Google mi rende stupido | Massimo Mantellini - 0 views
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Io ovviamente parlo per me e parlando solo per me vorrei che Google (o il suo prossimo concorrente che lo sbaraglierà in un battibaleno) avesse qualche aspirazione enciclopedica in più. Non sto ritirando fuori il pippone sul web semantico, non pretendo automagie che capiscano esattamente cosa sto pensando in quel momento. Mi accontenterei di una piallata al pagerank (o come diavolo si chiama ora) che recuperi un buon senso minimo delle ricerche. Una ipotesi di gerarchia che se ne freghi del tempo reale
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Google è ormai completamente intossicato dal tempo reale. La sua fenomenale rapidissima capacità di aggiornare gli indici con notizie fresche (che vengono come tali ritenute molto interessanti) lo ha rapidamente instupidito. Qualsiasi ricerca è sottomessa al giogo della correlazione eventuale con notizie di cronaca più o meno recenti.
Internet Evolution: The War on Web Anonymity - SPIEGEL ONLINE - News - International - 0 views
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Today Google is no longer satisfied with pseudonyms, and it isn't alone. Politicians and law enforcement agencies have also declared war on anonymity, a fundamental characteristic of the Internet.
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Last week the anti-Islamic treatises by the blogger "Fjordman," whom the Norwegian killer Anders Behring Breivik has described as his "favorite writer," made international headlines. But of course he isn't the only one hiding behind a pseudonym.
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Some time ago, a site called Rotten Neighbor triggered similar feelings of outrage. It enabled people to take their neighborhood disputes online. Of course, those who unloaded their vicious remarks on the site remained anonymous, while the victims of their abusive language were clearly identified.
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La condivisione dei movimenti del tram | Il Post - 0 views
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ad esempio a Torino, dove è stata creata una società apposita (5T srl) per gestire in modo integrato i sistemi telematici per il traffico e i trasporti.
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Nell’era del web 2.0 e dei social network si è affermato invece il fenomeno delle informazioni raccolte dai cittadini stessi e rielaborate a piacimento per offrire servizi, informazioni o statistiche le più disparate. Nonostante la riservatezza dei dati citati, hanno iniziato a circolare applicazioni, soprattutto per smartphone ma anche su siti web, in grado di offrire informazioni nuove e servizi di infomobilità originali a partire da informazioni scovate nei siti istituzionali e raccolte in modo massivo.
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In occasione dell’evento biennale della democrazia la Città di Torino e le società GTT e 5T hanno diffuso le istruzioni per accedere ad alcuni database e si è tenuto l’Open data contest: un concorso in cui si invitavano cittadini, studenti, informatici o “smanettoni” a creare collegamenti e inventare nuove applicazioni.
Dati e numeri: così la Rete ha vinto i referendum | Linkiesta.it - 0 views
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Per l’interrogazione su nucleare esiste però un precedente importante: il picco dell’interesse si scatena tra il 1° di marzo e il 9 aprile, in corrispondenza con gli eventi drammatici del Giappone; in seguito la curiosità si riduce in modo sensibile fino agli ultimi giorni prima della tornata elettorale.
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La virtù è quella dell’Associazione dei Comuni Virtuosi. Il loro sito è frequentato da poco più di 10 mila utenti unici al mese; ma la loro pagina su Facebook, Acqua Pubblica tra il dicembre 2009 e oggi ha raccolto circa 1 milione di fans. Il padre dell’iniziativa è Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (comune di 1883 abitanti in provincia di Milano), con un orientamento politico di centro-sinistra ma non iscritto ad alcun partito. Marco Boschini e Luca Bassanese sono gli altri due volti del progetto, insieme alla pagina ufficiale del Popolo Viola, che conta più di 400 mila fans
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Dal 18 marzo Greenpeace apre una pagina su Causes di Facebook contro il nucleare in Italia, reclutando oltre 200 mila sostenitori; ancora prima, dall’11 marzo la Rete dei cittadini apre una pagina su Causes che ne aggrega quasi altri 90 mila.
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Diigo Tutorials - 3 views
Usare Twitter, in 16 punti | Internet | Il Post - 0 views
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Usa Twitter regolarmente. È più facile se integri Twitter nelle cose che fai ogni giorno. In più, se mandi messaggi con una certa regolarità, chi ti segue sa che potrà leggere le tue cose in certi momenti della giornata. Se invii 15 tweet al giorno, ma tutti nella stessa mezz’ora, buona parte di chi ti segue non lo noterà nemmeno.
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Un gruppo selezionato di un centinaio di persone da seguire può offrire già un sacco di informazioni. Per iniziare, cerca persone che ti interessano e poi dai un’occhiata alle persone che seguono. Seguendone troppe rischi di rendere ingestibile il tuo profilo. Non temere di eliminare qualche iscrizione se non ti interessano più i contenuti
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Il simbolo # viene usato davanti alle parole chiave per trasformarle in hashtag. Se tu inserisci quel simbolo prima di una parola, la parola diventa un link e fa capire agli altri che il tuo messaggio si occupa di un determinato argomento.
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#AlgebraTTT - Densità | Torino Anni '10 - 0 views
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Twitter manifesta due istinti mediali e primordiali (è un motore a due cilindri): 1) offrire contenuti profondi, in cui il tweet costituisce semplicemente un’àncora – indice, lo definirebbe con un parola che qui bisticcia Charles Sanders Peirce, – di un significato che si sviluppa altrove: una fotografia, un filmato, un post, una pagina web, ecc. 2) ascoltare gli altri utenti/account, riproponendone i contenuti a beneficio dei propri follower, a prescindere dal fatto che si utilizzi un retweet automatico o un retweet manuale (RT vero e proprio), aggiungendo eventualmente ad esso un proprio commento.
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i social network sono spazi di condivisione complementari agli approfondimenti di contenuto (blog, siti dei giornali, e-books, ecc.). Servono per rilanciare questi approfondimenti, ma non li sostituiscono. Pertanto, chi accusa @tigella di limitarsi ad aggregare contenuti anziché produrne utilizza un paradigma sbagliato: guarda ai social network con le lenti distorte e novecentesche della carta stampata, nel senso che il lavoro di @tigella non sostituisce quello di un giornalista professionista, bensì lo integra e lo arricchisce.
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In secondo luogo, i social network non sono spazi in cui produrre contenuto, bensì spazi in cui riverberare contenuti propri o altrui: un leader politico non potrà mai sperare di scrivere un discorso decisivo su Twitter, e di vincervi le elezioni, come forse vorrebbero i più fanatici giornalisti radiotelevisivi e i neotwittercronisti della carta stampata.
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In questo senso, dal punto di vista della comunicazione social, la foto di Pier Luigi Bersani solo al bar che beve una birra mentre scrive un discorso è assai più efficace dei tweet in cui il suo staff pensasse di riprodurre estratti decontestualizzati di un suo discorso: nella campagna per le elezioni a sindaco di Milano, Giuliano Pisapia beneficiò assai più dei simpatici e ironici tweet dei suoi ammiratori (#MorattiQuotes) che non degli estratti dei suoi discorsi su Twitter.
Emerging Top 100 Tools for Learning 2010 - 0 views
I 20.000 opinion leader di Twitter - LASTAMPA.it - 0 views
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La categoria più prolifica è quella dei “blogger”: è lì che vengono individuati i ventimila utenti che da soli sono responsabili del 50% dei contenuti pubblicati su Twitter. Una nuova élite di esperti, giornalisti, trendsetter che non possono vantare il seguito delle celebrità, ma che – a colpi di messaggi di 140 caratteri – sono in grado di influenzare le discussioni sul network e di far circolare con maggiore efficacia notizie e informazioni.
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Più che un social network come Facebook, Twitter si sviluppa dunque come un mezzo d’informazione ibrido, inedito, che sposa il mito e le possibilità della comunicazione orizzontale con le forme tradizionalmente gerarchiche e verticali del broadcast. Tutti possono partecipare liberamente al gioco, utilizzando gli stessi strumenti (l’account di Lady Gaga è identico a quello della casalinga di Voghera)
dati.gov.it | I dati aperti della PA - 0 views
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/foundation/a/a3/Key_Facts_wikipedia_Mar_2012.pdf - 0 views
Cos'è un Feed? - YouTube - 0 views
Cos'è Decoro Urbano? - We DU! - 0 views
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