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Claude Almansi

Google2SRT - Scarica e converte sottotitoli di YouTube e Google Video - Inizio - 2 views

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    "Cos'è Google2SRT? Google2SRT è uno strumento in grado di scaricare i sottotitoli "non integrati" (Closed Captions - CC) dei video di YouTube/Google Video (se presenti) e convertirli in un formato standard (SubRip - SRT) supportato dalla maggior parte dei player. I sottitoli "non integrati" di YouTube/Google Video (i cosiddetti CC) anche oggi non possono essere scaricati in modo semplice. Anche scaricandoli, questi non saranno usabili in nessun player video (software o DivX domestico) poiché sono codificato in un formato proprietario di Google. Ecco perché Google2SRT permette di scaricarli e convertirli in un formato riconosciuto dalla maggior parte dei player video (SRT) e possono essere successivamente convertiti in altri formati conosciuti come SSA (SubStation Alpha) or SUB (MicroDVD) usando altro software disponibile su Internet. (...) A quali condizioni posso usare questo software? Google2SRT è un software gratuito ed open source, rilasciato sotto i termini della GNU General Public License (GPL). In breve: puoi scaricare, copiare, modificare, dare e vendere questo software come vuoi ed a chi vuoi, a patto che tu distribuisca il codice sorgente originale ed, in caso di modifica o riuso del codice stesso, anche il nuovo codice sorgente sotto le medesime condizioni."
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    Particolare vantaggio: consente di scaricare anche i sottotitoli automatici prodotti dal software di YouTube. Anche se fanno schifo, ciononostante a volte sono abbastanza poco schifosi da poter essere corretti per farne qualcosa di atto al consumo umano.
Claude Almansi

Accesso aperto alla letteratura scientifica - Dichiarazione di Berlino 2003 - Wikisource - 0 views

  • Ciascun contributo ad accesso aperto deve soddisfare due requisiti:
  • il diritto d’accesso gratuito, irrevocabile ed universale e l’autorizzazione a riprodurlo, utilizzarlo, distribuirlo, trasmetterlo e mostrarlo pubblicamente e a produrre e distribuire lavori da esso derivati in ogni formato digitale per ogni scopo responsabile, soggetto all’attribuzione autentica della paternità intellettuale
    • Claude Almansi
       
      lavori da essi derivati -> niente ND in licenza CC
  • nclusa una copia della autorizzazione come sopra indicato
    • Claude Almansi
       
      importante, perché se l'opera viene disseminata, non basta l'indicazione delle autorizzazioni nella descrizione
  • ...2 more annotations...
  • nonché il diritto di riprodurne una quantità limitata di copie stampate per il proprio uso personale.
  • n almeno un archivio in linea che impieghi standard tecnici adeguati (come le definizioni degli Open Archives)
    • Claude Almansi
       
      Cfr. Rero Docs, Archive ouverte UniGE..
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    "Definizione di contributi ad accesso aperto Accreditare l'accesso aperto quale procedura meritevole richiede idealmente l'impegno attivo di ogni e ciascun produttore individuale di conoscenza scientifica e di ciascun depositario del patrimonio culturale. I contributi ad accesso aperto includono le pubblicazioni di risultati originali della ricerca scientifica, i dati grezzi e i metadati, le fonti, le rappresentazioni digitali grafiche e di immagini e i materiali multimediali scientifici. Ciascun contributo ad accesso aperto deve soddisfare due requisiti: ) L'autore(i) ed il detentore(i) dei diritti relativi a tale contributo garantiscono a tutti gli utilizzatori il diritto d'accesso gratuito, irrevocabile ed universale e l'autorizzazione a riprodurlo, utilizzarlo, distribuirlo, trasmetterlo e mostrarlo pubblicamente e a produrre e distribuire lavori da esso derivati in ogni formato digitale per ogni scopo responsabile, soggetto all'attribuzione autentica della paternità intellettuale (le pratiche della comunità scientifica manterranno i meccanismi in uso per imporre una corretta attribuzione ed un uso responsabile dei contributi resi pubblici come avviene attualmente), nonché il diritto di riprodurne una quantità limitata di copie stampate per il proprio uso personale. ) Una versione completa del contributo e di tutti i materiali che lo corredano, i 1 nclusa una copia della autorizzazione come sopra indicato, in un formato elettronico secondo uno standard appropriato, è depositata (e dunque pubblicata) i 1 n almeno un archivio in linea che impieghi standard tecnici adeguati (come le definizioni degli Open Archives) e che sia supportato e mantenuto da un'istituzione accademica, una società scientifica, un'agenzia governativa o ogni altra organizzazione riconosciuta che persegua gli obiettivi dell'accesso aperto, della distribuzione illimitata, dell'interoperabilità e dell'archiviazione a lungo termine."
Roberta Barcaroli

Conversione di pagine web in formato epub | brcrrt - 6 views

  • alternativa all’installazione del componente aggiuntivo è
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    l'articolo descrive una procedura per salvare un post in formato epub per poterlo leggere in modalità off-line
Claude Almansi

Elaborazione di immagini - tre fatti che fanno la differenza - #loptis « Labo... - 4 views

  • Elaborazione di immagini – tre fatti che fanno la differenza – #loptis
    • Claude Almansi
       
      Grazie a questo post, adesso capirò un po' di più al corso Digital Signal Processing dell'EPFL di cui finora soprattutto avevo reso pubblici i materiali in https://www.diigo.com/user/calmansi/DSP :)
  • (raster: griglia)
    • Claude Almansi
       
      "(raster:griglia)": spostare dopo "grafica raster"?
  • E tutti e tre usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi,
    • Claude Almansi
       
      "E tutti e tre [mp3, jpeg, mo4) usano i sistemi di compressione più efficaci, ovvero quelli non conservativi," - e ogg (audio) e ogv (video) sono anche non conservativi? - conservativo = lossless in inglese?
  • ...6 more annotations...
  • Sempre con l’editore di testo scrivo “pippo pippo…” tante volte (alla Shining – non mi sta vedendo nessuno…)
    • Claude Almansi
       
      Sarà il caso di avvertire i famigliari e le forze dell'ordine? :D
  • Il formato GIF usa una compressione conservativa. Questo lo rende adatto a immagini che contengono testo o grafica composta da linee. Si può usare per fare immagini animate.
    • Claude Almansi
       
      Su G+ un contatto ha scritto di Gfycat, un'app web + server che consente di trasformare i .gif in video html5, secondo http://gfycat.com/about . Ma come funziona? È una vettorializzazione del gif?
  • esportare un documento qualsiasi – testo, foglio di lavoro o altro – in PDF vuole dire farne una sorta di fotografia, ovvero congelarlo in un’immagine, e per di più un’immagine vettoriale, perché così risulta meno sensibile alla modalità con la quale viene rappresentato, grazie al meccanismo ad oggetti che abbiamo visto.
    • Claude Almansi
       
      Era certamente vero nel 2003, quando J. Nielsen scrisse http://www.nngroup.com/articles/pdf-unfit-for-human-consumption/ . Ma lo è ancora? Nei PDF odierni, a patto che non siano fatti con uno scanner senza OCR, si può selezionare e copiare un brano e si possono leggere con una sintesi vocale o una barra braille. Non significa forse che quei nuovi PDF sono testuali?
  • Anche Inkscape ha un formato di riferimento che conserva tutto ciò che serve per conservare il lavoro fra sessioni successive, è lo SVG. Valgono le stesse considerazioni fatte a proposito del formato XCF di Gimp.
    • Claude Almansi
       
      Lo stesso vale anche per .aup, per il trattamento dell'audio in Audacity? O i progetti Audacity funzionano con un sistema di livelli (layer)?
  • Infine il terzo fatto che fa la differenza in materia di elaborazione di immagini: l’esistenza dei livelli (layers).
    • Claude Almansi
       
      Cfr annotazione precedente sui formati che salvano tutte le fasi di lavoro e Audacity.
    • Claude Almansi
       
      E queste annotazioni che sto aggiungendo sul tuo testo con Diigo, che in teoria tutti dovrebbero poter leggere se visualizzaono la pagina tramite l'URL https://diigo.com/01lqff , e che producono delle annotazioni nel segnalibro condiviso col gruppo Diigo ltis13 - anche queste annotazioni sono un livello/layer?
    • Claude Almansi
       
      Poi nei video mostrati sul sito ted.com, il player in realtà può mostrare 2 cose: il video e un file testuale a scelta di sottotitoli. E quei file testuali di sottotitoli producono le trascrizioni interattive in varie lingue che si possono attivare sotto il player. Anche lì si tratta di livelli/layer? Poi quel player di TED.com ha anche una funzione che ti consente invece di scaricare il video con i sottotitoli che vuoi incisi dentro il video, cioè in un unico video. È la stessa cosa che quando lavori con i livelli per produrre un'immagine, o con le piste per produrre un audio, poi esporti il tutto o in jpg o in mp3, ad es.?
  • Se la suggestione per qualcuno c’è stata allora costui proverà a fare qualcosa. Se avrà problemi lo scriverà, e noi lo aiuteremo.
    • Claude Almansi
       
      Grazie! Poi ci provo ... e aggiungerò semmai altre domande con le annotazioni Diigo che finiranno in https://diigo.com/01lqff , di cui non ho ancora capito se è un layer/livello o meno ;-)
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    "- Sicuramente un post per gli studenti di "Editing multimediale" della IUL ma anche per tutti quelli a cui capita di lavorare con le immagini - Grafica bitmap e vettoriale - Due o tre cose sui formati più noti, GIF, PNG e JPEG, sulla compressione delle informazioni, conservativa e non, e sui formati "dedicati" XCF e SVG - Gimp e Inkscape, due bellissimi software liberi per l'elaborazione delle immagini che girano su Linux, Mac e Windows - Elaborazione delle immagini in livelli" ---- [Titoli:] Primo fatto: software libero anziché proprietario Secondo fatto: distinguere fra grafica bitmap e vettoriale > Immagini digitali > dpi e risoluzione > Tipi di grafica > Grafica bitmap > Grafica vettoriale > Formati - compressione > Manipolando foto > Fabbricando immagini > Lavorare in grafica bitmap con Gimp > Lavorare in grafica vettoriale con Inkscape Terzo fatto: usare i livelli (layers) Coda Note
Claude Almansi

Bloggando un saluto multimediale :-) IAMARF Andreas Formiconi 2013-04-14 - 2 views

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    "No via, non va… L'applicazione WordPress per Android offre la possibilità di fare un video e bloggarlo ma sembra proprio che in realtà WordPress quel formato video non lo digerisca. E poi obiettivamente i video sono troppo corposi per la banda della nostra telefonia mobile. Allora, tornato a casa - con il wireless - ho caricato il video su YouTube per postarlo come usuale. Ma la cosa è molto meno succosa, in tragica differita…"
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    Sottotitolazione del video al 25 maggio 2013: http://www.amara.org/en/videos/arZaa8EKhp3F/info/saluto-multimediale-alla-vecchia-maniera/ da sottotitolare
Lucia Bartolotti

Reference and practice for dyslexic students - 1 views

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    Lezioni di grammatica pensate per studenti dislessici (formato Pdf). Sì, lo so che promuovono un certo libro di una certa casa editrice, ma possono essere utili ugualmente. Finalmente un po' di sensibilità in questa direzione...
Claude Almansi

LIA - Libri Italiani Accessibili | Webaccessibile.org - Livio Mondini 2013-06-20 - 6 views

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    "Dopo molti annunci, è finalmente andata online "LIA, la vetrina di ebook accessibili pensati per le persone non vedenti e ipovedenti". Era legittimo chiedersi cosa fossero i libri italiani accessibili, poiché né la nazionalità italiana né "libro accessibile" fornivano un qualche indizio sulla natura di questi libri. Ora, dopo la messa in onda, regna lo stesso la confusione: non si riesce a capire in cosa consista il servizio LIA. A prima vista, il sito si presenta come un espositore di libri in formato epub, la cui unica differenza con i normali epub disponibili online in innumerevoli store sembra essere l'apposizione di una specie di certificazione di accessibilità denominata "bollino LIA". (...) Il testo della "certificazione" è perlomeno generico: (...) Questo eBook è certificato accessibile da LIA come? Con quali criteri? Chi sono i certificatori? Non è dato di saperlo. Così come sembrano piuttosto scontati i parametri di valutazione (...) D'accordo, il corretto uso degli elementi sicuramente aiuta la navigazione, ma siete sicuri che inserire dei titoli in ordine gerarchico sparso e casuale, basta che ci siano, sia utile a qualcuno? La "vetrina" sembrerebbe dedicata soltanto a questo: selezionare nella vastità degli epub disponibili sul mercato alcuni titoli scelti e valutati accessibili da qualcuno non si sa chi e come, e rimandare a store esterni per l'acquisto degli stessi. Sì, avete capito bene, bisogna usare due carrelli elettronici: prima quello del sito LIA, dove si selezionano i libri desiderati, e poi quello dello store esterno per effettuare l'acquisto vero e proprio. Siamo davvero sicuri che questo sia un aiuto per chi non ci vede o ha gravi problemi di vista? Non era già abbastanza complicato dover affrontare un carrello? No, due. Potrebbe essere complicato per chiunque, ma per chi utilizza uno screen reader lo è il doppio: effettua l'acquisto in un sito, poi deve anche essere in grado di continua
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    Una precisazione, poichè avevo postato anch'io questo link. LIA (almeno da quanto dichiara) non si pone come soggetto che sceglie libri accessibili e li vende. Piuttosto offre un servizio agli editori: io ti do le "regole" da seguire e ti aiuto a far si che il tuo ebook sia accessibile, se tu le rispetti quello che ti affro in cambio è "visibilità" (perdonate quello che appare come un calambour trattando in particolare di non vedenti!). Questo è il motivo del doppio carrello: non è un rivenditore, ma un "supporto progettuale" che poi aggiunge un bollino che ha funzione analoga a quello di una certificazione ISO in azienda: certifico che hai seguito le regole per l'accessibilità
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    Sorry, Francesco: avrei dovuto controllare. Però Livio Mondini ha ragione lo stesso sulla rogna di per sé di dover usare 2 carrelli, sulla rogna aggiuntiva di quello LIA che non si svuota dopo l'acquisto presso il venditore, e sui criteri troppo vaghi del bollino LIA - e sul fatto che gli editori apparentemente di quel bollino se ne sbattono. Per il tuo uso di "visibilità", non ti preoccupare, ci giocano anche i ciechi stessi: c'è http://www.comecivedi.ch/ (ora in manutenzione) sito collaborativo di ciechi ticinesi, e http://www.titengodocchio.it/ , il sito di Vincenzo Rubano, studente cieco, per segnalare siti inaccessibili, nato da un suo sondaggo intitolato "m'illumino di meno...ma ci "vedo" di più". ;)
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    Figurati: cedo la primogenitura per molto meno di un piatto di lenticchie!!! ;-) A parte gli scherzi quello che intendevo dire è che LIA non si pone come interfaccia tra editori e non vedenti, ma piuttosto come "lobby" per spingere ad adottare gli standard che rendono gli ebook (più) accessibili e dunque (anche se indubbiamente potevano risparmiarselo!) essere a sua volta poco accessibile non è una colpa così grave: si rivolge più a vedenti che a non vedenti! Quanto ai criteri ammetto di non aver approfondito la cosa, ma si deve considerare che esistono standard internazionali (per il WEB il W3C, non so se sia applicabile anche agli ebook anche se a logica direi di si) che garantiscono il massimo di accessibilità. Adottarli non è banale ma nemmeno una cosa terribile (io l'ho fatto sulla piattaforma di elearning che ho creato): basta deciderlo e metterci quel po' d'impegno necessario. Immagino che la logica sia quella di spingere perchè la decisione sia presa e supportare per ridurre l'impegno necessario; mentre la "vetrina" sia più la classica carota alternativa al bastone (anche se in questi casi riterrei personalmente più adeguato i bastone!!! ;-D)
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    Ah, però tu avevi segnalibrato il sito stesso del progetto LIA! Io la recensione di Mondini su webaccessibile.org, quindi non c'è doppione. Webaccessibile.org è un sito dell'IWA Italia, coloro che hanno di fatto redatto le specifiche per la legge italiana sull'accessibilità informatica ("Legge Stanca"), cioè non solo l'accessibilità Web, se ho capito bene? Hanno anche una serie di testi su Stanca e WCAG, troppo tecnici per me. Sì, la carota vetrina-bollino può forse funzionare, ma questo dipenderà anche dalla reazione dei compratori potenziali che hanno bisogno di libri accessibili. Quelli non si baseranno prevalentemente sulla recensione di Mondini, forse (anche se Mondini, essendo cieco anche lui, e visto che scrive bene, è abbastanza seguito), ma piuttosto sul bouche à oreille, o equivalente Web 2.0.
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    Ah: m'ero fermato a LIA e non avevo fatto caso si trattasse di un commento su! Conoscevo l'IWA (un anno mi pare ci sono stato iscritto, ai loro esordi), non questo loro impegno. Posso però dire che la legge Stanca è estremamente discutibile: sia per come ha "personalizzato" gli standard invece di applicarli sia per restrizioni di contorno ed obblighi in alcuni casi assurdi che ha imposto. Non so però quanto sia farina del loro sacco e quanto contributo politico. Comunque adesso vado e leggere cosa ne dice lui
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    Non ha tutti i torti nelle sue critiche: effettivamente l'accessibilità del sito lascia molto a desiderare. La spiegazione però potrebbe esserci. Andando alla ricerca di chi ne fosse il proprietario (che non è specificato da nessuna parte sul sito!) scopro che si tratta di Ediser S.r.l. che - cercando - ha un sito sua che così la descrive: Ediser è la Società di servizi dell'AIE - Associazione Italiana Editori, fondata nel 2002 per l'erogazione di servizi rivolti alle case editrici, tra cui: - l'erogazione di corsi e seminari di formazione e aggiornamento per il personale che opera nella filiera editoriale e dei contenuti digitali o per persone che intendono avviare una casa editrice - la gestione dell'agenzia ISBN per l'area linguistica italiana, di cui è titolare l'AIE - la gestione dei diritti d'autore per la tutela dei diritti di riproduzione delle opere librarie e periodiche - l'organizzazione di fiere del libro attraverso la realizzazione "step by step" di stand collettivi e istituzionali - l'organizzazione di eventi legati al mondo dell'editoria - la gestione di progetti specifici di rilevanza nazionale e internazionale legati al mondo dell'editoria - il «Giornale della libreria»: il mensile professionale dell'editoria libraria e dell'industria dei contenuti editoriali italiana Inoltre LibriAccessibili.it - e più in generali il progetto LIA che ha un sito a parte chissà perchè... (progettolia.it) - è "Realizzato mediante il finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali" come dice il disclaimer (obbligatorio per chi usi finanziamenti pubblici) accompagnato da loro del ministero definito "Partner di progetto". Insomma: sono gli editori che definiscono le condizioni per darsi il bollino e poi se lo danno... Ma pagato con i soldi che il Ministero non ha per salvare Pompei! Altro che bastoni e carote...
Andreas Formiconi

Problema: notifiche di lettura multiple in seguito all'iscrizione al cMOOC - 2 views

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    Questo è un commento di prova dove voglio vedere se si può linkare un'altra risorsa, tipo questa http://lospaziodioscar.wordpress.com/2011/05/05/come-attivare-la-notifica-di-consegna-e-di-lettura-di-un-messaggio-di-posta-elettronica-su-alice-mail/ o addirittura così
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    Ok, funziona in ambedue i modi! Questo significa che posso istituire un bookmark per ogni problema, taggandolo anche con "problema", tracciare mediante commenti successivi la via alla soluzione del problema, e infine, una volta risolto, taggandolo con "soluzione". L'insieme dei problemi può essere raggiunto con http://groups.diigo.com/group/ltis13/content/tag/problema e quello delle soluzioni con http://groups.diigo.com/group/ltis13/content/tag/soluzione e ciò mi pare buono...
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    E si possono salvare tutti i bookmark in una varietà di formato, tipo RSS xml based, ok ok...
Anna Cilia

Aceto Balsamico tradizionale di Modena - 6 views

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    Peccato che per scaricare questo "slideshare" siamo obbligati a iscriverci a facebook o linkedin. Ci rinuncio. Ci sarà qualcosa di analogo un po' più libero e, soprattutto, più diretto?
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    @Daniele Per scaricare diaporami di slideshare, basta crearsi un account slideshare, e lo puoi anche fare in modo tradizionale da https://www.slideshare.net/signup , dando un nome utente, password e indirizzo e-mail, poi ricevi l'e-mail per la conferma ecc. I pulsanti facebook e linkedin sono soltanto per chi desidera collegare uno di quegli account con quello slideshare.net Però @Anna: A me risulta che hai disabilitato il download in http://www.slideshare.net/annacilia/aceto-balsamico - c'è un motivo particolare?
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    Tornando ad hosting più liberi (e più diretti - per gli altri): si può giocare di sponda utilizzando un wiki dove si possono caricare file. Ad es. avevo fatto http://almansi.wikispaces.com/CTE per poter annunciare in una presentazione delle licenze CC, che ci avrei messo il diaporama, l'audio ed altre risorse. Quindi dopo, l'ho fatto, con un embed del diaporama sincronizzato con l'audio su myPlick.com che è come slideshare: anche lì ci sono i link per i download, ma anche lì bisogna essere loggati per scaricarli. Perciò ho anche caricato il diaporama come ODP (formato originale: equivalente libero di PPT) e PDF (che si può leggere col browser), e l'audio sul wiki, poi ho aggiunto i link in quella pagina. Quindi se volessi, potrei anche riutilizzare quei link sul mio blog WordPress, che non consente il caricamento di quei tipi di file, ma dove si possono linkare. Perciò dopo la presentazione, oltre ad aggiungere la registrazione audio al diaporama su myPlick, ho anche caricato il diaporama come ODP e come PDF, e il file audio, nel wiki e ho aggiunto i link nella pagina delle risorse. Idem per chiunque, d'altronde. Un'altra possibilità, più diretta anche per il "caricatore", è http://archive.org/ : non vi ho ancora mai caricato un diaporama, ma si può. Grosso vantaggio: il software ti deriva diversi altri formati dal file originale. Quelli elencati a sinistra in http://archive.org/details/AProfessionalLifeNarrativeAndSomeRelatedStories sono tutti derivati, salvo PDF, il file che avevo caricato. Spetta al lettore scegliere quel che gli garba.
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    Ho riabilitato il download che avevo disattivato, perché, guardando alcune presentazioni in slideshare, avevo notato che era quasi sempre disattivato. Pensavo fosse la procedura migliore. Per quanto riguarda altri servizi di hosting, proverò le modalità che suggerisci. Grazie, i tuoi insegnamenti sono impagabili.
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    Molti disabilitano il download perché temono che le loro produzioni vengano utilizzate da altri, nell'ottica "è mio, l'ho fatto io". Peccato...
angela noceto

Video Streaming | TUTTO SCORRE - 5 views

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    Per registrare una lezione con voce e immagini  dal proprio desktop.
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    Grazie molto interessante, conoscevo e avevo scartato perché a pagamento il parente Camtasia e cerco un alternativa a Jing, fantastico screencpture tool ma limitato come tempi di registrazione e nel formato di destinazione. L'ho taggato su http://pinterest.com/fabriziobartoli/videocasting/ per chi può esser interessato a strumenti simili.
Lucia Bartolotti

Manuale Sankoré in lingua italiana e formato PDF | Informatica sostenibile - 8 views

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    Pubblicato giugno 2012 e liberamente scaricabile. Segnalato da Marina Passerini.
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    Sembra molto bello e completo di tutte le funzionalità.. Da provare sul campo. Grazie della bellissima condivisione!
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Claude Almansi

Textbooks Are Zombies | ETCJ Harry Keller 2013-07-22 - 1 views

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    "By Harry Keller Editor, Science Education Despite plenty of nay-sayers, the textbook is dead. It just doesn't know it yet and continues on walking about as though alive. Textbooks have evolved considerably over the last fifty years and even somewhat in the previous fifty years. I even have one, A Text-Book of Physics, on my bookshelf beside me that was printed in 1891. It has some line drawings and no color. Its size is about 5"x8". Today, textbooks have lots of colorful images, plenty of side bars, and lots of engaging questions sprinkled about on their heavy-weight glossy paper stock. They also have tons of advice to teachers on how to use them effectively. They've gone about as far as they can go with paper as the medium. (...) You can learn faster and learn more than you think you can. Textbooks do not tap into our brains to realize that learning potential. New software that uses true active learning will. By so doing, it will eliminate textbooks of all forms, both printed and online, both passive and so-called interactive. Today, the textbook is a zombie. It's just waiting for that wooden stake or silver bullet to put it to a well-deserved rest."
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    Analisi decisamente più interessante rispetto alle precedenti (citate) perchè vola decisamente più alta evitando di impantanarsi sulla falsa questione del formato dei contenuti per ragionare piuttosto di metodo. Ho condiviso filosofia e conclusioni
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