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isabellarossi68

L'infanzia rappresentata dai genitori nei social network: riflessioni pedagogiche sullo... - 7 views

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    Nell'articolo viene evidenziata la necessità di una riflessione pedagogica sulle strategie utili ad educare all'uso consapevole dei media, soprattutto dei social network, da parte dei minori e dei loro genitori, attraverso un dibattito tra pericoli e vantaggi. Il codice deontologico per i professionisti della comunicazione dà l'opportunità di riflettere sulla necessità di tutela dell'infanzia ai giorni nostri, non solo per quel che riguarda il lavoro dei giornalisti, ma anche per il comportamento messo in atto dai genitori. Di frequente i minori rappresentano non solo utenti dei social, ma anche il contenuto delle informazioni postate dagli adulti, tracce spesso indelebili che raccontano esperienze, condivise con amici e conoscenti della rete, e con tutti quei soggetti protagonisti dei legami forti e deboli, ormai indifferenziati nel mondo digitale. Si dibatte sul nuovo fenomeno chiamato "sharenting", sul quale emergono necessarie riflessioni psicologiche e sociologiche e interventi educativi, che possano, secondo l'ottica della Media Education, rendere anche gli adulti consapevoli e responsabili all'utilizzo dei social. L'obiettivo è sensibilizzare la pratica di una genitorialità rispettosa del bambino, oggetto di comunicazione di cui spesso ne viene violata la privacy, e arrivare ad una condivisione con il network che non sfoci in forme eccessive di narcisismo. Secondo il nuovo approccio didattico e pedagogico proposto dai Cultural Studies è opportuno non demonizzare la partecipazione alla cultura digitale, ma valutarne le modalità di fruizione e gli effetti in termini di "rischi" che, se affrontati in modo efficace, possono tramutarsi in "opportunità". Sarebbe auspicabile, a parere della Media Education, tentare di mantenere un equilibrio tra rischi e opportunità, attraverso formazione di buone pratiche orientate alla tutela dell'infanzia, che allontanino dal panico morale e da colpevolizzazioni e considerino i potenziali benefici degli strumenti social
fabiangabriel

España, único país de la UE que regula penalmente el cyberbullying - 1 views

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    Interessante, l'articolo di un sito spagnolo, dedicato al settore giuridico con un taglio prettamente legale, dove si indica come le commissioni europee, sollecitano i paesi membri del UE a recepire all'interno degli aparati normativi il cyberbullismo come attività deviante. Al 2016 solo la Spagna sembra aver introdotto all'interno del C.P. la nominilizzazione del cyberbullismo. L'Italia segue inserendo una legge aposita "Nella Gazzetta del 3 giugno scorso è stata pubblicata la Legge 29 maggio 2017 n. 71 recante "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo" (http://www.altalex.com/documents/news/2016/09/21/bullismo-e-cyberbullismo). A questa nuova tipologia di reato sarà necessario (secondo me) affiancare nel percorso trattamentale personale professionale formato in modo specifico econ competenza. Importante sapere che l'UE comunque sembra essere vicina alle vittime di questa tipologia di reato emanando direttive e vigilando riguardo il corretto recepimento delle linee guida europee.
marziachecchini

Etica hacker - Wikipedia - 3 views

  • Etica hacker Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigation Jump to search Con l'espressione etica hacker si fa riferimento all'etica emersa nelle prime comunità virtuali o "cyber communities", dedite alla programmazione informatica. Indice 1 Etimologia e storia 2 L'etica hacker 2.1 Condivisione 2.2 L'imperativo: "Hands on!" 2.3 "Community" e collaborazione 3 I "veri hackers" secondo Levy 4 L'opera di Himanen 5 Altri lavori 6 Un caso italiano 7 Note 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Collegamenti esterni Etimologia e storia
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    ho postato quest'articolo di wikipedia che ho ritenuto interessante perchè fornisce una visione alternativa della definizione di hacker che non conoscevo e che, come tante persone, interpretavo solamente nell'accezione negativa del termine di distruttore di sistemi e diffusore di virus informatici. Tra i principi fondamentali dell'etica hacker riportati in quest'articolo, c'è invece il miglioramento del mondo e delle condizioni di vita dell'essere umano attraverso la liberta', la passione e la coscienza sociale. Aggiungo anche che l'hacking è utilizzato spesso nel testare la sicurezza di programmi e la tutela della riservatezza di dati sensibili come trattato da Jon Erickson nella sua pubblicazione "l'arte dell'hacking"
serafinagreco

Cyber-sorveglianza e tutela della privacy dopo l'11 Settembre 2001 - 4 views

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    Già un anno dopo l'attentato dell'11 Settembre 2001, l'associazione Reporters sans frontiéres denunciava i cambiamenti in atto in ambito di sorveglianza e libertà individuali, descrivendo come, sotto l'egida della guerra al terrorismo, i controlli su Internet e altri mezzi di comunicazione elettronica fossero aumentati in maniera esponenziale. Alcune delle democrazie occidentali sono state descritte, dall'associazione, come "predatori di libertà digitali". Nel rapporto, diffuso nella sede dell'associazione a Parigi, si legge tra l'altro: "Ad un anno dai tragici eventi di New York e Washington, Internet può essere inclusa nell'elenco dei "danni collaterali". Le cyber-libertà sono state minacciate e le fondamentali libertà digitali amputate." Negli Stati Uniti, non era ancora trascorso un mese dal crollo delle torri gemelle, che già il Congresso aveva approvato, senza alcuna opposizione, il cosiddetto USA Patriot Act, una sommatoria di provvedimenti tesi ad aumentare i poteri di polizia in ogni campo, particolarmente in quello del controllo sulle comunicazioni. O, più esattamente, volendo ripetere le parole pronunciate dal presidente George W. Bush nel firmare la legge, una sommatoria di provvedimenti tesi a "porre i sistemi di sicurezza nazionale all'altezza della sfida generata dalla proliferazione delle tecnologie di comunicazione, leggi nate nell'epoca dei rotary telephones". Sul piano tecnologico, poi, l'amministrazione americana è stata rapidissima nel presentare un progetto molto dettagliato e già completo, denominato Total Information Awareness (TIA), ma subito ribattezzato dall'Electronic Privacy Information Center (EPIC) "Terrorism Information Awareness", e per fortuna rimasto solo un progetto.
patrizia1

bambini e social, il farwest di regole e contenuti - 2 views

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    Questo interessante articolo apparso oggi su Repubblica e' un'analisi di quanto accade relativamente ai social networks ed i suoi utilizzatori piu' giovani (addirittura al di sotto dei 13 anni) ma anche, finalmente..., il punto su quanto si sta facendo e si voglia fare a tutela proprio dei minori che accedono ai socials. Ed e' particolarmente interessante il punto di vista di Valentina Sellaroli del Tribunale dei Minori. A voi la parola.
orlandovaleria

Questioni di Media - 4 views

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    Il ruolo dei media nella società contemporanea è fondamentale, tanto da farla definire come una società dell'informazione e della comunicazione. Un simile scenario riconosce sicuramente nuove opportunità: una maggiore disponibilità dell'informazione, una maggiore possibilità di comunicazione che abbatte le distanze, il superamento delle chiusure localistiche e la costruzione di una cittadinanza universale. Comporta però anche la registrazione di una serie di problemi ed attenzioni: il rischio di un indebolimento della soggettività, il rapporto tra accesso all'informazione e giustizia, il diritto alla verità delle informazioni e la tutela delle relazioni interpersonali. Ma cos'è la media education? E' un'attività, educativa e didattica, finalizzata a sviluppare nei giovani una informazione e comprensione critica circa la natura e le categorie dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire messaggi e produrre senso, i generi e i linguaggi specifici. McLuhan già nel corso degli anni Sessanta, aveva intuito che i sistemi di informazione elettronica avrebbero modificato in profondità i sentimenti e la coscienza dell'uomo; egli vedeva nelle tecnologie della comunicazione forme di estensione del sistema nervoso centrale. Ogni individuo oggi deve fare i conti con una complessità di fattori che non è stato preparato a gestire. La gestione degli strumenti tecnologici viene, infatti, troppo spesso assimilata e confusa con la semplice acquisizione delle competenze tecniche di funzionamento di un certo strumento.
CARMELA BELLAVIA

Social network e nuovi media, fra rischi e potenzialità - 4 views

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    3 marzo 2014 - Scienza e tecnologia "I bambini vengono educati da quello che gli adulti sono, non da ciò che dicono" (Carl Jung) Il Centro Infanzia Adolescenza Famiglie "Edda Fagni" (CIAF) del Comune di Livorno ha posto al centro della sua mission il lavoro con le famiglie, le scuole, i bambini e i ragazzi, guardando a una prevenzione primaria delle varie, possibili forme di disagio relazionale, con particolare attenzione ai "climi" delle classi. Nel corso dell'attuale anno scolastico, in collaborazione con Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni Toscana - Sezione di Livorno e con il Progetto Trool (Tutti i Ragazzi Ora On Line) della Regione Toscana/Istituto degli Innocenti, per la scuola primaria è stato attivato il Progetto "Sicuri in rete" in cui nei laboratori per genitori/figli attraverso attività creative si offre l'opportunità di condividere esperienze concrete di gestione consapevole di ciò che si incontra in rete, mettendo in evidenza il valore dei contenuti e dei buoni comportamenti da promuovere nella rete stessa. Per la scuola secondaria di secondo grado è stato attivato il progetto "Uso consapevole del web e delle nuove tecnologie" rivolto ai ragazzi e agli adulti coinvolti nella loro tutela (genitori ed insegnanti) per promuove una "navigazione" responsabile e consapevole attraverso incontri-laboratorio sull'uso dei social network, sulla privacy e sul diritto d'autore. La metodologia del progetto prevede interventi della pedagogista del CIAF, degli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sezione di Livorno e dei media educatori del Progetto TROOL. I contenuti affrontati durante il progetto sono: Le comunità e i gruppi di ragazzi si trasformano con la mediazione di internet: pregi e difetti L'accesso alla rete (da computer e da smartphone) e il suo utilizzo consapevole i vantaggi e le insidie della rete per i preadolescenti fornire informazioni per la prevenzione di forme di cybe
mromano8

La sfida della Trasparenza e la Democrazia 3.0 - 1 views

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    Alberto Bitonto docente Teoria politica all'università svizzera italiana sottolinea l'importanza di attuare un processo di trasformazione legato all'innovazione culturale . Espone un concetto chiave in cui le due dimensioni Trasparenza e Democrazia 3.0 sono strettamente collegate tra loro . Freedom of Information Act (FOIA) è la legge che tutela la libertà d'informazione e il diritto d'accesso agli atti amministrativi accesso civico . Il dirittto ai cittadini ad accedere a tutti i dati ed essere messi a conoscenza dei temi legati all'ambiente , alla salute ,alla sicurezza edilizia .La sfida consiste nel migliorare la qualità della trasparenza . Un approccio più realistico ,scientifico e consapevole che migliora il processo decisionale e le dicisioni pubbliche. I cittadini ,le imprese e le associazioni possono indicare alle istituzioni le criticità ed i bisogni, ma allo stesso tempo sono portatori di soluzioni . La Trasparenza vista come metodo e strumento d'inclusione che conduce alla partecipazione attiva e alla collaborazione .I cittadini sono motivati a contribuire e danno importanza al loro contributo . Costruire società migliore attraverso la Trasparenza e l'Open Government rappresenta una grande opportunità nel creare nuovi spazi aperti in cui è presente una intelliggenza collettiva.
marcom1982

Media Education e digitalizzazione dei processi educativi | Edscuola - 7 views

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    In questo articolo si mette in evidenza come la scuola si trovi ad affrontare un processo di aggiornamento accelerato in senso tecnologico che costringe il personale docente a mettere in campo nuove competenze, a prevedere la creazione di nuovi ambienti di apprendimento e processi di insegnamento-apprendimento, sfruttando le tecnologie multimediali e digitali. Racconta un esperienza di apprendimento collaborativo programmato in rete, dove, seppur manchi l'interazione faccia a faccia, si ha comunque la possibilità di mantenere un certo contatto umano e sociale, di dedicarsi tutti insieme, con piacere, ad un'attività comune, in cui gli alunni si sentono protagonisti nelle diverse fasi del lavoro, sviluppando pertanto, anche certe competenze tecniche, e consente ai docenti di non rinunciare ad educare alla cooperazione migliorando anche il benessere psicologico degli alunni, messo a dura prova in questi mesi di emergenza. La scuola resta in vita grazie alle tecnologie seppur tra opportunità e limiti. La scuola si trova ad aggiornare i propri obiettivi nei contenuti e nei modi per rispondere alle sfide di un mondo che cambia rapidamente per formare futuri cittadini.
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    Questo articolo di Erica Della Valle riflette sulla didattica a distanza imposta dalla pandemia e sull'uso di piattaforme informatiche e di svariati sistemi di collegamento e condivisione di immagini, video e documenti, spesso non valutati adeguatamente in termini di tutela della privacy. Il pezzo analizza la Summer School MED, organizzata dall'associazione MED per formazione e ricerca in Media Education, che si è concentrata sui processi educativi mediati dalle tecnologie digitali e sulla questione dei dati acquisiti in formato digitale. Inoltre, l'articolo sottolinea l'importanza della Media Education come prassi educativa e riflessione teorica per produrre cultura e allargare la democrazia, in particolare nel contesto della digitalizzazione della comunicazione.
anonymous

Social privacy, educare ai tempi del web 3.0 - 3 views

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    Alberto Fornasari, professore ed esperto in comunicazione, ha proposto una riflessione sulla rapida evoluzione della nostra società globalizzata e cosmopolita con riferimento al concetto di privacy e alle sue modificazioni. Il Censis ha definito quella che stiamo vivendo l'era dell'esibizione del sè digitale, un'era in cui l'oversharing si è imposto come predominante a discapito di una sempre meno evidente riservatezza nei confronti della propria immagine e delle informazioni che diamo di noi in rete. Diminuisce il digital divide ma aumenta esponenzialmente il press-divide. Goleman ha parlato di analfabetismo emotivo: la mancanza di consapevolezza e controllo delle emozioni e dei comportamenti, specialmente di quelli altrui, che rende le relazioni interpersonali sempre più difficoltose e meno empatiche. Le relazioni sono sempre più mediate e sempre meno dirette, soprattutto per i nativi digitali che vivono in simbiosi con i propri dispositivi. Dunque i bisogni che i giovani cercano di soddisfare attraverso l'uso della rete sono quelli di sicurezza, autorealizzazione, associazione (Maslow) e questi, nel web 3.0, si esprimono attraverso autobiografismo e narcisismo (l'uso del selfie per veicolare una certa idea di sè). L'utilizzo dei media in misura massiccia crea una condizione abitudinaria che ci rende sempre meno consapevoli dei rischi presenti a livello di privacy: paradossalmente i dati che le aziende sono in grado di reperire sul nostro conto sono stati "pubblicati" da noi stessi in quello che possiamo identificare come self-disclosure. La creazione della figura del Garante per la tutela dei dati personali avvenuta in Italia rappresenta un importante passo in avanti, tuttavia rimane fondamentale avviare percorsi di educazione ai media che guidino al loro utilizzo e che coinvolgano i genitori, e soprattutto i docenti. La scuola si sta lentamente avvicinando al mondo dei media attraverso l'integrazione dei dispositivi tecnologici nell'a
bignamib

Un'indagine nazionale sulla consapevolezza digitale degli adolescenti | Media Edu... - 5 views

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    L'articolo presenta alcuni risultati di una ricerca esplorativa condotta tra un campione di 2807 studenti fra i 14 e i 19 anni, ispirata dalla recente legiferazione europea in materia di tutela della privacy e protezione dei dati con particolare riferimento al contesto dei media. La nuova regolamentazione, che abbassa la soglia di età per esprimere il consenso al trattamento dei dati personali e attribuisce particolare centralità all'accountabilty del cittadino, impone una riflessione sulla consapevolezza fruitiva, sulle competenze digitali e sulla responsabilità etica ed estetica degli adolescenti nei confronti dei sistemi comunicativi virtuali. Viene accennato l'impianto metodologico generale della ricerca nel quale vengono indagati tre ambiti strettamente correlati tra loro: il livello di consapevolezza digitale del campione, l'indagine sulla competenza digitale e socioculturale dei loro genitori e la dotazione infrastrutturale e formativa delle scuole coinvolte. Il capitale sociale dei giovani, frutto dei processi di socializzazione in famiglia e in altri contesti significativi, ma anche l'implementazione della Digital Literacy introdotta dai nuovi programmi ministeriali scolastici in linea con le recenti disposizioni europee, condizionano l'esperienza mediale in termini di frequenza di utilizzo e di interazione attiva nonchè l'atteggiamento di responsabilità nei confronti della protezione dei device (pin, password, codice di accesso biometrico), dei dati (consenso al trattamento, back up dei dati, ecc..), della salute (esposizione psicofisica) e dell'ambiente. La riflessione finale riconosce i primi esiti dell'avvio di un processo di educazione e sensibilizzazione ad un uso consapevole dei media che non può prescindere da un investimento sistematico sulla digital literacy i cui effetti, però, saranno valutabili solo nei prossimi anni.
giadamangani

L'influenza dei mass media sull'opinione pubblica - 3 views

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    Nell articolo della Dtt ssa Sabrina Santaniello viene affrontato il tema dello sviluppo del digitale e di come questo abbia rivoluzionato il modo di trasmettere le notizie e di fare cronaca, soprattutto in occidente. Spesso i contenuti di queste notizie alimentano la curiosità, come le notizie con titoli fasulli che spesso troviamo su Internet e che ci inducono ad aprire il link per poi rivelarsi non veritiere. Si parla di processo mediatico, esaltazione ed esasperazione delle notizie con conseguenti distorsioni informative. Basti pensare al covid e alle fake news correlate ad esso come: Fare gargarismi con la candeggina aiuta a combatterlo, assumere acido acetico o steroidi, utilizzare oli essenziali e acqua salata e bevande calde protegge dall'infezione da coronavirus, la vitamina C previene ecc... Il processo mediatico porta a trovare dei colpevoli in un breve lasso di tempo per fare audience. Una società democratica non dovrebbe permettere che il processo mediatico vada a sostituirsi a quello giudiziario nei mezzi di informazione di massa poichè inevitabilmente influenza l'opinione pubblica e porta ad esiti negativi come la diffusione rapida di messaggi distorti senza verifiche nelle sedi opportune, che a sua volta danneggiano l'immagine di una categoria professionale e compromettono la fiducia del cittadino verso chi è deputato a tutelarne la salute.
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