Oggi, attraverso una serie di modalità diverse, l'intelligenza si mette on line e il passaparola elettronico serve per distribuire le notizie. Il simbolo del nostro nuovo secolo è la rete, la rete senza centro, né orbita, né certezze. Essa è una connessione infinita di cause, è l'archetipo che rappresenta ogni cosa perché ogni cosa ci può appartenere, ogni intelligenza, ogni economia, ogni uomo e ogni famiglia, insomma qualsiasi cosa appaia interessante. La rete non è rassicurante, è al contrario complessità e può diventare caos se portata agli eccessi. Ma è vero che quando prendiamo grandi quantità di oggetti qualitativamente mediocri e li connettiamo tra loro succede qualcosa di molto misterioso: emerge un valore che è superiore al valore delle parti, si verifica cioè un incremento della performance che non è solo basato su un'addizione.
Anzichè considerare la cognizione come un fenomeno isolato che si produce all'interno della testa, bisognerebbe vederla come un fenomeno distribuito, che supera i limiti della singola persona per comprendere il suo ambiente, i suoi strumenti, le sue interazioni sociali e le sue culture. L'educazione deve esser centrata sugli studenti che possono fare scelte molto più grandi sulla rete: apprendimento senza fili e in linea, auto-direzione, formazione permanente, connettività.