Skip to main content

Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged University

Rss Feed Group items tagged

Marco Tambara

CSCL - An historical perspective - 1 views

  •  
    Apprendimento collaborativo con supporto del computer - Un prospetto storico. Un saggio di G.Stahl,T. Koschmann, D. Suthers G. Stahl è un ricercatore e docente della Drexel University di Philadelphia, si occupa di scienze informatiche. Timothy Koschmann è professore associato presso il Dipartimento di Educazione Medica alla Southern Illinois University School of Medicine. D. Suthers è docente di scienze informatiche alla University of Hawai'i a Manoa. Il saggio ripercorre le tappe storiche dell'apprendimento collaborativo con supporto del computer, analizzando il metodo di insegnamento e gettando uno sguardo verso le evoluzioni future. Apprendimento collaborativo e individuale L'apprendimento collaborativo coinvolge gli individui come membri del gruppo, ma comporta anche fenomeni come la negoziazione e la condivisione di significati, tra cui la costruzione e la manutenzione delle concezioni comuni di attività, che vengono eseguite in modo interattivo nei processi di gruppo. L'apprendimento collaborativo coinvolge l'apprendimento individuale, ma non è riducibile ad esso. Il rapporto tra la concezione dell'apprendimento collaborativo come un processo di gruppo rispetto a una forma di aggregazione e di cambiamento individuale è nodo centrale del CSCL. Studi precedenti di apprendimento in gruppo hanno trattato l'apprendimento come un processo fondamentalmente individuale. Il fatto che gli individui hanno lavorato in gruppo è stato trattato come una variabile contestuale che ha influenzato l'apprendimento individuale. In CSCL, invece, l'apprendimento viene analizzato come un processo di gruppo; nell'analisi dell' apprendimento sia l'individuo che il gruppo sono necessari. Questo è ciò che rende metodologicamente unico CSCL. In una certa misura, CSCL è emerso in reazione a precedenti tentativi di utilizzare la tecnologia nell'insegnamento e di precedenti approcci per comprendere i fenomeni di collaborazione con il tradizionale metodo delle scienze
saracatenaro

Cooperative learning - 2 views

Come spesso accade in questi casi manca proprio l'educazione dei docenti che non sanno utilizzare nella maniera corretta queste nuove metodologie

www.edscuola.it

Marco Tambara

Clay Shirky: come i social media fanno la storia - 0 views

  •  
    Clay Shirky è un docente alla New York University ed è citato nella lezione 6 di psicotecnologie. I suoi corsi e i suoi scritti trattano, tra le altre cose, degli effetti interdipendenti delle topologia dei social network e delle reti tecnologiche, e dei modi in cui le nuove forme di comunicazione influenzano la cultura e viceversa. Mentre le notizie fluiscono dall'Iran verso il mondo, Clay Shirky dimostra come Facebook, Twitter e cellulari stiano aiutando i cittadini di regimi oppressivi a pubblicare notizie vere, scavalcando i censori (anche se per poco). La fine del controllo dall'alto delle notizie sta trasformando la natura della politica. Shirky suddivide l'evoluzione della comunicazione in quattro fasi, saltando quella dell'oralità, descrivendo un panorama mediatico collaborativo e partecipativo reso possibile dalle innovazioni tecnologiche.
Simona Maggioni

I robot minacceranno l'umanità? - Wired.it - 0 views

  •  
    L'articolo descrive brevemente un progetto della University of Cambridge relativo alle nuove tecnologie di "vita sintetica e intelligenza artificiale" che possono degenerare come raccontato nel celeberrimo film "2001 Odissea nello spazio" in cui il computer HAL metteva a rischio la vita dell'intero equipaggio per preservare la propria autonomia.... tematiche che mostrano sempre maggiore attualità con il progredire delle tecnologie, nella speranza che se mai un giorno i robot dovessero conquistare il predominio sull'uomo, i primi non commettano gli errori che i secondi hanno commesso verso le altre specie (animali e vegetali).
alessandra mazzeo

Essere multitasking davanti alla tv puo essere sintomo di depressione - 1 views

  •  
    L'articolo apparso oggi su repubblica.it mette in guardia sui rischi che il multitasking produce in ognuno di noi, come indicato dalla ricerca dello psicologo cognitivo Mark Becker della Michiga State University pubblicata dalla rivista scientifica Cyberpsycology. Secondo tale ricerca vi è un'associazione tra la capacità di multitasking e i sintomi di depressione, che potrebbe portarci a porre maggior attenzione sui comportamenti dei giovani che maggiormente sono esposti all'utilizzo in multitasking dei moderni dispositivi elettronici, smartphone, tablet, ecc.
  • ...2 more comments...
  •  
    Secondo i ricercatori della Michigan State University usare dispositivi, come smartphone o pc, mentre si è davanti alla televisione può essere correlato a stress psicologico o ansia dalla ricerca di Mark Becker.
  •  
    in questo srticolo si mette in evidena una possibile relazione tra il multitasking e la sindrome depressiva. Non è possibile peril mmomento stabilire una stretta relazione causa effetto ma è stata documentata una relazione tra i due fenomeni. nell'articolo si mette in luce l'effetto potenzialmente nocivo delleccessiva esposizione allo schemo digitale che riduce il tempo trascorso nello stabilire relazioni dirette con gli altri esseri umani
  •  
    A proposito di multitasking e depressione, la mia opinione, già espressa nei miei commenti precedenti, anche molto duri su questo punto, è che la virtualità in sé è fonte di un malessere individuale e collettivo, perché separa gli individui, separa corpo e mente, toglie ciò che ci rende vivi e umani, cioè la nostra fisicità. Come ho già scritto, vale più una carezza di tutta Facebook, che considero promotrice di una degenerazione dei rapporti umani. A tal proposito, vi segnalo un paio di articoli su cui non posso far altro che essere pienamente d'accordo: Facebook & depressione: tra confronto e virtualità L'esporsi continuo ai giudizi altrui e l'ansia di aggiornamento http://www.lancianonews.net/focus/storia/21/facebook--depressione-tra-confronto-e-virtualita Crisi, depressione, malessere e fuga dalla realtà a causa del multitasking! L'infelicità diffusa a causa di una crisi senza fine induce ansia e depressione e, fortunatamente solo in alcuni, rabbia e reazioni violente. Molti cercano la fuga nei mondi paralleli e virtuali accessibili tramite iPad, phablet e smartphone. Nel farlo ci guadagnano maggiore ansia, depressione e infelicità e sonni disturbati! http://www.solotablet.it/blog/tabulario/crisi-depressione-malessere-e-fuga-dalla-realta-a-causa-del-multitasking
  •  
    Francesca Di Maio ,condivido completamente il pensiero di Francesco,oltre ad un isolamento individuale ,porta ad un impoverimento emozionale, non più contatti empatici "di pancia" tutto è contenuto, razionalizzato . non c'è lo sforzo la capacità di tradurre in parole le emozioni ,non tutti riescono ad essere Poeti. Sono un limite alla creatività .Interessanti gli altri due articoli.
ANNALISA PASCUCCI

University Bocconi Milano Prospettive Analisi e prospettive Attività - 1 views

  •  
    Segnalo un sito dell'Università Bocconi di Milano che porta innovazione tecnologica nella didattica e-learning di docenti e studenti dell'ateneo. Corsi ad alta tecnologia presenti nel Progetto dell'Ateneo già dal 2001-2
Davide Bassignana

The Sociability of Computer-Supported Collaborative Learning Environments - 1 views

http://www.academia.edu/324026/The_Sociability_of_Computer-Supported_Collaborative_Learning_Environments

#CollaborativeLearning

Maria Cristina Marino

La Star Trek Classroom - un caso di Apprendimento Collaborativo applicato alla scuola p... - 9 views

Lo studio, pubblicato su Learning and Instruction, dimostra che l'applicazione dell'apprendimento collaborativo alla classe di matematica, sviluppa un incremento di flessibilità matematica e "sciol...

#CollaborativeLearning

Luigi Coccia

Kaye.pdf - 1 views

  •  
    di Anthony Kaye, ricercatore della Open University Questo articolo cerca di definire un campo relativamente nuovo e promettente per l'uso dei computer e delle telecomunicazioni nell'educazione e nell'addestramento: l'apprendimento collaborativo basato sul computer, CSCL (Computer-Supported Collaborative Learning). L'articolo enfatizza i modi in cui la tecnologia dell'informazione può essere usata per mediare e supportare la comunicazione tra i membri di gruppi impegnati in un'attività di apprendimento, rimuovendo i limiti spaziali e temporali. Strategie di CSCL possono essere messe in atto in ambito scolastico, ma è nel contesto dell'apprendimento aperto a distanza che il CSCL presenta maggiori potenzialità per la realizzazione di programmi per la formazione postsecondaria degli adulti.
  •  
    Una panoramica sulle idee, i metodi e gli strumenti dell'apprendimento collaborativo basato sul computer
Marco Valotto

Evoluzione: l'intelligenza dell'uomo sarà sempre più scarsa - - 1 views

  •  
    In futuro l'uomo sarà sempre meno intelligente. I geni dell'intelligenza si sviluppano in un mondo 'più difficile', in cui ogni individuo è esposto a meccanismi di selezione, che oggi non esistono più. Ad affermarlo i ricercatori della Stanford University al termine di uno studio, pubblicato sulla rivista Trends in Genetics, sull' evoluzione umana.
Jessica Guidi

FOTOVOLTAICO AGLI SPINACI - 3 views

Il prezioso suggerimento della natura ai ricercatori della "Vanderbilt University" del Tennessee http://www.planetinspired.info/web/it/-/fotovoltaico-agli-spinaci?WT.ac=HP_SL

spinaci per produrre energia

started by Jessica Guidi on 11 Feb 13 no follow-up yet
Daniela Cerbone

Ogni estensione tecnologica che lasciamo accedere alle nostre vite si comporta come una... - 2 views

  •  
    De Kerckhove: riflessione sui cambiamenti che si stanno verificando attorno a noi grazie allo sviluppo di nuove tecnologie nel campo informatico e al nuovo modo di comunicare e di rapportarsi con il resto del mondo.
  •  
    «In meno di un decennio, si ritiene che, con l'eccezione delle ore di sonno, circa un quinto della popolazione mondiale passerà di fronte allo schermo circa la metà delle ore che passerà nello spazio fisico. Una considerevole porzione di questo tempo sarà dedicata ad attività strutturate da e dentro al cyberspazio. Proprio come nell'era in cui la TV regnava suprema, molte delle attività mentali della gente erano occupate da produzioni televisive, la maggior parte delle attività professionali e delle occupazioni della gente saranno on line.» Ok. Ma la nostra salute psicofisica? «Dolore al collo e mal di testa. Sono due delle principali conseguenze derivanti dall'uso prolungato del computer e da una postura scorretta durante l'utilizzo della tastiera e dello schermo. Lo afferma una ricerca della Stellenbosch University di Tygerberg, in Sud Africa, che ha preso in esame 1073 studenti dell'età di circa 16 anni.» Link: http://www.webmasterpoint.org/news/computer-e-salute-numerosi-problemi-e-malattie-provocate-da-pc_p33500.html
Claudia Finetti

Sarà la mente a controllare i tablet, parola di Samsung - 3 views

  •  
    Uno sguardo verso il futuro... Fra dieci anni lo schermo di un tablet potrà essere controllato con la mente. Roozbeh Jafari, della University of Texas di Dallas, ha ideato un brevetto che prevede la creazione di un tablet controllato attraverso l'elettroencefalogramma, con un sistema EEG wireless. Notizie di questo tipo non possono non possono non stimolare, per un verso, ma anche farci sentire un vago senso di inquietudine.
Mauro Rossi

Il multitasking non rende, cervello fa una cosa alla volta - Stili di vita - Salute e B... - 8 views

  •  
    Il multitasking non rende, cervello fa una cosa alla volta Il multitasking non e' da tutti: solo il 2,5% delle persone riesce a prestare veramente attenzione a piu' attivita' insieme. Il cervello sceglie invece una sola cosa alla volta eliminando tutto il resto e fare piu' mansioni contemporaneamente puo' avere anche conseguenze negative. E' l' 'attenzione selettiva', una abilita' innata che aiuta a ragionare in un mondo fatto fondamentalmente di rumori. I ricercatori della California University di San Francisco hanno usato il frastuono di un party come test per osservare come funziona il multitasking scoprendo che e' la zona della corteccia sensoriale del cervello localizzata dietro le orecchie, dove arrivano e vengono interpretati i suoni, ad accendersi in presenza di un singolo stimolo uditivo e che, con l'aiuto degli occhi, aumenta la percezione cosi' da registrare solo il suono piu' alto ''come se ci fosse solo una persona a parlare'', sottolinea il direttore dell'indagine, Edward Cheng. Il fenomeno e' stato battezzato dagli studiosi col nome di 'cocktail-party effect' e la ricerca e' stata pubblicata di recente su Nature.
  • ...1 more comment...
  •  
    Dei ricercatori francesi hanno osservato e studiato un campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente due compiti differenti ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell'esperimento con la risonanza magnetica e i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un'unica mansione venivano coinvolte più zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più funzioni il cervello si divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico. In particolare il lobo frontale, che è la parte del cervello deputata alle funzioni esecutive, non può adempiere a più di due compiti. Il tipo di esperimento eseguito, su un campione di individui destri e nessun mancino e con due compiti da portare a termine che erano simili tra loro, dicono i ricercatori sulla rivista "Science", non consente di dire se la divisione dei compiti tra i due emisferi sia casuale o dipenda dal tipo di operazione e dalla dominanza di un emisfero su un altro. Ma i risultati dello studio suggeriscono che il lobo frontale, che ha funzioni esecutive, è limitato a svolgere al massimo due compiti nello stesso momento. "Ecco perché la gente prende spesso decisioni irrazionali quando fa più di due cose insieme", spiega Koechlin: "Possiamo cucinare e stare al telefono, ma non possiamo per natura provare a leggere anche il giornale". Lo studio suggerisce anche che non esagerare nel multitasking è una buona regola non solo per le cose da fare, ma anche per quelle da pensare. Come il nostro cervello non è fatto (se non a un caro prezzo e con dubbi risultati) per fare troppe cose in una volta, così non è predisposto nemmeno per pensare a troppe cose: anche le scelte devono essere prese su due opzioni alla volta.
  •  
    Alcuni ricercatori,guidati dal sociologo-matematico Clifford Nass,hanno condotto vari esperimenti su 100 studenti,tra multi-attivi e più tranquilli;e hanno concluso che il cervello dell'individuo multitasking lavora male.Chi è bombardato da flussi di informazione(da telefono,pc,tv) e cerca di fare tante cose insieme è disattento,non riesce a concentrarsi né a utilizzare bene la memoria.Con risultati peggiori di quelli dei posapiano che fanno una cosa alla volta.Per stabilire se i multitaskers ci sono o ci fanno ovvero se sono nati con una minore capacità di concentrazione,o se facendo tante cose insieme danneggiano le loro abilità cognitive,un giornalista-scrittore americano, A.J. Jacobs,ha preso sul serio la seconda ipotesi. Jacobs, ha provato a vivere facendo una cosa alla volta.All'inizio, Jacobs stava impazzendo.Perché per condurre una vita mono-tasking bisogna rinunciare al nostro consueto modo di vivere. Fin dall'inizio della giornata:niente più colazioni brevi e frenetiche,si fa il caffè mentre si accende il computer e si controllano le e-mail sullo smartphone.Niente cene familiari con la tv accesa.Niente telefonate mentre si legge,si cucina o si lavora.ESPERIMENTO La tecnica, spiega Jacobs,ha seri fondamenti scientifici.Possiamo lasciare i nostri pensieri scorrere lasciando il cervello in default,venendo sopraffatti da rabbia, meschinità, orgoglio ferito, fantasie egoistiche.O possiamo coscientemente scegliere di esercitare un qualche controllo su come e cosa pensiamo» Cercando di finire una relazione-facendo i conti di casa-rispondendo al telefono-controllando legumi che cuociono.Alla fine dell'esperimento,Jacobs è stato meglio.Riusciva a giocare con i suoi bambini senza controllare messaggi e e-mail,parlava con gli amici tenendo gli occhi chiusi per sentire l'altro e approfondire il contatto.Non ha smesso di essere un multitasker, ma:"sono come un fumatore che da tre e' passato a 10 sig al giorno"!
  •  
    Quando io riesco ad essere concentrata in un'unica cosa da fare, sento che è come se avessi fatto della meditazione. Sono in pace con me stessa, col mondo, serena e positiva nei confronti della vita. Non so quale sia la ragione. Ma so che questo mondo sempre di fretta ci sta facendo andare in tilt. Le persone sono più informate, più colte, più aggiornate. Ma sappiamo davvero di più? Quanto di tutto ciò che arriva al nostro cervello è ridondante e non indispensabile? Avete mai provato a leggere un giornale italiano quando siete in vacanza all'estero? Magari ne comprate uno ogni quattro giorni. Ed è assolutamente lo stesso che se l'aveste comprato ogni giorno. La quantità ha superato la qualità e l'approfondimento. Al di là del fatto di poter o meno fare più cose alla volta (e bene), qual è il fine? La nostra serenità aumenta? No, diminuisce. Il nostro impatto sul mondo è maggiore? O non abbiamo tante cognizioni di cui non facciamo nulla? Questo stesso archivio online: quanto è frutto di pensiero profondo e quanto di necessità dettata dal dover fare l'esame? Quanto ogni inserto è meditato, pensato, condiviso? E quabte cose vengono pubblicate e non lette?! Non so, ma sono molto perplessa su tutto ciò...
Mauro Rossi

Fast Thought Speed Induces Risk Taking - 1 views

  •  
    Pensare troppo rapidamente mette a rischio la nostra salute. A rilevarlo e' uno studio della Princeton University pubblicato su 'Psychological Science'. La ricerca ha rilevato che c'e' un legame tra la propensione a elaborare pensieri con estrema velocita' e la tendenza ad assumere comportamenti pericolosi, come assumere droghe e alcol e praticare stabilmente sesso non protetto. "Le persone che pensano rapidamente - hanno spiegato gli autori della ricerca - risultano, dai nostri dati, possedere un maggiore impulso verso il rischio e i comportamenti dissennati".
Mauro De Merulis

tecnoteca.it - Multimedialità  e Ipertesti - 8 views

  •  
    La mente dell'uomo non concepisce le idee in forma definita e completa: sono piuttosto il frutto di una progressiva elaborazione, che si svolge per selezione e collegamento tra idee diverse, che contribuiscono alla definizione della linea di pensiero.
  • ...2 more comments...
  •  
    Un'altra figura di grande importanza è Theodor Holm Nelson, laureato in filosofia, nato nel 1937 ed è considerato il più visionario, il più inventivo tra i personaggi. Il suo sogno è uno strumento universale attraverso il quale si può accedere alle informazioni. E' lui l'inventore delle parole ipertesto ed ipermedia. Era il momento in cui lavorava in Giappone ad un progetto di nome Xanadu (la città dell'utopia). Nelson ha un punto di partenza, da un lato è molto critico nei confronti dello sviluppo dell'informatica e dall'altro ipotizza la totale accessibilità alle informazioni. Il progetto Xanadu prevede tre parole chiave (immagine 3): connessione, archiviazione, accessibilità. Per connessone si intende la possibilità di connette alla rete una quantità infinita di utenti; per archiviazione si intende la possibilità di registrare le informazioni ed infine la connettività riguarda la facilità di accesso alle informazioni. Il progetto di Nelson non riguarda solo i "testi letterali" propriamente detti ma tutto ciò che è scritto. Nelson non si è preoccupato solo di progettare Xanadu ma anche di risolvere i problemi (immagine 4): per Nelson un problema fondamentale è la scomparsa delle informazioni, quindi occorre una grande capacità di memorizzazione. Inoltre ci deve essere la possibilità di memorizzazione delle opere. Se il progetto prevede una cooperazione generale ciò deve permettere anche la possibilità di modifica delle opere stesse Nelson con Xanadu pensa di aumentare la capacità produttiva e creativa degli utenti. Un testo ipertestuale è un modello che non segue una sequenza lineare come un libro non lineare, ma un insieme di collegamenti all'interno dello stesso testo o tra testi diversi. Ipertestualità vuol dire perdita di un centro, si perde anche il concetto di autorità all'interno del testo e lo stesso lettore può diventare autore del testo. A questo concetto è legato il concetto di interattività, vale
  •  
    La mente dell'uomo non concepisce le idee in forma definita e completa: sono piuttosto il frutto di una progressiva elaborazione, che si svolge per selezione e collegamento tra idee diverse, che contribuiscono alla definizione della linea di pensiero.
  •  
    E' un articolo interessante e anche in parte convincente. Quello che io però mi chiedo è: ma davvero funziona un modo di insegnare fatto così? Non è rischioso, soprattutto ad un livello iniziale di apprendimento? Per quanto la "linearità" di un modo tradizionale di insegnare sembri meno efficace (perchè diversa sarebbe stata anche l'antica modalità orale), noi impariamo a leggere gradualmente. Lo stesso nostro modo di approcciare le nuove tecnologie viene da un modo di pensare strutturato dalla "lezione" che segue la modalità lineare. Ad A segue B e poi C. La stessa multitestualità è pensata e strutturata in maniera lineare, a mio avviso. Certo, l'apprendimento non è lineare, ma a balzi ed è vero che la mente umana funziona in maniera non sequenziale. Ma questa non sequenzialità è personale, non data da qualcuno o qualcosa di esterno. Sono io che mi creo i miei collegamenti. Se lo fa qualcuno da fuori, è comunque (a mio avviso) sempre una sequenzialità di informazioni. Solo che questa sequenzialità è data dal mio cercare prima una cosa e poi un'altra. E' una fittizia rete. La vera rete me la creo poi io, nel mio cervello. Io temo che questa "rete" sia pericolosa per l'apprendimento, soprattutto, come dicevo all'inizio, per chi è al livello più elementare dell'apprendimento. Sai cosa mi ha detto un amico medico cinese? Noi occidentali non siamo in grado di vedere l'aura delle persone, perchè nessuno, quando eravamo bambini, ci ha insegnato a coltivare questa capacità. Per la sua generazione (ora ha 55 anni) era normale che, se un bambino vedeva l'aura, questa facoltà venisse coltivata. Come uno che ha un buon orecchio musicale. Niente di eccezionale, ma neppure da non considerare. Ecco quindi che molti adulti vedono l'aura delle persone. Quello che voglio dire è che noi veniamo educati comunque a "leggere" la realtà da quello che i nostri educatori (genitori, parenti, insegnanti, altri bambini) fin da piccoli ci inculcano, perchè così vedon
  •  
    "La mente umana funziona in modo non-sequenziale: gli stessi artifici narrativi che la letteratura ha sviluppato possono essere visti come delle scappatoie dall'appiattimento dell'ordine sequenziale."
alessandro antonelli

What is Collaborative Learning? - 1 views

  •  
    Sunto di un Testo del 1992 di Barbara Leigh Smith & Jean T. MacGregor , pubblicato dal National Center on Postsecondary Teaching, Learning, and Assessment at Pennsylvania State University. Il testo offre una panoramica seppur parziale dei vari "tipi" di apprendimento collaborativo
alessandro antonelli

Giochi online e influssi sul mondo reale EverQuest: 77th Richest Country - 1 views

  •  
    Un sunto di uno studio del 2002 ( link download dello studio originale http://papers.ssrn.com/sol3/Delivery.cfm/SSRN_ID294828_code020114590.pdf?abstractid=294828&mirid=3 ) effettuato dal Professor Edward Castronova Associate Professor of Economics at California State University, Fullerton, USA. riguardo ai mondi virtuali e alla ricaduta sull'economia reale. Al tempo uno di questi giochi (Everquest) aveva un PIL in valuta reale per transazioni su Ebay superiore a quello della Bulgaria, pur con soli 400.000 Utenti, ad oggi il MMOG più giocato ha oltre 14 milioni di utenti worldwide, con inevitabili ricadute nella vita economica ed anche sociale di molti utenti. Per approfondimenti http://www.ibs.it/code/9788804570837/castronova-edward/universi-sintetici-come.html
  •  
    link funzionante, essendo il testo non più editabile http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=294828
alessandra de angelini

Il futuro dell'apprendimento secondo Curtis Bonk - 1 views

  •  
    Curtis Bonk, professore di Instructional Systems Technology in Indiana University, afferma che non è possibile che la società e le istituzioni ignorino l'apprendimento online: "I social network, le piattaforme per dar vita alle comunità online, le risorse di apprendimento online e i dispositivi mobili, devono essere ripensati come dei nuovi strumenti che permettano agli studenti e agli insegnanti di tutto il mondo di collaborare tra loro, di condividere le proprie competenze e di analizzare i dati provenienti da molteplici prospettive."
  •  
    Il professore Curtis Bonk spiega la sua visione "open" del mondo dell'istruzione e di come trarre vantaggio da questo "ambiente" aperto.
PAOLA CACCHIONE

Arriva il social network per il mondo accademico - 5 views

  •  
    Arriva il social network per il mondo accademico, E' So.cl, piattaforma di Microsoft che connette gli studenti con la stessa formazione, Il progetto iniziale e' stato sviluppato il 2009 dal laboratorio FuSe (Future Social Experience) ed e' stato gia' sperimentato nelle Università di Washington, Syracuse e della New York University.
  •  
    Cyberspazio: formazione e informazione Aug 1, 2012 "Il Cyberspazio ha puntato su due aspetti fondamentali: la formazione e l'informazione". Lo sottolinea Pasquale Alfieri , uno degli organizzatori di questa rassegna telematica, alla sua seconda edizione, e responsabile del settore informazione. FORMAZIONE perche' i ragazzi devono prepararsi al mondo del lavoro, acquisendo familiarita' con le tecnologie piu' avanzate. INFORMAZIONE per ridurre le distanze tra media e giovani utenti. L'idea del Cyberspazio e' stata quella di trasformare i giovani in "inviati" di testate giornalistiche. Questa esperienza e' servita per entrare in una dimensione del mercato del lavoro totalmente sconosciuta, dove convivono nuove figure professionali: dai cameramen agli operatori, dai tecnici audio e video agli scenografi di set virtuali, sino alla computer grafica. Link: http://www.radio.rai.it/grr/ar...iale/cyber98/ Added by: cla
  •  
    Questo nuovo social network sembra davvero interessante. Eppure, per noi che studiamo in un'Università Telematica e siamo già abituati alla condivisione dei materiali accademici, vedi il forum, il sito utiu.students, e lo stesso Diigo, questa nuova piattaforma non sembra poi così rivoluzionaria... anzi, credo sia strano che non sia arrivata prima. In ogni caso guardo sempre con interesse a tutti quei mezzi che permettono la co-costruzione e la condivisione delal conoscenza!
1 - 20 of 28 Next ›
Showing 20 items per page