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Home/ Psicotecnologie e Processi Formativi - Uninettuno/ Contents contributed and discussions participated by Raffaella Benetti

Contents contributed and discussions participated by Raffaella Benetti

Raffaella Benetti

Living in the moment really does make people happier - 3 views

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    Questo articolo sul Guardian riporta uno studio degli psicologi della Harvard University su 2250 volontari. Il risultato? "A human mind is a wandering mind and a wandering mind is an unhappy mind. The ability to think about what is not happening is a cognitive achievement that comes at an emotional cost." Lo studio ha messo in evidenza come le persone, per quasi metà del proprio tempo (46,7%), pensino a cose che non hanno nulla a che vedere con quello che stanno facendo. E questo le rende infelici. Ma la vera felicità consiste nel vivere pienamente nel proprio presente.
Raffaella Benetti

Concentrazione e/è felicità - 3 views

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    Un blog che dice esattamente quello che è il mio pensiero, per cui sono felice di condividerlo. In tutte queste discussioni su multitasking e reale capacità del cervello di fare più cose contemporaneamente, mi chiedevo: ma cosa comporta il fare tante cose contemporaneamente? Solo un risultato pessimo dal punto di vista intellettivo o anche una inutile fatica mentale? E questa fatica, non porta con sé stanchezza e sofferenza? Questo articolo mette in evidenza come la concentrazione, la meditazione non siano importanti solo in certe pratiche religiose o teorie filosofiche. Riporta alcuni articoli (da Guardian e Science) che spiegano come, scientificamente, sia provato che vivere pienamente il tempo presente porta alla felicità.
Raffaella Benetti

Sally Adee/Una mente in stato di grazia è più creativa? - 1 views

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    Ho letto questo articolo sulla rivista "Internazionale" e, cercando nel web, ho trovato un sito che lo riporta. L'articolo è tradotto dall'inglese (non sono riuscita a trovare l'originale dell'autrice Sally Adee, sul New Scientist). Mi è sembrato molto interessante, in questo dibattito sull'importanza delle tecnologie per l'educazione e l'apprendimento e sul multitasking. La capacità di concentrazione è fondamentale per ottenere grandi prestazioni. Una ricerca effettuata alla fine degli anni settanta dallo psicologo Csìkszentmihalyi lo aveva portato ad individuare quattro caratteristiche fondamentali di questo stato di intensa concentrazione, definito "flusso": la concentrazione totale che fa perdere il senso del tempo, l'autotelicità (la sensazione che l'attività in cui siamo impegnati sia gratificante in sé), la sicurezza nelle proprie capacità e l'automaticità (la sensazione che tutto avvenga in maniera naturale, senza sforzo, come se "il pianoforte suonasse da solo"). L'articolo mi ha fatto riflettere sull'importanza di questo tipo di concentrazione per l'apprendimento e per lo sviluppo anche emotivo della persona. Volevo condividerlo e magari sentire se qualcuno ha qualche riflessione da aggiungere. Non ritenete che far raggiungere agli allievi questo "stato di grazia" sia ciò su cui qualsiasi educatore dovrebbe concentrare la propria creatività e professionalità? Anzichè impazzire con nuove tecnologie o nuove modalità di apprendimento legate alle tecnologie, non è questo che dovremmo curare di più? Non è questo che permetterebbe di far crescere persone sicure, sane, consapevoli e meno stressate mentalmente? Avere tutte le possibilità aperte, non fa correre il rischio di non rendere attuale alcuna potenzialità e di disperdere le energie in mille direzioni? Non si tratta di potenziare le capacità di concentrazione per diventare tutti dei geni in un'arte o una scienza, ma per imparare a raggiungere quello stato di "flusso" in cui l'individuo
Raffaella Benetti

Quanto è multitasking il tuo cervello? - 6 views

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    Articolo interessante che spiega come la capacità di portare a termine più azioni contemporaneamente vada in realtà a discapito della qualità delle azioni e dei compiti svolti. In realtà, anche nei computers la multiprocesionalità è apparente, nel senso che se il sistema deve eseguire contemporaneamente due processi A e B, la CPU eseguirà per qualche istante il processo A, poi per qualche istante il processo B, poi tornerà ad eseguire il processo A e così via. Quindi è una contemporaneità apparente. Nell'articolo si fa riferimento al comportamento del cervello che si comporterebbe esattam,ente allo stesso modo: "Grazie alla memoria di lavoro, il nostro cervello mette in attesa un compito iniziato da poco per svolgere un'altra attività più urgente, per poi ritornarci su una volta libero". I ricercatori dell'agenzia di ricerca biomedica Inserm di Parigi, tramite fMRI, hanno scoperto che siamo in grado di svolgere correttamente solo due azioni alla volta. Nell'articolo è spiegato l'esperimento. Ne è risultato che i grandi multitaskers sono "più facili alla distrazione, fanno scarsa distinzione tra le informazioni necessarie e quelle di poca importanza per la riuscita del test". Inoltre si è potuto riscontrare che, con l'avanzare dell'età, diminuisce la memoria di lavoro e quindi la possibilità di svolgere più compiti contemporaneamente. Con l'età, si riduce la nostra capacità di svolgere più azioni contemporaneamente. L'articolo riporta alla fine dei link per effettuare dei test che misurano quanto si è multitasker.
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