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Claude Almansi

Navigare Meglio Giugno 2013: Strutturare le informazioni - Almansi - 2013-06-18 - 3 views

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    "Da anni, la sovrabbondanza di informazioni è un problema nell'utilizzazione del Web in generale. Per fortuna, esistono diversi mezzi per rimediarvi. "
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    Versione online della rubrica "Navigare Meglio" uscita su "Spendere Meglio" di giugno 2013. La condivido con il gruppo ltis13 su Diigo perché si riferisce abbondantemente alla nostra strutturazione delle informazioni nel contesto di #ltis13
Lucia Bartolotti

Howard Gardner | Multiple Intelligences - 1 views

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    La pagina è un po' povera, ma ci sono alcuni documenti .PDF (in inglese) che danno informazioni. Stile più accademico che divulgativo.
Claude Almansi

Massimo Spiga - Blog: Cory Doctorow: Il PRISM della NSA, perché la privacy è ... - 2 views

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    "Tratto da The Guardian, scritto da Cory Doctorow, tradotto da me [Massimo Spiga]. Questo è uno dei temi portanti di SCEGLI IL TUO VELENO, quindi vale la pena approfondire. Alcuni si chiedono come mai si faccia tanto chiasso riguardo alle rivelazioni su Prism ed altre forme di sorveglianza a strascico della NSA. William Hague, affermando che gli innocenti non hanno nulla da temere dalla diffusione involontaria delle loro informazioni personali, solleva degli interrogativi su quali siano i danni prodotti dallo spionaggio. Ecco alcuni motivi per cui dovresti preoccuparti della tua privacy, della divulgazione dei tuoi dati e della sorveglianza in generale. "
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    @Claude Almansi o chiunque abbia accesso alle modifiche. Tempo fa, nel postare la link sulla petizione pro Snowden, ho messo i tag cittadinanza, diritti, comunicazioni e web. Nessuno coincide con quelli di questo post sostanzialmente sullo stesso argomento...
Claude Almansi

Elaborazione di immagini - tre fatti che fanno la differenza - #loptis « Labo... - 4 views

  • Elaborazione di immagini – tre fatti che fanno la differenza – #loptis
    • Claude Almansi
       
      Grazie a questo post, adesso capirò un po' di più al corso Digital Signal Processing dell'EPFL di cui finora soprattutto avevo reso pubblici i materiali in https://www.diigo.com/user/calmansi/DSP :)
  • (raster: griglia)
    • Claude Almansi
       
      "(raster:griglia)": spostare dopo "grafica raster"?
  • E tutti e tre usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi,
    • Claude Almansi
       
      "E tutti e tre [mp3, jpeg, mo4) usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi," - e ogg (audio) e ogv (video) sono anche non conservativi? - conservativo = lossless in inglese?
  • ...6 more annotations...
  • Sempre con l’editore di testo scrivo “pippo pippo…” tante volte (alla Shining – non mi sta vedendo nessuno…)
    • Claude Almansi
       
      Sarà il caso di avvertire i famigliari e le forze dell'ordine? :D
  • Il formato GIF usa una compressione conservativa. Questo lo rende adatto a immagini che contengono testo o grafica composta da linee. Si può usare per fare immagini animate.
    • Claude Almansi
       
      Su G+ un contatto ha scritto di Gfycat, un'app web + server che consente di trasformare i .gif in video html5, secondo http://gfycat.com/about . Ma come funziona? È una vettorializzazione del gif?
  • esportare un documento qualsiasi – testo, foglio di lavoro o altro – in PDF vuole dire farne una sorta di fotografia, ovvero congelarlo in un’immagine, e per di più un’immagine vettoriale, perché così risulta meno sensibile alla modalità con la quale viene rappresentato, grazie al meccanismo ad oggetti che abbiamo visto.
    • Claude Almansi
       
      Era certamente vero nel 2003, quando J. Nielsen scrisse http://www.nngroup.com/articles/pdf-unfit-for-human-consumption/ . Ma lo è ancora? Nei PDF odierni, a patto che non siano fatti con uno scanner senza OCR, si può selezionare e copiare un brano e si possono leggere con una sintesi vocale o una barra braille. Non significa forse che quei nuovi PDF sono testuali?
  • Anche Inkscape ha un formato di riferimento che conserva tutto ciò che serve per conservare il lavoro fra sessioni successive, è lo SVG. Valgono le stesse considerazioni fatte a proposito del formato XCF di Gimp.
    • Claude Almansi
       
      Lo stesso vale anche per .aup, per il trattamento dell'audio in Audacity? O i progetti Audacity funzionano con un sistema di livelli (layer)?
  • Infine il terzo fatto che fa la differenza in materia di elaborazione di immagini: l’esistenza dei livelli (layers).
    • Claude Almansi
       
      Cfr annotazione precedente sui formati che salvano tutte le fasi di lavoro e Audacity.
    • Claude Almansi
       
      E queste annotazioni che sto aggiungendo sul tuo testo con Diigo, che in teoria tutti dovrebbero poter leggere se visualizzaono la pagina tramite l'URL https://diigo.com/01lqff , e che producono delle annotazioni nel segnalibro condiviso col gruppo Diigo ltis13 - anche queste annotazioni sono un livello/layer?
    • Claude Almansi
       
      Poi nei video mostrati sul sito ted.com, il player in realtà può mostrare 2 cose: il video e un file testuale a scelta di sottotitoli. E quei file testuali di sottotitoli producono le trascrizioni interattive in varie lingue che si possono attivare sotto il player. Anche lì si tratta di livelli/layer? Poi quel player di TED.com ha anche una funzione che ti consente invece di scaricare il video con i sottotitoli che vuoi incisi dentro il video, cioè in un unico video. È la stessa cosa che quando lavori con i livelli per produrre un'immagine, o con le piste per produrre un audio, poi esporti il tutto o in jpg o in mp3, ad es.?
  • Se la suggestione per qualcuno c’è stata allora costui proverà a fare qualcosa. Se avrà problemi lo scriverà, e noi lo aiuteremo.
    • Claude Almansi
       
      Grazie! Poi ci provo ... e aggiungerò semmai altre domande con le annotazioni Diigo che finiranno in https://diigo.com/01lqff , di cui non ho ancora capito se è un layer/livello o meno ;-)
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    "- Sicuramente un post per gli studenti di "Editing multimediale" della IUL ma anche per tutti quelli a cui capita di lavorare con le immagini - Grafica bitmap e vettoriale - Due o tre cose sui formati più noti, GIF, PNG e JPEG, sulla compressione delle informazioni, conservativa e non, e sui formati "dedicati" XCF e SVG - Gimp e Inkscape, due bellissimi software liberi per l'elaborazione delle immagini che girano su Linux, Mac e Windows - Elaborazione delle immagini in livelli" ---- [Titoli:] Primo fatto: software libero anziché proprietario Secondo fatto: distinguere fra grafica bitmap e vettoriale > Immagini digitali > dpi e risoluzione > Tipi di grafica > Grafica bitmap > Grafica vettoriale > Formati - compressione > Manipolando foto > Fabbricando immagini > Lavorare in grafica bitmap con Gimp > Lavorare in grafica vettoriale con Inkscape Terzo fatto: usare i livelli (layers) Coda Note
Claude Almansi

LIA - Libri Italiani Accessibili | Webaccessibile.org - Livio Mondini 2013-06-20 - 6 views

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    "Dopo molti annunci, è finalmente andata online "LIA, la vetrina di ebook accessibili pensati per le persone non vedenti e ipovedenti". Era legittimo chiedersi cosa fossero i libri italiani accessibili, poiché né la nazionalità italiana né "libro accessibile" fornivano un qualche indizio sulla natura di questi libri. Ora, dopo la messa in onda, regna lo stesso la confusione: non si riesce a capire in cosa consista il servizio LIA. A prima vista, il sito si presenta come un espositore di libri in formato epub, la cui unica differenza con i normali epub disponibili online in innumerevoli store sembra essere l'apposizione di una specie di certificazione di accessibilità denominata "bollino LIA". (...) Il testo della "certificazione" è perlomeno generico: (...) Questo eBook è certificato accessibile da LIA come? Con quali criteri? Chi sono i certificatori? Non è dato di saperlo. Così come sembrano piuttosto scontati i parametri di valutazione (...) D'accordo, il corretto uso degli elementi sicuramente aiuta la navigazione, ma siete sicuri che inserire dei titoli in ordine gerarchico sparso e casuale, basta che ci siano, sia utile a qualcuno? La "vetrina" sembrerebbe dedicata soltanto a questo: selezionare nella vastità degli epub disponibili sul mercato alcuni titoli scelti e valutati accessibili da qualcuno non si sa chi e come, e rimandare a store esterni per l'acquisto degli stessi. Sì, avete capito bene, bisogna usare due carrelli elettronici: prima quello del sito LIA, dove si selezionano i libri desiderati, e poi quello dello store esterno per effettuare l'acquisto vero e proprio. Siamo davvero sicuri che questo sia un aiuto per chi non ci vede o ha gravi problemi di vista? Non era già abbastanza complicato dover affrontare un carrello? No, due. Potrebbe essere complicato per chiunque, ma per chi utilizza uno screen reader lo è il doppio: effettua l'acquisto in un sito, poi deve anche essere in grado di continua
  • ...4 more comments...
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    Una precisazione, poichè avevo postato anch'io questo link. LIA (almeno da quanto dichiara) non si pone come soggetto che sceglie libri accessibili e li vende. Piuttosto offre un servizio agli editori: io ti do le "regole" da seguire e ti aiuto a far si che il tuo ebook sia accessibile, se tu le rispetti quello che ti affro in cambio è "visibilità" (perdonate quello che appare come un calambour trattando in particolare di non vedenti!). Questo è il motivo del doppio carrello: non è un rivenditore, ma un "supporto progettuale" che poi aggiunge un bollino che ha funzione analoga a quello di una certificazione ISO in azienda: certifico che hai seguito le regole per l'accessibilità
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    Sorry, Francesco: avrei dovuto controllare. Però Livio Mondini ha ragione lo stesso sulla rogna di per sé di dover usare 2 carrelli, sulla rogna aggiuntiva di quello LIA che non si svuota dopo l'acquisto presso il venditore, e sui criteri troppo vaghi del bollino LIA - e sul fatto che gli editori apparentemente di quel bollino se ne sbattono. Per il tuo uso di "visibilità", non ti preoccupare, ci giocano anche i ciechi stessi: c'è http://www.comecivedi.ch/ (ora in manutenzione) sito collaborativo di ciechi ticinesi, e http://www.titengodocchio.it/ , il sito di Vincenzo Rubano, studente cieco, per segnalare siti inaccessibili, nato da un suo sondaggo intitolato "m'illumino di meno...ma ci "vedo" di più". ;)
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    Figurati: cedo la primogenitura per molto meno di un piatto di lenticchie!!! ;-) A parte gli scherzi quello che intendevo dire è che LIA non si pone come interfaccia tra editori e non vedenti, ma piuttosto come "lobby" per spingere ad adottare gli standard che rendono gli ebook (più) accessibili e dunque (anche se indubbiamente potevano risparmiarselo!) essere a sua volta poco accessibile non è una colpa così grave: si rivolge più a vedenti che a non vedenti! Quanto ai criteri ammetto di non aver approfondito la cosa, ma si deve considerare che esistono standard internazionali (per il WEB il W3C, non so se sia applicabile anche agli ebook anche se a logica direi di si) che garantiscono il massimo di accessibilità. Adottarli non è banale ma nemmeno una cosa terribile (io l'ho fatto sulla piattaforma di elearning che ho creato): basta deciderlo e metterci quel po' d'impegno necessario. Immagino che la logica sia quella di spingere perchè la decisione sia presa e supportare per ridurre l'impegno necessario; mentre la "vetrina" sia più la classica carota alternativa al bastone (anche se in questi casi riterrei personalmente più adeguato i bastone!!! ;-D)
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    Ah, però tu avevi segnalibrato il sito stesso del progetto LIA! Io la recensione di Mondini su webaccessibile.org, quindi non c'è doppione. Webaccessibile.org è un sito dell'IWA Italia, coloro che hanno di fatto redatto le specifiche per la legge italiana sull'accessibilità informatica ("Legge Stanca"), cioè non solo l'accessibilità Web, se ho capito bene? Hanno anche una serie di testi su Stanca e WCAG, troppo tecnici per me. Sì, la carota vetrina-bollino può forse funzionare, ma questo dipenderà anche dalla reazione dei compratori potenziali che hanno bisogno di libri accessibili. Quelli non si baseranno prevalentemente sulla recensione di Mondini, forse (anche se Mondini, essendo cieco anche lui, e visto che scrive bene, è abbastanza seguito), ma piuttosto sul bouche à oreille, o equivalente Web 2.0.
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    Ah: m'ero fermato a LIA e non avevo fatto caso si trattasse di un commento su! Conoscevo l'IWA (un anno mi pare ci sono stato iscritto, ai loro esordi), non questo loro impegno. Posso però dire che la legge Stanca è estremamente discutibile: sia per come ha "personalizzato" gli standard invece di applicarli sia per restrizioni di contorno ed obblighi in alcuni casi assurdi che ha imposto. Non so però quanto sia farina del loro sacco e quanto contributo politico. Comunque adesso vado e leggere cosa ne dice lui
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    Non ha tutti i torti nelle sue critiche: effettivamente l'accessibilità del sito lascia molto a desiderare. La spiegazione però potrebbe esserci. Andando alla ricerca di chi ne fosse il proprietario (che non è specificato da nessuna parte sul sito!) scopro che si tratta di Ediser S.r.l. che - cercando - ha un sito sua che così la descrive: Ediser è la Società di servizi dell'AIE - Associazione Italiana Editori, fondata nel 2002 per l'erogazione di servizi rivolti alle case editrici, tra cui: - l'erogazione di corsi e seminari di formazione e aggiornamento per il personale che opera nella filiera editoriale e dei contenuti digitali o per persone che intendono avviare una casa editrice - la gestione dell'agenzia ISBN per l'area linguistica italiana, di cui è titolare l'AIE - la gestione dei diritti d'autore per la tutela dei diritti di riproduzione delle opere librarie e periodiche - l'organizzazione di fiere del libro attraverso la realizzazione "step by step" di stand collettivi e istituzionali - l'organizzazione di eventi legati al mondo dell'editoria - la gestione di progetti specifici di rilevanza nazionale e internazionale legati al mondo dell'editoria - il «Giornale della libreria»: il mensile professionale dell'editoria libraria e dell'industria dei contenuti editoriali italiana Inoltre LibriAccessibili.it - e più in generali il progetto LIA che ha un sito a parte chissà perchè... (progettolia.it) - è "Realizzato mediante il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali" come dice il disclaimer (obbligatorio per chi usi finanziamenti pubblici) accompagnato da loro del ministero definito "Partner di progetto". Insomma: sono gli editori che definiscono le condizioni per darsi il bollino e poi se lo danno... Ma pagato con i soldi che il Ministero non ha per salvare Pompei! Altro che bastoni e carote...
Francesco Valotto

Falla nelle SIM, a rischio 750 milioni di telefonini - Zeus News - 3 views

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    A proposito di informazioni e sicurezza...
Claude Almansi

Il feed RSS è morto. E adesso? - 2 views

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    "Forse la prossima chiusura di Google Reader sarà un bene. Ci costringerà, dopo una dozzina d'anni di uso dei feed reader, ad evolvere e a cercare un sistema migliore per tirare verso di noi i contenuti che davvero ci interessano. Ora bisogna solo capire se già esistono strumenti in grado di farlo, se esistono reti da pesca in grado di intrappolare solo pesci prelibati, o cani da tartufo in grado di riportare solo preziosi tuberi. O se invece saremo costretti a migrare, a 2013 inoltrato, sull'ennesimo aggregatore di feed, dove perle e banalità sono mischiate in ugual misura."
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    Titolo volutamente provocatorio. Partendo dall'annuncio della chiusura dell'aggregatore di feed Google Reader, l'autore si interroga su perché e con quali mezzi radunare e organzzare informazioni. Grazie a Mattia Lanzoni - https://www.diigo.com/user/Matzlanz - per la segnalazione.
lapizz

MOOC news and reviews - 0 views

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    MOOC News and Reviews is an online publication devoted to thoughtful critique of individual MOOC courses and to discussion of the evolving MOOC landscape. We are independent and user-centric, and our goal in every review is to answer for readers, "What will I experience in this course and how will it impact my life?"
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    di Robert McGuire segnalato da S. Downes su Twitter
Claude Almansi

Termini di servizio di Google - Norme e principi - Google - 0 views

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    "Ultima modifica: 01 marzo 2012 "
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    Vedi, in merito ai commenti sulla scomparsa di Google Reader al post http://iamarf.org/2013/04/06/come-seguire-le-fonti-in-internet-ltis13/ : "Modifica e interruzione della fornitura dei Servizi Ci adoperiamo costantemente per modificare e migliorare i nostri Servizi. Potremmo aggiungere o rimuovere funzionalità o caratteristiche e potremmo sospendere o interrompere del tutto la fornitura di un Servizio. L'utente può smettere di utilizzare i nostri Servizi in qualsiasi momento, anche se ci dispiacerà vederlo andar via. Google potrebbe anche interrompere la fornitura di Servizi all'utente oppure stabilire nuovi limiti di accesso ai Servizi in qualsiasi momento. È nostra opinione che i dati dell'utente siano di sua proprietà e che conservare il suo accesso a tali dati sia importante. In caso di interruzione della fornitura di un Servizio, ove ragionevolmente possibile, offriremo all'utente un ragionevole preavviso e la possibilità di rimuovere le informazioni da tale Servizio. "
Claude Almansi

The MOOC Guide (Stephen Downes author/coordinator) - 0 views

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    "The purpose of this document is two-fold: - to offer an online history of the development of the Massive Open Online Course (MOOC) - to use that history to describe major elements of a MOOC Each chapter of this guide looks at one of the first MOOCs and some early influences. It contains these parts: - a description of the MOOC, what it did, and what was learned - a description of the element of MOOC theory learned in the offering of the course - practical tools that can be used to develop that aspect of a MOOC - practical tips on how to be successful Contribute to this Book You are invited to contribute. If you participated in a MOOC, add a paragraph describing your experience (you can sign your name to it, so we know it's a personal story). If you know of resources or can add information about an element of MOOC theory, add to or edit the text that already exists. If you know of tools, provide a link to the tool, a short description, and your assessment of the tool. If you have a tip, add the tip. In order to participate, please email or message your contact details, and we'll you to the list of people who can edit pages. Send your request to stephen@downes.ca Your contributions will be accepted and posted under a CC-By license. http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/ Creative Commons License This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License. Thanks for your participation. The finished product will be published online and made freely available on the web. Stephen Downes"
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    Trad: Questo documento ha un doppio scopo: - offrire una storia online dello sviluppo del Massive Open Online Course (MOOC) - adoperare questa storia per descrivere elementi importanti di un MOOC. Ogni capitolo di questa guida esamina uno dei primi MOOC ed alcune delle influenze iniziali. È composto di: - una descrizione del MOOC, di cosa vi si è fatto ed imparato - una descrizione dell elemento della teoria dei MOOC imparato nell'offrire il corso - strumenti concreti che possono essere adoperati per sviluppare quell'aspetto di un MOOC - consigli concreti per la riuscita Contribuite a questo Libro Siete invitati a contribuire. Se avete partecipato a un MOOC, aggiungete un paragrafo dove descrivete la vostra esperienza (potete firmare il vostro nome, così sapremo che si tratta di una storia personale). Se conoscete risorse o se potete aggiungere informazioni su un elemento della teoria dei MOOC, aggiungetelo al testo esistente o modificatelo. Se conoscete strumenti, date un link allo strumento, una breve descrizione, e la vostra valutazione dello strumento. Se avete un consiglio, aggiungete quel consiglio. Per partecipare, mandateci un e-mail o un messaggio con i dati per contattarvi, e vi aggiungeremo alla lista di coloro che possono modificare le pagine. Mandata la vostra richiesta a stephen@downes.ca I vostri contributi verranno accettati e pubblicati sotto una licenza Creative Commons BY (attribuzione) http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/ Grazie della vostra partecipazione. Il prodotto finito verrà pubblicato online e reso liberamente accessibilie sul web Stephen Downes.
Daniele Guerrieri

INVALSI e software | Blog del Comitato per la Scuola Pubblica - Valdera - 4 views

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    Perché diciamo no alle prove Invalsi e alle modalità di comunicazione dei risultati imposte dal MIUR
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    Abbiamo avuto la stessa idea, io, 15 ore dopo di te, ho inserito lo stesso post di Lia.
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    Che bello far conoscere le nostre iniziative come Comitato Genitori/Insegnanti "Per la scuola pubblica"! Abbiamo avuto momenti più gloriosi, diciamocelo, ma anche se un po' più sfilacciati, continuiamo a tener alta la guardia perché, nonostante tutto, si possa salvaguardare quel po' di scuola di qualità che abbiamo con fatica costruito...Ecco perché l' Invalsi, in tutto il suo impianto, non ci convince affatto...
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    Sì infatti... è un momento di stanca, però è importantissimo riuscire ancora a diffondere queste informazioni!
sabinaminuto

Emergenza educativa e nuove tecnologie. Stimoli per una riconsiderazione della questione, - 6 views

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    "Emergenza educativa enuove tecnologie. Stimoli per unariconsiderazione della questione GIOVANNI MARCONATO 1 Internet e le nuove forme di comunicazione stanno portando radicali cambiamenti nella vita pratica di ognuno di noi. Questi mutamenti possonoprodurre, spesso, reazioni diverse in base alla realtà anagrafica delle persone,tanto da rendere appropriata l'espressione "nativi digitali", per coloro che sono nati nell'era tecnologica, da contrapporre ai cosiddetti "immigrati tecnologici", espressione riferita a coloro che sono entrati in questa epoca provenendo "da altrove" e con un piede radicato nel passato. Il contributoofferto dal presente lavoro diviene importante non solo ai fini di comprendere le differenze e le difficoltà di comunicazione e di linguaggio fra allievi e insegnanti-formatori, ma soprattutto per indicare una via per arginare l'emergenza educativa che si sta costantemente espandendo. Il suddettopercorso non può che passare per un uso significativo e responsabile di Internet, delle tecnologie digitali e più in generale dei nuovi mass media. 25 ANNI DELLA RIVISTA 22 sformata significativamente, ci viene facile dare una spiegazione ai compor-tamenti "tecnologici" dei bambini, dei pre-adolescenti e degli adolescentiche sono nati trovando le tecnologie, Internet e telefonini come presenzanormale e naturale nei propri luoghi di vita ed incorporandoli spontanea-mente, con estrema naturalezza, nelle pratiche personali e sociali. Nessunaabitudine (individuale e sociale) pre-tecnologica può determinare e model-lare il loro modo di interagire con la realtà e nulla è di ostacolo all'inven-zione di stili e pratiche di relazione del tutto nuove e determinate solo dallefunzionalità e dalle affordance presenti nei nuovi strumenti. Nessun mecca-nismo di transfer negativo ha impedito l'esercizio creativo (agito più spessonella dimensione sociale e collaborativa, che in quella individuale) di deter-minare nuovi modi di agire e,
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    Tra le molte riflessioni che l'articolo di Marconato apre ne posso scegliere, per ora, un paio: 1) è corretto porre la questione in termini di "nativi digitali"? 2) E' soltanto, o principalmente, l'approccio verso le tecnologie digitali a creare un divario fra ragazzi e insegnanti? Riguardo alla prima domanda ho notato come atteggiamenti (e attitudini) simili a quelli dei ragazzi nei confronti di internet ce l'hanno anche tanti adulti, specialmente se di bassa istruzione. Questo mi fa pensare che la frequentazione assidua, soprattutto, di social networks dipenda essenzialmente dall'avere poche difese contro l'accettazione passiva di mode e modelli di consumo. Infatti, da quello che ho potuto vedere, sono pochi i ragazzi che possiedono "vere" competenze informatiche e, in genere, quelli che le possiedono, spesso, le condividono con almeno un genitore. Di positivo c'è l'apprendimento intuitivo e condiviso degli strumenti per navigare e comunicare in internet, ma anche quello non mi sembra "generazionale": è tipico anche di molti adulti, soprattutto se non hanno subito il condizionamento del cosiddetto "metodo di studio". Per l'apprendimento non serve la fatica ma l'interesse. Alla seconda domanda ha risposto già, in modo articolato, Marconato: i gap generazionali ci sono sempre stati. Inoltre, nel "villaggio globale" non c'è solo una cultura globale e condivisa; anzi, di condiviso c'è poco. Sta all'insegnante avere un'apertura verso l'altro, tale da non dare per scontato che egli possieda conoscenze prestabilite alle quali collegarsi. Spesso è già un errore considerare che un alunno possieda quelle certificate nei precedenti anni di scuola. Tra l'altro, se egli ha molte curiosità e interessi, e questi internet aiuta decisamente a soddisfarli, ma le sue informazioni divergono da quelle possedute dall'insegnante, per i prof più tradizionalisti è anche peggio, ma era così anche
mrsfraba

Lezione introduttiva agli ebooklearning - 5 views

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    Interessante introduzione
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    Mmm sì, però mostra anche i limiti delle lezioni video: questo è il risultato grezzo di un Google hangout - però non c'è nessun segno di una discussione live nei commenti, che è il principale interesse di questo tipo di video. Seguire questa intro a posteriori? Pesantissima da caricare. Allora ho controllato - tramite le miniature della riga del tempo - i momenti in cui si vedeva altro che la faccia di Gino Roncaglia: visualizzazioni della piattaforma del corso, illeggibili come riconosce Roncaglia stesso. Perciò ho scaricato il video, convertito come mp3, tramite http://getvids.de/video.cgi . Fino a 37:23, ci sono solo informazioni amministrative che si potrebbero dare in modo molto più efficace in forma testuale, con link a documentazioni esistenti (descrizione del corso in http://ebooklearn.com/index.php?option=com_content&view=article&id=64:summer-school-online-su-e-book-ed-editoria-elettronica , aiuto Google sugli hangout) Il multimedia non si limita a un revival della TV dei mezzibusti anni 60. Anche il testo ne fa parte.
vincenzo bitti

Indire, sito ufficiale - 2 views

  • Se l’introduzione di queste dotazioni ha consentito di cambiare il modo di fare lezione, la disposizione dei banchi in file parallele orientate verso la cattedra non è più un’organizzazione funzionale perché si scontra con la dinamicità di processi, con la flessibilità della comunicazione e dell’interazione resa possibile dalle ICT.
  • Un ambiente didattico organizzato in questo modo è infatti predisposto unicamente per ricevere informazioni e non per cercare e selezionare fonti, negoziarle e condividerle.
  • Nell’ambito della ricerca sui nuovi spazi dell’apprendimento, l'Istituto Indire ha collaborato, inoltre, alla stesura dei principi ispiratori delle Linee guida edilizia scolastica, recentemente pubblicate sul sito del MIUR. Le linee guida prefigurano nuovi ambienti nei quali l’aula, tradizionalmente intesa, non è più lasciata sola nei processi di insegnamento e apprendimento: “per molto tempo l’aula è stata il luogo unico dell’istruzione scolastica, rispetto alla quale erano strumentali o accessori: i corridoi, luoghi utilizzati solo per il transito degli studenti. Tutti gli spazi della scuola erano subordinati alla centralità dell’aula o il laboratorio per poter usufruire di attrezzature speciali. Questi luoghi erano vissuti in una sorta di tempo “altro” rispetto a quello della didattica quotidiana. Ogni spazio era pensato per una unica attività e restava inutilizzato per tutto il resto del tempo scuola. Oggi emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere”.
  • ...1 more annotation...
  • La classe deve essere sufficientemente flessibile da consentire anche lo svolgimento di lavori di gruppo nei quali “l’insegnante non svolge interventi frontali ma assume il ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando  ambienti di apprendimento atti a favorire un  clima positivo e la partecipazione ed il contributo di ciascuno studente in tutte le fasi del lavoro dalla  pianificazione alla valutazione. Dovranno dunque essere pensati spazi per i lavori di gruppo, con arredi flessibili in modo tale da consentire configurazioni diverse coerentemente con lo svilupparsi e l’alternarsi delle diverse fasi dell’attività didattica. Un ambiente di questa natura deve essere in grado di essere sufficientemente flessibile da consentire, ad esempio, lo svolgimento di attività in gruppi di piccola o media composizione (ad es. in gruppi specialistici che lavorano, in parallelo, su argomenti affini), discussione e brainstorming (ad es. studenti e docente che si confrontano sulla soluzione di problemi, condividono le conoscenze pregresse, discutono su ipotesi di lavoro), esposizione/introduzione/sintesi a cura del docente, presentazione in plenaria di un elaborato a cura degli studenti, esercitazioni che coinvolgono tutta la classe ecc”.
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Lucia Bartolotti

Traffico Gmail di Lucia (ultimo anno) da IMMERSION - 0 views

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    Ecco l'immagine del traffico di un anno dal mio account Gmail ai miei contatti. Così come lo vede Google senza chiedermi il permesso (Google però vede i nomi dei miei contatti, che io ho tolto per questioni di privacy). Le reti che hanno lo stesso colore indicano chiaramente attività sociali di un qualche tipo, e sono riconoscibilissime. Si tratta di un'elaborazione possibile grazie ad un programma elaborato dal MIT di Boston, di nome "Immersion". Per maggiori informazioni, leggere l'articolo della Repubblica http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/07/13/news/immersion_le_e-mail_svelano_tutto_di_noi-62612194/?ref=HRERO-1 Presto un articolo sul mio blog amentiaverna.wordpress.com con maggiori commenti
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    Interessante, Lucia.
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    Volendo approfondire, leggere l'analisi completa in http://amentiaverna.wordpress.com/2013/07/13/ecco-come-siamo-spiati/
fabrizio bartoli

Partners in Learning - Professional development : windows in the classroom - 3 views

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    "The Windows in the Classroom Seminar is a series of videos that show real world examples of how software and devices can be used to enhance the learning experience. It is recommended that the entire seminar be viewed in one sitting. However, if you wish to complete Windows in the Classroom over multiple visits, you can close a video at any time. When you return, this seminar will pick up where you left off. At the end of this series you will be asked to take a short survey and awarded a Windows in the Classroom online learning badge. If you have chosen to make your profile public, you can proudly display this achievement for other Partners in Learning members to see."
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    Non si tratta di video disinteressati: sono un lungo spot commerciale sull'uso del Notebook di Windows "One Note". Con magnifici software, per carità... ma molto, molto proprietari. Microsoft, insomma. Quindi se siete dei patiti della ditta, potete sorbirvi i 45 minuti di spot con dimostrazione dei (raffinati, in verità) software, altrimenti lasciate perdere... Tanto più che per vedere i video suddetti, dovete lasciare un sacco di vostre informazioni e fare un questionario finale (sono proprio fissati con i badge, questi statunitensi!)
Claude Almansi

NOTES 693B (EFS Stanford, Adv. listening and voc. dev. - curated TED talks) - 4 views

  • no transcript available
    • Claude Almansi
       
      [about http://www.ted.com/talks/lang/en/a_ted_speaker_s_worst_nightmare.html ] Actually, this TED page has an English subtitle-generated transcript (as well as translated transcripts in the 47 other languages the video is subtitled in). And the transcript in http://amara.org/en/videos/h60BL6bU49WF/en/2426/ page where the English subtitles were made shows an average 90 wpm in the passages where Collins actually speaks. This remains rather slow indeed, however non natives may find it difficult to grasp the written texts that appear very briefly on-screen, and hence Collins' allusions to these texts. (CA)
  • no transcript available
    • Claude Almansi
       
      [About http://www.ted.com/talks/gel_gotta_share.html] Actually there IS a transcript generated by the subtitles captions: - below the player in http://www.youtube.com/watch?v=soAk3F0wX9s - downloadable from http://www.amara.org/en/videos/gUDo8ztfKMOW/en/40866/ (Download > TXT) 362 words in 3:20 = 108.6 WPM
  • no captions for the first 34 seconds
    • Claude Almansi
       
      [About http://www.ted.com/talks/gel_gotta_share.html] Actually captions now start at 0:03
  • ...1 more annotation...
  • no transcript
    • Claude Almansi
       
      Actually, there is a transcript for this video - on the YT original page from which it's embedded in the TED.com page. See my 2nd note to https://groups.diigo.com/group/ltis13/content/improv-everywhere-gotta-share-video-on-ted-com-11313381
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    "EFS 693B - STANFORD UNIVERSITY Advanced Listening and Vocabulary Development (...) TED Talks Introduction Below are groups of TED Talks, curated from http://www.ted.com and organized roughly by level and topic. You should do a full group (divided across several sessions if desired) and see if the integration makes them easier to understand (especially the later ones). Be sure to interact with them--don't just watch all of them straight through. However, you can do all or parts of some more intensively than others. Use your best judgment, and return to previous class notes as needed. Note that you are provided with the following information about the talk: 1. length 2. the overall speed in words-per-minute (WPM) 3. the vocabulary profile by percent of words at set frequency levels of the British National Corpus (3K, 5K, 10K, and more than 20K (off-list=OL)) 4. Accent (US, British, etc.) 5. Comments 6. Brief description of the content (from the TED website) (...) Last modified November 12, 2013, by Phil Hubbard"
  • ...1 more comment...
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    Da questo webquest di Phil Hubbard sono tratti i segnalibri taggati EFS_Stanford, cioè radunati (assieme a questo) sotto https://groups.diigo.com/group/ltis13/content/tag/EFS_Stanford .
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    Molto interessante e sopratutto utile grazie!
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    Grazie, Fabrizio, Ho taggato con "EFS_Stanford" - tra altri tag - questo webquest e i video ivi elencati dopo un webinar con Phil Hubbard organizzato via hangout da Vance Stevens domenica scorsa (8 ottobre). Nel webinar Hubbard ha insistito sul fatto che la forma di webquest direttivo era meglio delle forme di collaborazione sociali come tagging e condivisione, perché gli consentiva, da esperto, di dare informazioni coerenti. Allora taggare queste sue risorse TED su Diigo è anche un modo di esprimere il mio dissenso ;-) In effetti a proposito di http://www.ted.com/talks/gel_gotta_share.html , elencato in questo webquest, dice di non poter indicare le parole per minuto "perché non c'è trascrizione". Invece c'è, se si va alla pagina YT originale del video embeddato. Ora se invece di un webquest statico avesse condiviso questa risorsa con i suoi studenti in un gruppo come questo, c'è da scommettere che almeno uno di loro avrebbe rimediato all'errore in un commento - come d'altronde ho fatto in https://groups.diigo.com/group/ltis13/content/tag/EFS_Stanford%20GelConference ...
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