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morbella

Dipendenza da videogames - SIIPAC - 5 views

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    I videogames possono diventare dipendenza, quando il cervello è continuamente sottoposto a stimoli positivi. Fino all'isolamento sociale inteso come fuga dalle responsabilità.
paolabagnasco

STUDIO YALE UNIVERSITY SULLA REALE CONOSCENZA DERIVANTE DA GOOGLE - 3 views

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    Ritengo molto utile questo articolo pubblicato su La Stampa di Torino relativamente a uno studio effettuato da alcuni ricercatori della Yale University sui reali benefici dell'"iperconnettività" derivante dalla possibilità di utilizzare Google in ogni momento al fine di effettuare qualsivoglia ricerca sui più disperati argomenti. Secondo questi studiosi la "vera sapienza" non è quella derivante dall'utilizzo immediato e subitaneo dei motori di ricerca bensì quella stratificata e solidificata derivante dalla lettura approfondita di testi e dalle conoscenze scolastiche e non costruitesi durante tutto il corso della vita. Non esprimo pareri in merito all'articolo ma ritengo utile l'approfondimento in quanto prospetta una visione "diversa" e pone un logico dubbio sull'"abuso" del "sapere mediatico". Interessante punto di vista studiato da una fonte di tutto rispetto (Yale University) e riportato da una testata giornalistica di importanza e diffusione nazionale.
desolina71

Social Media e Schermo Cambiano il Cervello? - 10 views

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    Grazie Desi della condivisione di questo articolo. Trovo molto interessante che stiano cercando di definire un documento interdisciplinare con le opinioni di esperti in diverse discipline
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    La scelta dell'articolo nasce da uno spunto di riflessione legato alla mia esperienza lavorativa come docente, tra i banchi di scuola ho potuto vedere l'evoluzione e il condizionamento che i media e successivamente i social media hanno avuto negli alunni i quali nel corso del tempo hanno manifestato problematiche soprattutto relative all'aspetto sociale, cognitivo ed emotivo e non ultimo attentivo, in parte ciò dagli studi scientifici viene attribuito anche all'uso, ma oserei dire talvolta mal uso e abuso dei mezzi digitali. Da decenni schermi televisivi, social media, era digitale influenzano l'interpretazione umana, la percezione, l'attribuzione di significati, ma negli ultimi anni in maniera ancora più massiccia e pressante. È curioso il dato emerso nell'articolo "Social media e schermo cambiano il cervello?" a cura Derrick de Kerckhove e altri studiosi dei media digitali. In tanti sottolineano il fatto che da più parti si lamenta la ridotta capacità di attenzione e l'influenza nei processi di memoria da parte nei giovani che utilizzano in maniera eccessiva dell'informazione digitale, ciò è sentito anche e soprattutto negli ambienti educativi, essendo l'attenzione un'abilità indispensabile per l'apprendimento ciò preoccupa non poco gli educatori. Dall'incontro a Roma fra i più grandi studiosi della scienza dei media emerge il bisogno di educare sempre più consapevolmente le persone all'uso dei media attraverso un lavoro di regole d'uso e di corretta informazione.
paolabagnasco

© PSYCHOMEDIA - Marco Longo - Abuso e Dipendenza da Internet e dai Nuovi Media - 4 views

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    di Marco Longo Medico Specialista in Psicologia Clinica, Psicoanalista SPI (IPA), Gruppoanalista IIPG e COIRAG (IAGP), Fondatore e Direttore di Psychomedia.it (Testata Online Registrata nel 1996), Fondatore e Segretario della SIPtech (Società Italiana di Psicotecnologie e Clinica dei Nuovi Media), Fondatore di Psychocity.it Fino agli anni '80, in "Epoca Predigitale", per la comunicazione si utilizzavano quasi esclusivamente (tranne rarissime eccezioni sperimentali, soprattutto di carattere militare) i classici Media Analogici: il Telefono e la Filodiffusione, la Radio e la Televisione, la City Band (CB) e per i radioamatori il VHF, ecc.
nicolebenini

Hikikomori e tecnologie digitali: educare, non privare | Hikikomori Italia | Associazi... - 2 views

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    Il post scritto il 19 settembre 2019 dallo psicologo Marco Crepaldi, presidente e fondatore dell'associazione Hikikomori Italia, si sofferma sulle relazioni esistenti tra il fenomeno sociale delle persone che attuano un ritiro sociale (noto come Hikikomori), e le tecnologie digitali mediatiche. In particolare l'autore motiva come sia inappropriato considerare la tecnologia digitale mediatica (internet, videogiochi, ecc.) e la dipendenza ad internet come cause dirette che portano all'isolamento della persona, in quanto negli anni e nei luoghi che per primi hanno visto l'insorgenza del fenomeno (Giappone, anni '80), i nuovi media digitali non si erano ancora diffusi in modo pervasivo. Argomenta invece come l'uso e abuso di questi ultimi possa esser considerato come: a) acceleratore della diffusione del fenomeno Hikikomori; b) sua possibile conseguenza. Nella conclusione, l'autore sostiene che un approccio terapeutico che mira ad una drastica eliminazione delle nuove tecnologie mediatiche, se può esser giustificato in situazioni di dipendenze estreme e nel breve termine, nel lungo termine non è opportuno. Più che promuoverne la rimozione, occorre infatti a suo avviso insegnare a padroneggiare tale universo per massimizzarne gli aspetti positivi e minimizzare quelli negativi. La posizione argomentata si collega al paradigma attuale di media education, che non demonizza più le tecnologie mediatiche, né ha il fine di proteggere le persone dai nuovi media, bensì di renderle maggiormente consapevoli, di formarle perché siano in grado di prendere autonomamente e coscientemente le proprie decisioni.
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    Per un inquadramento più specifico sul fenomeno Hikikomori, sintomi e diagnosi, possibili cause, possibili cure e considerazioni sul successo degli approcci descritti in letteratura, si suggerisce la lettura dell'intervista "Hikikomori. Sintomi, cause e trattamenti", effettuata ad un psichiatra e ad una psicologa e pubblicata sul sito: www.ospedalemarialuigia.it, il 30 luglio 2019.
foscaro

"Dipendenza da Internet e psicopatologia web-mediata" - 2 views

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    L'articolo, scritto da Federico Tonioni e Stefano Corvino (due rappresentanti dell'Unità di Dipendenza da Internet del Policlinico Gemelli, Roma), si presenta come una sorta di carta di identità dell'abuso di Internet, una forma di dipendenza tanto giovane quanto attiva nella popolazione mondiale, soprattutto tra gli adolescenti. Ciò che colpisce di questo articolo è la sua capacità, attraverso un'impostazione didattica e imparziale dei contenuti, di rendere il lettore consapevole e incline ad un atteggiamento critico nei confronti del problema avanzato. Internet viene rappresentato come uno strumento rivoluzionario nei suoi effetti, in grado di inserire, con violenza, tutti i propri fruitori in una dimensione globale, estranea a gran parte dei vincoli reali (vedi spazio e tempo) e capace di accogliere qualsiasi soggetto che vi si interfacci. Quando, tuttavia, l'accoglienza si traduce in una sensazione di cura e quando Internet acquista tonalità e funzionalità esistenziali, l'uso diventa abuso, dipendenza che gratifica, appaga. Ecco che, quindi, i soggetti si dedicano totalmente a cercare, rinnovare il proprio senso di sé e l'autostima in e attraverso Internet, costruendo e moltiplicando, ad esempio, relazioni sociali virtuali o dando continuamente sfogo ad una fame istintuale che diventa sempre più vorace. Inoltre, così come sottolinea questo articolo, "come ogni dipendenza patologica [...] media sempre angosce più profonde : l'oggetto di dipendenza patologica si prende cura del dipendente, pur con effetti collaterali a volte devastanti". E', pertanto, intuibile come Internet, in alcune situazioni, possa costituire apparentemente una soluzione attrattiva, facile, veloce ai propri bisogni (sani e non), mentre, concretamente può rappresentare la nicchia ecologica per eccellenza delle fragilità dell'uomo moderno, sempre più restio a fermarsi, interrogarsi, conoscersi, accettarsi e valorizzarsi.
jgrossi108

Dipendenza da gioco d'Azzardo - SIIPAC - 3 views

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    Sono particolarmente interessata a questo Articolo, relativo alla "Dipendenza del Gioco d'Azzardo Patologico", poiché nella Struttura dove lavoro ci occupiamo di Dipendenze, non solo correlate all'abuso di sostanze ma anche legate al Gambling. Come infatti viene descritto nell'articolo, il fatto di "giocare" apparentemente sembrerebbe innocuo, come il fatto di comprare un semplicissimo "Gratta & Vinci" oppure di rinchiudersi in una saletta buia in un Bar a schiacciare un tasto colorato di una VLT, ed il problema è che socialmente questo comportamento viene ben accettato. Il Dr. Guareschi, nel suo saggio "Giocati dal Gioco", differenzia i Giocatori Patologici in ben 6 categorie in base alla modalità che li spinge a giocare: da quelli che lo fanno per professione, mantenendosi attraverso di esso, a quelli che usano il gioco come "analgesico" per placare le ansie e sfuggire alle responsabilità, nonché alla realtà, e quindi in esso vi trovano un rifugio. Ecco, quindi, che le categorie dei Giocatori che hanno perso il controllo sulla loro attività di gioco d'Azzardo (Giocatori per Azione), ed i Giocatori per Fuga, sono quelli che più di tutti gli altri necessitano di un sostegno psicologico e psichiatrico, anche perché la loro quotidianità viene colmata da bugie, debiti e disperazione, arrivando persino a perdere affetti, lavoro e beni materiali. Il GAP viene riconosciuto dal Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, come un impulso irresistibile e incontrollabile, che può progredire in intensità ed urgenza, modellando i criteri diagnostici su quelli delle tossicodipendenze, includendo persino il termine di tolleranza ed astinenza. Anche per i fattori di rischio, si riconoscono tratti simili a quelli che portano all'uso/abuso di sostanze, come la depressione, la ricerca di sensazioni forti e l'impulsività. Oggigiorno si riscontra un'affluenza verso il gioco d'Azzardo già dalla giovane età, molto probabi
giannib71

Adolescenti - 2 views

Adolescenti Il mondo degli adolescenti e' sempre stato in movimento, cangiante ma negli ultimi anni con l'avvento delle nuove tecnologie questa accelerazione e' diventata ancora più dirompente. Il ...

started by giannib71 on 17 Mar 21 no follow-up yet
tugleairina

https://www.mdpi.com/1660-4601/15/11/2471 - 5 views

È stato condotto uno studio analitico e trasversale con 3212 partecipanti (46,3% maschi) provenienti da 22 scuole spagnole. Sono stati utilizzati strumenti di valutazione con adeguati standard di a...

media education ; cyberbullismo abuso di appuntamenti informatici; sexting; uso problematico di Internet

started by tugleairina on 20 Aug 23 no follow-up yet
tugleairina

Rischi di Internet: una panoramica della vittimizzazione nel cyberbullismo, abuso di ap... - 2 views

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    È stato condotto uno studio analitico e trasversale con 3212 partecipanti (46,3% maschi) provenienti da 22 scuole spagnole. Sono stati utilizzati strumenti di valutazione con adeguati standard di affidabilità e validità. Attraverso i media digitali, gli adolescenti costruiscono e co-costruiscono i loro ambienti, collegando i loro mondi online e offline. Il crescente possesso di smartphone, e il loro maggiore uso quotidiano, è la porta d'accesso a potenziali rischi che influenzano negativamente il benessere bio-psico-sociale, e questi possono avere esiti gravi. I ragazzi speso presentano problemi interiorizzanti ed esternalizzanti, perdita della qualità della vita. Il cyberbullismo è un atto violento intenzionale che viene eseguito ripetutamente, per un lungo periodo di tempo, attraverso l'uso delle nuove tecnologie, da una persona diretta contro un 'altra persona che ha difficoltà a difendersi. Il sexting si riferisce all'atto di inviare fotografie o video con un certo livello di contenuto sessuale, scattati o video registrati del protagonista, attraverso l'uso di media digitale. I risultati di questo studio suggeriscono l'esistenza di comorbilità tra i diversi rischi di Internet, con la vittimizzazione del cyberbullismo che è il rischio singolo più diffuso.
clara3110

Cyberbullismo e Cyberviolenza - 4 views

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    Il cyberbullismo rappresenta oggi uno dei maggiori rischi nel complesso rapporto fra gli adolescenti e la Rete, Lo ha affermato il Commissario Agcom Antonio Martusciello, intervenendo al convegno "Generazione Hashtag., sostenendo anche che il termine cyberbullismo è riduttivo e che cyberviolenza è calzante. I ragazzi usano la rete non solo per socializzare ma anche per esprimere aggressività, provocazione, sfida e competizione tra coetanei. Secondo la nuova Legge n.71/2017 per cyberbullismo si intende "…qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo". Il bullismo esiste da sempre, il cyberbullismo nasce con l'avvento della rete, anche se l'intento della rete non è questo, Internet nasce come metodo di comunicazione, per poter rimanere in contatto anche se lontani e per condividere emozioni, non per infliggere dolore agli altri.
lauracavazzini

Effetti dei social media sugli utenti: dal cyberbullismo all'utilità per scop... - 8 views

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    L'articolo evidenzia la relazione tra l'uso dei Socia Madia nelle nostre vite e come essi siano in grado di cambiare la nostra percezione del mondo in termini emotivi, che talvolta sfociano in patologie associate come ansia e depressione. Leggendo l'articolo ci si pone la domanda "fino a che punto questi spazi virtuali possono influenzare la nostra vita?" L'articolo continua soffermandosi sulle tesi di diversi ricercatori, in particolare il dottor B. Primack afferma : «I social sono spazi virtuali ma producono emozioni reali» dove gli utenti ne sono gli attori. La Royal Society descrive infatti come i Social siano in grado di condizionare la salute mentale degli utenti. Coloro che fanno un uso attivo dei social network hanno pertanto la tendenza a "filtrare " la propria vita , la quale pubblicamente appare sempre particolarmente positiva. Ci sono state diverse campagne che, negli anni, anno cercato di svestire i social di questa tendenza alla positivita' e perfezione, sottolineando il fatto che "la vita perfetta non esiste". Ma quali sono le conseguenze di questa ricerca della perfezione? Studi hanno evidenziato particolari atteggiamenti legati ad essa come : la propensione a paragonare la propria vita a quella degli altri contatti, una compromissione dell'autostima, con conseguente depressione , una correlazione tra le scarse ore di sonno e la compulsiva "fear of missing out" ovvero il bisogno di controllare il social per non perdersi qualcosa. Ma cosa spinge le persone ad affezionarsi al mondo dei social? Secondo il Professore M. Delgado, il soggetto ritrova nella notifica dello smartphone un sensi di gratificazione che comporta "riconoscimento sociale". Gli input dei social, detti "Like" potrebbero innescare delle dinamiche che favorirebbero il rilascio di dopamina un neurotrasmettitore complesso che risult
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    Ho trovato questo articolo molto interessante e di grande attualità. Il tema principale è relativo all'utilizzo dei media, con particolare focus sui social media. La ricchezza dell'articolo sta nel fatto di illustrare i rischi relativi all'uso, o per meglio dire, abuso, ma anche gli aspetti positivi che derivano dal loro utilizzo. Leggendo tra le righe, è così possibile comprendere l'immenso potenziale e ricchezza insita nei nuovi media, che se utilizzati in modo corretto, sono fonte di cultura e divertimento. Da qui, è naturale comprendere quanto sia importante l'insegnamento dei media, soprattutto a livello scolastico, andando ad istruire bambini e ragazzi, ovvero quelle categorie che ne sono più attratte. ma anche più esposte ai diversi rischi. E' importante che i giovani imparino a farsi domande e riflettere sui media di cui usufruiscono affinché ne abbiano una profonda comprensione.
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