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Claude Almansi

10.3263 - La Svizzera ha bisogno di una legge contro lo scaricamento illegale di musica... - 0 views

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    "10.3263 - Postulato La Svizzera ha bisogno di una legge contro lo scaricamento illegale di musica da Internet? Depositato da Savary Géraldine Data del deposito 19.03.2010 Depositato in Consiglio degli Stati Stato attuale Trasmesso Testo depositato Il Consiglio federale è incaricato di redigere un rapporto sulla situazione in fatto di scaricamento illegale di musica da Internet e di studiare le misure per ovviare a tale problema (...) Parere del Consiglio federale del 12.05.2010 Il 1° luglio 2008 è entrata in vigore una revisione parziale della legge sul diritto d'autore, con cui sono state apportate le modifiche legali necessarie in ambito digitale. A tale proposito il Parlamento ha discusso anche se permettere l'uso personale pure nei casi in cui l'opera in questione viene messa a disposizione su Internet senza il consenso del titolare del diritto. Dopo intensi dibattiti il Parlamento ha rinunciato a limitare i casi in cui è consentito l'uso personale. A suo avviso, una tale limitazione è sproporzionata, inconciliabile con la protezione della sfera privata e comporta una poco auspicata criminalizzazione di massa dei consumatori. Gli stessi timori depongono anche a sfavore dell'introduzione di una normativa legale analoga alla soluzione francese, che prevede di bloccare l'accesso a Internet ai privati in caso di violazioni ripetute. Tuttavia il titolare del diritto non è sprovvisto di protezione. In virtù del diritto d'autore ha la possibilità di procedere sia contro i fornitori sia contro i gestori di piattaforme di "file sharing". Una tale procedura va privilegiata anche per motivi di economia processuale. Appare infatti più opportuno procedere contro un gestore di piattaforma piuttosto che contro tutti gli utenti della piattaforma in questione. Eventualmente si potrebbe prevedere, d'intesa con i gestori di piattaforme, di concludere un accordo di licenza per il "file sharing" dei loro utenti. L'attuale legge sul diritto d'autore
Claude Almansi

Un Aggiornamento di Facebook nella Vita Reale - #ltis13 | video | Claude Almansi 2013-0... - 3 views

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    "(su come visualizzare / nascondere i sottotitoli o cambiarne la lingua, e su come visualizzarne la trascrizione interattiva, cfr. Attivazione e disattivazione dei sottotitoli nelle FAQ sui sottotitoli di YouTube) Iter della sottotitolazione A Facebook Update In Real Life - http://www.youtube.com/watch?v=JvQcabZ1zrk -è stato pubblicato su YouTube l'11 maggio 2013 da ExtremelyDecentFilms. Dylan Mahoney (sopranome: Booger Bender) lo ha aggiunto ad Amara.org, e più particolarmente al team Captions Requested, come http://www.amara.org/en/videos/bc0aoz7ueVek/info/a-facebook-update-in-real-life perché venga sottotitolato da volontari, il 12 maggio 2013. In effetti, finora (21 aggio 2013) diversi volontari l'hanno sottotitolato lì in inglese (lingua originale), francese, italiano, portoghese e tedesco, ed è in corso una sottotitolazione spagnola. Però se Amara è un ottimo strumento per la sottotitolazione, non funziona tanto bene per la visualizzazione: il player ha un codice embed che viene rifiutato da quasi tutte le piattaforme per scrivere online, poi comunque, in modalità "pieno schermo", non mostra i sottotitoli fatti con Amara. Per questo motivo ho ripubblicato il video su YouTube in A Facebook Update In Real Life - with subtitles - http://www.youtube.com/watch?v=99jWvUIw7YA - poi vi ho aggiunto i sottotitoli fatti con Amara, rimandando nella descrizione alle pagine di lavoro delle varie lingue e alla loro storia delle revisione per l'attribuzione ai sottotitolatori. È questa seconda versione YouTube che è embeddata sopra. Trascrizioni scaricabili Da ogni sottopagina di sottotitolazione linkata nella colonna sinistra della versione Amara del video: English French German Italian Portuguese Si può scaricare una trascrizione semplice dei relativi sottotitoli, cliccando su Download, poi su TXT nella lista a tendina che si apre. Gli altri formati della lista a tendina sono tutti formati di sottotitoli, che compre
Lucia Bartolotti

Edmodo | Where Learning Happens | Sign up, Sign In - 5 views

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    Edmodo non è EdMondo. Si tratta di una piattaforma digitale per gruppi di educatori e di studenti. Purtroppo non esiste una versione in italiano, ma è popolarissima negli Stati Uniti e nei paesi di lingua spagnola. Disponibile anche in francese e tedesco.  Consiglio di iscriversi come "teacher" ma prima di tutto di esplorare qualche tutorial in YouTube.
  • ...7 more comments...
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    Avevo provato ad "esplorare" la risorsa e la avevo trovata fantastica. Ho poi scelto di NON proporla ai ragazzi (io insegno nella scuola media) a causa dei vari casi di cyberbullismo che saremmo poi stati chiamati a fronteggiare. Mi farebbe piacere però sapere se qualcuno ha avuto più coraggio di me e la sta usando con i ragazzi.
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    Io non ho sperimentato Edmodo. L'ho scartata prprio perchè in inglese e per i miei studenti di prima media di difficili approccio. Però ho sperimentato e lavoro su Dokeos che è anche in Italiano. Giudizio: gli studenti contentissimi tanto che mi hanno chiesto se posso tenere il blog aperto per le vacanze estive. Genitori contenti nella maggioranza; alcuni (uno) perplesso per la paura di iscriversi con E-mail che a suo dire espone a rischi i ragazzi, anche se per me il rischio è talmente risicato di fronte all'enormità dei vantaggi che non ne parlerei nemmeno. Anche da noi abbiamo avuto problemi con il cyberbullismo e facebook ma credo siano due mondi completamente diversi e prima i ragazzi capiscono l'uso intelligente della tecnologia (eventualmente anche di facebook perchè no?) meglio è. I buoi ormai sono usciti dal recinto e chiudere il cancello adesso è troppo tardi. Meglio farli pascolare nei prati verdi delle infinite opportunità della rete con la supervisione di qualche avveduto cowboy (noi). pensa che sul blog di piattaforma inerente la poesia abbiamo a lungo dialogato su Wisława Szymborska ancora non ci credo! Ed uno si è perfino letto tutta la raccolta di poesie.Potenza del comunicare con i loro mezzi!
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    Io non uso Edmodo ma Dokeos perchè in Italiano: E' stato un successo specie per il blog e la wiki che abbiamo creato tanto che gli alunni mi hanno chiesto di continuare anche durante l'estate. Cyberbullismo pure da noi ma credo che social network e piattaforme di e-learning siano cose assolutamente diverse.
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    Nella scuola media di Celle Ligure quest'anno tutte le classi hanno avuto accesso ad EDModo e quasi tutti gli insegnanti vi partecipano. Siamo tutti soddisfatti compreso i genitori. Il problema dell'Inglese non esiste perchè il nostro spazio è riservato solo a noi e li parliamo come vogliamo: comunque le insegnanti di lingua comunicano in lingua e gli alunni rispondono in lingua. Su EDMondo per ora siamo entrate due insegnanti e dodici alunni di seconda: è entusiasmante! Ognuno ha il suo avatar e si possono incontrare docenti ed alunni da tutte le parti d'Italia e d'Europa. Il prossimo anno estenderemo l'esperienza.
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    Ho scritto un post per spiegare meglio cosa si può fare con Edmodo. Pubblicato ora in Amentia Verna
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    Grazie Lucia, molto interessante. Mi sembra più flessibile della piattaforma che usiamo nel nostro istituto, Claroline, proprio perché prevede l'iscrizione a gruppi di interesse e la creazione di gruppi variegati. Aspetterò di vedere cosa offre il registro elettronico, però questa soluzione mi sembra da provare. I materiali che carichi vanno sul cloud? Perché uno dei vantaggi di Claroline è che lo puoi installare su un tuo server e quindi non rischi che da un giorno all'altro ti venga cancellato tutto.
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    @ Angela: credo che tu stia parlando di EdMondo, con la N. Che è un'altra cosa. @ Luisella: sì, sul cloud, da dove resta accessibile a tutti e ovunque, e da dove è improbabile che venga cancellato. Il server locale è più vulnerabile agli incidenti, secondo me. I servizi online invece possono "imballarsi" a causa del sovraffollamento, come abbiamo tutti sperimentato con i siti ministeriali, o con il sito dell'AIE, nel periodo delle adozioni dei testi scolastici.
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    @Lucia: Nel mio commento parlo di tutte e due . Confermo il tuo giudizio positivo sulla piattaforma Edmodo, ma aggiungo di star sperimentando anche EdMondo, per ribadire due nuove tecniche di insegnamento molto apprezzate delle nuove generazioni che meritano di essere sperimentate per capire come utilizzarle affiancandole alla didattica tradizionale.
Claude Almansi

VOXINOX la Radio des jeunes Seniors - A propos de VOXINOX - 2 views

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    "QUE DES PROFESSIONNELS! Les Voix Les chroniques et émissions que vous trouverez sur ce site ont été conçues par des professionnels qui ont sacrifié une grande partie de leur vie pour le media radiophonique. Ils ont pris une retraite méritée mais leur passion n'a pas disparue. La preuve... Les VIP Que des personnalités ou des "people" ayant ou n'ayant jamais fait de radio. Elles nous livrent ici leur chroniques ou anecdotes à la sauce Voxinox. QUE DE L'INEDIT! Les émissions présentes sur ce site n'ont jamais été diffusées ou distribuées ailleurs que sur ce site. Elles appartiennent à leurs auteurs en collaboration avec VOXINOX. "
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    Tanti file audio riutilizzabili per attività linguistiche. La pagina Copyright - http://voxinox.ch/articles.php?lng=fr&pg=910 - dice che le risorse sono sotto una licenza http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/ch/ e che per utilizzazioni derivate, bisogna chiedere il permesso. Tuttavia, quando ho chiesto chiarimenti sul loro forum in http://www.voxinox.ch/thread.php?lng=fr&pg=4297&cat=1 , hanno risposto: " Le choix de ce copyright est uniquement fait pour nous protéger des sites aspirateurs ou voir de sites qui s'approprient notre travail. Cette licence à l'avantage d'être tout de même assez explicite. Nous n'avons pas le moyens de créer notre propre licence. Vous pouvez utiliser notre contenu à des fins non commerciales sans autre, comme dans le cas de classes d'école. Travailler sur le contenu ou l'illustrer a des fins pédagogiques est accepté dans le cadre d'internet. Tout ce que nous demandons est de mettre une mention ou mieux un lien sur l'origine de cet élément. Dans le cas d'éventuels droits d'auteurs, pour une diffusion publique hors internet, ils seront à régler auprès des organisme comme la Suisa ou la SSA (soumis à autorisation). Notre partage concerne, dans le cas d'un podcast, le podcast en entier des dérivés." Si c'est commercial, il faut nous contacter par email et détailler votre projet car ça dépasse le cadre de la crative commons et ce afin d'obtenir les autorisations des auteurs puis d'examiner les implications avec les différentes sociétés suisses de droits d'auteurs. " Concretamente, questo significa che i derivati creati a scuola sono OK a patto di - indicare la paternità dell'opera originale e il link ad esso - pubblicare il derivato in modo che non crei redditi; perciò non su piattaforme con annunci pubblicitari, come YouTube.
Claude Almansi

Cleverlize - Mobile Learning made by YOU - 0 views

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    "Features No programming skills required Just choose interaction formats, enter contents, set the app design and with one click generate your apps. Multiple interaction formats You can choose several formats like tests, flashcards, video, audio, plain texts and more. Multiple publishing platforms Create your apps for users of Apples iOS, Googles Android, HTML5 and soon even more platforms. Brand your app Make your app individual by using your own designs. Or just choose one out of many predefined professional designs. No access limits There is no need for an IT infrastructure. Build your apps in the cloud, no matter where you are or what time it is 24/7 updates Upload or change any contents and update them for your end users in real time."
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    Trovato perché mi ha seguita su Twitter. Troppo bello per essere onesto? Però se il prodotto deve funzionare su tutte quelle piattaforme, questo dovrebbe comportare una benvenuta semplificazione della struttura, no? La quale dovrebbe facilitare l'accessibilità? Ci proverò.
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    Mm però il tutorial YT fa proprio schifo, nello stile "ti mostro ma non dico niente così [non] funziona in tutte le lingue", con musichetta del cavolo.
Francesco Valotto

Qualche informazione? | SusyDiario - 4 views

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    Caratteristiche e funzionamento di SusyDiario: presentazione di slides
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Claude Almansi

Fair Use, MOOCs, and the Digital Millennium Copyright Act: FAQs - 0 views

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    "Fair Use, MOOCs, and the Digital Millennium Copyright Act: Frequently Asked Questions In October 2015 the Librarian of Congress issued new rules permitting certain teachers of Massive Open Online Courses (MOOCs) to break encryption on DVDs, Blu-Ray discs and streaming videos to create short clips for use in their teaching. It's a major step forward for MOOC teachers and their students. This document, prepared by Professors Peter Decherney and Brandon Butler, answers some of the most common questions you might have about the new rule."
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    (Per il contesto, vedi http://infojustice.org/archives/35654 e http://ipclinic.org/2016/01/22/fair-use-moocs-and-the-digital-millennium-copyright-act-frequently-asked-questions/) Parti problematiche: Coursera and Udacity are for profit companies. Can they take advantage of the exemption? Coursera and Udacity are the platforms. Colleges, universities, museums, and other nonprofit organizations offer courses through these platforms. The organization that creates the course must be an accredited nonprofit educational institution, but the provider of the software platform may be for-profit . So a university course offered through Coursera may take advantage of the exemption. How can the material be restricted to students enrolled in the course? We believe that use of passwords provided only to enrolled students will sufficiently limit access to the course content to students or learners. How can redistribution be prevented? Offering streaming rather than downloadable versions of the course content should reasonably limit unauthorized redistribution of the work. Unfortunately, this unfairly disadvantages learners with slower internet access" Cioè l'autorizzazione a far saltare i blocchi anticopia vale soltant per i MOOC che non sono MOOC perché non sono Open ma protetti da password. E l'argomento secondo il quale il fair use vale per i video di corsi Coursera e Udacity, a patto che gli enti che elargiscono il corso non siano a scopo di lucro, anche se le piattaforme lo sono, è dubbio. in effetti Coursera e Udacity traggono profitto dai materiali proposti da questi enti. Quanto all'offerta dei video in solo streaming per impedirne lo scaricamento: almeno nei corsi Coursera dove il link di scaricamento è stato t
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