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Contents contributed and discussions participated by ANNALISA PASCUCCI

ANNALISA PASCUCCI

APPLICAZIONE SCIENZE COMPORTAMENTALI DIDATTICA Secondo lo psicologo SKINNER:M... - 3 views

APPLICAZIONI DIDATTICA SKINNER NUOVE TECNOLOGIE
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  • ANNALISA PASCUCCI
     
    Tecnologie didattiche e tecnologie per la didattica

    Definire che cosa si intende con il termine "tecnologie didattiche" non è affatto semplice, come potrebbe dapprincipio sembrare (particolarmente utile per il suo carattere introduttivo al tema delle tecnologie didattiche è il saggio di Giorgio Olimpo, Nascita e sviluppi delle tecnologie didattiche in Tecnologie Didattiche. Metodi e strumenti innovativi per la didattica, a cura di V. Midoro, G. Olimpo, D. Persico, Menabò Edizioni, 1996). Gli stessi addetti ai lavori usano il termine con significati spesso differenti. Le due definizioni più usate sono:
    a.
    l'uso della tecnologia (i mezzi) nella didattica e

    b.
    l'applicazione delle scienze del comportamento alla didattica.


    La prima riguarda l'analisi e l'utilizzazione degli strumenti tecnologici più appropriati per favorire l'apprendimento dei discenti. Quello che chiameremo tecnologie per la didattica. La seconda riguarda la progettazione e la valutazione sistemica di modelli di apprendimento utilizzando le conoscenze derivate dalle teorie psicologiche, evolutive e comportamentali. Quello che chiameremo tecnologie didattiche. Ovviamente le due definizioni sono in stretta correlazione: all'interno della progettazione e realizzazione di un modello di apprendimento si utilizzeranno delle tecnologie per la didattica. E quindi, la seconda definizione è quella più ampia e comprensiva.

    Si è usato molto il termine "tecnologie didattiche", o "educational technology", in ambiente anglosassone a partire dalla seconda metà degli anni '50, sotto la spinta del comportamentismo skinneriano che proponeva di estendere gli studi sperimentali sul comportamento condizionato degli animali anche ai processi di apprendimento degli esseri umani. Nacquero così molti studi sull'istruzione programmata e sull'utilizzazione di macchine per l'apprendimento. Secondo il comportamentismo, le conoscenze e le abilità di un individuo si possono ridurre all'insieme delle risposte date da quell'individuo all'insieme complesso degli stimoli che il suo ambiente gli offre. L'apprendimento umano, quindi, si può ridurre all'induzione di comportamenti desiderati, attraverso un rinforzo positivo.



    Figura 2 - Lo psicologo G.B. Skinner

    Gli psicologi cognitivisti, successivamente, criticarono questo approccio di Skinner e ritennero che non si debba puntare l'attenzione solo al comportamento, ma anche ai processi interni, agli stati mentali, che permettono ad un soggetto di compiere determinate azioni. Quindi nella progettazione di ambienti di apprendimento non si deve puntare solo al raggiungimento di determinati obiettivi didattici, ma si deve tener conto soprattutto del loro aspetto qualitativo, della loro flessibilità e trasferibilità in altri contesti. Dal filone cognitivista è sorto il costruttivismo.

    I costruttivisti mettono l'accento sull'impegno attivo da parte dei discenti, sulla loro capacità a costruirsi organicamente una propria conoscenza. In breve, per i costruttivisti il sapere viene visto come un costrutto personale, realizzato tramite un'attività in collaborazione con altri e sempre dipendente da un determinato contesto.

    Comportamentismo, cognitivismo e costruttivismo sono le teorie psicologiche che maggiormente hanno influenzato il campo di studi delle tecnologie didattiche. Il nostro corso ha come scopo quello di offrire una panoramica sugli attuali strumenti didattici informatici, multimediali e telematici (le tecnologie per la didattica) e di descrivere alcune esperienze della loro utilizzazione nelle varie discipline scolastiche; e quindi non ci soffermeremo a lungo sull'analisi dei vari modelli di apprendimento (le tecnologie didattiche). Ciononostante il discorso si sposterà spesso su quest'ultimo punto perché è impossibile discutere sui pregi e difetti delle nuove tecnologie applicate alla didattica senza far riferimento alle modificazioni che inducono, o favoriscono, nei modelli di apprendimento.

    Le tecnologie per la didattica

    L'insieme delle tecnologie per la didattica è costituito da tutti quegli strumenti hardware o software, da tutte quelle tecnologie, che possono essere utilizzate per facilitare l'apprendimento degli studenti e l'insegnamento da parte dei professori; anche se possono essere state inizialmente inventate con altri fini. Qualsiasi processo di apprendimento - qualunque sia la sua strategia o modello psicologico - si serve di qualche tecnologia, di qualche strumento didattico. La semplice penna, la scrittura, il libro, la stampa, la lavagna, o anche le tavolette di cera, ecc., sono degli strumenti didattici. Quando parliamo di tecnologie per la didattica, quindi, non dovremmo pensare solo, per esempio, al videoregistratore o al computer.

    Ci sono vari modi per descrivere e classificare gli strumenti didattici. Si potrebbe scegliere un criterio cronologico ed elencarli in ordine di invenzione o introduzione nei processi educativi. Si potrebbe allora parlare di strumenti tradizionali per la didattica e in questo gruppo potremmo includere i quaderni, la lavagna, i libri, le carte geografiche, ecc.. Sono ancora oggi i mezzi più utilizzati nella didattica quotidiana delle nostre scuole, ma sono stati introdotti nelle aule scolastiche da molti decenni, se non secoli. Oppure di strumenti più recenti per la didattica, tecnologie che malgrado siano state inventate molti anni o decenni fa, ancora oggi non sono usati molto spesso nei normali processi educativi. Stiamo pensando alla televisione, al cinema, ai registratori video o audio, ai proiettori di lucidi o diapositive, ecc.. Oppure di tecnologie digitali per la didattica, i computer, i CD, le reti telematiche, ecc.; tutti quei mezzi sia hardware sia software che la rivoluzione digitale ha introdotto in ogni aspetto della nostra vita e che stanno faticosamente entrando anche nelle aule scolastiche, promettendo di modificare profondamente i processi di apprendimento degli studenti.

    Si potrebbero classificare anche in base alla loro maggiore o minore diffusione nei tipici processi educativi oppure in base all'età che i loro utilizzatori in genere hanno. Noi preferiamo privilegiare un modo (cfr. Vittorio Midoro, Il museo delle tecnologie didattiche in Tecnologie Didattiche. Metodi e strumenti innovativi per la didattica, a cura di V. Midoro, G. Olimpo, D. Persico, Menabò Edizioni, 1996) che mette bene in luce uno dei pregi maggiori delle tecnologie digitali e multimediali; ossia la loro capacità di accompagnare in modo "naturale" e "graduale" lo sviluppo cognitivo del bambino, di non introdurre una rigida cesura tra le attività svolte a scuola - la realtà scolastica -, con la vita in cui fino a allora era immerso e continua ad essere immerso fuori delle mura scolastiche - la "realtà" tout court.

    Potremmo allora dividere gli strumenti didattici in quattro gruppi in base ad una progressione logica della comunicazione didattica:
    1.
    il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono scene cinetiche;

    2.
    il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono immagini statiche;

    3.
    il gruppo dei mezzi per comunicazione che prevedono testi orali e scritti;

    4.
    il gruppo dei mezzi multimediali.


    Questa progressione è dettata dall'ipotesi che la conoscenza proceda dal particolare al generale, dal concreto all'astratto, dal semplice al complesso, dalla cinetica alla statica, dagli eventi alle idee. Nel primo gruppo, troviamo quelle tecnologie, come il cinema e la televisione, che riproducono le scene cinetiche dal vivo in tempo reale. In questo gruppo possiamo elencare: televisori, video-registratori, video-proiettori, video-cassette, cine-proiettori, film, documentari, ecc.

    Sembra che questi mezzi di comunicazione siano quelli che meglio colgano la realtà, le relazioni spazio-temporali tra gli eventi. Ma a ben vedere non sempre sono adatti a riprodurre le idee, le relazioni logiche tra i fatti, a farci comprendere a fondo quello a cui stiamo assistendo. Malgrado ciò, quasi tutti questi mezzi possono riprodurre le stesse scene più volte o in tempo falsato (accelerato, rallentato). Ciò permette di soffermarsi meglio su una determinata sequenza, di intervenire nel flusso della realtà stessa, di comprendere meglio dei particolari. Ancora di più, tramite un 'fermo immagine' è possibile produrre una immagine statica.

    Così entriamo nel secondo gruppo, quello delle tecnologie che riproducono in modo statico la realtà. In questo gruppo possiamo inserire i proiettori di diapositive, il disegno, la pittura, la lavagna luminosa, la lavagna d'ardesia, ecc. Ma anche all'interno di questo gruppo possiamo stabilire una progressione dal concreto all'astratto. Al primo posto ci sono le fotografie, poi i disegni dal vero, i quadri, poi il disegno industriale, architettonico, infine gli schemi, i diagrammi. Man mano che andiamo avanti la realtà viene riprodotta in maniera sempre più astratta, vengono messe in luce sempre di più solo le caratteristiche che stanno a cuore al comunicante.

    Il disegno ideografico ci fa rapidamente entrare nel terzo gruppo quello delle tecnologie che riproducono il linguaggio orale e scritto. Qui il rapporto con la realtà è solo convenzionale, dipendente interamente dalla cultura, è un modo di comunicare molto astratto e sofisticato. In questo gruppo troviamo la lavagna, il libro, il quaderno, i registratori audio, ecc.

    Nel quarto gruppo ci sono le tecnologie digitali e multimediale, quelle tecnologie che sono in grado, grazie alla codificazione binaria di numeri, testi, immagini, suoni, filmati, di utilizzare in un unico formato tutte le modalità di comunicazione viste finora. In questo gruppo troviamo i computer, i CD, gli ipertesti, le reti telematiche e i vari software.

    Spieghiamo meglio il senso di questa classificazione. Nella pratica scolastica corrente i bambini vengono subito messi a contatto con tecnologie molto astratte e sofisticate come la scrittura e il disegno; senza considerare che la realtà in cui sono immersi è una realtà plurisensoriale, in continuo movimento, che coinvolge il loro corpo e la loro mente in modo molto più assorbente e coinvolgente. Sarebbe quindi più opportuno iniziare il loro percorso di formazione dalla riproduzione, dall'analisi, dalla manipolazione di scene cinetiche e sonore, per poi introdurre pian piano gli alunni verso le tecnologie più astratte, complesse e unidimensionali.

    Le nuove tecnologie digitali ci offrono la possibilità, a costi abbastanza limitati, di costruire degli ambienti di apprendimento multimediali e multisensoriali in cui i bambini possono addestrarsi ad una progressiva astrazione. Ambienti in cui le varie modalità di comunicazione possono essere integrate tra loro, producendo qualcosa che non è la semplice somma delle parti. Le nuove tecnologie, inoltre, non sono sentite come qualcosa di estraneo dai bambini di oggi; sono presenti ovunque nelle loro case e nei loro giochi; con esse i bambini si trovano a loro agio; i video giochi, la televisione, il computer costituiscono per loro degli interlocutori vivi con cui dialogare, apprendere e divertirsi. Gli adulti non dovrebbero considerarle come nemiche dell'apprendimento, della riflessione, dello studio. Se utilizzate in modo appropriato all'interno dei processi di apprendimento possono costituire degli alleati preziosi per gli insegnanti. Non bisogna pensare, comunque, che il computer possa sostituire completamente il libro o il quaderno. Questi strumenti tradizionali, e la loro tradizionale utilizzazione, saranno sempre indispensabili e insostituibili. Si dovrebbe pensare più ad un'integrazione che ad una sostituzione.

    Le nuove tecnologie e i modelli didattici

    Ma è possibile introdurre i nuovi media nella scuola senza modificare i modelli didattici tradizionali e gli obiettivi didattici che l'istituzione scolastica tradizionalmente si dà?
ANNALISA PASCUCCI

SCUOLA APPRENDIMENTO TECNOLOGIE DIDATTICHE Convegno Internazionale 18/19 Novembre 2010 - 1 views

TECNOLOGIE CONVEGNO DIDATTICA FORMAZIONE
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  • ANNALISA PASCUCCI
     
    Sala Consiliare del Comune di Cinisello Balsamo
    Via XXV Aprile, 4 - Cinisello Balsamo
    Centro QUA_SI/Universiscuola, Villa di Breme Forno
    via Martinelli, 23 (ingresso da via Diaz) - Cinisello Balsamo



    About

    Gioco, simulazione, performance, appropriazione, multitasking, conoscenza distribuita, intelligenza collettiva, giudizio critico, navigazione transmedia, networking, negoziazione: queste sono secondo Henry Jenkins le caratteristiche delle nuove forme di appropriazione comunicativa dei media digitali che vengono sviluppate dai bambini e dai preadolescenti (ma anche dai teen ager) del nuovo millennio: si tratta della generazione dei nativi digitali. Gli effetti combinati della rivoluzione digitale e del Web 2.0 sui sistemi educativi si concretano in una loro radicale trasformazione che tende a riorientarli verso una struttura formativa che privilegia un forte accento su un approccio "centrato sullo studente".

    Il Convegno si propone di affrontare la tematica della transizione al digitale nei contesti scolatici e formativi attraverso un duplice approccio. Da un lato, gli interventi di studiosi internazionali permetteranno di fare il punto sullo stato dell'arte delle ultime tendenze nel campo della formazione aumentata dalle tecnologie: one to one computing, augmented education, technology enhanced learning.

    Dall'altro, il convegno vuole diventare l'occasione per mettere a disposizione di tutti gli insegnanti della Scuola una serie di Workshop che forniscano concreti strumenti di formazione, modelli didattici operativi e forme di utilizzo delle ICT nella scuola. L'auspicio è che le esperienze maturate nei workshop possano servire ad indicare alcuni percorsi per gestire il processo di progressiva digitalizzazione delle pratiche didattiche in corso anche nella Scuola Italiana.

    Nel corso del Convegno verranno presentati i dati di due ricerche condotte negli scorsi due anni dai gruppi di ricerca dell'Università Milano-Bicocca che fanno riferimento al Centro di Alta Formazione QUA_SI/Universiscuola. La prima è la rilevazione 2010 della ricerca sulla Dieta Mediale dei giovani studenti universitari che si occupa di indagare i loro consumi culturali, osservare da vicino la familiarità degli studenti con i piu innovativi strumenti tecnologici, monitorare le abitudini di consumo di contenuti e prodotti culturali, verificare la frequenza e le modalità principali con cui gli studenti si collegano a Internet, analizzare la conoscenza e l'utilizzo di piattaforme e strumenti del web 2.0. La seconda indaga il fenomeno del Cyberbullismo che, in questi anni, è stato al centro di molte polemiche in Italia e a livello internazionale.
ANNALISA PASCUCCI

NUOVI STRUMENTI FORMATIVI PER BAMBINI CON DISABILITA' - 2 views

BAMBINI STRUMENTI TECNOLOGIE DISABILITA'
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  • ANNALISA PASCUCCI
     
    METODOLOGIE E TECNOLOGIE


    TECNOLOGIE DIDATTICHE PER L'INTEGRAZIONE: UN PORTALE PER LA SCUOLA
    di Lia Daniela Sasanelli (1)

    L'integrazione dei disabili si configura come un tema di grande attualità: quotidianamente se ne discute ovunque, con riferimento al mondo del lavoro, dello sport, ma soprattutto in ambito scolastico poiché è da lì che dovrebbe iniziare il cammino del bambino diversamente abile, verso una progressiva autonomia di pensiero, di azione e, più globalmente, di vita.
    Attualmente l' impiego delle tecnologie didattiche nelle scuole italiane, in un quadro di rinnovata sensibilità fattiva di fronte ai problemi di inserimento dei disabili a scuola, ha suscitato nuove riflessioni, idee, ha creato nuove aspettative, ha offerto qualche speranza nuova in più, ma soprattutto consente di guardare con rinnovato ottimismo al rapporto didattica- disabilità.
    Periferiche hardware sempre più perfezionate e adattive hanno risolto il problema dell'accesso all'elaboratore per molte categorie di disabili, software sempre più sofisticati e "intelligenti" sono a disposizione dei docenti che vogliano usarli per venire incontro a bisogni o difficoltà specifiche dei propri alunni.
    I tempi sono maturi per affermare quanto l'uso del computer può validamente supportare l'apprendimento migliorandone l'efficacia, principalmente se si fa riferimento a strumenti ed ausili tecnologici in grado di cambiare radicalmente la qualità e i livelli di apprendimento.
    Esempio significativo di come lo strumento informatico possa addirittura aprire possibilità prima precluse è il fatto che oggi anche il disabile motorio può scrivere utilizzando un computer corredato di opportune periferiche, oppure un cieco può accedere alla lettura di testi grazie all'uso della sintesi vocale(2).
    Il settore della scuola, di rilevanza cruciale, ha contribuito validamente alla diffusione delle idee di autonomia, autosufficienza, parità di diritti del disabile, fornendo grande impulso non solo alle idee ma anche alle soluzioni operative(3).
    L'idea di integrazione scolastica del disabile, di cui l'Italia si è fatta pioniera fin dagli anni '70, ha nel tempo acquistato sempre più forza e si è andata configurando sotto duedistinte prospettive:
    1.integrazione sociale:attraverso cui il soggetto siinserisce a pieno diritto nel gruppo, sentendosi parte integrante della comunità in cui vive;
    2.integrazione formativa: che consente al disabile di sfruttare appieno il proprio potenziale intellettivo per ampliare le proprie conoscenze, incrementare competenze, acquisire e/o migliorare operatività specifiche.

    Proprio dal punto di vista dell'integrazione formativa può entrare in gioco in maniera funzionale l'impiego degli strumenti tecnologici, la cui funzione risulta essere duplice: abilitante o riabilitante.
    Usare il computer con una funzione abilitante, vuol dire mettere il disabile in condizione di svolgere attività altrimenti precluse (riprendendo l'esempio di prima, scrivere per i disabili motori gravi); molto più sfaccettata è la situazione che emerge quando si guarda al computer come strumento riabilitante, quando cioè si intende farne un uso eminentemente rieducativo, come supporto alla didattica tradizionale per:
    *migliorarne l'efficacia,
    *stimolare/potenziare processi cognitivi,
    * promuovere l'acquisizione di capacità operative in alcuni settori,
    * superare delle difficoltà di apprendimento legate a problemi di comprensione, elaborazione e strutturazione delle informazioni e delle conoscenze(4).

    Tuttavia, in entrambi i casi, l'uso dello strumento tecnologico, consente un elevato grado di individualizzazione degli interventi formativi, altrimenti impensabile(5).
    Come afferma M. Ott, permette di reinventare situazioni di apprendimento individuale, cooperativo o collaborativo in cui l'attività degli studenti è diversificata, ma con metodi, strumenti, ritmi diversi, si muove su binari distinti ma paralleli, nella stessa direzione(6).
    E' dunque estremamente importante riuscire a sfruttare le potenzialità di individualizzazione offerte dalla tecnologia per fare nuovi passi in avanti verso un'integrazione reale, per dare un nuovo impulso alle strategie di adeguamento di competenze, di miglioramento ed acquisizione di nuove capacità per i soggetti con difficoltà.

    Un portale per la scuola.
    Ben consolidato e di grande portata innovativa è il progetto HANDITECNO (http://handitecno.indire.it/) inauguratosi nel 2000 da Indire(7) in collaborazione con il Ministero dell' Istruzione dell'Università e della Ricerca, con l'obiettivo di creare un ambiente multimediale capace di valorizzare le tecnologie per l'handicap nella scuola.
    L'accelerazione e l'impatto crescente registrati in questi anni nel campo delle nuove tecnologie, hanno imposto nel 2005 un ampliamento e un approfondimento del sito con l'obiettivo di esaltare il ruolo delle nuove tecnologie informatiche nel processo di integrazione degli alunni disabili a scuola valorizzando e "sponsorizzando":
    *le migliori pratiche realizzate e rendendole disponibili in modo diffuso attraverso un sistema di Knowledge Sharing(8);
    *i servizi di supporto al lavoro e alla formazione degli insegnanti attraverso la proposta di strumenti specifici per la didattica;
    *l' ambiente interattivo di discussione e condivisione di esperienze e tecnologie per disabili, con la possibilità di avvalersi della consulenza di esperti nei vari settori della disabilità.

    Il portale si configura, dunque, come:
    *un utile strumento di orientamento per i docenti ed operatori scolastici volto ad individuare ausili, strumenti e percorsi didattici per la piena integrazione scolastica,
    *uno sportello per il dialogo con esperti e per la socializzazione di casi e di problemi,
    *una vasta raccolta di link e di segnalazioni.
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