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Rss Feed Group items tagged

Claude Almansi

IUL - L'Università online per la scuola che cambia - cMOOC #LTIS13 - 0 views

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    "Il cMOOC della IUL, a.a. 2012-2013 LABORATORIO DI TECNOLOGIE INTERNET PER LA SCUOLA #LTIS13 Curato da Andreas Robert Formiconi connectivist: studente al centro, apprendimento cooperativo Massive: senza limiti di iscrizioni Open: liberamente e gratuitamente fruibile Online: accessibile da qualsiasi browser Course: un insegnamento universitario Inizio: 3 aprile 2013 Durata: 10 settimane Modalità di fruizione: chiunque può partecipare liberamente e gratuitamente, per iscriversi occorre semplicemente spedire un'email a cmooc@iuline.it specificando nome, cognome e città di provenienza i partecipanti che alla fine del corso abbiano preso parte attivamente e con successo a tutte le attività proposte, potranno ricevere 6 CFU mediante un iscrizione post hoc al costo di 150 € i suddetti crediti potranno essere validi per l'insegnamento di "Laboratorio Informatico" per tutti coloro che si dovessero successivamente iscrivere al Corso di Laurea "Metodi e Tecniche delle Interazioni Educative" presso la IUL, ivi compresi eventuali studenti dell'ultimo anno di scuola superiore i CFU acquisiti potranno altresì essere riconosciuti, in totalità o in parte, nel Master di I livello "Le nuove competenze digitali: open education, social e mobile learning", promosso da UNIFI e in master e corsi di perfezionamento affini, promossi dalla IUL. Obiettivi del corso Imparare ad abitare nel cyberspazio Imparare a imparare e a insegnare nel cyberspazio Imparare a creare comunità di apprendimento e aggiornamento professionale Annullare il gap tecnologico fra vecchie e nuove generazioni Orientare gli studenti dell'ultimo anno di scuola superiore interessati al proseguimento degli studi nell'area delle Scienze della Formazione "
Lucia Bartolotti

Edmodo | Where Learning Happens | Sign up, Sign In - 5 views

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    Edmodo non è EdMondo. Si tratta di una piattaforma digitale per gruppi di educatori e di studenti. Purtroppo non esiste una versione in italiano, ma è popolarissima negli Stati Uniti e nei paesi di lingua spagnola. Disponibile anche in francese e tedesco.  Consiglio di iscriversi come "teacher" ma prima di tutto di esplorare qualche tutorial in YouTube.
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    Avevo provato ad "esplorare" la risorsa e la avevo trovata fantastica. Ho poi scelto di NON proporla ai ragazzi (io insegno nella scuola media) a causa dei vari casi di cyberbullismo che saremmo poi stati chiamati a fronteggiare. Mi farebbe piacere però sapere se qualcuno ha avuto più coraggio di me e la sta usando con i ragazzi.
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    Io non ho sperimentato Edmodo. L'ho scartata prprio perchè in inglese e per i miei studenti di prima media di difficili approccio. Però ho sperimentato e lavoro su Dokeos che è anche in Italiano. Giudizio: gli studenti contentissimi tanto che mi hanno chiesto se posso tenere il blog aperto per le vacanze estive. Genitori contenti nella maggioranza; alcuni (uno) perplesso per la paura di iscriversi con E-mail che a suo dire espone a rischi i ragazzi, anche se per me il rischio è talmente risicato di fronte all'enormità dei vantaggi che non ne parlerei nemmeno. Anche da noi abbiamo avuto problemi con il cyberbullismo e facebook ma credo siano due mondi completamente diversi e prima i ragazzi capiscono l'uso intelligente della tecnologia (eventualmente anche di facebook perchè no?) meglio è. I buoi ormai sono usciti dal recinto e chiudere il cancello adesso è troppo tardi. Meglio farli pascolare nei prati verdi delle infinite opportunità della rete con la supervisione di qualche avveduto cowboy (noi). pensa che sul blog di piattaforma inerente la poesia abbiamo a lungo dialogato su Wisława Szymborska ancora non ci credo! Ed uno si è perfino letto tutta la raccolta di poesie.Potenza del comunicare con i loro mezzi!
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    Io non uso Edmodo ma Dokeos perchè in Italiano: E' stato un successo specie per il blog e la wiki che abbiamo creato tanto che gli alunni mi hanno chiesto di continuare anche durante l'estate. Cyberbullismo pure da noi ma credo che social network e piattaforme di e-learning siano cose assolutamente diverse.
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    Nella scuola media di Celle Ligure quest'anno tutte le classi hanno avuto accesso ad EDModo e quasi tutti gli insegnanti vi partecipano. Siamo tutti soddisfatti compreso i genitori. Il problema dell'Inglese non esiste perchè il nostro spazio è riservato solo a noi e li parliamo come vogliamo: comunque le insegnanti di lingua comunicano in lingua e gli alunni rispondono in lingua. Su EDMondo per ora siamo entrate due insegnanti e dodici alunni di seconda: è entusiasmante! Ognuno ha il suo avatar e si possono incontrare docenti ed alunni da tutte le parti d'Italia e d'Europa. Il prossimo anno estenderemo l'esperienza.
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    Ho scritto un post per spiegare meglio cosa si può fare con Edmodo. Pubblicato ora in Amentia Verna
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    Grazie Lucia, molto interessante. Mi sembra più flessibile della piattaforma che usiamo nel nostro istituto, Claroline, proprio perché prevede l'iscrizione a gruppi di interesse e la creazione di gruppi variegati. Aspetterò di vedere cosa offre il registro elettronico, però questa soluzione mi sembra da provare. I materiali che carichi vanno sul cloud? Perché uno dei vantaggi di Claroline è che lo puoi installare su un tuo server e quindi non rischi che da un giorno all'altro ti venga cancellato tutto.
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    @ Angela: credo che tu stia parlando di EdMondo, con la N. Che è un'altra cosa. @ Luisella: sì, sul cloud, da dove resta accessibile a tutti e ovunque, e da dove è improbabile che venga cancellato. Il server locale è più vulnerabile agli incidenti, secondo me. I servizi online invece possono "imballarsi" a causa del sovraffollamento, come abbiamo tutti sperimentato con i siti ministeriali, o con il sito dell'AIE, nel periodo delle adozioni dei testi scolastici.
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    @Lucia: Nel mio commento parlo di tutte e due . Confermo il tuo giudizio positivo sulla piattaforma Edmodo, ma aggiungo di star sperimentando anche EdMondo, per ribadire due nuove tecniche di insegnamento molto apprezzate delle nuove generazioni che meritano di essere sperimentate per capire come utilizzarle affiancandole alla didattica tradizionale.
Claude Almansi

Cari studenti, tra i banchi imparate la ricchezza delle differenze - Cesare Segre, Corr... - 0 views

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    "Duttilità Sono in atto cambiamenti Non sappiamo ancora come funzioneranno, e occorre una certa duttilità Cari studenti, anche se dirlo non pare più di moda, l' inizio dell' anno scolastico è sempre un evento importante nella vostra vita. Vi auguro che sia per voi molto felice. Voi entrate, o rientrate, in quella "società degli studi" che, secondo un progetto messo a punto nel corso dei secoli, dovrebbe fornirvi le conoscenze che vi saranno utili nella vita. Non parlo solo dell' utilità pratica, certo importante, ma anche di quella che consiste nel saper godere di tutti i piaceri che l' esercizio dell' intelligenza e della sensibilità può fornire. (...) Segre Cesare Pagina 020/021 (12 settembre 2011) - Corriere della Sera" Via https://delicious.com/lapizz964
Lucia Bartolotti

What If Students Don't Watch The Videos? - FAQ - Katie Gimbar's Flipped Classroom - You... - 5 views

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    Fantastica serie di 16 video YT su tutti i problemi che possono crearsi con la Flipped class. Considerate il primo titolo: "E se i miei studenti non guardano i video?" In inglese.
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    Interessante ... però questi filoneisti dovrebbero controllare se non stiano reinventando l'ombrello. Vedi http://cyber.law.harvard.edu/cyberone/wiki/Weeks_Pages . Questa pagina del wiki del corso Cyberone - Law in the Court of Public Opinion (autunno 2006) di Charles e Rebecca Nesson a Harvard elenca le sottopagine di approfondimento per ogni settimana del corso: ciascuna delle quali comprende una sezione di appunti sui video. CyberOne 2006 non era né un "MOOC" né una "flipped class" perché allora quei termini non c'erano (e il famigerato numero di TIME sul Web 2.0, con "The Person of the Year is... [pezzo di plastica riflettente] You" in copertina, è arrivato solo qualche mese dopo, a dicembre 2006). Era un corso con risorse online condivise e tre categorie di studenti: quelli che seguivano le lezioni ed esercitazioni in aula al Berkman Center, gli "Extension students" cioè iscritti alla formula "a distanza" del corso, e gli "At Large students", che potevano partecipare a una lista di discussione, ad attività in Second Life e anche a quel wiki (non ho idea di quanti At Large students fossimo, ma è stata una grande esperienza) Altra cosa: nel autunno 2006 non c'erano nemmeno strumenti online per una facile annotazione collaborativa dei video: Mojiti (poi rapidamente scomparso) è di dicembre 2006, DotSUB - web app di sottotitolazione, quindi dirottabile per prendere appunti anziché sottotitolare - del 2007. E Universal Subtitles (adesso Amara), ancora più comoda per questo tipo di dirottamento, è del 2010. Però oggi DotSUB e Amara ci sono. Allora non si dovrebbe parlare di annotazione collaborativa di video senza menzionarle, e soprattutto senza menzionare nemmeno la possibilità ancora più vecchia di adoperare un wiki per queste annotazioni collaborativa.
Lucia Bartolotti

Reference and practice for dyslexic students - 1 views

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    Lezioni di grammatica pensate per studenti dislessici (formato Pdf). Sì, lo so che promuovono un certo libro di una certa casa editrice, ma possono essere utili ugualmente. Finalmente un po' di sensibilità in questa direzione...
vincenzo bitti

Indire, sito ufficiale - 2 views

  • Se l’introduzione di queste dotazioni ha consentito di cambiare il modo di fare lezione, la disposizione dei banchi in file parallele orientate verso la cattedra non è più un’organizzazione funzionale perché si scontra con la dinamicità di processi, con la flessibilità della comunicazione e dell’interazione resa possibile dalle ICT.
  • Un ambiente didattico organizzato in questo modo è infatti predisposto unicamente per ricevere informazioni e non per cercare e selezionare fonti, negoziarle e condividerle.
  • Nell’ambito della ricerca sui nuovi spazi dell’apprendimento, l'Istituto Indire ha collaborato, inoltre, alla stesura dei principi ispiratori delle Linee guida edilizia scolastica, recentemente pubblicate sul sito del MIUR. Le linee guida prefigurano nuovi ambienti nei quali l’aula, tradizionalmente intesa, non è più lasciata sola nei processi di insegnamento e apprendimento: “per molto tempo l’aula è stata il luogo unico dell’istruzione scolastica, rispetto alla quale erano strumentali o accessori: i corridoi, luoghi utilizzati solo per il transito degli studenti. Tutti gli spazi della scuola erano subordinati alla centralità dell’aula o il laboratorio per poter usufruire di attrezzature speciali. Questi luoghi erano vissuti in una sorta di tempo “altro” rispetto a quello della didattica quotidiana. Ogni spazio era pensato per una unica attività e restava inutilizzato per tutto il resto del tempo scuola. Oggi emerge la necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere”.
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  • La classe deve essere sufficientemente flessibile da consentire anche lo svolgimento di lavori di gruppo nei quali “l’insegnante non svolge interventi frontali ma assume il ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando  ambienti di apprendimento atti a favorire un  clima positivo e la partecipazione ed il contributo di ciascuno studente in tutte le fasi del lavoro dalla  pianificazione alla valutazione. Dovranno dunque essere pensati spazi per i lavori di gruppo, con arredi flessibili in modo tale da consentire configurazioni diverse coerentemente con lo svilupparsi e l’alternarsi delle diverse fasi dell’attività didattica. Un ambiente di questa natura deve essere in grado di essere sufficientemente flessibile da consentire, ad esempio, lo svolgimento di attività in gruppi di piccola o media composizione (ad es. in gruppi specialistici che lavorano, in parallelo, su argomenti affini), discussione e brainstorming (ad es. studenti e docente che si confrontano sulla soluzione di problemi, condividono le conoscenze pregresse, discutono su ipotesi di lavoro), esposizione/introduzione/sintesi a cura del docente, presentazione in plenaria di un elaborato a cura degli studenti, esercitazioni che coinvolgono tutta la classe ecc”.
Claude Almansi

OMD- Piano d'azioni educative sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio attraverso i ge... - 0 views

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    "Abstract: il progetto "Piano d'azioni educative per l'educazione allo sviluppo attraverso i gemellaggi scolastici Nord-Sud", promosso dall'Unione Europea, si pone come obiettivo centrale quello di educare i giovani e le loro famiglie allo sviluppo sostenibile, al fine di modificare i loro comportamenti nei confronti delle problematiche e difficoltà incontrate dai paesi dell'Africa sub-sahariana coinvolgendo le scuole europee e africane in un percorso di cooperazione decentrata allo sviluppo. L'obiettivo principale del progetto è promuovere l'educazione allo sviluppo sostenibile e all'interculturalità, attraverso dispositivi di formazione capaci di coinvolgere contemporaneamente docenti, genitori e studenti. I percorsi ideati ad hoc, rispondono altresì all'esigenza di fornire a tutti i target gli strumenti per contribuire nel modo migliore all'attuazione dell'Agenda 21 scolastica orientata alla cooperazione decentrata e ad una co-progettazione nord-sud nelle scuole italiane, francesi, bulgare, camerunesi e burkinabé. Attività: il progetto "Piano d'azioni educative per l'educazione allo sviluppo attraverso i gemellaggi scolastici Nord-Sud", è stato pensato come un'azione di sistema basata sulla ricerca-azione partecipata. Le attività prevedono indagini sul campo, sperimentazioni di modelli formativi indirizzato agli insegnanti, ai dirigenti scolastici, agli alunni ed ai loro genitori, attività di informazione, sensibilizzazione, diffusione e disseminazioni di buone prassi. Risorse, prodotti e risultati Il progetto prevede: * la realizzazione di un documentario sull'azione nella sua globalità, * la produzione di materiale didattico relativo all'educazione dei docenti europei ed africani all'intercultura e allo sviluppo sostenibile, * la costituzione di materiale didattico di sensibilizzazione degli adulti genitori, europei e sub-sahariani, sulla tematica degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. E
Luisella Mori

Googlecrazia | My cMOOC Blog - 0 views

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    Dubbi etici sul fatto di aver chiesto ai miei studenti di aprire un account gmail (ok, molti ce l'avevano già, ma non tutti)
Daniele Guerrieri

Ausili didatici o feticismo consumista? | Blog del Comitato per la Scuola Pubblica - Va... - 6 views

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    Perché in tempi di magra, dopo aver perso 8 (quasi 9) miliardi di euro, la scuola, secondo una tendenza in corso, dovrebbe fornire ad ogni alunno il tablet della marca più costosa che c'è? Daccordo: funziona meglio degli altri (anche se questo lo dovrebbe decidere una gara d'appalto), ma sono i tablet la cosa di cui oggi ha più bisogno la scuola in Italia?
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    Pur essendo un'utente dell'iPad, concordo sul fatto che un laboratorio di pittura, il sostegno agli alunni in difficoltà, e tutte le cose di cui parli siano di gran lunga più importanti. Sull'eliminazione dell'insegnamento della storia dell'arte al biennio del liceo classico e nel percorso moda degli istituti professionali (dove si è passati da 4 ore settimanali di arte e storia del costume nel triennio a ZERO ore nella scuola post-riforma Gelmini) stendiamo un velo pietoso. Se non si parte dal bello,da dove si dovrebbe partire? Detto questo, in Svezia hanno tutto (la pittura e la musica, ma anche i tablet di ultima generazione), perché investono nella scuola e sui giovani. Da noi i soldi servono a pagare le pensioni d'oro e mille altre cose inutili che arricchiscono la casta, impoverendo la scuola e la cultura... Bisognerebbe fare la rivoluzione, ma il popolo italiano non è mai stato rivoluzinario, al contrario dei francesi, e anzi è tendelzialmente di destra, conservatore...
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    Rimane il fatto che i tagli operati contro la scuola in Italia pesano come macigni, per questo non mi sembra il caso di entusiasmarsi per dei costosi contentini.
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    @ Daniele, Mi sono permessa di aggiungere "sostegno" ai tag del tuo segnalibro, perché - egoisticamente e concretamente - mi serve, anche se concettualmente, il tuo testo include l'aspetto sostegno nella didattica. Mi serve quando Andreas ha annunciato in http://iamarf.org/2013/05/09/lo-strano-modo-ltis13-di-trovarci/ che la seconda parte di #ltis13 sarebbe dedicata a trovarci per collaborazioni basate su interessi/problematiche comuni, citava proprio un commento che diceva "Io sono dalle parti di Novara, mi occupo - sono un'insegnante di sostegno, ho bisogno, vorrei trovare, parlare con altri che hanno bisogno di sostegno." E nei tanti contributi dei partecipanti a #ltis13, sono emerse più volte le problematiche create dalle direttive calate da sopra in combinazioni con tagli alle risorse: problematiche generali, ma particolarmente acute per quanto riguarda l'inclusione di tutti (anzi, mo' ti aggiungo anche il tag inclusione, mi sa). Per citarne uno che ricordo adesso: http://appinclusion.blogspot.ch/2013/04/non-solo-app.html di Maria Grazia Fiore e Elisabetta Brancaccio. L'angolazione è diversa della tua, perché loro non rifiutano i tablet a scuola. Però insistono sulla necessità di adottare e utilizzare sia i tablet sia le loro applicazioni in modo inclusivo - e nel determinarlo sono essenziali gli insegnanti di sostegno. @Luisella: sono importantissime le tue osservazioni sulle applicazioni web che dovrebbero funzionare con qualsiasi browser, ma che invece non funzionano con iPad. E d'altronde ci sono anche limitazioni del genere per i tablet android.
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    sì, infatti. Come scrivevo qui, il tablet è un ottimo strumento da utilizzare nel sostegno, ma non solo. Per tutti gli studenti rappresenta un ottimo ausilio per l'apprendimento e una finestra sul mondo. Certo è che, in una scuola depauperata in mille modi (come ricordava Daniele) fa rabbia vedere come l'ex ministro Profumo parlasse sono ed esclusivamente di "dare un iPad a ogni studente" come se con quello si potessero risolvere tutti i mali della scuola italiana, quando invece bisognerebbe iniziare dall'investire nelle risorse umane. Come ricorda Claude, in questo MOOC ho iniziato anche a scoprire i limiti del tablet (PiratePad e Google Translator Kit non funzionano). E comunque, qualsiasi strumento digitale, se viene introdotto senza un rinnovamento nella didattica (e nella mente degli insegnanti), serve a ben poco. Come si sottolinea da più parti, la LIM nella maggior parte dei casi non ha fatto altro che perpetuare la didattica trasmissiva e tradizionale della lezione frontale (si usa per far vedere film, video, immagini, per scriverci, ed è ovviamente molto più comoda e più motivante di una lavagna di ardesia, su cui molte di queste cose non si possono fare, però se si usa solo per questo, la didattica rimane teacher-centred e non student-centred, come è invece in questo MOOC). Comunque concordo con te Daniele, non sai che rabbia mi prende quando dal Ministero arrivano frasi tipo "daremo un tablet a ogni studente" in concomitanza con tagli di ogni tipo su organici, stipendi, FIS...
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    @Claude: Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento. Per i ragazzi che ne hanno un bisogno particolare è un'altra cosa... del resto, già da anni viene dato loro un portatile magari pagato con donazioni o risorse locali. Comunque, per gli alunni che non hanno ancora raggiunto un sufficiente grado di autonomia, spesso, il computer serve solo per "tenerli a balia": l'insegnante di sostegno è insostituibile.
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    Sono d'accordo con te, Luisella: se non rinnoviamo le nostre menti e il nostro modo di fare didattica, i nuovi strumenti servono proprio a poco! L'uso critico e creativo degli stessi sarà significativo.
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    Io credo fortemente nel rinnovamento della didattica e credo che esso possa passare ANCHE sebbene non solo dall'introduzione di nuovi strumenti . La sfida non è insegnare la teconologia ma CON la tecnologia perchè essa mi offre potenti mezzi e mi avvicina ai miei studenti che come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti hanno e avranno sempre di più categorie di pensiero e modi di apprendere che non sono più quelli che noi abbiamo usato. La scuola non può più essere quella nostra e dei nostri genitori. Non in quello che viene insegnato, o forse anche in quello, ma in COME viene insegnato. Dunque non vedo il problema . Ho speso molte nergie per trovare quest'anno il finanziamento per i miei Ipad l'anno prossimo. E ne sono fiera. Non trovo ci sia nulla di male nè di "peloso". Chiunque mi offra la possibilità di lavorare meglio a scuola è il benvenuto. Credo sia un po' semplicistico archiviare tutto come se chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista fosse un nemico della scuola pubblica. Credo che sia una falsa idea di democrazia quella della scuola di tutti , intendendo,per tutti la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo. Occorre avere il coraggio di dire che le risorse vanno impegnate dove c'è chi le sa far fruttare e chi si impegna in un progetto sensato e significativo. Non tutti i docenti hanno volgia di impegnarsi in un progetto o in una sperimentazione. Non c'è nulla di male a riconoscerlo.Chi non se la sente ha i suoi motivi. E se anche le risorse vengono,come nel nostro caso, da privati, ben vengano. E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione. Lamentarsi e basta non serve. Attendere sempre che lo stato faccia mentre io sto lì fermo ad aspettare mi pare o
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    Concordo Sabina, infatti anche io mi sono data da fare per avviare una sperimentazione con iPad nel settembre scorso, in una classe prima, con l'aiuto di colleghe e della dirigente. Concordo anche sul fatto che lamentarsi e basta non serve, e anche sul fatto che il FIS non debba essere distribuito a pioggia. Sappiamo tutti che alcuni insegnanti fanno il minimo indispensabile, non sono disponibili a rinnovarsi ecc. Però non sono d'accordo quando dici: "E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione." Gli ultimi ministri che abbiamo avuto hanno portato avanti forti campagne denigratorie nei confronti di noi docenti, proprio perché i docenti perdessero quel poco di credito sociale che era loro rimasto. E lo hanno fatto scientemente, non a caso. Ben diversa la politica in altri paesi, Finlandia ma non solo (pensiamo al video australiano che anch'io ho postato nel mio blog riprendendolo da Giorgio). Quando ho partecipato ai workshop sul cooperative learning con Cathy e Norm Green, anni fa, prima che Norm ci lasciasse, una delle prime cose che Norm ci ha detto, è che la differenza sulla qualità dell'insegnamento lo fa proprio lo stato, investendo e credendo nelle risorse umane. I paesi in cui l'istruzione funziona bene sono quelli in cui la professione docente è una professione ambita, in cui i docenti sono ben pagati e in cui si offrono opportunità di formazione e aggiornamento di qualità. Quindi, ok fare uno sforzo noi docenti (e qui ce ne sono tanti che lo stanno facendo), però non contro i mulini a vento. A me un ministro che blocca i contratti o che dice che con gli insegnanti va usato "il bastone e la carota" fa solam
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    @sabinaminuto: (ho incollato quanto detto in un precedente commento) "Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento.". Inoltre: non pensavo che tu intendessi "insegnare la teconologia (...anziché) CON la tecnologia"; non ho mai creduto, neanche da ragazzo, nella scuola, implicitamente fascista, che ho avuto e tanto meno in quella, palesemente fascista, dei nostri genitori; credo anch'io che il come sia importante ma, come dice Luisella in un commento precedente, l'insegnamento può rimanere frontale e unidirezionale anche con i mezzi digitali: il come ce lo mette l'insegnante (e i ragazzi); non ho mai pensato che "chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista (?) (..sia) un nemico della scuola pubblica"; sono convinto che gli esempi che ho usato di quanto abbiamo perduto con i tagli non significhino "la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo" e, tra l'altro, alcuni "ci spendevano molte energie; io ho sempre combattuto per i progetti in cui credevo, fino a quando ne ho avuto la possibilità, e ho sempre creduto nell'innovazione, anche se non sono un insegnante "prevalente". Per ora chiudo qui.
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    @Luisella concordo sui ministri e tutto il resto: (beata te che hai partecipato a tale aggiornamento!) Ma continuo a pensare che la forza di un'idea e di un modo di approcciare la cultura e la scuola debba venire anche e sempre di più da noi. Sono così stufa di dover sopperire nella mia scuola come responsabile di plesso ai "danni" fatti da colleghi annoiati, demotivati, inadatti, perennemente ancorati alla frase" e a me chi paga queste ore?" che non riesco più a credere che sia solo colpa del ministero , del ministro di turno o di chi altro: Mi guardo intorno e penso che in parte quello che è diventata la scuola italiana è anche frutto della mancanza di rigore, onestà intelettuale, credibilità di molti colleghi per anni e anni. scusa lo sfogo, ma è proprio così. @Daniele volevo dire esattamente quello che hai detto tu: l'insegnamento può rimanere frontale è vero anche con l'Ipad , ma certo lo strumento tecnologico è così potente e apre così tanta strade da sperimentare che ridurlo a feticcio consumista mi è sembrato davvero ingeneroso. Mi ha dato fastidio l'archiviare il tutto come se fossimo schiavi di apple o che so io. Non sono così ingenua da pensare che il miracoloso Ipad sia la panacea per le magagne della scuola. Comunque proverò e ti saprò dire. Per ora ho provato la flipped classroom con i video dell'app educreation, per fare solo un esempio, e sono davvero soddisfatta. Proprio tu , insegnante "non prevalente" come ti definisci sicuramente avresti di che sperimentare.Provare per credere. Con stima Alla prossima ;)
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    allora siamo tutti d'accordo... ;-)
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    Anche per me siamo tutti daccordo. Sia sugli insegnanti demotivati che sul provare comunque cose nuove.
Luisella Mori

Il nostro cervello e le intelligenze multiple | My cMOOC Blog - 0 views

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    "Mi piace molto questa immagine postata da Antonella. Come ho scritto nel mio commento al suo post, mi dà l'idea che forse è proprio proponendo ai nostri studenti attività che stimolino entrambi gli emisferi del cervello, che riusciremo a ottenere i migliori risultati in termini di motivazione, apprendimento, soddisfazione personale. E si ritorna forse al discorso che mi è tanto caro sulle intelligenze multiple. "
Luisella Mori

Sottotitoliamo assieme? - #ltis13 - 5 views

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    Ciao Claude, mi sono iscritta ad Amara e ho iniziato a sottotitolare il tutorial Diigo. Se qualcuno vuole unirsi e continuare… Io ora devo fare altre cose (preparare e correggere compiti… ahimé), quindi faccio una pausa. Grazie per il post, davvero interessante e esaustivo, me lo studierò! Il video è qui: http://www.amara.org/en/videos/EfplCifDOjln/info/social-bookmarking-making-the-web-work-for-you/
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    Prova di bookmarking da smart phone
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    proposta per gli addetti di inglese l2 perchè non sottotitolare in inglese allora, ma sarebbe un lavoraccio e dove la mettiamo la listening se concentriamo il focus sui sottotitoli? La vedo bene come attività per gli studenti, per l'uso veicolare della lingua, o come facility per i docenti, per i tanti tutorials in inglese presenti sul web, ma non so se sarebbe più economico come tempo fare direttamente un tutorial in italiano...
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    Non ho capito Fabrizio, cosa intendi? Penso che le attività di sottotitolazione possano avere fini diversi. Se il fine è l'accessibilità, allora è importante partire dalla sottotilazione nella stessa lingua del video, e poi aggiungere traduzioni in altre lingue. Se si fa fare agli studenti nell'ambito della L2, sottotitolare nella stessa lingua può essere un'ottima attività per migliorare le competenze di listening, secondo me.
Claude Almansi

Impiego di RSSOwl with subtitles | Amara - 0 views

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    "Per gli studenti del cMOOC -Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola- #ltis13"
Claude Almansi

Download e Installazione di RSSOwl with subtitles | Amara - 0 views

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    "Per gli studenti del cMOOC -Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola- #ltis13"
Claude Almansi

"Download e Installazione di RSSOwl" con Italiano sottotitoli | Amara - 0 views

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    "Titolo: Download e Installazione di RSSOwl Descrizione: Per gli studenti del cMOOC -Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola- #ltis13"
fabrizio bartoli

Pixton | Il Metodo Più Divertente Per Creare e Condividere Fumetti - 3 views

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    Per insegnanti e studenti in classe Strumento di scrittura visivo per tutti. Ambiente riservato e personalizzato. Adattato agli standard di curriculum!
Lucia Bartolotti

New Edmodo - ThingLink - 6 views

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    Presentazione (in inglese) della nuova interfaccia di Edmodo. Fatta benissimo, perché è interattiva: ogni icona di Edmodo è taggata con la spiegazione. In qualche caso ci sono filmati di ulteriore chiarimento. L'interfaccia è quella degli insegnanti (c'è la possibilità di cambiare il codice dei gruppi, a sinistra), ma i filmati di spiegazione si rivolgono anche agli studenti e possono essere da loro visti su YouTube.
Claude Almansi

Elaborazione di immagini - tre fatti che fanno la differenza - #loptis « Labo... - 4 views

  • Elaborazione di immagini – tre fatti che fanno la differenza – #loptis
    • Claude Almansi
       
      Grazie a questo post, adesso capirò un po' di più al corso Digital Signal Processing dell'EPFL di cui finora soprattutto avevo reso pubblici i materiali in https://www.diigo.com/user/calmansi/DSP :)
  • (raster: griglia)
    • Claude Almansi
       
      "(raster:griglia)": spostare dopo "grafica raster"?
  • E tutti e tre usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi,
    • Claude Almansi
       
      "E tutti e tre [mp3, jpeg, mo4) usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi," - e ogg (audio) e ogv (video) sono anche non conservativi? - conservativo = lossless in inglese?
  • ...6 more annotations...
  • Sempre con l’editore di testo scrivo “pippo pippo…” tante volte (alla Shining – non mi sta vedendo nessuno…)
    • Claude Almansi
       
      Sarà il caso di avvertire i famigliari e le forze dell'ordine? :D
  • Il formato GIF usa una compressione conservativa. Questo lo rende adatto a immagini che contengono testo o grafica composta da linee. Si può usare per fare immagini animate.
    • Claude Almansi
       
      Su G+ un contatto ha scritto di Gfycat, un'app web + server che consente di trasformare i .gif in video html5, secondo http://gfycat.com/about . Ma come funziona? È una vettorializzazione del gif?
  • esportare un documento qualsiasi – testo, foglio di lavoro o altro – in PDF vuole dire farne una sorta di fotografia, ovvero congelarlo in un’immagine, e per di più un’immagine vettoriale, perché così risulta meno sensibile alla modalità con la quale viene rappresentato, grazie al meccanismo ad oggetti che abbiamo visto.
    • Claude Almansi
       
      Era certamente vero nel 2003, quando J. Nielsen scrisse http://www.nngroup.com/articles/pdf-unfit-for-human-consumption/ . Ma lo è ancora? Nei PDF odierni, a patto che non siano fatti con uno scanner senza OCR, si può selezionare e copiare un brano e si possono leggere con una sintesi vocale o una barra braille. Non significa forse che quei nuovi PDF sono testuali?
  • Anche Inkscape ha un formato di riferimento che conserva tutto ciò che serve per conservare il lavoro fra sessioni successive, è lo SVG. Valgono le stesse considerazioni fatte a proposito del formato XCF di Gimp.
    • Claude Almansi
       
      Lo stesso vale anche per .aup, per il trattamento dell'audio in Audacity? O i progetti Audacity funzionano con un sistema di livelli (layer)?
  • Infine il terzo fatto che fa la differenza in materia di elaborazione di immagini: l’esistenza dei livelli (layers).
    • Claude Almansi
       
      Cfr annotazione precedente sui formati che salvano tutte le fasi di lavoro e Audacity.
    • Claude Almansi
       
      E queste annotazioni che sto aggiungendo sul tuo testo con Diigo, che in teoria tutti dovrebbero poter leggere se visualizzaono la pagina tramite l'URL https://diigo.com/01lqff , e che producono delle annotazioni nel segnalibro condiviso col gruppo Diigo ltis13 - anche queste annotazioni sono un livello/layer?
    • Claude Almansi
       
      Poi nei video mostrati sul sito ted.com, il player in realtà può mostrare 2 cose: il video e un file testuale a scelta di sottotitoli. E quei file testuali di sottotitoli producono le trascrizioni interattive in varie lingue che si possono attivare sotto il player. Anche lì si tratta di livelli/layer? Poi quel player di TED.com ha anche una funzione che ti consente invece di scaricare il video con i sottotitoli che vuoi incisi dentro il video, cioè in un unico video. È la stessa cosa che quando lavori con i livelli per produrre un'immagine, o con le piste per produrre un audio, poi esporti il tutto o in jpg o in mp3, ad es.?
  • Se la suggestione per qualcuno c’è stata allora costui proverà a fare qualcosa. Se avrà problemi lo scriverà, e noi lo aiuteremo.
    • Claude Almansi
       
      Grazie! Poi ci provo ... e aggiungerò semmai altre domande con le annotazioni Diigo che finiranno in https://diigo.com/01lqff , di cui non ho ancora capito se è un layer/livello o meno ;-)
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    "- Sicuramente un post per gli studenti di "Editing multimediale" della IUL ma anche per tutti quelli a cui capita di lavorare con le immagini - Grafica bitmap e vettoriale - Due o tre cose sui formati più noti, GIF, PNG e JPEG, sulla compressione delle informazioni, conservativa e non, e sui formati "dedicati" XCF e SVG - Gimp e Inkscape, due bellissimi software liberi per l'elaborazione delle immagini che girano su Linux, Mac e Windows - Elaborazione delle immagini in livelli" ---- [Titoli:] Primo fatto: software libero anziché proprietario Secondo fatto: distinguere fra grafica bitmap e vettoriale > Immagini digitali > dpi e risoluzione > Tipi di grafica > Grafica bitmap > Grafica vettoriale > Formati - compressione > Manipolando foto > Fabbricando immagini > Lavorare in grafica bitmap con Gimp > Lavorare in grafica vettoriale con Inkscape Terzo fatto: usare i livelli (layers) Coda Note
fabrizio bartoli

http://www.easyclass.com/ - 3 views

shared by fabrizio bartoli on 19 Nov 13 - No Cached
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    "La vostra classe è solo un clic di distanza… Easyclass è una nuova tecnologia per gli istruttori e gli studenti che semplifica materiali, compiti, test, voti, discussioni e calendario. "
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    Attenzione: la homepage è stata confezionata con il traduttore automatico. Questo fatto non mi ispira grande fiducia.
Luisella Mori

Do Your Students Know How To Search? - Edudemic - Edudemic - 8 views

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    Fantastico articolo che spiega alcuni segreti della ricerca on line, che noi dovremmo essere in grado di insegnare ai nostri studenti, anche fin dalla scuola primaria.
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    Molto utile, soprattutto nella "settimana della cittadinanza digitale", che quest'anno va dal 21 al 25 ottobre. Grazie Luisella per la segnalazione.
fabrizio bartoli

Giovanni Bonaiuti | M-PED/03 - 3 views

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    "Tuttinclasse! è una particolarissima lezione a una classe di studenti delle scuole medie sui 150 anni della scuola italiana. La lezione di storia, registrata alle Officine Grandi Riparazioni di Torino nell'ambito della Mostra "Fare gli italiani", rappresenta un viaggio nella storia recente del nostro paese e di una delle sue più importanti istituzioni: la scuola. E' la storia di come i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze…ma anche gli uomini e le donne hanno imparato a leggere e scrivere, a essere cittadini, a farsi rispettare e a rispettare gli altri."
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