vulnerabilità in modo che chi la vive possa non solo riconoscersi, ma anche volersi riconoscere in essa.
rosso1976

UNDERSTANDING MICROBLOG ADDICTION ON SMARTPHONE: THE ROLE OF MEDIA CHARACTERISTICS - 3 views

  •  
    Sempre lavorando al pezzettino sulla dipendenza dai media nella mia tesi sull'autoregolazione, ho trovato una interessante prospettiva (da un punto di vista di teoria social cognitiva). L'autoregolazione non è solo un processo LOGICO diviso in parti, ma è, soprattutto, un processo FISICO dotato di una certa energia destinata ad esaurirsi nella giornata. Le persone dunque solitamente usano la propria energia nelle attività lavorative in presenza, trovandosi così di fronte ai social network con un deficit di risorse di controllo disponibili. Questo deficit sarebbe correlato positivamente sia con un certo tipo di comportamento sopra le righe, sia con la dipendenza, risultato appunto da un lato della facilità di accesso, dall'altro dell'indisponibilità di risorse di controllo
angelasica

Il potere dei media - 3 views

  •  
    Chomsky analizza il più classico dibattito moderno sul potere dei media, esponendo l'idea alla base di ogni discorso complottista, cospirazionale, di New World Order o che dir si voglia legato al più classico intramontabile tema degli "Illuminati", "società segrete" o gruppo di "potenti". Gruppi di controllo che si elevano a "gestori" del mondo e detenendone le ricchezze, utilizzando nel corso della storia strumenti di controllo sempre diversi. Religione, misticismo, occultismo e politica sono gli strumenti classici e storici, ai quali si aggiunge lo strumento che è per eccellenza il più soggetto a "evoluzioni": La comunicazione.La comunicazione è sempre stata alla base della cultura umana, e come migliorarla ha spinto a ricerche forsennate, a tal punto che si potrebbe dire che non è la comunicazione ad essersi evoluta grazie alla scienza e alla tecnologia, ma sono queste ultime ad aver raggiunto gradi di eccellenza (per noi uomini d'oggi) grazie alla necessità di migliorare sempre più il modo in cui le menti potessero comunicare nel mondo, e di conseguenza si aiutano a vicenda a progredire di pari passo. Quello che spaventa maggiormente chi detiene "Il comando", è la forza dell'unione che i "sudditi" possano avere coalizzandosi. La massa, seppur ignorante e innocua, può essere fastidiosa, se compatta. La comunicazione moderna si basa quasi unicamente sui media, e per il controllo delle masse bisognava trovare un nuovo stratagemma. La sinergia che hanno creato la capacità comunicativa dei media e l' inarrestabile progresso tecnologico della scienza ha qualcosa di incredibile.Insieme hanno creato un sistema in cui con i media si può arrivare alle masse, creando allo stesso momento i falsi bisogni offerti dalla scienza e dalla tecnologia, spingendoci in un circolo vizioso in cui l'individuo, schiavo di questi bisogni che vengono ripetutamente pubblicizzati, si "arricchisce" di tali bisogni anche tecnologici e che rendono inevitabile il sottrarsi a
angelasica

L' architettura dell' intelligenza - 3 views

  •  
    Parlando di Kerckhove non ci si può meravigliare della profondità delle sue analisi e osservazioni sul mondo e sull'uomo "moderno", considerando la sua biografia e attività. Una mente brillante, che tuttavia ha affrontato semplicemente in modo più approfondito quello che reputo essere oggi giorno un pensiero comune quasi a tutti, che scaturisce proprio dalla comune e innata percezione umana delle cose e dal senso di "ribellione" che ognuno sente e vive relazionandosi a quello che reputerei a tutti gli effetti un "cyber-mondo", che procede sempre più verso quell'immagginario fantascientifico ipotizzato da scrittori, registi, artisti e pensatori degli ultimi tempi, che tanto ci spaventa. In "Struttura dell'Intelligenza" Kerckhove sottolinea positivamente le correlazioni tra mente, mondo e reti, che grazie all'uso combinato di hardware e software fungono da strutture per facilitare le connessioni e i "viaggi" della nostra mente per qualsiasi scopo. In "La pelle della cultura" si denota invece l'aspetto negativo di queste "Strutture", soffermandosi sull'utilizzo dei media quali strumenti di controllo delle masse: "Non ci manca ciò che non conosciamo, e la pubblicità crea bisogni che realmente non ci sono", dipingendo quel senso di inappropriatezza, di perdita dell'"essenziale" che fa sentire ognuno di noi diverso, ma che dimostra quanto tutti gli uomini siano uguali, vivendo le stesse emozioni.Kerckhoven è positivo, pensando che questa "catastrofe" non avverrà poichè nonostante sia quella la direzione, la scienza non può prevedere il futuro in quanto a stento riesce ad interpretare il presente, e ogni essere umano, prendendo spunto dagli artisti, deve affidarsi ai propri sensi innati per creare un ponte tra scienza e psicologia e riuscire a gestire il tutto in maniera più appropriata, imparando a sentire di più, oltre il suono, vedere di più, anche dietro le nostre spalle e non solo frontalmente, a tutto tondo e non verso una direzione prefissata. A
patrizia1

bambini e social, il farwest di regole e contenuti - 2 views

  •  
    Questo interessante articolo apparso oggi su Repubblica e' un'analisi di quanto accade relativamente ai social networks ed i suoi utilizzatori piu' giovani (addirittura al di sotto dei 13 anni) ma anche, finalmente..., il punto su quanto si sta facendo e si voglia fare a tutela proprio dei minori che accedono ai socials. Ed e' particolarmente interessante il punto di vista di Valentina Sellaroli del Tribunale dei Minori. A voi la parola.
anonymous

Media and Information Literacy. Curriculum for Teachers - Unesco - 5 views

  •  
    a questo link è possibile scaricare il "MIL Curriculum for teachers" prodotto dall'Unesco, cui la prof.ssa Sherri Hope Culver fa riferimento nelle sue lezioni. Il testo è disponibile in varie lingue.....ma non l'italiano. E' un testo di fondamentale importanza perché riconosce la necessità di una formazione ai media per poter garantire lo sviluppo democratico delle popolazioni, attraverso la partecipazione attiva e critica (critical thinking) dei cittadini. Inoltre è importante per l'approccio olistico ai media, includendo quindi non solo i media "tradizionali" (radio, tv, stampa), ma anche quelli "nuovi", come internet. In particolare il testo è rivolto agli insegnanti che si occupano di media literacy, fornendo, fra le altre cose, delle linee guida sulle competenze che gli insegnanti devono acquisire per poi trasferirle ai propri studenti.
paolabagnasco

STUDIO YALE UNIVERSITY SULLA REALE CONOSCENZA DERIVANTE DA GOOGLE - 3 views

  •  
    Ritengo molto utile questo articolo pubblicato su La Stampa di Torino relativamente a uno studio effettuato da alcuni ricercatori della Yale University sui reali benefici dell'"iperconnettività" derivante dalla possibilità di utilizzare Google in ogni momento al fine di effettuare qualsivoglia ricerca sui più disperati argomenti. Secondo questi studiosi la "vera sapienza" non è quella derivante dall'utilizzo immediato e subitaneo dei motori di ricerca bensì quella stratificata e solidificata derivante dalla lettura approfondita di testi e dalle conoscenze scolastiche e non costruitesi durante tutto il corso della vita. Non esprimo pareri in merito all'articolo ma ritengo utile l'approfondimento in quanto prospetta una visione "diversa" e pone un logico dubbio sull'"abuso" del "sapere mediatico". Interessante punto di vista studiato da una fonte di tutto rispetto (Yale University) e riportato da una testata giornalistica di importanza e diffusione nazionale.
rpapararo

Story-lab - Un'esperienza di digital storytelling, mash-up e cultura partecipativa per ... - 5 views

  •  
    La Media Education all'opera in un corso universitario. Si tratta del progetto Story-Lab, ossia un laboratorio di digital storytelling svoltosi negli anni 2010-2011 al politecnico di Torino. Gli studenti hanno potuto sperimentare l'utilizzo di strumenti come forum, video sharing ecc. e ambienti come Second Life, Moodle, ecc., integrandoli con i mezzi e gli strumenti usuali di un corso universitario, per realizzare video o storie. Seppure la metodologia sia stata applicata in un contesto di per sé già "mediatico", ossia il corso di laurea in Ingegneria del Cinema, i risultati ottenuti sono complessi, ed evidenziano le molteplici sfaccettature che la Media Education è in grado di sollecitare.
rpapararo

Quale alfabetizzazione per la società della conoscenza? - 5 views

  •  
    Interessante articolo, seppur non recentissimo, che consente di ampliare il nostro punto di vista, passando dal concetto di Media Literacy al più ampio Digital Literacy, sì da consentire una visione più estesa e generale sulla nuova tipologia di alfabetizzazione cui la società moderna deve tendere. L'articolo passa in rassegna le dimensioni, il contesto e le finalità della Digital Literacy, e poi espone le strutture, i metodi ed i contenuti che consentono ad un individuo di diventare Digital Literate.
lindakrohn

Meaninful learning part 2, Joseph Novak - 4 views

  •  
    In questo secondo video, Joseph Novak, ci spiega come un apprendimento meccanico porta a non comprendere bene ciò che studiamo e di memorizzare male ciò che abbiamo studiato. Ci presenta esempi di studenti che hanno migliorato il loro modo di studiare e memorizzare, sempre attraverso mappe concettuali ma anche con l'aiuto di scaffholding learning cerando di aprire la nostra mente agli strumenti che ci sono e come poterli utilizzare in un modo ancora più profondo rispetto alle mappe concettuali che abbiamo fatto noi fino ad oggi.
lindakrohn

Meaningful learning part 1, Joseph Novak - 5 views

  •  
    Questo primo video di due che vi vorrei presentare contiene la parte di una conferenza tenuto da Joseph Novak che. L'ho trovato interessante per noi perché abbiamo la possibilità di sentire lui stesso spiegarci l'origine dell'apprendimento significativo e delle mappe concettuali che come sappiamo ci aiutano ad apprendere meglio. Novak spiega anche perché anche per le mappe concettuali sono funzionanti per noi, basandosi sulla teoria della conoscenza e sulla teoria dell'apprendimento. Vi avviso solo che la frase chiave funziona solo in Youtube. Quando ho usato la stessa frase per cercare il video in Play Tube per poter così salvare il video in una playlist non mi ha dato nessun risultato, non ho idea come sia possibile ma così è stato.
barbaravirgola

Web e trasformazione dei modelli educativi secondo Carlo Infante - 2012 - Education 2.0 - 4 views

  •  
    Intervista a Carlo Infante, esperto di interazione sociale e culturale con i nuovi media e creatore di piattaforme di interattività connettiva. Presenta Eduskill, un forum all'interno della piattaforma IdeaTre360. Infante è sensibile alle lacune del sistema di apprendimento delle scuole italiane, refrattario alle nuove spinte dell'innovazione multimediale. Nell'articolo si trovano interessanti riferimenti (tra cui il curriculum dell'intervistato) da cui approfondire i temi trattati
barbaravirgola

Buone pratiche didattiche nell'era digitale, a casa e a scuola - 2013 - Education 2.0 - 11 views

  •  
    Le ricerche scientifiche in relazione all'uso degli schermi nelle fasi dello sviluppo
  •  
    Un articolo molto interessante, grazie Stefania.
  •  
    Recenti ricerche (condotte in Francia e Svizzera) evidenzierebbero cambiamenti sul funzionamento del cervello, specialmente nella fase della crescita, con l'utilizzo degli strumenti digitali. L'articolo e le ricerche ad esso collegate, ci forniscono degli utili consigli per l'utilizzo in modo sicuro sia in famiglia che a scuola. Ridurre il gap fra i nativi digitali e gli immigrati digitali è la sfida di quest'epoca.
paolabagnasco

© PSYCHOMEDIA - Marco Longo - Abuso e Dipendenza da Internet e dai Nuovi Media - 4 views

  •  
    di Marco Longo Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoanalista SPI (IPA), Gruppoanalista IIPG e COIRAG (IAGP), Fondatore e Direttore di Psychomedia.it (Testata Online Registrata nel 1996), Fondatore e Segretario della SIPtech (Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei Nuovi Media), Fondatore di Psychocity.it Fino agli anni '80, in "Epoca Predigitale", per la comunicazione si utilizzavano quasi esclusivamente (tranne rarissime eccezioni sperimentali, soprattutto di carattere militare) i classici Media Analogici: il Telefono e la Filodiffusione, la Radio e la Televisione, la City Band (CB) e per i radioamatori il VHF, ecc.
pruscigno

Apprendere, Creare ed Usare la Conoscenza: l'utilizzo di Concept maps come tool di semp... - 7 views

  •  
    Interessante articolo scritto da J.D. Novak sul Journal of e-Learning and Knowledge Society(Vol. 6, n. 3, Settembre 2010 pp. 21 - 30) che ripercorre le fasi di studio che lo hanno portato alle Concept maps, dalla teoria di Ausubel come elemento chiave per la distinzione tra l'apprendimento a memoria (learning by rote) vs l'apprendimento significativo (learning meaningfully) fino ad arrivare ai cinque elementi dell'educazione della formazione che sono: discente,docente, conoscenza, contesto e valutazione, fino alla presentazione di tutti i possibili approcci educativi in una nuova sintesi che ha chiamato a New Model for Education.
« First ‹ Previous 881 - 900 of 932 Next › Last »
Showing 20 items per page