Skip to main content

Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged Articolo

Rss Feed Group items tagged

lidiapirovano

Interazioni online, relazioni sociali e rischio phubbing - Psicologia - 0 views

  •  
    In questo articolo si evidenzia chiaramente l'impatto che la tecnologia ha sulla mente delle persone e della societá e di come con la diffusione della tecnologia i confini tra reale e virtuale diventano sempre più sfocati. Se da un lato le relazioni sociali sono state beneficiate dei progressi dall'altro appaiono fenomeni nuovi che rischiano di minare le relazioni come quello del phubbing che consiste nel prestare maggior attenzione allo smartphone piuttosto che al nostro interlocutore.
melaniericcardi

Culture partecipative e scenari generativi della conoscenza - 1 views

  •  
    In questo articolo scritto da Daniela Cuccurullo, pubblicato su "Formare, open journal per la formazione in rete" si fa il punto rispetto alla possibilità offerta del web 3.0 di riscrivere il concetto di apprendimento, dove l'individuo non è punto di arrivo di un processo educativo, ma anche punto di partenza in un processo circolare di integrazione di esperienze formative incentrate su uno sviluppo globale "life long". Apprendere quindi, in un ambiente di apprendimento, è apprendere a stare nella complessità del cambiamento perpetuo, adeguandone i codici comunicativi, sviluppando un clima cognitivo ed affettivo capace di valorizzare i nativi delle comunità di pratica. Melanie Riccardi
dany78

apprendimento collaborativo nell'assunzione e coinvolgimento di nuovi dipendenti nelle ... - 0 views

  •  
    Questo articolo evidenzia l'importanza soprattutto in un momento fatto di fusioni, acquisizioni oltre che di nuove assunzioni, dell'utilizzo dell'apprendimento collaborativo come metodologia di integrazione aziendale dei nuovi dipendenti(neo assunti) o di dipendenti che si ritrovano incorporati in nuove aziende e che devono necessariamente , velocemente integrarsi ed imparare le nuove modalità e tecnologie, nonché i nuovi standard aziendali e le nuove piattaforme, costruendo team globali altamente qualificati in pochi giorni, anziché in mesi, e migliorando il processo di onboarding. questo è possibile perché l'apprendimento collaborativo permette di risparmiare tempo, includere i nuovi permettendo di rompere più rapidamente i ghiaccio favorendo anche l'orientamento e ovviamente permettendo ai singoli collaboratori di adattare il materiale e le nozioni nel modo più ottimale ai loro standard di apprendimento sfruttando la modalità asincrona.
dany78

Cognizione distribuita | NUOVA DIDATTICA - 1 views

  •  
    L'articolo a cura di Valentina Mucciarelli spiega il concetto di cognizione distribuita. Questo costrutto è utilizzato da Hutchins dalla metà degli anni '80 per spiegare la complessità dei processi di conoscenza. Questo approccio enfatizza la natura distribuita nel tempo e nello spazio dei fenomeni della cognizione, collegando l'attività del pensare con gli strumenti materiali che troviamo nel contesto sociale. Questo articolo permette di avere una visione panoramica di cos'è la cognizione distribuita, da quali teorie nasce e in quali ambiti trova applicazione oggi
  •  
    l'articolo parla dell'ampliamento del concetto di cognizione distribuita, di come i processi di costruzione della conoscenza sono dipendenti dall'ambiente in cui si sviluppa l'apprendimento. la conoscenza umana non apparterrebbe solo al singolo individuo ma sarebbe presente anche negli artefatti siti nell'ambiente, nelle altre menti, memorie e prodotti dell'ingegno. I prodotti dell'attività cognitiva dipendono sempre dal coordinamento d'interazioni sociali e discorsive con altri e non sono né attribuibili ai singoli individui né descrivibili in modo decontestualizzato
dany78

Psicotecnologia: come la realtà virtuale stravolge le categorie di spazio e d... - 0 views

  •  
    Psicotecnologie: tra virtuale e reale, dal potenziamento cognitivo alla psicopatologia. In quest'articolo del Sole24ore, la dott.ssa Guerrini opera una riflessione sull'implicazione dell'uso dell psicotecnologie, in particolare del loro effetto sugli adolescenti, che per sfuggire ad un confronto a volte doloroso con il proprio corpo si rifugiano in una realtà virtuale. Ma virtuale quindi, non è reale? Ed il "cyberspace" è un oggetto buono o cattivo? La conclusione della psicanalista è che le psicotecnologie sono un mezzo, e quindi ciò dipende dall'uso che ne facciamo.
  •  
    interessante articolo che si sofferma sul ruolo importante che le nuove tecnologie svolgono e che possono assumere una duplice natura positiva per produrre qualcosa di buono ad esempio come sostegno psichico, o negativa, attraverso un controllo onnipotente e perverso. Viene definito cosa si intende per psicotecnologie, ovvero tutte le nuove tecnologie soprattutto in ambito della realtà virtuale, che fungono da vere e proprie protesi psichiche, consentendo di espandere le dimensioni di un'esperienza. l'articolo cerca di far emergere il ruolo "moralmente Neutrale"delle nuove tecnologie e di come Sarebbe saggio considerarle come rappresentanti di un'area di nuove esperienze, anche se per la maggior parte ancora da comprendere pienamente.
De Rose Mario

Scrittura ipertestuale - 2 views

  •  
    Interessante articolo su come l'era dell'informatica abbia modificato la didattica con un focus particolare al tema scrittura ipertestuale e apprendimento. L'articolo in particolare affronta la logica dell'ipertesto alla luce delle prospettive di Bruner e di Gardner.
  •  
    Contenuto trasversale sugli argomenti del corso sulle psicotecnologie. Si parla dell'utilizzo nell'apprendimento e di come deve essere sviluppato un ipertesto a tale scopo.
monicapiccione

La natura dell´ intelligenza NEUROSCIENZE - 0 views

  •  
    L´articolo scientifico e´ un estratto di un elaborato di Carlo Caltagirone che si propone di fornire una definizione di intelligenza e di mostrarne le basi neurobiologiche sottostanti e presentando una panoramica di termini, costrutti, teorie e autori al termine connesso, con una accurata ed ampia bibliografia consultabile per approfondimenti.
monicapiccione

«Il multi-tasking umano? Non esiste,nè per le donne né per gli uomini» - Il S... - 0 views

  •  
    Quando si parla di multitasking in ambito informatico/tecnologico non ci si sorprende; per molto tempo girava voce che questa facolta´ fosse appartenente anche agli umani con tanto di vanto di chi pensava di possederla. Con questo articolo viene smontata completamente la tesi secondo la quale il multitasking sia un attributo anche umano.
aliceice

Chat GPT: l’intelligenza artificiale che ci costringe a pensare – Education... - 0 views

  •  
    In Questo articolo scritto da Mario Fieri, esperto di tecnologie, educazione e cultura, presso la Rivista Education 2.0, presenta una nuova forma di intelligenza artificiale, ChatGPT, che "Pretende di simularci in quanto intellettuali". Riporta una domanda posta da Alan Turing nel 1950 "le macchine possono pensare?" Ma la vera domanda é "le risposte che una macchina da alle domande, sono distinguibili o meno da quelle di una persona?, procedendo con un excursus sull'intelligenza artificiale, nel tentativo di sviluppare macchine con abilità linguistiche avanzate, Fieri scrive che, il successo dell'IA si deve al machine learning, frutto dell'osservazione di Turing il quale sottolineó che l'essere umano non nasce con strutture cognitive complete ,ma con una struttura iniziale, che attraverso le esperienze permette di apprendere. ( Il Sistema di chatGPT, é un IA generativa, in grado di produrre su richiesta risposte di ogni tipo, spiegazioni, interpretazioni, illustrazioni, soluzioni ai problemi, può persino scrivere poesie, saggi, testi su questioni filosofiche e scientifiche. Un caso di automazione di processi mentali, processi mentali guidati da uno scopo, é qui che sta il confine con il pensiero umano, quest'ultimo al contrario capace anche di sognare e di "filosofeggiare" senza meta. Cambieranno tuttavia le competenze di cui necessitiamo?alcune competenze diverranno automatizzate? e ancora, se i sistemi "rubano l'intelligenza", forse questo promuove un tipo di intelligenza ancora piú complessa? o potremmo passare dal rispondere alle domande a porre domande, via via sempre pii complesse. È chiaro allora che come con qualsiasi altra tecnologia, la scuola é inevitabilmente coinvolta, e le scelte possibili sono, ignorare o proibire, scelta che sembra perdente giá in partenza, oppure possiamo imparare a conviverci, anzi, dobbiamo proprio imparare ad utilizzarli con intelligenza.
aliceice

Multitasking e media multitasking: gli effetti su attenzione e apprendimento - 0 views

  •  
    Credo sia estremamente interessante riflettere su come il fenomeno del multitasking si sia diffuso principalmente grazie ai media digitali che, rendendo le omunicazioni istantenee, i compiti più veloci, hanno semplificato molti aspetti della nostra vita quotidiana, creando un ambiente dove distrarsi è all'ordine del secondo.
  •  
    In questo articolo esploriamo gli effetti che l'uso del media-multitasking a scuola, ha sull'apprendimento. Il multitasking é oggi un fenomeno assai diffuso nella società odierna, ma é davvero efficiente? (Sia in ambito scolastico che lavorativo, é un una pratica assai diffusa ed utile in quanto permette di velocizzare il proprio operato, tuttavia quanto influenza questo la qualità della prestazione oltre che dell'apprendimento? Di fatto Il Media-multitasking, sembrerebbe influenzare l'attenzione, questo perché le nostre risorse attentive sono limitate, un carico eccessivo di materiale da elaborare produce un decremento nella performance. Il media multitasking, implica l'uso di un mezzo tecnologico, studi condotti in ambito educativo hanno individuato che l uso del media multitasking conduce ad un decremento dell'attenzione,maggiore probabilitá di distrarsi, e prestazioni peggiori. Questo perché, nonostante si utilizzi il laptop per prendere appunti difficile é resistere alla tentazione di accedere ai social media. Studi condotti da Sana e colleghi, mostrano una correlazione tra media multitasking e un calo delle prestazioni accademiche, a quanto pare, in uno studio ulteriore, viene dimostrato che anche gli studenti che sono seduti vicino i compagni impegnati nel media-multitasking, mostrano notevole riduzione dell'attenzione. Sembrerebbe tuttavia che se i compiti eseguiti congiuntamente richiedono livelli di impegno/attenzione diversi, ad esempio se il compito secondario é meno impegnativo rispetto al principale, il media multitasking non influenza negativamente la prestazione.
laurabaragiola

Psicotecnologia: come la realtà virtuale stravolge le categorie di spazio e d... - 0 views

  •  
    questo articolo parta dell'enorme evoluzione della tecnologia virtuale degli ultimi decenni, tanto che Kerckhove, sociologo e giornalista Canadese, ha definito questo nuovo spazio "Tecnologia della mente o psicotecnologia". parla dello spazio virtuale e di come adolescenti e ragazzi spesso si rifugiano in esso e di come spesso il mondo virtuale viene utilizzato per gestire il disagio che gli adolescenti provano nelle mutazioni del loro corpo. il cyberspace è fondamentalmente uno spazio nel quale si può sentire di avere il controllo di ciò che accade; infatti in quello spazio la realtà si può controllare e anche manipolare. quanto può essere quindi più facile per un adolescente entrare in un mondo nel quale puoi sentire di avere totalmente il controllo, dove ciò di cui hai bisogno può essere raggiunto e ottenuto semplicemente con un semplice click. l'articolo in sostanza cerca di identificare i lati positivi del mondo virtuali in relazione alla crescita e alle problematiche adolescenziali, sottolineando anche come lo spazio virtuale può essere utilizzato in maniera positiva o negativa e di come Internet si possa considerare un oggetto buono se lo spazio virtuale viene usato per dare potenzialità di sviluppo.
Anna Sposato

Cyber dipendenza - 2 views

  •  
    Un articolo di come il web entra nella nostra mente e può diventare anche una forma di dipendenza.
Luigi Coccia

Nel mondo il multitasking è donna - 17 views

  •  
    Da donna sono d'accordo con questa teoria, ma ovviamente non si può generalizzare. Io personalmente vivo facendo tante cose contemporaneamente: mamma, moglie, studentessa, lavoratrice... Fin da ragazza ascoltavo la musica, studiavo, conversavo con le mie compagne... fa parte del mio essere e l'avvento di internet e degli smartphone non ha fatto altro che aumentare questa capacità.
  • ...7 more comments...
  •  
    Noi donne diciamo siamo predisposte al multitasking che ci viene proposto con le nuove teconologie. Anzi , posso dire che con le nuove tecnologie anche gli uomini stanno imparando ad essere multitasking .Per noi donne l'essere multitasking è qualcosa di innato e l'avvento delle tecnologie ci aiuta a praticarlo sempre di piu'
  •  
    Personalmente credo che il fatto di essere multitasking o meno sia più legato a caratteristiche personali che di genere, ritengo piuttosto che la narrativa che vede la donna come più multitasking dell'uomo sia maggiormente legata al ruolo sociale che viene imposto alla donna: lavoratrice, madre, moglie...
  •  
    Il multitasking crea un circolo vizioso di dipendenza dalla dopamina, premiando effettivamente il cervello a perdere la concentrazione e a cercare stimoli esterni. A peggiorare le cose, la corteccia prefrontale ha una "distorsione da gadget", il che significa che la sua attenzione può essere facilmente distratta da qualcosa di nuovo - gli oggetti ...
  •  
    Sicuramente ci sono persone più o meno predisposte alla capacità di svolgere più compiti contemporaneamente, ma mi piace molto questa definizione di Multitasking è donna. Ironicamente viene spesso detto che la donna ha maggiori capacità dell'uomo, che invece nel tentativo di fare due cose allo stesso tempo perde la concentrazione in uno dei due compiti dopo un breve tempo. Sappiamo anche che la quotidianità di una donna, lavoratrice, madre e che si occupa della casa ha la reale necessità di essere Multitasking, altrimenti le 24 ore di una giornata non sarebbero minimamente sufficienti , anche se spesso continuano comunque a non esserlo. Simpatica e realista il pensiero riportato nell'articolo in cui si dice: Menomale, siamo predisposte al multitasking.
  •  
    Sono d'accordo con questo sondaggio, poichè la donna all'interno della nostra Società svolge più mansioni e più ruoli nello stesso tempo, anche a causa di scarso tempo libero; quindi oltre ad essere portata al multitasking, si trova ad affrontare una situazione di adattamento relativo al proprio contesto socio-culturale; è supportata da determinate caratteristiche biologiche che la predispongono verso più approcci nello stesso momento. Di solito succede questo ma ciò non costituisce una regola generale.
  •  
    Anche io da donna mi ritrovo nel mettere in atto varie azioni in multitasking, molto spesso peró mi rendo anche conto che, a costo di voler fare tutto, mi ritrovo a non fare bene niente soprattutto se si tratta di parlare al telefono mentre si fa qualcosa, generalmente presto meno attenzione alla conversazione e rispondo monosillabica. Sicuramente si tratta di un comportamento maggiormente visibile nelle donne perchè fin da piccole osserviamo le nostre madri fare da mamme, cuicinare, pulire e molto altro contemporaneamente.
  •  
    Non sono d'accordo con ciò che l'articolo afferma, credo che il multitasking sia caratteristica dell'essere umano indipendentemente dal sesso. Credo che venga affibbiata per luogo comune di più alle donne. Ma è una capacità che l'essere umano continua a sviluppare indipendentemente se uomo o donna. Alcuni studi sostengono che le nuove tecnologie, per le loro caratteristiche interattive e per il loro modo di essere progettati ci permettono di fare più cose contemporaneamente e quindi di allenare questa nostra capacità. Come ad esempio tenere a mente i diversi impegni della giornata, camminare mentre siamo al telefono che parliamo di lavoro e stiamo nel frattempo sistemando la nostra scrivania. Credo che il focus dell'attenzione cadrà sempre su uno di questi compiti principalmente, è tendenzialmente sarà il compito che richiede di più la nostra presenza ed energia.
  •  
    Il multitasking è una caratteristica dell'essere umano che le attuali esigenze stanno amplificando. La donna per cultura e caratteristiche ne rappresenta la forma più valida, ma a quale costo? Mi chiedo se oltre al dovere vi sia anche il piacere e questo perchè uno studio che ho letto individua nell'uomo la componente "piacere" in queste azioni, cosa non rilevata nelle donne.
  •  
    Io credo che il multitasking vero e proprio non esista e non sia un attributo umano in quanto l´attenzione e´ selettiva; molto probabilmente l´articolo, decisamente non scientifico e poco esaustivo, si riferisce alla ormai ben nota e provata differenza tra il cervello maschile e quello femminile, che per motivi evoluzionistici e caratteristiche fisiche e di genere si sono sviluppati in maniera differente. Penso che in questo caso la parola multitasking sia stata fraintesa nel senso che la donna e´ biologicamente predisposta a fare piu´ cose e ad occuparsi della prole e ad avere una visuale generale della realta´, pertanto magari e´ maggiormente in grado di passare da un compito all´altro molto velocemente, mantenendo un elevato grado di attenzione, essendo anche piu´ sensibile, mentre l´uomo e´ maggiormente portato per altre task piu´ specifiche come la caccia, l´orientamento spaziale e altre che non approfondisco qui; (le conoscenze al riguardo le ho acquisite tramite la lettura del libro " il cervello delle donne").
Antonella Schiavone

Lo zucchero ci rende stupidi? - 5 views

  •  
    Uno studio condotto in laboratorio dimostra che una dieta ad alto tasso di fruttosio danneggia la memoria e la capacità di apprendimento!!!!In un esperimento condotto su ratti di laboratorio è emerso che le bevande zuccherate pregiudicano la memoria e rallentano l'apprendimento: un risultato che mette in allarme sui possibili effetti che una dieta ad alto contenuto di zucchero può avere sulle persone, dice il neuroscienziato Fernando Gomez-Pinilla. Ai fini della ricerca, il team di Gomez-Pinilla per prima cosa ha allenato alcuni ratti a trovare l'uscita da un labirinto, dando loro per cinque giorni solo acqua e mangime normale. Poi, durante le successive sei settimane, l'acqua dei ratti è stata rimpiazzata da uno sciroppo che conteneva il 15 per cento di fruttosio. "La maggior parte delle bibite gassate che la gente consuma contengono il 12 per cento di zucchero", ricorda Gomez-Pinilla della University of California a Los Angeles. Durante le sei settimane, a metà dei roditori sono stati anche somministrati olio di semi di lino e olio di pesce, entrambi ricchi di acidi grassi omega-3. Questi antiossidanti, come hanno rivelato ricerche precedenti, hanno una funzione protettiva nei confronti delle sinapsi - i collegamenti chimici - cerebrali. Dopo sei settimane di acqua al fruttosio, tutti i ratti percorrevano il labirinto in un tempo più lungo. Tuttavia, quelli a cui erano stati somministrati omega-3 erano leggermente più veloci degli altri. In seguito, studiando il cervello dei ratti utilizzati per l'esperimento, i ricercatori hanno scoperto che la dieta zuccherata aveva bloccato la capacità delle sinapsi di cambiare, un fattore chiave dell'apprendimento. L'acqua zuccherata aveva anche compromesso la produzione di insulina, la proteina che regola lo zucchero, nell'area del cervello chiamata ippocampo, la quale gioca un ruolo importante nella formazione della memoria sia nei ratti che negli esseri umani.
  • ...1 more comment...
  •  
    Hai mai letto "Sugarblues, il mal di zucchero"? E' un libro scritto da William Dufty nel 1975. A me è sembrato molto interessante. Mio marito (che mangia una quantità incredibile di dolci) dopo averlo letto ha provato a ridurre notevolmente lo zucchero bianco. Ormai usiamo quasi solo zucchero di canna grezzo (quello scuro, del mercato equo e solidale) o miele. Soffriva di terribili mal di testa, che sono notevolmente diminuiti da quando ha ridotto lo zucchero mentre, sistematicamente, quando mangia dolci in giro (quindi pieni di zucchero bianco) il giorno dopo ha immediatamente l'emicrania. Dufty fa delle precise ricostruzioni storiche di come lo zucchero abbia danneggiato anche la società, oltre che gli individui. La tesi principale dell'opera è che l'introduzione dello zucchero nella dieta, anche attraverso gli alcolici (Rum, distillato dello zucchero), il tabacco (che contiene dal 2 al 20% di zucchero, a seconda del trattamento delle foglie) e i cereali raffinati (riso e grano) abbia causato la diffusione o l'aggravarsi di malattie, tra cui, oltre alle più note e riconosciute, cioè obesità, diabete e carie, l'ipertensione, lo scorbuto, il beriberi e la peste bubbonica! A livello mentale, lo zucchero svilupperebbe maggiori livelli di aggressività e di iperattività, specie nei bambini. La sua accusa principale al saccarosio è di causare dipendenza, oltre che gravi danni al fisico umano. Proprio come l'oppio, la morfina e l'eroina, lo zucchero è una droga distruttiva, che dà assuefazione, dal momento che ne consumiamo ogni giorno in ogni tipo di alimento - dal pane alle sigarette - tanto che in base agli studi medici tutta la società è prediabetica: "Il diabete è senza dubbio la malattia più diffusa in Italia, avendo raggiunto una prevalenza superiore al 3% con una netta tendenza verso un progressivo incremento nel tempo". Ma la cosa interessante è la sua spiegazione di come l'introduzione dello zucchero causi fortissimi stress neurologici che ma
  •  
    un noto psichiatra e ricercatore britannico, Malcolm Peet, ha condotto uno studio per analizzare il rapporto fra la dieta e le malattie mentali. Già una prima parte dello studio ha dato un esito sorprendere: pare vi sia un forte legame tra il consumo di zucchero e il rischio sia di depressione che di schizofrenia . In effetti, ci sono due potenziali meccanismi attraverso i quali l'assunzione di zucchero raffinato sia in grado di esercitare un effetto tossico sulla salute mentale. In primo luogo, lo zucchero sopprime di fatto l'attività di un ormone della crescita chiave nel cervello denominata BDNF (attivo nell'ippocampo e nella corteccia cerebrale, regioni chiave nei processi di apprendimento, memoria e pensiero; il BDNF promuove la differenziazione di nuovi neuroni e delle loro parti costituenti, cioè assoni, dendriti e sinapsi - ndt), . Questo ormone promuove la salute ed il buon funzionamento dei neuroni nel cervello e gioca un ruolo vitale nella funzione della memoria innescando la crescita di nuove connessioni tra i neuroni. I livelli di BDNF sono criticamente bassi sia in caso di depressione che di schizofrenia, il che spiega perché entrambe le sindromi spesso portano ad un danno nelle regioni cerebrali (in effetti la depressione cronica determina un danno cerebrale). Ci sono anche prove svolte su animali in cui una bassa quantità di BDNF può innescare la depressione . In secondo luogo, il consumo di zucchero innesca una cascata di reazioni chimiche nel corpo che promuovono l'infiammazione cronica. In determinate circostanze, come quando il corpo umano ha bisogno di guarire da una ferita, una minima quantità di infiammazione può essere una buona cosa, dato che può aumentare l'attività immunitaria e il flusso di sangue alla ferita. Ma nel lungo periodo, l'infiammazione è un grosso problema. Si interrompe il normale funzionamento del sistema immunitario e va in collisione con il cervello. L'infiammazione è associata ad un aumentato rischio d
  •  
    Grazie a tutte per gli approfondimenti sull'argomento, estremamente interessante! L'articolo non è più visibile sul sito, e l'aver scritto in maniera approfondita mi ha aiutata nella comprensione. Mi permetto di ricordare alle nuove generazioni, che chi è nato, come me, negli anni '70 è cresciuto con la pubblicità "Lo Zucchero fa bene al Cervello" "Lo Zucchero è pieno di Vita", per cui è assolutamente necessaria una condivisione di informazioni aggiornate. Lascio qui di seguito il link di un articolo divulgativo https://magazine.igeacps.it/i-benefici-e-gli-svantaggi-dello-zucchero-cosa-dicono-le-ricerche-scientifiche/#:~:text=I%20vantaggi%20del%20consumo%20di,un%20rapido%20aumento%20di%20energia. L'argomento, proposto da Antonella e sviluppato da Raffaella e Aleksandra, trovo che potrebbe essere ottimo da proporre in una #CollaborativeLearning per ragazzi!
deborahnicoloso

Trends in Persuasive Technologies for Physical Activity and Sedentary Behavior: A Syste... - 0 views

  •  
    Questo articolo descrive come l'uso delle tecnologie in forma persuasiva possa essere un ottimo contributo per promuovere l'attività fisica ed una sana alimentazione. La tecnologia persuasiva (PT) è stata funzionalmente utilizzata per promuovere la salute e prevenire le malattie agendo per modificare determinati comportamenti. Ci sono tre obiettivi principali: (1) valutare l'efficacia del PT ; (2) riassumere ed evidenziare le tendenze nei risultati; (3) rivelare le insidie ​​e le lacune della letteratura attuale. Interessantissime le strategie persuasive impiegate e le loro implementazioni: Strategia di punizione, di monitoraggio/automonitoraggio, dell'autorità, di terze parti, di simulazione, di suggerimento, di definizione degli obiettivi, del tunneling, di ricompensa, del premio, sartoriale, di riduzione, di apprendimento sociale, di cooperazione sociale, di competizione sociale, di riconoscimento sociale, di facilitazione sociale, di influenza normativa, di personalizzazione, di autovalutazione, di somiglianza, di promemoria, di credibilità superficiale, di prova, di competenza, di verificabilità, di affidabilità, di gradimento e del ruolo sociale.
« First ‹ Previous 241 - 255 of 255
Showing 20 items per page