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MADRE DELLE GRAZIEil Culto al - 0 views

started by aulocabinio on 03 Oct 13
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    MADRE DELLE GRAZIE


    Immagine


    il Culto alla Madre di Dio sotto il titolo di Madonna delle Grazie

    Nell'estate del1678, al manifestarsi di una grave pestilenza, agli occhi della popolazione si presentò il quadro desolante del 1656, quando un identica infezione aveva causato lutti e disperazione, si rivolse alla Beata Vergine (Quadro della Madonna) invocando aiuto e protezione.
    La supplica fu esaudita il 3 Ottobre del 1679, il contagio improvvisamente cessò.
    La popolazione, riunita dinnanzi all'immagine della Beata Vergine nella Chiesa di San Rocco, pronunciò il solenne voto di celebrare il 3 Ottobre di ogni anno la festa della Madonna  invocata con il significativo titolo "Madre delle Grazie".
    Dai racconti dei Parroci e dalle persone anziane gavignanesi si evidenzia che l'immagine lignea della Madonna delle Grazie era stata appositamente scolpita per il comune di Velletri.
    L'immagine così imponente e maestosa venne trasportata sopra un carretto trainato da una pariglia di buoi per Velletri, arrivati in prossimità del bivio i buoi deviarono per Gavignano.
    Gli uomini che dirigevano il percorso, li hanno fermati e rimessi  sulla strada per Velletri, ma i buoi si dirigevano verso Gavignano e non verso Velletri, i poveri animali vennero bastonati ripetutamente, ma le condizioni non mutarono.
    Allora si pensò di cambiare gli animali con una nuova pariglia di buoi, ma anche quest'ultimi si diressero per Gavignano e si bloccavano per Velletri, non ci fu verso di fargli cambiare direzione, anch'essi furono bastonati ripetutamente.
    Il corteo rimase fermo per ore ed ore, ma tutti i tentativi furono vani, sino a quando (saputa la notizia) arrivarono da Gavignano i signori , Mario Andreozzi, Vincenzo Cenciarelli, Pietro Porzi, Mariano Marcelli, Domenico Antonio Salvi, Andrea Baiocchi e Nicola
    Salvi, i quali dissero che la la B.ma Vergine voleva venire a Gavignano, e si impegnarono a pagare la fattura della sacra Immagine con scudi  quindici subito, ed altri  da pagare  successivamente.
    Questa Immagine acquistata dai gavignanesi, e per essi dal cappellano Giuseppe Giordani il 3 Ottobre del 1736.
    In quel giorno numerosi  chierici di Segni, e gavignanesi, fecero una grande processione e portarono la nuova immagine nella Chiesa di San Rocco, sul lato sinistro proprio sulla nicchia dove era depositato il quadro della Madonna delle Grazie, al quale il popolo Gavignanese si rivolse per far cessare il morbo della peste.
    Grazie al ritrovamento della pergamena avvenuto nel 1868 fatto dal Mastro Alessandro Cerbara, si è venuti a conoscenza del nome dello scultore, il luogo e l'anno incui questi aveva realizzato l'opera lignea:
    Così è scritto sulla pergamena
    JOANNES GOTTLIEB CURLAFFSCHIJ DE CIVITATE ET RESPUBLICA DANSICH IN FINIBUS GERMANIAE PROTECTORE
    REGE POLINAE HANC DEIPARAE VERGINIS IMMAGINEM FECIT ROMAE ANNO MDCCXXXIIHAETATIS SUAE XXX ANNORUM.
    PONTEFICE CLEMENTE DUODECIMO REGNANTE PONTIFICATUS SUI ANNO III.

    La statua è alta dai piedi alla testa m. 1,78 ed è larga di spalle m. 0,50.
    Un velo bianco dal capo scende sulle spalle con leggero svolazzo, la veste rosa ricopre completamente e il manto azzurro l'avvolge dall'omero destro al fianco sinistro.
    Con ambo le mani, ricoperte da un pannolino bianco, la Madonna sorregge il bambino nudo eadagiato sul braccio destro.
    Il bambino, che dalla punta del piedino destro alla testa misura m. 0,62 sporge una manina mentre l'altra, poggiata sul suo ginocchio sinistro sollevato in alto, lo protende verso il petto della madre.
    Le figure sia della madre che del figlio appaiono in movimento.
    Le pieghe della veste del velo e del manto, conferiscono alla Madonna bellezza e decoro, ma ciò che maggiormente attira e colpisce in lei, è lo splendore del volto leggermente piegato sulla spalla sinistra e appena incorniciato sulla fronte dai capelli
    sporgenti dal velo.
    Lo sguardo poi, rivolto in basso ad indicare protezione, ispira fiducia.
                                                                                                                                                Mons. Bruno Navarra

     E' la maestosità  che desta  quel sentimento di protezione materna che l'immagine ispira, per il quale ancora oggi gavignanesi conservano una  devozione  incommensurabile verso la Madonna.
    Devozione che si manifesta  in occasione della processione del 2 Ottobre, quando i gavignanesi , partecipano numerosi con
    devozione alla processione con fuochi artificiali, sparo dei mortai e con l'immancabile concerto vocale e i strumentale di scelti professori della Dominante, che si ripete ormai da oltre tre secoli.
    Un patrimonio religioso  che i gavignanesi hanno saputo nel corso dei secoli preservare  e tramandare alle generazioni future".
    Il gran prodigio della Vergine, e cioè il movimento degli occhi avvenuto  a Gavignano il 9 Luglio 1796,Il parroco don Francesco Gorga così racconta: Un gruppo di donne stava pregando presso la Chiesa di San Rocco quando, fra lo stupore e la commozione dei presenti, apparve una luce splendente che proveniva dal movimento degli occhi dell'immagine della Madonna delle Grazie.
    Il fenomeno durò per un intera giornata e si ripeté per tutto il mese di Luglio.
    Oltre al Parroco fu osservato dai fedeli gavignanesi e da molte altre persone venute  dai comuni limitrofi.
    Durante questo evento, si registrarono guarigioni ritenute miracolose e conversioni, tra cui il medico chirurgo del paese, notoriamente antireligioso da sempre.
    Nel 1896 si celebrò a Gavignano una delle festività più grandiose per commemorare il primo centenario del "movimento degli occhi" della Madonna, mentre nel nostro secolo, grazie  all'Arciprete  Mons. Francesco Sinibaldi la devozione mariana andò affermandosi,
    definendo una delle Processioni più importanti del sud del Lazio.
    Alla fine della guerra, un ufficiale americano pilota in missione contro postazione militari nemiche localizzate nei pressi di Gavignano dopo aver bombardato la località Meo, stava per dare l'ordine di bombardare il paese.
    Una bella signora  con il bambino  imbraccio si presentò all'alto ufficiale americano, e lo pregò di non bombardare il castello perché  in esso non c'erano  truppe di occupazione, l'Ufficiale  fu distolto da questa figura imponente e persuasiva, rimase  turbato.
     Con le truppe, si mise in marcia, invase il paesello e  nelle stradine, non trovò nessun tedesco.
     Incontrò il parroco con il quale entrò in Chiesa e nel vedere  la Madonna sopra l'altare maggiore, con grande meraviglia, l'alto Ufficiale riconobbe la bella  Signora che lo aveva pregato di non bombardare Gavignano.
    Nel 1909 si procedette all'ampliamento e all'abbellimento del santuario di San Rocco.
    Soltanto gli anni della seconda guerra mondiale, la ricorrenza del 2 e 3 Ottobre venne celebrata in tono minore.
    Ma appena finito il conflitto bellico, i gavignanesi ripresero con immutato fervore gli antichi riti: il 2 Ottobre 1945 la Sacra Immagine fu portata in processione dai soldati in divisa militare, reduci della guerra.
    Il giorno seguente il Cardinale Enrico Sibilia, a nome del Capitolo Vaticano, incoronava la prodigiosa immagine di Maria, con un diadema d'oro, dono di tutti i gavignanesi.
    La celebrazione del 150° anniversario del prodigio del 9 Luglio 1946 è ancora oggi ricordata per il nutrito programma dei festeggiamenti.
    L'inno della Vergine delle Grazie, cantato  dai fedeli, fu musicata dal Maestro Lorenzo Perosi su parole del gavignanese don
    Fedele Gorga e che la commemorazione del 50° anniversario dell'incoronazione fu presieduta il 3 Ottobre del 1995 dal Cardinale Vincenzo Fagiolo  della città di Segni.
    Con gioia e compiacimento abbiamo voluto ripercorrere una storia, che fa onore ai gavignanesi di ieri e di oggi, soprattutto per la fedeltà dimostrata nell'onorare e ringraziare la Madonna delle Grazie.
    una devozione che è patrimonio irrinunciabile e parte integrante per la vita del paese.



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