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Francesco Valotto

I contenuti della didattica digitale | SusyDiario - 7 views

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    Ben venga la didattica digitale, ma dentro che ci mettiamo?!
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    Concordo perfettamente con la tua meditazione e aggiungo che in generale, dietro il mito della comunicazione globale, c'è una solitudine desertica. Non escludo che l'era digitale offra chances inedite in vari campi (forse la medicina, ma soprattutto il business), ma in quello dell'educazione per ora sono fuochi artificiali. Quindi ben venga la comunicazione, ma che si comunica?
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    Personalmente avrei anche qualche risposta, o tentativo di risposta quantomeno (che poi sia valida rimane tutto da verificare). Il guaio è che se le risposte non mettono in moto la spesa in maniera massiccia non interessano a sufficienza nemmeno per valutarle! Spero nel mio prossimo post di riuscire ad introdurre questo livello di ragionamento
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    Francesco, perché non metti qualche altro tag? Lo so che sei un affabulatore con le spalle al muro ;-) però, che so, didattica, digitale, web 2.0 ecc.
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    Agli ordini capo! :-) .. è che come affabulatore inizio a chiedermi che senso abbia il web 2.0 che è (marxisticamente) uno sfruttamento gratuito del lavoro altrui e mediaticamente una bufala. Allora ripiegherei su didattica che però mi pare povero rispetto ai concetti che intendevo esprimere, mentre digitale mi porta a pensare alle impronte.... Ok: li aggiungo tutti e la mollo lì! ;-)
Daniele Guerrieri

danieleguerrieri: UNA... O PIù DUNA - 2 views

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    Un lavoro di Antonella Morichetti con i ragazzi del suo laboratorio alla secondaria di primo grado dell'I.C. Pacinotti In ricordo di una grande insegnante e una persona eccezionale.
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    anche questo
Lucia Bartolotti

Bignami del Cooperative Learning - 12 views

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    Questo studio sul Cooperative Learning analizza con grande attenzione l'interazione dei componenti del gruppo e propone suggerimenti molto pratici per migliorare le competenze sociali e facilitare così il successo.
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    Il Bignami che ci hai proposto è veramente utile per sviluppare questa metodologia verso la quale è indispensabile dirigersi nei nostri percorsi formativi, viste le diffcoltà relazionali che vivono gli studenti tra pari e con l'adulto. Molto spesso sento dire da colleghi: no il lavoro di gruppo no, la mia è una classe troppo difficile, sorgerebbero subito dei contrasti e non si concluderebbe nulla. Forse spaventa la sfida eductiva? Lucia come posso visitare il tuo blog non riesco a trovarlo...grazie Maeroby alias Robertalinf12
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    Lo trovi qui.
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    grazie, molto interessante. è un documento protetto da copyright o si può diffondere liberamente (blog, sito etc.)? mi interesso molto anche di 'cooperative teaching' per così dire, che è secondo me il punto dolente, in realtà, della nostra scuola, ancor più dell'apprendimento cooperativo, e SEL Social Emotional Learning che mi piace molto come approccio didattico e sopratutto gestionale
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    Non so se si tratti di un documento "libero": l'ho trovato per caso, come spesso succede. D'accordo sul "punto dolente della nostra scuola". Un Consiglio di Classe collaborativo fa veramente tutta la differenza fra una classe e l'altra. Bene la cooperazione in rete, ma si deve tradurre in pratica in classe. Personalmente non uso il cooperative learning, perché nella sua procedura classica richiede tempi distesi - un lusso di cui la riforma Gelmini mi ha privata. Meglio le Webquest, che richiedono ricerche fattibili anche da casa. Questo "Bignami", tuttavia, contiene molte osservazioni interessanti sulle dinamiche di gruppo e su come stimolare e guidare le abilità sociali. Prezioso!
Daniele Guerrieri

Dalla parte di Edward Snowden - 6 views

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    Questo analista 29enne ha appena riununciato a tutta la sua vita, la sua ragazza, il suo lavoro, la sua casa, per far sapere al mondo dello scioccante programma PRISM del governo americano, che ha letto e registrato le nostre email, i nostri messaggi Skype, post su Facebook e telefonate per anni.
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    Io sto con Edward Snowden, con Bradley Manning, con Julian Assange, con Aaron Swartz e con tanti altri che lavorano per la libertà di espressione.
Claude Almansi

Istituto Federale della Proprietà Intellettuale :: GLDA12 - 1 views

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    "Diritti d'autore>GLDA12 ... Il gruppo AGUR12 pubblica il suo rapporto finale In data 6 dicembre 2013 il gruppo AGUR12 ha pubblicato il suo rapporto finale. Il rapporto sarà disponibile in tedesco e in francese dal 20 dicembre 2013. Comunicato stampa (pdf 71 KB) Rapporto finale AGUR12 in tedesco (pdf 20 MB), francese (pdf 16 MB), versione originale (pdf 20 MB) Incontro „Questioni puntuali", martedì 11 giugno 2013 In occasione del suo settimo incontro il GLDA12 si è dedicato a una serie di questioni puntuali. (...) --- Documenti Invito in tedesco (pdf 9 KB) Lista degli indirizzi (pdf 8 KB) Mandato in tedesco (pdf 31 KB) Date degli incontri Aspetti fondamentali, mercoledì 28 novembre 2012 Attuazione dei diritti, martedì 22 gennaio 2013 Restrizioni del diritto d'autore, mercoledì 13 marzo 2013 Gestione collettiva, martedì 16 aprile 2013 Attuazione dei diritti II, mercoledì 8 maggio 2013 Questioni puntuali, martedì 11 giugno 2013 Rapporto, martedì 20 agosto 2013 Rapporto, giovedì 12 settembre 2013 Rapporto, giovedì 31 ottobre 2013 Riserva, mercoledì 20 novembre 2013 Riserva, giovedì 28 novembre 2013"
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    Pagina in italiano del sito dell'Istituto federale della proprietà intellettuale sul gruppo di lavoro GLDA12 (AGUR12 in francese e tedesco)
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
mrsfraba

Le donne dell'editoria/ Cristina Foschini (GeMS): "Stiamo scrivendo le regole del dirit... - 4 views

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    Risposte molto lucide sulla situazione in mutazione dell'editoria e del diritto d'autore all'epoca digitale - molto di più, delle dichiarazioni di un'altra madrona dell'editoria, Teresa Cremisi, partita lancia in resta gridando "Cocoricò" contro Google Libri all'appello degli americanofobi francesi. Però anche Teresa Cremisi, salvo quella cantonata sul diritto d'autore, è una grande direttrice editoriale. Altre (tra quelle che ho conosciuto come traduttrice): Rosellina Archinto, Elvira Sellerio, Donatella Zigliotto. E nel giornalismo culturale, Rosellina Balbi. Hanno approcci molto diversi, dando ragione a Cristina Foschini nel dire "Non penso ci sia un approccio femminile al 'fare i libri'. Credo che l'editoria sia un lavoro terribilmente personale": però forse le accomuna una spiccata apertura a nuove voci, nuove vie.
Claude Almansi

For Teachers, Wired Classrooms Pose New Management Concerns - Liana Heitin, Edweek.org,... - 2 views

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    "By Liana Heitin (...) In a growing number of K-12 schools, the use of 1-to-1 computing devices-including iPads, laptops, and Chromebooks-is becoming a central part of instruction. For teachers making the digital leap, one of the greatest hurdles can be figuring out how to manage the tech-infused classroom. How do you keep kids, who suddenly have the Internet at their fingertips, on task? How do you ensure the devices are safe and well-maintained? And how do you compete with your most tech-savvy students? (...)"I think this is the new frontier frankly with classroom management. We've never confronted this," said Kyle Redford, a 5th grade teacher at Marin Country Day School in Corte Madera, Calif. "
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    Suggerimenti interessanti su come assicurarsi che gli allievi facciano quel che devono fare in classe con aggeggi web-connessi anziché lasciarsi trascinare da altre cose. Ma si tratta proprio di una "nuova frontiera" per gli insegnanti? In tempi pre-web, era lo stesso quando mandavi gli allievi a far ricerca in biblioteca, o gli facevi fare lavoro di gruppo sul prato della scuola, no?
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    Aggiungo solo questo: che se si va a scuola per lavorare in modalità 1-to-1, tanto valeva restarsene a casa, no? Va bene per brevi periodi di tempo e per scopi precisi, ma altrimenti la scuola è preziosa per comunicare con l'insegnante o lavorare a coppie o in gruppo. Socializzare e costruire la comunità, insomma.
Claude Almansi

Podcast Introduzione EDMU14 with subtitles | Amara - 0 views

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    "Introduzione all'insegnamento di Editing Multimediale. Corso di Laurea in Metodi e Tecniche delle Interazioni Educative. Italian University Line - http://www.iuline.it"
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    Vedi anche - la pista dei ST italiani http://amara.org/it/videos/3FTVGsVTvcCJ/it/849177/ - i commenti ad essa http://amara.org/it/videos/3FTVGsVTvcCJ/it/849177/?tab=comments che documentano l'attività e all'interno dell'interfaccia di sottotitolazione http://amara.org/it/subtitles/editor/3FTVGsVTvcCJ/it/ , le note di lavoro (copiate, ma solo in parte, nei commenti) - l'elenco delle revisioni dei ST italiani http://amara.org/it/videos/3FTVGsVTvcCJ/it/849177/?tab=revisions , che consente di vedere cosa ciascuno ha contribuito, come in un wiki.
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