ROSSILLI - LA RUS JULII - Ricerca di Lorenzo Pugliese -
Gavignano Rm - Rossilli (Rus Julii)
.All’altezza del piccolo centro di Gavignano RM, a pochi metri appunto dell’antico tracciato della via Latina vi è il cosiddetto “Santuario di Rosilli”.
In effetti l’intero edificio è stato sino a pochi anni fa adibito a fattoria, essa presenta tre tipi di costruzione:
1) Del periodo romano.
2) Uno medioevale.
3) Del sec. XVII.
I resti di una grossa costruzione romana probabilmente di epoca imperiale vicinissimi alla via Latina, sono provache qui effettivamente sorgeva una lussuosa villa.
In terra a sinistra dell’entrata vi è una grossa pietra marmorea rettangolare, probabilmente è un architrave di una sepoltura romana, sopra vi è scolpita la scritta “ PAULAE HORDEONIAE. L. F. NASONIS “, Dato che certi PUBLIUS HORDEONIUSe M. HORDEONIUS furono quadrunviri della città di SEGNI quando essa divenne colonia romana, può darsi che si tratti di membri della stessa famiglia, che abitarono la vecchia costruzione romana Si è anche detto che il nome di Rossilli assunto dall’abbazia al tempo dei monaci benedettini, derivi la RUS-JULII.
Questa etimologia è stata presa a fondamento per affermare che la villa appartenne per un certo periodo a GIULIO CESARE.
L’intero edificio misura 48 m. di lunghezza, e 24 m. di larghezza, la parte più alta corrisponde ad un’ antica abbazia e poggia interamente appunto sopra i resti di una villa di epoca romana.
Sino alla fine del 1977, vi erano i resti di due colonne con capitelli corinzi, che affioravano ai lati della porta d’ingresso dell’ex abbazia, ora non vi è più traccia di essi.
Per entrare nella chiesa, si passa prima per un portale anteriore dove sulla parte superiore vi è ancora lo stemma del Cardinale PIETRO PAOLO CRESCENZI (tre mezze lune in stucco, quella in basso è asportata) elevato al cardinalato nel 1611.
Scendendo alcuni gradini un’altra sorpresa, ci troviamo dinnanzi ad un secondo ingresso, quello originale della chiesa, con architrave ed arco di scarico, sopra degli eleganti stipiti di marmo:(qualcuno ha voluto riconoscere la scuola del Vassalletto, e questo è molto probabile dato che Pietro Vassalletto ha lavorato nel 1185 su marmi del Duomo della Città di SEGNI, paese che si trova a pochissima distanza dal Santuario di Rossilli), si apre una lunetta compresa tra l’architrave e l’arco di scarico, che presenta una decorazione musiva policroma cosmatesca.
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In effetti l’intero edificio è stato sino a pochi anni fa adibito a fattoria, essa presenta tre tipi di costruzione:
1) Del periodo romano.
2) Uno medioevale.
3) Del sec. XVII.
I resti di una grossa costruzione romana probabilmente di epoca imperiale vicinissimi alla via Latina, sono provache qui effettivamente sorgeva una lussuosa villa.
In terra a sinistra dell’entrata vi è una grossa pietra marmorea rettangolare, probabilmente è un architrave di una sepoltura romana, sopra vi è scolpita la scritta “ PAULAE HORDEONIAE. L. F. NASONIS “, Dato che certi PUBLIUS HORDEONIUSe M. HORDEONIUS furono quadrunviri della città di SEGNI quando essa divenne colonia romana, può darsi che si tratti di membri della stessa famiglia, che abitarono la vecchia costruzione romana Si è anche detto che il nome di Rossilli assunto dall’abbazia al tempo dei monaci benedettini, derivi la RUS-JULII.
Questa etimologia è stata presa a fondamento per affermare che la villa appartenne per un certo periodo a GIULIO CESARE.
L’intero edificio misura 48 m. di lunghezza, e 24 m. di larghezza, la parte più alta corrisponde ad un’ antica abbazia e poggia interamente appunto sopra i resti di una villa di epoca romana.
Sino alla fine del 1977, vi erano i resti di due colonne con capitelli corinzi, che affioravano ai lati della porta d’ingresso dell’ex abbazia, ora non vi è più traccia di essi.
Per entrare nella chiesa, si passa prima per un portale anteriore dove sulla parte superiore vi è ancora lo stemma del Cardinale PIETRO PAOLO CRESCENZI (tre mezze lune in stucco, quella in basso è asportata) elevato al cardinalato nel 1611.
Scendendo alcuni gradini un’altra sorpresa, ci troviamo dinnanzi ad un secondo ingresso, quello originale della chiesa, con architrave ed arco di scarico, sopra degli eleganti stipiti di marmo:(qualcuno ha voluto riconoscere la scuola del Vassalletto, e questo è molto probabile dato che Pietro Vassalletto ha lavorato nel 1185 su marmi del Duomo della Città di SEGNI, paese che si trova a pochissima distanza dal Santuario di Rossilli), si apre una lunetta compresa tra l’architrave e l’arco di scarico, che presenta una decorazione musiva policroma cosmatesca.
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LA RUS JULII (Villa di G. Cesare)
GAVIGNANO RM - La Chiesa di Rossilli -
Il reperto di cui parlavo prima, si trova all’interno ed è murato in un pilastro rettangolare, si tratta di un singolare sarcofago per bambino (misura 1,40 m. X 0,45 m.) su di esso sono scolpiti un leone che sbrana un cane, e dall’atro lato lo stesso leone che assale un cavallo, questi interessanti reperti, sono la prova dell’esistenza della villa romana.
Sopra le rovine della villa di epoca romana, i monaci BenedettinI tra l’VIII e il IX secolo, vi eressero una loro abbazia, alla quale dietero per primi il nome di Rossilli, sebbene abbia subito rimaneggiamenti delle maestranze, essa conserva ancora alcuni elementi architettonici d’epoca medioevale.
Il più antico documento sul quale si menziona questa abbazia, è la bolla di Lucio III del 2 Dicembre del1182, in essa il Papa, nel riconfermare al Vescovo Pietro di Segni, la sua zona di giurisdizione spirituale, elenca anche il Monastero di S. Maria di Rossilli.
Tutto il complesso è totalmente in abbandono da moltissimi anni, e per di più per altrettanti anni è stato un ottimo luogo da dove poter asportare con assoluta comodità e tranquillità interessantissimi reperti archeologici.
Sopra le rovine della villa di epoca romana, i monaci BenedettinI tra l’VIII e il IX secolo, vi eressero una loro abbazia, alla quale dietero per primi il nome di Rossilli, sebbene abbia subito rimaneggiamenti delle maestranze, essa conserva ancora alcuni elementi architettonici d’epoca medioevale.
Il più antico documento sul quale si menziona questa abbazia, è la bolla di Lucio III del 2 Dicembre del1182, in essa il Papa, nel riconfermare al Vescovo Pietro di Segni, la sua zona di giurisdizione spirituale, elenca anche il Monastero di S. Maria di Rossilli.
Tutto il complesso è totalmente in abbandono da moltissimi anni, e per di più per altrettanti anni è stato un ottimo luogo da dove poter asportare con assoluta comodità e tranquillità interessantissimi reperti archeologici.
LA CRISI DELLE TERME
A Fiuggi il business degli hotel parla coreano
Turisti in calo e recessione economica: gli albergatori costretti a vendere agli investitori asiatici
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A Fiuggi il business degli hotel parla coreano
Turisti in calo e recessione economica: gli albergatori costretti a vendere agli investitori asiatici
Le terme di Fiuggi
FIUGGI - Gli affari degli anni d’oro, ormai, sono un lontano ricordo quando le terme si riempivano di turisti da ogni parte d’Italia e dall’estero, le presenze superavano un milione l’anno, gli hotel non avevano difficoltà e l’acqua che favorisce l’espulsione dei calcoli renali viaggiava forte sul mercato nazionale e internazionale. Oggi a Fiuggi, secondo polo ricettivo del Lazio dopo Roma, i turisti sono molti di meno ( poco più di un terzo) e la crisi morde. Dalla fine degli anni Novanta la parabola discendente non si ferma. E adesso, dopo un’altra stagione molto sofferta, ci sono albergatori pronti a vendere le loro strutture ricettive, perché davvero «il gioco non vale più la candela». Due hotel sono già stati ceduti ai coreani, altri potrebbero presto fare la stessa fine.
SPERANZE COREANE – I bilanci di molte aziende alberghiere si sono indeboliti, gli utili di qualche tempo fa non si vedono più (quest’anno, secondo Federalberghi Lazio, il fatturato è sceso del trenta per cento rispetto alla stagione precedente) e le troppe tasse, a sentire gli imprenditori del settore, sono come un cappio al collo, a cominciare dall’odiata Imu, che costringe i proprietari degli hotel a sborsare anche ventimila euro l’anno. In sessanta, per protesta, non hanno pagato la seconda rata e rischiano di vedersi notificare ingiunzioni e pesanti sanzioni. Che fare, allora?
ALBERGHI DIMEZZATI- Per molti, non c’è altra strada che piantare baracca e burattini. E così si tratta con i coreani nella speranza di riuscire a cedere gli hotel, che negli anni Novanta erano oltre duecento, segno di prosperità, e oggi sono appena centoventi (diversi quelli chiusi e trasformati in appartamenti), la conferma di una crisi che si sta facendo sempre più allarmante. Alcuni, tra i più piccoli, in questa stagione che volge al termine, sono rimasti chiusi. «Le trattative con i coreani per vendere gli alberghi ci sono – dice - il vicepresidente di Federalberghi Lazio,Franco Tucciarelli – , ormai siamo quasi obbligati a svendere le nostre strutture. Ci sono troppe tasse, non riusciamo più a reggere. Lo Stato, anziché aiutarci anche per favorire l’occupazione, ci tartassa. In questa situazione - aggiunge Tucciarelli -, meglio vendere subito che rischiare di finire peggio».
TERME IN CRISI-La capitale turistica della Ciociaria sconta il prezzo di una crisi economica che colpisce anche altre stazioni termali della Penisola. Ma anche anni di mancati investimenti ( uno su tutti: il palazzo dei congressi, che solo ora potrebbe realizzarsi con l’imminente bando di gara, ma non mancano i no all’area dell’ex campo sportivo), politiche turistiche non sempre incisive per una stazione di rilievo internazionale e colossali errori con le note vicende per la gestione dell’acqua oligominerale, hanno portato a conoscere una crisi che solo pochi anni fa da queste parti era una prospettiva inimmaginabile. «Oggi siamo costretti a lavorare con tariffe ridicole - prosegue Tucciarelli, che a Fiuggi gestisce due alberghi - e non riusciamo più neanche a pagare il canone del’acqua».
«RESA DEI CONTI»– Il sindaco Fabrizio Martini, in carica da tre anni, ammette che la città vive un «declino economico e un disagio sociale» e parla di «inevitabile resa dei conti» con l’azienda che gestisce le terme perché «rappresenta – sostiene sul periodico «Fiuggi» - più una zavorra che un motore di sviluppo». Il primo cittadino, tuttavia, crede nel rilancio turistico ( dall’opposizione criticano la mancata nomina di un assessore al Turismo) e mostra ottimismo in seguito alla riappropriazione dell’imbottigliamento della celebre acqua oligominerale, tornato sotto il controllo del Comune dopo dieci anni di gestione affidata alla Sangemini, con la quale, però, sono in corso contenziosi. «Si è costruito - aggiunge Martini – il presupposto per una grande operazione di rilancio della città turistica e termale, grazie alla promozione del territorio che si potrà realizzare attraverso la bottiglia». E prospetta per il turismo«una vera e propria rivoluzione» con il Convention Bureau ( uno dei quattro in Italia), la società chiamata a coordinare i flussi turistici e a promuovere eventi. Speranze di una ripresa che non può più ritardare.
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