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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged potenziamento

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tommasina lupo

H. Sapiens Digitale: dagli immigrati digitali e nativi digitali alla saggezza digitale - 2 views

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    Colgo l'occasione di un post che la collega, Chiara Lucia Gobbi, ha scritto sull'apprendimento collaborativo. Trovo interessante la traduzione di un articolo di Marc Prensky (2009),il creatore della famosa metafora che distingue fra nativi e immigrati digitali. Prensky sottolinea come la differenza fra nativi e immigrati digitali tenderà progressivamente a perdere significato mentre sarà necessario fare riferimento ad altri concetti per leggere la continua evoluzione del rapporto fra l'uomo e le tecnologie digitali. In questo articolo viene introdotto il concetto di digital wisdom (saggezza digitale), una qualità dell'uomo che può emergere grazie al potenziamento che le naturali capacità umane ricevono dall'utilizzazione appropriata e creativa delle tecnologie digitali.
Marco Dozza

Il Kindle di McLuhan - 4 views

Interessante per comprendere meglio il legame che c'è tra la tecnologia attuale e le previsioni di McLuhan. L'oggetto tecnologico viene presentato da un punto di vista interessante che aiuta a rifl...

#DistributedCognition #CollaborativeLearning

Miriam Zisa

Apprendimento formativo e professionale - 5 views

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    In questo testo è spiegato in maniera chiara ed esaustiva il tema dell'apprendimento e della cognizione distribuita.
  • ...3 more comments...
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    Val la pena ricordare che nell'ambito dell'apprendimento formativo Skinner Vygorsky anticipano le convinzioni che ritroviamo nelle teorie di David A. Kolb. Cognitivista pone in particolare evidenza l'Apprendimento esperienziale assolutamente sinergico e complementare a quello formativo e professionale
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    si afferma come l'apprendimento condiviso ha una marcia in più, il lavorare in gruppo e sperimentare in gruppo facilita la cognizione.
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    Per quanto riguarda l'interazione, V. Midoro fa osservare come l'individuo impari interagendo con tre ambiti principali: * con se stesso; * con l'ambiente fisico esterno; * con il contesto sociale. Questi tre elementi sono sempre presenti nello spazio dell'interazione ma nelle diverse situazioni di apprendimento ciascun elemento può prevalere sugli altri. Nell'apprendimento che è frutto del contesto sociale l'interazione con le altre persone è predominante. In quest'ambito V. Midoro distingue i tre casi seguenti: 14 1. Imparare per mezzo di altri: il soggetto ha obiettivo esplicito di far apprendere qualcosa a terzi. I flussi di informazione coinvolti sono due: dall'agente didattico a chi apprende e viceversa. Il primo flusso ha l'obiettivo di stimolare l'apprendimento, il secondo è il feedback del ricevente. 2. Imparare dagli altri: l'individuo acquisisce le conoscenze in un processo che non è intenzionalmente predisposto per indurre l'apprendimento. La comunicazione in questo caso è monodirezionale perché manca il feedback esplicito sul livello di apprendimento che è stato raggiunto. 3. Imparare con gli altri: è il caso in cui il lavoro del gruppo e l'apprendimento collettivo sono preponderanti.
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    a tal proposito vi posto una piccola dispensa su come il lavoro nel piccolo gruppo possa essere di supporto e potenziamento all' apprendimento anche in età di sviluppo. http://www.inclusione.info/modules.php?name=News&op=getfile&attid=6.
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    inoltre sempre a tal proposito mi viene in mente la pedagogia su cui è fondata tutta la metodologia scout e di come il tema del lavoro in piccoli gruppi accompagni tutta la crescita del ragazzo dall' età di 8 anni fino all' età della partenza 21 a.( evento che scandisce la fine del percorso formativo del ragazzo al quale poi si chiede di compiere una scelta.) di seguito il regolamento metodologico approfondito per chi fosse interessato ad approfondire tale approccio pedagogico http://www.fvgagesci.it/DOWNLOAD/regolamento_metodologico_2011.pdf.
Walter Tabbi

Perchè la rete ci rende più intelligenti - 20 views

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    Si tratta di una intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica allo scrittore americano Rehingold autore di testi importanti sull'era internet. L'intervista è l'occasione per presentare il suo ultimo libro dal titolo 'Perchè la rete ci rende più intelligenti'. Nell'intervista vengono proposti interessanti stimoli su come il mondo internet e dell'always on impatta in modo significativo su molti aspetti della cognizione.
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    Ho trovato l'articolo stimolante e interessante sia sotto il profilo sociologico sia della formazione. Una domanda che viene fatta a Rehingold e che riassume una delle critiche maggiori che le "teorie ingenue" e non solo "ingenue" fanno all'utilizzo del web riguarda l'effetto collaterale della distrazione che indubbiamente tende a provocare l'utilizzo del web, tema peraltro già affrontato da Kerckhove nelle videolezioni. R. risponde che l'attenzione è una capacità che va allenata per cui se è vero che la rete non facilita l'attenzione è altrettanto vero che la rete è uno strumento e come tutti gli strumenti è necessario imparare ad usarlo bene per evitare di incorrere negli effetti colleterali che può causare. L'utilizzo di internet andrebbe quindi insegnato nelle scuole per permettere agli utenti di sviluppare cinque capacità fondamentali: l'attenzione, l'identificazione delle bufale, la partecipazione, la collaborazione, la conoscenza dell'uso del network. La rete può creare dunque empowerment individuale ma a condizione che gli individui imparino a diventare utenti consapevoli, attenti e capaci di utilizzare al meglio le possibilità di questo strumento e di distinguere l'informazione spazzatura da quella le cui fonti sono verificabili ed attendibili. Oggi si parla molto di come la rete, sotto il profilo politico e sociologico, potrebbe rappresentare la più alta forma di democrazia. Tuttavia R. mette in guardia, ciò sarà possibile se ci sarà un'educazione all'utilizzo di questo strumento, esattamente come l'alfebetizzazzione ha reso possibile nell'arco di due secoli il passaggio dalla monarchie alle repubbliche, ma non è affatto scontato, anzi il rischio che il suo uso venga limitato e controllato dalle maggiori lobby economiche è ancora fortemente in agguato. Eva Franchi
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    Articolo davvero molto interessante e obiettivo riguardo l'argomento. Mette in luce come non siano i media in sé positivi o negativi, ma il fatto che l'uomo deve imparare ad utilizzarli. Come non basta avere una bicicletta per saperla usare, così non basta sviluppare grandi tecnologie per avere un uomo più intelligente e in grado di migliorare il suo futuro con esse.
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    Articolo molto interessante e stimolante, anche se lungo e gli argomenti trattati non sono semplicissimi è molto scorrevole, ho apprezzato molto la spinta all'educazione, ed alfabetizzazione ai media che propone il protagonista. Degno di nota il passaggio dove si sottolinea che i media sono neutrali e non "cattivi" o "buoni" ma che dipende dall'utilizzatore e dal consumatore finale (facendo riferimento al grado di alfabetizzazione che ha quest'ultimo). Una cosa che spinge a riflettere molto è il fatto che le persone con possibilità economiche e/o politiche adeguate potrebbero (ipoteticamente) un giorno limitare almeno in parte le libertà di altri, questo dovrebbe spingere le persone ad una maggiore cultura ai media e non a trascurarli, come purtroppo si vede recentemente.
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    Mi ha colpito la parte in cui si parla di attenzione. Lo scrittore dice che l'individuo può imparare a disciplinare l'attenzione e parla di tecniche finalizzate proprio a questo, che sicuramente andrebbero applicate, assieme a strategie adeguate, già nei primi anni della scuola considerando i numerosi casi di deficit di attenzione che si registrano. Bisognerebbe programmare per una nuova alfabetizzazione focalizzata su attenzione, partecipazione e collaborazione attive e conoscenza dell'uso del network, promuovendo uno sviluppo delle capacità di ricezione delle informazioni. E' assolutamente necessario imparare ad usare la Rete, conoscerne sia i pregi, sia i limiti e i difetti per vivere da cittadini protagonisti nel mondo e sviluppare l'intelligenza in modo giusto. Una nuova sfida a cui la scuola, la famiglia e le altre Istituzioni si trovano ad affrontare.
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    Articolo molto interessante e scritto in modo chiaro e scorrevole. Pone l'attenzione sul fatto che i media possono essere positivi o negativi a seconda che vengano usati in modo corretto o meno. Indubbiamente l'alfabetizzazione gioca un ruolo fondamentale, un'alfabetizzazione mirata su attenzione, partecipazione e conoscenza dell'uso del network. Condivido in toto l'importanza di un futuro insegnamento di internet nelle scuole per insegnare ai giovani ad utilizzare la rete in modo adeguato.
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    Un articolo pieno di spunti di riflessione, in particolare rispetto al controllo dell'attenzione online a al concetto di conoscenza come difesa dalle manipolazioni e dalle fake news. Apprendere a scuola le queste nuove conoscenze è uno strumento fondamentale per un corretto e positivo utilizzo dei media e della rete.
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    Condivido la necessità di insegnare a scuola come utilizzare correttamente gli strumenti digitali, per valorizzare il pensiero critico e positivo dei media e della rete
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    Condivido pienamente il pensiero dell'autore soprattutto per ciò che riguarda la definizione che egli dà di empowerment individuale in quanto solo le persone che sanno come partecipare conquisteranno potere intellettuale, economico e politico e chi sa come cercare sarà in grado di migliorare la propria salute e accrescere la loro comprensione di temi di vitale importanza nella sfera politica. Fondamentali quindi qui sono i concetti di partecipazione ai media e di saper accedere ai media.
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    Articolo stimolante e interessante di come L'utilizzo di internet e la rete , possa produrre empowerment ma solo a condizione che vi sia alla base un'alfabetizzazione, una media litteracy. Solo un alfabetizzazione, ovvero una comprensione del meccanismo dei media e delle nuove tecnologie può condurre ad un potenziamento individuale e collettivo. Nelle scuole l'insegnamento delle nuove tecnologie è importante, poiché permette ai ragazzi di sviluppate alcune capacità tra cui:_l' attenzione, l'identificazione delle bufale, la partecipazione, la collaborazione, la conoscenza dell'uso del network. La rete può creare dunque empowerment individuale ma a condizione che gli individui imparino ad essere utilizzatori consapevoli e distinguere l'informazione spazzatura da quella le cui fonti sono verificabili ed attendibili.
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    Questa intervista tocca temi importanti ed attuali relativi all'uso e al consumo dei nuovi media digitali. Il paragone con la stampa e l'alfabetizzazione della popolazione è molto preciso, in quanto è indubbiamente vero che l'utilizzo di questi strumenti digitali debba essere accompagnato da un'educazione al loro stesso uso. D'altronde le fake news sono sempre esistite, sebbene in forma diversa, e solo una mente allenata al pensiero critico è in grado di distinguere le bufale da notizie più realistiche. E' importante sviluppare la capacità di comprendere il modo in cui i nuovi media digitali influenzano il nostro pensiero e la nostra vita quotidiana. E' un'educazione che dovrebbe essere estesa a tutte le fasce di età, accessibile a chiunque, in quanto fornisce gli strumenti per orientarsi all'interno di un mondo pervaso completamente da queste nuove tecnologie. Da sottolineare anche il tema dell'attenzione, spesso interpretata come uno stato mentale che può solo subire attacchi esterni, senza potersi difendere da questi ultimi. In realtà, come specifica l'autore intervistato, esistono diversi modi per controllare e gestire la propria attenzione ed evitare che il multitasking, lo switching e l'ipertesto minino le nostre capacità di concentrazione. Nonostante l'articolo risalga a quasi un decennio fa, il tema è ancora bollente, e ciò dimostra quanto poco ci si sia attivati negli ultimi anni per far fronte a queste problematiche e ridurre i rischi legati all'utilizzo dei nuovi media digitali.
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    Articolo estremamente interessante, che seppure in maniere sintetica, tocca temi estremamente rilevanti ed attuali circa la necessitá di alfabetizzazione ai media. Emerge durante l'arco dell'intera intervista, come non sia tanto il media in se ad essere "buono" o "cattivo" ma quanto sia determinante al contrario, l'uso che facciamo di questi media, questo ricorda la Social shaping of technology theory, secondo la quale le conseguenze sociali di una tecnologia dipendono principalmente dall'uso che la cultura ne fa. Allo stesso modo, la distrazione, fenomeno per cui spesso colpevolizziamo i nuovi media, é secondo Rheingold, un effetto collaterale di un attenzione non allenata. Di vitale importanza é l'alfabetizzazione degli studenti, all'interno dei contesti scolastici, all'uso dei media, é importante in tal senso che la scuola cambi prospettiva ed atteggiamento nei confronti dei nuovi media, insegnando ai ragazzi come trovare le conoscenze e come costruirle. Inoltre viene sottolineata l'importanza delle comunitá online, del saper utilizzare adeguatamente queste risorse tecnologiche sfruttandone i benefici e le opportunitá che qeste offrono in quanto cittadino di farsi valere e di far valere il proprio punto di vista opportunitá di far valere il proprio punto vista nei confronti della poitica. Si sottolinea quindi l'importanza dei nuovi media anche in ambito democratico e politico, uno strumento utile se sappiamo utilizzarlo, poiché viceversa, il rischio é che la politica utilizzi questi mezzi per manipolare il popolo. Vengono toccati temi particolarmente pertinenti alla materia "Psicotecnologie e processi formativi" alcuni tra i quali: Intelligenza collettiva, comunitá online, il web, educazione, scuola e l'impatto di internet, pertanto ritengo appropriato l'articolo rispetto ai temi principali della materia. Ritengo che i contenuti dell'articolo siano corretti ed attendibili in quanto, Howard Rheingold, autore del libro su cui si basa l'arti
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    Ho trovato l'articolo estremamente interessante e stimolante. Offre una visione positiva della Rete come uno strumento che può rendere le persone più intelligenti e consapevoli, purché venga utilizzato in maniera critica. Inoltre, evidenzia come la guida di Rheingold possa essere d'aiuto alle persone per sviluppare le competenze necessarie ad utilizzare la Rete in modo efficace e consapevole. Mi trovo d'accordo sul fatto che sia necessario insegnare nelle scuole come utilizzare correttamente gli strumenti digitali.
Marco Valotto

Qualche definizione - 25 views

Vorrei contribuire anch'io alla definizione di Psicotecnologia: La psicotecnologia è quella branca della psicologia generale che studia l'impatto psicologico dell'utilizzo delle tecnologie, sopratt...

psicotecnologie intelligenza ipertestuale collettiva connettiva congizione distribuita

dany78

Psicotecnologia: come la realtà virtuale stravolge le categorie di spazio e d... - 0 views

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    Psicotecnologie: tra virtuale e reale, dal potenziamento cognitivo alla psicopatologia. In quest'articolo del Sole24ore, la dott.ssa Guerrini opera una riflessione sull'implicazione dell'uso dell psicotecnologie, in particolare del loro effetto sugli adolescenti, che per sfuggire ad un confronto a volte doloroso con il proprio corpo si rifugiano in una realtà virtuale. Ma virtuale quindi, non è reale? Ed il "cyberspace" è un oggetto buono o cattivo? La conclusione della psicanalista è che le psicotecnologie sono un mezzo, e quindi ciò dipende dall'uso che ne facciamo.
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    interessante articolo che si sofferma sul ruolo importante che le nuove tecnologie svolgono e che possono assumere una duplice natura positiva per produrre qualcosa di buono ad esempio come sostegno psichico, o negativa, attraverso un controllo onnipotente e perverso. Viene definito cosa si intende per psicotecnologie, ovvero tutte le nuove tecnologie soprattutto in ambito della realtà virtuale, che fungono da vere e proprie protesi psichiche, consentendo di espandere le dimensioni di un'esperienza. l'articolo cerca di far emergere il ruolo "moralmente Neutrale"delle nuove tecnologie e di come Sarebbe saggio considerarle come rappresentanti di un'area di nuove esperienze, anche se per la maggior parte ancora da comprendere pienamente.
astrobaldo

esercizi di psicotecnologie - 2 views

ESERCIZI DI PSICOTECNOLOGIE Psicotecnologie definizione Branca della psicologia generale che s'interessa dell'aspetto cognitivo delle tecnologie come il linguaggio. Le psicotecnologie indaga...

started by astrobaldo on 02 Jul 24 no follow-up yet
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