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massimomoretti

L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica - 8 views

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    L'articolo, pubblicato nel 2016, evidenzia la rilevanza dell'introduzione delle tecnologie nella scuola italiana, processo che si è sviluppato negli ultimi quarant'anni. Inizialmente molti insegnanti furono influenzati dalle innovazioni modificando atteggiamenti e metodologie; tuttavia, a mano a mano che l'introduzione delle ITC nella scuola si andava affermando, emersero criticità e contraddizioni provocate da problemi tecnici, incompatibilità, mancanza di tempo e carenza di preparazione degli insegnanti. L'esperienza del passato, a fronte delle difficoltà verificate, rischia di passare in second'ordine o - addirittura - di essere dimenticata, unitamente al portato teorico e didattico caratterizzante la fase precedente. S'impone pertanto una riflessione critica attraverso la presentazione di alcuni lineamenti della storia dell'introduzione delle ITC nella scuola, delle concezioni che l'hanno accompagnata e dei rapporti che spesso, anche all'insaputa degli innovatori, si mantengono tra passato e presente. La tecnologia informatica fu introdotta ufficialmente nella scuola italiana nel 1985 (primo Piano Nazionale Informatica - PNI 1), affiancata agli insegnamenti di matematica e fisica del primo biennio della scuola superiore. Il PNI 1 nacque dall'idea che l'alfabetizzazione informatica costituisse l'unica via d'accesso alla società dell'informazione e dalla fiducia nella possibilità per gli strumenti e le tecniche dell'informatica di favorire lo sviluppo cognitivo degli studenti. In seguito, l'introduzione del linguaggio di programmazione, dei videogiochi e degli ambienti di scrittura indussero a ritenere il computer uno strumento di supporto per l'apprendimento, capace di dilatare la conoscenza e il processo per acquisirla, favorendo l'autonomia e la creatività, secondo un approccio cognitivistico-costruttivista. Negli anni Novanta, con l'avvento dell'ipertestualità, la tecnologia venne accolta nella scuola
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    con lo scopo di avvicinarla alla realtà vissuta dagli studenti a casa e in altri ambienti, contraddistinta dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini. Le più recenti iniziative ministeriali da un lato spingono verso limiti più avanzati l'idea della partecipazione sociale, dall'altro sembrano riscoprire il valore di pratiche già sperimentate negli anni Ottanta e in parte dimenticate dalla scuola. L'articolo, in particolare, pone l'accento sulla pratica del coding, vale a dire sul processo finale di programmazione, quello della scrittura del codice attraverso l'uso di un determinato linguaggio. In sostanza, questa analisi storico-critica mette in evidenza come nel nostro Paese la normativa che regola l'introduzione del digitale nella scuola insegua l'innovazione tecnologica, tentando di stare al passo con questo processo fluido, rapido e costante.
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    FORM@RE - Open Journal per la formazione in Rete L'innovazione tecnologica nella scuola italiana. Per un'analisi critica e storica Technological innovation in the Italian school. A critical and historical analysis Camilla Moricca - Università degli Studi di Firenze, camilla.moricca@unifi.it Abstract L'introduzione tecnologica nella scuola è caratterizzata da ondate che si succedono conservando scarsa consapevolezza e ricordo della fase precedente. Il lavoro ripercorre in modo sintetico le principali iniziative istituzionali e le più note teorie di riferimento che le hanno accompagnate nell'ottica di favorire una consapevolezza storico-critica su ciò che l'esperienza ci può aver insegnato. Nell'ultima parte ci si sofferma su riferimenti oggi in voga, quali il coding e la robotica, chiedendoci se siano davvero nuovi e se poggino su criteri pedagogici fondati. Parole chiave: tecnologie dell'educazione; analisi storica; coding; robotica. Abstract Technological introduction into school takes place in the form of innovations that maintaining low awareness and memories of the previous phases. The work recalls briefly the main institutional initiatives and best-known theories of reference in order to foster a historical-critical awareness of what the experience may have informed us. In the last part we focus on references in vogue, such as coding and robotics, wondering if they are really innovations and if they are based on valid educational criteria. Keywords: educational technology; historical analysis; coding; robotics. 1. Introduzione L'introduzione delle tecnologie nella scuola ha rappresentato un avvenimento rilevante negli ultimi quarant'anni e il processo che l'ha accompagnata ha coinvolto direttamente molti insegnanti, influenzando i loro atteggiamenti e le loro concezioni metodologiche. Sembra quindi ragionevolmente importante soffermarsi a riflettere su questo percorso per comprenderne meglio la natura. Tuttavia sono carenti i lavori
barbaravirgola

Web e trasformazione dei modelli educativi secondo Carlo Infante - 2012 - Education 2.0 - 4 views

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    Intervista a Carlo Infante, esperto di interazione sociale e culturale con i nuovi media e creatore di piattaforme di interattività connettiva. Presenta Eduskill, un forum all'interno della piattaforma IdeaTre360. Infante è sensibile alle lacune del sistema di apprendimento delle scuole italiane, refrattario alle nuove spinte dell'innovazione multimediale. Nell'articolo si trovano interessanti riferimenti (tra cui il curriculum dell'intervistato) da cui approfondire i temi trattati
graziamaria

L'importanza dei social media per l'educazione e l'apprendimento - 2 views

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    I social media hanno assunto grande importanza e i processi educativi ne sono influenzati. Sono cambiate le abitudini e la comunicazione è sempre più fondata su scambi che avvengono in spazi condivisi. Occorre pensare i social media come strumenti di apprendimento centrato sugli studenti.Nuovi modelli d'insegnamento
anonymous

Media Education nella prima infanzia (0-6). Percorsi, pratiche e prospettive - 7 views

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    L'articolo è stato scritto da Cosimo Di Bari, Firenze, Vol. 24, Fasc. 2, (2021): 188-190. Tratta dell'introduzione precoce della tecnologia. Riporta che negli ultimi anni, la loro presenza nella vita delle persone porti a un aumento di esposizione anche nei bambini. Questo induce a pensare, erroneamente, che essi abbiano delle capacità innate nell'utilizzo di questi strumenti. Renata Metastasio, spinge ad una riflessione in merito alle caratteristiche, funzioni ed esposizione dei media. Propone la ricostruzione teorica e storica intorno della Media Education per capire quali siano gli spunti per impostare attività già dalla prima infanzia: educare a una lettura critica è un compito che, visto la precocità di esposizione a questi strumenti, dovrebbe essere anticipato rispetto ai sei anni e per questo si rende urgente una sensibilizzazione e una formazione dei genitori. Anche Alessandro Biraglia propone delle ricerche sulle differenze generazionali rispetto alla tecnologia, dal punto di vista socio psicologico, identificando l'importanza dei genitori nel fornire dei modelli di comportamento. Importante è il pensiero che vede le tecnologie come strumento di integrazione e non di sostituzione delle esperienze tradizionali, migliorando possibilità ludiche, stimolando l'ascolto e la differenziazione tra realtà e rappresentazione. Questo sembra essere uno degli obiettivi della Media Education. Secondo Franca Rossi, questi temi sono emersi anche grazie al lockdown per Covid-19 che nel 2020 ha portato a una riorganizzazione del rapporto tra insegnanti e famiglie. Educare a distanza non è un'attività principalmente della Media Education, nè condivisa da tutte le insegnanti ma è interessante capire le modalità impiegate per coinvolgere studenti e famiglie, utilizzando gli strumenti per simulare una realtà tradizionale. Un focus di Ilaria Bortolotti sul modello della ricerca-azione, risulta utile per il coinvolgimento degli insegnanti nell'ideare i percorsi sp
gise11

La SoMeLit, le realtà molteplici e l'importanza dell'educazione ai Social Media - 4 views

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    Il presente articolo, pubblicato su Sage Journals e scritto da Hyunyi Cho e altri collaboratori della Ohio State University, analizza come i modelli tradizionali della Media Literacy, sviluppati nell'era dei mass media, non siano in grado di cogliere nella totalità la complessità e la dinamica dei social media, e introduce la necessità di focalizzarsi su un nuovo framework concettuale, la SoMeLit (Social Media Literacy). Tra i punti chiavi della SoMeLit vi è il ruolo attivo dell'utente, che crea e plasma la propria esperienza sui Social Media attraverso le scelte di contenuti, la consapevolezza della molteplicità di realtà discrete che si vengono così a creare, tutte personalizzate per ogni utente, e l'importanza della diversità delle piattaforme. In SoMeLit, dunque, il sé e i suoi valori e le sue scelte sui SM agiscono in una relazione di causa ed effetto reciproca per costruire la propria realtà. Questo aspetto sottolinea l'importanza di un'educazione mediatica concentrata sui SM, volta ad aiutare l'utente a sviluppare un pensiero critico rispetto alle informazioni ricevute. È necessario dunque sostenere lo sviluppo di ambienti online più sicuri e informativi, creare programmi educativi per gli utenti e sviluppare nuovi metodi di ricerca.
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