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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Group items tagged Live

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Eva Franchi

"I Live", diventare genitori virtualmente - 2 views

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    Genova - Ricordate il Tamagotchi, il famoso giochino elettronico degli anni '90 in cui bisognava prendersi cura di un animaletto virtuale nutrendolo, giocandoci e portandolo a spasso? Ora, al posto di quell'animaletto ci sarà un "cucciolo di uomo", da crescere sino ai cinque anni di età. ...
Raffaella Benetti

Living in the moment really does make people happier - 3 views

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    Questo articolo sul Guardian riporta uno studio degli psicologi della Harvard University su 2250 volontari. Il risultato? "A human mind is a wandering mind and a wandering mind is an unhappy mind. The ability to think about what is not happening is a cognitive achievement that comes at an emotional cost." Lo studio ha messo in evidenza come le persone, per quasi metà del proprio tempo (46,7%), pensino a cose che non hanno nulla a che vedere con quello che stanno facendo. E questo le rende infelici. Ma la vera felicità consiste nel vivere pienamente nel proprio presente.
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    La cosa che però questo studio non esamina è se i pensieri/daydreams che si fa la gente sono pensieri che per essi rappresentano degli obiettivi che loro sentono di essere in grado di raggiungere o meno. Credo che la valutazione positiva della posibilità di raggiungere un obiettivo, specialmente in tempi brevi, determina il tono delle emozioni che in noi provoca quel pensiero...
Romina Mandolini

Intelligenza e tecnologia - 2 views

  • Dyson: We have to wait and see. But I am not sure whether computers are just tools. When you look at your iPhone to get directions, are you asking the phone where to go or is the phone telling you where to go? You cannot draw a strict line between active and passive information exchange. If some alien form of life came to earth, they might be convinced that there is a bodiless form of intelligence that is telling its constituent parts to turn left or right. So there is a symbiosis that works both ways.
  • Dyson: Right. We now live in a world where information is potentially unlimited. Information is cheap, but meaning is expensive. Where is the meaning? Only human beings can tell you where it is. We’re extracting meaning from our minds and our own lives.
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    "…non sono affatto sicuro che i computer siano solo strumenti. Quando guardi il tuo iPhone in cerca di un'indicazione stradale, sei tu che stai chiedendo all'Iphone dove andare o è il tuo telefono che te lo sta dicendo? Non si riesce a tracciare una linea netta che divida l'attivo e il passivo in questo scambio di informazioni. Se una forma di vita extraterrestre arrivasse sulla Terra, potrebbe convincersi che esiste una forma di intelligenza incorporea che ordina a dei corpi di girare a destra o a sinistra. È una forma di simbiosi che lavora in maniera biunivoca." Segnalo come secondo intervento, questa bella intervista al prof. George Dyson (autore del libro "L'evoluzione delle macchine. Da Darwin all'intelligenza globale"), sull'intelligenza e sulle trasformazioni cognitive che le tecnologie stanno apportando. Mi piace l'accento che egli pone sull'intelligenza umana, sulla sua unicità e specificità. Utilizziamo la tecnologia ma attenzione a non lasciare che sia lei ad usarci. Sembra un'affermazione banale ma non lo è visto che i confini tra umano e artificiale, sistema nervoso e artefatti tecnologici, sono sempre più labili.
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    Romina l'accento che poni sulle riflessioni del prof Dyson è largamente condiviso e mi ha fatto tornare alla mente alcune tematiche affrontate dal sociologo francese J. Baudrillard. (E' l'oggetto che vi pensa). "L'intrattenimento, l'informazione e le tecnologie comunicative creano l'attuale forma sociale dell'iper-realtà, fornendo esperienze più intense e coinvolgenti, rispetto alle banali scene ordinarie della vita quotidiana, e nuovi codici e modelli interpretativi. L'iperreale, per paradosso, è più reale del reale e controlla e domina il pensiero e il comportamento attraverso la proliferazione e la diffusione di un flusso incontenibile di immagini e segni, che spingono l'umanità a fuggire dal deserto del reale, per sperimentare l'estasi dell'iperrealtà, attraverso il nuovo regno dei computer, dei media e dell'esperienza tecnologica."(EduEDA)
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    L'intelligenza artificiale è destinata a far parte in modo sempre più incisivo delle nostre esistenze, trovando scopi e applicazioni nel mondo del lavoro, dell'istruzione, dell'assistenza, dei traporti
GIOVANNI LA FALCE

Smart City Exhibition 2012 - 1 views

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    A bologna fiere si è svolta il 29-30-31 ottbre la Smart city exhibiotion 2012. Sulla home page del sito ne viene indicata con queste parole la Vision: le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l'innesto di moderne tecnologie nell'agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini. Quello che mi ha colpito è l'uso pervarsivo del termine inglese SMART (intelligente) che viene fatto nel sito. Nel mio piccolo ero fermo alla Smart famosa autovettura ed agli smartphone. In questo congresso però si è discusso di "smart mobility", "smart people and living", "smart building", "smart City" (naturalmente) affrontando per esempio il tema dei social network nelle smart city. Da quello che capisco "smart" è una parola di confine che attiene contemporaneamente ad ambiti diversi (tecnologia, processi cognitivi, ecologia ed ergonomia, psicologia di comunità) e per questo probabilmente diventerà sempre più di uso comune.
Enza Avino

Think You're Good at Multitasking? Take this Test. - 5 views

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    Think you're a good multitasker? Know someone who thinks they are? Here's your chance to put your skills to this test! In this video, I walk you through the multitasking exercise I share in my live keynote speeches and workshops.
Mauro Rossi

Creative brains imagine a smarter tomorrow - 2 views

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    The graduate students at New York's Interactive Telecommunications Program - also known as the "centre for the recently possible" - barely think about the present. They are on a mission to explore the use of today's communications technologies - and how they might augment, improve and bring art into people's lives tomorrow. Often defined as "an art school for engineers or a tech school for artists", ITP is a two-year graduate programme at the Tisch School of the Arts, and is the birthplace of successful applications like FourSquare. It is a place where almost a decade ago, students were already working on how to connect social media and mobile devices. Every semester, the school opens its doors to showcase its students' most innovative ideas. This year many projects focus on the interaction between body and virtual world, using the body as the controller.
elena mitu

Virtual World Television Products and Practices: Comparing Television Production in Sec... - 2 views

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    The virtual world Second Life provides for user-generated content creation as a necessary condition for its construction and sustenance. Through the co-construction of designing the world, in individual and collective acts, Second Life users have become television producers. Their ability to produce content analogous to traditional television indicates how the virtual world is a social medium aligned with the paradigmatic shift from consumption to produsage known as Web 2.0. This project analyzes the television production in this virtual world and uses it to define Virtual World Television (VWTV), which is separate yet related to the production activity of machinima. The analysis presented considers how the products, practices, positions and power dynamics of the VWTV producers in Second Life are comparable to those of traditional television. The comparisons are made to consider the extent to which VWTV producers are embracing the disruptive capabilities of Web 2.0 to transgress traditional television. The analysis of products and practices indicates that there is no widespread transgression of the content formats of television, or in how television productions are deemed to be successful. In addition, there appear to be numerous overlaps in the practices, positions and power dynamics of production. However, the very act of changing their relationship to television-as-text by engaging with a new form of television-as-technology indicates how the producers are able to transgress traditional television due to the capabilities of this Web 2.0 social medium.The emergence of Web 2.0 as an overarching paradigm for the Internet has facilitated video production by amateurs and semi-professionals, allowing them to assume a role traditionally held by television and film institutions. This ability is due in part to Internet-based technologies of distribution reducing production costs. With the rise of virtual worlds as collaborative and user-generated spaces, costs can be furt
De Rose Mario

Facebook ci aiuta o invade la nostra quotidianità? - 25 views

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    Facebook è diventato ormai parte della nostra vita postiamo foto, mettiamo notizie di politica, di cronaca, ma a volte tutto questo può diventare invasivo nel senso che senza farne un uso adeguato si rischia di svelare a folte anche la nostra privacy, e non solo, per via di tutte le notizie che apprendiamo si corre il rischio di avere un sovraccarico cognitivo e quindi un dispendio di energie mentali.
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    Ho trovato molto interessante questo breve articolo e l'iniziativa di cui parla. Io sono poco "affezionata" ai social, fb compreso. Lo utilizzo solo per informarmi su alcuni eventi ed iniziative, o per vedere cosa pensano e cosa stanno facendo i miei conoscenti. Utilizzo di più la chat su messanger e non amo lasciare messaggi per tutti, sono più per l'interpersonale diciamo. Non scrivo mai molto di me, anzi ultimamente ho smesso del tutto, e trovo incredibile quante cose inutili vengano dette, soprattutto quanti commenti vengano lasciati con leggerezza, come se non si potesse fare a meno di scrivere qualcosa e dire "ci sono anche io" più che avere effettivamente qualcosa da dire. Si sentono discorsi molto superficiali da persone poco informate che raccolgono consensi o commenti altrettanto confusi. Ecco, questo non è per niente bello. Poi ci sono delle nicchie "impegnate" e talmente dense di filosofie e paroloni che sembrano voler relegare quante più persone possibili al di fuori: sono solo apparentemente social. La maggior parte di quelli che conosco comunque non può farne a meno, di questo facebook, e mentre si esce sono immancabili le foto da postare subito o le capatine per vedere se ci sono novità. Uno stacco è un'occasione per un periodo di riflessione. Tanto più si fa un passo indietro, ci si disintossica per così dire, tanto più è possibile riflettere sul PROPRIO modo di utilizzare il social. Perchè poi la cosa importante è capire se lo si stà utilizzando bene, ovvero senza esserne schiavi o dipendenti, con rispetto per se stessi e i propri valori, e senza disturbare gli altri. In questo limbo finalmente si può capire se si stà preservando adeguatamente la propria privacy, per quale ragione si è presenti, che tipo di immagine si vuole dare, e cosa di utile può arrivarci dal network.
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    la comunicazione sui social network stanno cambiando: se un tempo si desiderava raggingere la popolarità attraverso un ampio numero di contatti, adesso si cerca di sfoltire il numero degli amici o dei follower alla ricerca della qualità del confronto, tralasciando ogni strategia volta ad ottenere visibilità.
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    i social ormai hanno invaso la nostra quotidianità, non si riesce a distinguere la realtà dal mondo virtuale, sarebbe necessario e auspicabile attuare una progettazione, soprattutto a livello scolastico, seria, per intervenire e far conoscere ai nativi digitali l'uso appropriato della tecnologia. in maniera da far diventare gli stessi cittadini consapevoli, critici, democratici e partecipanti attivi e non solo sempici spettatori.
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    i social network come facebook hanno una grandissima potenzialità però non vengono utilizzati nel modo corretto. Come afferma l'articolo molti utenti ormai sono quasi ossessionati da queste piattaforme, purtroppo quello che si trova in essi spesso sono false notizie o informazioni inutili mescolate a fatti di cronaca veri, politici o economici, perciò difficilmente un utente riesce a distinguere il vero dal falso.
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    Io penso che i social network, qual'ora ben utilizzati, siano delle risorse importanti. Ci permettono di informarci su ciò che accade nel mondo, ci rappresentano una realtà, ci offrono rappresentazioni, idee, immagini che inevitabilmente danno forma alla nostra rappresentazione della realtà. Rappresentano una forma di svago (non solo per pigri e sfaccendati) , ci connettono con gli altri e permettono di mantenere i nostri contatti sociali. Rappresentano quindi un'importante mezzo di espressione e di comunicazione: partecipare in modo attivo alla vita sociale implica necessariamente utilizzare i social. Io personalmente, non credo che sarei in grado di disconnettermi dai social per un periodo cosi lungo, però potrebbe essere un interessante esperimento sociale!
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    Concordo su quanto affermato nei post precedenti. Ritengo anche io che i social media abbiano delle enormi potenzialità, che siano uno strumento di grandissima espressione e comunicazione e che possano favorire l'esercizio di una cittadinanza attiva. In ambito educativo e didattico, a mio avviso, si configurano quindi, come risorsa più da valorizzare che demonizzare.
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    Mi ritrovo molto in questo articolo, spesso mi sono sentita di provare a chiudere il mio profilo facebook ma alla fine non sono mai riuscita a farlo. Credo sia dovuto al fatto che mi ritrono in quella che viene chiamata "Fear Of Missing Out" https://www.ipsico.it/news/la-paura-di-essere-disconnessi-cosa-e-la-fear-of-missing-out-fomo/
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    I social media, se utilizzati correttamente, sono uno strumento potentissimo che abbiamo a disposizione per rimanere costantemente informati di ciò che accade nel mondo e di essere in contatto con persone lontane. Offrono possibilità di svago, di apprendimento, di riflessione, di comunicazione, di divulgazione ecc.. I rischi però non sono pochi nè piccoli, proprio per questo credo sia fondamentale educare al corretto utilizzo degli stessi.
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    I Social Network sono un bel paradosso: da un lato ci offrono la possibilità di ridurre le distanze con le altre persone, sapendo cosa fanno, dove si trovano e ci permettono di interagire con loro, tale per cui oggi è possibile avere relazioni a distanza più facilmente il secondo lato dei social network, si potrebbe definire il "lato oscuro della luna", quello che è apparentemente velato, ma che produce effetti subdoli, ossia di vivere in funzione dei social network, fenomeno che colpisce soprattutto i più giovani. Questo fenomeno può condurre a sviluppare una vera e propria dipendenza, tale da poter richiedere un intervento pscicoterapeutico nei casi più radicati. La riflessione critica che mi propongo di fare è quella che bisognere utilizzare i Social Network con Parsimonia e ponendosi dei vincoli temporali di utilizzo. Chiaramente il tema è molto delicato e richiederebbe di essere affrontato nelle scuole, tramite dei programmi di sensibilizzazione tenuti da professionisti come psicologi.
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    Vorrei rifarmi ad una citazione che ho letto in alcune pagine del materiale proposto da questa materia, facevano più o meno così: più condividi (sui social) e più ne risente la tua identità. Credo che i social network siano un arma a doppio taglio, come tutte le cose bisognerebbe avere lucidità nel loro utilizzo. Sapere quali sono i rischi che si corrono esponendo parti della tua vita e di te stesso su piattaforme che sono sempre attive e anche se sottoposte a leggi di privacy molto spesso poco controllate. Sono anche allo stesso tempo un buono strumento di interazione e danno la possibilità di rimanere in contatto anche a distanza, rimanere aggiornati su ciò che accade nel mondo. è necessaria un educazione al mondo del social, per un giusto e corretto utilizzo dello strumento.
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    Se Facebook aiuta o invade la nostra quotidianità dipende soprattutto dall'uso e dallo scopo, ma sicuramente la trasforma. McLuhan nelle sue previsione aveva intuito come le persone, profondamente coinvolte, avrebbero perso il senso di identità privata con la minaccia che "più sanno di te, meno tu esisti" perchè l'informazione che esce si porta via qualcosa di te.
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    Prendendo visione di questo contributo ho riflettuto sull'importanza, esplicitata più volte da più ricercatori, di programmi di Media Education strutturati per prevenire e far fronte ai rischi dell'uso delle tecnologie nella nostra quotidianità. È infatti essenziale rendere gli utenti, soprattutto i più giovani, capaci di un uso consapevole dei social network e delle altre piattaforme messe a disposizione dalle ICT, oltre che di un pensiero critico che permetta loro di ragionare nella piena razionalità ogni qualvolta intraprendano rapporti mediante i canali digitali di oggi. Inoltre, iniziative come quella del ''social log-out'' descritta in questo contributo sono a mio parere, altrettanto essenziali per permettere una vera comprensione dell'influenza delle tecnologie digitali nella vita di ciascuno, dando la possibilità di scollegarsi dall'esperienza virtuale (quasi totalmente immersiva) proposta dai social network come Facebook.
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    Articolo breve e conciso che offre un semplice spunto di riflessione su una tematica oggigiorno sempre piu´ delicata e ricca di contraddizioni: i social media con i loro rischi e la salute. Come si evince dalla lunghezza e dalla semplicita´ di linguaggio del testo, l´intento dell´articolo non era quello di approfondire una eventuale critica a Facebook in quanto societa´ o social media di per se´, ma di introdurre il tema del "come si usa" Facebook e quali problemi potrebbe creare a livello identitario e di gestione del tempo, nel suo utilizzo appunto nell´arco di un´intera esistenza e da qui incitare il lettore ad interessarsi all´argomento.
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    L'articolo pubblicato nel 2012 presenta una riflessione sull'utilità di Facebook e dei social; oggi nel 2023 possiamo affermare che sì ormai i social hanno invaso la nostra quotidianità. Nell'articolo parla anche dell'approccio alla rete da parte dei più giovani; oggi vediamo che non è più possibile farne a meno di tutto questo nuovo mondo, soprattutto per i ragazzi. I social e le nuove tecnologie sicuramente forniscono strumenti utili e possono offrire innumerevoli opportunità, basta pensare al periodo covid, ma per questo come anche accennato nell'articolo è importante un utilizzo consapevole dei rischi e cosciente delle opportunità. Condivido il link di un articolo più attuale che evidenzia alcune situazioni di rischio per i ragazzi e risalta la necessità di educarli ai rischi del web. https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/giovani-sui-social-proteggiamoli-educandoli-ai-rischi-del-web/
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    SabrinaGargiuli Penso che sia entrambe, perché la risposta non è legata a FB ma all'utilizzo che ne facciamo. molto bello l'esempio che si porta sulle magliette sporche di fango. Occorre consapevolezza, senso critico e ciò può passare solo attraverso un educazione ai media.Come ci fa riflettere l'articolo i giovani vivono quasi in simbiosi con i social, è da questo che dobbiamo partire e renderlo un aspetto positivo. Pensiamo all'orrore che Socrate aveva per l'arrivo della scrittura ne vedeva la morte della cultura e invece poi...
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    Condivido, a questo proposito, uno dei link (non recente ma sempre attuale!) proposti nelle slide messe a disposizione dei ragazzi delle scuole superiori durante le formazioni finanziate "cittadinanza digitale-rischi": https://www.propublica.org/article/breaking-the-black-box-what-facebook-knows-about-you qui vengono proposte riflessioni in modo efficace, sia in forma scritta sia mini video, sulla trasformazione da INDICIZZAZIONE a MONETIZZAZIONE per i dati raccolti da FB. E ancora sulla indicizzazione dei prezzi e sul rischio di discriminazione economica "When Algorithms Decide What You Pay. YOU MAY NOT REALIZE IT, but every website you visit is created, literally, the moment you arrive. Each element of the page - the pictures, the ads, the text, the comments - live on computers in different places and are sent to your device when you request them." (ProPublica, in redazione annovera anche un team di haker e sviluppatori). Le informazioni prese da questo sito, se fornite in classe agli studenti come breve input iniziale, sono ottime per far incominciare un dibattito in modalità #CollaborativeLearning sull'attività di #tagging a cui siamo sottoposti quando siamo online.
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