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EMANUELA PSICOTECNOLOGIE

II ARGOMANTO :NATURA DELL'INTELLIGENZA - 0 views

Emanuela D'Agostino

started by EMANUELA PSICOTECNOLOGIE on 20 Nov 12 no follow-up yet
gmirabelli

Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi - 2 views

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    Se c'è un libro che va letto, tra i tanti apparsi sull'argomento della società digitale, è quello di Manfred Spitzer.» IL SOLE 24 ORE. I media digitali in realtà rischiano di indebolire corpo e mente nostri e dei nostri figli. Se ci limitiamo a chattare, twittare, postare, navigare su Facebook e Google… finiamo per parcheggiare il nostro cervello, ormai incapace di riflettere e concentrarsi. L'uso sempre più intensivo del computer scoraggia lo studio e l'apprendimento anzi incoraggia i nostri ragazzi a restare per ore davanti ai giochi elettronici, per non parlare dei social che regalano surrogati di amicizie vere, indebolendo la capacità di socializzare nella realtà e favorendo l'insorgere di forme depressive. Questo è lo scenario che illustra l'autore. Ci vorranno studi approfonditi e anni di ricerca longitudinale per fare le opportune verifiche
andrea cristofalo

come il multitasking cambia il cervello - 15 views

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    Prendo spunto da questo breve articolo che illustra molto rapidamente come le nuove tecnologie possano cambiare il cervello per fare un parallelo con uno degli argomenti che abbiamo discusso oggi con alcuni colleghi: cioè come cambia il "ruolo" del pc nel corso del tempo, da "pc cognitivista" a "pc costruttivista"
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    Interessante riflessione sulle modificazioni che si hanno con l'uso del PC, delle conoscenze condivise, ecc. Peccato sia molto breve, sarebbe stato utile avere qualche approfondimento.
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    Si tratta di una intervista molto interessante che suggerisce come la configurazione dell'ambiente innovata dalle tecnologie dell'informazione incide sullo sviluppo cognitivo delle persone; in particolare viene affrontato il tema dell'attenzione e di come i processi di attenzione vengano influenzati dal multitasking. Si tratta ancora di un campo molto interessante ma per parlare di risultati consolidati bisognerà aspettare un po' di tempo.
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    Gli studi e le ricerche sul multitasking ci lasciano aperti a diverse interpretazioni di questo fenomeno, nella cui valutazione non possiamo trascurare un'adeguata considerazione anche dei fattori socio-culturali. Nonostante sia largamente dimostrato dalla ricerca scientifica che l'essere umano possiede risorse attentive limitate e che occuparsi di due o più compiti simultaneamente può compromettere la qualità della prestazione, il multitasking viene oggigiorno considerato un modo efficace di approcciarsi ai molteplici compiti a cui l'individuo viene sottoposto quotidianamente.Non è ancora possibile stabilire con certezza se l'efficacia del multitasking sia un mito da sfatare o meno. È presumibile che questa modalità di lavoro abbia effetti altamente dannosi quando tutti i compiti richiedono la stessa quantità di attenzione e che invece la prestazione non risenta di alcun effetto negativo se i compiti secondari sono meno impegnativi rispetto al compito principale. Sarà dunque opportuno proseguire con la ricerca al fine di stabilire gli effetti del multitasking e come essi varino a seconda delle condizioni prese in esame.
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    Il multitasking è un argomento che mi ha sempre interessato e questo articolo ne sottolinea un aspetto che resta sempre un po' fuori dalla narrativa comune: ciò che facciamo ogni giorno plasma le nostre capacità e con il tempo (indubbiamente molto!) anche la nostra struttura cerebrale! Bello spunto!
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    Questo articolo sostiene che l'esercizio ha la capacità di cambiare il volume e il modo in qui funziona il nostro cervello. Mi ha fatto pensare alla demenza dell'Alzheimer, nella quale si osserva che la corteccia cerebrale si accartoccia e si osserva una diminuzione grave dell'ippocampo. Sorge allora uno spunto di riflessione: La tecnologia, potrebbe assistere nel mantenimento della salute cognitiva grazie all'apprendimento di cose nuove e connessioni sociali che potrebbero rallentare lo sviluppo della malattia?
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    Questo articolo fa riflettere su quanto sia vera questa routine ormai normale di fare più cose contemporaneamente. Interessante il confronto tra giovani nati con la tecnologia a portata di mano e anziani che hanno da poco conosciuto questo nuovo mondo. Ritengo che da un lato sia sicuramente positivo e costruttivo l'essere sempre più multitasking, anche se dall'altro lato la tecnologia no stop allontana l'uomo dal concentrarsi profondamente su un singolo compito da svolgere, e da quella che era l'autenticità che ha caratterizzato la vita quotidiana di coloro che sono nati e cresciuti in un modo privo di tecnologia.
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    Sono stati fatti numerosi studi su tale argomento, visto che ormai ci riguarda molto da vicino. Molti ricercatori hanno espresso pareri discordanti circa gli effetti positivi e negativi di questo attualissimo fenomeno. Alcuni studi hano evidenziato come il multitasking contribuisca ad alzare i livelli di cortisolo; ormone responsabile dello stress, mentre studi diversi hanno indagato le conseguenze del multitasking sugli adolescenti. I nativi digitali avrebbero un rendimento scolastico migliore proprio perchè, abituati all'attenzione frammentata, utilizzerebbero maggiormente la memoria di lavoro.
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    Una riflessione in merito al multitasking la farei puntando l'attenzione sul sovraccarico cognitivo dovuto alle numerose sollecitazioni che avvengono in poco tempo che il cervello deve rielaborare. Io me ne accorgo banalmente quando decido di essere off line per una o due giornate (di solito nel weekend). Ho una sensazione di benessere maggiore. Comunque non sono addicted per cui non sento lo stress e l'ansia di non essere connessa. Un altro spunto di riflessione è il contenuto di profondità. Sempre tramite l'auto- osservazione, il multitasking non ti consente di approfondire (temi, contenuti e anche relazioni) l'attenzione è distribuita e addirittura frammentata. Ciò che è molto esteso orizzontalmente (sulla superficie) non riesce ad essere esteso anche verticalmente (in profondità). Non è un giudizio è una osservazione della diversa modalità di gestire contenuti, agire, interagire.
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    Decantare il multitasking come giusto o sbagliato é fuorviante, come si dice nell´articolo, le conseguenze le vedremo tra migliaia di anni. Io personalmente penso che una delle conseguenze negative, siano la frammentarietá dell´attenzione, che si riversa inevitabilmente anche nella nostra vita sociale e non solo nella nostra educazione.
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    Articolo breve e conciso sul multitasking, trovo che seppure alquanto sintetico, esplica in modo adeguato come i cambiamenti apportati dall'uso delle nuove tecnologie non necessariamente sono negative, e che se da un lato alleggerisce dal peso di eseguire alcune operaizoni mentali al tempo stesso stimola ad esercitare parti del cervello diverse. Se da un lato la distribuzione dell'attenzione puó rendere difficoltoso concentrarsi su un unico compito in maniera adeguata, permette d'altro canto il multitasking, una capacitá sempre piú sviluppata tra i giovani che fanno uso delle nuove tecnologie quotidianamente. Trovo che l'articolo sia pertinente ai contenuti della materia, spunto di riflessione interessante che completa il materiale didattico di psicotecnologie.
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