Vi è una forte relazione tra le tecnologie e la psicologia associata alle tecnologie stesse. Le persone vengono cambiante mediante l'utilizzo dei media ai quali sono esposti quotidianamente. Ad esempio l'uso degli schermi stanno diventando così "intimi" tanto da assomigliare sempre di più ad una biotecnologia. Le nuove tecnologie condizionano le nostre strategie consce e inconsce di elaborazione delle informazioni. I media operano come degli interfaccia tra il linguaggio e la mente. Quando leggiamo pensiamo alle parole che portano il mondo nella nostra mente. Di fronte allo schermo invece, esternalizziamo il processo intellettivo. Gli schermi esternalizzano la sintesi psico-sensoriale. Con i computer ad esempio viene negoziato il significato che appare sullo schermo e permette a molte delle nostre strategie cognitive di riposizionarsi fuori dalla nostre mente privata. Con la televisione si è perso il controllo dello schermo. Il computer invece riporta il pieno recupero del controllo sullo schermo tanto che ora quando utilizziamo un computer condividiamo la responsabilità della produzione di significato. Produciamo significato insieme alla macchina e insieme ad altre persone grazie al web. Le industrie della coscienza sono quelle che acquistano non solo la nostra attenzione, ma anche i contenuti dei nostri pensieri e dei nostri desideri. Certamente la TV gioca un ruolo dominante nel collettivizzare alcuni dei nostri riflessi più intime tutto ciò si fonda sul dominio dello schermo = SCREENOLOGY: lo schermo è il punto di accesso indispensabile per l'elaborazione delle informazioni in connessione; da qui coniato anche il termine SCREENAGER: categoria di ragazzi che utilizzano la TV come mezzo interattivo. In poche parole i media editano l'utente, quando guardiamo la televisione, essa solleva continuamente dei quesiti ai quali non si ha mai tempo sufficiente per rispondere. Questo ci rende continuamente aperti e quindi disponibili all'indottrinamento pubblicitario. L'obiettivo della pubblicità (e della televisione in generale), infatti, è quello di mantenerci in un atteggiamento ricettivo ma NON critico. Questo è il motivo per cui la televisione riesce a creare un mentalità collettiva. Al contrario, ciò non accade con i computer o con Internet poiché entrambi i media ricreano la possibilità di conclusione. La televisione amplia il nostro campo percettivo portando il mondo a casa nostra in tempo reale; inoltre controlla il nostro tempo di esposizione e quanto tempo si passa davanti ad essa. La tv omogeneizza le differenze dei telespettatori, socializzandoli secondo una cultura di massa; fornendo a tutti lo stesso contenuto, la TV ci offre una coscienza collettiva che si agisce come un'estensione della nostra coscienza privata. L'altra cosa molto interessante che avviene con il mouse, la tastiera e il puntatore è che penetriamo lo schermo in modo tattile: mettiamo le mani sul mondo del pensiero. I media riescono ad intrattenere una relazione complessa con il linguaggio, e il linguaggio intrattiene una relazione intima con la nostra coscienza, tanto che i media sono in comunicazione continua tra la nostra mente e il mondo esterno. Per esempio, oggi il World Wide Web ci offre un ambiente incredibile di associazioni sempre a nostra disposizione; l'ipertesto è una condizione del linguaggio che può unire le persone e fornire una base condivisa per pensare, scrivere e leggere simultaneamente sia in tempo reale o durante un dato periodo di collaborazione. Lo schermo diventa il luogo in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, è anche il luogo il cui il pensiero viene condiviso ed elaborato da diverse persone. In conclusione si è passati dall'individuo modellato dalla lettura e dalla scrittura con l'alfabeto, successivamente la dimensione collettiva che è stata modellata dalla radio e dalla televisione. Oggi le nuove tecnologie stanno sviluppando un nuovo tipo di mente che va ben oltre la dimensione collettiva che è invece la mente connettiva. Ci troviamo in un contesto connettivo in cui possiamo coltivare e mantenere un'identità privata, ma anche condividere l'elaborazione delle informazioni insieme ad un gruppo selezionato di persone senza perdere l'identità di gruppo. Una volta avuta tale consapevolezza è necessario sviluppare nuove competenze ampliando la nostra capacità di risposta ad un nuovo tipo di responsabilità nell'elaborazione delle informazioni. E' dunque necessario sviluppare un nuova branca della psicologia generale, che abbia lo stesso status della psicologia "dello sviluppo" o "infantile", la tecnopsicologia che si occupi dello studio delle relazioni reciprocamente condizionanti tra tecnologia e psicologia.
Le persone vengono cambiante mediante l'utilizzo dei media ai quali sono esposti
quotidianamente. Ad esempio l'uso degli schermi stanno diventando così "intimi" tanto
da assomigliare sempre di più ad una biotecnologia. Le nuove tecnologie condizionano
le nostre strategie consce e inconsce di elaborazione delle informazioni. I media
operano come degli interfaccia tra il linguaggio e la mente.
Quando leggiamo pensiamo alle parole che portano il mondo nella nostra mente. Di
fronte allo schermo invece, esternalizziamo il processo intellettivo.
Gli schermi esternalizzano la sintesi psico-sensoriale. Con i computer ad esempio viene
negoziato il significato che appare sullo schermo e permette a molte delle nostre
strategie cognitive di riposizionarsi fuori dalla nostre mente privata.
Con la televisione si è perso il controllo dello schermo. Il computer invece riporta il
pieno recupero del controllo sullo schermo tanto che ora quando utilizziamo un
computer condividiamo la responsabilità della produzione di significato. Produciamo
significato insieme alla macchina e insieme ad altre persone grazie al web.
Le industrie della coscienza sono quelle che acquistano non solo la nostra attenzione,
ma anche i contenuti dei nostri pensieri e dei nostri desideri. Certamente la TV gioca
un ruolo dominante nel collettivizzare alcuni dei nostri riflessi più intime tutto ciò si
fonda sul dominio dello schermo = SCREENOLOGY: lo schermo è il punto di accesso
indispensabile per l'elaborazione delle informazioni in connessione; da qui coniato
anche il termine SCREENAGER: categoria di ragazzi che utilizzano la TV come mezzo
interattivo.
In poche parole i media editano l'utente, quando guardiamo la televisione, essa solleva
continuamente dei quesiti ai quali non si ha mai tempo sufficiente per rispondere.
Questo ci rende continuamente aperti e quindi disponibili all'indottrinamento
pubblicitario. L'obiettivo della pubblicità (e della televisione in generale), infatti, è
quello di mantenerci in un atteggiamento ricettivo ma NON critico. Questo è il motivo
per cui la televisione riesce a creare un mentalità collettiva. Al contrario, ciò non accade
con i computer o con Internet poiché entrambi i media ricreano la possibilità di
conclusione. La televisione amplia il nostro campo percettivo portando il mondo a casa
nostra in tempo reale; inoltre controlla il nostro tempo di esposizione e quanto tempo si
passa davanti ad essa. La tv omogeneizza le differenze dei telespettatori,
socializzandoli secondo una cultura di massa; fornendo a tutti lo stesso contenuto, la
TV ci offre una coscienza collettiva che si agisce come un'estensione della nostra
coscienza privata.
L'altra cosa molto interessante che avviene con il mouse, la tastiera e il puntatore è che
penetriamo lo schermo in modo tattile: mettiamo le mani sul mondo del pensiero.
I media riescono ad intrattenere una relazione complessa con il linguaggio, e il
linguaggio intrattiene una relazione intima con la nostra coscienza, tanto che i media
sono in comunicazione continua tra la nostra mente e il mondo esterno.
Per esempio, oggi il World Wide Web ci offre un ambiente incredibile di associazioni
sempre a nostra disposizione; l'ipertesto è una condizione del linguaggio che può unire
le persone e fornire una base condivisa per pensare, scrivere e leggere
simultaneamente sia in tempo reale o durante un dato periodo di collaborazione. Lo
schermo diventa il luogo in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, è anche il
luogo il cui il pensiero viene condiviso ed elaborato da diverse persone.
In conclusione si è passati dall'individuo modellato dalla lettura e dalla scrittura con
l'alfabeto, successivamente la dimensione collettiva che è stata modellata dalla radio e
dalla televisione. Oggi le nuove tecnologie stanno sviluppando un nuovo tipo di mente
che va ben oltre la dimensione collettiva che è invece la mente connettiva. Ci troviamo
in un contesto connettivo in cui possiamo coltivare e mantenere un'identità privata, ma
anche condividere l'elaborazione delle informazioni insieme ad un gruppo selezionato di
persone senza perdere l'identità di gruppo. Una volta avuta tale consapevolezza è
necessario sviluppare nuove competenze ampliando la nostra capacità di risposta ad un
nuovo tipo di responsabilità nell'elaborazione delle informazioni. E' dunque necessario
sviluppare un nuova branca della psicologia generale, che abbia lo stesso status della
psicologia "dello sviluppo" o "infantile", la tecnopsicologia che si occupi dello studio
delle relazioni reciprocamente condizionanti tra tecnologia e psicologia.