"Si tratta di superare un'interpretazione della conoscenza come rappresentazione simbolica di un mondo esterno al discente, oggettivo e misurabile (approccio positivista) e favorire una concezione del sapere come risultato delle esperienze del soggetto che apprende o meglio come il risultato di un processo di costruzione sia individuale sia collettiva di significati concordati e di interpretazione dell'esperienza non predeterminate (approccio costruttivista)" (da "Il Glossario e-learning per gli operatori del sistema formativo integrato", a cura di V. Infante, Isfol, I libri del Fse, Roma, 2007). Il ricorso alle tecnologie digitali per l'apprendimento in rete ribalta il paradigma delle esperienze di istruzione a distanza di vecchia generazione: al centro delle iniziative vi è infatti il soggetto che impara, non l'offerta formativa erogata. L'avvento dell'e-learning e la diffusione del web 2.0, termine coniato per la prima volta nel 2004 da Tim O'Reilly per indicare la nuova rete, più interattiva e dinamica che sostituisce i modelli di prima generazione caratterizzati da una navigazione di tipo lineare, hanno rivoluzionato interamente i modelli, le metodologie e gli strumenti della didattica tradizionale. Le parole chiave sono: partecipazione e condivisione, frammentazione e ricomposizione, degli spazi, dei tempi e dei modi. All'utente vengono offerte soluzioni di apprendimento flessibili: è lui che sceglie il percorso didattico, senza vincoli di spazio e tempo. Ma soprattutto è lui che produce nuova conoscenza, diventa creatore di contenuti da condividere in rete. Il modello di apprendimento collaborativo, proprio della formazione in rete di ultima generazione, consente la crescita del singolo all'interno di obiettivi condivisi da un gruppo: si impara insieme. L'apprendimento individuale è il risultato di un processo collettivo. Il flusso della conoscenza si dipana attraverso la comunicazione molti a molti. Si sviluppano le comunità virtuali di apprendimento, nelle quali i singoli partecipanti danno continuità all'evento formativo, condividendo settori di interesse sui quali comunicano interattivamente. Da semplici fruitori si diventa produttori di informazioni, le quali a loro volta diventano sapere condiviso, slegato dalla fonte, indipendente dalla persona che lo produce. Il flusso comunicativo travolge l'oggetto di apprendimento (learning object), sgretolandolo e ricomponendolo in un nuovo insieme, frutto dell'elaborazione collettiva, resa possibile dalle nuove tecnologie partecipative. Il mondo del web 2.0 è infatti popolato da nuove applicazioni tecnologiche, quali i wiki, i blog, i podcast, i vodcast, gli instant messaging. Si tratta di strumenti relativamente semplici da utilizzare, anche da utenti non particolarmente esperti, in grado di facilitare la comunicazione del gruppo. Docenti e tutor comunicano con i discenti in tempo reale all'interno di aule virtuali attraverso sistemi di riproduzione video e audio; si incontrano poi nelle chat e discutono nei forum. È il modello del social network (rete sociale), nel quale la collaborazione assume un ruolo chiave per la crescita e lo sviluppo. I modelli formativi di ultima generazione, sono il risultato di una fusione fra sapere e componente umana e sociale che segna il passaggio da una società dell'informazione a una società della conoscenza.
Concordo sostanzialmente con l'analisi fatta da Gino sull'apprendimento collaborativo. Esso è espressione dell'intelligenza collaborativa e al contempo la esprime. Una facoltà che include sia l'intelligenza collettiva sia quella connettiva e che andrebbe sempre più incoraggiata in ambito educativo, come recentemente ha evidenziato John De Jong, tra i massimi esperti nel campo della qualità dell'istruzione. Non è un caso che a partire dal 2015 nelle scuole di 63 Paesi, accanto alla tradizionale valutazione scolastica basata sui test per verificare le competenze nelle varie materie di insegnamento, sarà introdotto un apposito test, il CPS (Collaborative Problem Solving), per valutare la capacità di risolvere problemi in gruppo. Come pure è indicativo il fatto che una delle qualità sempre più richieste negli annunci di lavoro sia quella di Team Player, vale a dire di persona capace a fare gioco di squadra. E a questo scopo le moderne tecnologie di comunicazione, si rivelano preziose.
come risultato delle esperienze del soggetto che apprende o meglio come il risultato di un processo di costruzione sia individuale sia collettiva di significati concordati e di interpretazione dell'esperienza non
predeterminate (approccio costruttivista)" (da "Il Glossario e-learning per gli operatori del sistema formativo integrato", a cura di V. Infante, Isfol, I libri del Fse, Roma, 2007).
Il ricorso alle tecnologie digitali per l'apprendimento in rete ribalta il paradigma delle esperienze di istruzione a distanza di vecchia generazione: al centro delle iniziative vi è infatti il soggetto che impara, non l'offerta formativa erogata.
L'avvento dell'e-learning e la diffusione del web 2.0, termine coniato per la prima volta nel 2004 da Tim O'Reilly per indicare la nuova rete, più interattiva e dinamica che sostituisce i modelli di prima generazione caratterizzati da una navigazione di tipo lineare, hanno rivoluzionato interamente i modelli,
le metodologie e gli strumenti della didattica tradizionale.
Le parole chiave sono: partecipazione e condivisione, frammentazione e ricomposizione, degli spazi, dei tempi e dei modi.
All'utente vengono offerte soluzioni di apprendimento flessibili: è lui che sceglie il percorso didattico,
senza vincoli di spazio e tempo. Ma soprattutto è lui che produce nuova conoscenza, diventa creatore di contenuti da condividere in rete.
Il modello di apprendimento collaborativo, proprio della formazione in rete di ultima generazione,
consente la crescita del singolo all'interno di obiettivi condivisi da un gruppo: si impara insieme.
L'apprendimento individuale è il risultato di un processo collettivo. Il flusso della conoscenza si dipana attraverso la comunicazione molti a molti. Si sviluppano le comunità virtuali di apprendimento, nelle quali i singoli partecipanti danno continuità all'evento formativo, condividendo settori di interesse sui quali comunicano interattivamente.
Da semplici fruitori si diventa produttori di informazioni, le quali a loro volta diventano sapere condiviso, slegato dalla fonte, indipendente dalla persona che lo produce. Il flusso comunicativo travolge l'oggetto di apprendimento (learning object), sgretolandolo e ricomponendolo in un nuovo insieme, frutto dell'elaborazione collettiva, resa possibile dalle nuove tecnologie partecipative.
Il mondo del web 2.0 è infatti popolato da nuove applicazioni tecnologiche, quali i wiki, i blog, i podcast, i vodcast, gli instant messaging. Si tratta di strumenti relativamente semplici da utilizzare, anche da utenti non particolarmente esperti, in grado di facilitare la comunicazione del gruppo. Docenti e tutor comunicano con i discenti in tempo reale all'interno di aule virtuali attraverso sistemi di riproduzione video e audio; si incontrano poi nelle chat e discutono nei forum.
È il modello del social network (rete sociale), nel quale la collaborazione assume un ruolo chiave per la crescita e lo sviluppo.
I modelli formativi di ultima generazione, sono il risultato di una fusione fra sapere e componente umana e sociale che segna il passaggio da una società dell'informazione a una società della conoscenza.
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