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Claude Almansi

Guarda | L'urlo della scuola - video - 6 views

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    "L'urlo della scuola Una nuova primavera per la scuola pubblica Skip to content home chi siamo l'Urlo del 23 marzo 2012 comunicazioni adesioni convenzione nazionale contatti Guarda Giovanni, papà e insegnante, Bologna Giorgia e le sue bimbe, Bologna Paolo Poli rilegge Pinocchio Celestini e la scuola che insegna la fila indiana Elena e i suoi bambini Veronica e i suoi bambini Sciopero della fame per la scuola, Bologna Intervista al dirigente, prof. Gardeni, in occasione dell'open day Marina, genitore, Bologna L'Urlo di Pizzocchi, comico Comitato Genitori di Rocca di Papa "
  • ...1 more comment...
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    C'eravamo anche noi di Pontedera! Anche Cristina (crizac68) ed io, oltre a numerose altre persone del comitato per la scuola pubblica della Valdera. Abbiamo organizzato una merenda per i bambini e qualche laboratorio creativo sul corso, in centro. Questo il blog che stiamo faticosamente mettendo insieme: Scuola Pubblica Valdera
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    C'ero anch'io
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    Giusto!
lapizz

La Stampa - India, il computer nel muro che insegna ai bambini - 3 views

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    «Hole in the Wall» interessante esperimento di quella che viene definita educazione minimamente invasiva. Esiste anche un libro "Il buco nel muro- come i bambini imparano usando liberamente il computer" dello stesso Mitra ed.Effatà.
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    Grande, e mi commuove, perché il Buco nel Muro indiano era fra i temi di discussione del primo corso online che ho seguito, nel 2003, "Development and the Internet" del Berkman Center for Internet and Society di Harvard - una specie di proto-MOOC i cui contenuti sono tuttora online: http://h2o.law.harvard.edu/ViewProject.do?projectID=64 . A quei tempi essere in oltre 200 partecipanti da tutto il mondo ci sembrava "massive"... e i muri erano muri veri, mica quello di facebook :D La discussione sul Buco nel Muro si trova in http://h2o.law.harvard.edu/viewThread.do?postId=3252#3322
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    Grande Claude, grazie per i link, sempre 1000 passi avanti! Ho letto recentemente il libro e mi ha colpito molto.
giacomo toffol

Pesticidi e salute dei bambini (una prova di utilità del blog) | giacomotoffol - 0 views

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    I pesticidi che vengono utilizzati sempre più in agricoltura hanno degli effetti collaterali molto gravi sulla salute dei bambini.
giacomo toffol

Allarme sulla preoccupante condizione di bambini e giovani in Italia - 0 views

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    In Italia 1 bambino su 3 è a rischio povertà. Il 18% dei ragazzi abbandona la scuola e 1 milione e mezzo vive in territori avvelenati. Il 40% dei giovani è senza lavoro e molti non riescono a formare una famiglia o lasciare la casa dei genitori.
sabinaminuto

Emergenza educativa e nuove tecnologie. Stimoli per una riconsiderazione della questione, - 6 views

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    "Emergenza educativa enuove tecnologie. Stimoli per unariconsiderazione della questione GIOVANNI MARCONATO 1 Internet e le nuove forme di comunicazione stanno portando radicali cambiamenti nella vita pratica di ognuno di noi. Questi mutamenti possonoprodurre, spesso, reazioni diverse in base alla realtà anagrafica delle persone,tanto da rendere appropriata l'espressione "nativi digitali", per coloro che sono nati nell'era tecnologica, da contrapporre ai cosiddetti "immigrati tecnologici", espressione riferita a coloro che sono entrati in questa epoca provenendo "da altrove" e con un piede radicato nel passato. Il contributoofferto dal presente lavoro diviene importante non solo ai fini di comprendere le differenze e le difficoltà di comunicazione e di linguaggio fra allievi e insegnanti-formatori, ma soprattutto per indicare una via per arginare l'emergenza educativa che si sta costantemente espandendo. Il suddettopercorso non può che passare per un uso significativo e responsabile di Internet, delle tecnologie digitali e più in generale dei nuovi mass media. 25 ANNI DELLA RIVISTA 22 sformata significativamente, ci viene facile dare una spiegazione ai compor-tamenti "tecnologici" dei bambini, dei pre-adolescenti e degli adolescentiche sono nati trovando le tecnologie, Internet e telefonini come presenzanormale e naturale nei propri luoghi di vita ed incorporandoli spontanea-mente, con estrema naturalezza, nelle pratiche personali e sociali. Nessunaabitudine (individuale e sociale) pre-tecnologica può determinare e model-lare il loro modo di interagire con la realtà e nulla è di ostacolo all'inven-zione di stili e pratiche di relazione del tutto nuove e determinate solo dallefunzionalità e dalle affordance presenti nei nuovi strumenti. Nessun mecca-nismo di transfer negativo ha impedito l'esercizio creativo (agito più spessonella dimensione sociale e collaborativa, che in quella individuale) di deter-minare nuovi modi di agire e,
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    Tra le molte riflessioni che l'articolo di Marconato apre ne posso scegliere, per ora, un paio: 1) è corretto porre la questione in termini di "nativi digitali"? 2) E' soltanto, o principalmente, l'approccio verso le tecnologie digitali a creare un divario fra ragazzi e insegnanti? Riguardo alla prima domanda ho notato come atteggiamenti (e attitudini) simili a quelli dei ragazzi nei confronti di internet ce l'hanno anche tanti adulti, specialmente se di bassa istruzione. Questo mi fa pensare che la frequentazione assidua, soprattutto, di social networks dipenda essenzialmente dall'avere poche difese contro l'accettazione passiva di mode e modelli di consumo. Infatti, da quello che ho potuto vedere, sono pochi i ragazzi che possiedono "vere" competenze informatiche e, in genere, quelli che le possiedono, spesso, le condividono con almeno un genitore. Di positivo c'è l'apprendimento intuitivo e condiviso degli strumenti per navigare e comunicare in internet, ma anche quello non mi sembra "generazionale": è tipico anche di molti adulti, soprattutto se non hanno subito il condizionamento del cosiddetto "metodo di studio". Per l'apprendimento non serve la fatica ma l'interesse. Alla seconda domanda ha risposto già, in modo articolato, Marconato: i gap generazionali ci sono sempre stati. Inoltre, nel "villaggio globale" non c'è solo una cultura globale e condivisa; anzi, di condiviso c'è poco. Sta all'insegnante avere un'apertura verso l'altro, tale da non dare per scontato che egli possieda conoscenze prestabilite alle quali collegarsi. Spesso è già un errore considerare che un alunno possieda quelle certificate nei precedenti anni di scuola. Tra l'altro, se egli ha molte curiosità e interessi, e questi internet aiuta decisamente a soddisfarli, ma le sue informazioni divergono da quelle possedute dall'insegnante, per i prof più tradizionalisti è anche peggio, ma era così anche
Francesco Valotto

Elogio del Blocco Note | SusyDiario - 3 views

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    Più si va a fondo della tecnologia più è importante la propria capacità di ragionare. Partendo da esperienze personali un appello per formare i bambini sulle tecnologie (più che sul loro utilizzo)
antonella coppi

Just a click to be friends - 3 views

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    Etwinning project:attraverso i lavori di gruppo cooperativo a distanza ,l'uso delle ICT e il potenziamento della lingua inglese,i bambini e le bambine parteciperanno ad una 'photo competition' sui valori dell'amicizia.Il progetto è nato dalla collaborazione di una scuola italiana e una polacca ma il partenariato deve essere allargato ad altri partners...se qualcuno fosse interessato.....Età dai 6 agli 11 anni ma si possono organizzare anche gruppi verticali con scuole di altro grado.
fabrizio bartoli

Giovanni Bonaiuti | M-PED/03 - 3 views

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    "Tuttinclasse! è una particolarissima lezione a una classe di studenti delle scuole medie sui 150 anni della scuola italiana. La lezione di storia, registrata alle Officine Grandi Riparazioni di Torino nell'ambito della Mostra "Fare gli italiani", rappresenta un viaggio nella storia recente del nostro paese e di una delle sue più importanti istituzioni: la scuola. E' la storia di come i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze…ma anche gli uomini e le donne hanno imparato a leggere e scrivere, a essere cittadini, a farsi rispettare e a rispettare gli altri."
mrsfraba

Un tablet per i dislessici - 9 views

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    Potrebbe essere solo un altro modo per una famosa azienda di telefonia di fare un sacco di soldi, ma se può agevolare gli apprendimenti nei DSA ci piace.
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    Bene che si sviluppino questi strumenti. Puoi per favore aggiungere tag sulla dislessia, discalculia e tutto quello che ti viene in mente, così poi ritrovo questa segnalazione? Grazie!
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    Non so quanto ci possa lucrare la Vodaphone a quella tariffa mensile (bisognerebbe verificare cosa copre, però). Ma almeno vendono il tablet anche senza abbonamento. Tra le app mostrate nel video inserito: - Sintesi vocale (TTS) per legger i testi: mah, quella c'è su tutti i tablet Android, e in più lingue. - Interessante invece Archimede che ripete ad alta voce i calcoli inseriti: utile pure per chi ha problemi motori. - Vocabolario: devo provare scrivendo con A.I. Type (che sembra la tastiera usata nel video) se non si può ottenere anche di base la lettura ad alta voce delle parole suggerite. Ci vorrebbe invece un'app costruita sulla funzione di dettatura che c'è già e funziona piuttosto bene in italiano in Android 4.0, per facilitare la correzione di eventuali errori. Ma forse, visto il target educatori, non vogliono troppo insistere su quella possibilità di dettare.
Francesco Valotto

BOSCAINO /GUASTAVIGNA - Libri di testo digitali, un ragionevole stop » LA PAG... - 7 views

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    Ha o non ha ragione il ministro Carrozza?
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    Non lo so, voi che ne pensate? A me pensare a bambini di scuola primaria con il libro digitale sul tablet mette una tristezza infinita, e tutto sommato un passaggio completo al digitale non lo vorrei nemmeno per gli altri ordini di scuola (non so, sono sempre stata affezionata al profumo dei libri, al rumore del lapis sulla carta...). Però dei VERI libri digitali interattivi (e aperti) sarebbero indubbiamente utilissimi in molti contesti e per molte materie.
antonella dallomo

la filosofia insegnata ai bambini - 2 views

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    storia di vita vissuta
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