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antonio-daniele

Una legge per portare a scuola l'educazione all'uso dei social media? Parliamone - 19 views

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    Nel PSICOLOGICAL REPORTS possiamo trovare una ricerca condotta da Caci B, Cardaci M, Tabacchi ME, Scrima F. intitolato 'Variabili di personalità come predittori di utilizzo di Facebook.'dove si indaga il ruolo dei fattori di personalità come predittori di utilizzo di Facebook. I dati relativi all' utilizzo di Facebook e dei fattori di personalità da 654 utenti di Facebook sono stati raccolti tramite un sondaggio web. Utilizzando l'analisi del percorso, i risultati hanno mostrato l'apertura come predittore di rapida adozione di Facebook, coscienziosità con uso parsimonioso, Estroversione con lunghe sessioni e le amicizie abbondanti, e Nevroticismo con elevata frequenza delle sedute.Il possibile ruolo di Piacevolezza nel predire bassa frequenza della sessione e le amicizie ha bisogno di una ulteriore convalida.
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    L'articolo tratta tratta "educazione e sviluppo nei social media" nel New Jersey proposto al senato nel 2014/2015. Ma l'educazione all'utilizzo dei nuovi media o social media è qualcosa che dovrebbe essere esteso pure nel sistema scolastico italiano. E' indirizzato agli studenti dagli 11 anni in poi e spiega l'utilizzo responsabile dei social media che diventano sempre più spesso trappole per pedo pornografia o altri utilizzi illeciti cyberbullismo ecc . L'uso consapevole dei social media è importante in quanto ormai la cultura digitale è sempre più diffusa e sicuramente non ci sono solo aspetti negativi ma gli aspetti positivi sono molto di più. Quale opportunità migliore di quella di trattare la materia come argomento di studio anche per rendere una scuola più moderna ed orientata al futuro e non radicata a programmi ormai obsoleti e superati . A.Daniele
minabertele

Facebook: emotività, atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti - 4 views

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    Interessante studio sugli adolescenti e l'uso dei Social Network dal quale emerge che il modo in cui un adolescente sceglie di presentarsi su una piattaforma come Facebook dipende da tante variabili personali, come il suo livello di narcisismo o la sua personalità. In tale studio sono indagati gli aspetti e i costrutti che gravitano intorno alle emozioni e ai comportamenti più frequenti di una determinata popolazione di utenti in relazione all'uso dei Social Network.
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    Facebook è il social network più utilizzato dagli adolescenti e dai giovani; a tal proposito negli ultimi anni sono state condotte diverse ricerche da numerosi studiosi per comprendere le emozioni, gli atteggiamenti, comportamenti e modalità di apprendimento legati all'utilizzo di questo strumento. L'articolo presenta una sintesi di quanto rilevato dalle numerose ricerche, le evidenze più importanti sono focalizzate sostanzialmente sulle motivazioni che spingono i giovani all'utilizzo del social network ovvero il bisogno di appartenenza riconducibile al bisogno di accettazione e di supporto da parte dei pari e all'autopresentazione attraverso la quale vengono comunicati interessi e preferenze. Gli studi hanno inoltre evidenziato la correlazione positiva tra il modello di personalità del Big Five e le modalità di interazione utilizzate
robertomedia

Come i Social Media riflettono e amplificano il Narcisismo - 5 views

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    Un team di ricercatori della University of Michighan nel 2013 ha studiato la relazione tra narcisismo e tempo dedicato all'utilizzo dei social media, in modo particolare Facebook e Twitter, reclutando studenti universitari ed un gruppo di adulti, quest'ultimi presi tramite sondaggio on line su Internet. Da tale ricerca incrociata si evince che studenti e adulti utilizzano i social media in modo diverso per aumentare il loro ego e controllare la loro immagine sociale. Si riscontra una differenza anche nel mezzo utilizzato da parte dei due gruppi di controllo. Tra i narcisiti adulti si osserva un utilizzo maggiore di Facebook per curare la propria immagine ed ottenere approvazione, come specchio della propria personalità. Mentre nel gruppo dei narcisisti universitari si riscontra una maggiore frequenza di scelta di Twitter, utilizzato come megafono della propria personalità, che permette di amplificare l'importanza delle proprie opinioni espresse su qualsiasi tema di interesse. Purtroppo la ricerca non porta a determinare bene una direzione di casualità, cioè non sappiamo se il narcisismo porti ad uno maggiore utilizzo dei social media o se sia proprio l'uso dei social media a favorire il narcisismo.
morbella

Dipendenza da videogames - SIIPAC - 5 views

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    I videogames possono diventare dipendenza, quando il cervello è continuamente sottoposto a stimoli positivi. Fino all'isolamento sociale inteso come fuga dalle responsabilità.
griecomgrazia

Problem solving | Dalla Scuola - Repubblica@SCUOLA - Il giornale web con gli studenti - 3 views

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    Questo articolo pubblicato su "La Repubblica@scuola-Il giornale web con gli studenti" è stato inviato dagli studenti in prima persona del liceo classico "Diodato Borrelli" di Crotone. Il contributo mette in luce la reale situazione che si viene a creare nelle classi ogni volta che un lavoro di gruppo viene assegnato dai docenti. Delle statistiche hanno dimostrato come anche i lavori di gruppo risultano essere poco efficaci per alcuni studenti. Infatti quelli meno interessati tendono a portare a termine il lavoro senza aver appreso niente. L'unico metodo efficace per facilitare il lavoro di squadra è il cosiddetto "Problem Solving", una strategia di collaborazione tra gli studenti, costituito da una metodologia innovativa basata sulla divisione in gruppi. Ogni membro del gruppo riceve dei compiti chiari e definiti da portare a termine, in modo tale che tutti siano impegnati in egual misura e abbiano un lavoro specifico da concludere. Questa metodologia aiuta a far emergere il carattere di ogni studente, portando, i più sicuri di sé, a prevalere come leader. La partecipazione attiva di tutti i componenti contribuisce all'affermazione dell'IO di ogni singolo alunno, a facilitare l'apprendimento ed è , inoltre, finalizzata ad incentivare le relazioni fra i membri della classe e a stabilirne rapporti basati essenzialmente sulla fiducia reciproca e sul bisogno di amare ed essere amati. Il vero scopo del lavoro di gruppo è riuscire a far emergere la personalità dei singoli individui, di aiutarli ad essere collaborativi al fine di portare a termine un lavoro e di responsabilizzare anche i più timidi che dovranno preoccuparsi di fare del loro meglio affinché si arrivi ad un risultato valido. Spesso però tale scopo viene intralciato da alcuni problemi che potrebbero insorgere, come ,ad esempio, riuscire ad accordare i vari punti di vista dei partecipanti.
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    Un metodo per incoraggiare relazioni positive è costituito dalla creazione delle mappe concettuali, utile strumento di apprendimento significativo. Tali mappe incentivano tutti a proporre nuove idee, a comporre vari lavori i quali, infine, dovranno dare vita ad un unico e solo lavoro di gruppo. Riuscire in quest'impresa è un traguardo significativo soprattutto nei giorni nostri, dove la collaborazione tra gli studenti è annullata dalla diffusione dei social network che inducono ad una vita passiva e in piena solitudine. Inoltre, anche la tecnologia, che è considerata da molti come uno strumento di facilitazione, risulta essere un intralcio notevole all'efficace cooperazione dei membri del gruppo sempre più alienati e vincolati da questa, ormai, dipendenza.
jessicabottarini

Videogiochi: spunti teorici e aspetti posivi - 4 views

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    L'attività ludica include aspetti psicologici, educativi e sociali di fondamentale importanza, poiché stimola la formazione della personalità, l'apprendimento di regole e l'integrazione sociale. Oggi il gioco è, sempre più spesso, costituito dal "videogioco" in grado di rispondere al "bisogno ludico" sia negli adulti che nei bambini e nei ragazzi. "Il gioco, attività naturale e fondamentale per i bambini, svolge delle funzioni insostituibili anche in età adulta in cui trova delle modalità di manifestazione e degli spazi diversi, rivelandosi come un'esigenza ed una capacità intrinseca all'essere umano in tutto l'arco della vita" (Singer D.G., Singer I.L., 1995). Il gioco è fortemente alimentato dal bisogno di movimento e di esplorazione presente nell'infanzia, che trova soddisfazione nei caratteristici "giochi sensomotori", ossia quei giochi che J. Piaget definiva anche "giochi-esercizio" in grado di favorire l'apprendimento e perfezionamento di gesti, movimenti, schemi motori e altri tipi di conoscenze relative al mondo. In seguito, dietro la spinta dell'impulso creativo, compare il "gioco simbolico", "giochi di ruolo" e "giochi con regole" importantissimi strumenti per sviluppare e perfezionare le abilità sociali. Il "bisogno di giocare" permane nell'adulto manifestandosi con modalità e in misure diverse e trasformando le possibilità simboliche in attività creative di scrittura, sportive, musicali, artistiche e rispondendo alla voglia di confrontarsi e di mettersi alla prova sospendendo le conseguenze delle azioni, attraverso la cosiddetta "funzione di moratoria del gioco" (Bruner J. e al., 1981). Il videogioco possiede potenzialmente anche degli effetti positivi che possono essere: 1)stimolo ad alcune abilità manuali e di percezione. 2) sostiene le forme induttive di pensiero. 3) aiuta a gestire gli obiettivi, individuando dei sotto-obiettivi. 4) autocontrollo e della gestione delle emozioni. 5)
maddamadda

Informatica: il nuovo latino che tutti amano - 2 views

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    Articolo scritto da E. Nardelli, pubblicato anche su anche su Ilfattoquotidiano.it e disponibile al seguente link : https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/21/informatica-il-nuovo-latino-che-tutti-amano/2827755/ Nardelli , professore ordinario di Informatica presso l' Università di Roma "Tor Vergata" , in questo articolo ribadisce con fermezza quanto diverse personalità del mondo scientifico e anche della politica affermano a proposito del pensiero computazionale. Esso consisterebbe in una lingua e in quanto tale , esattamente come una qualsiasi altra lingua, permette di comprendere il mondo intorno a noi e la sua complessità . Il pensiero computazionale dunque enfatizza gli aspetti culturali dell'informatica, indipendentemente dalla tecnologia digitale in cui essa si manifesta. La programmazione equivale allora all' alfabetizzazione di base dell'era digitale. Come ogni altra lingua può essere insegnata fin da subito anche perché da bambini si impara meglio e più velocemente. Secondo questa direzione sono nati molti programmi educativi , soprattutto nei paesi anglofoni, ma anche in Italia se ne è sviluppato qualcuno. Fra questi il progetto "Programma il Futuro" attuato dal CINI, per conto del MIUR, per sperimentare l'introduzione strutturale nelle scuole dei concetti di base dell'informatica e quindi del pensiero computazionale, progetto di cui il Prof. Nardelli è coordinatore.
mcristinafedeli

La psicologia degli haters - QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online... - 2 views

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    L'articolo è tratto dal magazine online "QI - Questioni e idee in psicologia", progetto di Hogrefe Editore. Gli autori sono Anna Flavia Di Natale e Stefano Triberti. Entrambi psicologi e ricercatori presso l'Università Cattolica di Milano, essi si dedicano allo studio degli effetti prodotti dalle nuove tecnologie sul comportamento e sulla mente umani, inoltre, si interessano all'uso delle tecnologie digitali per la promozione della salute e del benessere. L'articolo descrive brevemente la "psicologia degli haters o troll", esseri anonimi che riversano la loro crudeltà nel mondo online, non per vessare una particolare vittima, come nel caso del cyberbullismo, ma al fine di generare disagio, confusione ed ottenere l'attenzione e le reazioni degli altri utenti (una possibile arma verso gli haters parrebbe "l'indifferenza"). Il loro comportamento negativo, aggressivo e antisociale colpisce prevalentemente alcuni mondi come quello delle donne, dei diversamente abili, degli omosessuali, dei migranti, degli ebrei. Vi sono condizioni particolari che caratterizzano "l'effetto disinibizione online", specificità legate al cyber spazio come l'essere invisibili ed anonimi, l'asincronia delle comunicazioni, sfuggire alle autorità (minimizzazione dell'autorità), la creazione di un proprio personaggio (immaginazione dissociativa). Secondo gli autori il problema degli haters sembrerebbe creare difficoltà unicamente nel mare del web senza oltrepassare i confini virtuali ed invadere la realtà relazionale. In ultima analisi, aggiungo che l'individuo è un crogiolo di pregi e limiti. Oltre ad altre peculiarità, l'odio, l'aggressività, la crudeltà sono fattori specie-specifici. Il mondo online è solo un ambiente parallelo che permette di riversare le nostre particolarità sia in senso positivo che negativo.
jgrossi108

Adolescenza Riflessa - Approfondimento psicologico - iEducation - Specchio del web - 4 views

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    AUTORE: Dott.ssa Psicoanalista Irene Ruggiero, scrive questo articolo, pubblicato sul Sito ufficiale della Società Italiana di Psicoanalisi, affrontando il tema dei Social Network e della Rete in Adolescenza. COMMENTO: L'articolo parte con una premessa, nella quale l'Autrice descrive la Rete come uno strumento formidabile per condividere informazioni e diversi punti di vista anche se, in alcuni casi, potrebbe comportare dei rischi negli Adolescenti che sono più fragili. Per comprendere alcuni degli aspetti fondamentali che potrebbero portare i ragazzi ad usare la Rete in modo non sano, parte dal concetto del "narcisismo sano", che dovrebbe essere presente per creare una buona base di personalità e per godere di una solida fiducia in se stessi e di una buona autostima. La Psicoanalista parte dai primi momenti di vita del bambino, poiché in questi anni è fondamentale avere un buon rispecchiamento nella madre o nel caregiver, per costruire il proprio senso di sé, riproponendo che se questo rispecchiamento materno non dovesse funzionare in modo corretto, e dovesse essere carente o assente, nella crescita si potrebbe avvertire un sentimento di vuoto incolmabile che potrebbe sfociare in quelle che sono le dipendenze patologiche. Allo stesso modo la Dott.ssa Ruggiero sottolinea l'importanza del gruppo dei pari in Adolescenza, nel quale avviene ugualmente il rispecchiamento che contribuirà a costruire il proprio Sé. Ecco che partendo da questa cornice teorica, l'Autrice si collega all'utilizzo della Rete, come strumento anch'esso di rispecchiamento, definendola né positiva né negativa. Ella spiega come da una parte sia molto importante per condividere abitudini, stili di vita, impressioni, sensazioni.. rafforzando la propria identità ed il senso di appartenenza ad un gruppo; mentre dall'altra l'uso della Rete potrebbe essere anche usata in modo negativo quando anziché aiutare nella crescita personale, diventa uno strumento per rinchiudersi in se stes
taniaantonelli89

Social network: motivazioni sottostanti il loro utilizzo - Psicologia Digitale - 3 views

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    "Cosa ci piace così tanto dei social network - Psicologia Digitale Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2021/11/social-network-motivazioni-uso/ "
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    Ad oggi più di 4 miliardi di persone sono attive su piattaforme social. Ci si è chiesti il perchè di questo utilizzo e inizialmente si pensava che fosse legato alla voglia di rientrare in contatto con vecchie conoscenze e per trovare possibili partner ma questo non è bastato perchè oggi si conividono musica, opinioni, interessi... Le prime ricerche ci suggersicono che l'uso è legato a bisogni primari, come quello di appartenenza; di recente sono state trovate correlazioni tra tratti di personalità e l'utilizzo che si fa dei social; le neuroscienze hanno cercato di capire quali strutture e processi neuronali sono implicati negli stimoli dei social, ad esempio il like è associato al circuito neurale delle ricompense. Il rapporto tra noi e i social network non è a senso unico: dipende dalle nostre caratteristiche e dalle digital affordance, cioè tutte le cose che si possono potenzialmente fare grazie alla tecnologia, nell' ambito dei social condividere, commentare... Le affordance 'funzionano' con le persone perchè soddisfano dei bisogni come quello di autonomia, competenza e identità.
denisedesio

iGeneration: l'impatto delle nuove tecnologie su bambini e adolescenti - 9 views

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    Sebbene siano noti gli aspetti positivi della tecnologia digitale e le loro trasformazioni in particolare sulla Generazione Z; bisognerebbe insegnarla maggiormente nelle scuole alle nuove generazioni per diminuire il rischio degli effetti negativi che tali strumenti possono apportare e per ottimizzare il loro utilizzo. Giovani sempre più multitasking, problem solver, creatori attivi della loro conoscenza tramite procedimenti non lineari, veloci e rapidi che vivono internet e non semplicemente ci navigano; rischiano, a causa anche della non conoscenza approfondita degli stessi item, di sperimentare fenomeni di apatia, di mancanza di attenzione profonda ( "in internet si tende a passare da un rubinetto di informazioni all'altro ") di analfabetismo emotivo e di relazioni superficiali.
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    L'articolo è stato pubblicato il 5 aprile del 2017, dalla Dott.ssa Giulia Radice, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritta all'ordine degli psicologi della Lombardia dal 12/03/2015. Nell'esercizio della sua professione si occupa di ansia e panico, depressione, disturbi di personalità, trauma, lutti e separazioni, difficoltà relazionali e sociali. L'autrice nata tra il 1980 e 1990 si attribuisce l'appellativo di nativa digitale riproponendo in bibliografia l'articolo di Prensky "Digital Natives, Digital Immigrants" del 2001, dove egli identifica con questo termine gli individui che hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitale. All'interno dello studio, 1985 è la data che segna il passaggio cruciale dovuto alla diffusione di massa del computer, le persone nate prima di questa data che si sono poi approcciate al linguaggio digitale in una fase successiva sono definiti immigrati digitali da Prensky. L'autrice si interroga sul modo in cui le tecnologie digitali stanno trasformando le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre abilità cognitive e i nostri comportamenti, interrogativo che genera il titolo dell'articolo: "come le nuove tecnologie ci stanno cambiando: la iGeneration". L'autrice presenta inizialmente l' Igeneration o generazione z, gli iperconnessi di cui molto ha scritto la docente Twenge , psicologa alla San Diego University, autrice di saggi ed articoli sull'adolescenza dove ha proposto un'analisi accurata della iGeneration attraverso il confronto con le generazioni che l'anno preceduta (Baby boomers 1946-1964, Generazione X 1965-1979 e i Millenials 1980-1994) individuandone otto tendenze che la definiscono: immaturità, iperconnessione, incorporeità, instabilità, isolamento e disimpegno, incertezza e precarietà e inclusività. Degli articoli e dei saggi della Dott.ssa Twenge non vi è traccia in bibliografia, così come di una parte della posizione di Cesare Rivoltella, che
lagana

A scoping review of personalized user experiences on social media: The interplay betwee... - 4 views

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    Questo studio di Ragnhild Eg, Özlem Demirkol Tønnesen, Merete Kolberg Tennfjord, rappresenta una revisione attenta della letteratura per comprendere come la personalizzazione dei social media influisca sugli utenti, sulle le loro esperienze, sui fattori umani e i processi decisionali automatici. In particolare, gli autori si sono concentrati sulle modalità con cui gli algoritmi utilizzano i dati dell'utente per poi fornire contenuti personalizzati che di conseguenza influenzano la percezione che gli utenti hanno dei contenuti efficaci e rilevanti. Sono stati, inoltre, esaminati fattori umani come la personalità, l'eta e il sesso degli utenti in relazione alla percezione della suddetta personalizzazione. I risultati della ricerca, evidenziano la necessità di una maggiore comprensione e attenzione all'interazione tra gli algoritmi e i fattori umani nella personalizzazione delle esperienze dell'utente sui social media, relazione ancora oggi poco compresa che necessita quindi di approfondimento al fine di migliorare la comprensione delle possibili implicazioni per la privacy, la sicurezza e il benessere dell'utente. Inoltre, gli autori sottolineano l'importanza di considerare le sfide etiche e di privacy legate alla personalizzazione delle esperienze utente e di promuovere una maggiore consapevolezza e controllo da parte degli utenti stessi sui dati personali.
jessicaazzalini

In che modo le relazioni sentimentali influiscono sul nostro uso dei Social Media? - St... - 1 views

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    L'articolo descrive una ricerca condotta da L. Fejes Vékássy, A. Ujhelyi, e L. Faragó nell'università dell'Ungheria, con l'obiettivo di valutare in che modo lo stato della relazione sentimentale influisca nell'uso quotidiano dei Social Media, in particolare di Instagram. Oggi è molto frequente, sia negli influencer più affermati sia nei comuni users osservare e condividere su Instagram, mediante post o storie le relazioni sentimentali. Lo studio descritto nell'articolo spiega in che modo le persone, raggruppate in base alla scala di gelosia e di soddisfazione del rapporto utilizzano gli spazi online. Si è dimostrato che spesso le persone per attirare l'attenzione di una persona in particolare tra i follower, sono molto attivi, pubblicando molte foto di loro stessi aspettando di ricevere like o messaggi. Nella maggior parte delle relazioni in fase iniziale non si sente l'esigenza di condividere l'altro sui Social Media poiché ci si concentra sull'attenzione all'altro e sulla fase di innamoramento. Dopo alcuni mesi, quando la relazione è in una "fase di stabilità" le coppie si comportano diversamente in base alla personalità ed al carattere degli interessati: generalmente coloro che sono più insicuri ed insoddisfatti del rapporto tendono a pubblicare di più perché necessitano approvazione sociale e attenzioni dall'esterno. Più frequente è l'uso dei social dopo la rottura: dal campione di soggetti studiati si evince che le persone coinvolte pubblicano più selfie e immagini di loro stessi oppure immortalano più attività che svolgono per comunicare indirettamente con l'ex. L'articolo qui citato descrive quindi i comportamenti generalizzati dei soggetti nelle loro relazioni sentimentali, mettendo in luce che il nostro Sé Reale, ovvero come ci sentiamo all'interno della relazione influenza ilSé Sociale, promuovendone o riducendone l'attività su uno tra i Social Media più utilizzati oggi, Instagram.
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