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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged #cognition

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Maria claudia cammisecra

Relazione tra "Distributed Cognition" e "Distributed Learning" - 1 views

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    Questo link evidenzia la relazione tra la Cognizione Distribuita e l'apprendimento distribuito. In sintesi la conoscenza distribuita rappresenta un output di un processo di apprendimento distribuito.
GIOVANNI LA FALCE

SECONDLIFE: UN LABORATORIO METAVERSALE - 2 views

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    un interessante articolo della psicologa e psicoterapeuta Lolita Gulimanoska della facoltà di psicologia 2 di Roma "La Sapienza" avente per oggetto il mondo virtuale di SeconfLife, nel quale viene tra l'altro citata l'esperienza della "nostra" Uninettuno.
Marco Valotto

Come guadagnare Linden Dollari su Second Life - 1 views

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    Come guadagnare Linden Dollari su Second Life Ci sono molti motivi che possono spingerci a cercare un guadagno su second life, in primo luogo ci può essere la voglia di guadagnare dei linden dollar da poter poi spendere nella vita virtuale, oppure la difficoltà a trovare lavoro nel mondo reale, quindi la speranza di poter poi cambiare i L$ (linden dollar) inmoneta reale, o semplicemente la voglia di poter fare qualcosa di diverso o la professione sempre desiderata nella vita virtuale.
GIOVANNI LA FALCE

the smart room - 2 views

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    intervista a David Weinberger di cui è appena uscito in italia il libro la stanza intelligente (titolo originale "Too Big To Know"): Weinberger, filosofo di internet, ricercatore presso il Berkman Center for Internet e Society dell'Università di Harvard definisce in questo libro Internet come "the smart room" e arriva alla suggestiva conclusione che "il più intelligente nella stanza è la stanza stessa"!
GIOVANNI LA FALCE

video di David Weinberger che presenta il suo ultimo libro "la stanza intelligente" - 1 views

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    Il tecnologo David Weinberger, filosofo di internet, spiega il significato, l'idea che c'e' alla base del suo ultimo libro: la trasmissione della conoscenza oggi non avviene più per riduzione, cioè selezionando le informazioni in base alla capienza di una rivista, di un libro o perfino di una biblioteca, ma essa si può dispiegare su internet senza limiti, includendo ogni singola idea. Non a caso il titolo originale del libro è "Too Big To Know". Sembra ripreso il concetto di conoscenza implosiva di De Kerckhove che considera il tag come l'unità di base, il medium elementare di internet. Weinberger afferma che il link è l'opposto del segno d'interpunzione. Quest'ultimo indica dove fermarsi, il link costituisce una tentazione a proseguire.
GIOVANNI LA FALCE

Smart City Exhibition 2012 - 1 views

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    A bologna fiere si è svolta il 29-30-31 ottbre la Smart city exhibiotion 2012. Sulla home page del sito ne viene indicata con queste parole la Vision: le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l'innesto di moderne tecnologie nell'agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. Quello che mi ha colpito è l'uso pervarsivo del termine inglese SMART (intelligente) che viene fatto nel sito. Nel mio piccolo ero fermo alla Smart famosa autovettura ed agli smartphone. In questo congresso però si è discusso di "smart mobility", "smart people and living", "smart building", "smart City" (naturalmente) affrontando per esempio il tema dei social network nelle smart city. Da quello che capisco "smart" è una parola di confine che attiene contemporaneamente ad ambiti diversi (tecnologia, processi cognitivi, ecologia ed ergonomia, psicologia di comunità) e per questo probabilmente diventerà sempre più di uso comune.
GIOVANNI LA FALCE

intervista a Claudio Forghieri, organizzatore si Smart City Exhibition (Bolognafiere 29... - 2 views

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    Intervista di Radio 24 all'organizzatore, Claudio Forghieri, di un recente congresso in cui il termine inglese Smart (intelligente) è stato declinato nelle sue più varie accezioni, evidente segno che la nostra è sempre più l'era non solo della conoscenza, ma anche dell'intelligenza distribuita. L'intelligenza appartiene alla mente dell'uomo tanto quanto al contesto in cui vive ed agli strumenti con cui interagisce.
alessandro antonelli

Distributed Cognitions, ebook su google libri , pubblicato dalla casa editric... - 2 views

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    Distributed Cognitions: Psychological and Educational Considerations Di Gavriel Salomon La distributed cognition da Wundt ai giorni nostri, nascita delle teorie e mutamento dell'atteggiamento del mondo scientifico verso l'Apprendimento "distribuito"
manuela gessini

Intervista a Derrick De Kerckhove - 1 views

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    Nell'intervista De Kerchkove fa diretto riferimento al CC ( Creative Common ) http://creativecommons.org/about ovvero alla possibilità di sharare ( condividere ) il proprio lavoro, con l'impegno da parte del prossimo fruitore, di usare e magari migliorare, tenendo salvi i diritti iniziali ed i fini del creatore originale. E' sostanziale la differenza tra questa nuova frontiera della condivisione e il vecchio ed ormai indifendibile concetto del copyright ( diritto d'autore ) che non pare possa resistere all'aggressione di veri e propri fenomeni di conoscenza distribuita quali Wikipedia che a fini di mera diffusione culturale forniscono conoscenza ( ed a volte discultura ) come fino a poco tempo fa facevano le enciclopedie cartacee. I creative common applicato da Wikipedia è http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera di modificare quest'opera di usare quest'opera per fini commerciali Alle seguenti condizioni: Attribuzione - Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Condividi allo stesso modo - Se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa. Prendendo atto che: Rinuncia - E' possibile rinunciare a qualunque delle condizioni sopra descritte se ottieni l'autorizzazione dal detentore dei diritti. Pubblico Dominio - Nel caso in cui l'opera o qualunque delle sue componenti siano nel pubblico dominio secondo la legge vigente, tale condizione non è in alcun modo modificata dalla licenza. Altri Diritti - La licenza non ha effetto in nessun modo sui seguenti diritti: Le eccezioni, libere utilizzazioni e le altre uti
Alessandro Bigarelli

Le sette fasi nella comprensione dell'intelligenza - 3 views

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    E' un articolo di Howard Gardner, in italiano, in cui l'autore fa un breve excursus sulle teorie dell'intelligenza e conclude col delineare natura e scopi dell'intelligenza distribuita.
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    Un'interessante panoramica delle diverse accezioni assunte dal concetto di intelligenza nei diversi periodi storici. Evidenzia la complessità della tematica inerente all'intelligenza sia in termini di definizione che in termini di ricerca di metodologie di sviluppo della stessa. Si tratta di un argomento ampio, che pone domande e sfide ancora aperte.
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    L'articolo propone in modo molto sintetico ma chiaro i vari concetti relativi alla teoria sull'intelligenza, partendo dalle concezioni non scientifiche per terminare con l'umanizzazione della stessa, con l'obiettivo di condivedere ed analizzare i vari contributi anche nel corso della storia dal XiX secolo in poi. Articolo interessante ed il contributo mi sembra pertinente ed adeguato rispetto al contenuto del corso.
STELLA CAPASSO

La Noosfera - 3 views

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    Desideravo condividere questo file molto interessante, e nello stesso tempo affascinante, sulla Noosfera. Dopo un'accurata carrellata dei precedenti storici, ci si sofferma in maniera dettagliata sui contributi apportati da Pierre Teilhard de Chardin, che ha dettagliatamente descritto natura e struttura della Noosfera, nonché le condizioni di sviluppo e le conseguenze relative a questo concetto. Ma in quest'articolo sono evidenziati i contributi di numerosi altri autori che hanno chiarito ed arricchito questo costrutto. Il contributo che più reputo interessante, che evidenzia quanto sia concreto e reale questo concetto, è quello di Robert Muller, il quale pensa che "le Nazioni Unite siano un corpo noosferico, più esattamente un cervello collettivo che esprime le preoccupazioni planetarie, una rappresentanza universale che emerge come entità cooperativa. Le decisioni politiche, economiche, sociali, - prese a quel livello, -rappresentano la volontà di un cervello collettivo". Altro passaggio essenziale è la definizione molto precisa e rigoroso che viene data della Noosfera, considerati i contributi dei diversi autori: «La Noosfera è l'insieme delle attività intellettuali e spirituali espresse dall'Umanità. Esse si sono accumulate nel corso del tempo ed entrano di continuo in una memoria collettiva, che occupa oggigiorno anche uno spazio virtuale illimitato. La Noosfera emerge dalla Biosfera, l'avvolge in maniera sempre più consistente e la condiziona totalmente, compreso il genere umano, in senso positivo o negativo. Nei campi informazionali noosferici, che avvolgono il pianeta, interagiscono anche le emozioni collettive vissute dall'Umanità. La Noosfera si avvale di una struttura fisica, costituita da mezzi di comunicazione d'ogni tipo che rendono possibile l'istantaneità delle interazioni umane. Nella Noosfera si rispecchia l'Umanità che prende sempre più coscienza di se stessa, sino alla formazione, in un lontano futuro, di un possibile Centro dec
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    Mi è molto piaciuto questo post, poichè il concetto di Noosfera è un qualcosa di relativamente nuovo e, credo, ancora di inesplorato. Tra i contributi più interessenti su questo argomento, a parte il sempre attuale concetto di "villaggio globale" di McLuhan, mi ha colpito in modo particoalre quello di Peter Russell, che ha paragonato lo sviluppo del cervello nell'embrione umano alla nascita di un cervello globale. Per cui, se così fosse, è facile intuire che questo campo ha ancora molti margini di sviluppo ed è difficle prevedere quali traiettorie andrà a disegnare.
Luciano Di Mele

Articolo sulla raccomandazione in e-learning - 12 views

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    L'articolo suggerisce metodi per aiutare gli studenti alla ricerca di learning object di loro interesse
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    Un Learning Object (oggetto didattico) è una risorsa educativa, principalmente digitale, di cui l'insegnante, il tutor o lo studente si servono per studiare. Si può definire anche come un blocco, un'unità di contenuto a sè stante, sulla quale si basa un percorso di apprendimento. Ogni LO è costituito da varie parti: slides, foto, testo, grafica ecc. Combinando o scomponendo i diversi oggetti, l'insegnante può creare percorsi di apprendimento ogni volta diversi l'uno dall'altro, pertanto i LO godendo di questa struttura modulare e flessibile sono spesso utilizzati per una didattica individuale e personalizzata. Lo scopo del LO è quello di dare un'informazione strutturata tale che al termine del servizio formativo il fruitore abbia acquisito esperienza, conoscenza e arricchito la propria cultura. Dal punto di vista pratico, invece, un LO è progettato per essere riusato e operabile su diverse piattaforme di e-learning, con grande risparmio di costo e tempo. Oggi i LO sono sempre più sofisticati, studiano infatti il profilo del fruitore sia dal punto di vista delle sue conoscenze pregresse sia dal punto di vista meta-cognitivo, in questo modo il risultato finale risulta più che efficace.
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    Che cos'è un Oggetto Didattico (OD)? Reperire in Internet risorse educative di cui l'insegnante o lo studente possano servirsi per studiare, autoformarsi o insegnare non è cosa semplice, anche perché le pagine presenti nel web aumentano sempre di più e i motori di ricerca forniscono informazioni soltanto sulle pagine web più superficiali di un sito, tralasciando quelle che l'utente raggiungerebbe se approfondisse la navigazione. La progettazione di un OD, invece, è mirata a superare tali ostacoli tecnici e documentari. Un Oggetto Didattico è un blocco di apprendimento autonomo, coerente, unitario e riusabile che risponde a un singolo determinato obiettivo di apprendimento/insegnamento. Un Oggetto Didattico è come una molecola Una metafora aiuterà a capire meglio. Un Oggetto Didattico viene spesso paragonato a una molecola. Così come questa è composta da atomi (fatti di elettroni, protoni, quark, eccetera), ogni singolo Oggetto è costituito da varie parti (foto, testo, suono, grafica). L'insegnante è, quindi, il chimico che conosce le formule e la materia, ossia le tecniche e i metodi d'insegnamento ed è esperto della propria disciplina. In sostanza è in grado di utilizzare uno o più Oggetti, scomporli e crearne di nuovi. Combinando insieme Oggetti diversi si possono realizzare percorsi di apprendimento diversi. Un docente può creare un iter di apprendimento/insegnamento legando Oggetti nell'ordine che soddisfa specifici obiettivi didattici e che meglio si adatta agli stili cognitivi e di apprendimento degli specifici allievi cui si rivolge. Gli Oggetti Didattici, per la loro natura modulare, semistrutturata e flessibile sono di enorme supporto alla didattica individualizzata e possono quindi essere utilizzati così come sono oppure scomposti e i singoli elementi utilizzati per costruirne di nuovi. La riusabilità innanzitutto Da un punto di vista tecnico, invece, un Oggetto Didattico è progettato in modo da essere riusabile e int
Luciano Di Mele

Sherry Turkle on Digital Technology and Today's Students - 8 views

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    Sherry Turkle, professoressa al MIT di Boston, analizza i modi in cui le tecnologie hanno modellato la mente degli studenti
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    La prof. Turkle lancia un ulteriore appello affinché la scienza dell'educazione, sia in sede teorica sia in sede pratica (didattica dell'apprendimento-insegnamento), faccia proprie le nuove tecnologie digitali grazie alle quali l'istituzione rispetterebbe lo sviluppo cognitivo (di tipo sociocostruttivistico) delle giovani generazioni. L'intelligenza delle giovani generazioni cresciute sui più recenti media tecnologici è vista in modo dinamico, flessibile, capace di immersione nell'ambiente virtuale (screen tecnologico) con conseguente miglioramento dell'intelligenza visuospaziale. La breve conferenza inizia dalla constatazione dell'importanza degli strumenti tecnologici (come si è detto in una chat): il non funzionamento dello smart phone provoca il senso di smarrimento, la perdita della testa (cervello) o dell'intelligenza (mind, nel testo). Punto centrale dell'intervento della prof. Turkle è la simulazione, il mondo reale trasfigurato e vissuto come continuo gioco di simulazione (credo intesa anche nel senso di virtuale) che, oltre al concetto di immersività, consente pure di togliere al linguaggio ogni possibilità di opacità rendendolo trasparente, dialogante, interattivo, associativo e creativo.
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    le psicotecnologie formano il nostro modo di pensare, lo ristrutturano. La prof. Turkle usa il verbo "to shape": la cultura del multitasking rimodella il modo nel quale le cose vengono pensate, programmate, vissute e comunicate; allo stesso modo in cui i cellulari, i computer, sono una sorta di "estensione" dlla nostra mente, il modo in cui la nostra mente oltrepassa i confini del nostro cervello e del nostro corpo tout court.
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    Ogni generazione ha sempre criticato le mode ed i modi delle generazioni successive; la cultura del multitasking non è necessariamente un male ed ha i suoi lati positivi: l'abitudine a fare più cose contemporaneamente sviluppa il collegamento tra le varie aree cerebrali e stimola l'attenzione, rendendo più elastico il nostro cervello. La cosa più importante, probabilmente, è mantenere l'elasticità di gestire più stimoli e la concentrazione per immergerci in una sola attività lasciando fuori tutte le altre, quando è il caso.
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    E' interessante come la professoressa in conclusione, pur magnificando i vantaggi della simulazione , affermi che sia altrettanto importante che gli studenti si riappropino comunque degli strumenti della cara vecchia scuola, perchè la realtà, per quanto simulata alla perfezione avrà sempre particolari non replicabili, che sono apprendibili solo sul campo, e mai o non ancora in una realtà virtuale.
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    Un interessante contributo della prof. Turkle. Un ottimo spunto per approfondire i suoi lavori e le sue riflessioni. Il suo libro "La vita sullo schermo" è riconosciuto come uno dei libri più importanti in campo sociologico in rapporto all'avvento del cyberspazio dove riflette sul concetto di frammentazione del sè e sull'impossibilità di distinguere il reale dal virtuale.
Antonella Schiavone

MediaMente: "Il computer-linguaggio discrimina le donne" - 4 views

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    Definita 'l'antropologa del cyberspazio' Sherry Turkle è considerata il 'guru emergente del pensiero digitale'. Qui in un intervista "il computer-linguaggio discrimina le donne"
fabio montani

verso il web semantico - 5 views

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    Il web semantico come rete di dati organizzati secondo associazioni di significati. Si tratta dell'evoluzione del web volta a superare i limiti delle attuali tecnologie ossia il collegamento tra le informazioni disponibili e un motore di ricerca a cui comunicare cosa stiamo cercando. Ua tecnologia in grado di riconoscere il contesto e il significato dei contenuti delle pagine web. Il web visto come un assistente in carne ed ossa a cui comunicare le nostre aspettative, capace di comprenderci e di accontetarci. Si parla di "agenti", software in grado di comprendere gli esseri umani, di amministrare operazioni ripetitive e dispendiose in termini di tempo, i computer quindi come cervelli artificiali condivisi. Le critiche che vengono rivolte riguardano la possibilità che tutto questo sostituisca gli esseri umani o che contribuiscano ad una rarefazione delle relazioni e degli incontri. Io condivido pienamente il fiale proposto nell'articolo.
  • ...1 more comment...
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    grazie, articolo interessante che mi ha spinto ad approfondire un po' la questione...credo che l' idea del web semantico sia da un lato affascinante e dall'altro inquietante! affascinante perchè il tentativo è, procedendo per incertezze successive, di governare tali incertezze con intelligenze artificiali in grado di scoprire i collegamenti (non semplicemente testuali) tra le pagine web, in modo intelligente! inquietante perchè mi chiedo se davvero vogliamo che tali intelligenze riescano a simulare ciò che oggi è tipico di un comportamento umano, che abbiano anche loro ( ammesso che noi lo si abbia!..) buon senso....
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    In parole povere il Web Semantico è ciò che consentirebbe ai computer di comprendere il significato reale e cioè semantico, delle singole richieste dell'utente.
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    Sicuramente i motori di ricerca, negli anni passati, hanno contribuito alla diffusione di internet senza, oggi, la rete sarebbe una "babele" di informazioni e contenuti senza la possibilità di poterle selezionare e reperire in modo organico. Con i motori di ricerca è stato possibile portare un po' d'ordine e far uscire fuori le grandi risorse e potenzialità di internet. Oggi tutto questo non basta più, tante volte la nostra ricerca riporta risultati inutili, tanto che non sempre riusciamo a trovare quello che veramente stiamo cercando. La soluzione al nostro problema è il "web semantico", che permette di indirizzare in modo molto selettivo "semanticamente" la nostra ricerca. Certo immaginare di ottenere come risultato un lungo ipertesto che rappresenta tutto quello che "avresti voluto sapere" sembra effettivamente utopistico. E' pur vero che la rete si sviluppa in modo esponenziale, per questo c'è bisogno di pensare a una organizzazione più "umana" che permetta di rintracciare, catalogare e indicizzare quanto passa dalla rete, questo potrebbe permetttere un notevole risparmio di tempo.
Barbara Bellot

cos'è un learning object - 2 views

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    descrizione un po' datata ma, a mio avviso, sempre valida su cos'è un learning object per capire le sue potenzialità didattiche.
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    E' una risorsa molto importante, fruibile via web e usato nei contesti di apprendimento per un unico obiettivo didattico; questa è come lo si definisce, è similea dei piccoli CD multimediali, si discostano poco dalle pagine di un libro a schede e poi anche dotato di verifiche test.Solo che ho letto che questa risorsa ci sarà ancora da lavorare per essere resa secondo come viene c definita.
marco landolfi

Cognizione distribuita...una brevissima lezione - 3 views

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    Un simpatico video che cerca di spiegare la cognizione distribuita, che sappiamo riferirsi ad un processo nel quale vengono condivise socialmente risorse cognitive al fine di estendere singole risorse cognitive, o per ottenere qualcosa che un agente individuale non potrebbe ottenere da solo. Quindi spiega il funzionamento cognitivo come decisamente supportato da strumenti esterni alla mente; pertanto le operazioni intellettuali quali ricordare, fare connessioni, risolvere problemi, sono possibili perché si attinge ad informazioni e conoscenze che risiedono "fuori" di noi, nei libri che leggiamo, negli appunti che prendiamo, nelle nostre agende, nei file dei computer, nelle memorie dei cellulari ma anche nelle persone con cui lavoriamo, studiamo, interagiamo.
domanico

L'ERA DELLE "PSICO - TECNOLOGIE - 0 views

"Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione modellano le strutturementali, le facoltà cognitive e sociali con le quali apprendiamo e strutturiamo il mondo." [http://www.slideshare.net/ar...

informazione facoltà cognitive sociali evoluzione comunicazione mente linguaggio pensiero

started by domanico on 02 Sep 14 no follow-up yet
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