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fabrizio bartoli

Meemoo hackable web apps | Meemoo project by Forrest Oliphant - 1 views

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    "When you think of an "app," do you think of something that you can open, hack, and change how it works? Meemoo wants to give you this freedom. If you can't open it, you don't own it. Meemoo is a framework that connects open-source modules, powered by any web technology. The way that the data flows from module to module is defined and visualized by colorful wires. If you can connect a video player to a TV, you can program a Meemoo app"
fabrizio bartoli

BBC News - 3D printing comes to the high street - 2 views

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    0 July 2013 Last updated at 08:52 GMT Help 3D printing has been around for some time but now the technology is available for the same price as a top-end TV at shops. 3D printing has been hailed as the future of manufacturing. The technology works by building up layer upon layer of material - typically plastic - to build complex solid objects. The idea is that as the printers become cheaper, instead of buying goods from shops, consumers will instead be able to download designs and print out the items at home. Technology Correspondent Rory Cellan-Jones has been finding out what 3D print stores offer
fabrizio bartoli

What is Minecraft: Pi Edition? | Minecraft: Pi Edition - 1 views

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    "he Raspberry Pi is a credit card-sized computer that's a great starting point. It's cheap, capable, and approachable for newbie programmers. It's also extremely fun to play around with, no matter your experience with code. Plug it into a TV or monitor, attach a keyboard, and begin."
Claude Almansi

How Laws Restricting Tech Actually Expose Us to Greater Harm | WIRED Cory Doctorow 2014... - 0 views

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    "if the world's governments continue to insist that wiretapping capacity must be built into every computer; if the state of California continues to insist that cell phones have kill switches allowing remote instructions to be executed on your phone that you can't countermand or even know about; if the entertainment industry continues to insist that the general-purpose computer must be neutered so you can't use it to watch TV the wrong way; if the World Wide Web Consortium continues to infect the core standards of the web itself to allow remote control over your computer against your wishes-then we are in deep, deep trouble. The Internet isn't just the world's most perfect video-on-demand service. It's not simply a better way to get pornography. It's not merely a tool for planning terrorist attacks. Those are only use cases for the net; what the net is, is the nervous system of the 21st century. It's time we started acting like it."
Claude Almansi

Australia: le lacrime della premier per i disabili - Repubblica Tv - la Repubblica.it 2... - 0 views

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    "Julia Gillard non ha trattenuto la commozione durante il suo discorso al parlamento per la presentazione della nuova legislazione in sostegno dei disabili, la "DisabilityCare Australia"" Una didascalia melensa per una cagatina di 1:00 (preceduta da 0:15 di pubblicità) estratta un discorso interessantissimo di 14:58 - vedi http://www.youtube.com/watch?v=YtCIbDiXmjU - e con un codice embed kilometrico?? Vabbé che dal codice embed si può ricavare l'URL del video - http://flv.kataweb.it/repubblicatv/file/2013/05/15/133892/133892-video-rrtv-gillarddisabili.mp4 - e che il video l'hanno sottotitolato. Però lo stesso: non augura bene per il futuro dei media tradizionali tipo La Repubblica.
fabrizio bartoli

prova inserimento su post di rss - 2 views

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    per i nuovi di diigo; fatta ricerca per tag RSS dalla mia libreria > copiato indirizzo link rss (tasto destro sull'icona rss a destra in alto) incollato qui sul post (magari qualcuno può anche trovarvi qualcosa di utile). Tanti potevano essre etichettati anche come opml ma allora non me ne ero ancora itneressato (dovrei ri-taggarli adesso, prima o poi...)
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    Grazie Fabrizio! Allora, se https://www.diigo.com/rss/user/Digobarfab/rss - che hai bookmarked - ci dà un feed con tutti i segnalibri che hai taggato rss finora, allo stesso modo https://www.diigo.com/rss/user/Digobarfab/rss = segnalibri che io ho taggato RSS finora, e https://groups.diigo.com/group/ltis13/rss/tag/rss = tutti i segnalibri che sono stati taggati RSS e condivisi col gruppo ltis13 finora. E se sostituisco quel /rss finale con /[qualsiasi tag] in una o l'altra dei 3 URL precedenti ottengo tutti i post taggati con quel qualsiasi tag da te o me, o condivisi col gruppo ecc. Giusto? Però quel che non mi è chiaro è la parte "prova inserimento su post" del tuo segnalibro. Dov'è quel post dove hai inserito un reader per quel https://www.diigo.com/rss/user/Digobarfab/rss ? Cioè qual'è la piattaforma **blog** che permette l'inserimento **in un post** (e non solo nel template generale) di uno (o più) feed reader? Vero, quando Ning era una rete di reti, e non quell'hosting a pagamento di reti discrete che è diventato, si poteva fare nella home di una rete: quando il presidente e allora generale Musharraf aveva decretato lo stato d'emergenza in Pakistan, , avevo aperto pakfeeds.ning.com per un amico in Rawalpindi che prima era stato piuttosto pro-Musharraf, ma era rimasto molto male dalla censura a tutte le TV, e vi avevo schiaffato un mucchio di feed reader per tutti i canali di informazione web alternativi che i militanti dei diritti umani avevano subito aperto. E con wikispaces, si può fare in qualsiasi pagina - vedi http://subtitling-for-accessibility-education-and-creativity.wikispaces.com/ltis13+Blog+Blogspot , ottenuta dalle righe riguardanti i blog blogspot.com del file OPML di Andreas, e facendo un po' di "cambia in" semplici per trasformarle nel codice wiki di feedreader wikispaces corrispondenti Ma con una piattaforma blog?
fabrizio bartoli

Sharing | Connected Learning - 1 views

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    "Coding is for Everybody: Learning through Creating, Personalizing, Sharing, and Reflecting
mrsfraba

Lezione introduttiva agli ebooklearning - 5 views

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    Interessante introduzione
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    Mmm sì, però mostra anche i limiti delle lezioni video: questo è il risultato grezzo di un Google hangout - però non c'è nessun segno di una discussione live nei commenti, che è il principale interesse di questo tipo di video. Seguire questa intro a posteriori? Pesantissima da caricare. Allora ho controllato - tramite le miniature della riga del tempo - i momenti in cui si vedeva altro che la faccia di Gino Roncaglia: visualizzazioni della piattaforma del corso, illeggibili come riconosce Roncaglia stesso. Perciò ho scaricato il video, convertito come mp3, tramite http://getvids.de/video.cgi . Fino a 37:23, ci sono solo informazioni amministrative che si potrebbero dare in modo molto più efficace in forma testuale, con link a documentazioni esistenti (descrizione del corso in http://ebooklearn.com/index.php?option=com_content&view=article&id=64:summer-school-online-su-e-book-ed-editoria-elettronica , aiuto Google sugli hangout) Il multimedia non si limita a un revival della TV dei mezzibusti anni 60. Anche il testo ne fa parte.
fabrizio bartoli

Il portale di RAI Educational per l'apprendimento della lingua Italiana e dei valori ci... - 1 views

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    Giuseppe Corsaro posted in Insegnanti 2.0 Il Grande portale della lingua italiana è il nuovo strumento realizzato dai Ministeri dell'Interno, dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e da Rai Educational per aiutare gli stranieri a imparare l'italiano. Conoscere la lingua del Paese nel quale si è scelto di vivere è indispensabile per costruire un percorso di integrazione pieno e soddisfacente. Italiano.rai.it è una straordinaria e innovativa opportunità per apprendere l'italiano di base e avvicinarsi ai principi della Costituzione per condividerne valori, diritti e doveri e per comprendere i vari aspetti della vita civile del nostro Paese. Italiano.rai.it è un'occasione sia per gli stranieri che potranno migliorare la conoscenza della lingua, sia per i docenti, che potranno disporre di materiali multimediali di supporto all'insegnamento. http://www.italiano.rai.it/
Claude Almansi

Wholesale Adoption of iPads by Schools a Mistake | ETCJ Harry Keller 2013-07-11 - 6 views

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    Posted on July 11, 2013 by JimS By Harry Keller "...I don't really see the rush, the extreme hurry exhibited by districts to buy expensive iPads, and forgo other expenditures to do so, when this development in computing devices is still playing itself out. The next great device could be announced tomorrow and could put iPads on the shelf until Apple manages to come out with a newer model. Manufacturers are scrambling to entice consumers to their particular device, while almost entirely ignoring the problems that schools face. When a school chooses widespread adoption of a consumer or business product, it's taking a risk. Often, it's bowing to parental pressures at the same time. While we should applaud schools for overcoming traditional education inertia, we should also realize that some of these new things are just fads or early examples of an incompletely developed new technology. The fact that so many districts are going in so many directions indicates strongly that we don't know where these trends will end. Until we do, I think that wholesale adoption of iPads by high schools is a mistake. My specialty is science. I have yet to see a great science app for high school on an iPad. Mostly, they're just games, animations, and other ordinary stuff. My disclaimer here is that I run a company that puts out an online science application that I consider to be great and am currently porting to the Chromebook, iPad, and Android tablets. Vendors have to cover all bases eventually. I'd rather not have to spend all of this money on fads, but major customers are demanding it. The result will be higher prices."
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    L'approccio è regionevole: siccome non sappiamo quale sia il traguardo di tutta questa forsennata corsa ai tablet, tanto vale non spendere tutti quei soldi sull'iPad (che costa più degli altri e prosciuga le casse delle scuole). Tuttavia l'autore non dedica una parola al vero punto: che non è l'adozione di questo o quel device, questa o quella app (di scienze, nel suo caso) a fare la differenza nella qualità, ma la testa degli insegnanti e il paradigma didattico che si decide di adottare. Intanto nelle scuole superiori italiane si insiste sull'acquisto delle LIM, che poi naturalmente vengono usate come semplici proiettori 90 volte su 100. Tuttavia i fondi statali vengono erogati più volentieri per una LIM che per tre o quattro proiettori. Facendo felici chi?
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    Sottoscrivo totalmente! Come al solito al traino delle mode tecnologiche del momento si scorda il fatto che "la tecnologia è utile solo se è serva delle altre discipline" (cito il prof. Piochi, didatta della matematica, in una sua letio magistralis a "Psicologia dell'apprendimento della matematica") e che senza la capacità (e la voglia!) di produrre e gestire autonomamente contenuti e metodi, senza una didattica che crei passione, non c'è tecnologia che tenga. Quanto poi allo specifico dell'Ipad, si ripropone ciò che è già accaduto in precedenza con Microsoft: affidarsi ad occhi bendati e con mani e piedi legati ad una tecnologia proprietaria solo per le sue capacità di marketing, non capendo (o fingendo di non capire) che in questo modo si finisce per creare una dipendenza dal fornitore che diviene via via più ferrea fino a diventare assoluta con buona pace della libertà di insegnamento
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    sottoscrivo
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    Sottoscrivo solo in parte. Sono più che d'accordo sul fatto che le LIM siano delle specie di mammuth destinate all'estinzione, e anch'io non mi capacito del fatto che molte scuole (e il ministero stesso) continuino a spendere soldi per acquistarle. Anche perché, come dice Lucia, il 90% degli insegnanti le usa come semplici lavagne o come proiettori, quindi basterebbe dotare le classi di proiettori e di un normalissimo computer ad esso collegato. Sul discorso iPad/tablet Android non sono del tutto d'accordo. Conosco troppo poco il mondo Android per poter dire che i tablet Android danno problemi (però ho sentito dire da più parti che quando si fanno esperienze di uso di tablet Android con un device per ogni alunno, i problemi ci sono), però conosco molto bene il mondo della scuola, e ho fatto l'esperienza di una classe con iPad (un iPad per studente/insegnante, una Apple tv e un proiettore). In un anno non abbiamo avuto un solo problema tecnico, mai. Per la mia esperienza del mondo della scuola, questo è un aspetto assolutamente fondamentale per convertire all'innovazione tecnologica anche quella parte del corpo docente che è un po' restio. Se queste persone si trovano di fronte a dispositivi che si piantano o che danno problemi, trovano la scusa giusta per abbandonare, criticare o dire che sono soldi buttati. Se invece tutto funziona, piano piano anche chi è scettico vede la portata innovativa di una classe digitale. Diventa più facile anche per chi è ancora un docente un po' tradizionale passare a una didattica più attiva, meno trasmissiva e più coinvolgente. Viene un po' sa sé (cosa invece che non accade assolutamente con la LIM, anzi, la LIM perpetua la lezione frontale). Ovvio che potrei avere torto marcio, e ovvio che capisco le vostre critiche alla scelta dell'iPad (formato proprietario, grande multinazionale americana e tutto il resto). Per ora, spendere di più inizialmente per avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione miglio
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    "avere una situazione ottimale mi sembra comunque la soluzione" Come si fa a darti torto su questo?! Solo che avere la "i" davanti non è la soluzione ottimale dal punto di vista tecnico, mentre lo è dal punto di vista marketing. E chi te lo dice è un tecnico che per 20anni si è tenuto volutamente distante dalle "i" davanti (e non solo da quelle)
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    Francesco, mi spieghi cosa c'è che non va dal punto di vista tecnico? Io, dopo una vita passata su ms-dos (prima) e windows (per vari anni, con frequenti crash del sistema operativo, e computer che "ponsavano" come malati di asma gravi e che diventavano obsoleti assai rapidamente), per motivi che non mi dilungo a spiegare, sono passata a tutte le i davanti, dalla prima all'ultima (iMac, iPad, iPhone) e mi sembra di stare in paradiso. Non ho più avuto problemi e ritrovo con facilità qualsiasi file, anche quelli che per sbadataggine ho salvato nella cartella sbagliata. Avrei voluto provare anche Linux, ma i casi della vita mi hanno messo davanti tutte queste i, e per ora lì mi sono fermata. Nei computer che abbiamo a scuola, ho in effetti notato che quelli che girano con Linux, anche se vecchi, funzionano parecchio meglio di quelli in cui i nostri tecnici di laboratorio o vari colleghi si ostinano a voler tenere Windows.
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    Capisco, ma sai com'è: se utilizzi una piattaforma unica e costruita per essere ben integrata, ti troverai sempre senza (seri) problemi, al di lla di quale sia il sistema che adotti. Per quanto riguarda le tue esperienze pregresse non so proprio che dirti: per questioni legate alla clientela (ovvio che un consulente non può che adattarsi!) opero da sempre su sistemi senza la i davanti e non mi riconosco nella tua storia tormentata... Che ciò possa dipendere dal fatto che mentre da una parte ci mette le mani chiunque (magari malamente) dall'altra il tutto risulta piuttosto "blindato"? La mia è solo un'ipotesi sia chiaro! Ma appunto: pur seguendo una certa logica, non posso lamentare i problemi che hai avuto tu. Per "certa logica" intendo dire che non mi sono mai fiondato ad aggiornare un sistema operativo con l'ultima versione appena uscita (anzi: per la verità attendo sempre almeno il service pack 1 quando non il 2: attualmente lavoro ancora con Windows XP!!!), ne ammetto facilmente e con leggerezza l'installazione di utilities, add-onn, plugin ed amenità varie. Io però noto che, usando questo ambiente e software prevalentemente opensource, non ho mai riscontrato problemi a scambiare informazioni con altri, nemmeno con gli utenti con le "i" davanti da quali pur arriva in genere robaccia carica di fronzoli quantomeno inutili quando non fuorvianti. In ogni caso lungi da me criticare chi opta per apple: libero di farlo se si tratta di una scelta! Per la scuola invece sarei sinceramente molto più propenso ad utilizzare ambienti più aperti, meno costosi e meno "blinda utenti"!
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    Ma, sarà ma io non ho problemi nemmeno a interfacciarmi con utenti che usano altre piattaforme. E la mia esperienza negativa con Windows (o con Winzzoz come lo chiamano a volte in Toscana) è condivisa da tutti i miei colleghi che si trovano a usare i computer dei nostri laboratori. Forse i nostri tecnici non fanno corretta manutenzione (però anche noi abbiamo XP e non installiamo con facilità utilities varie, perché la password ce l'hanno solo gli amministratori, cioè i nostri ITP). Ci stiamo trovando bene invece con Linux, gli stessi vecchi PC con Linux girano 10 volte meglio che con Windows, quindi in una mia ipotetica classifica, il sistema operativo di Bill lo metterei in coda. Però hai ragione, per la scuola (soprattutto per i PC), sistemi e software aperti sono sicuramente la soluzione migliore. Via libera al pinguino ;-)
Claude Almansi

Camera Web TV - audizione ministro Profumo (MIUR) alla Commissione Cultura su "Pillole ... - 3 views

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    AUDIZIONE MINISTRO PROFUMO Categoria: Commissioni Data: 22/11/2012 15:00:00 (durata: 105:53 ) "La Commissione Cultura ha svolto l'audizione del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, sulle problematiche relative al progetto multimediale "Pillole del sapere" e alla gestione dei fondi dedicati alla ricerca."
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    Resoconto stenografico: http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/stencomm/07/audiz2/2012/1122/s000r.htm Perciò se qualcuno riesce a scaricare il video (io no) si potrebbe affettare in pezzi digestibili ripubblicabili su YouTube o meglio, sull'internet archive.
Claude Almansi

Copyright In The Twilight Zone: The Strange Case Of 'Buffy Versus Edward' - Daniel Nye ... - 1 views

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    "...Teachable moments As is often the case in awkward cases - where the system does not quite work as intended - a few things can be drawn from this episode. YouTube's Content ID system - http://youtube-global.blogspot.co.uk/2012/10/improving-content-id.html - is, in fact, intended to act as a buffer between the sometimes conflicting interests of content holders and uploaders: rather than forcing content holders to either ignore infringing content or go straight to a DMCA takedown notice. YouTube compares content that is uploaded to huge numbers of files of copyright works supplied by content owners, as do external agencies contracted to content owners. Content owners are able to set their own parameters, and determine what action YouTube should take - whether that is allowing, monetizing or blocking the content. One problem with this setup is that mechanical systems, while necessary to sort the vast amount of content being uploaded to YouTube and other video sharing sites every moment, are short on nuance. One can make assumptions and built rules based on quantifiable properties - if there are five minutes of rightsholder-owned content scattered across a 30 minute video, for example, that content is more likely to be being used for illustrative purposes in a review than uploaded in an infringing fashion - but ideas like fair use are generally decided by humans, and can only be approximated by mechanical systems. So, the rights holder, the agency pursuing monetization on the rights holder's behalf, the uploader and YouTube have connected but not identical interests. This may go some way to explaining the lacunae which took this example from a formality to a three-month epic. And, in this particular case, there are unusual elements - for example, the double claims, for first audiovisual and then visual content. The system is not intended to enable this kind of double jeopardy
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    Daniel Nye Griffiths descrive un caso reale di disputa sul copyright nel caso di un remix video pubblicato su YouTube. Da lì, spiega come funziona il sistema YouTube che individua possibili violazioni di copyright ma consente anche di contestare tali individuazioni. Ci sono anche link alle fonti dirette. Cosa buffa: il caso reale riguarda il copyright di una serie TV intitolata "The Twilight Zone", l'area crepuscolare tra giorno e notte. Sono capitata su questo articolo cercando di capire se un episodio del 1960 di questa serie era ancora sotto copyright oppure era caduto nel pubblico dominio. Prima avevo provato con lo strumento Digital Copyright Slider dell'associazione delle biblioteche US - http://librarycopyright.net/resources/digitalslider/ - che aveva cautamente risposto "Forse", con una nota che spiegava che dipendeva se il copyright originale era stato rinnovato, e link a lunghi e complessi documenti su come fare per scoprirlo... quindi sono tuttora nella "Twilight Zone" in merito.
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