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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged CONVEGNO

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ANNALISA PASCUCCI

SCUOLA APPRENDIMENTO TECNOLOGIE DIDATTICHE Convegno Internazionale 18/19 Novembre 2010 - 1 views

Sala Consiliare del Comune di Cinisello Balsamo Via XXV Aprile, 4 - Cinisello Balsamo Centro QUA_SI/Universiscuola, Villa di Breme Forno via Martinelli, 23 (ingresso da via Diaz) - Cinisello Bals...

TECNOLOGIE CONVEGNO DIDATTICA FORMAZIONE

started by ANNALISA PASCUCCI on 21 Jun 13 no follow-up yet
Massimo Apicella

Italiani multitasking: davanti alla televisione e connessi ai social network - 8 views

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    Questa evoluzione rappresenta una significativa opportunità per le aziende che sapranno cogliere il vantaggio competitivo, rivedendo i propri modelli di comunicazione, per essere presenti in maniera efficace sui canali social e coinvolgere il consumatore attraverso strategie integrate sulle diverse piattaforme.
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    La presenza del multitasking durante spettacoli, siano essi televisivi o anche semplicemente sportivi ha fatto nascere diverse aree da esplorare. Ricollegandoci proprio ai dibattiti politici, è proprio grazie a questa multi-presenza che si sono estesi i progetti di fact-checking in tempo reale. In Italia il fact-checking in generale non ha molto terreno, ma in America durante il dibattito tra Romney e Obama sono state verificare in tempo reale le loro affermazioni e pubblicate su blog, social network e nella rete in generale. Ma questo è veramente essere multitasking, o è solamente avere la possibilità di estendere i propri limiti fisici per una connettività globale? Credo semplicemente la seconda, tanto più che anche per i calcolatori il multi tasking è di difficile esecuzione. La nostra impressione è che gli elaboratori siano multi tasking perché hanno velocità di calcolo impressionanti, ma a livello di bit, di linguaggio macchina le operazioni che si eseguono sono sempre una alla volta, o nei migliori dei casi eseguirà per un determinato lasso di tempo l'operazione X poi la sospenderà per eseguire per uno stesso lasso di tempo l'operazione Y dando a noi l'impressione della contemporaneità delle operazioni.
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    Ciao, effettivamente è diventata una consuetudine vedere un film a casa e contemporaneamente essere collegati con social forum. Siamo sicuri di seguire esattamente la trama di un film o programma?
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    In effetti già la televisione da sola si inseriva in un modello primitivo di multitasking, nel quale le conversazioni familiari avvenivano in parallelo con la fruizione del programma televisivo che poteva configurarsi come un rumore di fondo, uno spunto per un confronto o un riempitivo delle pause della conversazione. L'uso degli strumenti (tipicamente wireless e touch) per la navigazione da salotto è entrato nelle abitudini e, come già accaduto per altre tecnologie, diverrà un elemento fondante per nuove modalità di interazione tra i broadcaster ed il pubblico, magari mantenendo la promessa che la TV interattiva non è ancora riuscita a mantenere. Alcuni segnali nascono dall'incontro tra tecnologie innovative e trasmissioni concepite per sfruttare i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. Ecco che il multitasking viene asservito alle esigenze degli autori delle trasmissioni (con buona pace delle conversazioni familiari di fronte al teleschermo) per dare vita a programmi interattivi di nuova generazione. un esempio di tecnologia che implementa questo modello: http://www.hypertvx.com/success-stories
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    Questo articolo è un esempio di come i nuovi media, ed in questo caso i social network, abbiano riavvicinato il pubblico dei giovani (e non solo) alla televisione. Certo è impressionanate questa costante, insaziabile, diffusa voglia di essere sempre on line.
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    Questo articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che le nostre abitudini sono cambiate (anch'io interagisco con il mio tablet davanti la TV accesa) ma fino a quando i numeri non ci mettono di fronte all'incontrovertibile realtà, non ci sembra realistico. Eppure, il multitasking che ormai sperimentiamo sui luoghi di lavoro, ce lo ritroviamo in casa durante le nostre ore di relax. Indubbiamente riempiamo tutti gli "interstizi" della nostra mente con un maggior numero di informazioni, interazioni e relazioni. Quindi i produttori di contenuti televisivi dovranno inventare un'estensione del programma su Social Network (già lo fanno) ed i nostri familiari che sono sotto lo stesso tetto dovranno catturare la nostra attenzione mandandoci dei messaggi (l'irresistibile bip del messaggio per noi!). Io vorrei dire: è anche per questo che spesso studio la sera e cerco di concentrarmi nel modo "classico". Molto interessante il contenuto di hypertvx, perchè si collega ai nostri studi di processi economici dei media
apolverari

"MEDIA EDUCATION: più consapevolezza, più opportunità, più futuro!". A Roma i... - 0 views

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    Questo convegno organizzato dal ministero dell´istruzione riguarda la media education con un focus sul linguaggio d´odio. I discorsi d´odio su internet, specialmente nelle piattaforme di social networks sono ormai diffusi ovunque. Le persone che sono soggette a discriminazioni d´odio su internet vedono la loro vita quotidiana, anche a di fuori della vita digitale, influenzata. Ad esempio alcuni soggetti di ricerche dopo essere state vittime di discorsi d´odio hanno avuto cali motivazionali in ambito accademico. L´ambiente dei social media puó diventare "contagioso" cioè puó trasmettere all'utente valori e comportamenti che possono poi, più o meno internalizzarsi. I discorsi che si presentano, hanno un pubblico molto ampio, se lo stesso discorso viene espresso da un numero ingente di persone, si "normalizza", diventa un preconcetto da cui partire per avviare altre conversazioni, interazioni, creazioni di materiali. Per questo la media education é importante per svilupare una analisi critica di ció che vediamo tutti i giorni su internet, ed essere capaci di resistere al contagio dei discorsi d´odio che impazzano nel web.
anonymous

Intervento di Daniele Zanone al convegno AGIAD - 1 views

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    Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare sempre più insistentemente dei disturbi specifici dell' apprendimento (DSA), che includono: la dislessia, la discalculia, la disortografia, la disgrafia...insomma tutte disabiltà che non permettono di imparare in modo normale alcune attività che servono per studiare in modo convenzionale, come: la lettura, la scrittura e il far di conto. Come accorgerci quando un bambino ha dei DSA? L'individuo con DSA ha: problemi a copiare, difficoltà nel linguaggio, problemi di lettura (dislessia), problemi di calcolo (discalculia), problemi di scrittura (disgrafia o disortografia), problemi di lateralità, scarsa memoria di lavoro, difficoltà di coordinazione, difficoltà a mantenere l'attenzione, problemi nei dettati. Daniele Zanone ha scoperto di avere DSA all'età di vent'anni, fino a quel momento si era sempre sentito dire di essere uno "svogliato" o un "ritardato". Ha imparato a mettere una parola dietro l'altra all'età di vent'anni quando è diventato consapevole di ciò che lo rendeva "diverso" dagli altri. Nonostante sia stato bocciato due volte alle scuole superiori si è laureato in Fisica. Adesso Daniele collabora con l'AID (Associazione Italiana Dislessia) per la quale svolge la mansione di delegato provinciale per la provincia di Reggio Emilia.
Maurizio Aucone

Il progetto BLOCK MAGIC: una tecnologia cognitiva per il sostegno all'apprendimento. - 1 views

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    Nell'ambito degli atti del convegno "Le scienze cognitive in Italia 2011" organizzato dall' Associazione Italiana di Scienze Cognitive vorrei evidenziare il lavoro dei ricercatori: Franco Rubinacci , Angelo Rega e Nicola Lettieri che sotto l'egida del Laboratorio per lo studio dei sistemi cognitivi naturali e artificiali dell' Università degli Studi di Napoli "Federico II"e che, grazie al finanziamento della Comunità Europea nell'ambito del progetto "LIFELONG LEARNING PROGRAMME" hanno presentato il progetto: Block Magic. Il progetto utilizza una combinazione innovativa di tecnologia RFID (identificatore a radio frequenza) e tecniche software avanzate allo scopo di sostenere i bambini in età scolare, con difficoltà di apprendimento e non, nello sviluppo di una vasta gamma di competenze cognitive, linguistiche e sociali. Il progetto utilizza un Kit Didattico a basso costo (software + hardware) progettato per lo sviluppo dell'apprendimento non solo per bambini normodotati, ma anche per bambini con deficit sensoriali e affetti da lieve ritardo mentale.
Ivan Romano

III Congresso Nazionale AINp - Nuove Tecnologie in Neuroscienze - 2 views

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    Segnalo a Montecatini Terme questo congresso per il 17 e il 18 novembre 2012. Si parlerà essenzialmente di neuroscienze, ma penso che saranno molto interessanti le sessioni relative agli impatti delle nuove tecnologie nell'ambito della neuropsicologia e della riabilitazione medica.
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    La realtà virtuale apre nuovi e incredibili scenari, ma realmente siamo consci di quale incredibile frontiera cognitiva questo ci riserva ? Lasciando da parte l'aspetto ludico del mezzo nel 2007 al Convegno Internazionale "CHItaly07: Fifth Italian Symposium on Human-Computer Interaction", tenutosi dal 28 al 30 Giugno presso la Facoltà di Psicologia dell'Università di Padova, l'Equipe professionale del Consorzio Sociale CPS ha presentato uno studio preliminare di traning riabilitativo, utilizzante l'immersione nella Realtà Virtuale, su soggetti anziani istituzionalizzati che presentano disturbi della memoria.
Elio Cimmaruta

Alla ricerca dell'intelligenza connettiva - 5 views

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    …Il poeta è il primo scienziato, colui che si occupa del software che utilizza l'uomo: il linguaggio. Nell'epoca dell'elettronica il poeta è colui che scrive il software il nuovo linguaggio. La nuova poesia è quella del software; Linus Thorvald è il grande poeta dell'oggi; Linux è una forma d'arte, è una poesia moderna. Accanto a questa nuova idea di poesia sopravvive tutto un mondo di nomi e di "modi di dire". Diventa valore un semplice nome, ho visto nomi di domini quotati ben due milioni di dollari…
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    propongo la lettura della trascrizione di questo interessante e chiarificatore intervento di De Kerckhove al Convegno internazionale "Professione giornalista: nuovi media, nuove informazioni". Si tratta di una relazione sulle sue ricerche sull'intelligenza connettiva.
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    Per De Kerckhove se l'intelligenza collettiva è il quadro di riferimento del pensiero umano, del pensare dell'umanità, l'intelligenza connettiva ne è la parte "in movimento", il lato che si attiva per la risoluzione pratica, "sperimentale", di un problema specifico. Essa si affida alla "moltiplicazione" delle intelligenze, favorita dalla connessione, piuttosto che alla loro somma, situata nel "collettivo". De Kerckhove insiste cioè sul carattere aperto del concetto di intelligenza connettiva rispetto all'immagine di "contenitore chiuso" a cui rimanderebbe l'intelligenza collettiva Il suo tentativo non è tuttavia quello di "staccare" la propria ricerca dal campo dell'intelligenza collettiva, ma quello di delimitare al suo interno un settore di indagine e di sperimentazione per così dire "applicativo".
Giulia Ranisi

E-patients, e-parents, e-doctors - 5 views

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    l'articolo parla del corso E-patients, e-parents, e-doctors, organizzato da Telethon, Orphanet e Bambino Gesù che conguntamente lavorano per temi quali le MR e in particolare per fare luce su rischi e benefici della comunicazione 2.0 A cui ho partecipato sia nella compilazione del questonario che nel seguire il convegno (disponibile anche on line) sul portale opbg.net. Per mettere a disposizione dei pazienti, delle loro famiglie, dei medici, dei ricercatori e dei professionisti sanitari le linee guida sull'uso responsabile del web e per approfondire la conoscenza dei siti internet e dei social network come strumenti a supporto della comunicazione sulle malattie rare. Ho postato questo articolo per riflettere su quello che è l'mpatto delle nuove tecnologie in quello che può essere un'apprendimento condiviso che in qesto caso è un apprendimento di esperienze condivise sull'affrontare un tema particolare e di nicchia nei quali li attori coinvolti fno a soli 10 anni fà brancolavano nel buio. E di come oggi sia possibile alle stesse famiglie, di diventare protagoniste attive delle loro realtà, per garantire un futuro migliore ai piccoli pazienti affetti da malattie rare e avere maggiore consapevlezza, per affrontare delle realtà tanto complesse. Gli sviluppi della comunicazione del web consentono oggi ai pazienti di avere strumenti quali una rete integrata che è Orphanet, di seguito vi giro un link del portale OPBG nel quale c'e' la presentazione di cosa sia Orphanet e dell'impatto che ha. cosa è orphanet http://www.ospedalebambinogesu.it/Portale2008/ItemFiles%5C09_20_Dallapiccola_-_Orphanet_Italia-Telethon_2012.pdf
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    Infine aggiungo un articolo che parla di malattie rare e in cui a sottolineare la mia personale riflessione sull'articolo di partenza, vi sono le testimonianze dei genitori in cui si parla di malattie rare e ne dà una descrizione sommaria su quale sia oggi la situazione attuale in merito. http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=13540 Ricapitolando vorrei condividere con voi queste riflessioni e integrarle. Secondo voi quali sono punti di forza del web in un ambito di gruppi di auto-aiuto e di esperienze condivise da famiglie che affrontano temi specifici es come le malattie rare? In mente i primi punti che mi vengono in mente sono: rapporto simmetrico tra gli attori comunicazione sia diacronica che in tempo reale condivisione dell'esperienza aumento della consapevolezza non ci sono limiti o finestre temporali specifiche interattività feedback Soggettività dei temi trattati Solidarietà punti deboli rapporto umano F2F burn out dell'attore coinvolto e attivo attendibilità delle fonti dispersione e irrilevanza dei messaggi aperto solo a chi è nel web Grazie per la vostra pazienza nel seguire la mia riflessione forse un pò troppo articolata. Un saluto Giulia.
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    Articolo estremamente interessante, il web costituisce un'importante risorsa e strumento per colore che cercano informazioni inerenti a patologie rare e poco conosciute, spesso trascurate dai media tradizionali. Tuttavia, come sottolineato all'interno dell'articolo, l'uso di internet come fonte d'informazioni mediche comporta anche dei rischi. Le informazioni presenti online possono essere spesso incomplete o errate, il che può portare ad un conseguente fraintendimento o scelte terapeutiche sbagliate; come per esempio viene evidenziato che non è da escludere la possibilità di cadere in trappole come la disinformazione medica o terapie "miracolose" che spesso vengono pubblicizzate su internet. È tuttavia fondamentale ricordare che l'accesso alle informazioni mediche online dovrebbero essere sempre integrate con la consulenza di medici e specialisti, così da garantire un'appropriata diagnosi.
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    Grazie per l'articolo e le riflessioni, l'argomento è appassionante! Scelgo di condividere una esperienza personale: ho conosciuto una coppia benestante che ha avuto un figlio affetto da sindrome di Wolf-Hirshhorn (WHS): https://www.orpha.net/it/disease/detail/280#:~:text=La%20sindrome%20di%20Wolf%2DHirshhorn,sviluppo%20psicomotorio%2C%20convulsioni%20e%20ipotonia. che è una malattia estremamente rara ed estremamente invalidante. I genitori lo hanno stimolato in ogni modo, si sono dedicati a questo figlio ricorrendo a specialisti di diverse discipline. Il figlio non è mai riuscito a parlare, e per 35 anni ha sempre e solo comunicato esigenze elementari della vita quotidiana attraverso l'uso delle tavole CAA (comunicazione alternativa aumentativa) indicando pittogrammi molto semplici con il dito. Non è in grado di tenere in mano una penna. Ormai adulto, gli è stato proposto, circa 5 anni fa, una attività con una educatrice che prese la decisione di parlare con lui solo attraverso l'uso del computer. L'educatrice, dopo un anno, ha incredibilmente ottenuto la prima parola scritta: Tchaikovsky! Ha continuato, solo con lei, a utilizzare questo metodo, scrivendo riflessioni argute ritenute impossibili con le sue condizioni di disabilità, e dimostrando, seppur con tempi molto dilatati, di aver appreso ed elaborato informazioni complesse. Concludo questo contributo: l'uso di piattaforme per la condivisione delle informazioni ci permette oggi di avere una divulgazione di "good practices" che sarebbe stata impensabile senza la tecnologia. #educazione #disabilità
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