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alfonsina longobardi

INTERFACCIA DEL LINGUAGGIO, DEI MEDIA E DELLA MENTE - 4 views

started by alfonsina longobardi on 12 Mar 13
  • alfonsina longobardi
     
    Vi è una forte relazione tra le tecnologie e la psicologia associata alle tecnologie stesse.
    Le persone vengono cambiante mediante l'utilizzo dei media ai quali sono esposti
    quotidianamente. Ad esempio l'uso degli schermi stanno diventando così "intimi" tanto
    da assomigliare sempre di più ad una biotecnologia. Le nuove tecnologie condizionano
    le nostre strategie consce e inconsce di elaborazione delle informazioni. I media
    operano come degli interfaccia tra il linguaggio e la mente.
    Quando leggiamo pensiamo alle parole che portano il mondo nella nostra mente. Di
    fronte allo schermo invece, esternalizziamo il processo intellettivo.
    Gli schermi esternalizzano la sintesi psico-sensoriale. Con i computer ad esempio viene
    negoziato il significato che appare sullo schermo e permette a molte delle nostre
    strategie cognitive di riposizionarsi fuori dalla nostre mente privata.
    Con la televisione si è perso il controllo dello schermo. Il computer invece riporta il
    pieno recupero del controllo sullo schermo tanto che ora quando utilizziamo un
    computer condividiamo la responsabilità della produzione di significato. Produciamo
    significato insieme alla macchina e insieme ad altre persone grazie al web.
    Le industrie della coscienza sono quelle che acquistano non solo la nostra attenzione,
    ma anche i contenuti dei nostri pensieri e dei nostri desideri. Certamente la TV gioca
    un ruolo dominante nel collettivizzare alcuni dei nostri riflessi più intime tutto ciò si
    fonda sul dominio dello schermo = SCREENOLOGY: lo schermo è il punto di accesso
    indispensabile per l'elaborazione delle informazioni in connessione; da qui coniato
    anche il termine SCREENAGER: categoria di ragazzi che utilizzano la TV come mezzo
    interattivo.
    In poche parole i media editano l'utente, quando guardiamo la televisione, essa solleva
    continuamente dei quesiti ai quali non si ha mai tempo sufficiente per rispondere.
    Questo ci rende continuamente aperti e quindi disponibili all'indottrinamento
    pubblicitario. L'obiettivo della pubblicità (e della televisione in generale), infatti, è
    quello di mantenerci in un atteggiamento ricettivo ma NON critico. Questo è il motivo
    per cui la televisione riesce a creare un mentalità collettiva. Al contrario, ciò non accade
    con i computer o con Internet poiché entrambi i media ricreano la possibilità di
    conclusione. La televisione amplia il nostro campo percettivo portando il mondo a casa
    nostra in tempo reale; inoltre controlla il nostro tempo di esposizione e quanto tempo si
    passa davanti ad essa. La tv omogeneizza le differenze dei telespettatori,
    socializzandoli secondo una cultura di massa; fornendo a tutti lo stesso contenuto, la
    TV ci offre una coscienza collettiva che si agisce come un'estensione della nostra
    coscienza privata.
    L'altra cosa molto interessante che avviene con il mouse, la tastiera e il puntatore è che
    penetriamo lo schermo in modo tattile: mettiamo le mani sul mondo del pensiero.
    I media riescono ad intrattenere una relazione complessa con il linguaggio, e il
    linguaggio intrattiene una relazione intima con la nostra coscienza, tanto che i media
    sono in comunicazione continua tra la nostra mente e il mondo esterno.
    Per esempio, oggi il World Wide Web ci offre un ambiente incredibile di associazioni
    sempre a nostra disposizione; l'ipertesto è una condizione del linguaggio che può unire
    le persone e fornire una base condivisa per pensare, scrivere e leggere
    simultaneamente sia in tempo reale o durante un dato periodo di collaborazione. Lo
    schermo diventa il luogo in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, è anche il
    luogo il cui il pensiero viene condiviso ed elaborato da diverse persone.
    In conclusione si è passati dall'individuo modellato dalla lettura e dalla scrittura con
    l'alfabeto, successivamente la dimensione collettiva che è stata modellata dalla radio e
    dalla televisione. Oggi le nuove tecnologie stanno sviluppando un nuovo tipo di mente
    che va ben oltre la dimensione collettiva che è invece la mente connettiva. Ci troviamo
    in un contesto connettivo in cui possiamo coltivare e mantenere un'identità privata, ma
    anche condividere l'elaborazione delle informazioni insieme ad un gruppo selezionato di
    persone senza perdere l'identità di gruppo. Una volta avuta tale consapevolezza è
    necessario sviluppare nuove competenze ampliando la nostra capacità di risposta ad un
    nuovo tipo di responsabilità nell'elaborazione delle informazioni. E' dunque necessario
    sviluppare un nuova branca della psicologia generale, che abbia lo stesso status della
    psicologia "dello sviluppo" o "infantile", la tecnopsicologia che si occupi dello studio
    delle relazioni reciprocamente condizionanti tra tecnologia e psicologia.

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