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Luca Piergiovanni

Una esperienza di podcasting! - 4 views

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    Una esperienza di radio scolastica unita alla forza del Web. Vista con gli occhi degli studenti!
Claude Almansi

#ltis13 - la mia esperienza finora | Bloglillon - 0 views

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    "#ltis13 continua Forse #ltis13 si concluderà il 12 giugno dal punto di vista amministrativo della IUL, però continua. Quella padronanza degli strumenti adoperati che consente ai partecipanti di esplorarne altri e di non perdersi d'animo davanti a problemi tecnici ma di cercare e trovare soluzioni non è ancora stata raggiunta da tutti gli iscritti. Alcuni sono rimasti indietro per cause varie completamente legittime, in primis a causa dei loro impegni di lavoro. L'impostazione di #ltis13 consente loro di proseguire al proprio ritmo, con una rete di partecipanti pronti ad aiutarli in questo. Inoltre l'effetto di #ltis13 non si limiterà ai suoi partecipanti, ma loro saranno in grado di trasmettere le competenze acquisite a colleghi che non hanno partecipato a #ltis13 con i quali vorranno creare progetti specifici: competenze nell'uso di quegli strumenti che serviranno a quei progetti, ma anche la sicurezza nell'esplorarne altri e nell'affrontare eventuali bug che si presenteranno."
Antonella Tassi

Un tuffo nel cMOOC #ltis13: la mia esperienza. | #ltis13: Incontriamoci! - 3 views

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    Grazie a tutti, di cuore....in attesa di proseguire.
Claude Almansi

Qualche altro elemento HTML - #ltis13 commento 6 - 0 views

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    "matzlanz Posted April 30, 2013 at 2:03 am | Permalink Per la mia breve esperienza con Bloggercredo che, almeno nei post, accetti più tag rispetto a wordpress. Forse è una scelta di tutta l'infrastruttura blog di google. Per esempio in blogger funzionano gli iframe e il tag embed anche nei widget. Utili per inserire video da youtube e molto altro."
fabrizio bartoli

Virtual Science - Mondi virtuali per le scienze - 2 views

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    Il progetto Virtual Science nasce dalla voglia di condividere con altri docenti e con il mondo della formazione la mia esperienza nell'ambito delle scienze ed in particolare dell'applicazione delle nuove tecnologie nell'insegnamento, nella "didattica virtuale" e nell' e-learning in genere. Da sempre appassionata di informatica sono approdata da qualche anno nei mondi virtuali ed in particolare Opensim. Molte scuole e Università stanno da tempo cogliendo questa grande opportunità.  Nel campo della didattica ed in particolare nell'ambito scientifico-tecnologico è utile nella simulazione di fenomeni, nello studio della geometria dei solidi, nella ricostruzione di ambienti naturali. E' noto infatti come la modellizzazione dei fenomeni scientifici è un passo importante per la loro comprensione, senza contare come un ambiente "ludico" e motivante sia fondamentale per l'apprendimento.
mariateresacar

Children and Reporters - 0 views

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    Esperienza eTwinning vincitrice del GOLD 2011
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
  • ...6 more comments...
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
fabrizio bartoli

TANTO » twitter - 2 views

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    TANTO TANTO Quanto è bello parlare di didattica, condivisione, esperienza e voglia di apprendere
Claude Almansi

The MOOC Guide (Stephen Downes author/coordinator) - 0 views

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    "The purpose of this document is two-fold: - to offer an online history of the development of the Massive Open Online Course (MOOC) - to use that history to describe major elements of a MOOC Each chapter of this guide looks at one of the first MOOCs and some early influences. It contains these parts: - a description of the MOOC, what it did, and what was learned - a description of the element of MOOC theory learned in the offering of the course - practical tools that can be used to develop that aspect of a MOOC - practical tips on how to be successful Contribute to this Book You are invited to contribute. If you participated in a MOOC, add a paragraph describing your experience (you can sign your name to it, so we know it's a personal story). If you know of resources or can add information about an element of MOOC theory, add to or edit the text that already exists. If you know of tools, provide a link to the tool, a short description, and your assessment of the tool. If you have a tip, add the tip. In order to participate, please email or message your contact details, and we'll you to the list of people who can edit pages. Send your request to stephen@downes.ca Your contributions will be accepted and posted under a CC-By license. http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/ Creative Commons License This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License. Thanks for your participation. The finished product will be published online and made freely available on the web. Stephen Downes"
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    Trad: Questo documento ha un doppio scopo: - offrire una storia online dello sviluppo del Massive Open Online Course (MOOC) - adoperare questa storia per descrivere elementi importanti di un MOOC. Ogni capitolo di questa guida esamina uno dei primi MOOC ed alcune delle influenze iniziali. È composto di: - una descrizione del MOOC, di cosa vi si è fatto ed imparato - una descrizione dell elemento della teoria dei MOOC imparato nell'offrire il corso - strumenti concreti che possono essere adoperati per sviluppare quell'aspetto di un MOOC - consigli concreti per la riuscita Contribuite a questo Libro Siete invitati a contribuire. Se avete partecipato a un MOOC, aggiungete un paragrafo dove descrivete la vostra esperienza (potete firmare il vostro nome, così sapremo che si tratta di una storia personale). Se conoscete risorse o se potete aggiungere informazioni su un elemento della teoria dei MOOC, aggiungetelo al testo esistente o modificatelo. Se conoscete strumenti, date un link allo strumento, una breve descrizione, e la vostra valutazione dello strumento. Se avete un consiglio, aggiungete quel consiglio. Per partecipare, mandateci un e-mail o un messaggio con i dati per contattarvi, e vi aggiungeremo alla lista di coloro che possono modificare le pagine. Mandata la vostra richiesta a stephen@downes.ca I vostri contributi verranno accettati e pubblicati sotto una licenza Creative Commons BY (attribuzione) http://creativecommons.org/licenses/by/3.0/ Grazie della vostra partecipazione. Il prodotto finito verrà pubblicato online e reso liberamente accessibilie sul web Stephen Downes.
Luisella Mori

We oppose DRM. | Defective by Design - 7 views

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    Un approfondimento sui software protetti che rendono i libri di testo digitali non accessibili. Un invito a tutti i docenti a ribellarsi e non adottare questi testi. Grazie a Claude per la segnalazione.
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    Una questione così importante meriterebbe di essere diffusa anche in italiano. Non credo di essere l'unico insegnante ad essere talmente ignorante da non saper leggere un testo complesso in inglese. So di sfidare il disprezzo dei più giovani ma ognuno ha le sue valide ragioni e non ho voglia di giustificarmi.
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    Daniele, in effetti non hai da giustificarti: nessuno può sapere tutte le lingue. Ho provato a tradurre il sito con Google Translate: a volte funziona più o meno, per questo sito no. Però hai provato http://lingro.com/ ? Metti l'URL nella casella, indichi la lingua sorgente e la lingua bersaglio, e il software non traduce il testo, ma te lo fa vedere attraverso un'interfaccia che ti consente, cliccando su qualsiasi parola, di ottenerne diverse traduzioni - e se non hanno ancora una traduzione, ti propone la definizione della parola in lingua originale. Siccome è un'app collaborativa, si arricchisce continuamente.
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    Non aopena avrò finito le relazioni finali di tutti i progetti di cui mi sono occupata, e di caricare i "risultati" sul database EST non mi dispiacerebbe tradurre la pagine. Se hai un po' di pazienza... Potrebbe essere una seconda occasione per riprovare a usare Google Translator Kit. Nel frattempo facci sapere cosa viene fuori con lingro... (Che io non conosco ma che mi incuriosisce).
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    Disponibile per un'altra esperienza Translator Toolkit - ma stavolta eliminiamo eventuali doppi spazi ;) Lingro lo uso perché avevo messo http://www.youtube.com/watch?v=XejH7tnOVKA - un video tutto vuoto di 1 ora 46 minuti - su YT, perché mi serviva per provare dirottamenti di Amara.org, spiegandolo nella descrizione. Però un cretino di aggregatore russo lo ha pescato quindi sono arrivate visualizzazioni a caterva, e anche commenti poco ameni in russo e altre lingue slave. Allora per poter decidere se erano semplicemente volgari e insultanti o addirittura minacciosi, metto la pagina in lingro. Tanto, la sintassi è sempre la stessa pressapoco nelle lingue indo-europee. (Alla fine poi, ho aggiunto annotazioni sul video per promuoverne altri che mi piacevano: uè se mi devo far insultare, tanto vale che serva a qualcosa).
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    Ho provato ora: traduce una parola alla volta con più eventuali accezioni. Ci vuole una pazienza! ...però evita i discorsi a pera dei traduttori automatici. Ancora grazie, Claude.
Lucia Bartolotti

What If Students Don't Watch The Videos? - FAQ - Katie Gimbar's Flipped Classroom - You... - 5 views

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    Fantastica serie di 16 video YT su tutti i problemi che possono crearsi con la Flipped class. Considerate il primo titolo: "E se i miei studenti non guardano i video?" In inglese.
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    Interessante ... però questi filoneisti dovrebbero controllare se non stiano reinventando l'ombrello. Vedi http://cyber.law.harvard.edu/cyberone/wiki/Weeks_Pages . Questa pagina del wiki del corso Cyberone - Law in the Court of Public Opinion (autunno 2006) di Charles e Rebecca Nesson a Harvard elenca le sottopagine di approfondimento per ogni settimana del corso: ciascuna delle quali comprende una sezione di appunti sui video. CyberOne 2006 non era né un "MOOC" né una "flipped class" perché allora quei termini non c'erano (e il famigerato numero di TIME sul Web 2.0, con "The Person of the Year is... [pezzo di plastica riflettente] You" in copertina, è arrivato solo qualche mese dopo, a dicembre 2006). Era un corso con risorse online condivise e tre categorie di studenti: quelli che seguivano le lezioni ed esercitazioni in aula al Berkman Center, gli "Extension students" cioè iscritti alla formula "a distanza" del corso, e gli "At Large students", che potevano partecipare a una lista di discussione, ad attività in Second Life e anche a quel wiki (non ho idea di quanti At Large students fossimo, ma è stata una grande esperienza) Altra cosa: nel autunno 2006 non c'erano nemmeno strumenti online per una facile annotazione collaborativa dei video: Mojiti (poi rapidamente scomparso) è di dicembre 2006, DotSUB - web app di sottotitolazione, quindi dirottabile per prendere appunti anziché sottotitolare - del 2007. E Universal Subtitles (adesso Amara), ancora più comoda per questo tipo di dirottamento, è del 2010. Però oggi DotSUB e Amara ci sono. Allora non si dovrebbe parlare di annotazione collaborativa di video senza menzionarle, e soprattutto senza menzionare nemmeno la possibilità ancora più vecchia di adoperare un wiki per queste annotazioni collaborativa.
mariateresacar

Maria Teresa's Weblog: Etwinning - 0 views

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    Attività eTwinning da me realizzate
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