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Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Claude Almansi

The real villain in the ebooks case isn't Apple or Amazon - it's publishers' addiction ... - 0 views

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    By Mathew Ingram Jul. 10, 2013 "Summary: The major publishers say they needed to cut an ebook deal with Apple in order to blunt the force of Amazon's monopoly - but they themselves helped construct that monopoly by insisting on platform-specific DRM."
Claude Almansi

Attorney General Eric Holder Speaks at the E-books Press Conference Washington, D.C. - ... - 0 views

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    Attorney General Eric Holder Speaks at the E-books Press Conference Washington, D.C. ~ Wednesday, April 11, 2012 "Earlier today, we filed a lawsuit in U.S. District Court for the Southern District of New York, against Apple and five different book publishers - Hachette, HarperCollins, Macmillan, Penguin and Simon & Schuster. In response to our allegations, three of these publishers - Hachette, HarperCollins and Simon & Schuster - agreed to a proposed settlement. If approved by the court, this settlement would resolve the Department's antitrust concerns with these companies, and would require them to grant retailers - such as Amazon and Barnes & Noble - the freedom to reduce the prices of their e-book titles. The settlement also requires the companies to terminate their anticompetitive most-favored-nation agreements with Apple and other e-books retailers. In addition, the companies will be prohibited for two years from placing constraints on retailers' ability to offer discounts to consumers. They will also be prohibited from conspiring or sharing competitively sensitive information with their competitors for five years. And each is required to implement a strong antitrust compliance program. These steps are appropriate - and essential in ensuring a competitive marketplace. Beginning in the summer of 2009, we allege that executives at the highest levels of the companies included in today's lawsuit - concerned that e-book sellers had reduced prices - worked together to eliminate competition among stores selling e-books, ultimately increasing prices for consumers. As a result of this alleged conspiracy, we believe that consumers paid millions of dollars more for some of the most popular titles. During regular, near-quarterly meetings, we allege that publishing company executives discussed confidential business and competitive matters - including Amazon's e-book retailing practices - as part of a conspiracy
Claude Almansi

Marrakesh Treaty to Facilitate Access to Published Works for Persons who are Blind, Vis... - 1 views

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    Ossia: Trattato di Marrakech per facilitare l'accesso alle opere pubblicate per le persone cieche, ipovedenti o con altre disabilità che impediscono l'uso dei testi stampati" Pagina del sito dell'OMPI dal quale il trattato può essere scaricato in inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese e russo.
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    Qualcuno avrebbe un suggerimento per rendere "print-disabled" più snellamente? Definizioni: http://en.wiktionary.org/wiki/print-disabled http://www.readingrights.org/definition-print-disabled Nelle traduzioni ufficiali del trattato (nelle lingue che capisco), per "otherwise Print Disabled": FR ayant d'autres difficultés de lecture des textes imprimés ES con otras dificultades para acceder al texto impreso In http://www.unipd.it/ilbo/content/accesso-ai-libri-i-non-vedenti-miracolo-marrakech Antonella De Robbio usa: "che non hanno accesso alla cultura nei supporti a stampa e in video" - "in video" è interessante perché si riferisce a una bozza anteriore che avrebbe incluso anche i sordi tra i benificiari (via la sottotitolazione), ma che ha attratto l'ira di Hollywood , rischiando di far naufragare l'intero trattato.
Claude Almansi

Accesso ai libri per i non vedenti: miracolo a Marrakech | ilBo Antonella De Robbio 201... - 0 views

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    "1 luglio 2013 Antonella De Robbio Soltanto il 5% dei libri pubblicati nel mondo - meno dell'1% nei Paesi in via di sviluppo - è disponibile in formati accessibili per gli oltre 287 milioni di non vedenti e ipovedenti - in termini tecnici, visually impaired persons, persone con danni visivi - che non hanno accesso alla cultura nei supporti a stampa e in video, essendo inabilitate alla lettura per disabilità fisica. A fare fin qui da ostacolo il numero relativamente ristretto dei potenziali fruitori e, soprattutto, i vincoli posti dalle leggi a protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Ma la situazione potrebbe cambiare: contro ogni aspettativa, si è concluso positivamente in questi giorni lo storico trattato di Marrakech, in seno alla conferenza diplomatica Ompi (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, Wipo) tenutasi dal 17 al 28 giugno 2013. Il lavoro di lobbing dei diretti interessati, appoggiati dalla Chiesa cattolica che si è ufficialmente schierata a favore del trattato, non ha precedenti in termini di efficacia. L'Unione mondiale dei ciechi (Wbu) denunciava il rischio che quattro anni e mezzo di negoziati su un nuovo trattato per le persone cieche o con difficoltà di lettura potessero concludersi con un vuoto accordo "di facciata" o con un nulla di fatto. "Un trattato per i non vedenti o per chi detiene i diritti?" ci si chiedeva anche tra le associazioni bibliotecarie, dopo la sessione informale e la sessione speciale del Comitato permanente per il diritto d'autore e diritti connessi dell'Ompi."
Claude Almansi

"Why a supposed German breakthrough in e-book DRM is just as dumb as the old e-book DRM... - 0 views

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    "Why a supposed German breakthrough in e-book DRM is just as dumb as the old e-book DRM By Cory Doctorow | Jul 06, 2013 " > The idea that copyright owners might convince a judge, or, worse, a > jury that because they found a copy of an e-book on the Pirate Bay > originally sold to me they can then hold me responsible or civilly > liable is almost certainly wrong, as a matter of law. At the very > least, it's a long shot and a stupid legal bet. After all, it's not > illegal to lose your computer. It's not illegal to have it stolen > or hacked. It's not illegal to throw away your computer or your > hard drive. In many places, it's not illegal to give away your > e-books, or to loan them. In some places, it's not illegal to sell > your e-books. > > So at best, this new "breakthrough" DRM scheme will be ineffective. > But worse, what makes anyone think this kind of implicit fear of > reprisal embedded within one's digital library is acceptable, or, > for that matter, preferable to old-school DRM?
Claude Almansi

Trascrizioni on line: perché e come | Webaccessibile.org Roberto Scano 2013-0... - 0 views

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    "Una serie di interessanti video (in lingua inglese) ed una presentazione per aiutare gli sviluppatori a comprendere l'importanza di sottotitoli e trascrizioni."
Claude Almansi

Free Online OCR - Convert JPEG, PNG, GIF, BMP, TIFF, PDF, DjVu to Text - 0 views

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    "About NewOCR.com is a free online OCR (Optical Character Recognition) service, can analyze the text in any image file that you upload, and then convert the text from the image into text that you can easily edit on your computer Select your file File URL Recognition language Italian" e decine di altre lingue. Molto preciso e rapido, e c'è un'anteprima dove si può selezionare la parte che si vuol convertire in testo vero. Funziona con file online e con file caricati dal computer. Non c'è da crearsi un account.
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    Fantastico! Grazie Claude! Potresti aggiungere qualche altro tag, tipo converter, convertitore, tool (perché magari, per chi come me non ricorda mai l'acronimo OCR, pur sapendo di cosa si tratta, diventerà più facile ritrovare questo segnalibro in caso di bisogno). Grazie :-)
Daniele Guerrieri

Laboratorio Online Permanente di Tecnologie Internet per la Scuola - #loptis - 4 views

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    "…soprattutto della parte preponderante che mostravano di dare nella loro mente alla immagine del fenomeno reale più che alla sua rappresentazione analitica" dice il fisico Enrico Persico nel testo citato da Andreas. Come si educa a questa attitudine? E' questa, secondo me, la domanda fondamentale.
Claude Almansi

LIA - Libri Italiani Accessibili | Webaccessibile.org - Livio Mondini 2013-06-20 - 6 views

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    "Dopo molti annunci, è finalmente andata online "LIA, la vetrina di ebook accessibili pensati per le persone non vedenti e ipovedenti". Era legittimo chiedersi cosa fossero i libri italiani accessibili, poiché né la nazionalità italiana né "libro accessibile" fornivano un qualche indizio sulla natura di questi libri. Ora, dopo la messa in onda, regna lo stesso la confusione: non si riesce a capire in cosa consista il servizio LIA. A prima vista, il sito si presenta come un espositore di libri in formato epub, la cui unica differenza con i normali epub disponibili online in innumerevoli store sembra essere l'apposizione di una specie di certificazione di accessibilità denominata "bollino LIA". (...) Il testo della "certificazione" è perlomeno generico: (...) Questo eBook è certificato accessibile da LIA come? Con quali criteri? Chi sono i certificatori? Non è dato di saperlo. Così come sembrano piuttosto scontati i parametri di valutazione (...) D'accordo, il corretto uso degli elementi sicuramente aiuta la navigazione, ma siete sicuri che inserire dei titoli in ordine gerarchico sparso e casuale, basta che ci siano, sia utile a qualcuno? La "vetrina" sembrerebbe dedicata soltanto a questo: selezionare nella vastità degli epub disponibili sul mercato alcuni titoli scelti e valutati accessibili da qualcuno non si sa chi e come, e rimandare a store esterni per l'acquisto degli stessi. Sì, avete capito bene, bisogna usare due carrelli elettronici: prima quello del sito LIA, dove si selezionano i libri desiderati, e poi quello dello store esterno per effettuare l'acquisto vero e proprio. Siamo davvero sicuri che questo sia un aiuto per chi non ci vede o ha gravi problemi di vista? Non era già abbastanza complicato dover affrontare un carrello? No, due. Potrebbe essere complicato per chiunque, ma per chi utilizza uno screen reader lo è il doppio: effettua l'acquisto in un sito, poi deve anche essere in grado di continua
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    Una precisazione, poichè avevo postato anch'io questo link. LIA (almeno da quanto dichiara) non si pone come soggetto che sceglie libri accessibili e li vende. Piuttosto offre un servizio agli editori: io ti do le "regole" da seguire e ti aiuto a far si che il tuo ebook sia accessibile, se tu le rispetti quello che ti affro in cambio è "visibilità" (perdonate quello che appare come un calambour trattando in particolare di non vedenti!). Questo è il motivo del doppio carrello: non è un rivenditore, ma un "supporto progettuale" che poi aggiunge un bollino che ha funzione analoga a quello di una certificazione ISO in azienda: certifico che hai seguito le regole per l'accessibilità
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    Sorry, Francesco: avrei dovuto controllare. Però Livio Mondini ha ragione lo stesso sulla rogna di per sé di dover usare 2 carrelli, sulla rogna aggiuntiva di quello LIA che non si svuota dopo l'acquisto presso il venditore, e sui criteri troppo vaghi del bollino LIA - e sul fatto che gli editori apparentemente di quel bollino se ne sbattono. Per il tuo uso di "visibilità", non ti preoccupare, ci giocano anche i ciechi stessi: c'è http://www.comecivedi.ch/ (ora in manutenzione) sito collaborativo di ciechi ticinesi, e http://www.titengodocchio.it/ , il sito di Vincenzo Rubano, studente cieco, per segnalare siti inaccessibili, nato da un suo sondaggo intitolato "m'illumino di meno...ma ci "vedo" di più". ;)
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    Figurati: cedo la primogenitura per molto meno di un piatto di lenticchie!!! ;-) A parte gli scherzi quello che intendevo dire è che LIA non si pone come interfaccia tra editori e non vedenti, ma piuttosto come "lobby" per spingere ad adottare gli standard che rendono gli ebook (più) accessibili e dunque (anche se indubbiamente potevano risparmiarselo!) essere a sua volta poco accessibile non è una colpa così grave: si rivolge più a vedenti che a non vedenti! Quanto ai criteri ammetto di non aver approfondito la cosa, ma si deve considerare che esistono standard internazionali (per il WEB il W3C, non so se sia applicabile anche agli ebook anche se a logica direi di si) che garantiscono il massimo di accessibilità. Adottarli non è banale ma nemmeno una cosa terribile (io l'ho fatto sulla piattaforma di elearning che ho creato): basta deciderlo e metterci quel po' d'impegno necessario. Immagino che la logica sia quella di spingere perchè la decisione sia presa e supportare per ridurre l'impegno necessario; mentre la "vetrina" sia più la classica carota alternativa al bastone (anche se in questi casi riterrei personalmente più adeguato i bastone!!! ;-D)
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    Ah, però tu avevi segnalibrato il sito stesso del progetto LIA! Io la recensione di Mondini su webaccessibile.org, quindi non c'è doppione. Webaccessibile.org è un sito dell'IWA Italia, coloro che hanno di fatto redatto le specifiche per la legge italiana sull'accessibilità informatica ("Legge Stanca"), cioè non solo l'accessibilità Web, se ho capito bene? Hanno anche una serie di testi su Stanca e WCAG, troppo tecnici per me. Sì, la carota vetrina-bollino può forse funzionare, ma questo dipenderà anche dalla reazione dei compratori potenziali che hanno bisogno di libri accessibili. Quelli non si baseranno prevalentemente sulla recensione di Mondini, forse (anche se Mondini, essendo cieco anche lui, e visto che scrive bene, è abbastanza seguito), ma piuttosto sul bouche à oreille, o equivalente Web 2.0.
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    Ah: m'ero fermato a LIA e non avevo fatto caso si trattasse di un commento su! Conoscevo l'IWA (un anno mi pare ci sono stato iscritto, ai loro esordi), non questo loro impegno. Posso però dire che la legge Stanca è estremamente discutibile: sia per come ha "personalizzato" gli standard invece di applicarli sia per restrizioni di contorno ed obblighi in alcuni casi assurdi che ha imposto. Non so però quanto sia farina del loro sacco e quanto contributo politico. Comunque adesso vado e leggere cosa ne dice lui
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    Non ha tutti i torti nelle sue critiche: effettivamente l'accessibilità del sito lascia molto a desiderare. La spiegazione però potrebbe esserci. Andando alla ricerca di chi ne fosse il proprietario (che non è specificato da nessuna parte sul sito!) scopro che si tratta di Ediser S.r.l. che - cercando - ha un sito sua che così la descrive: Ediser è la Società di servizi dell'AIE - Associazione Italiana Editori, fondata nel 2002 per l'erogazione di servizi rivolti alle case editrici, tra cui: - l'erogazione di corsi e seminari di formazione e aggiornamento per il personale che opera nella filiera editoriale e dei contenuti digitali o per persone che intendono avviare una casa editrice - la gestione dell'agenzia ISBN per l'area linguistica italiana, di cui è titolare l'AIE - la gestione dei diritti d'autore per la tutela dei diritti di riproduzione delle opere librarie e periodiche - l'organizzazione di fiere del libro attraverso la realizzazione "step by step" di stand collettivi e istituzionali - l'organizzazione di eventi legati al mondo dell'editoria - la gestione di progetti specifici di rilevanza nazionale e internazionale legati al mondo dell'editoria - il «Giornale della libreria»: il mensile professionale dell'editoria libraria e dell'industria dei contenuti editoriali italiana Inoltre LibriAccessibili.it - e più in generali il progetto LIA che ha un sito a parte chissà perchè... (progettolia.it) - è "Realizzato mediante il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali" come dice il disclaimer (obbligatorio per chi usi finanziamenti pubblici) accompagnato da loro del ministero definito "Partner di progetto". Insomma: sono gli editori che definiscono le condizioni per darsi il bollino e poi se lo danno... Ma pagato con i soldi che il Ministero non ha per salvare Pompei! Altro che bastoni e carote...
Claude Almansi

Seven years after Nature, pilot study compares Wikipedia favorably to other encyclopedi... - 2 views

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    "Posted by Dario Taraborelli on August 2, 2012 Improving the quality of articles has long been one of the primary aims of contributors to Wikipedia, and is one of the Wikimedia movement's 2010-15 strategic priorities, but measuring it objectively has remained a challenge. In 2005, Nature famously reported that Wikipedia articles on scientific topics contained just four errors per article on average, compared to three errors per article in the online edition of Encyclopaedia Britannica. Britannica objected to the report, but Nature stood by it, and the report remains widely cited today. Since that time, however, there have been relatively few independent analyses of Wikipedia article quality, despite the enormous growth of the project. Wikipedia today counts more than 23 million articles across languages (more than 4 million articles in the English Wikipedia alone) compared to 3.7 million total articles in 2005; today it ranks 6th by overall traffic according to Alexa, while it ranked 37th in 2005. (...) The Wikimedia Foundation is announcing the release of a pilot study conducted by Epic, an e-learning consultancy, in partnership with Oxford University - "Assessing the Accuracy and Quality of Wikipedia Entries Compared to Popular Online Alternative Encyclopaedias: A Preliminary Comparative Study Across Disciplines in English, Spanish and Arabic." The study compared a sample of English Wikipedia articles to equivalent articles in Encyclopaedia Britannica, Spanish Wikipedia to Enciclonet, and Arabic Wikipedia to Mawsoah and Arab Encyclopaedia. 22 articles in the sample were blind-assessed by 2 to 3 native speaking academic experts each, both quantitatively and qualitatively. The small size of the sample does not allow us to generalize the results to Wikipedia as a whole. However, as a pilot primarily focused on methodology, the study offers new insights into the design of a protocol for expert assessment of encyclopedic contents. For our editor community a
Claude Almansi

NPR's Andy Carvin Uses Twitter to Debunk a Hoax | Twitter Developers - 2011-06-06 - 0 views

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    "A blogger claiming to be "A Gay Girl in Damascus" attracted a lot of online attention. But when she was reported kidnapped, some journalists became suspicious. From Carvin's Storify of the incident: Around this time I received a Twitter direct message from @DannySeesIt, a Syrian I've known since the Egyptian revolution. He's given me permission to publish the text of his DM: "I'm asking about that today most of the day and I have some solid connection in the lesbian scene in Damascus. No one knows her." Danny's comment struck me as odd, especially based on all the people I knew who were vouching for her online. I replied to him: I have from a good source that she is indeed real. We'll see, though. (...) Andy Carvin ✔ @acarvin And we have a confession: Tom MacMaster is #Amina! http://bit.ly/lLIY83 9:17 PM - 12 Jun 2011 (...) Andy Carvin ✔ @acarvin If we could only calculate the sheer number of hours we spent this week on #Amina, each one of which was an hour spent not on Syria itself. 9:28 PM - 12 Jun 2011"
Claude Almansi

Global Voices · Citizen media stories from around the world - 2 views

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    " About Get Involved Press Contact Donate Subscribe Global Voices is an international community of bloggers who report on blogs and citizen media from around the world. Learn why » Photos posts Photos Video posts Video Search Countries Topics Contributors Featured stories Italian Appeals Court Upholds Guilty Verdict in Historic Eternit Asbestos Case"
Claude Almansi

Textbooks Are Zombies | ETCJ Harry Keller 2013-07-22 - 1 views

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    "By Harry Keller Editor, Science Education Despite plenty of nay-sayers, the textbook is dead. It just doesn't know it yet and continues on walking about as though alive. Textbooks have evolved considerably over the last fifty years and even somewhat in the previous fifty years. I even have one, A Text-Book of Physics, on my bookshelf beside me that was printed in 1891. It has some line drawings and no color. Its size is about 5"x8". Today, textbooks have lots of colorful images, plenty of side bars, and lots of engaging questions sprinkled about on their heavy-weight glossy paper stock. They also have tons of advice to teachers on how to use them effectively. They've gone about as far as they can go with paper as the medium. (...) You can learn faster and learn more than you think you can. Textbooks do not tap into our brains to realize that learning potential. New software that uses true active learning will. By so doing, it will eliminate textbooks of all forms, both printed and online, both passive and so-called interactive. Today, the textbook is a zombie. It's just waiting for that wooden stake or silver bullet to put it to a well-deserved rest."
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    Analisi decisamente più interessante rispetto alle precedenti (citate) perchè vola decisamente più alta evitando di impantanarsi sulla falsa questione del formato dei contenuti per ragionare piuttosto di metodo. Ho condiviso filosofia e conclusioni
Claude Almansi

Petition | Google: Change the Youtube comment section back to its original form. | Chan... - 0 views

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    A proposito dell'integrazione dei commenti Google+ a YouTube
Claude Almansi

PI: YouTube, pessimi commenti sui commenti - Claudio Tamburrino 2013-11-11 - 1 views

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    "Le nuove funzioni introdotte per combattere i troll costringono ad usare Google+: si levano le polemiche, anche dai fondatori del Tubo Roma - Per scardinare l'anonimato dietro cui si nascondono i troll e spingere in questo modo al miglioramento della qualità dei commenti inseriti su YouTube, Google aveva deciso di vincolare gli interventi in risposta ai video caricati all'utilizzo di identità Google+ e di fornire agli autori del contenuto caricato un sistema di filtri basati su parole chiave che permetta di controllare in anticipo cosa viene scritto. Tuttavia ciò ha causato aspre critiche da parte di molti utenti che per il momento non sembrano apprezzare il cambiamento."
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    Vedi anche il link alla petizione contro quell'integrazione di G+ a YT e il video "My thoughts on Google+" embeddato.
Claude Almansi

Fake and Real Student Voice | Ideas and Thoughts - Dean Shareski 2013-11-21 - 1 views

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    "Here's the lastest video educator's are jacked about: [ http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=UFpe3Up9T_g ] I like much about this video. I like the message. I like the way it's shot. I like the girls. What I don't like is the perception that this is the girl's invention. It's not. These girls are likely no more into inventing and making than most girls their age. While I might be able to look past that, and I can, I don't like the perception that this is authentic as it suggests. Which raises the larger question of authentic student voice. I remember first being struck by this when this video came out about 6 years ago: [ http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=_A-ZVCjfWf8 ] It's an iteration of Michael Wesch video using college aged students. When I saw the k-12 version it just didn't sit well with me. The signs the students held seemed to be the language and ideas of adults. I had a hard time thinking any 5 year old would use the phrase "engage me". But still I thought the video had value but I never used them to share with others. (...) If you're still jacked about the little girls video, that's okay, show it to your young girls, encourage them to explore science but let's have enough awareness to know when we're being sold something. My point with this little wander through video is let's advocate for student voice but not fake ones. Our students do have a voice. Most of them are childlike, full of child like ideas and most aren't as eloquent as adults because they aren't adults. That's what we're supposed to be doing, helping them develop that voice. Yet we do have some that are ready for prime time and we should provide ways for them to share. I know some districts have had students keynote. I think that's great, as long as the core of their story is their own, not the districts or their teachers. I'd way rather listen to a student share a less polished message that was their ow
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    Vedi anche il commento di Stephen Downes in http://www.downes.ca/cgi-bin/page.cgi?post=61423
Claude Almansi

When Technology Fails, Redux - ProfHacker - Blogs - The Chronicle of Higher Education R... - 1 views

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    "...Have you dealt with a systemic tech failure in a course? How did you manage it so students didn't suffer? Please share in the comments below."
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    Nell'articolo ma soprattutto nei commenti, racconti di problemi tecnologici - e di come son stati affrontati - in classe.
Claude Almansi

MOOCs Are Usefully Middlebrow - The Chronicle of Higher Education - Jonathan Freedman 2... - 3 views

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    "...MOOCs are just the latest incarnation of bringing watered-down versions of culture, knowledge, and learning to a mass audience. What we see as the courses' flaws may well be their strengths, and they have the potential to carry those strengths to a broader audience than ever before. Problems arise only when we think of MOOCs as university courses rather than as learning for the masses. Yes, the vulgarians who run Coursera and Udacity deserve to be swept into the dustbin of history, and the fact that they seem not to have figured out how to profit from their enterprises suggests that they'll soon be hoist by their own capitalist petard. When they are, the real action can begin. As the history professor Jonathan Rees puts it, the fast-­approaching post-corporate-MOOC world "will almost certainly be a period of real pedagogical innovation conducted by people who are more interested in actual education than they are in becoming famous or just making a quick buck."..."
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    Giusto! Aspettiamo che l'azione inizi (e forse si può dire che è già iniziata! ;-) )
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    Non rinuncerei mai alla possibilità di usare i mezzi tecnologici per la diffusione della conoscenza, tuttavia è vero: non c'è nulla che possa sostituire la relazione didattica, nel senso di interazione significativa individuale.
Claude Almansi

MOOCs Are Largely Reaching Privileged Learners, Survey Finds - The Chronicle of Higher ... - 1 views

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    "Most people who take massive open online courses already hold a degree from a traditional institution, according to a new paper from the University of Pennsylvania. The paper is based on a survey of 34,779 students worldwide who took 24 courses offered by Penn professors on the Coursera platform. The findings-among the first from outside researchers, rather than MOOC providers-reinforce the truism that most people who take MOOCs are already well educated. The Penn researchers sent the survey to students who had registered for a MOOC and viewed at least one video lecture. More than 80 percent of the respondents had a two- or four-year degree, and 44 percent had some graduate education."
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    Ma vedi anche il commento di Stephen Downes http://www.downes.ca/cgi-bin/page.cgi?post=61414 : "Goodness gracious, the word "MOOCs" does not mean the same thing as "courses offered by Penn professors on the Coursera platform." The Chronicle can be so infuriating at times. Coursera very deliberately targeted an upmarket customer profile, so no wonder that's who they got"
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