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Rss Feed Group items tagged

Claude Almansi

PDF Annotation, Social Members for Anti-spam, and the New Pricing Plan lead to Diigo 6.... - 1 views

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    "We now require captcha on many social features, such as following people, joining groups, etc. For a very nominal fee, you can upgrade yourself to "Social Membership," which would grant you full social features without capcha, plus a lot of other goodies. We expect to stop the vast majority of the spammers with this simple measure. We'd like to elaborate more about Social Membership and its pricing and our thoughts behind the decisions. As long-time Diigo users know, Diigo is a personal knowledge management tool on the one hand, and a knowledge-sharing community on the other hand. While it is perfectly fine to use Diigo solely as the former, we do believe that the value of the knowledge-sharing community could be substantial, as the number of active users increases, and as the spam is minimized. As a result, we have decided to set the social membership annual fee at $5/year on Oct 1, 2014, and will increase the price gradually thereafter according to a pre-determined formula, as the number of active social members increases. To reward existing users, an attractive promotion price of $2/year will be available until Oct. 1, 2014. For future years, you will continue to pay the low annual price you paid in the first year, as long as your credit card stay valid for automatic renewal. We have also taken this opportunity to re-adjust our pricing plan to better align users needs with our business model. Existing basic and premium users will be automatically upgraded to Standard in the new pricing plan."
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    Attenzione a quel "new pricing plan" https://www.diigo.com/premium che limita drasticamente il numero dei gruppi per le formule meno care, ma non è chiaro cosa succederà ai gruppi creati con formula gratuita.
Claude Almansi

NodeXL: Social Network Analysis for Scholars - ProfHacker - The Chronicle of Higher Edu... - 0 views

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    "March 19, 2013, 1:00 pm By Prof. Hacker [This is a guest post by Lisa Rhody, who works for the Roy Rosenzweig Center for History and New Media at George Mason University as the project manager for WebWise 2013....] From early posts about scholarly uses of social media to more recent entries on its usefulness for improving student engagement, there seems to be a general consensus among ProfHacker writers that the use of social media promotes the widening of scholarly networks. Keeping in mind that online social networks extend beyond the obvious Twitter and Facebook-blogs, podcasts, wikis, and photo/video sharing sites are a few other forms of social media-the vexing question to answer has been how to quantify the scope or significance of one's participation in social media to a wider scholarly conversation."
Claude Almansi

Do You Speak Livemocha? An Interview with Clint Schmidt « Educational Technol... - 0 views

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    "Livemocha is a social network service that supports language learning through audio-visual lessons and peer tutoring tools. Launched in September 2007, the platform has over 5 million registered members from over 200 countries. Lessons are provided for 36 different languages. While the standard lessons are freely accessible for registered users, the platform also offers "premium content" for a fee. Livemocha is more than just "Rosetta Stone on the Web." A unique selling point of the educational Web community is its collaborative approach to language learning: Members of the Livemocha community do not only learn a foreign language, they also tutor other community members in their native language. Users are encouraged to form learning tandems and offer feedback on their partner's speaking or writing exercises. The Livemocha platform supports this peer learning practice through comment features, voice recording and social awareness tools. For ETC Journal, I interviewed Clint Schmidt, Livemocha's Vice President of Marketing and Products. Clint has an impressive success record of developing marketing and product functions for a variety of high-growth Internet companies, including Half.com, eBay and ZoomIn.com, India's leading photo sharing and printing site. Clint holds a BSE in Entrepreneurial Management from the Wharton School of Business at the University of Pennsylvania."
Claude Almansi

Diigo: trucchi per chi sa poco l'inglese - Bloglillon commenti da May 27, 2013 at 2:28 pm - 3 views

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    "Luisella May 27, 2013 at 2:28 pm @tutti coloro che sono interessati a tradurre dall'inglese all'italiano e sottotitolare un tutorial di Diigo, che ne dite di questo? [ http://youtu.be/nkrHFM3s8Bc -e mbeddato] Mi sembra un tutorial interessante perché parla in particolare degli Account per insegnanti. Luisella May 27, 2013 at 2:40 pm Anche, questo, che è più generico, non specifico per la scuola, è comunque molto chiaro e interessante: http://www.youtube.com/watch?v=kcecBgRd3ig&eurl=http://blog.diigo.com/ Claude Almansi May 27, 2013 at 5:58 pm Grazie, Luisella, Con il primo - An introduction to Diigo for educators - ho un problema: online, mi si ferma sempre primo della fine, dove parla dell'account educator. L'ho dovuto scaricare per vederlo per intero, quindi ho un po' paura che crei problemi in Amara (l'app di sottotitolazione), dove andrebbe streamata la versione online. È meglio che le cose filino lisce per "principianti". Il secondo - "Social Bookmarking: Making the Web Work for You - è fatto molto bene, però è di 5 anni fa, e ci sono state nuove versioni dell'interfaccia di Diigo nel frattempo. Ciononostante, mi sembra ancora valida su quasi tutto, e basterebbe aggiungere qualcosa sulla data nella pagina Amara. Per ora l'ho soltanto creata: http://www.amara.org/en/videos/EfplCifDOjln/info/social-bookmarking-making-the-web-work-for-you/ . Il modo + semplice di produrre ST italiani è di prima far quelli inglesi, poi di tradurli. Ma vedi tu come preferisci. Se ti può servire, http://piratepad.net/linf12-ST è il pad che avevamo utilizzato per sottotitolare dei video durante linf12 Ciao Claude"
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    clicco sul link di- @tutti coloro che sono interessati a tradurre dall'inglese all'italiano e sottotitolare un tutorial di Diigo, che ne dite di questo? [ http://youtu.be/nkrHFM3s8Bc -e mbeddato] - ma il video clipdi youtube che ottengo non ha audio, è un mio problema?
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    Ciao Fabrizio Io l'audio lo ottengo per http://www.youtube.com/watch?v=nkrHFM3s8Bc , però come avevo scritto nei commenti citati, il video mi si ferma prima della fine. Cioè probabilmente c'è un problema tecnico, e per questo avevo suggerito di non utilizzarlo per una sottotitolazione collaborativa online.
sabinaminuto

Emergenza educativa e nuove tecnologie. Stimoli per una riconsiderazione della questione, - 6 views

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    "Emergenza educativa enuove tecnologie. Stimoli per unariconsiderazione della questione GIOVANNI MARCONATO 1 Internet e le nuove forme di comunicazione stanno portando radicali cambiamenti nella vita pratica di ognuno di noi. Questi mutamenti possonoprodurre, spesso, reazioni diverse in base alla realtà anagrafica delle persone,tanto da rendere appropriata l'espressione "nativi digitali", per coloro che sono nati nell'era tecnologica, da contrapporre ai cosiddetti "immigrati tecnologici", espressione riferita a coloro che sono entrati in questa epoca provenendo "da altrove" e con un piede radicato nel passato. Il contributoofferto dal presente lavoro diviene importante non solo ai fini di comprendere le differenze e le difficoltà di comunicazione e di linguaggio fra allievi e insegnanti-formatori, ma soprattutto per indicare una via per arginare l'emergenza educativa che si sta costantemente espandendo. Il suddettopercorso non può che passare per un uso significativo e responsabile di Internet, delle tecnologie digitali e più in generale dei nuovi mass media. 25 ANNI DELLA RIVISTA 22 sformata significativamente, ci viene facile dare una spiegazione ai compor-tamenti "tecnologici" dei bambini, dei pre-adolescenti e degli adolescentiche sono nati trovando le tecnologie, Internet e telefonini come presenzanormale e naturale nei propri luoghi di vita ed incorporandoli spontanea-mente, con estrema naturalezza, nelle pratiche personali e sociali. Nessunaabitudine (individuale e sociale) pre-tecnologica può determinare e model-lare il loro modo di interagire con la realtà e nulla è di ostacolo all'inven-zione di stili e pratiche di relazione del tutto nuove e determinate solo dallefunzionalità e dalle affordance presenti nei nuovi strumenti. Nessun mecca-nismo di transfer negativo ha impedito l'esercizio creativo (agito più spessonella dimensione sociale e collaborativa, che in quella individuale) di deter-minare nuovi modi di agire e,
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    Tra le molte riflessioni che l'articolo di Marconato apre ne posso scegliere, per ora, un paio: 1) è corretto porre la questione in termini di "nativi digitali"? 2) E' soltanto, o principalmente, l'approccio verso le tecnologie digitali a creare un divario fra ragazzi e insegnanti? Riguardo alla prima domanda ho notato come atteggiamenti (e attitudini) simili a quelli dei ragazzi nei confronti di internet ce l'hanno anche tanti adulti, specialmente se di bassa istruzione. Questo mi fa pensare che la frequentazione assidua, soprattutto, di social networks dipenda essenzialmente dall'avere poche difese contro l'accettazione passiva di mode e modelli di consumo. Infatti, da quello che ho potuto vedere, sono pochi i ragazzi che possiedono "vere" competenze informatiche e, in genere, quelli che le possiedono, spesso, le condividono con almeno un genitore. Di positivo c'è l'apprendimento intuitivo e condiviso degli strumenti per navigare e comunicare in internet, ma anche quello non mi sembra "generazionale": è tipico anche di molti adulti, soprattutto se non hanno subito il condizionamento del cosiddetto "metodo di studio". Per l'apprendimento non serve la fatica ma l'interesse. Alla seconda domanda ha risposto già, in modo articolato, Marconato: i gap generazionali ci sono sempre stati. Inoltre, nel "villaggio globale" non c'è solo una cultura globale e condivisa; anzi, di condiviso c'è poco. Sta all'insegnante avere un'apertura verso l'altro, tale da non dare per scontato che egli possieda conoscenze prestabilite alle quali collegarsi. Spesso è già un errore considerare che un alunno possieda quelle certificate nei precedenti anni di scuola. Tra l'altro, se egli ha molte curiosità e interessi, e questi internet aiuta decisamente a soddisfarli, ma le sue informazioni divergono da quelle possedute dall'insegnante, per i prof più tradizionalisti è anche peggio, ma era così anche
fabrizio bartoli

5 Free Online Courses For Social Media Beginners | Edudemic - 1 views

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    Whether you're new to technology, just getting started with a social network, or looking for some useful tips then these courses are for you. They're part of a new idea that I've been working on with a few friends. We're calling it Modern Lessons and it's essentially a 'Khan Academy for real-world skills' where a small handful of people build free online courses designed to help you learn some important things.
Costantino Soudaz

A Visual Guide To Staying Safe On Social Media | Edudemic | Diigo - 4 views

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    Per chi si fa rticorrere dalla tecnologia , o per chi è sempre di corsa dietro lla tecnologia
Claude Almansi

Banned on Facebook - When Facebook Doesn't Like You [Feature] - 0 views

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    By Matthew Hughes MakeUseOf.com April 5, 2013 "... Dire Consequences For An Administrative Error The one thing that stuck out for me when speaking to Amber was how catastrophic being removed from Facebook could be. Her suspension almost derailed a social media campaign for a large, multinational company. It resulted in her losing some of her oldest friends. It resulted in a loss of trust in an institution which almost all of us use to handle our social interactions. If an administrative error on a website can result in someone losing old friends and potentially losing their professional reputation, we should be questioning the role that Facebook has in our lives, and if we're too dependent on it. We reached out to Facebook and asked them to comment on this story. When asked how they identify breaches of their terms of service, they said "People report content or accounts to Facebook via the reporting links you can find on every page of Facebook. After you submit a report, Facebook will investigate the issue and determine whether or not the content should be removed based on Facebook's policies". They also said that their policies for dealing with people who breach their TOS depend on the particular rule broken. "If a content violates our policies then we will remove it. For example if a photo breaks our nudity guidelines we would remove it and let the person who posted it know. If someone is using Facebook under a false identity then we remove the profile." (...) Matthew Hughes is a writer, blogger and programmer from Liverpool, England. He's rarely found without a cup of coffee in his hand and loves making beautiful things. You can read his scribblings at matthewhughes.co.uk. " (Ottima spiegazione di come Facebook funziona - e a volte NON funziona -vedi anche i numerosi commenti)
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    Ho esitato a dare il link nei commenti a http://iamarf.org/2013/04/11/non-solo-luci-ltis13/ . Poi ho deciso di no, perché i commenti già vertevano molto (troppo?) su Facebook.
Claude Almansi

Improv Everywhere: Gotta share! | Video on TED.com - 2 views

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    Filmed Apr 2011 * Posted May 2011 * Gel Conference "At the onstage introduction of Twirlr, a new social-sharing platform, someone forgets to silence their cell phone. And then ... this happens. (Song by Scott Brown and Anthony King; edit by Nathan Russell.) Improv Everywhere is a New York City-based prank collective that causes scenes of chaos and joy in public places." YouTube URL: http://www.youtube.com/watch?v=soAk3F0wX9s
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    From http://www.stanford.edu/~efs/693b/TED1.html : "1. length: 3:20 2. overall speed (WPM): unknown--no transcript (*)--but not too fast 3. vocabulary profile: mostly frequent words--no transcript available 4. accent: US standard 5. comments: no captions for the first 34 seconds (**). References to various social sharing applications (Twitter, Facebook, Vimeo, Myspace, FourSquare...) 6. At the onstage introduction of Twirlr, a new social-sharing platform, someone forgets to silence their cell phone. And then ... this happens" (*) Actually there IS a transcript generated by the subtitles captions: - below the player in http://www.youtube.com/watch?v=soAk3F0wX9s - downloadable from http://www.amara.org/en/videos/gUDo8ztfKMOW/en/40866/ (Download > TXT) 362 words in 3:20 = 108.6 WPM (CA) (**) Actually captions now start at 0:03 (CA)
fabrizio bartoli

Education 2.0 social network for your class - Diipo LLC - 3 views

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    "Connecting your class Education 2.0 social network for your class"
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    Le funzionalità ricordano Edmodo, anche se non ho provato la piattaforma. La versione (ad oggi) è beta: suppongo si tratti di una creatura "giovane", anche dal fatto che è solo in inglese. Esiste un copyright ben supportato da articolati "Terms of service". Nessun segno di filosofia wiki, contrariamente ad Edmodo. Una volta avviato, il servizio potrebbe in teoria essere soggetto a pagamento, dunque.
Claude Almansi

Social Bookmarking in Plain English - 29 Translation(s) | Dotsub - 1 views

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    "Duration: 3 minutes and 25 seconds Country: United States Language: English License: CC Attribution Non-Commercial Genre: Instructional Producer: Common Craft Director: Lee LeFever Views: 88,459 (46,583 embedded) Posted by: leelefever on Aug 7, 2007 We made this video because we want others to experience the power of social bookmarking and how it makes web pages easier to remember, organize and share."
Daniele Guerrieri

Ausili didatici o feticismo consumista? | Blog del Comitato per la Scuola Pubblica - Va... - 6 views

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    Perché in tempi di magra, dopo aver perso 8 (quasi 9) miliardi di euro, la scuola, secondo una tendenza in corso, dovrebbe fornire ad ogni alunno il tablet della marca più costosa che c'è? Daccordo: funziona meglio degli altri (anche se questo lo dovrebbe decidere una gara d'appalto), ma sono i tablet la cosa di cui oggi ha più bisogno la scuola in Italia?
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    Pur essendo un'utente dell'iPad, concordo sul fatto che un laboratorio di pittura, il sostegno agli alunni in difficoltà, e tutte le cose di cui parli siano di gran lunga più importanti. Sull'eliminazione dell'insegnamento della storia dell'arte al biennio del liceo classico e nel percorso moda degli istituti professionali (dove si è passati da 4 ore settimanali di arte e storia del costume nel triennio a ZERO ore nella scuola post-riforma Gelmini) stendiamo un velo pietoso. Se non si parte dal bello,da dove si dovrebbe partire? Detto questo, in Svezia hanno tutto (la pittura e la musica, ma anche i tablet di ultima generazione), perché investono nella scuola e sui giovani. Da noi i soldi servono a pagare le pensioni d'oro e mille altre cose inutili che arricchiscono la casta, impoverendo la scuola e la cultura... Bisognerebbe fare la rivoluzione, ma il popolo italiano non è mai stato rivoluzinario, al contrario dei francesi, e anzi è tendelzialmente di destra, conservatore...
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    Rimane il fatto che i tagli operati contro la scuola in Italia pesano come macigni, per questo non mi sembra il caso di entusiasmarsi per dei costosi contentini.
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    @ Daniele, Mi sono permessa di aggiungere "sostegno" ai tag del tuo segnalibro, perché - egoisticamente e concretamente - mi serve, anche se concettualmente, il tuo testo include l'aspetto sostegno nella didattica. Mi serve quando Andreas ha annunciato in http://iamarf.org/2013/05/09/lo-strano-modo-ltis13-di-trovarci/ che la seconda parte di #ltis13 sarebbe dedicata a trovarci per collaborazioni basate su interessi/problematiche comuni, citava proprio un commento che diceva "Io sono dalle parti di Novara, mi occupo - sono un'insegnante di sostegno, ho bisogno, vorrei trovare, parlare con altri che hanno bisogno di sostegno." E nei tanti contributi dei partecipanti a #ltis13, sono emerse più volte le problematiche create dalle direttive calate da sopra in combinazioni con tagli alle risorse: problematiche generali, ma particolarmente acute per quanto riguarda l'inclusione di tutti (anzi, mo' ti aggiungo anche il tag inclusione, mi sa). Per citarne uno che ricordo adesso: http://appinclusion.blogspot.ch/2013/04/non-solo-app.html di Maria Grazia Fiore e Elisabetta Brancaccio. L'angolazione è diversa della tua, perché loro non rifiutano i tablet a scuola. Però insistono sulla necessità di adottare e utilizzare sia i tablet sia le loro applicazioni in modo inclusivo - e nel determinarlo sono essenziali gli insegnanti di sostegno. @Luisella: sono importantissime le tue osservazioni sulle applicazioni web che dovrebbero funzionare con qualsiasi browser, ma che invece non funzionano con iPad. E d'altronde ci sono anche limitazioni del genere per i tablet android.
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    sì, infatti. Come scrivevo qui, il tablet è un ottimo strumento da utilizzare nel sostegno, ma non solo. Per tutti gli studenti rappresenta un ottimo ausilio per l'apprendimento e una finestra sul mondo. Certo è che, in una scuola depauperata in mille modi (come ricordava Daniele) fa rabbia vedere come l'ex ministro Profumo parlasse sono ed esclusivamente di "dare un iPad a ogni studente" come se con quello si potessero risolvere tutti i mali della scuola italiana, quando invece bisognerebbe iniziare dall'investire nelle risorse umane. Come ricorda Claude, in questo MOOC ho iniziato anche a scoprire i limiti del tablet (PiratePad e Google Translator Kit non funzionano). E comunque, qualsiasi strumento digitale, se viene introdotto senza un rinnovamento nella didattica (e nella mente degli insegnanti), serve a ben poco. Come si sottolinea da più parti, la LIM nella maggior parte dei casi non ha fatto altro che perpetuare la didattica trasmissiva e tradizionale della lezione frontale (si usa per far vedere film, video, immagini, per scriverci, ed è ovviamente molto più comoda e più motivante di una lavagna di ardesia, su cui molte di queste cose non si possono fare, però se si usa solo per questo, la didattica rimane teacher-centred e non student-centred, come è invece in questo MOOC). Comunque concordo con te Daniele, non sai che rabbia mi prende quando dal Ministero arrivano frasi tipo "daremo un tablet a ogni studente" in concomitanza con tagli di ogni tipo su organici, stipendi, FIS...
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    @Claude: Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento. Per i ragazzi che ne hanno un bisogno particolare è un'altra cosa... del resto, già da anni viene dato loro un portatile magari pagato con donazioni o risorse locali. Comunque, per gli alunni che non hanno ancora raggiunto un sufficiente grado di autonomia, spesso, il computer serve solo per "tenerli a balia": l'insegnante di sostegno è insostituibile.
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    Sono d'accordo con te, Luisella: se non rinnoviamo le nostre menti e il nostro modo di fare didattica, i nuovi strumenti servono proprio a poco! L'uso critico e creativo degli stessi sarà significativo.
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    Io credo fortemente nel rinnovamento della didattica e credo che esso possa passare ANCHE sebbene non solo dall'introduzione di nuovi strumenti . La sfida non è insegnare la teconologia ma CON la tecnologia perchè essa mi offre potenti mezzi e mi avvicina ai miei studenti che come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti hanno e avranno sempre di più categorie di pensiero e modi di apprendere che non sono più quelli che noi abbiamo usato. La scuola non può più essere quella nostra e dei nostri genitori. Non in quello che viene insegnato, o forse anche in quello, ma in COME viene insegnato. Dunque non vedo il problema . Ho speso molte nergie per trovare quest'anno il finanziamento per i miei Ipad l'anno prossimo. E ne sono fiera. Non trovo ci sia nulla di male nè di "peloso". Chiunque mi offra la possibilità di lavorare meglio a scuola è il benvenuto. Credo sia un po' semplicistico archiviare tutto come se chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista fosse un nemico della scuola pubblica. Credo che sia una falsa idea di democrazia quella della scuola di tutti , intendendo,per tutti la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo. Occorre avere il coraggio di dire che le risorse vanno impegnate dove c'è chi le sa far fruttare e chi si impegna in un progetto sensato e significativo. Non tutti i docenti hanno volgia di impegnarsi in un progetto o in una sperimentazione. Non c'è nulla di male a riconoscerlo.Chi non se la sente ha i suoi motivi. E se anche le risorse vengono,come nel nostro caso, da privati, ben vengano. E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione. Lamentarsi e basta non serve. Attendere sempre che lo stato faccia mentre io sto lì fermo ad aspettare mi pare o
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    Concordo Sabina, infatti anche io mi sono data da fare per avviare una sperimentazione con iPad nel settembre scorso, in una classe prima, con l'aiuto di colleghe e della dirigente. Concordo anche sul fatto che lamentarsi e basta non serve, e anche sul fatto che il FIS non debba essere distribuito a pioggia. Sappiamo tutti che alcuni insegnanti fanno il minimo indispensabile, non sono disponibili a rinnovarsi ecc. Però non sono d'accordo quando dici: "E inoltre penso che stia un po' anche a noi docenti fare uno sforzo per acquisire quel credito sociale e quella riconoscibilità che potrebbero motivare e garantire un maggior investimento dello Stato nell'istruzione e nella formazione." Gli ultimi ministri che abbiamo avuto hanno portato avanti forti campagne denigratorie nei confronti di noi docenti, proprio perché i docenti perdessero quel poco di credito sociale che era loro rimasto. E lo hanno fatto scientemente, non a caso. Ben diversa la politica in altri paesi, Finlandia ma non solo (pensiamo al video australiano che anch'io ho postato nel mio blog riprendendolo da Giorgio). Quando ho partecipato ai workshop sul cooperative learning con Cathy e Norm Green, anni fa, prima che Norm ci lasciasse, una delle prime cose che Norm ci ha detto, è che la differenza sulla qualità dell'insegnamento lo fa proprio lo stato, investendo e credendo nelle risorse umane. I paesi in cui l'istruzione funziona bene sono quelli in cui la professione docente è una professione ambita, in cui i docenti sono ben pagati e in cui si offrono opportunità di formazione e aggiornamento di qualità. Quindi, ok fare uno sforzo noi docenti (e qui ce ne sono tanti che lo stanno facendo), però non contro i mulini a vento. A me un ministro che blocca i contratti o che dice che con gli insegnanti va usato "il bastone e la carota" fa solam
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    @sabinaminuto: (ho incollato quanto detto in un precedente commento) "Io non rifiuto categoricamente i tablet a scuola, dico di non sopravvalutarne l'importanza e, inoltre, mantenere sveglio il senso critico soprattutto nei confronti di un marchio che usa strategie di vendita basate su forti tecniche di condizionamento.". Inoltre: non pensavo che tu intendessi "insegnare la teconologia (...anziché) CON la tecnologia"; non ho mai creduto, neanche da ragazzo, nella scuola, implicitamente fascista, che ho avuto e tanto meno in quella, palesemente fascista, dei nostri genitori; credo anch'io che il come sia importante ma, come dice Luisella in un commento precedente, l'insegnamento può rimanere frontale e unidirezionale anche con i mezzi digitali: il come ce lo mette l'insegnante (e i ragazzi); non ho mai pensato che "chi si impegna per trovare strumenti nuovi e sperimentare una didattica costruttivista (?) (..sia) un nemico della scuola pubblica"; sono convinto che gli esempi che ho usato di quanto abbiamo perduto con i tagli non significhino "la spartizione del FIS a pioggia su tutti i docenti parcellizzando anche quelle poche risorse che abbiamo" e, tra l'altro, alcuni "ci spendevano molte energie; io ho sempre combattuto per i progetti in cui credevo, fino a quando ne ho avuto la possibilità, e ho sempre creduto nell'innovazione, anche se non sono un insegnante "prevalente". Per ora chiudo qui.
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    @Luisella concordo sui ministri e tutto il resto: (beata te che hai partecipato a tale aggiornamento!) Ma continuo a pensare che la forza di un'idea e di un modo di approcciare la cultura e la scuola debba venire anche e sempre di più da noi. Sono così stufa di dover sopperire nella mia scuola come responsabile di plesso ai "danni" fatti da colleghi annoiati, demotivati, inadatti, perennemente ancorati alla frase" e a me chi paga queste ore?" che non riesco più a credere che sia solo colpa del ministero , del ministro di turno o di chi altro: Mi guardo intorno e penso che in parte quello che è diventata la scuola italiana è anche frutto della mancanza di rigore, onestà intelettuale, credibilità di molti colleghi per anni e anni. scusa lo sfogo, ma è proprio così. @Daniele volevo dire esattamente quello che hai detto tu: l'insegnamento può rimanere frontale è vero anche con l'Ipad , ma certo lo strumento tecnologico è così potente e apre così tanta strade da sperimentare che ridurlo a feticcio consumista mi è sembrato davvero ingeneroso. Mi ha dato fastidio l'archiviare il tutto come se fossimo schiavi di apple o che so io. Non sono così ingenua da pensare che il miracoloso Ipad sia la panacea per le magagne della scuola. Comunque proverò e ti saprò dire. Per ora ho provato la flipped classroom con i video dell'app educreation, per fare solo un esempio, e sono davvero soddisfatta. Proprio tu , insegnante "non prevalente" come ti definisci sicuramente avresti di che sperimentare.Provare per credere. Con stima Alla prossima ;)
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    allora siamo tutti d'accordo... ;-)
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    Anche per me siamo tutti daccordo. Sia sugli insegnanti demotivati che sul provare comunque cose nuove.
Claude Almansi

Iniziamo a taggare - #ltis13 IAMARF Andreas Formiconi 2013-05-16 - 4 views

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    Bravo E.T. sei atterrato proprio bene!!!!!
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    "Come abbiamo anticipato qua e la, useremo il servizio di social bookmarking Diigo per gestire il tagging di post e commenti. Affido la descrizione di Diigo a tre video. Ma aggiungo, un poco in ritardo (1 ora) la seguente raccomandazione: Astenetevi dalla compulsiva ricerca della risorsa interessante. Non è questo che vogliamo fare ora: vogliamo rendere visibili e far emergere i vostri contributi: taggate i vostri post, non il resto del mondo!!! Fare un account in Diigo Primi passi in Diigo Gruppi in Diigo - iscrizione al gruppo ltis13"
Claude Almansi

Diigo Blocked at my place of employment | Diigo Groups - My Monaro 2010-07-24 - 0 views

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    "At my place of employment Diigo is blocked through our server under the social network category. I have administrator rights and can override the block for a set time period, eg 30 minutes. Diigo opens and I am able to surf from my bookmarks satisfactorily. However, there is no way I can add new bookmarks to my Diigo account, using a "Post To Diigo" bookmark in Internet Explorer, or the "Add+" button at the top of "My Items" in "my library" view. Somewhere, somehow our server is preventing this to happen. Needless to say I am disappointed. The work around is to email my new urls to my home address and then ad them to Diigo once I return home."
Claude Almansi

Steve Hargadon: Interview with Gina Bianchini from Ning 2007-04-13 - 0 views

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    "Gina Bianchini is the co-founder and CEO of Ning, the "do-it-yourself" social networking site. Gina is no ivory-tower entrepreneur--she is an active participant herself in several Ning networks, and she demonstrates her passion (and her hands-on style) in this fun interview. We talk about the original vision for Ning, some of the ways that Ning is being used by different groups, and what features are coming down the road. It's the future features Gina describes that will get current Ning users excited. The power and scope of Ning is truly amazing. Let's just say that I got off the call and immediately created a group for my kids drama troupe, and thought of several others."
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    Intervista del 2007 - cioè quando Ning si spacciava per rete di reti con particolare impegno per l'educazione.
fabrizio bartoli

Social and Emotional Learning - 7 views

http://www.opencolleges.edu.au/informed/features/25-ways-to-institute-passion-based-learning-in-the-classroom/ http://casel.org/publications/sel-and-bullying-prevention/ http://www.edutopia.org/blo...

learning

Lucia Bartolotti

Come si organizza la presenza di una scuola sui social media - 3 views

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    La persona incaricata delle pubblicazioni istituzionali sui vari media (e dei relativi aggiornamenti) ha un grande carico di lavoro e grande responsabilità. In quest'articolo (in inglese) si trovano alcuni trucchi che fanno risparmiare tempo ed evitare errori e sovrapposizioni. Lo trovo molto pratico.
Claude Almansi

IUL - L'Università online per la scuola che cambia - cMOOC #LTIS13 - 0 views

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    "Il cMOOC della IUL, a.a. 2012-2013 LABORATORIO DI TECNOLOGIE INTERNET PER LA SCUOLA #LTIS13 Curato da Andreas Robert Formiconi connectivist: studente al centro, apprendimento cooperativo Massive: senza limiti di iscrizioni Open: liberamente e gratuitamente fruibile Online: accessibile da qualsiasi browser Course: un insegnamento universitario Inizio: 3 aprile 2013 Durata: 10 settimane Modalità di fruizione: chiunque può partecipare liberamente e gratuitamente, per iscriversi occorre semplicemente spedire un'email a cmooc@iuline.it specificando nome, cognome e città di provenienza i partecipanti che alla fine del corso abbiano preso parte attivamente e con successo a tutte le attività proposte, potranno ricevere 6 CFU mediante un iscrizione post hoc al costo di 150 € i suddetti crediti potranno essere validi per l'insegnamento di "Laboratorio Informatico" per tutti coloro che si dovessero successivamente iscrivere al Corso di Laurea "Metodi e Tecniche delle Interazioni Educative" presso la IUL, ivi compresi eventuali studenti dell'ultimo anno di scuola superiore i CFU acquisiti potranno altresì essere riconosciuti, in totalità o in parte, nel Master di I livello "Le nuove competenze digitali: open education, social e mobile learning", promosso da UNIFI e in master e corsi di perfezionamento affini, promossi dalla IUL. Obiettivi del corso Imparare ad abitare nel cyberspazio Imparare a imparare e a insegnare nel cyberspazio Imparare a creare comunità di apprendimento e aggiornamento professionale Annullare il gap tecnologico fra vecchie e nuove generazioni Orientare gli studenti dell'ultimo anno di scuola superiore interessati al proseguimento degli studi nell'area delle Scienze della Formazione "
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