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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged architettura

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Tagging: una questione di etichette - Mds - 10 views

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    Tagging: una questione di etichette di Alberto Falossi Su internet c'è tutto: chi vede il web per la prima volta rimane colpito proprio da questo. È sorprendente trovare siti dedicati a qualsiasi argomento, non importa quanto strambo o di nicchia. Ma in questo mare di informazioni è difficile navigare: trovare un sito, una persona, un'email, può diventare letteralmente un'impresa.
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    Nel mare delle informazioni, la catalogazione per argomenti, i TAG, sono il salvagente ideale per trovare quello che si sta cercando.
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    Il tag è vero viene usato per trovare quello che si sta cercando nel mare magnum di internet però può anche essere uno strumento che fornisce indicazione sull'opinione dell'utente.
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    Il tag è uno dei protagonisti principali del web 2.0. L'articolo del Prof. Falossi è molto chiaro ed interessante, e nel proporre degli esempi utilizza gli stessi siti citati dal Prof. De Kerckhove nelle videolezioni. Davvero utili sono i consigli dell'autore su come scegliere i tag giusti.
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    anch'io ho trovato questo articolo davvero utile per capire uno dei fenomeni più pervasivi e sfuggenti della rete : la possibilità di tutti di proporre un propria catalogazione e, nello stesso tempo, di renderne il criterio condivisibile agli altri utenti
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    Interessante senz'altro, anche se molti suoi suggerimenti non sono ben usati dagli utenti!
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    Quando le categorie sono numerose e le informazioni di un determinato argomento sono consistenti il tag è sicuramente lo strumento più utile per la gestione delle informazioni. I tag sono delle etichette che forniscono significato ai contenuti per la ricerca delle informazioni, basata su parole chiave per recuperarle più facilmente e relativamente ad un argomento preciso.
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    Dedicherei particolare attenzione al paragrafo consigli per il Tagging, così come esiste una netiquette per i forum, credo sarebbe opportuno che tutti gli utenti prima di taggare "selvaggiamente" si attenessero a quelle poche e semplici regole che determinano un tagging "responsabile" e rendono lo strumento efficace. Mi è capitato più volte in passato, in diverse situazioni, di trovare così tanti tag su un oggetto che alla fine i tag non determinavano più una corretta discriminazione dell'argomento ricercato ma semplicemente riproponevano sempre lo stesso oggetto per qualunque ricerca proposta, invalidando così la funzione del tag. In breve direi "Tagga responsabilmente!"
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    Il termine si fa risalire a Richard Saul Wurman che, in un suo saggio del 1996, parla per la prima volta di "information architects" Il problema di definire cosa sia l'architettura dell'informazione e a chi serva è ancora irrisolto, a più di 15 anni dalla sua prima formulazione. Possiamo fare rientrare sotto il termine architettura dell'informazione: 1.I sistemi di organizzazione, labeling, e gli schemi di navigazione di un sistema informativo 2.Lo schema che sta dietro uno spazio informativo per facilitare lo svolgimento deicompiti che si prefigge e che fornisce un accesso intuitivo ai contenuti 3.L'arte e la scienza di classificare e strutturare siti web e intranet per aiutare le persone a trovare e gestire le informazioni 4.Una disciplina emergente e una comunità di pratica volta a applicare i principi del design e dell' architettura nel contesto digitale Architettura dell'informazione è quindi un termine circoscritto che caratterizza una materia che richiede un approccio multidisciplinare che si situa alla convergenza di molti saperi e professionalità.
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    Credo che in futuro si debba regolamentare anche quei nuovi lavori scaturiti dalle nuove tecnologie. tutti i giorni continuo a sentir parlare di SEO ma di veri professionisti non ne sto incontrando, molti sono semplici programmatori che si sono convertiti.
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    Interessante articolo specialmente quando parla di Tag cloud: un nuovo codice di comunicazione. La dimensione delle parole dipende dalla frequenza del tag all'interno del sito: più il tag è grande, più contenuti ci sono con quel tag. A colpo d'occhio l'utente può avere un'idea degli argomenti più trattati. Ogni parola della nuvola di tag è un link, che visualizza la lista filtrata per quel tag. Grazie all'interfaccia intuitiva, gli architetti dell'informazione stanno sempre più ricorrendo alle tag cloud nella progettazione dei siti.

LA NATURA DELL'INTELLIGENZA - 2 views

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
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natura dell'intelligenza - 3 views

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    io ho preso in esame un tipo specifico di intelligenza quella emotiva di GOLEMAN che vuole spiegare perchè persone molto intelligenti spesso falliscono in settori importanti della propria vita, succede questo secondo goleman perchè queste persone sono infelici ,mentre la nostra esistenza si fonda sulla separazione tra ragione ed emozione,goleman ci aiuta a capire che governando le attività del cuore ,esercitandole bene ,hanno una loro saggezza ,guidano i nostri pensieri i nostri valori e la nostra sopravvivenza quindi goleman aveva scoperto un nuovo tipo di intelligenza che si differiva finalmente da quella logica e geometrica.
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Architettura dell\'intelligenza - 0 views

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    Ho estratto alcuni passi della videolezione 4 sulla definizione di psicotecnologie
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    Si tratta delle video lezione 4 in cui il prof. De Kerchkove parla della natura dell'intelligenza.

Il disagio della simulazione - 5 views

started by andrea pidoto on 24 Oct 12 no follow-up yet

Multitasking Wikipedia---- - 4 views

started by ALESSANDRO GUARRATA on 20 Apr 12 no follow-up yet
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mulltitasking e psicotecnologie - 6 views

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    il cervello al giorno d'oggi
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    Al giorno d' oggi con l' accrescersi della societa' della informazione il cervello si abitua a svolgere piu' compiti simultaneamente (multitasking work) senza provocare interferenze. Come nel computer si ha la possibilità di aprire varie finestre ed elaborare in parallelo le informazioni anche il nostro cervello e capace di elaborare piu' compiti contemporaneamente. La formazione cerebrale diviene in tal modo piu' flessibile e capace di suddividere la attenzione in molteplici attivita' di elaborazione delle memorie e breve termine. L' utilizzare le molteplici capacita' di integrazione cerebrale della informazion, come si fa con lo "zapping in TV", va' pero' a discapito della concentrazione attenzionale e percettiva. Pertanto , come si puo osservare dagli studi di Risonanza Magnetica Funzionale del Cervello ( RMf-Brain -Imagin), la elaborazione della parallela della informazione va ad attivare ben poco le zone centrali del cervello responsabili del confronto con i processi mnemonici a lungo termine ( Talamo ed Ipotalamo). Pertanto il passaggio da una formazione di tipo logico-seriale, ad una piu' propria dell' e.learning mediata dalla utilizzazione del computer, comporta una maggior capacita' di elaborazione immediata e flessibile delle informazione, ma sostanzialmente deprime i processi di formazione delle memoria a lungo termine. In conclusione l' abitudine a saltare da un processo di integrazione cerebrale della informazione ad un altro con una elevata frequenza, certamente cambia la forma di intelligenza poiche' cambiano le modalità di articolare il pensiero, aumentando contemporaneamente lo stress e diminuendo il controllo della percezione cosciente, determinato in precedenza dal confronto costante con ma memoria a lungo termine. Infine e stato notato che i modelli modulari e flessibili della attenzione sono piu' appropriati al cervello femminile che e' mediamente piu' capace di passare da un compito all'
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    il multitasking è l'essenza della nuova era, i giovani sono sempre più mutitasking, anche nella vita quotidiana, è facile vedere persone che anche alla guida, scrivono sms, mentre ascoltano la radio e magari fumano anche una sigaretta, dando uno sguardo di tanto in tanto al percorso sul navigatore..
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    La locuzione Homo Zappiens è stata coniata da Wim Veen e Ben Vrakking, rispettivamente professore e ricercatore all'Università di Delft, per indicare la generazione digitale, cioè quei giovani nati e cresciuti all'ombra delle tecnologie mentali, abili nel gestire il flusso (o il sovraccarico) di informazioni che circola nei nuovi media, nell'intrecciare le comunicazioni faccia a faccia con quelle virtuali e nello sfruttare i loro interlocutori connessi in rete per risolvere in modo cooperativo i loro problemi, a volte capaci di fornire un contributo sia pur minimo alle conoscenze condivise. HZ apprende esplorando e giocando, cioè trasferendo le tecniche dei videogiochi a problemi di varia natura e impadronendosi di conoscenze che non fanno più parte di un canone scolastico semifisso ma sono negoziabili e mutevoli a seconda del contesto e delle circostanze. Queste capacità e caratteristiche di apprendimento saranno utilissime a HZ nella società della conoscenza "liquida" che si profila. Interessante è il rapporto di HZ con la scuola: il tempo di attenzione breve, il comportamento iperattivo, l'indipendenza nell'apprendere fanno dello scolaro HZ un soggetto difficile ma stimolante, che richiede metodi nuovi e originali di insegnamento. E, sostiene Veen, è la scuola che si deve adattare a HZ perché la società che si annuncia avrà bisogno di persone capaci di affrontare la complessità, la mutevolezza, l'adattamento e l'incertezza. Gli insegnanti sono sottoposti a una forte tensione, che deriva dalle diverse abitudini cognitive e attive rispetto a HZ e dalla diversa architettura cerebrale. I giovani digitali sono impazienti, vogliono immediatamente le risposte ai loro quesiti, non si concentrano per risolvere categorie di problemi, ma si gettano sul caso particolare passando subito oltre, non fanno mai una sola cosa alla volta, saltano da Internet alla TV, dal cellulare all'iPod con una divisione di tempo vertiginosa che sfiora la simulta
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    Eppure molte ricerche sul multitasking, ne riporto una in particolare, dimostrano il contrario: http://www.psych.utah.edu/lab/appliedcognition/publications/supertaskers.pdf Una sola minoranza di individui (3 su 100) dimostrano di essere a loro agio nell'operare in multitasking il resto invece registra un evidente calo di attenzione e concentrazione. Frank Schirrmacher ha scritto un bel libro "La libertà ritrovata" su questo argomento. Sembra che proprio il multitasking sia responsabile della fatica che i giovani fanno a leggere testi lunghi, del loro distrarsi facilmente, della loro incapacità di astrazione. Però io reputo il tuo contributo corretto e appropriato. La presenza di diverse linee di ricerca anche contradditorie non è altro che il segno dell'importanza e dell'attenzione che riveste questo argomento. Giustamente considerato come sostanziale in quest'epoca digitale.
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    L'articolo è interessante, personalmente vorrei aggiungere che il cervello è per sua natura multitasking. Si pensi alle azioni che esso compie ogni giorno anche senza ausilio del computer. Un esempio? Pensiamo a quando siamo alla guida di un auto, quante cose facciamo contemporaneamente? Guidiamo, per prima cosa, una attività che per chi ha imparato diviene un automatismo, pensiamo (se siamo soli alla guida del mezzo), conversiamo se siamo in compagnia e magari ascoltiamo la radio (eviterei di usare il telefonino, quello è pericoloso). Se riflettiamo su questo il funzionamento del cervello appare più stupefacente dal momento che eseguo più azioni contemporaneamente. Un altro esempio può essere l'azione di attraversamento di una strada trafficata a piedi. Anche in questo caso, a prima vista banale, il nostro cervello esegue una serie di valutazioni rapidissime e complesse. L'osservazione del percorso, la valutazione della velocità delle auto, la distanza da attraversare, il calcolo del tempo necessario a percorrere il tragitto. Tutto ciò implica una serie di valutazioni e calcoli che la nostra mente deve eseguire in pochissimo tempo. Alcuni scienziati hano confermato che far attraversare la strada ad un automa è molto difficoltoso. Il cervello ha quindi delle grandi potenzialità potendo eseguire più operazioni contemporaneamente. Oggi ci troviamo immersi in un flusso informativo di ampia portata, seguire tutto è impossibile ma il cervello opera delle scelte. L'utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici determinerà (o già lo stà facendo) una variazione del modo di vivere e di pensare. Il genere umano è molto adattabile come dimostrano le teorie evoluzionistiche.
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    Condivido il fatto che la nostra società ormai ci "obbliga" a fare tante cose in contemporanea e penso che sia discutibile il fatto che queste cose siano fatte bene. E' sicuramente vero che oggi facciamo tante cose che sfuggono al controllo della nostra coscienza e vengono fatte in modo automatico, come guidare l'auto, camminare, respirare, salutare....L'automatismo viene meno quando durante la guida avvertiamo un pericolo, in questo caso sarà normale interrompere le nostre discussioni o l'ascoltare la radio, concentrando la nostra attenzione sulla guida e il "controllo" dell'auto. Lo stesso vale mentre camminiamo, l'automatismo smette quando dobbiamo attraversare la strada in coincidenza di un semaforo. Penso che il cervello multitasking viene messo in crisi, se al posto di automatismi abbiamo la necessità di ragionare e prendere rapidamente delle decisioni, in questo caso non possiamo distogliere "risorse" per essere multitasking
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    Fulvio nel mio post precedente non ho contemplato le situazioni di stress decisionale. Certo il tempo di reazione è fondamentale e anche questa è una carattersitica del nostro cervello. Interrompere un'azione per prendere una rapida decisione è una peculiarità che può essere variabile da individuo a individuo (personalmente sono un pò lento) e dipende dalle proprie potenzialità. Qualcuno ha pensato a come misurarle. Penso che troverai interessante il contributo "Multitasking vs. Continuous Partial Attention".
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    L'articolo riporta correttamente (seppur con la necessaria sintesi della scrittura per il web - giusto una cartella) i pro e i contro che gli studiosi intravedono nel multitasking. Gli argomenti di fondo sono quelli che De Kerckhove affronta nel confronto con le tesi di Nicholas Carr, autore di "Google ci sta rendendo stupidi?", al quale contrappone una visione più favorevole pur senza nascondersi ricadute negative.
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La macchina siamo noi - 6 views

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    le psicotecnologie sono intese come un'estensione della mente, una capacità di intervenire a livello della mente, di modificare la struttura psichica di un individuo sia a livello motorio che cognitivo, sono estensioni, protesi della mente che estendono le potenzialità umane superando i limiti del tempo e dello spazio nella comunicazione.
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    La Ricerca è un potente strumento di Comunicazione attraverso il quale si accede alla memoria del mondo. Ciò richiede l'uso di tecnologie avanzate rese disponibili dalla Rete. Il nuovo sistema di interazione cognitiva dal basso verso l'alto (bottom - up), ha permesso la creazione di una nuova architettura gerarchica del sapere, accessibile a tutti e personalizzabile e di un nuovo approccio collettivo di coscienza sociale e culturale

Multitasking - 1 views

started by roberto de luca on 24 Sep 12 no follow-up yet
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Innovazione tecnologica e architettura - Ioanni Delsante - Google Libri - 1 views

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    In queste pagine l'autore facendo riferimento ai contributi del grande De Kerckhove, parte da una definizione iniziale di Psicotecnologie fino ad indicare il legame con i processi cognitivi della nostra mente. (Pag. 43 - 45, paragrafo denominato Psicotecnologie)
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ambienti virtuali di apprendimento: Second Life - 24 views

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    L'apprendimento in ambiente virtuale, SL, è considerato un apprendimento attivo dove l'utente/avatar crea continuamente significati a partire dagli stimoli esercitati dall'ambiente.
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    E' proprio per tutti i vantaggi che comporta l'apprendimento in un ambiente virtuale, ben descritti nell'articolo, che sempre più scuole e università stanno provando a sperimentare la propria didattica nel metaverso parallelo di Second Life, che al momento conta oltre 9 milioni di iscritti,e molti di questi sono studenti. L'ambiente si presta a realizzare attività didattiche con la metodologia del cooperative learning.Second Life viene utilizzato come ambiente ideale di apprendimento da un numero sempre crescente di istituti che stanno abbandonando le piattaforme per l'e-learning ritenendo le stesse poco interattive soprattutto in situazioni in cui il feedback deve essere immediato e deve prevedere come risposte delle animazioni tridimensionali. .
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    l'apprendimento collaborativo in forma virtuale consente di integrare diversi impegni, cito il mio caso di studentessa lavoratrice e madre, la connessione in un simile ambiente rende possibile ciò che sarebbe stato irraggiungibile
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    la visita dei musei più interessanti del mondo, è possibile esistono musei virtuali definiti "complementari", in quanto vengono realizzati siti internet con vere e proprie mappe che illustrano le opere reali e il percorso presente nel museo stesso, offrendo all'utenza un servizio di gran lunga più efficiente e ricco di informazioni dettagliate.
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    Nelle classi "virtuali", è possibile non solo riprodurre attività di insegnamento-apprendimento come avviene nelle classi reali, ma è possibile aumentare notevolmente la quantità di informazione, attivare molteplicità di interazioni fra soggetti di livelli culturali diversi con esperienze, cultura e di ambienti formativi di differenti paesi del mondo
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    Anche io qualche mese fa mi sono iscritta a Second Life. Devo dire che è stato molto istruttivo l'utilizzo della piattaforma. Secondo wikipedia: Second Life è un mondo virtuale (MUVE) elettronico digitale online lanciato il 23 giugno 2003 dalla società americana Linden Lab a seguito di un'idea del fondatore di quest'ultima, il fisico Philip Rosedale. Si tratta di una piattaforma informatica nel settore dei nuovi media che integra strumenti di comunicazione sincroni ed asincroni e trova applicazione in molteplici campi della creatività: intrattenimento, arte, formazione, musica, cinema, giochi di ruolo, architettura, programmazione, impresa, solo per citarne alcuni.
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    Anch'io ho provato qualche tempo fa Second Life per curiosità'. Molte persone si iscrivono per giocare,conoscere altre persone o altro. Usare la piattaforma è gratuito, come sempre ma per le compagnie o le scuole, qualora volessero uno spazio privato, personalizzato e dove tenere i propri eventi, ci sono dei costi da sostenere, che partono da un mensile di poco meno di 9 dollari a 99 dollari per 12 mesi, una cifra assolutamente abbordabile per chi vuole tentare la sorte della realtà riprodotta in bit, ancora una volta. "Abbiamo creato il portale perché ci sono state molte richieste da parte di studi professionali e clienti, che volevano un luogo sicuro e confortevole dove incontrare i loro partner commerciali.
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    Anche io mi sono iscritta, h riscontrato una serie di difficoltà tuttora non risolti per quanto riguarda l'accesso alle aule virtuali con uninettuno. spero di avere la giusta concentrazione per poter usufruire di questo mezzo.
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