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Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Molti modi per dire "Learning Object" - 0 views

  • Learning Object
  • l’interesse verso la tecnologia del RLO (Reusable Learning Object) o semplicemente LO (Learning Object).
  • possono essere riutilizzati in contesti diversi grazie al loro riassemblaggio di volta in volta nuovo a seconda delle esigenze e dell’obiettivo da perseguire
  • ...32 more annotations...
  • necessità di standardizzare
  • rendere riutilizzabile il materiale formativo
  • progettare percorsi formativi curriculari e individuali flessibili in base alle esigenze di un utente
  • aggregabili sulla base di nuove e diverse esigenze
  • una unità di contenuto autonoma sulla quale si basa il percorso di apprendimento; organizzando opportunamente sequenze di diversi LO si ottiene un percorso formativo “personalizzato”.
  • APPLE
  • Negli anni sono però proliferate numerose definizioni, non condivise da tutti
  • NETg, Inc
  • ASYMETRIX2:
  • IEEE
  • ARIADNE
  • NSF
  • autonome
  • SHEPARD
  • IDC
  • ALLIER
  • LO secondo LTSC
  • LO secondo il Wisconsin Online Resource Centre
  • Per Learning Object si intende quindi una risorsa, digitale o non-digitale, che può essere usata, ri-usata e consultata nell’ambito delle diverse fasi che caratterizzano una attività formativa
  • digital Learning Object restringe l’ambito ai documenti digitali
  • Esempi di digital Learning Objects sono slides, schemi di lezione, web pages, simulazioni, programmi di corsi, obiettivi formativi
  • per consentirne il recupero, l’aggiornamento e il riuso in contesti differenti, sia per incrementare l’efficacia delle metodologie di progettazione e di produzione
  • problema della descrizione degli stessi
  • Non si è ancora giunti a una vera e propria standardizzazione della lunghezza, o grandezza
  • né il modo in cui dovrebbero essere costruiti
  • L’uso dei LO dovrebbe essere inserito all’interno di una strategia didattica
  • ripensare la teoria dei learning object da un paradigma atomistico ad uno “gestaltico
  • Dove applicabile, i LOM possono includere proprietà pedagogiche, come lo stile di insegnamento o di interazione, il livello di apprendimento, il livello e i prerequisiti
  • trasmissivo vs costruttivista.
  • riusabilità
  • Il futuro dei learning object non è nella loro estrema atomizzazione, ma nelle modalità in cui è possibile mantenere al tempo stesso, la granularità e l’autosussistenza, con l’orientamento alla totalità.
  • il valore didattico di un qualunque oggetto dipende non solo dal suo contenuto ma anche, e soprattutto, da contesto in cui viene utilizzato
  •  
    articolo definitorio e di riflessione sui Learning Object
Elisa Contigiani

Interactive storytelling: una strategia didattica per il learning object - 0 views

  •  
    Di Vanessa Cecconi -L'articolo presenta un approfondimento sul tema dell'interactive storytelling e, attraverso lo sviluppo di un piccolo progetto, dimostra come tale disciplina possa risultare una valida strategia didattica per la progettazione dei LO (CO).
Elisa Contigiani

Il giusto tool per lo sviluppo dei learning object - 0 views

  •  
    Di Gianvito Cavallo - Articolo in cui sono presentati i risultati dei test effettuati su alcuni tool per lo svolgimento di attività e-learning. Punti di forza e i punti deboli di ognuno.
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Web 2.0 e formazione: folksonomia e apprendimento co... - 3 views

  • Web 2.0 e formazione: folksonomia e apprendimento condiviso
  • formazione attraverso la rete rappresenta una strategia efficace per aspetti che spaziano dal versante economico, al logistico, al personale
  • Lifelong Learning
  • ...31 more annotations...
  • Lifelong Learning
  • La diffusione delle teorie di apprendimento collaborativo in ambito formativo, rivolto perciò all’utente adulto, abbinate alle tecnologie di comunicazione, hanno avuto come esito la progettazione di un apprendimento collaborativo assistito dal computer (Collis, 1994).
  • L’utente, divenuto nel tempo il gestore di complesse interazioni uomo-macchina-uomo, interagisce con un “virtuale” che sempre più assume la veste di una comunità che apprende insieme, collaborando e condividendo la costruzione di una conoscenza che è sempre più una questione sociale
  • Per quanto riguarda il multimedia, bisogna garantire l’accesso alle informazioni in un formato e ad un livello di difficoltà adeguato al gruppo destinatario (Lowjck, 2000)
  • fare formazione oggi, è divenuto imperativo:costituisce la risposta al pressante bisogno di efficienza ed efficacia tali per cui gli standard di prodotto risultino competitivi nel mercato, di qualunque natura esso sia
  • E’ allora possibile pensare al web 2.0 come ad un alleato per la formazione?
  • valenza del web 2.0 e dei tools che lo caratterizzano perché, che lo si condivida o meno, sta riscuotendo un successo planetario
  • Chiunque può comunicare, socializzare, chiedere, ricevere, basta accedere e si possono utilizzare tantissimi servizi in un unico profilo: la scelta è individuale.
  • social network
  • Il web sta evolvendo in misura espositiva verso modelli che fanno del singolo utente il gestore del processo di ricerca ed analisi, nonché di divulgazione delle informazioni e la formazione professionale non può ignorare l’applicabilità dei tools che lo caratterizzano, ai fini formativi. Serve analizzare le singole variabili, porle in relazione e verificarne la validità e funzionalità nei percorsi online.
  • dobbiamo inglobare anche le variabili d’uso dello spazio di interazione ai fini di una gestione del sapere che si strutturi e conformi a personali ed individuali modalità di classificazione e valutazione degli apprendimenti costruiti e condivisi
  • La scelta di associare a questo o quest’altro bookmark all’etichetta che denomina il messaggio riflette quindi processi di mediazione e riconoscimento di significato, nonché informazioni sul linguaggio informale veicolato. E’ un processo di selezione delle informazioni molto interessante: permette di individuare i costrutti usati dal singolo, di ricercarne coerenza all’interno dei bookmark creati e di tracciare un profilo del tipo di intelligenza usata e dei bisogni. In un contesto di formazione dare modo agli utenti di intervenire sul flusso comunicativo in una forma per così dire, riservata, è una intelligente opportunità per far marciare il processo su binari distinti ma integrabili.
  • Web e folksonomie
  • Parlare di formazione e web 2.0 rimanda perciò a due caratteristiche fondamentali: utenti adulti e contesti virtuali di interazione, dove coesistono sia LMS e LMSC in continua evoluzione che tools per la personalizzazione del processo di apprendimento e formazione in atto.
  • Naturale conseguenza a ciò, in un’epoca in cui le ICT sono strumento di lavoro diffuso massivamente, pensare alla formazione online diventa una strategia appetibile
  • ovvio che il fruitore del processo si pone in posizione centrale rispetto l’ambiente di apprendimento che gli ruota intorno e del quale egli usa solo ciò che gli è utile.
  • L’integrazione di tali ambienti virtuali di apprendimento, che per loro progettazione e struttura sono standardizzati, con i tools derivati dal web 2.0 rappresenta un tentativo di rendere sempre più integrato il processo di formazione, in modo che ci si orienti verso il Networked Collaborative Learning ( Findley, 1988).
  • L’interazione uomo computer evolve in interazione tecnico sociale
  • All’utente viene richiesta abilità interpretativa per ottimizzare la sua relazione uomo macchina e ancora una volta essa non è attività individuale ma sociale: lo scopo comunicativo è rendere comprensibile agli altri il mio pensiero e per farlo, posso integrare la comunicazione scritta con molti altri strumenti. Servono tecnologie usabili ed interpretabili
  • “il contesto sociale è essenzialmente il sistema simbolico di una certa cultura continuamente alterato dall’intervento pratico umano, e non è riducibile alle relazioni interpersonali, intese come ambiente puramente fisico in cui avviene uno scambio di informazioni; gli esseri umani si scambiano significati e non pezzetti di info, si scambiano interpretazioni delle situazioni in cui sono coinvolti, e l’elemento chiave di disambiguazione dei messaggi è il riferimento a un contesto significativo comune.”
  • l’inserimento di particolari tools in contesti per la formazione online, quali le piattaforme (LMSC), può dar vita a forme di feedback indiretto, ma altrettanto utile sia ai fini di promozione delle interazioni efficaci, che di creazione di linguaggi condivisi. Faccio riferimento ai bookmark ed ai tag.
  • Bookmark: personalizzare per tracciare all’interno del gruppo, il proprio sapere
  • soprattutto dal punto di vista di condivisione di esperienze e saperi, testati, provati sul campo e ritenuti validi
  • bookmark associata non a siti ma a post, con la creazione di cartelle implementabili a piacere, ricche di materiale autentico ricavato dal forum e selezionato dal singolo utente permetta in real time, durante la partecipazione a corsi di formazione in rete che prevedono l’uso del forum, di adattare il percorso via via che si snoda secondo personali esigenze.
  • capire se la formazione online possa trarre vantaggio dalla folksonomia e perché.
  • Tagging: libero o semantico?
  • la possibilità di segnalare ciò che è ritenuto importante e di renderlo visibile al gruppo, oltre che a sé stesso.
  • dal tagging
  • L’idea è di dotare i forum didattici di duplice modalità di tagging: libera e semantica, l’una gestita dal gruppo che interagisce durante il processo di formazione, l’altra strutturata su categoria ontologica, gestita dal tutor
  • La visibilità attraverso le cloud e la scelta della terminologia di riferimento, può a mio avviso costituire un’ulteriore indice di condivisione della conoscenza da valutare ai fini di valutazione del flusso comunicativo (analisi qualitativa).
  • Concludendo, portare il web dentro la formazione è senza dubbio una strategia utile al singolo ed al gruppo; si dà la possibilità che il sapere trasli in soluzione di continuità tra il formale ed il non formale, attraverso l’informale ( Cross, 2006) creando banche dati strutturate su terminologie generate dalla pratica e funzionali quanto gli script, in accezione anche di ergonomia cognitiva.
  •  
    Spunti di riflessione sulla necessità di inserire le tecnologie del web2.0 all'interno dei corsi di formazione, con particolare riferimento al tagging e alle folksonomies.
  •  
    Questo articolo è interessantissimo perchè parla proprio di ciò che sta facendo il nostro gruppo in questa II fase del II modulo del corso!!!
Elisa Contigiani

Learning Object - 2 views

  •  
    Di Francesco Leonetti - Una buona sintesi sulla definizione di Lo supportata anche da video.
Valentina Schiavi

Learning object - Wikipedia - 0 views

  •  
    Mi ha colpito la citazione di Wiley:"Un LO è ogni risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l'apprendimento.
Elisa Contigiani

Condividere risorse educative, esperienze e buone pratiche: un nuovo approccio ai Learn... - 0 views

  •  
    di Serena Alvino - Recenti linee di ricerca educativa estendono il concetto di LO a "qualsiasi risorsa digitale riusabile ai fini dell'apprendimento", sia esso individuale o collaborativo, a distanza o in presenza. In questa prospettiva, l'ampia gamma di risorse che possono essere condivise, reperite e riusate in altri contesti educativi (come tutoriali, web-quest, lesson plan, attività di case-study, giochi di ruolo, ecc.) costituisce per gli insegnanti un'importante strumento professionale e di formazione personale, ad oggi ancora spesso ignorato e ricco di potenzialità.
francesca tarulli

Il tutor online - 3 views

  • Nell'ambito della formazione a distanza il ruolo del tutor e' estremamente importante, oltre che peculiare. Spesso si tende, riduttivamente, a considerarlo una figura alternativa al docente tradizionale e a negare le sue peculiarita'.
  • Carl Rogers lo definisce un facilitatore dell'apprendimento
  • Il tutor come facilitatore, quindi, predispone il clima migliore per l'esperienza di gruppo e contribuisce a chiarire e a facilitare il conseguimento degli obiettivi educativi.
  • ...8 more annotations...
  • Egli fornisce il cosiddetto 'scaffolding', il sostegno tecnico e relazionale che favorisce l'apprendimento e stimola lo sviluppo delle potenzialita' individuali, dopo avere indotto il singolo a scoprirle
  • seconda della caratteristiche del corso e a seconda delle sue singole fasi, il ruolo del tutor puo' essere differente, cosi' come, di conseguenza, le competenze e le abilita' che gli vengono richieste per svolgere le sue mansioni.
  • tre diversi ruoli del tutor:
  • a) Il tutor-istruttore
  • b) Il tutor-facilitatore
  • c) Il tutor-moderatore/animatore
  • il rischio principale per il tutor e' l'overload, cioe' l'impossibilita' di gestire adeguatamente la classe virtuale
  • Il requisito fondamentale per poter essere un buon tutor e' avere seguito in prima persona uno o piu' corsi a distanza in qualita' di allievo.
  •  
    Interessante articolo che sintetizza in modo molto chiaro alcuni aspetti principali della figura del tutor on line
Elisa Contigiani

Metodologie di scàffolding per il blended learning - 4 views

  •  
    Un breve excursus della storia dello scaffolding e una riflessione sul nuovo approccio che dovrebbe avere in attività blended-learnig
  •  
    Anche per te Elisa lo stesso consiglio dato a Valentina: inserire il titolo dell'articolo (al posto del nome della rivista) e mettere nella descrizione il nome dell'autore.
Elisa Contigiani

Per una sintagmatica dei learning object: lo scenario - 1 views

  •  
    di Silvia Lauricella - L'obiettivo di questa ricerca è quello di verificare se esiste una "sintagmatica" per i learning object che utilizzano la strategia didattica del tutoriale.
Valentina Schiavi

Software Didattico Gratuito - 0 views

shared by Valentina Schiavi on 12 Feb 12 - No Cached
  •  
    Questo software lo utilizziamo all'interno del mio Circolo didattico e annualmente svolgiamo con la sig.ra Ivana Sacchi dei corsi di formazione.
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Gestire e organizzare la comunicazione online - 2 views

  • nuove e-community che ormai si sviluppano nel campo dell’istruzione richiedono una moderna, complessa e articolata literacy
  • technological literacy
  • information literacy
  • ...11 more annotations...
  • communication literacy
  • media literacy
  • la nostra attenzione sui fenomeni comunicativi
  • L’efficacia e il funzionamento di una comunità di apprendimento o di pratiche dipendono in gran parte dall’equilibrio tra il sistema sociale, che vi si sviluppa e che fa riferimento alla costituzione dei gruppi, ai flussi della comunicazione, alle dinamiche relazionali e al sistema tecnologico che viene utilizzato
  • Se da una parte non vi è più un luogo fisico, come nella comunicazione in presenza, nasce però un luogo che potremo definire virtuale e sociale, nel quale i soggetti protagonisti si incontrano e tessono relazioni
  • Le modalità di accesso con l’utilizzo combinato di alcuni ambienti così detti groupware avvicinano molto la CMC ad attività di collaborazione/cooperazione legate allo scambio di file e documenti, alla scrittura condivisa, all’elaborazione comune che fino a qualche tempo fa erano possibili solo in presenza.
  • necessità, da parte del tutor di rete che gestisce e organizza la comunicazione, di riuscire a monitorare ciò che accade, indagando sia gli aspetti più propriamente quantitativi che quelli più specificatamente qualitativi, al fine di orientare il gruppo verso una identità che permetta di favorire la piena collaborazione e cooperazione. Se per i primi sarà indispensabile conoscere la frequenza con cui gli appartenenti alla comunità si scambiano i messaggi, il numero dei messaggi per ciascun thread di discussione, lo scarto tra chi interviene di più e chi rimane ai margini, per gli aspetti qualitativi sarà fondamentale verificare la coerenza dei contenuti con il compito assegnato, distinguendo gli aspetti teorici, quelli tecnici, le richieste di aiuto e collaborazione, la capacità di innescare reazioni e discussioni [Calvani e Rotta, 2000].Sarebbe utile altresì riflettere sull’identità che si delinea all’interno del gruppo di
  • gruppi di aiuto reciproco centrati sulla discussione di argomenti specifici
  • gruppi aperti
  • gruppi di lavoro
  • sotto controllo alcuni dei disturbi più frequenti della comunicazione on line quali quelli del flaming (letteralmente esagerazione) che si manifesta quando qualcuno occupa tutto lo spazio della comunità; del pensiero deviante, quando ci si allontana dal compito assegnato o quando non vengono riconosciute le priorità; dell’utilizzo personale della rete per scopi personali o pubblicitari [Calvani e Rotta, 1999].
  •  
    Interessante riflessione sulla CMC e sul suo ingresso nell'ambito della formazione dei professionisti.
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Capire i problemi degli studenti a distanza: un ques... - 2 views

  • Capire i problemi degli studenti a distanza
  • straordinario impiego delle tecnologie telematiche
  • vantaggi immediati
  • ...28 more annotations...
  • economico
  • senza vincoli spaziali e temporali
  • corsi di laurea a distanza in Psicologia
  • Tra questi, l’organizzazione e la gestione autonoma del tempo e delle proprie attività formative da parte degli studenti, allo scopo di trovare il giusto ritmo per il processo generale di apprendimento, l’assenza del feedback immediato tra docente e studente, il controllo dello stress e l’ansia
  • La ricerca che abbiamo cominciato a svolgere
  • individuare i problemi che gli studenti incontrano durante questo tipo di formazione a distanza, analizzarli per proporre soluzioni adeguate
  • attuale, i corsi offerti fanno uso delle tecnologie telematiche solo come mezzo per superare i problemi di distanza e di tempo, e non per creare un nuovo ambiente formativo che favorisca l’apprendimento
  • studenti ricevono tutte le informazioni in formato elettronico su supporto CD-
  • acceso ad una biblioteca virtuale
  • La tecnologia telematica è usata specialmente per sostenere la comunicazione fra studenti e professori e fra studenti e tutori.
  • Non esiste, almeno dal punto di vista organizzativo, un sistema di facilitazione e moderazione della comunicazione tra studenti
  • tecnici specializzati e tutori, che hanno il compito di rispondere alle possibile domande degli studenti e di organizzare il lavoro e progetti da svolgere
  • esistono comunque problemi
  • L’obiettivo generale dello studio che si sta conducendo
  • Per esplorare la situazione attuale, abbiamo costruito un questionario
  • scala di tipo Likert
  • composto: quattro domande
  • riguardano l’aspetto emozionale, come lo stress o l’ansia per gli esami; tre domande fanno riferimento all’organizzazione del tempo e dell’attività formativa; tre domande riguardano la facilità di attribuire importanza alle informazioni presentate; due domande sono relative al feedback comunicativo con professori, tutori e colleghi; le ultime due domande sollecitano spunti sulla necessità di attuazione di cambiamenti nel sistema attuale di educazione a distanza
  • risultati preliminari confermano che soltanto alcuni studenti percepiscono come problematica l’organizzazione del tempo e della propria attività nell’assenza del feedback degli altri studenti, dei professori o dei tutori
  • livello emozionale, i problemi osservati sono minimi,
  • L’assenza dell’interazione e, per questo, del feedback, è un problema maggiore
  • segnalato problemi attinenti alle categorie così classifilicabili
  • 1. Interazione
  • 2. Materiali
  • 3. Gestione
  • 4. Tecnologia
  • 5. Fiducia –
  • Nell’immediato futuro ci proponiamo di terminare l’analisi della situazione attuale non solo tramite il questionario qui descritto, ma anche con l’aiuto di altri metodi come interviste e focus group
  •  
    Articolo che si interessa delle possibili problematiche connesse con l'utilizzo delle tecnologie della telematica riportando le osservazioni (ancora non conclusive) di una ricerca in fieri.
Valentina Iobbi

form@re » Blog Archive » Tecniche di simulazione nella formazione on line deg... - 1 views

  • Tecniche di simulazione nella formazione on line degli adulti
  • sempre più diffondendo anche in Italia esperienze on line nel mondo della formazione degli adulti (Calvani e Rotta, 2000
  • in Italia possiamo individuare un modello formativo nell’attività on line che si va progressivamente diffondendo
  • ...41 more annotations...
  • definibile come “costruttivista sociale” (
  • Esso è caratterizzato dal prendere in considerazione una zona di sviluppo prossimale multidirezionale (Vygotskij, 1978), in quanto gli allievi possono concorrere alla direzione che può assumere lo sviluppo delle conoscenze del gruppo di cui fanno parte, proponendo essi stessi dei problemi su cui lavorare. I moduli o le unità di lavoro sono spesso interdipendenti, nel senso che un certo modulo sviluppa un’abilità che viene poi riutilizzata nel modulo successivo.
  • struttura di ogni modulo
  • tecnologie impiegate comprendono i siti web e la posta elettronica
  • proposta
  • rielaborazione
  • riflessione
  • metacognitiva
  • materiale
  • Nel presente articolo ci proponiamo di analizzare come, nell’ambito del modello formativo on line di tipo costruttivista-sociale precedentemente delineato
  • dinamica della discussione che segue una serie di fasi
  • sia possibile utilizzare tecniche di simulazione tipiche della formazione degli adulti,
  • project work
  • project work
  • il project work
  • quali l’analisi di caso ed il project work
  • il project work
  • Le tecniche simulative e la formazione on line
  • richiede di tener presente il fatto che in questo medium tecnologico la comunicazione è fondamentalmente asincrona
  • webforum e le chat
  • webforum di consulenza
  • l’analisi di un caso
  • tempi più lunghi e modalità più complesse per la presa di decisione di gruppo
  • apertura di un filo, da parte del formatore
  • membri della comunità, di messaggi concatenati
  • di messaggi di risposta da parte del formatore,
  • membri della comunità contenenti strategie per affrontare il problema segnalato.
  • esempio
  • esempio
  • esempio
  • esempio
  • esempio
  • ) apertura di un filo, da parte del formatore
  • Per quanto riguarda il project work
  • sequenza di questo tipo:
  • di webforum di progettazione
  • l’avvio da parte dei membri della comunità di una serie di discussioni
  • Un esempio
  • richiede tuttavia un necessario ripensamento di tale tecniche che vanno coniugate con le caratteristiche del medium tecnologico
  • L’incontro qui appena accennato tra formazione on line e tecniche di simulazione per la formazione degli adulti lascia intuire scenari particolarmente interessanti
  • esperienze fin qui svolte in questo settore, iniziano ad essere analizzate mediante indagini descrittive, orientate ad identificare variabili rilevanti per studiare l’efficacia delle pratiche formative utilizzate.
  •  
    Riflessioni su struttura e sull'utilizzo di forum nei casi di e-learning con simulazioni e projectwork per l'apprendimeno on line. Due esempi concreti di sviluppo.
Anna Pollio

dott. Paula De Waal - 2 views

E-learning, parola difficile da definire, l'origine del termine risale agli anni 80 inserendosi nell'insieme di termini che descrivevano le possibilità d'utilizzo delle reti telematiche. Nasce quin...

started by Anna Pollio on 14 Feb 12 no follow-up yet
valentina prenna

Form@re - 0 views

  •  
    cosa sono i Learning Objects?
  •  
    Ciao Valentina, che ne dici di inserire il titolo dell'articolo pubblicato nella rivista Form@re? Nella descrizione, invece, potresti inserire un brevissimo abstract con il nome dell'autore
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