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Mannuzza Salvatore

Tagging: una questione di etichette - 12 views

  • homepage appunti al lavoro! scrivere per il web i quaderni del MdS riscritture link glossario litbits caro visitatore blog libri sala stampa home servizi professionali scrittura formazione scrivere per il web Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa. Non è un caso che Google abbia fatto la sua fortuna "semplicemente" realizzando un motore di ricerca che funzionava meglio dei concorrenti. Tuttavia, le informazioni sono in costante crescita, e i motori di ricerca tradizionali non sono abbastanza intelligenti da capirne il significato e poterle metterle in relazione tra loro. L'avvento del cosiddetto Web 2.0 – con i (tanti) contenuti generati dagli utenti nei blog, wiki, forum, social network – ha ulteriormente complicato la situazione. È in questo contesto che nascono i tag e il fenomeno del tagging: gli utenti di internet catalogano personalmente i singoli contenuti, applicando delle etichette (tag, in inglese) a siti, blog, post, video, foto, musiche. L'obiettivo è aggiungere alla rete quella intelligenza che un software ancora non può avere, dare un significato preciso ai contenuti e migliorare la ricerca delle informazioni. Questo articolo spiega cosa sono e come si utilizzano i tag.   Cosa sono i tag Un tag è un'etichetta (per esempio: jazz, amici, cucina e così via), che può essere applicata a un elemento, sia esso una pagina web o un file musicale. Può riguardare il genere, l'argomento, l'autore, e in generale qualsiasi parola chiave associata a quel contenuto. I tag servono per ritrovare facilmente i contenuti. I siti e le applicazioni permettono infatti di “cercare per tag” (per esempio "elenca i siti c
  • ossono essere applicati diversi tag allo stesso contenuto, in modo da rappresentarne tutti i suoi aspetti e significati.
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    Categorizzare e Taggare sono le attività basilari per far giungere le le informazioni ad un maggior numero di persone. "Categorizzare", suddividere le informazioni nelle categorie opportune e solitamente sono sezioni stabili; ad esempio se parlo di sport posso categorizzare le varie attività, calcio, golf, ecc. "Taggare" selezionare le parole chiave migliori che devo riconoscere come le più presenti nell'immaginario comune. Nel sito fatto da me per raccontare gli sport principali della mia citta: Http://persicetanacalcio.jimdo.com ho individuato e taggato alcune parole chiave, nomi di squadre, presidenti, categorie e in breve tempo ho portato il mio sito in cima alle ricerche di Google. In questo sito "il mestierediscrivere" ci sono tutte le informazioni sommarie utili a chi vuole scrivere sul web e raggiungere il maggior numero di persone.
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    Un articolo esaustivo e di facile comprensione che spiega cosa è il tagging e cosa sono i tag. Nella grande dispensa di internet è ormai indispensabile catalogare ed etichettare ogni prodotto per poterlo identificare facilmente.
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    L'articolo scritto da Alberto Falossi, consulente informatico, esperto di Web 2.0 e nuovi meda, già professore a contratto alla facoltà di Economia dell'Università di Pisa, è semplice ed efficacie. Poche righe che aiutano a comprendere il significato, l'utilizzo e l'importanza del TAG, di un costrutto, ma ancor prima di un concetto, applicabile ai settori più diversi (l'etichetta e l'etichettare o categorizzare). L'utilizzo dei TAG sta prendendo sempre più piede, facilitando le ricerche di quanti navigano in internet e nei social. E' uno strumento la cui diffusione garantirà visibilità maggiore ad argomenti e prodotti (di qualsiasi tipo) semplificando le prassi e riducendo i tempi di ricerca.
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    Trovo particolarmente utile la spiegazione dell'aspetto applicativo, "come scegliere i tag". Perché se è vero che quando scegli un tag è bene mettersi dalla parte dell'utente è anche utile il contrario: Capire come e perché chi condivide del materiale lo etichetta nella maniera più appropriata (dal suo punto di vista) aiuta a capire la funzione e l'importanza dei tag
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    Approfondimento molto interessante sul tema "TAG" aspetto molto importante per utilizzare al meglio le risorse offerte dalla rete.
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    Grazie mille del contributo , ho trovato molto pratico e per me molto interessante, argomenti (prima di questa materia) dei quali prima non sapevo quasi l'esistenza. Molto fruibile.
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    Grazie anch'io lo ritengo un utilissimo contributo anche perchè molto spesso abbiamo a disposizione degli strumenti che non sappiamo sfruttare al meglio anche per attività di uso quotidiano
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    Ottimo articolo,preciso e chiaro
Michele Capasso

FlipBoard - 3 views

In materia di Tag e Tagging volevo citarvi un Programma, a mio avviso fatto molto bene, che permette di ricercare attraverso Tag siti web di nostro interesse (ma anche canali su YouTube, Tweet, pag...

#Tagging

Donatella Fantozzi

Tagging: una questione di etichette - Mds - 10 views

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    Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa.
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    Nel mare delle informazioni, la catalogazione per argomenti, i TAG, sono il salvagente ideale per trovare quello che si sta cercando.
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    Il tag è vero viene usato per trovare quello che si sta cercando nel mare magnum di internet però può anche essere uno strumento che fornisce indicazione sull'opinione dell'utente.
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    Il tag è uno dei protagonisti principali del web 2.0. L'articolo del Prof. Falossi è molto chiaro ed interessante, e nel proporre degli esempi utilizza gli stessi siti citati dal Prof. De Kerckhove nelle videolezioni. Davvero utili sono i consigli dell'autore su come scegliere i tag giusti.
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    anch'io ho trovato questo articolo davvero utile per capire uno dei fenomeni più pervasivi e sfuggenti della rete : la possibilità di tutti di proporre un propria catalogazione e, nello stesso tempo, di renderne il criterio condivisibile agli altri utenti
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    Interessante senz'altro, anche se molti suoi suggerimenti non sono ben usati dagli utenti!
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    Quando le categorie sono numerose e le informazioni di un determinato argomento sono consistenti il tag è sicuramente lo strumento più utile per la gestione delle informazioni. I tag sono delle etichette che forniscono significato ai contenuti per la ricerca delle informazioni, basata su parole chiave per recuperarle più facilmente e relativamente ad un argomento preciso.
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    Dedicherei particolare attenzione al paragrafo consigli per il Tagging, così come esiste una netiquette per i forum, credo sarebbe opportuno che tutti gli utenti prima di taggare "selvaggiamente" si attenessero a quelle poche e semplici regole che determinano un tagging "responsabile" e rendono lo strumento efficace. Mi è capitato più volte in passato, in diverse situazioni, di trovare così tanti tag su un oggetto che alla fine i tag non determinavano più una corretta discriminazione dell'argomento ricercato ma semplicemente riproponevano sempre lo stesso oggetto per qualunque ricerca proposta, invalidando così la funzione del tag. In breve direi "Tagga responsabilmente!"
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    Il termine si fa risalire a Richard Saul Wurman che, in un suo saggio del 1996, parla per la prima volta di "information architects" Il problema di definire cosa sia l'architettura dell'informazione e a chi serva è ancora irrisolto, a più di 15 anni dalla sua prima formulazione. Possiamo fare rientrare sotto il termine architettura dell'informazione: 1.I sistemi di organizzazione, labeling, e gli schemi di navigazione di un sistema informativo 2.Lo schema che sta dietro uno spazio informativo per facilitare lo svolgimento deicompiti che si prefigge e che fornisce un accesso intuitivo ai contenuti 3.L'arte e la scienza di classificare e strutturare siti web e intranet per aiutare le persone a trovare e gestire le informazioni 4.Una disciplina emergente e una comunità di pratica volta a applicare i principi del design e dell' architettura nel contesto digitale Architettura dell'informazione è quindi un termine circoscritto che caratterizza una materia che richiede un approccio multidisciplinare che si situa alla convergenza di molti saperi e professionalità.
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    Credo che in futuro si debba regolamentare anche quei nuovi lavori scaturiti dalle nuove tecnologie. tutti i giorni continuo a sentir parlare di SEO ma di veri professionisti non ne sto incontrando, molti sono semplici programmatori che si sono convertiti.
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    Interessante articolo specialmente quando parla di Tag cloud: un nuovo codice di comunicazione. La dimensione delle parole dipende dalla frequenza del tag all'interno del sito: più il tag è grande, più contenuti ci sono con quel tag. A colpo d'occhio l'utente può avere un'idea degli argomenti più trattati. Ogni parola della nuvola di tag è un link, che visualizza la lista filtrata per quel tag. Grazie all'interfaccia intuitiva, gli architetti dell'informazione stanno sempre più ricorrendo alle tag cloud nella progettazione dei siti.
vdalmonte

QUELLO CHE INTERNET CI NASCONDE - 0 views

Quello che internet ci nasconde Eli Pariser, The Observer, Regno Unito Poche persone hanno notato il post apparso sul blog ufficiale di Google il 4 dicembre 2009. Non cercava di attirare l'attenzi...

#intelligence

started by vdalmonte on 21 Apr 19 no follow-up yet
De Rose Mario

Usabilità dei siti web - 2 views

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    Un concetto molto importante è quello dell'usabilitá dei siti web di come l'utente immagina di come dovrebbe essere quel sito web, quindi non è facile per gli inventori dei siti web arrivare a tali compromessi ma se si riesce quel sito avrà un buon successo perché soddisfa l'utente finale
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    Al giorno d'oggi non si può più prescindere dall'usabilità dei siti web perché in rete sono molte, se non troppe, le proposte che ci vengono offerte. Chi desidera fare centro e colpire i potenziali clienti con il suo sito deve renderlo necessariamente usabile. Statisticamente il 45% dei navigatori in rete non vanno oltre la visita superficiale del sito se non ne vengono subito attratti. Questo, nei casi in cui il sito sia commerciale, si traduce in perdite economiche che potrebbero anche compromettere le sorti delle aziende. Io sono del parere che sia necessario investire in questo ambito, per raccogliere i frutti in futuro.
elisa sederini

valutazione di qualità dei siti web - 1 views

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    Ho trovato questa dispensa di Luisa Mich molto esaustiva sullq valutazione dei siti web
Romina Mandolini

Youth and Digital Media: From Credibility to Information Quality by Urs Gasser, Sandra ... - 1 views

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    Abbiamo detto più volte che il web ha trasformato il modo in cui i giovani accedono alla conoscenza, come la condividono e come la costruiscono. Nel precedente contributo, abbiamo visto che la moltiplicazione di fonti informative e di voci, il miscelarsi di contenuti qualitativamente alti e bassi all'interno degli stessi contesti di ricerca sta producendo un cambiamento non solo nei metodi di apprendimento ma soprattutto in quelli di insegnamento. Il lavoro Youth and Digital Media: From Credibility to Information Quality, realizzato da Urs Gasser, Sandra Cortesi, Momin Malik e Ashley Lee raccoglie l'analisi di un'ampia letteratura e di ricerche al riguardo. Si accede al documento "scaricandolo" direttamente e gratuitamente. Molto interessanti alcuni lavori. I giovani quando formano il proprio sapere, non guardano come gli adulti all'autorevolezza delle fonti, quanto alla facilità di accesso o alla maniera più o meno accattivante, con cui la notizia è stata confezionata. Per questo il successo della rete, dei social network, dei blog, siti wiki. Grazie a questi seguono logiche di apprendimento collaborativo in cui selezionano, creano e diffondono informazione. Purtroppo però i sistemi di insegnamento faticano ancora a inglobare queste "interfacce sociali", che restano per lo più ancora collocate fuori dalle mura scolastiche. Per questo ancora una volta (come su un diverso articolo postato sulla cognizione distribuita) emerge l'urgenza di un ammodernamento del sistema didattico che incorpori, le nuove tecnologie e ne utilizzi al meglio le potenzialità
giuseppina petterini

La categorizzazione e i Tag nei Social bookmarking - 2 views

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    I tag sono delle etichette o categorie che servono ad organizzare i contenuti dei siti di social bookmarking, i quali a sua volta sono dei siti in continuo aumento sia di numero che di popolarità nella rete, in quanto sono di facile utilizzo ed utile per condividere, ricercare, categorizzare diverse informazioni o contenuti. Questo processo dicategorizzazione ed etichettatura è conosciuto come tagging, i quali possono anche essere raggruppati tra loro.
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    Si, i social bookmarking sono una vera ricchezza. Mi viene da dire uno tra i servizi più interessanti che la rete ci ha regalato (Diigo ne è un esempio) e i tag sono alla base di questa meraviglia. Il tuo contributo è senz'altro appropriato e corretto.
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    Il tagging è sicuramente ,come riportate, molto utile e semplificativo, ma soprattutto credo che lo sia nella categorizzazione di contenuti semplici. La categorizzazione di contenuti più complessi potrebbe ridurrne l'appartenenza a un solo significato, perdendo di vista altri punti di vista che potrebbero porre il contenuto altrove, o riconoscerne per lo stesso parole chiave diverse.
STELLA CAPASSO

Google ci rende stupidi? - 13 views

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    E' un articolo forse non recentissimo (2008), ma che riprende una lezione del nostro corso di Psicotecnologie del Prof. De Kerckhove, per cui è un argomento certamente utile ed attuale per i nostri studi. Partendo dal famoso articolo di Carr, in cui il giornalista americano analizza il cambiamento che Internet sta portando nel nostro modo di ragionare, ma anche di concentrarci, l'autrice ci mostra le differenze della lettura sul web da quella di un libro, le enormi potenzialità portate dal web (intelligenza condivisa, capacità multitasking...), sottolineando aspetti di grande attualità, come l'ipertestualità, il sapere globale, la comunicazione immediata, lo spirito di condivisione.
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    E' interessante. Mi piace quello che dice l'autrice nella parte finale: "Allora, educhiamo i giovani a distinguere tra i due sistemi. Educhiamoli a focalizzare l'attenzione". Mi piace perchè è esattamente quello che penso anch'io (!). Il problema non sta tanto in internet. E' vero che internet ci spinge a non concentrarci, perchè ci offre continuamente mille opportunità: come Pinocchio e Lucignolo, nel Paese dei balocchi! Ma possiamo staccarcene e concentrarci a leggere un libro, se vogliamo. Il problema più grave, per me, è quello educativo. I bambini non visitano tanto internet. Ma vivono in un mondo che lo visita di continuo, circondati da adulti incapaci di concentrars, di dedicarsi ad una cosa per volta: parlano al figlio, ma nello stesso momento scrivono e telefonano a qualcuno. Non credi che l'esempio sia la migliore modalità di educare? E i bambini imparano, bevono tutto dagli adulti di riferimento. Faccio molti laboratori di educazione musicale e teatrale nelle scuole. Ci sono situazioni in cui i bambini non hanno capacità di attenzione per più di tre secondi: hanno bisogno di continui stimoli, di novità, altrimenti non seguono perchè "si annoiano"! Ho inserito in Diigo un articolo da New Scientist di Sally Adee (Una mente in stato di grazia è più creativa?) in cui si parla proprio di concentrazione e di come questa capacità sia alla base della possibilità di eccellere in qualche arte o sport. Non si può ottenere nulla, in musica, se non con l'esercizio costante, come nella danza, nel teatro e anche nello sport. Il multitasking, in questo settore, è pericolosissimo! Ma come fare, con i bambini abituati a passare di corsa da un argomento all'altro? Continuo a ripetere che la maniera migliore per creare è quella di annoiarsi: quando i bambini si annoiano, inventano. Quando sono riempiti di nozioni, di informazioni, di novità, l'unica possibilità di salvezza è la fuga dal proprio cervello. Non credo che Google ci renda stupidi. Cred
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    stupidi non so, ma sicuramente più dipendenti : ora come ora vivere senza la rete ora ci appare impossibile , in quanto ha pervaso ogni aspetto della nostra vita personale e professionale . Forse essendo noi una una comunità virtuale alle prese con un corso di laurea telematica rappresentiamo proprio il contesto ideale per dimostrare le contraddizioni , ma anche le possibilità insite nel "nuovo medium"
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    Non credo ci faccia diventare più stupidi. Anzi, la rete grazie anche a siti come Google ci danno la possibilità di conoscere facilmente nuove cose e dunque abbiamo l'opportunità di formare al meglio la nostra coscienza su determinati argomenti.. l'informazione ce la cerchiamo, diversamente dai classici media dove questa ci viene fornita.. e credo sia una bella differenza.. o per lo meno, per me è sempre stata questa la grande differenza, il salto di qualità, tra la televisione/radio ed internet. ovviamente cercare informazioni non è facile, non è sufficiente scrivere l'argomento di interesse su 'Cerca' e prendere per buono il primo link che trovo. ma è lo stesso discorso dell'enciclopedia cartacea: io cercavo sempre più articoli e notizie sulla ricerca che andavo a fare ed ero brava a mettere insieme le cose..
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    in realtà è la nostra sete di conoscenza che è cambiata. Abbiamo un numero infinito di informazioni a portata di mouse e non ci accontentiamo più del primo risultato ottenenuto. Uno dei grandi vantaggi apportati da Google è stato quello di fare ordine e di renderci la navigazione più facile, ma gli altri media non scompaiono...ci accontentiamo dei 5 secondi per capire se una info sul web è interessanbte o meno, ma possiamo ancora goderci un bel libro e avere il piacere di sfogliare un quotidiano. Sono cambiate le nostre esigenze, ma soprattutto si sono amplificate le nostre potenzialità.
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    L'articolo di Carr si preoccupa sulla psiche, cioè tutto questo input di informazioni (Internet) che effetto hanno sui nostri figli e gli educatori sono preoccupati??. Invece il professor De Kerckhove analizza il lato buono di Intenet, di Google in generale, infatti al contrario di cui l'articolo dica che la gente non scriva e legga più, in realtà la gente legge e scrive più che mai, forse proprio perchè invogliata dal poter reperire notizie in Internet. Il mio pensiero è che sia Google che Internet in generale servano per sviluppare la mente verso nuovi orizzonti. Ormai senza l'udo della tecnologia non si va da nessuna parte
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    Un importante articolo di De Kerckhowe ed una delle ultime lezioni del programma di Psicotecnologie che trovo molto interessante perchè illustra le nuove disponibilità del nostro sapere, evoluzioni del nostro comporamento individuale e sociale, delle nostre capacità intellettive.Esternalizzare la mente, essere sempre connessi alla rete può spaventare. Maggiori resistenze giungono dai mentalità conservatrici, o dalle grande organizzazioni che temeno di perdere il controllo, o dal singolo 'utente che teme, oltre alle nuove tecnologie, forse anche se stesso. Così Google, i social network diventano strumenti diabolici, minacciosi, diseducaativi. Occore però valutare che come la scrittura ha lasciato libera la mente dalla pesante incombenza della memorizzazione, così Google, ci condurrà verso nuove attitudini che non riusciamo ancora a prevedere.
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    io credo che google non ci renda stupidi, ma al contrario ci da la possibilità di rispondere ad ogni nostra curiosità e attraverso queste conoscenze ampliare la propria cultura, verso temi che altrimenti non avremmo affrontato, per lo meno con la semplicità di accedere a determinati contenuti. Rimane, però, l'accortezza di verificare le informazioni se provengono da siti attendibili, perchè spesso su internet si trova di tutto. Anche questa selezione del materialie da prendere in considerazione, ci porta a sviluppare un intuito ed una conoscenza non indifferente.
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    Anche questo articolo lo trovo interessantissimo. Mi rendo conto di ciò che Carr vuole trasmettere perché molto spesso mi sono chiesta quale potesse essere il lato negativo di dell'avvento così decisivo del web di google e simili. Io capisco quando dice che trova difficoltà a concentrarsi di più su un libro in quanto quando sono sul web ciò che leggo non è più sequenziale. E' vero ma io trovo geniale questa possibilità di collegarsi ad un altro link ed imparare durante la lettura. L'ipertesto permette questo, permette una lettura dinamica. E' vero anche che non abbiamo a volte la percezione dell'attendibilità dell'informazione come dice Giuseppina.
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    Bisogna dire che nei primi anni di Internet quando i navigatori provenienti dall'ambiente scientifico-universitario la qualità dell'informazione era altissima, con la massificazione di Internet è giocoforza che nel mucchio la qualità sia scesa di parecchio ma le valide fonti non mancano di certo, basta trovarle ed in questo Google è una mano santa.. Oggi tra Google, YouTube, Wikipedia, etc. viene reso disponibile quasi tutto lo scibile umano che va in ogni caso selezionato e scremato ma l'accesso alla conoscenza che esiste oggi non è mai stato possibile prima se non per poche persone e con molta difficoltà.
sfamurril

L'uso dei tag: taggare per scoprire, non per ordinare - 0 views

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    Un'altra predizione di McLuhan è quella sul cambiamento della biblioteca di massa, l'utilizzo di tag (contrassegno). Consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave/tag, che individuano altre informazioni di dettaglio correlate all'argomento di cui si sta trattando. È un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. Questo implica una conoscenza frammentata in pezzi, delle informazioni che compongono tutto l'argomento. Oggi molto usati perchè gli studenti accedono più facilmente alle informazioni su Google piuttosto che la ricerca complessa in biblioteca. Google è semplice, responsivo, ma c'è un graduale ritorno al libro. È un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. Ma è davvero così necessario avere a disposizione questa facilitazione e perdere la necessità di cercare?
emanuele battista

Tagging - 26 views

Proprio questo sito che stiamo utilizzando vive soprattutto sulla importante funzione che rivestono i TAG. Cliccare sulla parola chiave e trovarsi immersi in una serie di articoli, contributi, comm...

Tag tagging

saracatenaro

Tagging: una questione di etichette - Mds - 1 views

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    Il giornalista scientifico e consulente informatico Alberto Falossi, in maniera chiara e comprensibile offre una panoramica sul tagging. Definisce il fenomeno, indica come usare i tag in maniera efficace, consiglia esempi pratici di siti utilizzati per memorizzare e taggare siti internet e liste personali. Infine illustra il fenomeno della foksonomy, ossia il fenomeno della spontanea collaborazione tra utenti per taggare e condividere contenuti.
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    Ottimo articolo, con utili esempi pratici, chiaro, semplice, persino per una "immigrata digitale", come me.
massimiliano marchetti

TAGGARE - 0 views

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    Una definizione appropriata di TAG e come sfruttarli per meglio ottenere un buon posizionamento da utilizzare per il business di particolari siti commerciali
dora ruozzo

Che cos'è un tag HTML? - 1 views

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    Per scrivere sul web, come su carta, esistono delle regole tipografiche da seguire, ma chi scrive su blog e siti web non sempre le conosce. Chi scrive su un blog dimentica spesso che sta scrivendo sul web e che gli utenti non trovano i nostri articoli sfogliando una rivista, ma attraverso i motori di ricerca.
Romina Mandolini

Caratterizzazione dell'ascolto - 0 views

  • Il meccanismo di “ascolto”: I software leggono dunque i commenti lasciati su social e siti e ogni notte li archiviano per parola chiave (rifiuti, trasporti, strade, giunta eccetera) e li dividono per argomento in maniera da avere l'indomani un quadro preciso di “cosa si dice” del sindaco ed esponente politico. Questo lavoro genera una tabella con una serie di percentuali che – senza la pretesa di rappresentare un elemento statistico, precisano dal suo gruppo di lavoro ristretto – sono però un interessante e importante strumento di analisi. Ciò che ne deriva è che qualsiasi commento sull'Amministrazione, sui problemi di Napoli o sullo stesso sindaco non è snobbato, anzi. Viene archiviato e tenuto in considerazione.
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    Un esempio interessante di come la categorizzazione delle informazioni, permetta alla politica di migliorare le "pratiche di ascolto" dei cittadini che oggi per lo più tramite la rete manifestano la loro partecipazione alla vita politica di un paese. Un algoritmo che grazie ai tag individua e archivia le proposte in base agli argomenti. Lo ritengo un metodo intelligente da cui partire, con cui organizzare la propria agenda e le priorità su cui intervenire.
alessio martinelli

Avanza l'uomo multitask - 1 views

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    Un articolo di Livio Diamanti, giornalista di Repubblica che cura la sezione Bussole sul sito del quotidiano. La sua visione delle "abitudini multitask" è molto critica e personalmente non la condivido. Forse perché io e l'autore abbiamo 30 anni di differenza, forse perché sono più integrato in questo tipo di abitudini. In effetti, mentre ho scritto queste poche righe, ho dato un'occhiata ad almeno altre due o tre schede del mio browser... troppa distrazione? Non ci vedo nulla di male!
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    Me ne accorgo soprattutto durante lo studio: il browser del computer ha più schede aperte, una per il sito dell'università, una per youtube con un video in pausa, una per la mia posta personale, un altro paio per i vari siti da cui vado a rubare informazioni. Dopo aver inviato un paio di messaggi con Whatsapp, prima di riporre il telefono controllo le notifiche di Facebook e mi ricordo che devo aggiornare il mio blog. Devo anche scrivere una mail per lavoro, poi una rapida ricerca sui consigli per la preparazione della cena. Alla fine mi sono dimenticato che cosa stavo studiando e che video stavo guardando su youtube, riparto da capo. Eppure a fine giornata, riesco quasi sempre a fare tutto.
michelacafarotti

LA COGNIZIONE DISTRIBUITA - 0 views

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    LA categorizzazione e il tagging ,sono i metodi per organizzare al meglio uno o più siti web e i suoi contenuti,che sono anche più rintracciabili :le categorie servono per classificare i contenuti per argomento e sono stabili,rappresentano uno strumento per organizzare i contenuti sul proprio sito ,,ogni contenuto verrà ricondotto alla categoria di appartenenza ,eventualmente articolato secondo una modalità gerarchica a più livelli esempio(sport-tennis).I TAG ,sono invece delle parole chiave o etichette da abbinare ai contenuti pubblicati (questa operazione viene definita taggare). le categorie sono classificazioni per argomento al livello macro (generale) invece i tags sono classificazioni per argomento al livello micro (specifico ) .
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    IL multitasking,è riferito allo svolgimento di varie attività in contemporanea, quindi in una volta sola,come per esempio leggere un articolo sul pc e nel frattempo ascoltare musica,oppure aprire un'altra scheda del browser ,controllare la posta elettronica e sempre nello stesso momento aprire un gioco per computer. LA MENTE IPERTESTUALE, ,Riguarda l'innescare un pensiero non gerarchico ,ma anche di cose mai create,quindi qui c'è un collegamento tra saperi e conoscenze che tra loro hanno un senso.
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    LA cognizione distribuita,riguarda la presa in considerazione di tutte le componenti materiali e immateriali dell'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento,questo approccio enfatizza la natura "distribuita" nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione ed estende l'ambito di ciò che è considerato cognitivo ,oltre il singolo individuo riconnettendo l'attività di pensare con le risorse e i materiali presenti nel contesto sociale e culturale.
alessio martinelli

The machine is us/ing us - Da vedere! - 1 views

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    Questo video è per tutti quelli che dicono "Io uso ancora carta e penna e sto bene così". Viene fatto il punto sul potenziale, ancora in espansione, del web 2.0. Gli utenti passano da passivi visitatori di siti web a essere attivi produttori di contenuti. ...e non solo. La tecnologia ha cambiato completamente la cultura, la vita. Stare concentrati per 4 minuti su un video youtube è difficile... ma in questo caso 4 minuti passano in fretta.
elisabetta scattolin

la settima parola più ricercta in google - 0 views

shared by elisabetta scattolin on 19 Dec 12 - No Cached
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    taggare è la settima parola di cui si è più ricercato il significato su Google nel 2011, verbo che significa "etichettare" e deriva dall'inglese to tag. il termine è entrato nel linguaggio comune grazie a facebook: nel social network significa dare un volto presente all'interno di una foto o di un video. ma in realtà ha un significato più ampio: contrassegnare consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave dette tag che individuano l'argomento di cui si sta trattando. E' un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. sicuramente in un mondo così vasto come il web che permette di navigare ed di usufruire di un insieme vastissimo di contenuti, abbiamo la necessità di avere parole chiave per facilitare la ricerca
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    solo per dire che il Gangnam Style è il video più visto su Youtube ;) http://www.ilmoderatore.it/2012/11/26/gnamgnam-style-tormentone-mondiale-video-piu-visto-su-youtube-26823/
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